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venerdì 2 marzo 2018

Con le bravissime MARINA MASSIRONI ed ALESSANDRA FAIELLA continui colpi di scena per ROSALYN al TEATRO SALA UMBERTO

Autrice: Elena Costa (VeraKira)  





Al Teatro Sala Umberto di Roma va in scena ROSALYN, di Edoardo Erba, con Marina Massironi ed Alessandra Faiella per la regia di Serena Sinigallia.

Appena le luci della sala lasciano il posto all’occhio di bue sul palcoscenico, il pubblico si trova immerso in un non luogo straniante ed inquietante: un pavimento inclinato diviso in cubi bianchi, che nascondono elementi che di tanto in tanto servono alla scena ed una sedia illuminata. E su quella sedia si dipanerà il dramma delle due protagoniste, la nota scrittrice americana Esther O’Sullivan e l’apparentemente innocua donna delle pulizie Rosalyn.

L’incipit della storia è da giallo classico: Esther viene convocata dalla polizia di Detroit perché la sua penna stilografica è stata rinvenuta nel risvolto dei pantaloni di un cadavere, a Toronto. L’uomo, assassinato, è un tale Ben, scomparso ben quattro anni or sono, che Esther nega di aver mai conosciuto.  Quindi la scrittrice rievoca la sua permanenza della città canadese, risalente proprio a quell’epoca, e per farlo chiama in causa Rosalyn, a suo dire conosciuta per caso. Partono così sapienti e ritmati flashback quasi cinematografici che raccontano la conoscenza e la relazione tra le due donne, così diverse e distanti, e le quarantotto ore passate insieme a Toronto. Ogni volta che Rosalyn entra in scena si ricompone un tassello della narrazione, richiamato quasi dalla scenografia, ed ogni tassello compone un quadro sempre diverso, sempre più spiazzante, fino all’inaspettata rivelazione finale.


Le due bravissime attrici, totalmente a loro agio nei ruoli, portano alla luce due personaggi sfaccettati, due donne diverse, una borghese l’altra proletaria, una colta l’altra rozza, una consapevole l’altra inconsapevole, capaci però entrambe di arrivare all’estremo, ribaltando la rappresentazione di se stesse, alla ricerca di un orizzonte che si sposta sempre più in là: la conoscenza della “Vera natura del sé”, come il titolo del libro scritto da Esther e da lei presentato a Toronto in quella fatidica occasione.

La storia, davvero ben scritta, secondo i canoni tradizionali della letteratura crime,  inanella cambi di prospettiva e colpi di scena, lasciando allo spettatore una serie di domande aperte, quelle di sempre, riproposte però con grazia e con ironia, nei convincenti dialoghi tra le due protagoniste: chi siamo davvero? È preferibile dare sfogo alla propria vera natura, liberare gli istinti o tenerli nascosti? Sopportare o ribellarsi?
Per giungere forse ad una conclusione logica e terribile: dentro di noi ci sono più anime, più “sé”, luci ed ombre, bene e male, dobbiamo solo accettarlo e tenere tutto insieme, in una tregua sempre armata, per non precipitare.

- Elena Costa -

- Foto a corredo di Marina Alessi - 


MARINA MASSIRONI - ALESSANDRA FAIELLA
"ROSALYN"
di EDOARDO ERBA
Regia:  SERENA SINIGAGLIA
Produzione:  NIDODIRAGNO/ COOP CMC con la collaborazione del  TEATRO DEL BURATTO