Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
TEATRO
DEBUTTI..
Metastudio89
presenta
"LA TARANTINA L’ultimo Femminéllo dei Quartieri Spagnoli"
di Fortunato
Calvino
con LA TARANTINA (Carmelo Cosma)
Regia di Fortunato Calvino
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 27 al 31 marzo 2018 , orario:
serali ore 21.00, pomeridiane ore 18.00
PRIMA NAZIONALE
Spettacolo tratto dal Film-Documento "La Tarantina, Genere
Femm(è)nell", presentato nei festival: Divine Queer Film Festival (2015),
Festival TGLFF di Torino (2016), Palazzo delle Arti di Napoli (2016), Trieste
Film Festival (2017), Free Bird: The INTL Gender Freedom Film Fest di New York
(2017) e al FVG Pride di Udine (2017)
Spettacolo presentato da Metastudio89 e nato da un'idea del regista
Fortunato Calvino che dirigerà La
Tarantina (Carmelo Cosma), l'ultimo
femminéllo dei quartieri spagnoli, insieme agli attori Luigi Credendino,
Roberto Maiello e Antonio Clemente, in una piéce-testimonianza
della sua storia, della sua vita e di quanto questa, alle volte, possa esser
stata crudele.
La Tarantina, di origini pugliesi e d’adozione napoletana, racconta del suo arrivo a
Napoli subito dopo la guerra, in quella vecchia città, vista con gli occhi di
un ragazzino ancora minorenne. Il suo avvio alla prostituzione ancor prima
della maggiore età, la persecuzione della polizia e la partenza per Roma, dove
visse la sua personale e trasgressiva dolcevita, conoscendo nomi come Pier
Paolo Pasolini, Federico Fellini, Laura Betti, Goffredo Parise e Novella
Parigini, la pittrice famosa per le sue donne con
gli occhi di gatto, che la ebbe più volte come modella.
Il Professor Paolo Valerio, docente
ordinario di Psicologia Clinica presso l'Università degli Studi di Napoli - Federico II, che da anni si occupa di ricerca
nell'area di Identità di Genere, descrive così il mondo dei Femminèlli: "... Vivono nei Quartieri Spagnoli nei loro bassi e si confondono con gli
altri abitanti della zona, con i quali vivono in armonia e con cui condividono
la difficoltà a trovare un lavoro. In questo contesto, quindi, poco importa
come ci si guadagna da vivere, purché si sia generosi con chi sta intorno.
Tutti i personaggi appaiono ben integrati nel contesto sociale circostante.
Appaiono e si sentono come “star” del quartiere. Non bisogna dimenticare che la
tradizione popolare vuole che i femminielli portino fortuna, e come tali siano
delegati a distribuire parte di questa peculiare facoltà agli altri nelle
riffe, nei giochi o in momenti importanti della vita delle persone, quali
matrimoni o battesimi. Di questo lavoro ideato da Fortunato Calvino, e
fortemente voluto anche da me, resterà una traccia indelebile, a cui potranno
fare riferimento in futuro ricercatori che vorranno conoscere meglio i
protagonisti di questo mondo…”.
Lo spettacolo è nato dal Film-Documento "La Tarantina, Genere Femm(è)nell",
presentato in giro per il mondo e realizzato dall'Università degli Studi di
Napoli - Federico II, nell'ambito di SINAPSI - Servizio Anti-Discriminazione e
Cultura delle DIfferenze, con la realizzazione audiovisiva CSI-SAM, Fondazione
"Genere Identità", oltre che dall'intervista di Fortunato Calvino
fatta a Carmelo Cosma
di Fortunato Calvino - con LA TARANTINA (Carmelo Cosma) e Luigi Credendino, Roberto
Maiello e Antonio Clemente - Scene Paolo Foti, Costumi La
Rossa, Disegno Luci Renato Esposito - Regia di Fortunato Calvino
Costo: Biglietto intero 25 €
- ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under
26
Indirizzo: Via
Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:
06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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Avviso ai Soci
COMUNICATO STAMPA
L'Associazione Culturale Teatro
Trastevere
presenta
presenta
"CARL
Una ballata "
Drammaturgia e regia: Giulia Bartolini
Con: Luca Carbone, Francesco Cotroneo, Giulia Trippetta
Musiche originali di: Enrico Morsillo
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 27 marzo al 31 marzo, ore 21.00
“Che
cosa è successo Carl? Perché sei qui? Che cosa ci fai qui?” cit.
“CARL”
debutta per la prima volta in forma integrale al Teatro Trastevere di Roma,
dopo essere arrivato in finale al Premio Nazionale Delle Arti tra le migliori
drammaturgie nel 2017. Lo spettacolo, che nasce da un gruppo di giovani attori
diplomati all’Accademia Nazionale D’Arte drammatica Silvio D’Amico di Roma
(Giulia Bartolini, Luca Carbone, Francesco Cotroneo e Giulia Trippetta), cresce
e si sviluppa come una vera e propria favola moderna, che in poco più di un’ora
racchiude un racconto di vita, un piccolo romanzo di formazione e allo stesso
tempo un viaggio all’interno della memoria di tutti noi.
Carl è un ex professore universitario,
scrittore fallito, che vive con la moglie in una piccola casa fuori dalla
città. I due hanno pochi amici, escono raramente, ma una sera, mentre si stanno
preparando per andare a teatro, ricevono la chiamata di uno sconosciuto. Questi afferma di avere le chiavi: sta
arrivando, si scusa per il ritardo.
Da questo momento Carl sarà costretto a
scoprire, a ricordare, ad accettare, a guardare ciò che non ha mai voluto
vedere, pur di scoprire e soprattutto capire la verità.
“CARL”
è la storia di un uomo comune, delle sue scelte, della sua mediocrità e dei
suoi talenti. Intrappolato in un gioco a tre e costretto a narrarci la sua
storia, sarà lo stesso Carl a portarci verso la fine, verso la verità, verso
l’ultima domanda. La narrazione, accompagnata dalle musiche originali di Enrico
Morsillo (compositore diplomato al Conservatorio Santa Cecilia di Roma) segue
le regole di una ballata, oscillando tra l’ironia, la comicità e il dramma, nel
tentativo di portare lo spettatore alla scoperta di un mondo fantastico,
lontano e allo stesso tempo incredibilmente vicino a quella che è la nostra
realtà.
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione:
INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di KIROLANDIA
- Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004
- info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via
Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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369 GRADI
presenta
CLAUDIO MORICI
in
"46 TENTATIVI DI LETTERA A MIO FIGLIO "
30 e 31 marzo 2018, ore 21.00
PRIMA NAZIONALE
Le avventure di uno scrittore ultraquarantenne,
piegato dal peso del marsupio.
Il Teatro Vascello ospita il progetto FILETTI DI
SGOMBRO, prodotto da 369gradi sotto la direzione generale di Valeria Orani e
ideato insieme agli artisti di SGOMBRO, il varietà del Nuovo Cinema Palazzo che
riunisce la nuova scena comica e artistica romana. La minirassegna si sviluppa
su tre appuntamenti e il terzo ed ultimo è affidato a CLAUDIO MORICI scrittore,
autore, copywriter, che nella sala grande del Teatro Vascello, ci presenta “46
TENTATIVI DI LETTERA A MIO FIGLIO” in prima nazionale. Morici ritrae un padre
brizzolato, ultraquarantenne, appena separato dalla madre di suo figlio,
costretto a inseguire i suoi sogni d'artista per non dare il cattivo esempio.
Un padre alla continua ricerca di duemila euro al mese, ma soprattutto di un
messaggio, di un senso, di una qualche perla di saggezza che possa trasmettere
al suo erede. Ci prova scrivendo ben 46 lettere, una per ogni anno della sua
vita... ma andranno bene? Serviranno a qualcosa? E poi suo figlio, una volta
grande, le leggerà? A metà tra Remo Remotti e Franz Kafka, un po' se stesso e
un po' Queneau, Morici inventa un irresistibile epistolario senza risposte (o
quasi). E ce la mette tutta anche per essere un padre migliore.
FILETTI DI SGOMBRO
È un esperimento in tre puntate, una mini rassegna
prodotta da 369gradi e ideata insieme agli artisti di Sgombro, che sceglie la
disperazione comica come linguaggio espressivo. "Filetti" è il
porzionamento di SGOMBRO, il varietà fondato da un gruppo di attori, musicisti,
autori che ogni mese, ormai da due anni, sale sul palco del Nuovo Cinema
Palazzo insieme a nuovi ospiti. Un format cult che vuole accendere il sorriso
per illuminare la capitale. Questa rassegna è un assaggio o meglio una
selezione di tre artisti di riferimento dell’underground romano, ideatori e
protagonisti storici di SGOMBRO, che si sperimentano nella dimensione del
Teatro Vascello: tra Gennaio e Marzo presenterà un concerto di Ivan Talarico,
uno spettacolo di Daniele Parisi e un reading di Claudio Morici.
Costo: vedi sito
Informazioni:
06 5881021 – 06 5898031
Indirizzo: via Giacinto Carini, 78 -
Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrovascello.it
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PROSEGUONO...
"TUTTO ESAURITO …MA SIETE ANCORA IN TEMPO!"
di MAX PAIELLA E CATERINA BRIGLIADORI
con MAX PAIELLA REGIA STEFANO MESSINA
TEATRO VITTORIA - Roma
dal 20 al 31 marzo 2018, ore 21.00_ ore 21.00 (mercoledi 21 ore 17.00 ; martedi 27 ore 20.00 ; domenica ore 17.30)
Il nuovo spettacolo dell’eclettico ed esilarante Max Paiella debutta in prima nazionale sul palcoscenico del Teatro Vittoria, dal 20 al 31 marzo. Una divertente riflessione che analizza l'esaurimento in tutte le sue forme. Ma la fine segna sempre un nuovo inizio. L'Esaurimento delle risorse naturali è alle porte, infatti. Stiamo perdendo specie di animali, piante e sindaci. Si esaurisce la pazienza, la lingua italiana e spesso anche il dialetto. Si dissolvono tradizioni, idee ed emozioni. Il clima si sta deteriorando, ma anche la nostra realtà quotidiana fatta sempre più spesso di frasi idee e concetti parzialmente scremati...Che ci rendono parzialmente stremati.
‘Coraggio! Finiscono storie d'amore ma anche litigi; leaders politici ma anche crisi economiche, scompaiono talvolta i capelli ma anche i raffreddori allergici....
Ho finito anche le parole per la presentazione, non rimane che fare lo spettacolo. Affrettatevi perché già da adesso è: TUTTO ESAURITO!’ Max Paiella
di Max Paiella e Caterina Brigliadori - con Max Paiella Regia Stefano Messina - Regia Video Claudio Piccolotto - Scenografie Carlo Ficini - Musiche Attilio Di Giovanni e Max Paiella Dir di scena Diego Caccavallo - Luci Fabio Persia Audio Fabio Caratelli - produzione Corvino produzioni
Costo: Biglietti: intero platea 28 € , intero galleria 22 € (compresi 3 euro di prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 € e galleria 18 € (compresi i 3 euro di prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì (ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18) Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo: piazza di Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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"ORPHANS"
di Dennis Kelly
un progetto di Monica Nappo
Traduzione di Gianmaria Cervo e Francesco Salerno
con Monica Nappo, Paolo Mazzarelli, Lino Musella
Regia Tommaso Pitta
TEATRO PICCOLO ELISEO
dal 14 al 29 marzo , orario martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_dom. ore 17.00
Un grande noir, un testo dalle forti atmosfere, cupo, stratificato, sofisticatissimo
Valori e principi morali vengono messi a dura prova in questo thriller mozzafiato dai ritmi serrati, che prende lo spettatore e lo lascia senza fiato fino alla fine.
In una tranquilla serata Helen e Danny, suo marito, stanno per iniziare una cena a lume di candela quando, improvvisamente, irrompe nella loro casa Liam, il fratello di Helen, completamente ricoperto di sangue e in evidente stato di shock. Liam afferma di aver trovato sulla strada un ragazzo ferito. Ma il resoconto di Liam sull'accaduto, sotto le insistenti domande di Helen e Danny, comincia a cambiare. In un crescendo di tensione, si fa avanti il sospetto che le cose non siano effettivamente andate come Liam le ha descritte.
L’attrice Monica Nappo affida la traduzione di Orphans al duo Gianmaria Cervo e Francesco Salerno, scegliendo per sé il ruolo di Helen, sorella del giovane, e nei panni degli atri due protagonisti gli attori Paolo Mazzarelli e Lino Musella. Il testo scritto nel 2009, che nell’edizione italiana diretta da Tommaso Pitta si è aggiudicato Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 (categoria Teatro Contemporaneo sezione Migliori Interpreti) a Monica Nappo, Lino Musella, Paolo Mazzarelli e per (categoria Miglior Produzione) a Marche Teatro, ha vinto premi e ottenuto ampi consensi al Fringe di Edimburgo.
Autore britannico di cinema, teatro e televisione, Dennis Kelly è uno dei drammaturghi contemporanei più rappresentati. Ai testi teatrali affianca lavori per la televisione come Pulling e la serie cult Utopia, con cui ha vinto un Emmy Award. Per il cinema ha scritto la sceneggiatura del thriller Black sea (2014), interpretato da Jude Law. È attualmente in scena al Royal Court Theatre di Londra fino al 17 marzo la sua ultima drammaturgia, un monologo dal titolo Girls and boys.
di Dennis Kelly - un progetto di Monica Nappo - Traduzione di Gianmaria Cervo e Francesco Salerno - con - Monica Nappo Helen - Paolo Mazzarelli Danny - Lino Musella Liam - Regia Tommaso Pitta - Luci Mauro Marasà - Scene e costumi Barbara Bessi - Produzione Marche Teatro - Foto di Massimo Scoponi
Durata: Atto unico - 1 ora e 50 minuti
Costo: Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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" FREDDY AGGIUSTATUTTO " Oppure no?
Lo show della vita tra scena e retroscena
di Tobia Rossi e Lorenzo Riopi
diretto da Roberto Marafante
TEATRO/CINEMA MARTINITT - Milano
dal 15 marzo al 1 aprile 2018 - Orario spettacoli: giovedì-sabato ore 21.00, domenica ore 18.00. Il sabato anche alle 17.30.
Puntuale arriva in scena lo spettacolo vincitore della quinta edizione del concorso Una commedia in cerca d’autori®, indetto dal Teatro Martinitt e dal suo gemello romano Teatro De’ Servi a sostegno della commedia brillante italiana. Una storia giovane, vicina ai giovani, che punta i riflettori sul mondo dei riflettori, ovvero il fenomeno attualissimo dei reality-show. Dietro le risate, ecco però emergere la nostra immancabile domanda esistenziale: apparire o essere? In scena dal 15 marzo al 1°aprile.
In questo inedito spettacolo, vincitore della quinta edizione del concorso Una Commedia in Cerca d’Autori®, il protagonista -abbagliato dai riflettori, spiato dalla telecamera, ingabbiato negli stereotipi e asservito ai desideri di un pubblico sempre più indiscreto- si trova a scegliere tra essere e apparire. Una scelta tutt’altro che facile… Risucchiato dalla real tv, che tutto è tranne che reale, perde il contatto con la realtà e di vero non ha più nemmeno il nome. In nome del successo accetta di apparire l’esatto opposto di quel che è. In un continuo gioco tematico e stilistico, in un dubbio amletico più alla Gabbani che alla Shakespeare, il giovane protagonista incontra improvvisamente l’amore e tutto il sistema entra in cortocircuito. Davanti allo specchio, le maschere indossate cominciano a cadere, ma forse solo per accoglierne di nuove.
Nel mondo luccicante e artefatto della tv che pretende di fotografare la realtà e finisce invece per condizionarla, Freddy Aggiustatutto è un giovane in cerca di successo che partecipa a un reality show. La produzione gli impone lo stereotipo del macho irresistibile, cui rivolgersi per risolvere qualsiasi tipo di problema. Da qui anche la scelta del nome d’arte, cui il ragazzo cercherà di essere fedele provando almeno ad aggiustare la propria vita. In un gioco tra teatro e tv-verità, nell’eterno dubbio tra essere e non essere, si assiste a un progressivo smantellamento delle maschere… anche se i personaggi si riveleranno in fondo molto più veri di quel che appare. Freddy Aggiustatutto dovrà cercare di rincollare i pezzi… almeno della sua vita, davanti e dietro la cinepresa.
di Tobia Rossi e Lorenzo Riopi, diretta da Roberto Marafante, con Giuseppe Cantore (Giorgio), Giulia Carpaneto (Nadia), Matteo Nicoletta (Freddy), Alessia Punzo (Anna), Alessandra Schiavoni (Cora). Produzione La Bilancia.
Costo: Ingresso 22 €, ridotto 16 €.
Indicazioni: Parcheggio gratuito.
Info e prenotazioni: Tel. 02 36.58.00.10
Indirizzo: via Pitteri, 58 -Milano
Sito di riferimento: www.teatromartinitt.it
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MUSICA
"LORENZO BAGLIONI"
12 tracce inedite che raccontano 12 materie
scolastiche a tempo
di rap, pop, dance, reggaeton e non solo
TEATRO NUOVO - Milano
28 marzo 2018 - ore 20.45
Dopo il boom di visualizzazioni del brano
sanremese “Il Congiuntivo” - tra
i videoclip ufficiali più popolari della kermesse con oltre 7 milioni e mezzo
di views sul web – e dopo l'uscita dell'album del 16 febbraio, arriva sul palco
del Teatro Nuovo, Lorenzo Baglioni con “Bella, Prof!”, il
suo debutto discografico per Sony Music.
L’album è composto da 12 tracce dedicate a 12 materie scolastiche differenti che, sullo stile del brano
presentato sul palco del Teatro Ariston “Il congiuntivo”, gioca con ironia portando avanti intenti didattici precisi.
Il disco, infatti, nasce come una provocazione nei
confronti della didattica ‘classica’, proponendo con intelligente ironia
un’alternativa, in cui gli argomenti seriosi vengono trattati in maniera
leggera attraverso due assi vincenti della comunicazione: la musica e la
comicità.
“Bella,
Prof!” è un progetto
articolato che si esprime attraverso differenti
piani di narrazione: musicale – con l’uscita dell’album – televisivo – con l’omonimo
programma tv in onda su Sky Uno e live –
con un tour nei principali teatri italiani.
Classe 1986, toscano, ex professore,
Lorenzo Baglioni è cresciuto tra i numeri con una laurea in Matematica ed
esperienze in cattedra.
Eclettico artista che si muove tra il
cantautorato, la recitazione e il teatro-canzone, ha dato vita così ad un “pop didattico”, in cui si trovano
ironia, musica e materie scolastiche.
Divenuto un vero caso mediatico e di
studio, il suo ‘congiuntivo’ ha ricevuto anche la benedizione dell’Accademia
della Crusca che, dopo averlo elogiato attraverso i social ("La canzone di
Baglioni è bella e spero abbia ricadute sulla società. Il tema della lingua
italiana sta tornando d’attualità", aveva scritto Claudio Marazzini,
presidente dell’Accademia), lo ha ospitato anche in uno dei suoi appuntamenti
pubblici per parlare ai ragazzi dell’importanza della lingua italiana.
In “Bella,
Prof!” si va così da “Le leggi di Keplero”, raccontate con lo
stile pop delle boy-band americane a “El Corazon”, dove su melodie
reggaeton viene descritto il funzionamento anatomico dell’organo cardiaco. Non
mancano poi tracce dance legate alla grammatica italiana come “L‘apostrofo”
o punk legate alla scienza come “La classificazione dei Silicati”, fino
alla fisica de “Il piano inclinato” descritto in chiave rap. Un vero e proprio ripasso a tempo di
musica in tour nei
principali teatri italiani
Sempre a marzo è prevista anche la messa in
onda su Sky Uno HD dell’omonimo
programma tv “Bella, Prof!“: un edutainment dove in
12 puntate Lorenzo approfondirà le materie scolastiche dell’album. Ogni
episodio della durata di 5 minuti svelerà un videoclip inedito delle varie
tracce dell’album dal tono volutamente ironico e tagliente cui farà seguito una
vera e propria lezione didattica presieduta da Lorenzo e un professore della
materia affrontata.
Costi:
vedi sito
Indirizzo: piazza San Babila 3 - Milano
Info e
prenotazioni: tel. 02.794026 - prenotazioni@teatronuovo.it
Sito
di riferimento: www.teatronuovo.it
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ARTE
APPENA INAUGURATE..
"TURNER. Opere della Tate"
A cura di David
Blayney Brown
CHIOSTRO DEL
BRAMANTE - Roma
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
In collaborazione con la Tate di Londra
TURNER.Opere della Tate, una grande esposizione
monografica dedicata a uno dei massimi esponenti della pittura inglese: Joseph
Mallord William Turner. La mostra, curata da David Blayney Brown, Manton
Curator of British Art 1790–1850, segna l’inizio di un’importante
collaborazione tra la Tate di Londra e Chiostro del Bramante e sarà
un’occasione unica per ammirare alcuni tra i lavori più importanti dell’intero
percorso artistico del celebre pittore inglese, assente da oltre 50 anni dalle
programmazioni dei musei romani e da 12 anni dai musei italiani. Una collezione
unica composta da 92 opere, tra acquerelli, disegni, album, oltre a una
selezione di olii, per la prima volta esposte insieme in Italia. Le opere sono
state selezionate dal vastissimo lascito che comprende circa 30.000 lavori
cartacei, 300 olii e 280 album da disegno, conosciuto come “Turner Bequest”,
donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista nel 1851 e
conservato per la maggior parte presso la Tate. Il lascito comprende l’intero
corpus di opere custodite presso lo studio personale dell’artista e realizzate
nel corso degli anni per il “proprio diletto” secondo la bella espressione del
critico John Ruskin.
Un piacere estetico e visivo in cui i ricordi di
viaggi, le emozioni e i frammenti di paesaggi visti durante i suoi lunghi
soggiorni all’estero, sono il mezzo per raccontare l’evoluzione del linguaggio
stilistico di Turner e la sua incessante ricerca poetica, volta a sperimentare
le potenzialità espressive della luce e del colore. La mostra ci permette
quindi di esaminare l’intera produzione artistica di Turner e rivela come, da
disegnatore di soggetti topografici e architettonici, abbia sviluppato man mano
uno stile estremamente personale, includendo nelle sue opere una straordinaria
gamma di nuovi elementi iconografici e stilistici basandosi su una raffinata
predilezione per la luce, il colore e gli effetti atmosferici. La mostra al
Chiostro del Bramante - suddivisa in sei sezioni tematiche - pone l’accento
sull’importanza che gli acquerelli ebbero per la definizione dello stile di
Turner, dimostrando come le sue ricerche espressive abbiano di fatto precorso
l’arte degli impressionisti. Il carattere intimo e personale delle opere
esposte in mostra sarà anche l’occasione per indagare l’uomo oltre che
l’artista e per comprendere i radicali sviluppi dello stile di Turner che, di
fatto, anticiparono le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo. Dalla
sua predilezione per le città marinare al suo interesse per la riproduzione di
paesaggi atmosferici inglesi o alpini, fino allo studio dettagliato degli
interni domestici o dei rilievi architettonici. Memore dei suoi numerosi
viaggi, molti dei quali in Italia, e animato da un forte spirito innovativo,
l’artista si dedicò incessantemente a sperimentare, soprattutto negli
acquerelli, una libertà compositiva e stilistica e un uso dei colori innovativo
e sorprendente, che portarono i suoi contemporanei a pensare che Turner “fosse
solito di dipingere con gli occhi, con il naso oltre che con le mani”.
Completa il progetto un’installazione immersiva
ideata da Fabien Iliou, videoartista francese, che ispirandosi al lavoro di
Turner ha creato un video mapping a 360° attraverso cui il visitatore viene
trasportato all’interno del mondo dell’artista e nelle atmosfere
dell’Inghilterra di quegli anni. L’innovazione tecnologica per raccontare
l’opera di Turner, che ha sempre sperimentato con luce e colore, tanto da
anticipare ed essere punto di riferimento per la storia dell’arte
contemporanea; un video in movimento, con una musica originale creata dal sound
designer e produttore musicale Paky Di Maio. La mostra del Chiostro del
Bramante è un viaggio di approfondimento storico-artistico sull’influenza di
Turner e, grazie a questo progetto, diviene un’esperienza dei sensi.
Un percorso dedicato specificatamente al pubblico,
che, come in occasione delle mostre precedenti, sottolinea la vocazione
sperimentale e l’attenzione del Chiostro del Bramante per il coinvolgimento del
visitatore.
Catalogo:
Skira Editore
Costo: Biglietto intero 13 €
(audio guida inclusa) - biglietto ridotto 11 € (audio guida inclusa) per
specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06
68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a
fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno
ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
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PROSEGUONO...
"CONCETTI DI LUCE"
di CLAUDIO SPADA
di CLAUDIO SPADA
a cura di Tiziana Todi
GALLERIA VITTORIA - Roma
dal 21 marzo al 1 aprile 2018, oraio dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 19; fuori orario su appuntamento.
INAUGURAZIONE MERCOLEDÌ 21 MARZO 2018 ALLE ORE 18.00
La mostra, dal titolo “Concetti di Luce” ospita opere, che ritrovano la tecnica dell’acquarello, e propone grandi opere frutto di tecniche di ricerca innovative.
Claudio Spada pone lo spettatore di fronte a lavori con il suo tema pulsante:
Roma. Città eterna, ricca di storia, di arte. Oggi città moderna, caotica, avvelenata dal traffico, simbolo del potere politico, eppure ancora così affascinante, ricca di vedute mozzafiato, di scorci imperdibili, ancora fonte di ispirazione per grandi artisti, forse capace di far innamorare come ci si innamora della persona sbagliata.
La mostra rimarrà aperta fino al 1Aprile.
Scrive di lui Pier Paolo Piscopo di cui segue un estratto:
[...] Il tratto distintivo che connota le opere di Claudio Spada è una meridiana di luce che filtra, come dall’ultima striscia del sole all’orizzonte, ricadendo sulla sua tavolozza: i colori caldi centrali del tramonto e, allargandone la visione, i chiari diafani dell’aurora.
I suoi scorci, sospesi tra passato e presente, tramite la scomposizione del modo di guardare, ci fanno sedere a osservare da cavalcioni d’un muretto, ci invitano a guardare la magnificenza della luce che veste i colori, riproducendo nello stesso tempo il tramonto di una concezione e mostrando la luce di una nuova, alba. [...]
Costo: Ingresso LIBERO
Indirizzo: via Margutta, 103 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriavittoria.com
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“ETERNAL LITTLE GODDESS” (“PICCOLA DEA ETERNA”)
mostra personale di DEM
Mostra a cura di Chiara Pietropaoli e Venexia Editrice
GALLERIA VARSI - Roma
dal 17 marzo al 15 aprile 208 - Orario Galleria: dal martedì al sabato ore 12.00 - 20.00, domenica ore 15.00 - 20.00, lunedì chiuso.
dal 17 marzo al 15 aprile 208 - Orario Galleria: dal martedì al sabato ore 12.00 - 20.00, domenica ore 15.00 - 20.00, lunedì chiuso.
DEM artista eclettico, tra i primi in Italia a sviluppare un dialogo pittorico con l’architettura libero e autonomo, che parte dai graffiti e avanza a favore della rappresentazione di un mondo simbolico e ancestrale, che torna riflessione attuale.
Dem nasce a Codogno, paese in provincia di Lodi, dove attualmente risiede. Fin da bambino sente un senso di straniamento rispetto al suo intorno, un istinto a andare in fondo, in una società che al contrario spinge in superficie. L’insofferenza e la curiosità portano il ragazzo a rifugiarsi nel passato più remoto, a studiare le credenze, i miti e i culti delle civiltà antiche. In esse coglie insegnamenti e valori preziosi, interrogati e rielaborati nelle sue opere con tecniche diverse. Le conoscenze acquisite sui libri, approfondite viaggiando in tutto il mondo per farne esperienza diretta, portano Dem a stabilire un contatto con la natura sempre più intimo e vitale nel quale risiede la sua poetica.
L’arte e lo studio, soprattutto in ambito antropologico, divengono un mezzo di evasione e al contempo rappresentano la possibilità di “riscoprire” una dimensione ideale in accordo con il suo sentire, una dimensione sacra dove l’uomo è un tutt’uno con la natura.
“Eternal Little Goddess” indaga il culto della Dea Madre, divinità primordiale che ricorre da sempre e produce simboli. La mostra è co-curata dalla Venexia, casa editrice indipendente, diretta da Chiara Orlandini, specialista della materia, che in questi mesi ha messo a disposizione dell’artista il suo sapere instaurando un dialogo proficuo a partire da tre volumi da lei pubblicati: Il Mito della Dea di Anne Baring e Jules Cashford, Guida alla Dea Madre in Italia di Andrea Romanazzi e Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas, pietra miliare dell’archeomitologia.
La Dea Madre è il primo archetipo radicato nella coscienza collettiva, ovunque è la sintesi del ciclo dell’esistenza, coniuga principi opposti che in lei convivono con verità: nascita- morte- rinascita; è colei che origina e trasforma, dona la vita e accoglie la morte, rinnova l’esistenza, in eterno.
Il mito della Dea risale al Paleolitico ed è espresso con continuità nelle epoche successive da tutte le civiltà della “Vecchia Europa” e in altre parti del mondo. Statuette dalla fisionomia femminile, con attributi simili (seno, ventre, natiche accentuate) vengono rinvenute in aree geografiche molto distanti tra loro e interpretate in senso spirituale univoco. Sono proprio i manufatti a descrivere e trasmettere la logica della Dea e a raccontare le divinità che ne hanno incarnato i principi: dalla sumera Inanna a Ishtar, dall’egizia Iside a Cibele, fino alla Vergine Maria. Vasi, statuette, luoghi, rituali, raccontano inoltre come nel tempo il mito si sia trasformato, in relazione all’evoluzione della specie e al ruolo ricoperto dalla donna nella collettività, pur mantenendo invariate le sue caratteristiche sostanziali.
“Eternal Little Goddess” esprime la potenza della Dea e mette in luce il legame complementare che un tempo intratteneva con il Dio, suo “figlio amante”, legame necessario, oggi drammaticamente assente nella cultura religiosa occidentale.
Le opere a china e acrilico e una serie di sculture in ceramica, interpretano il linguaggio visivo della Dea, la fanno parlare ancora. Figure femminili ispirate alle icone antiche popolano la galleria e si mescolano a elementi naturali; la Dea è un serpente, foglie, è uccelli, è una caverna in cui partorire o rifugiarsi e al contempo dimora della morte. In equilibrio, l’universo maschile è elaborato nelle maschere surreali, tipiche della produzione di Dem, cucite e ricamate a mano dall’artista, realizzate con tessuti orientali e ordinari, combinati a materiali organici, e raccontate in mostra attraverso le fotografie di Marta Zdulska. Le maschere, presentano richiami alle figure mitologiche di Pan e Dioniso e esprimono l’energia vitale maschile, istintiva e “animalesca”, energia insopprimibile che deve uscire fuori, della quale la Dea ha bisogno per generare l’esistenza.
“Eternal Little Goddess” nasce da una mancanza, da un bisogno. La Dea non può essere svanita, lei è eterna. C’è bisogno di riscoprirla, di percepirla, di riconnettersi con la natura, con l’altro e ritrovare il filo che ci lega, il bisogno universale di avere (volere) una madre che ci protegge e della madre di proteggere suo figlio.
Dem nasce a Codogno, paese in provincia di Lodi, dove attualmente risiede. Fin da bambino sente un senso di straniamento rispetto al suo intorno, un istinto a andare in fondo, in una società che al contrario spinge in superficie. L’insofferenza e la curiosità portano il ragazzo a rifugiarsi nel passato più remoto, a studiare le credenze, i miti e i culti delle civiltà antiche. In esse coglie insegnamenti e valori preziosi, interrogati e rielaborati nelle sue opere con tecniche diverse. Le conoscenze acquisite sui libri, approfondite viaggiando in tutto il mondo per farne esperienza diretta, portano Dem a stabilire un contatto con la natura sempre più intimo e vitale nel quale risiede la sua poetica.
L’arte e lo studio, soprattutto in ambito antropologico, divengono un mezzo di evasione e al contempo rappresentano la possibilità di “riscoprire” una dimensione ideale in accordo con il suo sentire, una dimensione sacra dove l’uomo è un tutt’uno con la natura.
“Eternal Little Goddess” indaga il culto della Dea Madre, divinità primordiale che ricorre da sempre e produce simboli. La mostra è co-curata dalla Venexia, casa editrice indipendente, diretta da Chiara Orlandini, specialista della materia, che in questi mesi ha messo a disposizione dell’artista il suo sapere instaurando un dialogo proficuo a partire da tre volumi da lei pubblicati: Il Mito della Dea di Anne Baring e Jules Cashford, Guida alla Dea Madre in Italia di Andrea Romanazzi e Il linguaggio della Dea, di Marija Gimbutas, pietra miliare dell’archeomitologia.
La Dea Madre è il primo archetipo radicato nella coscienza collettiva, ovunque è la sintesi del ciclo dell’esistenza, coniuga principi opposti che in lei convivono con verità: nascita- morte- rinascita; è colei che origina e trasforma, dona la vita e accoglie la morte, rinnova l’esistenza, in eterno.
Il mito della Dea risale al Paleolitico ed è espresso con continuità nelle epoche successive da tutte le civiltà della “Vecchia Europa” e in altre parti del mondo. Statuette dalla fisionomia femminile, con attributi simili (seno, ventre, natiche accentuate) vengono rinvenute in aree geografiche molto distanti tra loro e interpretate in senso spirituale univoco. Sono proprio i manufatti a descrivere e trasmettere la logica della Dea e a raccontare le divinità che ne hanno incarnato i principi: dalla sumera Inanna a Ishtar, dall’egizia Iside a Cibele, fino alla Vergine Maria. Vasi, statuette, luoghi, rituali, raccontano inoltre come nel tempo il mito si sia trasformato, in relazione all’evoluzione della specie e al ruolo ricoperto dalla donna nella collettività, pur mantenendo invariate le sue caratteristiche sostanziali.
“Eternal Little Goddess” esprime la potenza della Dea e mette in luce il legame complementare che un tempo intratteneva con il Dio, suo “figlio amante”, legame necessario, oggi drammaticamente assente nella cultura religiosa occidentale.
Le opere a china e acrilico e una serie di sculture in ceramica, interpretano il linguaggio visivo della Dea, la fanno parlare ancora. Figure femminili ispirate alle icone antiche popolano la galleria e si mescolano a elementi naturali; la Dea è un serpente, foglie, è uccelli, è una caverna in cui partorire o rifugiarsi e al contempo dimora della morte. In equilibrio, l’universo maschile è elaborato nelle maschere surreali, tipiche della produzione di Dem, cucite e ricamate a mano dall’artista, realizzate con tessuti orientali e ordinari, combinati a materiali organici, e raccontate in mostra attraverso le fotografie di Marta Zdulska. Le maschere, presentano richiami alle figure mitologiche di Pan e Dioniso e esprimono l’energia vitale maschile, istintiva e “animalesca”, energia insopprimibile che deve uscire fuori, della quale la Dea ha bisogno per generare l’esistenza.
“Eternal Little Goddess” nasce da una mancanza, da un bisogno. La Dea non può essere svanita, lei è eterna. C’è bisogno di riscoprirla, di percepirla, di riconnettersi con la natura, con l’altro e ritrovare il filo che ci lega, il bisogno universale di avere (volere) una madre che ci protegge e della madre di proteggere suo figlio.
Informazioni: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: via di San Salvatore in Campo, 56 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriavarsi.it
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"LIU BOLIN. THE INVISIBLE MAN"
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 2 marzo al 1 luglio 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
La prima grande mostra in Italia dedicata a Liu Bolin, l’artista cinese definito “l’uomo invisibile” per le sue straordinarie perfomances nell’arte del camouflage.
Amatissimo dal pubblico internazionale sarà celebrato al Vittoriano con una grande mostra antologica attraverso l’esposizione di oltre 70 opere.
È il 2005: l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.
Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l'installazione e la fotografia.
Le sue performance vogliono essere un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.
Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d'arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.
La mostra al Vittoriano racconta la storia di Liu Bolin, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana e qui esposti in anteprima mondiale.
Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata daRaffaele Gavarro.
Sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Immagine: Colosseo n°2, Roma, 2017- Courtesy Boxart, Verona
Costo: Vedi sito
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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JAGO
“HABEMUS HOMINEM”
Il giovane scultore racconta la contemporaneità in rapporto costante con la Storia
Il giovane scultore racconta la contemporaneità in rapporto costante con la Storia
A cura di Maria Teresa Benedetti
MUSEO CARLO BILOTTI - Aranciera di Villa Borghese - Roma
dal 16 febbraio al 2 aprile 2018, dal martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30) - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
dal 16 febbraio al 2 aprile 2018, dal martedì a venerdì ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30) - sabato e domenica ore 10.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
La mostra del giovane scultore Jago intende rappresentare il mondo contemporaneo senza dimenticare il rapporto con la Storia. A cura di Maria Teresa Benedetti, JAGO “HABEMUS HOMINEM” è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. I servizi museali sono a cura di Zètema Progetto Cultura.
Cardine fondamentale delle opere presentate, che vanno dal 2009 a oggi, due ritratti di Papa Benedetto XVI: il primo iniziato quando il pontefice era nel pieno delle sue funzioni (sacrali), il secondo che mostra l’immagine del rappresentante di Dio tornato a essere uomo, Habemus Hominem.
Molte delle opere di questo artista nascono dal rapporto con la pietra che è scavata creando una mandorla di matrice wildtiana nella quale si rappresentano immagini riferite allo scorrere dell’esistenza come Memoria di sé, o un diverso feto, immagine incorrotta di purezza, Sphynx.
Infine la Venere, antica e nuova, vegliarda e fuori dal tempo, i cui segni di tradizionale venustà appaiono cancellati nella ricerca di un diverso tipo di bellezza.
Jago nasce nel 1987 a Frosinone, vive e lavora tra Anagni e Verona. Nel 2011, a soli 24 anni, è selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54esima edizione della Biennale di Venezia (Regione Lazio, Palazzo Venezia, Roma) per poter prender parte alla quale abbandona gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. La sua opera più celebre e controversa è il busto in marmo di Papa Benedetto XVI, premiato nel 2012 con la “Medaglia del Pontificato”, poi “spogliato” e trasformato in Habemus
Hominem in seguito alle dimissioni del Pontefice. Con più di 237.000 “followers” attivi sulla sua pagina Facebook e oltre 15.000.000 di visualizzazioni del documentario dedicatogli da FanPage, Jago condivide la propria arte sui social network in maniera indipendente, per questo motivo da molti è definito social artist.
Promossa daRoma Capitale,
Servizi museali: Zètema Progetto Cultura
Con il contributo tecnico di Ferrovie dello Stato Italiane
Media partner : Il Messaggero
SPONSOR MOSTRA ANTOLINI LUIGI ITALY spa, GAV SISTEMI srl, OPEN DATA srl, DREMEL-BOSCH, GA ENERGY MONTRASIO ARTE, FERALHORSES
Costo: Ingresso LIBERO
Informazioni: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
Indirizzo: viale Fiorello La Guardia 6 - Roma
Sito di riferimento: www.museocarlobilotti.it - www.museiincomuneroma.it
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"MAGNUM MANIFESTO"
Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia
a cura di Clément Chéroux
I 70 anni della Magnum Photos
MUSEO DELL’ARA PACIS - Roma
dal 7 febbraio al 3 giugno 2018 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso 1 maggio
Le celebri immagini e gli storici reportagedella più grande agenzia fotogiornalistica internazionale
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, proposta da Contrasto e Magnum Photos 70 e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro.
La mostra raccoglie parte del lavoro realizzato in tutti questi anni e getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio dell’Agenzia.
Le immagini celebri e i grandi reportage dei suoi autori permettono di comprendere in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata diversa, unica e leggendaria. Dal reportage sui lavoratori immigrati negli USA, realizzato da Eve Arnold negli anni Cinquanta, ai ritratti di “famiglia”, teneri e intimi, di Elliott Erwitt; dalle celebri immagini degli zingari di Josef Koudelka, fino alla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul "Funeral Train", il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, attraversando un’America sconvolta e dolente. E ancora, le serie più recenti dei nuovi autori di Magnum: dalla “Spagna Occulta” di Cristina Garcia Rodero, alle osservazioni antropologiche, sotto forma di fotografie, realizzate nel mondo da Martin Parr; dalla cruda attualità del Sud America documentato da Jérôme Sessini, fino al Mar Mediterraneo, tenebroso e incerto nelle notti dei migranti, fotografato da Paolo Pellegrin.
Il curatore, Clément Chéroux – direttore della fotografia al MoMA di San Francisco e già curatore della grande retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson realizzata dal Centre Pompidou e ospitata a Roma proprio al Museo dell’Ara Pacis – ha selezionato una serie di documenti rari e inediti, immagini di grande valore storico e nuove realizzazioni, per illustrare come Magnum Photos debba la sua eccellenza alla capacità dei fotografi di fondere arte e giornalismo, creazione personale e testimonianza del reale, verificando come il “fattore Magnum” continui a esistere e a rinnovare continuamente il proprio stile.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la prima scruta l’archivio di Magnum attraverso una lente umanista e si concentra sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione e universalismo che emersero dopo la seconda guerra mondiale; la seconda mostra la frammentazione del mondo tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, con uno sguardo particolare rivolto alle minoranze e agli esclusi; la terza, infine, segue le diverse forme espressive grazie alle quali i fotografi Magnum hanno colto i mutamenti del mondo e i pericoli che lo minacciano.
Oltre a raccogliere i progetti individuali e collettivi realizzati nel corso degli anni, la mostra presenta anche proiezioni, copertine di riviste, articoli di giornali, libri realizzati nel corso del tempo, mostrando il contesto originale in cui molte delle fotografie sono state concepite.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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"IL TESORO DI ANTICHITÀ.
WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA ROMA DEL SETTECENTO"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30
Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717 in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel 1764.
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
MERCATI DI TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018. Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00 - Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.
I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza Capitolina (Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca di Monaco di Baviera).
Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche “Columna mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta la “mutazione” di significato della Colonna di Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del 2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling, protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps. Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies, Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon, la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito del progetto CO.B.R.A. (COnservazione dei Beni culturali, con l’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.
Catalogo: De Luca Editori d’Arte
Costo: Biglietto integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: 15 € intero; 13 € ridotto - per i residenti a Roma: 13 € intero; 11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A GRANDE RICHIESTA, DOPO AVER SUPERATO I 200.000 VISITATORI, LA MOSTRA DEDICATA A CLAUDE MONET PROROGA FINO AL 3 GIUGNO 2018 LA MOSTRA
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1916-1919.
Costo: Biglietti- Intero 15 € (audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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