autore: Maria Rita Ursitti (LoveKira)
“Il suo silenzio è il mio. I suoi occhi i
miei. Sento che mi conosce da sempre, che conosce la mia infanzia, la mia vita
di oggi, il mio futuro”
Con
queste parole d’amore Marc Chagall
descrive il sentimento provato per Bella
Rosenfeld, la donna che sarà compagna di vita e musa ispiratrice; ma
l’amore di Chagall per Bella non è soltanto espressione di un sentimento
personale, ma visione del mondo stesso, forse utopia e sogno che investe tutta
la sua arte. Infatti, come nel sentimento amoroso, l’arte di Chagall è composta
da immagini che rimandano a significati nascosti tra vissuto quotidiano e
memoria, tra inconscio e fiaba. LOVE AND
LIFE è dunque il titolo scelto per una mostra di oli, guache, disegni e
litografie dell’artista allestita nella sale del Chiostro del Bramante (in corso
fino al 26 luglio). Si tratta di una collezione proveniente dall’Israel
Museum di Gerusalemme che permette di cogliere, attraverso il filo sottile del
racconto e della memoria, molti dei temi cari all’artista russo: la patria,
l’infanzia, la famiglia, la religione, i viaggi.
Lo
splendido “Sopra Vicebsk” ci accoglie
nella prima sala: un piccolo paesaggio invernale dominato dai colori smaltati, dalle
casette di legno, dalla coppia d’innamorati dal volto verde e dove, sopra il
cielo, aleggia la grande figura di un pellegrino, forse Elia o forse l’Ebreo
errante, evocativo del senso sacro dell’esistenza al di là di ogni religione. E’
il mondo inconfondibile di Chagall e dei suoi personaggi, perché l’arte
dell’artista russo è proprio una narrazione in cui, di opera in opera,
ritroviamo le stesse suggestioni, a volte, gli stessi protagonisti.
Il
racconto per immagini litografiche si snoda dunque, sala dopo sala, attraverso
lo sguardo di Bella; un diario in cui conosciamo il piccolo mondo ebraico
dell’Est- poi crudelmente spazzato via dalla Shoàh- il negozio dei genitori, i bagni rituali, le
feste ebraiche, i canti e le candele. Chagall ne curò l’edizione in due volumi
arricchendoli di illustrazioni e la figlia Ida ne tradusse il testo dallo
Yddish al francese.
Tra
il 1922 e il 1923 Chagall prepara una serie di acqueforti per la sua
autobiografia “Ma vie”, l’avventura
della sua vita, dall’infanzia, vissuta nel
mondo chassidico fatto di piccole cose - il gallo, la vacca, il violinista, le
vecchie case di legno, la preghiera dei rabbini, i venditori ambulanti - dove
mescola abilmente le radici culturali con il genere popolare, sino all’arrivo a
Parigi e l’incontro con il mondo delle Avanguardie. Ognuna di queste opere è un
microcosmo in cui figure umane, oggetti, paesaggi sono presenze desunte dagli
incontri e dalle visioni dell’artista tesi a comunicare il sentimento con cui
Chagall li ha conosciuti e fissati nella memoria. Tra
le tante troviamo dedicata alla “Passeggiata”, dove gli innamorati
appaiono felici nel loro mondo e Bella, sospesa in aria, vola o “al nonno arrampicato sul tetto” , intento
a sgranocchiar carote.
“Mia soltanto è la patria della mia anima. Vi
posso entrare senza passaporto e mi sento a casa; essa vede la mia tristezza e
la mia solitudine ma non vi sono case: furono distrutte durante la mia
infanzia, i loro inquilini ora nell’aria in cerca di una casa, vivono nella mia
nima”
Con il trasferimento a Parigi, Chagall inizia la
stagione della sua attività artistica fortemente caratterizzata dall’illustrazione,
un campo di azione che nell’artista ha un peso notevole: Ambroise
Vollard, celebre editore d’arte, gli commissiona le illustrazioni de “Le
anime morte” di Gogol; nel 1928 le “Favole” di La Fontaine, cui
seguiranno quelle dedicate alla Bibbia - lui la più grande sorgente di poesia
di tutti i tempi - che lo impegna in un lavoro faticoso ed entusiasmante. Inizia con delle gouaches, poi per
meglio documentarsi sul paesaggio, con Bella e la figlia Ida, fa un viaggio in
Siria, Egitto e Palestina, e annota nel Diario “Ho voluto toccare la terra, sono venuto per verificare certi
sentimenti, senza pennelli “, dimostrandosi
un’artista più complesso di quanto appaia. In queste opere, eseguite con
tecniche varie, ricche di citazioni dell’arte
persiana ai grandi maestri del passato come Rembrandt o El Greco, ma anche tratte
dall’arte contemporanea di Matisse e di Picasso e dei maestri
dell’Espressionismo tedesco tocchiamo la profondità della sua cultura.
L’ultima sala ci congeda mostrandoci sia un tema
profondo e crudele come quello dell’antisemitismo, in un’opera in cui una serie
di ebrei crocifissi ci mostra come l’orrore sia dietro l’angolo, sia ancora una
volta la coppia degli innamorati, simbolo dell’unica risposta all’odio: l’amore
.
“Nelle nostre vite, come sulla
tavolozza del pittore, c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita
stessa, il colore dell’amore”
-Maria Rita Ursitti -
CHAGAL LOVE AND LIFE è in mostra al CHIOSTRO DEL BRAMANTE sino al 26 Luglio 2015
Potrebbe anche interessarti: