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mercoledì 25 settembre 2013

VINCENT, Leonardo Losavio racconta i colori della vita di Van Gogh


Recensione dello spettacolo teatrale VINCENT di e con Leonardo Losavio, regia Roberto Galano
Ventidue Settembre Duemilatredici, TEATRO MILLELIRE – Roma


Nella grande curiosità si accende finalmente la luce su un bello spettacolo, composto in una scenografia minimale costruita con semplici esili bianche cornici tutte protese verso il profondo racconto della vita appassionata dell’artista Vincent Van Gogh che l’attore e scrittore Leonardo Losavio narra con potenza e chiarezza.

Il pittore olandese, ben descritto, lascia scoprire il suo complesso vivere, il suo intimo disagio, la sua disperata ricerca del sé.

Attraverso una piece teatrale sapientemente articolata con continui cambi di registro e ritmo, si snoda circa un’ora di bel monologo, animato da ricorrenti intensi fittizi dialoghi, voci di dentro e da fuori, vicine, lontane che parlano, che urlano, che sussurrano, che scherniscono, deridono e consigliano, che giungono inaspettate e poi svaniscono.


L’ira spesso avvampa, potente, altre si sopisce placata dai sentimenti, dagli amori travolgenti, dai fugaci incontri, tanti tentavi falliti, alcuni riusciti, esperienze umane, di viaggio e la disperazione del vivere cresce mentre matura l’arte.

La madre, il padre, i fratelli, le sorelle, gli amici, l’amico, il fratello, le donne semplici, pure,  le meretrici dentro la sua folle creatività, tenuta, poi liberata, quindi intrappolata ed infine rinchiusa lontana dal difficile mondo.
Uno ad uno sfilano i momenti della vita di Van Gogh ed intanto quelle cornici bianche si riempiono, divengono quadri emblematici, uno ad uno si raccontano attraverso i loro potenti colori, i loro soggetti, la loro complessa identità.

L’interessante regia di Roberto Galano ricompone e rielabora il difficile testo modulare in un'interpretazione dal complesso incastro in movimento con picchi e discese, lente, veloci, continui passaggi, sempre accorta nel far emergere chiaro il forte punto di vista autorale.

Così, tra quei contorni sapientemente arricchiti di significato, si svela il personaggio di Vincent Van Gogh che, afferrato e tirato a sé, ancor prima del suo nascere, il pubblico sospeso per l’intero spettacolo tra la commozione ed il sorriso, a stento trattiene le lacrime quando dentro a quelle mani sporche di colore assiste al suo piangere.

E mentre la mano macchiata del suo sangue segna un viso già sin troppo segnato,  la nascita e la morte si confondono ancora come momenti estremi del vivere di Vincent, si mescolano sino all’ultimo… sinché poi infine su quei colori la luce si spegne.

di e con Leonardo Losavio
Regia Roberto Galano




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