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martedì 1 giugno 2021

OCCHIO AL CUORE al TEATRO LO SPAZIO, la pièce tra l’onirico e il noir strappa ripetuti applausi

Recensione critica dello spettacolo "OCCHIO AL CUORE" di Emiliano Metalli, regia di Mauro Toscanelli. 
Seconda replica, ventinove maggio duemilaventuno, TEATRO LO SPAZIO - Roma.
 

Quell’occhio può fissarti ovunque, il bagliore dell’io che illumina lentamente il tenuto nascosto può guidarti prepotentemente verso sconosciute azioni.

Il debutto dello spettacolo OCCHIO AL CUORE di EMILIANO METALLI, già vincitore in forma di corto della rassegna “Idee nello spazio” 2020, per la stessa premio miglior attore a MAURO TOSCANELLI, convince il pubblico del Teatro lo Spazio di Roma in questa tanto attesa ripresa di stagione e lo trasporta dentro l’essere per poi lasciarlo oscillare come quell’altalena, messa in mostra sul palco, quasi paradigma tra l’incosapevolezza e la coscienza. Così, dopo una prolungata sospensione, gli spettatori esplodono sul finale in corposi e ripetuti battimani.

Anche in questa mia riflessione sono vari gli applausi da attribuire: al capace drammaturgo EMILIANO METALLI che confeziona un’interessante testo teatrale al limite tra l’onirico ed il noir; al bravo regista Mauro Toscanelli
nonché pregevole interprete di vari personaggi, che riesce a conferire entità scenica ad una struttura enigmatica; all’altro protagonista, il giovane Bruno Petrosino, efficace nel suo difficile ed introspettivo ruolo.

Il viaggio interiore costruito da EMILIANO METALLI nel suo trittico teatrale, è un emblematico percorso scandito in rappresentativi stadi dell’esistere, da una metaforica iniziazione sino al raggiungimento di un appassionato quanto macabro atto liberatorio, al culmine di un metafisico tragitto dove l’iniziato, nel compiere dei misterici step, sotto lo sguardo vigile della luna, invadente alter ego al femminile, è portato lentamente verso un recondito lato della sua identità.

“Il cuore rivelatore” di Edgar Allan Poe, in questa libera rivisitazione, si compie specificamente all’ultimo gradino ma linee e tasselli vanno a configurarsi, sin dall’inizio, seguendo il ripetuto battito del cuore della narrazione. Del celeberrimo soliloquio vengono mantenuti, sopra ogni altro aspetto, non solo il pathos ma anche l’avanzare della mente e di quell’irrazionale scaturito da un dove sconosciuto che guida i più estremi accadimenti. Un coinvolgente spettacolo 
forse da attenuare leggermente in alcune tessiture registiche, e forse in taluni passaggi di non immediata decifrazione soprattutto nell’incastro, ma per merito proprio di questo suo interessante aspetto aperto a molteplici interpretazioni.

Veramente ampio il simbolismo disseminato in quest'alchemico atto unico, in ciascuna sua fase, dalla prima con il bizzarro macellaio intento a tagliare ed insegnare come sezionare l’interiorità, dalla seconda dominata dall’incontro con uno stravagante travestito levatrice dell’essere e dall’ultimo tassello ingombrato dalla presenza dello sguardo dell’invadente madre. Il tutto in un spettacolo che appare intenso e ricco anche per i vari divertimenti di parola che rendono il fraseggio molto accattivante mentre le tre distinte e concatenate scene si tramutano in altrettanti quadri espressivi che prendono, di volta in volta, forma sul palco.

Complimenti per questa bella pièce di cui aspettiamo ulteriori repliche affinché possa essere goduta da molti altri spettatori.

- Andrea Alessio Cavarretta -
_KIROLANDIA®_


IPAZIA PRODUCTION
presenta
OCCHIO AL CUORE
di Emiliano Metalli
liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe
regia
Mauro Toscanelli
con
Mauro Toscanelli
Bruno Petrosino



www.teatrolospazio.it