Al
TEATRO BRANCACCINO di Roma è in scena in questi giorni AFTER THE END di Dennis Kelly con la regia di Marco Simon Puccioni.
Un bunker
antiatomico sotterraneo costruito negli anni ’80, spoglio e freddo. Un ragazzo
e una ragazza, soli, due sopravvissuti. Mark ha salvato la sua amica Louise,
l’ha portata in braccio dal pub fino a lì sotto, attraversando la città in
fiamme, sventrata da una bomba nucleare, un attacco terroristico che ha
sterminato i loro amici e le loro famiglie. O almeno è quello che Mark racconta
a Louise. Lei era svenuta e non ricorda nulla di ciò che è successo. C’è solo
una radio, in quel sotterraneo, che potrebbe collegarli al mondo esterno, ma
non funziona, si limita a emettere il rumore disturbato e
disturbante delle frequenze.
La situazione
claustrofobica in cui i due personaggi si trovano è un paradigma spesso
indagato, ovvero quello della relazione ambigua tra vittima e carnefice. Il testo gioca però su più dimensioni, quella
umana e puramente relazionale ma anche quella politica e sociale, con echi
della nostra incerta quotidianità. Il bunker diventa quasi un simbolo della
tendenza, di fronte ai cambiamenti, allo scontro con l’altro, a chiudersi in se
stessi, in certezze antisociali, in granitici rifiuti della diversità.
In una serie di
quadri che segnano il passare dei giorni, nel dialogo tra Mark e Louise emerge
il loro passato e i termini del loro rapporto. Mark è sempre stato lo “sfigato”
del gruppo, anche aver acquistato una casa con un bunker antiatomico è stato
motivo di scherno e dileggio da parte dei loro amici. Louise è la bella e
spiritosa, per lei è facile riuscire a farsi amare da tutti. Mark è pieno di
paure e fobie, Louise è sicura, democratica, accogliente. Due caratteri e due
visioni del mondo totalmente opposti. Il punto è che Mark è ossessionato da Louise,
da sempre, forse innamorato di lei. Ora Louise è completamente in sua balia.
Mark, ricattandola dalla sua posizione di “padrone” del bunker le impone una
serie di atteggiamenti ma quando Louise si rifiuta di giocare a "Dungeons
e Dragons" il loro precario
equilibrio va in frantumi e Mark trasforma Louise in una prigioniera. Quando
Louise riesce a ribaltare la situazione tra i due si scatena una serie di
spietate vendette che li porterà entrambi a oltrepassare la soglia
dell’abiezione, fino al colpo di scena finale.
Lo spettacolo è
emotivamente impegnativo, con la difficoltà, superata da una regia contenuta,
di rendere tutte le sfumature di un testo a più visioni.
Gli interpreti,
a tratti, soffrono la fatica di personaggi così estremi. Convincente la Louise
di Miriam Galanti, specie dal momento
in cui ha letteralmente il coltello dalla parte del manico, sorprende per la
gestione della rabbia trattenuta e la vocazione alla vendetta. Meno efficace il
Mark di Federico Rosati, personaggio
di difficile gestione, fin da subito caratterizzato con un tratto psicopatico
che, a volte, rende prevedibili alcuni sviluppi della trama.
In ogni caso uno
spettacolo da vedere, un universale racconto sulle paure e le frustrazioni
della nostra epoca.
- Elena Costa -
_KIROLANDIA®_
_KIROLANDIA®_
Miriam
Galanti, Federico Rosati
AFTER
THE END
di Dennis
Kelly
regia
di Marco Simon Puccioni
produzione Inthelfilm