Mi piace immaginare che
il mese di Marzo 2020 possa venir ricordato, fra tanto tanto tempo, come il
mese delle fiabe. Delle fiabe raccontate, suonate, sognate e inventate. Tutto
questo grazie a un virus. Un virus malvagio che le fiabe cercano di sconfiggere
con le loro parole di rinascita e di speranza.
Il Covid-19 ci ha colti
davvero alla sprovvista. Voglio provare a tradurre questa situazione pensando
che il Coronavirus ci abbia offerto una possibilità. Come accade nelle fiabe. Questo
ospite indesiderato ci ha consegnato la possibilità di stare. Nella frenetica corsa che stava ingoiando in un vortice
tutto e tutti, siamo ora costretti a fermarci, rivalutando il significato
etimologico del verbo stesso: le parole sono importanti.
Trattenersi e non,
semplicisticamente, (in)trattenersi per riappropriarci del tempo senza far
nulla, dell’ozio, e anche della noia. La noia, considerata quasi un nemico da
sconfiggere quando, soprattutto a livello educativo, è uno strumento importante
per entrare in comunicazione con noi stessi e con le nostre emozioni. Anche
quelle etichettate erroneamente come scomode.
Questa pandemia,
situazione instabile e del tutto inusuale, ci offre la possibilità di stare
sull’osservazione e sulla riscoperta. Di chi abbiamo accanto, di chi vorremmo
accanto e di chi ci siamo dimenticati. Stare sulle nostre emozioni. Ci offre e
la possibilità di cambiare, possibilmente in meglio. Di avere cura per un mondo
fatto di persone che, nonostante tutto, amiamo.
Stare nel coraggio di
dire no. Di non accettare passivamente quello che ci accade ma di essere
artefici della meraviglia delle nostre giornate. Stare su di un futuro che è
tutto da riscrivere e sarà faticoso ma, affidato a mani innocenti: quelle dei
bambini e dei ragazzi che oggi più che mai non ascolteranno le nostre parole ma
osserveranno a loro volta il nostro quotidiano.
È una prova che prevede
sacrifici importanti e, in questa fiaba, vorremmo scrivere che tutti vissero
poi felici e contenti ma non sarà così e la vera rinascita starà, anch’essa,
nella capacità di mettere il Noi al posto dell’Io per aiutare le tante persone
che avranno bisogno.
La mia rubrica “Non
chiamateli piccoli” dedica queste riflessioni a tutte le famiglie incontrate in
questi mesi a teatro e a quelle che ancora dovrò incontrare e, si trasforma per
qualche tempo in uno spazio di condivisione per testi da leggere insieme.
- Per i più grandi (direi
dai 9 ai 100 anni e più) il libro che vi dedico è “Momo” di Michael Ende. Un romanzo di rara
bellezza che, insieme alla naturalezza della sua protagonista, ci insegna a
combattere gli Uomini Grigi e tutti coloro che ci “rubano” la preziosità del
tempo.
- Per i campioni dai 6 ai
9 anni è impossibile non leggere “Un grande giorno di niente” della fantastica Beatrice Alemagna. “Devi proprio stare lì tutto il giorno a non far niente?”: provate a
chiedervelo dopo aver letto questo poetico albo illustrato.
- Ai più piccoli, dai 3 ai 6 anni, dedico il
divertente “Le favole a Rovescio” di Gianni
Rodari perché, ogni favola è un gioco da costruire intorno alla nostra
fantasia, senza fretta.
- E se ci fossero con voi
dei lettori in erba sotto i 3 anni, fatevi un regalo e permettetevi di meravigliarvi
insieme ai “Pre-libri” di Bruno Munari.
LA SCINTILLA
Pensare come i grandi. Immaginare come i più piccoli. Il teatro ci insegna che…
Cosa si può fare di
altro con queste stupende storie, oltre a leggerle fermando il Tempo? Proviamo
a trovare un momento di condivisione per ognuno di questi libri.
Momo:
al termine del romanzo fate un bel respiro e… scrivete su un foglio il nome di
10 persone alle quali regalare un sorriso e poi, fatelo senza perder tempo!
Un grande giorno di
niente: andate, insieme a mamma e papà, a caccia dei vostri giochi dimenticati.
Fatene un bellissimo disegno e scrivete perché vi piacevano tanto. Poi,
chiudete il disegno in una busta e riponetelo in un posto segreto e sicuro.
Quando sarete grandissimi quel disegno vi racconterà una storia dimenticata.
Le
favole a Rovescio: prendete una scatola delle scarpe e
fatela diventare una scatola magica. Pitturatela, coloratela, attaccatevi sopra
pezzetti di carta colorati, o scottex, carta igienica…tutto quello che vi
piace! Poi, disegnate e ritagliate tutti i personaggi delle vostre fiabe
preferite insieme a mamma e papà. Quando saranno pronti, riponeteli nella scatola
e--, a occhi chiusi, pescate e mescolate i personaggi due alla volta e
inventate storie nuove e anche un po’ buffe!
I
Libri illeggibili di
Bruno Munari sono essi stessi un laboratorio sensoriale e di scoperta.
Lasciatevi trasportare dalle sensazioni: basta semplicemente questo.
- Raffaella Ceres -
_KIROLANDIA®_