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venerdì 8 luglio 2011

GITA AL MUSEO





Qualche domenica fa sono stata a Roma, per godermela al massimo non ho preso nemmeno un autobus, dalla stazione Termini ho cominciato a camminare lungo via Nazionale, passando davanti al Palazzo delle esposizioni mi sono resa conto che non entravo da parecchio tempo… e così visto che il “menù” sembrava invitante ho deciso di entrare. Siccome davanti all’arte vera mi sento sempre un po’ umile, a tratti ignorante, ho acquistato il pacchetto completo “100 capolavori dallo Stadel museum di Francoforte” con tanto di visita guidata. A dire il vero io sarei più il tipo da audio guida ma ahimè non erano disponibili e così sono stata costretta a dividere la mia mattinata culturale con alcuni sconosciuti.

Presa da un irrefrenabile voglia di rispettare le regole e da troppe puntate di Sex and the city in cui la protagonista quando va a vedere una mostra in qualche museo indossa vestiti fantastici, al massimo ha una micro borsetta, niente cappotto o orpelli inutili ed è praticamente fighissima, ho mollato tutto in guardaroba… beh quasi tutto, il portafoglio? Grande appunto come una micro borsa, proprio non me la sono sentita, e il cellulare? Sì, lo so non si può usare, ma magari spento, poi un pacchetto di fazzoletti perché il raffreddore è sempre in agguato e a quel punto, visto che c’ero, qualche caramella per spezzare la fame… perciò per tutto il tempo mi sono ritrovata a gironzolare con un orrenda busta di plastica con la scritta Palazzo delle Esposizioni da cui si intravedevano i miei fazzoletti Coop e sei pacchetti di rotelle alla liquirizia, il risultato non è stato molto chic, più che Carrie Bradshaw sembravo mia zia Adelina.

Quasi subito mi sono resa conto che la visita guidata era stata una pessima idea, la nostra guida forte del principio “dall’Impressionismo in poi per il popolino è tutta roba in più, manco gliela sto a spiegare” ha indugiato fino alla nausea nelle prime sezioni della mostra Romanticismo, Classicismo e Realismo… e così mentre io fremevo per arrivare a  Picasso mi annoiavo davanti a “Goethe nella campagna romana” e ammiravo il pezzo forte di tutta la mostra che era
un Van Gogh dei primi tempi, vedi Adriano si vede chiaramente che ancora cercava la luce giusta…”. Queste le parole pronunciate dalla sig.ra Rosalba al marito dall’aria annoiata, peraltro le stesse parole, per un caso fortuito e bislacco, erano riportate sulla brochure della mostra, ammettere la propria ignoranza non è obbligatorio, ma proporre la propria stupidità dovrebbe essere vietato… la simpatica signora per tutta la durata della vista ha continuato a leggere i trafiletti della brochure ostentando conoscenza, niente le ha impedito di continuare, nemmeno quando ha confuso la definizione di espressionismo con quella di impressionismo. Ad un certo punto anche la guida, piuttosto seccata perché aveva iniziato a parlarle sopra, le aveva fatto notare che era opportuno abbassare il tono della voce, il marito invece aveva l’aria sempre più rassegnata.
Terminata la visita, sono salita al piano superiore per la mostra di Aleksandr Deineka, “uno dei più grandi protagonisti del realismo socialista” avrebbe detto la sig.ra Rosalba leggendo la brochure. Devo ammettere che prima di allora non avevo idea di chi fosse Deineka e mi sono sentita un po’ come Alberto Sordi alla biennale di Venezia guardando tutte le facce da intellettuali che gironzolavano con aria compiaciuta per le sale, commentando che era ora che qualcuno in Italia si fosse deciso a rivalutare un così grande artista… sarà, ma la gioventù sovietica che corre sul fiume non è proprio il mio ideale di arte, si percepiva osservando le opere una certa tristezza e sembrava tutto così finto… arte di regime avrebbe detto qualcuno.
Avevo sperato che la sig.ra Rosalba e il marito ameba, avessero preferito scendere direttamente all’esposizione del National Geographic al piano di sotto, se non altro perché la brochure di Deineka era piuttosto scarna, ma invece la sig.ra Rosalba sembrava decisa a  rovinarmi la giornata, era senza brochure, ma aveva una faccia visibilmente sdegnata: “mio Dio però che quadri noiosi, ci credo che l’Unione Sovietica non esiste più… per fortuna che in Italia abbiamo Silvio che li tiene lontani… per fortuna che Van Gogh non è nato lì se no altro che Girasoli e Casa di campagna… beh per fortuna che nemmeno Renoir è nato lì…” il marito aveva sempre la stessa aria accondiscendente e vagamente disinteressata, ma lei niente imperterrita “…che poi se non avessimo un Governo che ci tiene così tanto alla cultura, ti pare che una mostra del genere… solo perché siamo in un paese democratico, figurati se loro avrebbero mai allestito una mostra di un autore fascista, come se il fascismo poi fosse tutto negativo… anche il comunismo ha fatto milioni di morti…”
Arrivano momenti nella vita di una persona in cui si deve intervenire.
“Signora mi scusi, può abbassare la voce?”
“Beh, ma non era così alta, insomma è un paese libero!”
“Sì, signora, è un Paese libero e democratico e proprio per questo nell’esercizio dei miei diritti costituzionali vorrei dirle che lei è una noiosa e insopportabile qualunquista, che nessuno in questo museo a parte forse il suo succube marito è interessato a quello che ha da dire…  e le assicuro che mi sarei risparmiata anche io di rivolgerle la parola se… se non avesse puntualizzato l’amore per la cultura di questo Governo,  se si fossero interessati alla cultura la metà di quanto lo sono stati ai loro privilegi, ai loro conti in banca e alle loro escort saremmo un paese decisamente migliore, ma così non è, anche grazie agli idioti come lei ai quali basta leggere una brochure per diventare dei critici d’arte e che si bevono come acqua miracolosa ogni idiozia che sentono alla televisione senza prendersi mai la briga di verificare… ah per la cronaca sarebbe il caso di smetterla con questa gara di morti fra fascismo e comunismo dubito che ci sia un premio in palio”
La signora Rosalba aveva l’aria un po’ sbigottita quando il marito l’ha presa sotto braccio e l’ha allontanata.
Il resto della mia giornata è stato molto piacevole, pranzo al giapponese e ottimo caffè con ottimi amici… ah la mostra nonostante tutto merita, andate a vederla. 

Sino al 17 Luglio. 
Palazzo delle Esposizioni - Roma




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