Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
DEBUTTI...
Gitiesse Artisti Riuniti
MARIANELLA BARGILLI
RUBEN RIGILLO SILVIA SIRAVO
con CARLO GRECO
MARIANELLA BARGILLI
RUBEN RIGILLO SILVIA SIRAVO
con CARLO GRECO
"LA SIGNORA DELLE
CAMELIE"
da Alexander Dumas fils
costumi Accademia Costume&Moda, Roma - 1964
diretta da Andrea Viotti
musiche Mario Incudine
luci Gigi Ascione
adattamento, scene e regia MATTEO TARASCO
costumi Accademia Costume&Moda, Roma - 1964
diretta da Andrea Viotti
musiche Mario Incudine
luci Gigi Ascione
adattamento, scene e regia MATTEO TARASCO
TEATRO QUIRINO - Roma
dal 27 febbraio all'11 marzo 2018, da martedì a sabato ore 21.00 - domenica ore 17.00 - giovedì
1 e giovedì 8 marzo
ore 17.00 - mercoledì 7 marzo ore 19.00 - sabato 10 marzo ore 17.00 e
ore 21.00
Margherita
Gautier è la più bella cortigiana della città conosciuta come 'la signora delle
camelie'. Questi sono i fiori che lei teneva con sé quando si recava al
teatro. Il personaggio è ispirato a Marie Duplessis, celebre cortigiana parigina divenuta contessa di Perrégaux.
teatro. Il personaggio è ispirato a Marie Duplessis, celebre cortigiana parigina divenuta contessa di Perrégaux.
Sono tutti ciechi, perché non sanno
amare
Note per la messa in scena de LA SIGNORA
DELLE CAMELIE
"Il
romanzo di Dumas Fils è un viaggio nel profondo dell’animo umano, ove le
contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un’immagine del mondo
vividamente controversa.
Mettere
in scena LA SIGNORA DELLE CAMELIE,
capolavoro della letteratura francese dell’Ottocento, che alla sua prima
apparizione sconvolse l’immaginario collettivo, vuole essere un tentativo di
riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della
parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che dicono e
spiegano, ma non insegnano il senso. Mettere in scena LA SIGNORA DELLE CAMELIE significa essere appassionati; per mettere
in scena LA SIGNORA DELLE CAMELIE
dobbiamo essere fisici. Ma dobbiamo anche ricordare che le parole bruciano, che
le parole si fanno carne mentre noi parliamo e quindi anche parlare, anche
raccontare una storia è un gesto fisico. Oggi la lingua non è più del cuore,
come diceva Paracelso, ma della mente. La parola soccombe nelle paralizzanti
spire dell’ossessione comunicativa, stritolata da un’angoscia semantica. Per
mettere in scena LA SIGNORA DELLE CAMELIE
noi dobbiamo avere il coraggio di essere nuovamente eloquenti. Dobbiamo
ricordare che le parole sono potenze che esercitano su di noi un potere
invisibile, le parole hanno effetti blasfemi, creativi, annientanti, ma anche
protettivi, persuasivi, le parole possono cauterizzare le ferite del cuore.
Dumas Fils crede alla sottomissione della psicologia alla fisiologia, le
istanze di Physis, del corpo,
orientano le esigenze di Psyche,
dell’anima. Ha scelto di raccontare le storie di personaggi completamente
sopraffatti dai nervi e dal sangue, spinti ad agire nella vita dalla fatalità
della carne.
LA SIGNORA DELLE
CAMELIE
è una storia cupa e disperata, che oscilla pericolosamente nell’incerto
territorio in cui danzano avvinghiati Eros
e Thanatos. È una storia assoluta,
spietata, estrema, senza margini di riscatto, senza limiti...." Matteo Tarasco
Durata: 1 ora e 30 minuti, atto unico
Costo: Biglietti dal lun al ven platea interi €
30 ridotti € 27 - I balconata interi € 24 ridotti € 22 - II
balconata interi € 19 ridotti € 17 - galleria interi € 13 ridotti € 12
/ Biglietti sab. sera e dom platea interi € 34
ridotti € 31 - I balconata interi € 28 ridotti € 25 - II balconata interi
€ 23 ridotti € 21 - galleria interi € 17 ridotti € 15
Informazioni: botteghino
06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini, 7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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Avviso ai Soci
L'Associazione Culturale Teatro
Trastevere
presenta
Lo Spettacolo
Evento
"UN AMORE IN ALTALENA"
di Frank T.
regia Matteo Fasanella
con Paolo Buglioni e Monica Lammardo
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 27 febbraio al 4 marzo,
ore 21.00_dom. 17.30
Due anime sole, dissolute, tremendamente irrisolte,
con un passato ingombrante alle spalle, si incontrano durante un party di una
New York oscura e inospitale.
Si cercano, si trovano, si perdono.
Alla fine si legano.
E’ la loro inadeguatezza, la loro solitudine, il
loro vittimismo a tenerli uniti.
Lui è un’anima tormentata, dal suo passato irrisolto
e complesso.
Lei è un’ex ballerina che non ha abbandonato il
sogno di una vita d’emozioni e di sicurezze.
Proveranno a completarsi, a “formare la metà di un
paio”, coltiveranno l’illusione di potercela fare e di potersi fare compagnia.
Ma sarà una continua e ripetuta Altalena, solo un’altalena.
Che porta con sè il sogno di spiccare il volo, ma
poi inesorabilmente, lascia che i piedi sfiorino la terra, oppure….
E' con
estremo piacere che il Teatro Trastevere ospita per la prima volta la regia
originale e artistica di Matteo Fasanella, attore già nell'eccellente Titus – Commedia
Pulp per le regia di Leonardo Buttarori e reduce dal successo
di Cyrano di Rostand alle
Stanze Segrete a Roma.
Un
attore e regista conosciuto per la sua elegante e raffinata creatività
narrativa, che si avvale della prestigiosa collaborazione di Monica Lammardo e
Paolo Buglioni, doppiatore e direttore del doppiaggio
italiano da anni conosciuto a livello anche internazionale.
di Frank T. - regia Matteo Fasanella
- con Paolo Buglioni e Monica
Lammardo - aiuto regia: Christian
Sicuro - disegno luci: Luca
Pastore - scenografia: Maurizio
Marchini
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di Kirolandia
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 -
Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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SARDEGNA TEATRO
presenta
"URANIA D’AGOSTO Primo Studio"
"URANIA D’AGOSTO Primo Studio"
di Lucia Calamaro
adattamento e regia Davide Iodice
TEATRO ARGOT STUDIO - Roma
dal 27 febbraio al 1 marzo 2018, Orario spettacoli: dal martedì al giovedì ore 20.30
Una donna matura scocciata, seccata, asociale, accanita lettrice notturna di Urania e fanatica della vita e opere degli astronauti, durante un isolatissimo agosto in città, soffre di un’estrema crisi di alienazione e comincia a confondere le cose. Poco a poco il suo spazio interiore, fratturato dall’insonnia, trasformerà lo spazio esteriore in spazio siderale in cui gli alieni strambotici delle sue letture possono apparire. Da questa stagione di lotta interiore uscirà profondamente trasformata.
Urania d’Agosto ha le qualità morali di un romanzo di formazione accidentale sviluppato su una figura amara, indecisa su tutto, delusa a prescindere, dove lo scandaglio dell’inazione e della crisi esistenziale, anche se sostenuti dal fermento della fantasia, vengono sempre traditi dalla caduta nel reale, che è più forte, più vasto, più tutto: “è l’impossibile, quello vero”
Note di regia
Lavorare sulla scrittura di Lucia (Calamaro) fornisce un’esperienza intima, caotica e indocile come sono gli ingarbugli dei pensieri, il flusso irrisolto della psiche. Senza un filo narrativo, affiorano tratti densi di umanità e la riscrittura scenica verso la quale abbiamo proceduto si articola sulle modulazioni sentimentali di figure che abitano un universo di solitudine. Questo testo è un canto psichico, rappresenta lo sprofondamento esistenziale di Urania, una signora anziana, stra-lunata che galleggia nel suo cosmo personale, nell’interiorità negletta di una vecchiaia irretita dal tedio dell’esistenza. La scena è spazio medicale, dal colore azzurro di Urano, dove si dispiega la dinamica tra Maria Grazia Sughi – attrice cui il testo è dedicato, fervente fulcro di questo immaginario – e Michela Atzeni, coro corporeo e contraltare di un costante flusso di coscienza. Già presenze preziose di Sonnai, ho lavorato con loro per operare una sintesi del testo non prosastica ma poetica, in cui risuonasse espanso l’eco del vuoto siderale di un unico stato di coscienza. La metafora cosmologica funge come basso continuo; la casa è una stazione orbitante in cui i significati fluttuano. La solitudine dell’astronauta si rispecchia nella condizione ovattata e sbiadita dell’anzianità, in cui i contorni dei ricordi si illanguidiscono e la domanda di senso rimbomba scottante e insieme distorta. D. Iodice
di Lucia Calamaro - adattamento e regia: Davide Iodice - con Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni - spazio scenico: Tiziano Fario - costumi: Daniela Salernitano - aiuto regia: Giusi Salidu - luci: Loic François Hamelin - sarta: Adriana Geraldo
Costi: Biglietto Intero 12 euro - Ridotto 10 euro - Studenti 8 euro - Tessera associativa 5 euro
Indirizzo: via Natale del Grande, 27 - Roma
Informazioni: tel. 06/5898111 - info@teatroargotstudio.com
Sito di riferimento teatro: www.teatroargotstudio.com
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Altra Scena e I
Due della Città del Sole
presentano
Giorgio Colangeli
in
"FINALE
DI PARTITA"
di Samuel Beckett
regia Filippo Gili
con Giancarlo Nicoletti
e con Matteo Quinzi e Olivia Cordsen
SPAZIO DIAMANTE - Roma
dal 2
all'11 marzo 2018 - venerdì e sabato ore 21.00_dom. ore 18.00
Debutta in prima assoluta Finale di partita, il classico di Samuel
Beckett, ritenuto da molti il testo più importante dell’autore irlandese. Dopo
il successo di
Aspettando Godot nella stagione 2016/17, Filippo Gili prosegue il suo originale personale percorso di ricerca attraverso le pieghe della drammaturgia beckettiana affrontando, sempre dalla sua personalissima angolazione, un altro dei capolavori del maggiore esponente del teatro dell’assurdo, Finale di Partita. Ancora una volta protagonista dell’operazione è la straordinaria attorialità di Giorgio Colangeli, che presta voce e corpo al ruolo di Hamm, affiancato da Giancarlo Nicoletti in quello di Clov.
Aspettando Godot nella stagione 2016/17, Filippo Gili prosegue il suo originale personale percorso di ricerca attraverso le pieghe della drammaturgia beckettiana affrontando, sempre dalla sua personalissima angolazione, un altro dei capolavori del maggiore esponente del teatro dell’assurdo, Finale di Partita. Ancora una volta protagonista dell’operazione è la straordinaria attorialità di Giorgio Colangeli, che presta voce e corpo al ruolo di Hamm, affiancato da Giancarlo Nicoletti in quello di Clov.
Finale di Partita è la storia di un padre che tiene accanto a sé un figlio che vuole
cominciare a vivere e due genitori che vogliono continuare a morire.
E’ il dramma di un ragazzo che chiede un distacco, ma il cui vero nemico
è la sua stessa angoscia di andar via.
E’ la farsa di un uomo e una donna passati a miglior vita, ma tenuti vivi
dalle psicosi di un figlio ormai anziano.
Questo è il nostro Finale di
Partita: una concretissima vicenda familiare in cima a un faro. Fra
l’oceano e il deserto. Fra morti e vivi. Fra chi non può mai alzarsi e chi non
può mai sedersi.
Immersi in questi opposti che, in Beckett, più che toccarsi, si invadono,
si confondono, si ribaltano gli uni negli altri. E che, più che contribuire a
confermare un antico malinteso ‘assurdo’, aiutano a sviluppare il contesto
vivo, reale, comico, disperato, eterno, devastante che questa storia contiene.
Altro che minimalismo. Altro che assurdità. Solo la tac di una cosa, la vita, che a guardarla attentamente, non si racconta come minima e assurda, ma, in quanto minima e assurda. Con la più assoluta naturalezza, la più dissoluta semplicità. Perché i simboli vanno recitati come l'aria che si respira. Perché i genitori di Hamm non sono rappresentati in due bidoni dell'immondizia, ma psichicamente vissuti, dal figlio, in quei bidoni. Al di là dell'amare, al di là del vedere.
Finale di Partita è quel luogo, quella carne viva in cui, svelando una miseria, si riconosce una grandezza. E' la freudiana catarsi; quella in cui, pattuita, dell'immensità del male e dell'amare, la loro inesorabile irrisorietà, si esce, dall'ultima seduta con la sensazione di potersela finalmente fare una passeggiata leggera, su questo mappamondo, su questa mappavita.
Altro che minimalismo. Altro che assurdità. Solo la tac di una cosa, la vita, che a guardarla attentamente, non si racconta come minima e assurda, ma, in quanto minima e assurda. Con la più assoluta naturalezza, la più dissoluta semplicità. Perché i simboli vanno recitati come l'aria che si respira. Perché i genitori di Hamm non sono rappresentati in due bidoni dell'immondizia, ma psichicamente vissuti, dal figlio, in quei bidoni. Al di là dell'amare, al di là del vedere.
Finale di Partita è quel luogo, quella carne viva in cui, svelando una miseria, si riconosce una grandezza. E' la freudiana catarsi; quella in cui, pattuita, dell'immensità del male e dell'amare, la loro inesorabile irrisorietà, si esce, dall'ultima seduta con la sensazione di potersela finalmente fare una passeggiata leggera, su questo mappamondo, su questa mappavita.
Costo: Biglietto intero
15 € + prevendita; ridotto 13.50 € + 2 prevendita
Info
& Prenotazioni: 06 – 80687231 / 393 – 0970018
Indirizzo: via Prenestina 230/ b - Roma
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PROSEGUONO...
Fondazione Teatro Due
presenta
ELISABETTA POZZI
"ELENA"
Di Ghiannis Ritsos
Regia: Andrea
Chiodi
musiche: Daniele
D'Angelo - costumi: Ilaria Ariemme - disegno luci: Marco Grisa
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 20 febbraio al 4 marzo 2018 , orario: serali ore
21.00, pomeridiane ore 18.00
E’ una donna lontana dagli stereotipi e aderente al
presente a noi più vicino, l’Elena
di Ghiannis Ritsos, che la grandissima Elisabetta Pozzi farà vivere a Teatro
Chi non è rimasto affascinato dalla figura di Elena, una
delle più belle donne dell'antichità? Per lei si scatenò a Troia una sanguinosa
guerra durata dieci anni. Eppure un'altra Elena si scopre ai nostri occhi nel
monologo lirico che il poeta Ghiannis Ritzos compose nel 1970. La versione del
mito che Ritsos ci offre è un vero e proprio ribaltamento dell'immagine di
Elena che la tradizione letteraria ci ha donato.
La Elena presentata da Elisabetta Pozzi fa a meno della
bellezza effimera, quella è andata via molti anni addietro, la sua bellezza
adesso e ben altra, quella dell'esperienza.
L’esperienza di una vita vissuta all’insegna dell’amore,
tra le braccia forti dei vari amanti trepidanti per lei: quell'amore diventato
adesso un ricordo che non genera più alcuna passione, ma solo malinconia e
forse rimpianto. Questa Elena è una donna del presente, a noi più vicina, quasi
un’amica che tra un bicchiere di whisky e una sigaretta si confida ad un
soldato o al fantasma di un amante valutando la propria esistenza, eccezionale
certo, ma che adesso sta volgendo alla fine. Senza più ritegno offre di se un
ritratto assai impietoso non vergognandosi di presentare nella sua vecchia
abitazione fatiscente quel degrado e senso di vuoto che ora la circonda, oramai
derisa anche da ancelle irriverenti che le fanno dispetti. Eppure la
"vecchia” Elena di Elisabetta Pozzi oltre a regalare memorie, riflessioni,
immagini che il tempo non scalfisce offre al suo pubblico il fascino eterno di
chi ha acceso i cuori degli eroi, rendendo per questo anche lei un’eroina
immortale. Recita con la classe della grande attrice, al colmo della maturità
espressiva, dosando parole a gesti, sussurri a declamazioni, ondeggiando ii
corpo dentro ii suo lungo abito nero sulle belle note della musica di D'Angelo
Costo: Biglietto intero 25 € -
ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni: 06 89239515 -
info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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MARINA
MASSIRONI - ALESSANDRA FAIELLA
"ROSALYN"
di EDOARDO
ERBA
Regia: SERENA
SINIGAGLIA
Produzione: NIDODIRAGNO/
COOP CMC con la
collaborazione del TEATRO DEL BURATTO
TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dall'
22 febbraio all'11 marzo 2018, martedì, giovedì e venerdì
ore 21.00, mercoledì ore 17.00, sabato
24 febbraio e 3 marzo ore 17.00, sabato 10 marzo 2018 ore 21.00
Nel
corso della presentazione del suo libro a Toronto in Canada, Esther, una
scrittrice americana, conosce Rosalyn, la donna delle pulizie della sala
conferenze. Il libro insegna a liberare la vera natura del sé, e Rosalyn ne è
ammirata e sconvolta. Vuole leggerlo subito, e si offre, il giorno dopo, di
portare la scrittrice a vedere la città.
Dopo
la visita ritroviamo le due in un prato in periferia. Qui Rosalyn rivela ad
Esther la storia del suo amore per un uomo bugiardo e perverso, che le fa
continue violenze fisiche e psicologiche. Lui ha famiglia e la relazione con
Rosalyn è clandestina. La sera prima, quando lei è tornata in ritardo dal
lavoro per aver seguito la conferenza della scrittrice, l’uomo infuriato l’ha
picchiata e ferita. Esther sbotta: un uomo del genere è da ammazzare. Infatti -
dice Rosalyn - è nel bagagliaio.
Questo
il folgorante avvio della nuova commedia noir di Edoardo Erba. Che continua con
un pressante interrogatorio di polizia, dove Esther racconta della sua
attrazione per Rosalyn. E la storia
diventa torbida, i contorni si fanno sfumati, quello che in un primo momento
sembrava chiaro improvvisamente non torna più.
Dietro
i fatti si nasconde un mistero più profondo. Alla cui soluzione è appesa la
vita delle due donne. Avvincente, ricco di colpi di scena, sostenuto da una
scrittura incalzante, Rosalyn è il ritratto della solitudine e dell’isolamento
delle persone nella società americana contemporanea. E parla di quel grumo di
violenza compressa e segreta pronta ad esplodere per mandare in frantumi le
nostre fragili vite.
Giovedì primo marzo aperitivo in teatro
ore 18,30
Con il
pubblico insieme all’autore EDOARDO ERBA, MARINA MASSIRONI e ALESSANDRA FAIELLA
delle
attrici e di altre colleghe dedicate alla giornata delle donne
Costo: Biglietti
da 38 € a 28 €
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Vincent Van Gogh
"L'odore assordante
del bianco"
di Stefano Massini
con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione,
Massimo Nicolini,
Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa, Regia Alessandro Maggi
TEATRO ELISEO
- Roma
dal 13 febbraio al 4 marzo 2018 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_
primo sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
La scrittura di
Massini è limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione
narrativa
Una
sorta di thriller psicologico, attraverso l’imprevedibile metafora del
temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, che lascia lo
spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
È
il 1889 e l’unico desiderio del grande pittore è quello di uscire da
quell’austera stanza del manicomio di Saint Paul dove non c’è altro colore che
il bianco. La sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello
Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a
trovare …
Il
testo è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per
la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di
restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”
(motivazione della giuria). L’autore Stefano Massini, con la sua drammaturgia
asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di
riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società
contemporanea.
Note di regia
"Sospensione, labilità, confine. Sono questi i luoghi,
accidentati e mobili, suggeriti dalla traiettoria, indotti dallo scavo.
Soggetti interni di difficile identificazione, collocati nel complesso
meccanismo dell’organicità della mente umana. Offerti e denudati dalla puntuale
dinamicità e dalla concretezza del testo, aprono strade a potenziali orizzonti
di ricerca. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e
tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre evidentemente la
possibilità di questa indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van
Gogh - internato nel manicomio di Saint Paul de Manson - e suo fratello Theo,
propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista,
ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso.
Lo spettacolo è aperto contrappunto all’incalzante partita
dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato
dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da Alessandro Preziosi, si lascia
vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci
appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. E dunque, è nel dato di fatto
che si rivela e si indaga la sua disperazione. Il suo ragionato tentativo di
sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è
costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente,
all’interno come all’esterno del granitico “castello bianco” e soprattutto al
costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà.
La tangente che segue la messinscena resta dunque sospesa tra il
senso del reale e il suo esatto opposto.... " Alessandro Maggi
Di Stefano Massini- Con Alessandro Preziosi, Francesco Biscione, Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa - Scene e costumi: Marta Crisolini Malatesta - Disegno
luci: Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta - Musiche: Giacomo Vezzani
- Supervisione artistica: Alessandro Preziosi - Regia Alessandro Maggi - Produzione Khora Teatro – TSA Teatro Stabile d’Abruzzo - in
collaborazione con Festival dei due mondi - Spoleto - Foto di Francesca Fago
Durata:1 ora e 25 minuti -
Atto unico
Costo: Biglietto da 20 € a
40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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Ginevra Media Prod Srl e Aldan Company
presentano
"NON AVER PAURA … E’ Solo Uno Spettacolo"
scritto da Eduardo Aldan
progetto artistico di Gianluca Ramazzotti
diretto da Ricard Reguant ed Enzo Masci
versione italiana di Franco Ferrini
con Claudia Genolini, Simone Giacinti, Emiliano
Ottaviani
e con la partecipazione di Gianni Garko
TEATRO VITTORIA - Roma
dal 15 febbraio al 4 marzo 2018 , ore 21.00_ ore 21.00
(domenica ore 17.30; martedì 20 e 27 febbraio ore 20.00)
Torna in Italia per il secondo anno consecutivo “Non aver paura”, lo spettacolo campione di incassi delle ultime stagioni in Spagna e America Latina e inserito dal prestigioso Teatri On Line nella speciale classifica dei dieci migliori spettacoli della passata stagione. “Non aver paura”, di Eduardo Aldàn, diretto nella nuova versione italiana da Ricard Reguant ed Enzo Masci e tradotto e adattato per l’Italia da Franco Ferrini (sceneggiatore di numerosi film di Dario Argento e di “C'era una volta in America”) su progetto artistico di Gianluca Ramazzotti, riporta finalmente in Italia il brivido dell’horror, che in teatro si scatena con la sua massima potenza: soprattutto se a fare da Maestro di Cerimonia è l’istrionico Gianni Garko, noto volto di film di culto del cinema italiano degli anni ’60 e ’70 come la serie di ”Sartana”, “10.000 dollari per un massacro”, “La notte dei diavoli”, “Sette note in nero”, “Uomo a metà”.
“Non aver paura” scuote, sorprende e
destabilizza il pubblico, lo cattura e lo immerge in una grande e spaventosa
esperienza teatrale di puro terrore: in un antico teatro, all’inizio del secolo
scorso, un terribile incendio tolse la vita a 23 persone fra cui la piccola
Violetta Sperelli, che si esibiva quella sera, e suo padre Ettore; i corpi dei
due non vennero mai ritrovati e sulle ceneri dei locali fu ricostruito il nuovo
teatro, da allora luogo di eventi paranormali e sorprendenti. E se qualcuno
dovesse pensare che si tratti “solo di uno spettacolo teatrale” (come suggerito
dal sottotitolo) e che non ci sia niente da temere, si sbaglia di grosso
“perché nel buio di un teatro non sai mai chi siede dietro di te”.
“Una serata dai ritmi inquietanti” .. “I
protagonisti certo non risparmiano alla platea momenti di grande tensione” …
“C’è chi, come meccanismo di difesa, si tiene stretto al bracciolo della
poltrona” (Il Messaggero)
Costo: Biglietti: intero
platea 28 € , intero galleria 22 € (compresi 3 euro di
prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 € e galleria
18 € (compresi i 3 euro di prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto
cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì
(ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18)
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo: piazza di Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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TEATRO PER RAGAZZI
Ruotalibera Teatro
in scena con
"Ciao buio"
di e
con Fabio
Traversa e Tiziana Lucattini
4 marzo 2018, ore 16.30
Lo spettacolo, dedicato a tutta la famiglia, fa parte della rassegna Infanzie
in gioco 2017/18. Sono il buio e la notte i protagonisti di questo lavoro in
cui realtà e immaginazione si incontrano per raccontare storie, buffe o di
paura, di lupi e coniglietti, streghe e mostri pelosi, orsi e orsetti, insieme
a episodi di vita quotidiana e teneri ricordi di nonni e bisnonni. Nell'ora in cui
tutto diventa possibile, in cui i bambini vanno a dormire aspettando il bacio
della buona notte e il racconto che li rassicuri, il loro letto è come una
scatola magica che produce sogni e apparizioni.
Di e con: Fabio Traversa e Tiziana
Lucattini - Scene: Francesco Persico - Costumi: Antonia Dilorenzo - Disegno
luci: Martin Beeretz - Organizzazione e promozione:
Paola Meda e Serena Amidani
Costo: Biglietto unico 5 € prenotazione consigliata
Informazioni: Adatto
dai 6 anni in poi
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MUSICAL E SPETTACOLI MUSICALI
DEBUTTI...
“Jukebox”
scritto, diretto e interpretato Luca
Pizzurro
con la partecipazione di Gabrile Pizzurro
con la partecipazione di Gabrile Pizzurro
Con orchestra dal vivo
Teatro del Torrino - Roma
2 marzo 2018, ore 21:00
A grande richiesta torna “Jukebox”, ma questa volta father & son, al
Teatro del Torrino
Il Teatro
del Torrino ospiterà nuovamente, a grande richiesta, lo spettacolo Jukebox per
la regia di Luca Pizzurro, che in questa occasione, sarà affiancato dal figlio Gabriele.
Luca
Pizzurro, inoltre, sarà accompagnato da un’orchestra
dal vivo, che ripercorrerà la storia di questa importante innovazione,
attraverso monologhi e canzoni nell’Italia dagli anni 40 agli anni 70, uno
straordinario successo, che ritorna in questa ormai solida e grintosa realtà di
Roma Sud.
Il Teatro del Torrino, infatti, svolge da anni un’importante
funzione di formazione di nuovi talenti con corsi di teatro, danza e canto,
come abbiamo avuto il piacere di constatare con Gabriele Pizzurro, figlio del
noto regista, che ad oggi noi tutti conosciamo per aver interpretato diversi
personaggi all’interno della rassegna teatrale “Il Palco delle Favole”.
In questo spettacolo Luca Pizzurro sarà attore, autore e regista e
ci catapulterà, attraverso monologhi e canzoni, nel periodo che va dalla
deportazione del Portico d’Ottavia all’avvento della televisione con lascia o
raddoppia, fino al 1968. Luca Pizzurro e il figlio Gabriele ci racconteranno 40
anni della nostra storia, attraverso il ritmo delle canzoni più rappresentative
del periodo, il tutto rigorosamente dal vivo.
In un’epoca in cui tutto è “di massa”, dove il multisala divora il
piccolo cinema e il centro commerciale soffoca il negozietto, c’è bisogno di un
luogo in cui le persone possano condividere esperienze e sentirsi parte di una
comunità; un posto fatto di cultura, divertimento, passione e curiosità, una
struttura adeguata e un programma vario e di qualità che solo il Teatro del
Torrino sa offrire!
Costo: Biglietto
10 €
Informazioni
e prenotazioni: 338 8193001
Indirizzo: via Sciangai,
10 – Roma
Siti di riferimento: www.teatrodeltorrino.it
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PROSEGUONO...
Teatro
Nuovo
presenta
GIAMPIERO
INGRASSIA
in
"HAIRSPRAY"
Regia di CLAUDIO INSEGNO
TEATRO BRANCACCIO - Roma
dal 20 febbraio al 4 marzo
2018, dal giovedì al sabato ore 21.00_sabato 17.00 e 21.00_domenica
17.00
Dopo aver trionfato a Broadway, il musical
HAIRSPRAY torna in Italia con una nuova produzione firmata TEATRO NUOVO di
Milano. Con oltre 2.500 repliche a New York, i suoi 8 Tony Awards, ed il suo
adattamento cinematografico con Zac Efron, John Travolta, Michelle Pfeiffer e
Christopher Walken, HAIRSPRAY è pronto a conquistare tutta Italia nella
stagione teatrale 2017/2018, dopo un primo passaggio al Teatro Nuovo di Milano,
con musica dal vivo.
Sul palco Giampiero Ingrassia nel ruolo di Edna, la
madre di Tracy, diretto da Claudio Insegno, insieme a lui un cast di bravissimi
performer.
HAIRSPRAY ci porta a Baltimora nei primi anni '60,
nel bel mezzo del conflitto tra conservatori e progressisti, in lotta per
l’integrazione delle persone di colore. Con questo Musical la musica e la danza
diventano il mezzo migliore per esprimere lo spirito di ribellione e permettono
di comunicare i valori che sono i pilastri essenziali di ogni democrazia.
La giovane e solare Tracy Turnblad, interpretata da
Mary La Targia, nonostante qualche chilo di troppo, è un’ottima ballerina. Il
suo sogno è quello di partecipare, con la sua amica Penny, allo show televisivo
più visto per i giovani: il Corny Collins Show. Quando una delle protagoniste
decide di lasciare il programma, la produzione va alla ricerca di un nuovo
volto da lanciare. Tracy, grazie al suo talento, elimina tutta la concorrenza
tra cui Amber Von Tussle, la giovane stella sostenuta dalla madre, che farà di
tutto per eliminare dal programma la giovane Tracy additandola per la sua
obesità e perché amica di persone di colore. Tracy però riuscirà ad ottenere il
successo in Tv e conquisterà l’amore e si batterà per i ragazzi di colore,
costretti a ballare in una zona separata del programma, perché abbiano libero
accesso allo show televisivo.
HAIRSPRAY
Libretto: Mark O'Donnel, Thomas Meehan
Musiche: Marc Shaiman
Testi: Scott Whittman, Marc Shaiman
GIAMPIERO INGRASSIA - Edna Turnblad
MARY LA TARGIA - Tracy Turnblad
FLORIANA MONICI - Velma Von Tussle
GIANLUCA STICOTTI - Corny Collins
BEATRICE BALDACCINI - Amber Von Tussle
RICCARDO SINISI - Link Larkin
CLAUDIA CAMPOLONGO - Prudy Pingleton
GIULIA SOL - Penny Pingleton
ROBERTO COLOMBO - Wilbur Turnblad
ELDER DIAS - Seaweed J. Stubbs
LUCA SPADARO - Mr. Pinky/Harriman F.Spritzer
CRISTINA BENEDETTI -Little Insez/Dynamites
FRANCESCA PIERSANTE - The Dynamites
STEPHANIE DANSOU - The Dynamites
HELEN TESFAZGHI - Motormouth Maybelle
E con FABIO GENTILE – FEDERICA NICOLO' – MONICA
RUGGERI - MARTINA LUNGHI – GIUSEPPE BRANCATO – MAX FRANCESE -ROBERT EDIOGU
L'Orchestra
Tastiera 2 Stefano Damiano - Chitarre Luca
Bettolini e Marco Tersigni -Basso Daniele Catalucci - Batteria Marco Campagna –
Reed 1 Ezio Allevi – Reed 2 Alessio Zanovello - Tromba Marcello Ronchi –
Trombone Pietro Spina – Violini Carmelo Emanuele Patti e Chiara Tofani
Disegno Luci - Alin Teodor Pop; Disegno Audio -
Simone Della Scala; Riadattamento Scene - Roberto e Andrea Comotti
Costumi ripresi da Alessia Donnini; Trucco – Chiara
Mastellaro; Foto - Luca Vantusso/Angela Bartolo LKV Photo Agency; Direzione
Musicale/Tastiera 1 – M° Angelo Racz; Coreografie - Valeriano Longoni
REGIA CLAUDIO INSEGNO
Costo: Biglietti da 55 € a 23 €
Informazioni: tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Indirizzo: Via Mecenate, 2 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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"IL MIO NOME È MILLY una
diva, tra guerre, prìncipi, pop e variété"
recital in due tempi di e con Gennaro Cannavacciuolo
recital in due tempi di e con Gennaro Cannavacciuolo
pianoforte Dario Pierini, sax-contralto Andrea Tardioli, violoncello Francesco Marquez
Produzione Elsinor
TEATRO DELLA COMETA - Roma
dal
21 febbraio al 11 marzo 2018,
orario dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia replica ore 17.00 e
ore 21.00_domenica ore 17.00.
In questo spettacolo, Gennaro Cannavacciuolo è un narratore che
canta la vita privata ed artistica di Milly. Il recital, in due tempi, traccia
una biografia con le canzoni più emblematiche della cantante-attrice
piemontese, dove ogni canzone è stata scelta per sottolineare un momento
significativo della sua vita e della sua carriera. In un quadro scenografico
elegante, con luccichii da sera sul nero dominante, composto da gigantografie
che ritraggono vari momenti della vita di Milly e che Gennaro fa ruotare nei
momenti clou della narrazione, si parte con il varietà degli Anni 20, sulle note di “Era nata a Novi”, “Le rose rosse” , “Donne e giornali” e
“Mutandine di chiffon”. Si narra poi del flirt tra Milly ed il Principe Umberto, ma anche dell’amore
disperato di Cesare Pavese che
la cantante mai poté ricambiare e da cui ricevette lettere infuocate. Si
prosegue con le note di “Parlami d’amore Mariù”, che sottolineano l’incontro
con Vittorio De Sica da cui
sfocerà un’eterna amicizia.
Un revival del periodo francese evocato da “Mon manège à moi” e “Paris canaille” chiude il primo tempo.
Il cavallo di battaglia “Si fa ma non
si dice” apre il secondo tempo ed introduce l’incontro con Strehler,
raccontato e cantato attraverso alcune delle canzoni più significative di
Brecht, quali la “Ballata della
schiavitù sessuale”, “Surabaya
Johnny” e la “Ballata di Mackie
Messer”. Quindi un brano recitato de “l’Istruttoria” di Peter Weiss (processo di Auschwitz a
Francoforte), testo che Milly interpreterà per la prima volta in Italia con
grande successo. Lo spettacolo continua con l’incontro fortunato con Filippo Crivelli che creerà per lei i
famosi “recital” nei quali Milly, oltre a cantare il repertorio brillante del
variété, introdurrà quello di Brecht-Weill
ed i testi più significativi dei cantautori e musicisti degli anni 60-70, quali
Endrigo, Lauzi, De Andrè, Aznavour e Piazzolla, qui riproposti in un’intensità crescente.
Costo: Biglietti Platea 25 €,
prima galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni: Telefono 06.6784380
Indirizzo: via del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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FESTIVAL e RASSEGNE
Nell’ambito di SPAZIO DEL RACCONTO
rassegna di drammaturgia contemporanea 2017/2018 - III edizione
ATIR Teatro Ringhiera
"UN ALT(R)O EVEREST"
di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi
TEATRO BRANCACCINO - Roma
dal 1 al 4 marzo 2018, dal giovedì al sabato ore 20.00_dom. 18.45
Jim Davidson e Mike Price sono due amici. Sono una cordata. Nel 1992 decidono di scalare... la loro montagna: il Monte Rainier nello stato di Washington, Stati Uniti. Il sogno di una vita, una vetta ambita da ogni scalatore, un passaggio obbligatorio per chi, nato in America, vuole definirsi Alpinista. “The Mountain” come la chiamano a Seattle.Ma le cose non sono mai come ce le aspettiamo e quella scalata non sarà solo la conquista di una vetta. Sarà un punto di non ritorno, un cammino impensato dentro alle profondità del loro legame, un viaggio che durerà ben più dei 4 giorni impiegati per raggiungere la cima.
“L’alt(r)o Everest” è una storia vera, non è una storia famosa, da essa non è stato tratto nessun film, ma potrebbe essere la storia di ognuno di noi. E forse lo è. Proprio per la sua spietata semplicità.Una storia che racconta le difficoltà e i passaggi obbligatori che la vita ci mette davanti.Crepacci.Non possiamo voltarci dall’altra parte e non possiamo giraci intorno ma solo attraversarli.Due amici, due vite, due destini indissolubili.
Note di regia
Lo spettacolo è la naturale evoluzione di (S)legati. Dopo (S)legati, infatti, abbiamo sentito la “chiamata” e in qualche modo il “dovere” di continuare l’indagine così ricca e fruttuosa, nata durante tutto il percorso nel circuito della montagna.
Per farlo però non ci bastava una semplice storia di alpinismo (in effetti, ne esistono a centinaia di imprese e avventure tra la letteratura alpinistica). Avevamo bisogno di una storia che potesse elevarsi a paradigma, che potesse, in qualche modo, contenere le storie di tutti, anche di chi la montagna non la frequenta o addirittura non la ama. Una storia che fosse, per dirla in breve, universale. E l’abbiamo trovata: la storia di Mike e Jim parla di qualcosa che tutti abbiamo conosciuto e con la quale prima o poi dobbiamo fare i conti: la perdita, il lutto, la mancanza... e assieme quel dialogo, silenzioso e profondo che continuiamo ad avere con le persone che non sono più con noi ma che in qualche modo... continuano ad essere con noi.
Siamo sicuri che non sia un caso se abbiamo incontrato questa storia proprio ora. Gli ultimi due sono stati anni dolorosi. Mamma Franca se ne è andata.Gli amici Sandro e Marco se ne sono andati.Ne sentiamo la terribile mancanza... ma siamo convinti che possiamo sentire la mancanza solo.... di chi è presente.
(Jacopo Bicocchi e Mattia Fabris)
Di e con Mattia Fabris e Jacopo Bicocchi - scene Maria Spazzi - light designer Alessandro Verazzi - sound designer Silvia Laureti - scelte musicali Sandra Zoccolan - assistenti alla scenografia Erika Giuliano e Marta Vianello - produzione ATIR Teatro Ringhiera in collaborazione con NEXT 2016
Costo: Biglietto: 14 € + 1,50 € d. p. - card open 5 ingressi: 55 €
Informazioni: tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
Indirizzo: Via Mecenate, 2 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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ARTE
APRONO I BATTENTI...
"Liu Bolin. The
invisible man"
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA
BRASINI - Roma
dal 2 marzo al 1 luglio 2018, dal lunedì al
giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
La prima grande mostra in Italia dedicata a Liu Bolin, l’artista cinese definito “l’uomo invisibile” per le sue straordinarie perfomances nell’arte del
camouflage.
Amatissimo dal pubblico internazionale sarà celebrato al Vittoriano con una grande mostra antologica attraverso l’esposizione di oltre 70 opere.
È il 2005: l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.
Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l'installazione e la fotografia.
Le sue performance vogliono essere un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.
Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d'arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.
La mostra al Vittoriano racconta la storia di Liu Bolin, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana e qui esposti in anteprima mondiale.
Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata daRaffaele Gavarro.
Sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Immagine: Colosseo n°2, Roma, 2017- Courtesy Boxart, Verona
Costo: Vedi sito
Informazioni e prenotazioni gruppi: +
39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro
in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it
- www.ilvittoriano.com
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APPENA
INAUFGRUATE....
"MICHELA DI LANZO_
Strambàli"
a cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi
GALLERIA PARIONE9
dal 23 febbraio al 20 marzo 2018,
martedì - sabato 14.00 - 20.00_ domenica 16.00 - 20.00
Strambàli è la prima mostra personale di Michela Di Lanzo, a
cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi
Stràmbali
è un termine inventato e usato dall’artista per indicare degli animali strambi.
Se per evoluzione, si intende il cambiamento, all'interno di una popolazione,
delle caratteristiche ereditabili col passare delle generazioni, Michela Di
Lanzo propone ora, attraverso le sue creature, una nuova idea di evoluzione
della specie. Il creazionismo ritiene che le specie siano il frutto della
creazione di Dio e quindi perfette ed immutabili. Al contrario, Darwin crede
che gli uomini discendano dagli animali e, attraverso il concetto di
metamorfosi e ribaltamento delle funzioni biologiche e sociali, si è in
continua evoluzione e cambiamento.
Il
lavoro dell’artista si contraddistingue per l’osservazione lenta e silenziosa
dell'ambiente circostante; tutto per indagare il nascere e morire degli
animali, il germogliare e sfiorire delle piante, lo scorrere del tempo scandito
dalla lunghezza delle ombre.
In mostra quindici opere su carta della Di Lanzo:
animali personificati con innesti di altre specie o caratteristiche
comportamentali tipiche anche dell’essere umano.
L’artista
crea così una simbiosi visiva attraverso i suoi lavori unica e imprescindibile
che ci racchiude tutti in egual misura all’interno dello stesso circolo vitale.
Si scardinano così i poteri di supremazia, l’animo è lo stesso e la materia di
cui siamo composti la medesima.
Costo: Ingresso
GRATUITO
Indirizzo: via di Parione, 9 - Roma (piazza
Navona)
info: 0645615644 - parione9@gmail.com
Sito di riferimento www.parione9.com
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PROSEGUONO...
"Connessioni
Virtuose"
di TOMMASO PENSA
di TOMMASO PENSA
A cura di Tiziana Todi
GALLERIA VITTORIA - Roma
dal 22 febbraio al 4 marzo, oraio dal lunedì al venerdì,
dalle ore 15 alle ore 19; fuori orario su appuntamento.
A cura di
Tiziana Todi la mostra presenta una collezione di opere inedite presentandosi in
modo organico e una serie di Opere dedicate allo studio delle mani nella
suggestiva cornice della città eterna.
Seppur evolvendosi l’artista ha mantenuto fede al suo legame con lo studio
dell’anatomia presentando opere che portano il visitatore a riflettere su
antiche storie osservate dal punto di vista moderno
Scrive di Tommaso Pensa Tiziana Todi:
Tommaso Pensa, come ogni artista immerso nella propria
epoca, desidera comunicare per esprimere al mondo il proprio punto di
vista, vive l’arte nella ricerca di un linguaggio per raggiungere le sue
finalità.
In questo suo intento
caratterizza la propria pittura filtrando attraverso la
sensibilità e una conoscenza risoluta di sé, l’influsso proveniente
dall’arte del passato e rafforzando la sua cifra
stilistica mediante il linguaggio artistico d’elezione, il
figurativo, che interpreta con grande energia. Pensa,
quindi, attingendo ai ricordi del passato storico, si nutre di
quell’antica traccia e la supera per trasformarla e portarci al
presente rinnovato.
La dimensione umana, la visione umanistica dell’uomo che permea le sue
opere si mescola con l’intima memoria dell’artista, con la
visione privata e individuale come se sulla tela
Pensa creasse un proprio taccuino di
viaggio che, oltre l’immagine, ci accompagna attraverso il
mestiere pittorico in un percorso artistico - spirituale.
Senza compromessi o costrizioni, ci racconta, attraverso le
opere, esperienze trascorse, ricordi lontani legati tra loro
costruendo in realtà una mappa mentale ed un percorso che trascendono la
fisicità che ci presenta con le immagini. L’attenzione si concentra su
frammenti di quotidianità, sul linguaggio del corpo, delle mani, sulla
postura, sul tatto e su tutto ciò che pur essendo prettamente fisico ci tocca
intimamente e vive nella memoria guidandoci nella
nostra evoluzione, continuo
divenire, in dejà-vu ricollegabili alla nostra vita personale e
al tempo stesso umana e universale. Tommaso ci invita a
cogliere la ricchezza fantastica nascosta negli attimi e nei
gesti della nostra umanità
quotidiana, il suo interesse trova appiglio in frammenti
vitali trasportati dalla pittura dove i colori sono
gli abitanti e i creatori di atmosfere e ambienti che attraverso gli
occhi viaggiano spediti nello spazio e nel tempo di ciascuno di noi, pur
rimanendo saldi nella memoria del nostro passato. Ogni tonalità
corrisponde a una sensazione e ci racconta una storia vissuta e
riformulata nel presente, creando connessioni virtuose, come in
un atlante delle emozioni controllate che convivono in
noi in un’armonia sospesa.
Costo: Ingresso LIBERO
Indirizzo: via Margutta, 103 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriavittoria.com
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JAGO
“HABEMUS HOMINEM”
Il giovane scultore racconta la contemporaneità in rapporto costante con la Storia
Il giovane scultore racconta la contemporaneità in rapporto costante con la Storia
A cura di Maria Teresa Benedetti
Museo Carlo Bilotti - Aranciera
di Villa Borghese - Roma
dal 16 febbraio al 2 aprile 2018, dal martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30) - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
dal 16 febbraio al 2 aprile 2018, dal martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30) - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
La mostra del giovane scultore Jago intende rappresentare
il mondo contemporaneo senza dimenticare il rapporto con la Storia. A cura di
Maria Teresa Benedetti, JAGO “HABEMUS HOMINEM” è promossa da Roma
Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai
Beni Culturali. I servizi museali sono a cura di Zètema Progetto Cultura.
Cardine fondamentale delle opere presentate, che vanno
dal 2009 a oggi, due ritratti di Papa Benedetto XVI: il primo iniziato quando
il pontefice era nel pieno delle sue funzioni (sacrali), il secondo che mostra
l’immagine del rappresentante di Dio tornato a essere uomo, Habemus Hominem.
Molte delle opere di questo artista nascono dal
rapporto con la pietra che è scavata creando una mandorla di matrice wildtiana
nella quale si rappresentano immagini riferite allo scorrere dell’esistenza
come Memoria di sé, o un diverso
feto, immagine incorrotta di purezza, Sphynx.
Infine la Venere,
antica e nuova, vegliarda e fuori dal tempo, i cui segni di tradizionale
venustà appaiono cancellati nella ricerca di un diverso tipo di bellezza.
Jago nasce nel 1987 a Frosinone, vive e lavora tra
Anagni e Verona. Nel 2011, a soli 24 anni, è selezionato da Vittorio Sgarbi per
partecipare alla 54esima edizione della Biennale di Venezia (Regione Lazio,
Palazzo Venezia, Roma) per poter prender parte alla quale abbandona gli studi
presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. La sua opera più celebre e
controversa è il busto in marmo di Papa Benedetto XVI, premiato nel 2012 con la
“Medaglia del Pontificato”, poi “spogliato” e trasformato in Habemus
Hominem in seguito alle dimissioni del Pontefice. Con più di
237.000 “followers” attivi sulla sua pagina Facebook e oltre 15.000.000 di
visualizzazioni del documentario dedicatogli da FanPage, Jago condivide la
propria arte sui social network in maniera indipendente, per
questo motivo da molti è definito social
artist.
Promossa daRoma Capitale,
Servizi
museali: Zètema Progetto Cultura
Con il
contributo tecnico di Ferrovie dello Stato Italiane
Media partner
: Il Messaggero
SPONSOR MOSTRA
ANTOLINI LUIGI ITALY spa, GAV SISTEMI srl, OPEN
DATA srl, DREMEL-BOSCH, GA ENERGY MONTRASIO ARTE, FERALHORSES
Costo: Ingresso
LIBERO
Informazioni: 060608
(tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Indirizzo: viale
Fiorello La Guardia 6 - Roma
Sito di riferimento: www.museocarlobilotti.it - www.museiincomuneroma.it
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"MAGNUM
MANIFESTO"
Guardare il mondo e raccontarlo in
fotografia
a cura di Clément Chéroux
I 70 anni della Magnum Photos
Museo
dell’Ara Pacis - Roma
dal 7 febbraio al
3 giugno 2018 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora
prima). Chiuso 1 maggio
Le celebri immagini e gli storici reportagedella più grande
agenzia fotogiornalistica internazionale
Arriva a Roma, nella sua prima tappa europea e unica italiana, la
mostra Magnum Manifesto.
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato
alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,
proposta da Contrasto e Magnum Photos 70 e
organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha
cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for
Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo
anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum
Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David
Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è
diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la
documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato
guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto
tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi
drammi del futuro.
La mostra raccoglie parte del lavoro realizzato in tutti questi
anni e getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio
dell’Agenzia.
Le immagini celebri e i grandi reportage dei suoi autori
permettono di comprendere in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata
diversa, unica e leggendaria. Dal reportage sui lavoratori immigrati negli USA,
realizzato da Eve Arnold negli anni Cinquanta, ai ritratti di “famiglia”,
teneri e intimi, di Elliott Erwitt; dalle celebri immagini degli zingari di
Josef Koudelka, fino alla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul
"Funeral Train", il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy nel
suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, attraversando un’America
sconvolta e dolente. E ancora, le serie più recenti dei nuovi autori di Magnum:
dalla “Spagna Occulta” di Cristina Garcia Rodero, alle osservazioni
antropologiche, sotto forma di fotografie, realizzate nel mondo da Martin Parr;
dalla cruda attualità del Sud America documentato da Jérôme Sessini,
fino al Mar Mediterraneo, tenebroso e incerto nelle notti dei migranti,
fotografato da Paolo Pellegrin.
Il curatore, Clément Chéroux –
direttore della fotografia al MoMA di San Francisco e già curatore della grande
retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson realizzata dal Centre Pompidou e
ospitata a Roma proprio al Museo dell’Ara Pacis – ha selezionato una
serie di documenti rari e inediti, immagini di grande valore
storico e nuove realizzazioni, per illustrare come Magnum Photos debba la sua
eccellenza alla capacità dei fotografi di fondere arte e giornalismo, creazione
personale e testimonianza del reale, verificando come il “fattore Magnum”
continui a esistere e a rinnovare continuamente il proprio stile.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la
prima scruta l’archivio di Magnum attraverso una lente umanista e si concentra
sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione e universalismo che
emersero dopo la seconda guerra mondiale; la seconda mostra la
frammentazione del mondo tra gli anni Settanta e Novanta del
Novecento, con uno sguardo particolare rivolto alle minoranze e agli
esclusi; la terza, infine, segue le diverse forme espressive grazie alle quali
i fotografi Magnum hanno colto i mutamenti del mondo e i
pericoli che lo minacciano.
Oltre a raccogliere i progetti individuali e collettivi realizzati
nel corso degli anni, la mostra presenta anche proiezioni, copertine di
riviste, articoli di giornali, libri realizzati nel corso del tempo,
mostrando il contesto originale in cui molte delle fotografie sono state
concepite.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€
ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione
vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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"GEORGES DE CANINO – LA NOTTE È
SCURA"
Collage contro il terrore 1978-1983
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone
Aleandri
CASA DELLA
MEMORIA E DELLA STORIA - Roma
dal 23 gennaio al 28 febbraio 2018 - Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 20.00
Inaugurazione - lunedì 22 gennaio 2017 ore 17.30
L'evento è patrocinato da: Regione Lazio, Assessorato alla cultura
della Regione Lazio, Comunità Ebraica di Roma, Assessorato alla cultura della
Comunità Ebraica di Roma, Centro di Cultura Ebraica, UCEI - Unione
delle Comunità ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah, A.N.F.I.M.
(Associazione Nazionale fra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la
Libertà della Patria), A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi
Nazisti), A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati), Centro Internazionale
"Antinoo per l'Arte", UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane)
Philippe Soupault ha scritto di lui:
"Quand on rencontre les création de Georges
de Canino on éprouve un certain vertige.
C'est que le créature ne craint pas les audaces et d'abord
la poursuite de l'inconnu".
«Quando si incontrano le creazioni di Georges de Canino, si prova
una certa vertigine.
È un creatore che non teme le audacie e avanti tutto la corsa
verso l'ignoto».
Le opere in mostra di Georges de Canino sono una silloge
di circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi
pittorici su basi cartacee assemblate attraverso collages di
fotografie e documenti di riviste originali di propaganda fascista.
Una mostra che vuole attraverso lo strumento dell’Arte
affrontare il sentimento dell’orrore al tempo delle Leggi Razziali, di cui
quest’anno cadono gli 80 anni.
Un manifesto dell’orrore e dell’ironia dell’orrore, un campo
d’indagine e di memoria dove l’artista, sensibile ai temi dell’olocaustosi si
confronta, portando lo spettatore a non sottrarsi alla ferita della storia.
Una mostra fortemente espressiva per il suo linguaggio simbolico,
prepotente e crudo composto da segni, parole, motti, frecce e linee
dinamiche che incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche di
uomini in camicia nera, nelle immagini dei rotocalchi di propaganda
fascista al tempo della promulgazione delle leggi razziali in
Italia. (1938-2018).
Le opere di Georges de Canino formano un corpus unico
e coerente, e sono state realizzate in due momenti cronologicamente distinti.
Il primo negli anni 1978 e 1979 in reazione al terrorismo, di
tutte le matrici, attivo nell'Italia degli anni di piombo ed il secondo nel
1983, in seguito all'attentato alla Sinagoga di Roma, di matrice arabo
palestinese, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché: una silloge di
circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi
pittorici collages di fotografie e documenti di riviste
originali della propaganda fascista.
Una produzione che l'artista realizzò negli anni 1978, 1979 e 1983
sul tema della resistenza, dell'antifascismo (di ogni colore) e sul totale
rifiuto del terrorismo.
Interventi pittorici su supporti cartacei trattati con collages di
documenti e fotografie d'epoca originali, opere, fortemente contemporanee, che
hanno evidenti analogie con il linguaggio - parolibere, collage, scrittura
automatica - che le Avanguardie storiche europee, soprattutto Dadaismo,
Surrealismo e Futurismo, sperimentarono nel loro percorso di rottura con le
tradizioni ottocentesche nei primi decenni del novecento. Un teatro
rappresentato e scritto da segni, parole, motti, frecce e linee dinamiche che
incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche e uomini in
camicia nera nelle immagini dei rotocalchi di propaganda fascista che
richiamano ad ottanta anni fa, al tempo della promulgazione delle
leggi razziali in Italia (1938).
Saranno esposti, inoltre, cinque studi preparatori delle due
grandi tele in esposizione permanente presso il Museo delle Fosse Ardeatine a
Roma, che l'artista dedicò alla memoria delle ventisei vittime adolescenti
trucidate nella strage.
L'artista ebbe la fortuna ed il merito di conoscere e frequentare
i massimi esponenti del novecento italiano e francese, amici come Elica e Luce
Balla, Edita Broglio, Arnaldo Ginna, Philippe Soupoult, Jacques
Baron, Sandro Penna, André Pieyre de Mandiargues, Giorgio Vigolo, Primo Conti,
e questo gli consentì di fruire di opere e documenti straordinari (disegni,
dipinti, parolibere, taccuini, album, corrispondenze) che l'artista, ebbe
l'intelligenza e la lungimiranza di elaborare all'interno del suo percorso di
sperimentazione individuale, originale e mai datato nel pieno delle avanguardie
storiche.
La mostra, a cura della F.I.A.P. Federazione Italiana Associazioni
Partigiane, è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale -
Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Introduzione alla mostra:
Ruth Dureghello - Presidente
della Comunità Ebraica Roma,
Rav Riccardo Shmuel Di Segni –
Rabbino Capo di Roma,
Mario Venezia - Presidente Fondazione
Museo Shoah,
Ruben Della Rocca vice
Presidente della Comunità Ebraica Roma,
Giorgia Calò - Assessore
Cultura della Comunità Ebraica Roma,
Lauro Rossi Amico e Storico,
Antonella Amendola Giornalista Critica
d’Arte,
Francesco Parisi Storico dell’Arte,
Costo: //
Indirizzo: via San Francesco di Sales, 5 - Roma
Informazioni: 060608 – 06.6876543
Sito di riferimento: www.comune.roma.it/cultura
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ERRANCIA Y FOTOGRAFÍA.
Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández
INSTITUTO
CERVANTES - Sala
Dalí - Roma
dal 18 gennaio al 3 marzo 2018 dal
mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 20.00
INAUGURAZIONE Giovedì 18 gennaio alle
ore 18.30
L’esposizione, prima italiana, raccoglie 135 istantanee di
uno dei maggiori ritrattisti di intellettuali e artisti del 900, attraverso le
immagini che ha catturato con la sua macchina fotografica in oltre
trent’anni di «vagabondaggio ispanico», tra il 1952 e il 1986. Al
vernissage interverranno France Mazin Fernández, vedova del
fotografo cubano, Fernando Castillo, curatore della mostra e Juan
Carlos Reche, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma.
Venerdì 19 gennaio, invece, sempre nella sala di piazza
Navona alle 18.30, si terrà un incontro/conferenza moderato dallo stesso
Castillo e organizzato in collaborazione con IED - Istituto Europeo di
Design, dedicato alla figura e alla vita dell’artista cubano, che oltre alla
fotografia ha lavorato anche nel campo della pittura, della scultura e del
disegno. Interverranno i professori di IED Roma, Giancarlo
Possemato e Daria Scolamacchia.
Jesse A. Fernández, non è stato solo uno dei più influenti
fotografi latinoamericani. È stato un uomo, un grande artista, fedele ai
principi che hanno guidato la sua vita e il suo percorso artistico tra
fotografia e pittura e che ha vissuto il distacco come condizione essenziale
per la libertà e la libertà come condizione per la sua creazione artistica.
Nato a Cuba, figlio di genitori asturiani, Jesús Antonio Fernández
Martínez (L'Avana, 1925 - Parigi, 1986) ha condotto una vita itinerante
testimoniata dai volti e dai mondi che ha ritratto nei suoi scatti. La mostra,
infatti, è organizzata in nove sezioni che raccontano la sua permanenza in
altrettanti luoghi simbolo della sua
vista: Colombia,Guatemala, Messico, New
York, L'Avana, Porto Rico, Madrid, Parigi e Palermo.
“Errancia y fotografía. Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández”
permette di conoscere la prolifica galleria di ritratti che il fotografo e
pittore cubano ha realizzato con importanti protagonisti della seconda metà del
XX secolo. Tra questi, Guillermo Cabrera Infante (suo grande
amico), Severo Sarduy, Vargas Llosa, Borges, Octavio
Paz, Gabriel Garcia Màrquez, Cortázar, Carlos
Fuentes, Lezama Lima, Alfonso Reyes, Wifredo Lam, Roa
Bastos, Rulfo, Onetti, Carpentier. Senza dimenticare le più
importanti figure della cultura e dell’arte
spagnola: Dalí, Miró, José Bergamín, Antonio
Saura, Chillida, Tàpies, Buñuel, Max Aub, Juan
Goytisolo, Delibes, Alberti, Cela, Buero Vallejo, Pau
Casals o Carmen Amaya. Molte delle fotografie esposte sono famose e
iconiche, altri scatti, invece, sono meno noti o addirittura inediti. A
completare l’esposizione, anche una dozzina di documenti e pubblicazioni e il
cortometraggio, "PM" di Sabá Cabrera Infante e Orlando
Jiménez Leal.
La mostra è stata inaugurata in Spagna (lo scorso ottobre a
Madrid) e nel corso del biennio 2018/2019 verrà esposta anche a Parigi, New
York, Chicago, Palermo, Francoforte e Berlino.
Costo: Ingresso LIBERO
Per ulteriori informazioni: tel.
066861871 - cenrom@cervantes.es.
INDIRIZZO: piazza Navona, 91 - Roma
Facebook di riferimento: www.facebook.com/InstitutoCervantesRoma
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"IL TESORO DI ANTICHITÀ.
WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA
ROMA DEL SETTECENTO"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di
Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale
del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 –
19.30
Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della
morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann
(1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove
ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle
antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina
alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann
Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa
di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la
sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo
in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta
libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a
Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717
in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del
Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia
moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e
stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti
e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore
di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un
tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe
esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia
dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel 1764.
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo
Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7
dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti
anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250
anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee
coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto
Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a
cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema
Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai
visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del
1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa,
destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza
e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto
una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande
Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di
Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra
diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di
Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto
integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non
residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo
(comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per
le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
a cura di Marina Milella, Simone Pastor e
Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua
massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
MERCATI DI
TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018.
Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
- Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale,
Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta
l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza
esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che
governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna;
la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies”
autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il
consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica”
e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche
politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero,
creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di
Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza
dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua
massima espansione.
I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza
Capitolina (Musei Capitolini, Centrale
Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi,
Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi
archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme
di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo
Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae,
Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di
Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni
importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon
Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia
della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca
di Monaco di Baviera).
Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche “Columna
mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte
contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta
la “mutazione” di significato della Colonna di
Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di
adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che
avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è
diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e
la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro
Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza
visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con
l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al
pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo.
L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto
archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale
la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio –
LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione
alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del
2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita
“eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un
“titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore
tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come
ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci
ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare
un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle
più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima
famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre
naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando
doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali
guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore
Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di
affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui
l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano
dalla capitale che non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling,
protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si
troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo
fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps.
Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse
sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati
si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari
impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione
dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti
dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale
e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi
rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne
salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e
interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la
Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e
divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies,
Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real
Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio
de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon,
la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito
del progetto CO.B.R.A. (COnservazione
dei Beni culturali, con
l’applicazione di Radiazioni
e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.
Catalogo: De Luca
Editori d’Arte
Costo: Biglietto
integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non
residenti a Roma: 15 € intero; 13 € ridotto - per i residenti a Roma: 13
€ intero; 11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: Via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: Via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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"ARTISTI ALL’OPERA"
Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte da
Picasso a Kentridge1880-2017
Una mostra celebra che il rapporto
del Teatro dell’Opera con i più grandi artisti del Novecento
MUSEO DI ROMA
- PALAZZO BRASCHI - Roma
dal 17 novembre 2017 all' 11 marzo 2018 - vari orari
“OPERA IN MOSTRA”
7 concerti con visita guidata all’esposizione Artisti all’Opera
Museo di Roma a Palazzo Braschi i nuovi talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” del Teatro dell’Opera di Roma si esibiranno in sette concerti con celebri arie da opere di Verdi, Leoncavallo, Mascagni e autori francesi, abbinati ad altrettante visite guidate alla mostra “Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte. Da Picasso a Kentridge (1880-2017)” che, in corso presso il Museo fino all’11 marzo, sta registrando un notevole successo di pubblico.
L’iniziativa, in calendario ogni settimana fino al 9 marzo, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
L’evento, con ingresso previo acquisto del biglietto d’ingresso alla mostra, avrà inizio alle ore 17.30 con la visita guidata all’esposizione a cura diFrancesco Reggiani (responsabile Archivio storico del Teatro dell’Opera di Roma), cui seguirà alle ore 18.15 il concerto di “Fabrica” nel Salone d’Onore.
Alla visita guidata potranno partecipare massimo 50 persone, con prenotazione allo 060608. La partecipazione al concerto sarà consentita fino al riempimento della sala.
Il calendario degli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 17.30:
Rigoletto, venerdì 2 e 9 febbraio; Tutto Verdi, sabato 17 febbraio; Vive La France, sabato 24 febbraio; Tutto Verdi venerdì 2 marzo; Cavalleria Rusticana e Pagliacci, venerdì 9 marzo.
Con le esibizioni dei talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” prende vita così un’altra iniziativa che avvicina il Teatro dell’Opera alla città, con l’obiettivo di favorire la trasmissione di sapere e la promozione di nuovi talenti italiani e stranieri, e dare loro la possibilità di inserirsi nel campo dell’opera lirica.
Con le esibizioni dei talenti di “Fabbrica YAP II edizione
2018/2019” prende vita così un’altra iniziativa che avvicina il Teatro
dell’Opera alla città, con l’obiettivo di favorire la trasmissione di sapere e
la promozione di nuovi talenti italiani e stranieri, e dare loro la possibilità
di inserirsi nel campo dell’opera lirica.
Il teatro come universo di artisti: musicisti, compositori,
registi, pittori e artisti figurativi, costumisti, stilisti. Il Teatro
dell’Opera di Roma si racconta attraverso l’infinita bellezza dei suoi
allestimenti, figli del lavoro intrecciato di alcune tra le più grandi figure
dell’arte del Novecento: da Pablo Picasso a Renato Guttuso, da Giorgio de
Chirico ad Afro, da Alberto Burri a Giacomo Manzù, da Mario Ceroli ad Arnaldo
Pomodoro fino ad arrivare a William Kentridge.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Sarà raccontata la storia di un Teatro, l’Opera di Roma, che ha
sempre camminato sul filo rosso di un rapporto cercato e trovato con l’arte
figurativa, portando quindi alla vista dello spettatore scene e costumi nati
dal genio di grandi artisti, così come piccoli capolavori inusuali, bozzetti,
figurini (ovvero i disegni dei singoli personaggi), maquette (i
modellini delle scenografie), fino a pezzi di inestimabile valore, come il
sipario lungo 15 metri dipinto da de Chirico per un Otello rossiniano.
Ma Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla
frontiera dell’arte non sarà una “semplice” galleria di meraviglie
d’arte scenica, sarà anche un percorso che il visitatore/spettatore vivrà lungo
la storia del Teatro dell’Opera di Roma, seguendo le suggestioni dei grandi
titoli del nostro teatro lirico – ma scoprendo anche perle “minori” che sono
sfuggite alle consuetudini del repertorio – e spiando il lavoro
delle maestranze, ricreato attraverso un sapiente gioco d’allestimento, così da
ribaltare la normale prospettiva.
Grazie alle collezioni dell’Archivio del Teatro dell’Opera – in
cui si conservano più di 60mila costumi e 11mila bozzetti e figurini – alle
proiezioni e ai filmati d’archivio dell’Istituto Luce il
visitatore/spettatore entrerà nel teatro ritrovandosi dietro
le quinte del palcoscenico per ammirare da vicino tutto ciò che
d’abitudine vede da lontano, dalla platea.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato
alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e
dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione
con la Fondazione Cineteca di Bologna. Si ringrazia l’Istituto
Luce e la collaborazione di SIAE.
La mostra è a cura di Gian Luca Farinelli con Antonio
Bigini e Rosaria Gioia, con la curatela
storico-scientifica di Francesco Reggiani e Alessandra Malusardi
dell’Archivio Storico e la collaborazione di Anna
Biagiotti della Sartoria della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.
Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Electa.
Costi: Biglietto Intero 9 € ;
ridotto 7 €. Per altre riduzioni visita sito.
Indirizzo: piazza San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni: 060608 tutti i giorni 9.00-19.00
Sito di riferimento: www.museodiroma.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento
italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita
culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con
il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande
retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain
collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA
BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì al giovedì 9.30
- 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A GRANDE
RICHIESTA, DOPO AVER SUPERATO I 200.000 VISITATORI, LA MOSTRA
DEDICATA A CLAUDE MONET PROROGA FINO AL 3 GIUGNO 2018 LA MOSTRA
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas,
1916-1919.
Costo: Biglietti - Intero 15 €
(audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: +
39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro
in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse
darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci
a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica precedente, specificando
chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo previa specifica
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