La corrente
culturale KIROLANDIA prosegue questo 2021 tracciando una linea colma di
speranza che mira a raccontare ciò che di bello sta andando avanti, con tenacia
e convinzione, in questa complessa dimensione che stiamo attraversando tutti e
che speriamo di poter dimenticare molto presto.
Tra le svariate iniziative,
percorsi ed idee di pregio connesse allo spettacolo, all'arte ed alla cultura anche
il premio al Teatro LGBT+ del Circolo
di Cultura Omosessuale Mario Mieli, ora intitolato a La Karl du PignÉ, ha scelto di non
cedere assolutamente il passo al Covid.
Abbiamo incontrato
il suo coordinatore EMILIANO METALLI
che con grande forza di volontà sta continuando a tenere le fila di tutta
l'organizzazione per far sì che si arrivi, se pur con delle rimodulazioni, alla
prossima tanto attesa edizione e premiazione.
Ma facciamoci
raccontare proprio da lui.
Carissimo
Emiliano, intanto un immenso grazie per aver deciso di rispondere a Kirolandia in queste giornate ancora così complesse per tutti. Prima di ogni altra cosa
raccontaci del Premio al Teatro LGBT+ , quando e come è nato ma soprattutto
perché?
Il mio grazie a
voi per questo piacevole incontro. Entriamo subito nel vivo. Il Premio è nato
quasi per caso, direi. Come nascono molti progetti fortunati. Nonostante la
vita mi abbia portato altrove, la mia preparazione universitaria affonda le
radici nello studio del teatro e della musica, per cui i miei interessi si sono
sempre dedicati a questo mondo. Anche in questi campi, però, prediligo le
esperienze più vicine alla mia sensibilità. Rimasi, per esempio, affascinato
dalla fusione di vita e di arte nel rapporto fra Benjamin Britten e Peter
Pears. Una sera vidi uno spettacolo di Drag Queen, invitato da un amico che
si esibiva. Dopo lo show parlammo delle nostre idee e dei progetti futuri e lui
mi suggerì di proporre questa idea del "Premio al Teatro LGBT+" ad Andrea Berardicurti, alias La Karl du Pigné. Il passo fu breve. Ci
incontrammo una mattina in un bar vicino al Colosseo, vennero fuori idee ed
entusiasmo. Poi Andrea mi mise in collegamento con Claudio Mazzella, attuale presidente del C.C.O. Mario Mieli e
allora referente per il settore culturale, con cui è nata un'intesa e
un'amicizia che ci lega ancora oggi. Con lui ho avuto la fortuna di conoscere i
soci e le socie del Circolo e di stringere nuovi legami che mi hanno arricchito
e mi nutrono ogni giorno.
Il premio nasce
per dare organicità e visibilità alle differenti esperienze in campo teatrale
legate all'universo LGBT+. Per fare rete, insomma, e capire in che direzione si
muove il mondo dello spettacolo negli anni rispetto ai temi della Comunità, ma
anche per riavvicinare le persone agli spettacoli, alle produzioni più piccole
che corrono il rischio di restare sconosciute, quando invece hanno molti
meriti.
Poco dopo la prima
edizione del Premio, inizialmente intitolata a Mario Mieli, Andrea venne a
mancare. Fu un momento terribile per tutti. Anche io, che lo conoscevo da poco,
sono stato molto turbato dalla sua morte. Ma Claudio, che in questo è
eccezionale, ha proposto di trasformare il nostro dolore in un motivo di gioia,
ricordando ogni anno La Karl attraverso la premiazione. Il secondo anno suggerì
di montare una scena, prima di introdurre le premiazioni, in cui parlavamo con
lei: abbiamo usato alcuni audio di WhatsApp che avevamo salvato. Era come
averla lì, con la sua intelligenza graffiante e la tenerezza infinita. Abbiamo
perduto molto, quando abbiamo perduto La
Karl du Pigné, non solo per quello che rappresentava.
Il
fulcro del premio ovviamente è nel teatro, ma sono perlustrate anche altre
attività d'arte?
Vorremmo aprire ad
altre forme d'arte, ma non è semplice. Quest'anno abbiamo una proposta di
menzione per i progetti che riguardano altri linguaggi, come categorie speciali
accanto a quella principale del teatro. È un gran lavoro, anche se alla fine la
soddisfazione è maggiore. Ma limare sempre il budget, già minimo, e contare
soprattutto su un'attività volontaria ha i suoi limiti. Speriamo in futuro di
farcela.
Non
sei da solo a portare avanti questa iniziativa, ti va di farci conoscere il
gruppo di lavoro del Premio La Karl du Pigné.
Un gruppo
“colorato” e vario che scopriremo insieme alla prossima uscita del bando! So
per certo che si basa su due principi cardine: la passione e la competenza. Non
aggiungo altro, per ora!
Lo
scorso anno ci sarebbe dovuta essere la terza edizione ma è arrivata a scuotere
le nostre esistenze la pandemia, quindi come per ogni altra attività il caos,
ed anche se la tanto attesa edizione 2020 non si è potuta svolgere tu con
coraggio hai deciso di non fermare la lavorazione. Come state procedendo e cosa
prevedi?
Stiamo studiando
una versione del premio che possa “salvare” la stagione 2019-20, fin dove è
arrivata, e che favorisca la nuova progettualità. Ci piacerebbe offrire una
sorta di residenza artistica per le compagnie più giovani e meno forti
economicamente. Non è semplice, ma i progetti sul tavolo sono chiari e forse
riusciremo a portare a casa il premio 2021! Dico forse perché la situazione
sanitaria e sociale non ci danno ancora modo di progettare senza interrogativi.
Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli è un importante punto di
riferimento per la cultura LGBT+. Entriamo per qualche attimo nella sede di via
Efeso a Roma per curiosare tra le tantissime attività di rilievo sociale e culturale.
Il Circolo, ormai
da molti anni, offre non solo attività artistico culturali, ma veri e propri
servizi alla Comunità e, aggiungerei, alla Società civile. Basterebbe citare la
centralità nella realizzazione di una manifestazione complessa come il "Pride",
che vede insieme spettacolo, azione civile, socialità e, soprattutto, politica.
Tuttavia non va dimenticato l'aspetto di assistenza psicologica o legale che,
spesso, è centrale nell'affrontare le criticità di una Comunità ancora in via
di trasformazione. All'inizio la lotta era contro lo stigma dell'Aids, poi la
centralità di altri obiettivi politici o sociali, ma oggi, dopo l'approvazione
di una legge sulle Unioni civili che ci vede ancora poco considerati come
cittadini, il vero nemico da affrontare è la violenza. Direi in particolare la
violenza di genere. Finché non sarà approvata una legge italiana contro
l'omolesbotransfobia continueremo a lottare in tutti i modi che ci saranno
possibili. Anche con il "Roma Rainbow Choir" che, orgogliosamente,
rappresenta il primo coro LGBT+ fondato in Italia.
Non
possiamo non parlare un pochino anche di te! Drammaturgo, attore, regista,
direttore artistico, critico teatrale come fai a conciliare tutte queste tue
identità?
Troppo buoni,
vista così sembro una specie di portento e non sarebbe sincero. Penso di essere
fortunato e abile nella gestione del tempo: un po' come Hermione in Harry
Potter quando segue più lezioni con il giratempo. I miei amici dicono che non
dormo. I nemici che millanto. Il mio compagno mal sopporta tutti i miei
impegni, ma per me l'impegno è l'essenza della vita, in tutte le sue
sfaccettature.
Emiliano,
come sai noi siamo i Kiri, crediamo nei sogni, così vorremmo che tu lasciassi
ai nostri lettori un tuo pensiero...
Il mio sogno si
condensa nelle parole di Borges che, in una conferenza sul Tango, afferma:
“...tutti noi viviamo una vita
plurima, e questo ci è indispensabile per continuare a vivere: viviamo la
nostra umile vita, ma ne viviamo anche un'altra, immaginaria.”
Io spero che ogni
singola persona possa vivere la sua vita in questo modo, senza mai rinunciare a
nulla che possa renderl* felice.
- Andrea Alessio Cavarretta e Giovanni Palmieri -
_KIROLANDIA®_
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