Manuela Kustermann
Presenta la Stagione Teatro Vascello 2025-2026
Sono queste le coordinate che guidano, anche quest’anno, la rotta del Teatro Vascello.
Una stagione, la 2025-2026, pensata come un attraversamento.
Un viaggio tra linguaggi, visioni, sperimentazioni.
Un atto poetico e politico insieme.
Fedeli alla nostra vocazione, continuiamo a battere la strada della ricerca, dell’innovazione, della memoria viva.
Non una semplice rassegna di spettacoli, ma un cantiere di senso, un laboratorio della forma che sfida l’omologazione e scardina le certezze.
In scena, i nomi più audaci e significativi del panorama teatrale contemporaneo.
Voci indipendenti, radicali, capaci di reinventare il teatro come luogo di rivelazione.
Ognuno con la propria grammatica, ognuno con la propria necessità.
Crediamo in un teatro che cura, che scuote, che non consola.
In una parola scenica che resiste: necessaria, non addomesticata, mai neutra.
Contro le narrazioni dominanti e il linguaggio manipolato dall’infocrazia, il nostro teatro si fa spazio di resilienza simbolica.
Una parola vera, viva, impertinente.
Una parola che difende l’umano, la sua complessità, la sua fragilità.
Il Teatro Vascello è questo: un microcosmo culturale inquieto e irrinunciabile.
Un avamposto. Un punto fermo nel vortice.
Accanto alla nostra programmazione – che abbraccia prosa, danza, musica – continua la collaborazione con il RomaEuropa Festival, che quest’anno si rafforza anche attraverso nuove coproduzioni di rilievo nazionale.
La stagione si aprirà a fine settembre con una rassegna di spettacoli dedicati al teatro etico e civile: opere potenti, urgenti, imperdibili.
E nel nostro foyer, spazio vivo e pulsante, torneranno gli appuntamenti con la musica dal vivo e la stand-up comedy.
Vi invitiamo a scoprire gli spettacoli in programma e a continuare con noi questo viaggio, sempre alla ricerca di un teatro che non avete mai visto.
E che non potete dimenticare.
Manuela Kustermann
23-24 settembre (martedì e mercoledì h 21)
Scritto e diretto da Alessia Cristofanilli
Con Federico Gatti, Sylvia Milton, Luca di Sessa
Movimenti di scena Alberto Bellandi
Scene Eleonora Ticca
Costumi Nika Campisi
Organizzazione e Ufficio Stampa Chiara Crupi -
Artinconnessione
Consulente politologo Luca Argenta
Produzione
Fragile Spazio, Fondazione Friedrich-Ebert-Stiftung
La Fabbrica
dell'Attore – teatro Vascello
in collaborazione con
Media Partner Scomodo- La
redazione
Durata 1 ora e 20 minuti
Sinossi
"Che cosa erano
le manifestazioni papà?" chiede Demo a Rud prima di prendere sonno. È sera
e nella casa-vivaio in cui vivono insieme a 138 piante l'aria è così densa che
sembra di toccarla. Edda e Rud hanno 3 figli e tante piante che chiamano per
nome ogni mattina. Non sappiano nulla né del luogo né del tempo in cui si trovano. Edda e Rud si sono battuti
per i valori della democrazia quando erano più giovani ed ora nel tentativo di
rimanere coerenti, conducono un’esistenza sospesa tra quello che in cui credono
e quello che bisogna fare per stare in piedi.
Questo equilibrio
opaco potrebbe resistere ancora a lungo, ma quella sera di settembre una
manciata di parole sussurrate durante una cena, mettono in crisi l’ecosistema
da dentro, le certezze crollano, insieme alle piante sulle mensole, per un
attimo il mondo si rovescia, si apre la strada al dubbio e alla messa in
discussione di tutta una vita.
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A PLACE OF SAFETY
Viaggio nel Mediterraneo centrale
ideazione Kepler-452
regia e drammaturgia Enrico Baraldi e Nicola Borghesi
con Nicola Borghesi, Flavio Catalano,
Miguel Duarte, Giorgia Linardi, Floriana Pati, José Ricardo Peña
assistente alla regia Roberta
Gabriele
scene e costumi Alberto Favretto
disegno luci Maria Domènech
suono e musiche Massimo Carozzi
consulente per il movimento Marta
Ciappina
produzione Emilia Romagna Teatro ERT
/ Teatro Nazionale, Teatro Metastasio
di Prato, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Théâtre des 13 vents CDN Montpellier
(Francia)
in
collaborazione con Sea-Watch
e EMERGENCY
il
progetto gode del sostegno del bando Culture Moves Europe, finanziato dall’Unione Europea e
dal Goethe-Institut
spettacolo in italiano, inglese, spagnolo e
portoghese con sovra titoli
Durata 1 ora e 50 minuti
Una
compagnia di teatro si imbarca su una nave di ricerca e soccorso nel
Mediterraneo centrale. Non sanno bene cosa stanno cercando, sanno solo che da
tempo sentono parlare di ciò che accade a pochi chilometri dalle coste italiane
e vogliono capire in prima persona uno dei fenomeni più drammatici degli ultimi
anni: la tratta migratoria più letale al mondo, un grande rimosso collettivo
della civiltà europea.
A place of safety è dunque la storia dell’incontro tra una
compagnia teatrale e un gruppo di persone che ha deciso di dedicare una parte
della propria vita al soccorso in mare.
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29-30
settembre (lunedì e martedì h 21)
VAUTOURS (AVVOLTOI)
di
Roberto Serpi
interpretato
e diretto da Sergio Romano, Roberto Serpi, Ivan Zerbinati
luci
Luca Bronzo
produzione
Fondazione Teatro Due Parma
Premio
Mezz’ore d’Autore 2022
Durata 1h e 15’
Testo, cinico, allo stesso
tempo reale e surreale e dai risvolti involontariamente comici
In un indefinito ambiente
sotterraneo vivono tre uomini che hanno perso l’unica cosa che conta davvero:
il loro lavoro. Avere un’occupazione stabile è il solo modo di esistere e di
non essere soli al mondo, ma ora è tutto perduto. I tentativi per rientrare in
Azienda si succedono in un crescendo goffo ma inarrestabile che mette a nudo la
loro vera anima fino a quel momento assopita dalla routine. Uno spaccato cinico
di un'umanità anestetizzata moralmente ed eticamente che non si ferma davanti a
nulla pur di raggiungere lo scopo, e che non piange e non ride più, da un bel
po’ di tempo. Un avvoltoio appollaiato che aspetta la sua carogna.
Per gli attori Vautours
(Avvoltoi) è un vero gioco dai ritmi serrati, che segue le orme della struttura
del giallo e oscilla fra la tensione di un continuo sentimento di sospensione e
le paradossali conseguenze a catena innescate da una irresistibile dinamica
testuale.
Un
lavoro di messa in scena corale che, in un ambiente nudo e privo di appigli
scenografici o sonori, fa risuonare con maggiore potenza la delicata intensità
del lavoro degli attori, impegnati in un’indagine sulla ricerca del proprio
posto nel mondo, forse addirittura sul senso della vita.
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1-2 ottobre (mercoledì e giovedì h 21)
creazione
e regia di Federico Restrepo e Denise Greber
Coreografie di Federico
Restrepo
con
Melisa Álvarez, Marina Celander, Mónica Lerch, Juan Pablo Toro, e Federico
Restrepo,
voce
di Sonia: Luz Beatriz Pizano
Performers in Kitchen Video:
Alberto Quiroga, con Esmeralda Pinzon, Carolina Restrepo, Federico Restrepo e
Natalia Schönwald.
Burattini, luci, video e
scenografia di Federico Restrepo.
Sound design e musica di
Leonie Bell.
Costumi di Becky Hubbert
produzione
Loco7 Dance Puppet Theatre Company (Colombia)
associato
a LaMama Excperimental Theatre Club di New York (USA)
presentato
in collaborazione con La MaMa Umbria International
Con
il supporto dell’Ambasciata Colombiana a Roma
e
di Mid Atlantic Arts -US Artists International
Durata 55 minuti
Dedicato a Sonia Jaramillo
(1940-2012) per averci ispirato a raccontare questa parte della sua storia. Le
conversazioni sul suicidio assistito sollevano questioni controverse ed
emotivamente complesse: moralità, religione, politica e fede.
La Loco7 Dance Puppet
Theatre Company, fondata dall'artista colombiano Federico Restrepo nel 1985,
sviluppa e promuove produzioni creative di danza, teatro, burattini, arti
visive e altre forme di espressione artistica, enfatizzando il pluralismo, il
dialogo e la trasformazione culturale. La missione artistica è quella di
sviluppare l'uso del teatro di figura come strumento per il danzatore, uno
stile che incorpora danza e design. Utilizzando musiche originali, musicisti, ballerini,
burattini e marionette più grandi del vero. La compagnia esplora l'intersezione
tra razza, cultura, storia e media a New York e in tutta la comunità globale.
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7 ottobre (martedì h 21)
IL PARADISO DI ACCATTONE
dagli
appunti di Pier Paolo Pasolini
un
progetto di Paola Pitagora e Massimo Luconi
con
Paola Pitagora
musiche
originali live Mirio Cosottini (tromba)
regia
a cura di Massimo Luconi
produzione
La Fabbrica dell'Attore
durata 70’
Un viaggio affascinante nella Roma degli anni 60, quella della
dolce vita e della scoperta delle borgate da parte di Pasolini. Un memoir
inedito che ci racconta il girovagare nella Roma dei ragazzi di vita, in
un percorso di amicizie e di rapporti con il grande mondo della letteratura e
del cinema.
Non è un momento facile per Pasolini, ha lasciato l’insegnamento
nella scuola di Ciampino e ha incominciato a scrivere sceneggiature per Fellini
e Bolognini e sarà proprio Bolognini a fargli avere l’opportunità per
realizzare il suo primo film, un capolavoro indiscusso che ancora oggi ci
appassiona e ci commuove.
Accattone è un affresco di quel sottoproletariato che vive nelle
periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della
propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una
condizione disperante. Il film doveva essere prodotto da Federico Fellini, che si tirò indietro
all'ultimo momento, preoccupato dall'imperizia di Pasolini con le tecnicità del
mezzo, a cui si avvicina per la prima volta con questo progetto. Il film sarà quindi prodotto da Alfredo Bini grazie all’aiuto di
Bolognini che convinse il produttore.
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18 - 19 ottobre (sabato h 21– domenica h
17) in corealizzazione con Romaeuropa Festival)
L'ANALFABETA
liberamente
tratto dai testi di Agota Kristof
un
progetto di Fanny&Alexander – Federica Fracassi
con
Federica Fracassi
regia scene e luci Luigi Noah De Angelis
sound
design Damiano Meacci
drammaturgia Chiara Lagani
produzione
E Production, Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa,
Teatro
Stabile di Bolzano,
In una fabbrica di orologi
in Svizzera, Agota Kristof lavora in silenzio, immersa nel ritmo ossessivo
delle macchine che scandiscono il tempo. Nel cassetto del suo tavolo da
operaia, c’è un foglio e una matita: quando un pensiero prende forma, lo annota
con urgenza, come per non perderlo. La lingua del luogo le è estranea. Usarla è
una sfida continua, quella di “un’analfabeta”. Eppure, tra il ticchettio
incessante delle macchine, la sua storia comincia a prendere vita. Per
raccontarsi, Kristof deve inventare delle maschere (quelle di Lucas, Claus,
Sandor o Line) e la fabbrica presto diventa il palcoscenico di un mondo
interiore, dove i sogni e i ricordi dell’infanzia si mescolano alle immagini
del presente. Federica Fracassi, con una fedeltà straordinaria, incarna
Kristof: stessa espressione, stessi occhiali, stessa postura. Il sound design
trasforma il ticchettio degli orologi in un battito vitale, dando forma a un
labirinto di memoria e scrittura, un atto di ricordo, di resurrezione, che risveglia
l’anima di Kristof in una danza tra ciò che è stato e ciò che ancora vive nel
suo pensiero.
BIGLIETTERIA DI ROMAEUROPA
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Dal 21 al 26 ottobre (dal martedì al venerdì h 21 sabato h
19 e domenica h 17)
in
corealizzazione con Romaeuropa Festival
FRANKENSTEIN (a love story)
+ FRANKENSTEIN (a history of hate)
uno spettacolo di Motus
ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo
con Silvia Calderoni, Alexia
Sarantopoulou, Enrico Casagrande
traduzione
Ilaria Patano
scena e costumi Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
ambienti sonori Enrico Casagrande
video Vladimir Bertozzi
produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE –
La
compagnia italiana Motus presenta per la prima volta insieme i due capitoli del
proprio progetto dedicato alla figura di Frankenstein: A love story e A
History of Hate. Se nel primo capitolo la solitudine della scrittrice Mary
Shelley e delle sue creature diventa spunto per esplorare il confine tra umano
e non-umano, in A History of Hate tratta di quell’inceppo del
meccanismo amoroso che provoca un ribaltamento dalle conseguenze irreversibili.
È qui che l’amore, inaspettatamente, si trasforma in odio, la benevolenza in
violenza, e le creature, inascoltate e isolate, si fanno mostri. Come nel
romanzo di Shelley, dove la creatura è un “infelice”, qui il mostro nasce dalla
solitudine, dalla sofferenza, e dal rifiuto, in un continuo, doloroso tentativo
di trovare un posto nel mondo.
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Dal 28 al 30 ottobre (martedì, mercoledì e giovedì h 21)
in
corealizzazione con Romaeuropa Festival
LA DIVA DEL BATACLAN
regia, drammaturgia e testi Gabriele
Paolocà con Claudia Marsicano
musiche originali Fabio Antonelli
con
Claudia Marsicano
scene Rosita Vallefuoco
luci Martìn Emanuel Palma
costumi Anna Coluccia
prodotto da Cranpi, SCARTI Centro di Produzione Teatrale d'Innovazione,
Romaeuropa Festival
La
Diva del Bataclan è
un musical che scava nelle pieghe oscure di una società ossessionata dalla fama
e dalla redenzione. Creato da Gabriele Paolocà, con musiche di Fabio Antonelli,
lo spettacolo racconta la storia di Audrey, una giovane donna disposta a tutto
pur di sfuggire a una realtà da cui si sente lontana. Claudia Marsicano dà vita
a questa figura ambigua, reinventando sé stessa come sopravvissuta agli
attacchi del Bataclan in un pericoloso gioco tra finzione e realtà. Gli
attacchi del 13 novembre 2015 sono stati l'epicentro di un'esplosione
mediatica, dove dolore e solidarietà hanno preso forma e voce sui social media.
In un mondo di immagini e parole, che amplifica il dramma trasformandolo in
spettacolo, emerge il terreno fertile per la creazione di "false
vittime": figure che scelgono di aumentare la propria visibilità
appropriandosi del dolore altrui. Nel suo disperato desiderio di riscatto,
Audrey si immerge in un'identità costruita, sfidando la realtà e i suoi
confini, e si trasforma in una martire, la "Diva del Bataclan".
Rocker (riferendosi alla band Eagles of Death Metal che si esibì la notte del
tragico evento), è pronta a trascinare il pubblico in un vortice dove ogni nota
racconta il desiderio di reinventarsi e scomparire, di essere vista a ogni
costo.
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Dal 12
al 16 novembre (dal mercoledì al venerdì 21 sabato h
19 e domenica h 17)
in
corealizzazione con Romaeuropa Festival
OLTRE
ideazione e regia
Fabiana Iacozzilli
dramaturg Linda Dalisi
con Andrei Balan, Francesco Meloni, Marta
Meneghetti, Giselda Ranieri, Evelina Rosselli, Isacco Venturini, Simone
Zambelli
scene Paola Villani
musica e suono Franco Visioli
luci Raffaella Vitiello
animazione cura Michela Aiello
produzione Teatro Stabile dell'Umbria
in coproduzione con Cranpi, La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello
Con Oltre,
Fabiana Iacozzilli torna al Romaeuropa Festival per raccontare una storia di
sopravvivenza e trasformazione. Scritta da Linda Dalisi, la pièce è ispirata al
disastro aereo sulle Ande del 1972: sedici giovani in lotta contro il freddo,
la fame e la morte. Il loro atto più estremo – nutrirsi dei compagni perduti –
diventa sacro, comunione tra vivi e morti. Il rugby, gioco di corpi
intrecciati, diventa simbolo di resistenza: nella mischia, ci si tiene e si
spinge avanti insieme. Nella neve, la fusoliera spezzata è grembo e tomba,
rifugio e prigione. Le marionette di Paola Villani trasformano la sofferenza in
visione: corpi che appassiscono, si fratturano, si fondono l'uno nell'altro.
Oltre non è una storia di catastrofe, ma di rinascita. Di ciò che resta, di ciò
che ci tiene in vita. E della memoria, che si rifiuta di lasciar scomparire i
morti.
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18 novembre (martedì h 21)
BURNT
OFFERING (Je: Una Vita in Fiamme)
direttore artistico e coreografia:
Jang Hyerim
danza:
Jang Hyerim, Jang Seoyi, Lee Gowoon, Lee Sookyung, Choo Seryoung
musica: Park Jihyun, Cha Haerang
composta e diretta da Ju Bora e Hwang
Gina
costumi: Min Cheonhong, Bae Kyoungsool
direttore di scena: Park Jonghoon
produttore: Uh Jean 99artcompany di
Seoul Corea
in collaborazione con
Istituto Cultura Coreano e Korean Foundation for International Cultural Exchange
durata 55’
99artcompany,
diretta dalla coreografa Jang Hyerim, sviluppa la sua ricerca partendo
dall’unicità della tradizione coreana riletta attraverso uno sguardo
contemporaneo. Fondata nel 2014, le sue creazioni superano l’idea di una
tradizione standardizzata e propongono una visione che sottolinea l’importanza
del ruolo dell’arte nel guidare i cambiamenti della nostra società.
Burnt
Offering della compagnia coreana 99artcompany, premiata come miglior produzione
ai Seoul Arts Awards, si basa sulla danza tradizionale “Seungmu” e utilizza la
musica coreana, la voce e il movimento per esprimere le storie contemporanee
che bruciano dentro di noi. I danzatori si riuniscono all’altare e, uno alla
volta, offrono il loro sacrificio. Sono operai, travolti e sopraffatti dal
lavoro, intrappolati in una ripetitiva routine quotidiana, la loro vita brucia
e si consuma senza significato, ma quando alzano lo sguardo, mentre nuvole di
incenso fluttuano nell’aria, danno inizio a una danza che arde, avvolgendo
tutti i sensi e risuonando nell’anima.
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dal
21 al 30 novembre dal martedì al venerdì h 21,
sabato h 19 e domenica h 17
Debutto
venerdì 21 novembre h 21
ANTIGONE
di
Jean Anouilh
adattamento
di Roberto Latini
personaggi
e interpreti
Silvia
Battaglio - ISMENE
Ilaria
Drago - EMONE
Manuela
Kustermann – LA NUTRICE
Roberto
Latini - ANTIGONE
Francesca
Mazza – CREONTE
scene Gregorio
Zurla
costumi Gianluca
Sbicca
musica e suono
Gianluca Misiti
luci e direzione
tecnica Max Mugnai
in collaborazione
con Bàste Sartoria
regia Roberto
Latini
produzione La
Fabbrica dell'Attore teatro Vascello - Teatro di Roma teatro Nazionale
PRIMA
NAZIONALE Anfiteatro Ostia Antica 18-19 luglio
2025
Antigone è nel
destino del Teatro di ogni tempo.
È uno dei modelli
archetipici che ci accompagnano a prescindere dalla nostra storia, cultura,
religione, visione.
È filosofia scesa
intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta.
È una delle prove
del nostro essere umani, una di quelle poche che abbiamo scelto di portarci
attraverso i secoli, per affermarci e riconoscerci.
Per consolarci,
promettendo a noi stessi di averne cura.
L’abbiamo
evocata, immaginata, misurata al nostro poco. L’abbiamo trattenuta, pregata,
liberata nel cuore.
L’abbiamo
raccontata, ogni volta che abbiamo potuto.
L’abbiamo riscritta
con le parole nuove che abbiamo imparato vivendo, morendo nel quotidiano
fallire, sapendo che ogni variazione è già Teatro.
Come quando lo
spettacolo incontra un altro palcoscenico oltre quello del debutto,
la misura,
l’accordo, la messa in voce di suoni e corpi, si conclamano dallo spazio
successivo a quello della prima.
Le parole sono in
movimento, avanti e indietro e intorno al punto di percezione di quando siamo
spettatori.
Come quando lo
spettacolo incontra un’altra platea oltre quella del debutto.
Il dono che
portiamo è una promessa e quella di Anouilh è un’Antigone che ci parla da così
vicino che quasi quasi potremmo abbracciarla.
La sentiamo dire
di noi in tutte le lingue, e capiamo tutto, ogni sfumatura, silenzio, respiro.
Di Antigone,
Anouilh, non ha riscritto le parole, ha scritto la voce.
Antigone o della disputa della ragione, delle
ragioni.
Di quelle
trasversali, dimesse dall’identità individuale a favore di un corpo-coro che le
comprenda tutte.
Oltre
l’appartenenza, l’anagrafica, il genere, sono parole che vengono da noi stessi:
le ascoltiamo nella nostra stessa voce: siamo Antigone e Creonte insieme, o lo
siamo già stati più volte, di più in certe fasi della vita e meno in altre e
viceversa o in alternanza.
Le leggi devono
regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita?
Uno di fronte all’altro, a farsi carico di una ragione giusta, di una
giustizia, o di un’altra giustizia, incontriamo noi di fronte a noi, a
scegliere le domande da infilare nelle tasche del tempo, dell’età, della
speranza; ad aspettare le risposte che il tempo, guardandoci, sceglierà di
farci dire.
Penso a questo
testo come a un soliloquio a più voci. Una confessione intima e segreta, nella
verità vera, scomoda, incapace, parziale, che ci dice che la nostalgia del
vivere è precedente a tutti noi, perché sappiamo da sempre che quel corpo
insepolto siamo noi mentre siamo ancora vivi.
Anche per questo,
ho distribuito i ruoli in due modalità diverse e complementari.
Alcuni personaggi
corrispondono a se stessi, altri al proprio riflesso.
Antigone e
Creonte, come di fronte a uno specchio: chi è Antigone è il riflesso di Creonte
e chi è Creonte è il riflesso di Antigone.
A Teatro parliamo
sempre di questo:
Essere uomini o essere umani.
Roberto Latini
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Dal 2 dicembre all’11
gennaio (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
METADIETRO
di
Flavia Mastrella Antonio Rezza
con
Antonio Rezza
e
con Daniele Cavaioli
habitat
Flavia Mastrella
(mai)
scritto da Antonio Rezza
assistente
alla creazione Massimo Camilli
luci
e tecnica Alice Mollica
voci
fuori campo Noemi Pirastru e Mauro Ranucci
montaggio
traccia sonora Barbara Faonio
mix
traccia sonora Stefano Falcone
una
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello - Rezza Mastrella
L’ammutinamento è sempre
auspicabile in un organismo sano. Un ammiraglio blu elettrico
tenta di portare in salvo la
sua nave spalleggiato da una frotta che lo stordisce con ossessioni di mercato:
la salvezza di chi ti è vicino non è la via di fuga per chi vive delle proprie
idee. In ogni caso nessuno è colpevole, c’è solo un gran divario nello stare al
mondo. Tra visioni difformi si consuma l’ennesimo espatrio, che non è la
migrazione di un popolo, ma l’allontanamento inesorabile dalla propria
volontà.
E vissero tutti relitti e
portenti.
Tornare alla dimensione
naturale e selvaggia è impossibile. Viviamo una nuova preistoria; la mansione
umana è mortificata, confusa e inadeguata. Nello spazio virtuale fatto materia,
un ecopentagono provoca il vuoto, personaggi invisibili fiancheggiano
l’egocentrico edificio:
non sono fantasmi ma
sollecitazioni induttive e, nonostante tutto, la realtà non è mai uniforme,
scombina sempre i programmi prestabiliti e nutre in modo imprevedibile la
funzione della fantasia.
La crudeltà tecnologica
permea l’essere vivente.
È la scomparsa dell’eroe.
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Lunedì’ 22 dicembre (h 21)
LE GRANDI
COLONNE SONORE 2
M° Paolo Vivaldi
dirige l'Orchestra Giovanile di Roma
omaggio a Nino Rota, Ennio Morricone, Ryūichi Sakamoto e altri.
dopo il
grande successo dello scorso anno proponiamo una nuova edizione del concerto
con l’esecuzione sinfonica delle più celebri colonne sonore che hanno fatto la
storia del cinema, verranno eseguite e introdotte da una breve introduzione del
Maestro Vivaldi che ne spiegherà la loro attinenza al film e le loro
caratteristiche espressive Il concerto sarà eseguito con il supporto delle
immagini dei film sullo schermo.
Dal 15 al 18 gennaio (giovedì e venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
WONDER WOMAN
di Antonio Latella e Federico Bellini
regia Antonio Latella
con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi,
Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti
Costumi Simona D’amico
Musiche e suono Franco Visioli
Movimenti Francesco Manetti e Isacco Venturini
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa in collaborazione con
Stabilemobile
Durata 80 minuti
Nel 2015, ad Ancona, una ragazza peruviana è con ogni
probabilità vittima di uno stupro di gruppo; con una sentenza che suscitò molto
scalpore, le giudici della Corte d’Appello chiamate ad emettere una sentenza
sul fatto decisero di assolvere gli imputati con motivazioni quantomeno
discutibili. Secondo le giudici, la ragazza risultava “troppo mascolina” per
essere attraente e causa di violenza sessuale. L’intera vicenda contribuisce a
creare una sorta di eroina contemporanea, una Wonder Woman che, come nel
fumetto creato da William Marston, sembra essere parte di quelle Amazzoni
costrette a combattere contro gli uomini oppressori guidati da Ercole. Una
donna guerriera dei nostri tempi che non esita a denunciare i propri assalitori
e a farsi carico della fatica e della sofferenza che provoca ogni tentativo di
far emergere l’autenticità dei fatti, come ben sapeva William Marston stesso, a
cui si deve, oltre all’invenzione di Wonder Woman, la creazione della
cosiddetta macchina della verità.
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dal 20 al 25 gennaio (dal martedì al
venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
AMORE
uno spettacolo di
Pippo Delbono
con Dolly Albertin,
Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão,
Mario Intruglio,
Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo,
Grazia Spinella
musiche originali di
Pedro Jóia e di autori vari
collaboratori
artistici scene Joana Villaverde, costumi Elena Giampaoli,
luci Orlando
Bolognesi, consulenza letteraria Tiago Bartolomeu Costa
suono Pietro Tirella,
regia Pippo Delbono
produzione Emilia
Romagna Teatro ERT- Teatro Nazionale
Durata: 60’
Il progetto nasce dall’incontro e dall’amicizia fra Pippo
Delbono e il produttore teatrale italiano da anni attivo in Portogallo Renzo
Barsotti e dal loro desiderio di realizzare insieme uno spettacolo sul
Portogallo. Da qui inizia la ricerca sull’“amore” come sentimento, stato
dell’anima. Un vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano, che seleziona,
sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, che sentiamo, tutto ciò che
desideriamo.
Amore è un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia
esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella
delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita. Le note sono
quelle malinconiche del fado, che esplodono in slanci energici attraverso la
voce dei suoi cantanti, spalancata a raggiungere ogni angolo della sala; il
ritmo quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta
processione; l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda.
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dal 27 gennaio all’8 febbraio (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
MISURARE IL SALTO DELLE RANE
Uno spettacolo di Carrozzeria
Orfeo
Drammaturgia Gabriele Di Luca
Regia Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti
Con Elsa Bossi, Marina Occhionero e Chiara
Stoppa
Musiche originali Massimiliano Setti
Scene Enzo Mologni
Costumi Elisabetta Zinelli
Una produzione Fondazione Teatro Due, Accademia
Perduta/Romagna Teatri, Teatro Stabile d’Abruzzo, Teatri di Bari e Fondazione
Campania dei Festival -
in collaborazione con Asti Teatro 47
Misurare il salto delle rane è una dark comedy ambientata in un piccolo
paese di pescatori tra gli anni '80 e '90. Protagoniste sono tre donne di
diverse generazioni - Lori, Betti e Iris - unite da un tragico lutto avvenuto
vent'anni prima e ancora avvolto in un'aura di mistero. Il paese emerge come un
frammento dimenticato, circondato da un vasto lago e da una palude minacciosa
che lo isola dal mondo esterno, un microcosmo sospeso tra arcaismo e
quotidianità, dove una piccola comunità persiste ancorata a consuetudini
superate. Partendo da questo habitat, Misurare
il salto delle rane, la nuova produzione
di Carrozzeria Orfeo, senza
rinunciare all’ironia che la contraddistingue, vuole
essere un’indagine poetica e tragicomica sulla condizione umana contemporanea:
un viaggio nell'intimità di tre esistenze femminili che si specchiano l'una
nell'altra e che, in modo diverso, rifiutano etichette imposte dall’esterno
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9 -10-11 febbraio (lunedì, martedì e mercoledì h 21)
IL SEN(N)O
di
Monica Dolan
titolo
originale The B*easts
con
Lucia Mascino
adattamento
e regia Serena Sinigaglia
dramaturg
e traduzione Monica Capuani
scene
Maria Spazzi
luci
e suoni Roberta Faiolo
costumi
Stefania Cempini
produzione
Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
distribuzione
a cura di Mismaonda
durata
75’ senza intervallo
Alla fine tutto si riduce a una sola
domanda: pensiamo che il seno sia una cosa oscena oppure che sia quello che è e
basta?
Una psicoterapeuta si trova a dover
valutare un gesto mai compiuto prima. Una madre ha preso una decisione sul
corpo di sua figlia e questa decisione scatena intorno a lei una serie di
conseguenze e di reazioni sempre più fuori controllo.
Un monologo volutamente sfidante, Il
Sen(n)o ci conduce nell’esplorazione di un tema terribilmente attuale: come
l’esposizione precoce alla sessualizzazione e alla pornografia nell’era di
internet abbiano inciso profondamente sulla nostra cultura.
Scritto da Monica Dolan e tradotto da
Monica Capuani, dopo un enorme successo in Inghilterra Il Sen(n)o debutta per
la prima volta in Italia interpretato da Lucia Mascino con la regia di Serena
Sinigaglia.
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dal 13 al 22 febbraio dal martedì al venerdì h 21, sabato h
19 e domenica h 17
debutto venerdì 13 febbraio h 21
POVERI CRISTI
di e con Ascanio Celestini
e con Gianluca Casadei alla fisarmonica
produzione Fabbrica, Teatro Carcano
In una periferia di Roma che somiglia a tante periferie del
mondo si intrecciano le vite di poveri cristi.
C’è Giobbe, magazziniere analfabeta che ha messo a punto una tecnica per
sistemare la merce nel magazzino senza sapere leggere una parola.
C’è la Vecchia che insegna alla Prostituta che per il sapere e la cultura non
serve il denaro: i libri nelle biblioteche sono gratis e i musei un giorno al
mese aprono anche a chi non può pagare.
C’è Joseph che è partito dal suo paese, ma prima di arrivare in Italia è stato
seppellitore, emigrante, schiavo, naufrago, detenuto, facchino e barbone.
E poi c’è il razzista, la Donna Impicciata, lo Zingaro di otto anni che fuma,
Domenica, il Preposto della cooperativa e persino San Francesco…
Ma quando andiamo in scena non ci sono tutti.
Ogni replica scegliamo un paio di storie, una manciata di personaggi. Come in
un concerto dove il musicista sceglie quali brani diversi da suonare, fa una
scaletta.
Tutti questi personaggi hanno qualcosa in comune. Sono quelli
brutti che finiscono sui giornali quando accade qualcosa di grave, di
scandaloso. Io cerco di raccontarli come santi quando succede un prodigio.
Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. I suoi testi sono legati a un
lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni
relative alla storia recente e all’immaginario collettivo. Tra i suoi ultimi
spettacoli teatrali, Laika (2015), Pueblo (2017)
e Rumba (2023) fanno parte della trilogia che è all’origine
di Poveri cristi. Di questi testi, Celestini ha curato
la regia in Belgio e in Francia con l’attore David Murgia, e in Svezia con
l’attore Özz Nûjen. Per il cinema ha realizzato due film: La pecora
nera (2010), in concorso alla 67ª Mostra del cinema di Venezia,
e Viva la sposa (2015) in concorso alle Giornate degli autori
a Venezia. Il suo disco Parole sante ha vinto il Premio Ciampi
come Miglior debutto discografico dell’anno e il Premio Arci «Dalla parte buona
della musica». Per Einaudi ha pubblicato Storie di uno scemo di guerra (2005), La
pecora nera (2006), Lotta di classe (2009), Io
cammino in fila indiana (2011), Pro patria (2012), Barzellette (2019), Radio
clandestina (2020), I parassiti (2021) e Poveri
cristi (2025).
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Dal 24 febbraio al 1°
marzo (dal martedì al venerdì h
21, sabato h 19 e domenica h 17)
4 5 6
scritto e diretto da Mattia Torre
con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino
e con Giordano Agrusta
scene Francesco Ghisu
costumi Mimma Montorselli
con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino
e con Giordano Agrusta
scene Francesco Ghisu
costumi Mimma Montorselli
produzione Marche Teatro
/ Nutrimenti Terrestri / Walsh
Durata: 80’
456 è la storia comica e violenta di una famiglia che, isolata e chiusa, vive
in mezzo a una valle oltre la quale sente l’ignoto. Padre, madre e figlio sono
ignoranti, diffidenti, nervosi. Si lanciano accuse, rabboccano un sugo di
pomodoro lasciato dalla nonna morta anni prima, litigano, pregano, si odiano.
Ognuno dei tre rappresenta per gli altri quanto di più detestabile ci sia al
mondo.
E tuttavia occorre una
tregua, perché sta arrivando un ospite atteso da tempo, che può e deve cambiare
il loro futuro.
Tutto è pronto, tutto è
perfetto. Ma la tregua non durerà.
4 5 6 nasce dall’idea che l’Italia non è un paese, ma una
convenzione. Che non avendo un’unità culturale, morale, politica, l’Italia
rappresenti oggi una comunità di individui che sono semplicemente gli uni
contro gli altri: per precarietà, incertezza, diffidenza e paura; per mancanza
di comuni aspirazioni. 4 5 6 è una commedia che racconta come proprio
all’interno della famiglia – che pure dovrebbe essere il nucleo aggregante, di
difesa dell’individuo – nascano i germi di questo conflitto
dal 3 all’8
marzo (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
ORLANDO
Andrea De Rosa / Fabrizio Sinisi / Anna Della Rosa / Virginia
Woolf
dal romanzo di Virginia Woolf
e dal carteggio tra Virginia Woolf e Vita Sackville-West Scrivi
sempre a mezzanotte (Donzelli)
drammaturgia Fabrizio Sinisi traduzione Nadia Fusini
regia Andrea De Rosa
con Anna Della Rosa
scene Giuseppe Stellato
musica di scena Sinfonia n.6 (Patetica) di Čajkovskij
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
durata 60’
Il 9
ottobre del 1927, Virginia Woolf scrive una lettera all’amata Vita
Sackville-West: “Supponi che Orlando si riveli essere Vita e che sia tutto su
di te e la lussuria della tua carne e la seduzione della tua mente… ti secca?
Di’ sì o no”. Vita non si sottrae, accettando di diventare oggetto, musa,
modello e interlocutrice di uno dei romanzi più originali della letteratura
moderna. La scrittura di Orlando nasce così: come un omaggio d’amore, un
atto di gioia offerto a una donna e al mondo. Intersecandosi continuamente con
la vita della scrittrice, in un enigmatico intreccio tra opera e biografia, la
vicenda di Orlando – nato uomo nel XVI secolo, vissuto per più di quattrocento
anni, e mistericamente transitato nel Femminile – si trasforma in questo
spettacolo in un inno all’estasi ma anche all’ossessione della letteratura: una
lunga, straordinaria lettera d’amore in forma di romanzo.
dal 12 al
22 marzo (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
LA STORIA
liberamente ispirato a La storia di Elsa
Morante
drammaturgia
Marco Archetti
regia Fausto Cabra
con Franca Penone, Alberto Onofrietti, Francesco Sferrazza Papa
scene e costumi Roberta Monopoli
drammaturgia del suono Mimosa Campironi
luci Gianluca Breda, Giacomo Brambilla
video Giulio Cavallini
produzione
Teatro Franco Parenti / Centro Teatrale Bresciano /
Fondazione
Campania dei Festival
durata
1 h e 50’
La Storia si scrive sulla
carne viva degli ultimi, ma scrive anche Elsa Morante è la piccola storia
di Nino, Useppe e Ida. E, in scena, una donna di oggi, rileggendo il romanzo,
capolavoro assoluto del ‘900 europeo, ricrea nella mente il suo personale
attraversamento di quelle vicende. Questo nostro spettacolo non ha l'ambizione
di sostituirsi all'esperienza del libro, anzi: sarà veramente riuscito se
accenderà il desiderio di tornare al libro. Il nostro lavoro, infatti, non può
che offrirsi, onestamente, come uno dei mille viaggi possibili all’interno di
questo inesauribile scrigno di umanità.
L’altra via d’accesso che
abbiamo utilizzato nell’allestimento vuole mettere a contatto una dimensione
estremamente macchinosa e razionale con l’immensa umanità e fragilità
delle creature raccontate dalla Morante. In questo senso, lo spettacolo vuole
anche essere un omaggio a due Maestri della scena italiana: Luca Ronconi
con le sue lucide architetture e vivisezioni analitiche, e Carlo Cecchi
con la sua caotica e turbinosa umanità imbevuta di qui e ora.
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dal 24 al 29 marzo (dal martedì al
venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
LETTERE A
BERNINI
di Marco Martinelli
in scena Marco
Cacciola
disegno luci Luca
Pagliano
scenografia Edoardo
Sanchi
musiche originali e
sound design Marco Olivieri
ideazione Marco
Martinelli, Ermanna Montanari
regia Marco
Martinelli
coproduzione
Albe / Ravenna Teatro - Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
Lettere a Bernini si svolge
interamente in un giorno d’estate dell’anno 1667. In scena, nel suo studio di
scultore, pittore e architetto, il vecchio Gian Lorenzo Bernini, la massima
autorità artistica della Roma barocca, è infuriato con Francesca Bresciani,
intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San
Pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto
prezzo per il suo lavoro.
Nell’infuriarsi, Bernini
evoca l’ombra dell'odiato rivale, Francesco Borromini, il geniale architetto
ticinese. Un’evocazione in absentia, al pari di quelle dei suoi allievi,
ai quali Bernini si rivolge, discutendo con loro, mettendoli in posa, facendoli
recitare nelle commedie da lui scritte e dirette, perché imparino a incarnare
gli ‘affetti’, i sentimenti che dovranno trasferire nel marmo. Quando, poi,
giungerà la notizia inaspettata del suicidio di Borromini, la furia cederà il
passo alla pietas: per la tremenda depressione che aveva colpito il
rivale in quegli ultimi anni e, al contempo, per l’incessante guerra che gli
artisti si fanno, tutti contro tutti. Travolto da quella pietas, Bernini
giungerà a riconsiderare l’opera del collega, riconoscendone l’alto valore.
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dal 31 marzo al 4 aprile (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19)
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
scritto e diretto da Valentina
Esposito
con Alessandro
Bernardini, Fabio Camassa, Luca Carrieri, Matteo Cateni, Chiara Cavalieri,
Viola Centi, Massimiliano De Rossi, Roberto Fiorentino, Sofia Iacuitto,
Gabriella Indolfi, Giulio Maroncelli, Claudia Marsicano, Giancarlo Porcacchia,
Cristina Vagnoli,
Camila
Urbano
costumi Mari Caselli
fantocci Mari Caselli e Costanza Solaro Del Borgo
teste in lattice Gemelli Magrì
ideazione scenografica Valentina Esposito
pupazza Edoardo Timmi
musiche Luca Novelli
Produzione Fort Apache Cinema
Teatro in collaborazione con La Fabbrica dell'Attore -teatro Vascello
Lo
spettacolo affronta il tema della violenza di genere e della cultura
patriarcale e omertosa che la legittima, degli abusi sulle donne, dei corpi
feriti fino alla negazione dell’identità. Carnevale, provincia e riti popolari
fanno da cornice alla feroce interpretazione delle attrici e degli attori ex
detenuti della Compagnia, in un allestimento visionario tra maschere della
tradizione teatrale rivisitate dalla costumista Mari Caselli, fantocci in
lattice realizzati dai maestri degli effetti speciali Gemelli Magrì e musiche
originali di Luca Novelli (Mokadelic).
FORT APACHE CINEMA TEATRO è l’unica Compagnia teatrale stabile
in Italia ed Europa costituita da attori ex detenuti
oggi professionisti di cinema e palcoscenico. È diretta da
Valentina Esposito, autrice e regista impegnata da quasi vent’anni nella
conduzione di attività teatrali dentro e fuori le carceri italiane. Realizza
produzioni cinematografiche e collabora con Sapienza Università di Roma in
Progetti di Ricerca e Formazione.
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LA SORELLA MIGLIORE
di Filippo Gili
con Vanessa Scalera
e con Daniela Marra, Giovanni Anzaldo, Michela Martini
regia Francesco Frangipane
produzione Argot Produzioni e Infinito Teatro
in co-produzione Teatro Delle Briciole Solares Fondazione
delle Arti
Un intenso e appassionante
dramma familiare dove l’amore si scontra e fa a botte con il senso di colpa e
il rimorso, in un turbinio di sentimenti e riflessioni su ciò che è giusto, che
è morale.
Come cambierebbe la vita di
un uomo, anni prima colpevole di un gravissimo omicidio stradale, se venisse a
sapere che la donna da lui investita e uccisa avrebbe avuto, per chissà quale
male, nell’istante dell’incidente, solo tre mesi di vita?
Sarebbe riuscito a
sopportare, con minor peso, gli anni del dolo e del lutto, gli stessi in cui
vivono per chissà quanti anni ancora, le persone legate alla donna uccisa?
E quanto sarebbe giusto
offrire alla coscienza di un uomo, macchiatosi di una tale nefandezza, una
scorciatoia verso la leggerezza, verso la diluizione di un tale peso? Ma poi
siamo così sicuri che un familiare, una strana sorella, per quanto possa amare
lo stolto, gli regalerebbe questa comoda verità? Oppure a suo modo, mettendo da
parte l’amore e forse per chissà quali pregressi gliela farebbe comunque
scontare?
dal 14 al 19 aprile (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
STANZA CON COMPOSITORE, DONNE, STRUMENTI MUSICALI,
RAGAZZO
testo inedito di Fabrizia Ramondino
regia e scene Mario Martone
con la collaborazione di Ippolita di Majo
con Lino Musella, Iaia Forte, Tania Garribba, Totò Onnis,
India Santella, Matteo De Luca
costumi Ortensia De Francesco
luci Cesare Accetta
con i contributi di Ernesto Tatafiore (strumenti musicali),
Pasquale Scialò (sinfonia degli attacchi), Anna Redi (tango)
produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 70’
Un uomo, un compositore, dal chiuso della sua stanza, si
rivolge al mondo esterno. Nel flusso di questo monologare sbalzano fuori le
figure cardine del suo mondo interiore: gli affetti più cari e gli
strumenti musicali. Un teatro della mente scolpito da versi che colpiscono
al cuore.
Fabrizia Ramondino
cominciò a frequentare assiduamente il teatro dopo l’esperienza della
sceneggiatura di Morte di un matematico napoletano che
scrivemmo insieme. Si divertiva moltissimo col mondo dei registi, degli attori,
dei nuovi autori che veniva a scoprire. Folgorante fu l’incontro con i testi di
Thomas Bernhard, che la spinsero a tuffarsi nella scrittura teatrale. A
distanza di trent’anni dalla messa in scena di Terremoto con madre e
figlia sono felice di portare all’attenzione degli spettatori un altro
suo testo, Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo,
che spero contribuisca a metterla in luce come autrice della nostra
contemporaneità. Le sue prose come il suo teatro esplorano coraggiosamente
sentieri espressivi che oggi vengono praticati dagli autori e autrici più
interessanti. Mario Martone
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dal 22 al 30 aprile
(dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
ANTOLOGIA
DANCO
Scritto e diretto da
Eleonora Danco
Con Eleonora Danco e
cast in via di definizione.
Musiche scelte da
Marco Tecce
Scenografia Mario
Antonini
Disegno Luci Eleonora
Danco
Regia Eleonora Danco
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dEVERSIVO
(22-23-24/4 h. 21)
spettacolo cult di Eleonora Danco, ispirato all’opera di
Robert Rauschenberg. Uno spettacolo tragicomico, dissacrante e
scanzonato. L’intero palcoscenico viene usato come un tappeto volante che
sorvola una città Roma immobile nel tempo: da Piazza Navona a Tor Bella Monaca,
la protagonista si aggira senza pace, scontrandosi con una serie di personaggi
memorabili, tra il comico e il drammatico. Lo spettacolo è stato ispiratore del suo
ultimo film N-EGO uscito a maggio 2025.
Durata 60’
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SABBIA
(25/4 h.19 e 26/4 ore 17)
testo
commissionato ad Eleonora Danco nel 2005 sul tema dell’omosessualità. “Avere
una doppia vita, mentire, nascondere. Sono voci, squarci, corpi. Un passaggio
soave e violento. Uomini, donne, adolescenti non escono mai dalla loro
condizione, la vivono, la subiscono. Come disegni sulla sabbia svaniscono
ingoiati da loro stessi. Non esistono più.” Lo spettacolo rappresentato dal
2005 in tutta Italia, a distanza di 25 anni dal suo debutto dimostra di essere
attualissimo contemporaneo, senza tempo.
Durata 60’
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INTRATTENIMENTO
VIOLENTO – con ospiti a sorpresa (28-29-30/4 h.21)
Intrattenimento
Violento è uno spettacolo performance, tragicomico e viscerale.
Al
teatro vascello verrà presentato in forma corale con un cast di attori artisti.
Personaggi presi dalla strada, stati d’animo, frammenti d’infanzia. Una
performance intensa, vitale e trascinante. Un concerto, uno spartito, una tela
che si fa a pezzi.
Durata 65’
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dal 5 al 10 maggio (dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
Istruzioni per l’uso del Divino Amore: mana enigmistico.
LE BACCANTI
di Euripide che “precipitano” a
contatto col reagente Marcido
riscrittura di Marco Isidori
con Paolo Oricco, Maria Luisa Abate, Valentina Battistone,
Ottavia Della Porta,
Alessio Arbustini, Alessandro Bosticco e l’Isi (Marco
Isidori)
scene e costumi Daniela Dal Cin
regia Marco Isidori
produzione: Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
Alle soglie del quarantennale della loro avventura artistica, i
Marcido tornano alla tragedia greca: una sorta di fil rouge nella loro
produzione. Il testo di Euripide, attraversato come d’abitudine dalla penna
affilata di Isidori, vive in una riscrittura che trasporta la sensibilità
attica nella temperie dell’oggi.
La vicenda è riletta attraverso la lente del grottesco: la via
dell’antica catarsi è percorsa da una spiccata dimensione ludica; trionfa il
gioco del Teatro, affidato alla
voce di un coro tragico che diventa Coro Marcido, catalizzatore di
un’energia scenica travolgente, una voce sola, un tutt’uno con la macchina
scenica che campeggia sul palco.
Questa volta è il Palazzo di Penteo, l’ultima delle straordinarie
invenzioni della scenografa Daniela Dal Cin (che per il Palazzo di “Edipo re”
era stata finalista ai Premi Ubu); gli interpreti lo scalano, lo assediano,
s’inerpicano sopra e dentro l’architettura aprendo botole e svelando meccanismi
nascosti, nel segno di quella fantasia sorprendente che è il simbolo più vivo e
più conosciuto del teatro dei Marcido.
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dal 13 al 17 maggio (dal mercoledì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
CASANOVA
Di Fabrizio Sinisi
liberamente ispirato a Storia della mia vita di
Giacomo Casanova
regia Fabio Condemi
Personaggi e interpreti
Casanova - Sandro Lombardi
Mesmerista - Marco Cavalcoli
Henriette - Simona De Leo
Voltaire - Alberto Marcello
Marchesa D’Urfé - Betti Pedrazzi
Casanova bambino - (attore in
via di definizione)
scene e drammaturgia dell’immagine Fabio Cherstich
costumi Gianluca Sbicca
disegno luci Giulia Pastore
musiche e sound design Andrea Gianessi
produzione LAC Lugano Arte e Cultura
in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro
Nazionale, TPE - Teatro Piemonte Europa, Compagnia Lombardi – Tiezzi
Durata 1h e 40’
Lo
spettacolo presenta scene di nudo e luci stroboscopiche.
Dopo essersi misurato con
Pier Paolo Pasolini in Calderón e Thomas Ligotti in Nottuari,
il regista Fabio Condemi torna a collaborare con il LAC portando in scena Casanova,
lavoro di cui Fabio Cherstich firma scenografia e drammaturgia dell’immagine,
su un testo originale di Fabrizio Sinisi. Ispirato alle memorie autobiografiche
del celebre intellettuale veneziano Giacomo Casanova, lo spettacolo si avvale
dell’interpretazione di Sandro Lombardi, grande protagonista del panorama
teatrale italiano.
Casanova è
una riflessione sulla memoria e sul tempo di un’intera epoca. Filosofo,
prestigiatore e truffatore, Giacomo Casanova ha attraversato il Secolo dei Lumi
per spegnersi alla fine del Settecento, mentre il mondo si trasforma e inizia
la modernità.
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dal 19 al 24 maggio (dal
martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17)
LA VEGETARIANA
scene dal romanzo di Han Kang Premio
Nobel per la letteratura 2024
adattamento del testo Daria Deflorian
e Francesca Marciano
co-creazione Daria Deflorian, Paolo
Musio, Monica Piseddu, Gabriele Portoghese
regia Daria Deflorian
scene Daniele Spanò
luci Giulia Pastore
una produzione INDEX
in coproduzione con Emilia Romagna
Teatro ERT / Teatro Nazionale;
La Fabbrica dell’Attore – Teatro
Vascello; TPE – Teatro Piemonte Europa; Triennale Milano Teatro; Odéon–Théâtre
de l'Europe; Festival d’Automne à Paris; théâtre Garonne, scène européenne –
Toulouse
copyright
© Han Kang 2007
copyright © Adelphi 2016
durata 110’
Daria Deflorian torna al Teatro
Vascello in veste di regista e attrice per portare in scena insieme a Monica
Piseddu, Paolo Musio e Gabriele Portoghese il gesto misterioso, potente,
irrazionale quanto politico di Yeong-hye, protagonista de “La vegetariana”,
romanzo della scrittrice sudcoreana Han Kang, premio Nobel per
la Letteratura 2024.
Un testo sensuale, provocatorio, ricco
di immagini potenti, colori sorprendenti e domande inquietanti: il rifiuto
radicale, categorico quanto violento di una donna che sceglie di non mangiare
più carne dà il via ad un graduale processo di metamorfosi. Mentre Yeong-hye
cambia, cercando di diventare essa stessa vegetazione, ecco che è l’intero
mondo che la circonda a vivere l’impatto della sua trasformazione:
dall’irritazione sconcertata del marito, all’esaltazione artistica del cognato
fino alla consapevolezza addolorata della sorella.
Info e prenotazioni esclusivamente tramite abbonamenti Zefiro , Eolo e CARD LIBERA E CARD LOVE e VIVICINEMAETEATRO valido a partire dal 26 settembre e fino al 9 novembre, info promozioneteatrovascello@gmail.com - promozione@teatrovascello.it
Biglietti: Intero 25 euro - Ridotto over 65: 20 euro - Ridotto addetti ai lavori del settore e Cral/Enti convenzionati: 18 euro - Ridotto studenti, studenti universitari, docenti e operatori esclusivamente delle scuole di teatro, cinema e danza 16 euro e gruppi di almeno 10 persone 16 euro a persona È possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati,
acquista direttamente alla biglietteria
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Info: 06 5881021 – 06 5898031
promozioneteatrovascello@gmail.com - promozione@teatrovascello.it
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78
Monteverde Roma
ORARI spettacoli
dal lunedì al venerdì h.21
sabato h.19
domenica h.17
www.teatrovascello.it
Immagini a corredo:
1. Vanessa Scalera xxiv spettacolo la sorela migliore
2. PoveriCristi_ASCANIO CELESTINI
3. MANUELA KUSTERMANN per ANTIGONE
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