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martedì 10 gennaio 2012

STEFANO PALMA illustratore emotivamente coinvolto





Stefano Palma è un autodefinito freelance delle immagini.

In parte illustratore, un po’ fumettista, passa le sue veloci giornate a disegnare con la tavoletta grafica o ancora con la sua vecchia amata matita non troppo ben temperata, inseguendo soluzioni grafiche ed espressive.

E’ un ricercatore di immagini, con uno stile ben delineato ma non sino al punto di non essere più capace di attraversare tutti quegli stili che lo hanno appassionato già da piccolo, dai più contemporanei sino a quelli classici.
Capace di dire, non troppo impegnato socialmente, ma emotivamente coinvolto nel vivere attuale, Stefano Palma, cerca di dar voce a quello che ha in pancia sia esso un volto, una storia forte, un sentimento, un concetto.
Il disegno per lui è forma del linguaggio.
Le immagini sono sempre dentro di lui, cerca di trattenerle, fuoriescono quel tanto che basta per farsi necessariamente immortalare.


Tra le sue opere ci sorprendono anche e soprattutto OIL e MUSA, due delle sue invenzioni concettuali, in bianco e nero, i colori che l’autore più ama, verticalismi dal tratto deciso che racchiudono pensieri forti e idee potenti.
Sono sperimentazioni visive, sequenze di immagini, racconti di sentimenti ed emozioni.
In uno stile di chiaro stampo argentino, ci tiene l’artista a sottolinearlo, ma senza troppa aggressività nel tratto, queste due opere dicono pensieri che vanno oltre alla semplice rappresentazione, sono la ricerca del palesare quel profondo che è sempre nascosto nel suo intimo pensare.

In OIL, Stefano Palma si sofferma sulla storia della vicenda umana di un oggi dilaniato da guerre e cataclismi, così le linee bianche e nere si susseguono come fossero parole e si confondo per narrare qualcosa che all’inizio è solo accennato ma che lentamente si palesa; il nascere ed il morire si confondono e si fondono, il ciclo della vita diviene inesorabile sino a dire che chiunque inizia è già destinato a finire.
Una giovane donna lascia il suo bambino ad un destino infernale, il suo nascere è già un cadere nella macchina perversa della vita, un ingranaggio inconsapevole dove l’intera umanità è stritolata, quasi spremuta, destinata a produrre quella melma caotica che andrà a riempire le acque della vita, portando con sé solo morte e devastazione.
Il messaggio è chiaro, efficace, sin troppo evidente e trova una conclusione che non dà spazio a prolusioni filosofiche.


All’opposto del sentire dell’autore è MUSA, più lieve e delicata storia, quasi un’elegia, una poesia, immagini in metrica, che scivolano dall’alto verso il basso. E’ la storia di un’ispirazione, di un sogno, un dialogo onirico tra l’autore e la sua arte, la caduta della musa in un pensiero creativo.
E’ la ricerca di un’idea che l’artista cerca fuori e dentro se stesso e che quasi ferma ma poi lascia andare verso lo spettatore. Quasi il dire, il descrivere la nascita del raccontare nell’intimità dei pensieri, una metafora del meccanismo autoriale che cerca e trova l’idea scivolare nella sua intimità creativa.
Una tavola verticale dove l’artista forse parla di sé, sino a raggiungere un valore quasi assoluto tanto da rappresentare un concetto con cui tenta di avvicinare al pubblico un quid sin troppo caro a chiunque crea non solo arte.





Così, in queste due opere come in tutte le altre, con il suo tratto, Stefano Palma, dà vita ad un’esperienza emotiva destinata ad essere segno di un vissuto individuale e sociale, nella soluzione dell’essere autore/spettatore del vivere di oggi.


Per conoscere meglio l'artista Stefano Palma
Sito 




Oil e Musa sono pubblicate in Verticalismi webcomicslab&magazine  www.verticalismi.it 
Ringrazio Stefano Palma per avermi concesso l'utilizzo nel presente articolo delle immagini delle sue opere personali Oil e Musa. 





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