Kiri, continuano le segnalazioni in Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Per sognare con voi, di settimana in settimana, alcuni suggerimenti, piccoli e grandi, sia In che Off, selezionati sulla base delle vostre importanti indicazioni, in pieno kirostile, qualità libera da tutto e da tutti.
in merito al TEATRO
DEBUTTI
"IN PUNTA DI PIEDI" drammaturgia e regia
Francesca Macrì e Andrea Trapani
TEATRO OROLOGIO - Sala
Gassman - Roma - da martedì 15 a domenica 20
marzo, ore 20.00_dom ore 17.00
Il
Teatro dell’Orologio festeggia l’anniversario del lavoro che ha segnato la
nascita della compagnia Biancofango, formata da Francesca Macrì e Andrea
Trapani. A dieci anni dal debutto assoluto, torna in scena In punta di piedi.
Insomma cos’é che
la ipnotizza nel calcio, Pasolini?
“Il calcio è
l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è
evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in
declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha
sostituito il teatro. Il cinema non ha potuto sostituirlo, il calcio si. Perché
il teatro è rapporto fra un pubblico in carne e ossa e personaggi in carne e
ossa che agiscono sul palcoscenico. Mentre il cinema è un rapporto fra una
platea in carne e ossa e uno schermo, delle ombre. Invece il calcio è di nuovo
uno spettacolo in cui un mondo reale, di carne, quello degli spalti dello
stadio, si misura con dei protagonisti reali, gli atleti in campo, che si
muovono e si comportano secondo un rituale preciso. Perciò considero il calcio
l’unico grande rito rimasto al nostro tempo”.
Guido Gerosa
intervista P.P.Pasolini, “L’Europeo”, 31 Dicembre 1970
Firenze,
l’adolescenza e il calcio.
In punta di piedi nasce
dall’intreccio di queste tre tematiche e dai profumi persistenti degli anni
Ottanta, ancora troppo vicini per guardarli come una vecchia fotografia e a
sufficienza lontani per avvertirne sulla pelle la ferocia della memoria.
Un
adolescente e la sua città, bella di una bellezza rara, ma refrattaria al gioco
e schiava della competizione per natura. Firenze che ama farsi guardare, ma mai
che ri-guardi, se potesse, colpirebbe alle spalle tutti quelli che vorrebbero
possederla.
Un
adolescente e l’ossessione di una generazione, un fanatismo lungo un secolo: il
gioco del calcio.
Nelle
parole di Pasolini si può e si deve avvertire la forza di un simbolo, quale
quello calcistico, che è stato in grado di unire migliaia di corpi in una sola
e unica anima. Troppe poche altre realtà sono riuscite, in questo lungo ‘900, a
spingersi così in profondità nella ritualità.
Il
calcio ha vinto. Ha stra-vinto. Ma con il passare del tempo, degli anni,
qualcosa in questa ritualità si è rotto, il potere delle televisioni e dei mass
media ne hanno deturpato la genuinità e gli anni Ottanta hanno immortalato la
parabola finale di un calcio ritualizzato che stava per consegnarsi alla luce
accecante della spettacolarizzazione mediatica. Niente sarebbe più stato lo
stesso.
Questi
sono gli anni di Mastino, il protagonista di questo monologo: gli anni della
marcatura ad uomo, dei duelli corpo a corpo e dei numeri sulle maglie a fissare
ruoli ben precisi.
È
una domenica mattina qualunque, in un qualunque campetto di periferia toscano,
di quelli dove l’erba non cresce mai. Mastino vorrebbe giocare, ma il mister lo
relega, come sempre, al ruolo di panchinaro. Come giocatore è piuttosto scarso
e frequenti sono le occasioni in cui gli viene fatta notare la sua inattitudine
al gioco del calcio, ma come spesso accade a diciotto anni, certe verità sono
piuttosto faticose da capire e, ancor più, da accettare. A diciotto anni fuori
dal calcio spesso può voler dire fuori dal giro, il giro giusto, che ti fa
sentire parte di un tutto, a scuola come a passeggio per i quartieri della
città.
Dalla
panchina Mastino vive l’agonia di un’ennesima, lunghissima domenica da escluso.
BIANCOFANGO_drammaturgia e regia Francesca Macrì
e Andrea Trapani - Interpreti: Andrea Trapani - Disegno luci: Mirco Maria
Coletti - Produzione Biancofango
www.teatrorologio.it
"CITTADINE
STRANIERE "di Maria Teresa
Di Clemente
TEATRO AGORA’ - Roma - da martedì 15 a domencia 20 Marzo
2016, ore 21.00_dom ore 18.00
Lo spettacolo Cittadine Straniere , scritto da
Maria Teresa Di Clemente, trae origine dal saggio “Grecia al femminile” curato
dalla storica francese Nicole Loraux, e affronta il delicato tema dell’identità,
della prostituzione minorile e la negazione dei diritti per le donne e gli
stranieri.
La Loraux, attraverso un lavoro di ricerca storica
e letteraria, è riuscita a ricomporre le singolari vite di otto donne greche,
strappate dall’ombra e dal silenzio in cui la loro civiltà le relegava,
restituendo, in tal modo, dignità a migliaia di spose, figlie e madri di cui
come voleva Pericle, nessuno ha parlato… “ ...la somma virtù per una donna
perbene è che di lei si parli il meno possibile…”
Due vite, due donne, in particolare, hanno attratto
lo sguardo e l’attenzione dell’autrice e della regista Rosi Giordano, ovvero,
due straniere opposte per classe sociale, morale, vita, epoca, Melissa e Neera.
Melissa (VI a.C., età arcaica) è la straniera moglie del Tiranno , estranea a
se stessa , uccisa e profanata dal marito dopo morta. Neera (età Classica,
epoca in cui nasce la “Democrazia”) è la straniera prostituta , presente a se
stessa , che riesce a riscattarsi fino a diventare moglie amata e madre. Lo
spettacolo si muove su due binari: la realtà storica da cui affiorano Neera e
Melissa e la memoria emotiva che attinge nel desiderio, nelle paure, nelle
illusioni di due esseri sporcati dalle proprie storie.
Neera si nasconde in un luogo fuori città, sulla
strada per la fuga in caso di condanna… dove riflette, riassembla e
ricostruisce frammenti di vita quotidiana, mentre dentro di lei si fa strada
una nuova consapevolezza …fra le due protagoniste si interpone una quinta
parete virtuale, immerse ognuna nella propria situazione e nei propri pensieri,
che “involontariamente” ci confidano… Ma quando, per un inspiegabile
cortocircuito, la quinta parete cade, l’una entra nello spazio dell’altra, e la
relazione tra le due diventa un incontro-scontro, che le spinge a riconoscersi
e confrontarsi e affermare la propria identità ed unicità, con una
consapevolezza nuova, rigenerata. Dalle loro storie emergono le stratificazioni
giunte a noi relative alla comune morale e alle sue perversioni e la negazione
dei diritti civili per le donne, gli schiavi e gli stranieri: le problematiche
che le riguardano sono ancora radicate e attive .
…E ci ricordano l’importanza del principio di
eguaglianza e parità di trattamento valido per tutti i cittadini.
“Cittadine Straniere” è stato rappresentato al “
XXI Festival of images and words, On Diasporas and Retuns ” di Toronto
(Novembre 2012). E’ stato tradotto e pubblicato in inglese in " Tales of
Ancient Women: Of Love and Betrayal ", con il titolo " Two Foreign
Women " nel 2014.
Autrice:
Maria Teresa Di Clemente - Regia e Spazio di Rosi Giordano - Interpreti:Giulia Bornacin e Maria Teresa Di
Clemente
---
PROMOZIONE SPECIALE DONNA: a tutte donne sarà
riservato un biglietto ridotto.
www.teatroagora80.com
"Bagliori d'avanspettacolo vita morte e miracoli di
una compagnia di provincia" di Patrizia
Masi
TEATRO OROLOGIO - Sala
Moretti - Roma - da mercoledì 16 a domenica 20 marzo,
ore 21.30_dom ore 18.30
La
storia grottesca di un’onorata compagnia di guitti, in bilico tra lo scoppio
della Seconda guerra mondiale e la Liberazione. Lo squarcio di un’epoca,
vissuta attraverso i ricordi di un capocomico, che sopravvive all’oblio,
ripercorrendo gli anni dell’Avanspettacolo, dei mille stratagemmi per
sopravvivere, per procurarsi una scrittura, per coltivare una speranza. Un
periodo in cui gli artisti dovevano inventarsi, e mangiare era il raggiungimento
del sogno, non nei momenti di fame, ma di voglia di vita. Sacerdote di una
funzione che non ha più proseliti, ma che è la chiave per assicurarsi
l’eternità, il capocomico fantastica un nuovo debutto, farnetica il successo
nell’assoluta mancanza di tutto. Immagina e la realtà è redenta. Arrivano alla
spicciolata donnine e gaglioffi di primo pelo, artisti decaduti e orchestrali.
Una mostruosa accozzaglia di generi. La monnezza del primo dell’anno. “Ce la
faremo, tanto più se ci danno per spacciati. Noi artisti siamo maestri
nell'arte di arrangiarci”. Di questa proditoria certezza ci vanno a nozze, per
predisposizione, per esperienza, per una leggendaria vocazione al sacro
“puttanesimo”. E in effetti, è sempre stato il distintivo del nostro spirito
nazionale l’arte di arrangiarsi, che descrive la capacità innovativa e creativa
dell’essere artisti. Una metafora dell’Avanspettacolo, cuore pulsante di
segreti, miracoli, sogni semplici di quegli anni sgualciti dalla guerra.
Cosce-coscione-bambinone, ammiccamenti, promesse audaci, fischi, pernacchie,
piume-belletti-sgambetti, reggicalze-reggiseni,a’reggeme-che-casco, saltarelli
e swing nostrano. Uno spaccato dei teatrini di provincia degli Anni 40: le
scalcinate rappresentazioni, le stazioni, la fame, i torpedoni, il fuggi-fuggi
generale, la guerra, che non riuscì mai ad abbattere i sogni di gloria e quella
indistruttibile realtà di cartapesta.
COMPAGNIA
BOLERO_ scritto e diretto da Patrizia Masi -
interpreti: Mimmo Appetiti, Patrizia Masi, Antonia Petrangeli, Antonella
Cappucci, Maddalena Fierro, Lello Somma, Ornella Pennacchioni, Marco Rucci,
Monica Ferzi, Simona Dascalu
Accompagnamento
musicale dal vivo: Orchestrina Gran
Bazar, diretta da
Vincenzo De Filippo (Pianoforte e Flicorno) con Pasquale Lancuba (Bayan), Luca
Cipriano (Clarinetti), Andrea Filippucci (Chitarra elettronica), Giovanni
Campanella (Batteria)
Sound & Light Engineering: Pasquale
Citera
Giocoliere: Paolo Mele in arte Lucignolo
Scenografia, Cristina Costantini /
Costumi, Juliette Bercham / Acconciature, Cocolemocò / Riprese-Montaggio Video,
Renato Mariani / Assistente di Produzione, Antonia Petrangeli / Trovarobe,
Almaz Jumaresi / Direttore di Scena, Loredana Oradei / Direttore di Produzione,
Vincenzo Lupi / Fotografia, Emanuele Marzi
www.teatrorologio.it
"ANNA FREUD un
desiderio insaziabile di vacanze" di Roberta Calandra
con Stefania Barca
Premio Tragos 2010
TEATRO PALLADIUM UniRomaTre – Roma – giovrdì 17 a sabato 19 Marzo 2016, ore 21.00
Anna
Freud visse con Dorothy Tiffany Burlingham per 54 anni, e abitando con lei e i
suoi figli diede vita a una 'famiglia di fatto' ante litteram. Le
due donne si occuparono insieme di bambini orfani e traumatizzati, fondando
asili e orfanotrofi in diversi continenti. Eppure lei continuava a sentirsi
come una donna che non sa fare abbastanza. Questa è la sua storia. Avrebbe
dovuto nascere maschio. E invece fu Minerva, “uscita dalla testa di Giove”. Era
la sesta figlia di Sigmund Freud. Ma mentre le sue sorelle pensavano al
matrimonio, lei inventava la psicanalisi infantile.
Vincitore
nel 2010 del Premio Tragos, ANNA
FREUD. Un desiderio insaziabile di vacanze di Roberta Calandra torna in
scena
Una
scelta che cade in un momento di grande rivincita della psicanalisi, nella
'guerra delle terapie' degli ultimi decenni. Lo sottolinea in questi giorni The
Guardian, rilanciato da Internazionale e ANSA.
“Anna
e Dorothy hanno vissuto insieme per tutta la vita” - dichiara l'autrice - “occupandosi
di bambini senza famiglia in tutto il mondo. E Anna, elaborando gli spunti
teorici di suo padre, ha fondato ufficialmente gli studi di psicoanalisi
infantile. Le due amiche vivevano con i figli di Dorothy, sottratti ad un padre
psicopatico e violento che finì per suicidarsi. Il dibattito nazionale sui
diritti civili - prima ancora dei suoi esiti parziali - è stato segnato, in
modo mortificante, dal pregiudizio, dal luogo comune e dall’ignoranza. Le
identità personali, soprattutto sotto il punto di vista delle scelte affettive
e sessuali sono quanto di più delicato, misterioso e soggettivo si possa
pensare. L’amore prende mille forme, ma può conservare intatto il suo nome.
Anna e Dorothy non hanno lasciato una testimonianza esplicita sulla loro scelta
affettiva. Ma vivere insieme un’esistenza, salvare migliaia di vite e scegliere
di venire cremate in medesima urna qualcosa significa. Lo stesso Sigmund
definiva Anna 'ben sistemata', e Dorothy, grazie alla sua amicizia con
l’ambasciata americana, contribuì a salvare tutta la famiglia Freud dalla
persecuzione nazista. Questo ha permesso a migliaia di bambini soli, malati,
psicologicamente instabili di trovare asilo e sostegno, fino a riconquistare
quella normalità che la guerra e le circostanze della vita avevano loro negato.
Mi sembra un momento particolarmente felice e adatto per raccontare questa
storia.”
“…Che io sia così, senza desideri, è una vecchia lamentela... Credo che
ciò derivi dal fatto che, in me, tutti i miei desideri si sono sempre incontrati
con il loro esaudimento e che ho veramente tante più ricchezze degli altri… l”
[Anna Freud]
Autrice: Roberta Calandra - Interprete: Stefania Barca - con la gentile partecipazione
di Gianni Oliveri - regia di Edoardo Siravo - aiutoregia
Paolo Orlandelli - scene e costumi di Annalisa Di Piero - musiche a cura di Stefano Caponi
www.teatro-palladium.it
"MY GENERATION - un'epopea moderna" progetto a cura di Matteo Davide
per una evoluzione della specie
TEATRO STUDIO UNO -
Sala Specchi - Roma - da giovedì 17 a
domenica 20 marzo 2016, ore
21.00_dom ore 19.00
Debutta
in prima assoluta il nuovo spettacolo di Semintesta_Teatro “My Generation”,
epopea moderna sull’evoluzione della specie raccontata come una grande storia a
capitoli del genere umano.
“My Generation”
è
la prima fase di un progetto drammaturgico più ampio dal titolo L'evoluzione
della specie, un trattato scientifico-teatrale sul genere umano, che si divide in due parti: presente e futuro.
“My Generation”,
rappresenta il tempo presente, un ritratto generazionale, una radiografia dei
giorni d'oggi fatta attraverso un’ analisi scientifica delle dinamiche umane
rapportate alla contemporaneità.
Il
progetto drammaturgico trae ispirazione dagli scritti di Darwin sull'evoluzione
delle specie animali ne L'origine della specie, dove la sopravvivenza (e
la conseguente evoluzione) di un essere vivente vengono correlati per la prima
volta nella storia a temi come la fertilità, la dimensione della popolazione, e
la varietà derivata dalla riproduzione sessuale. Una teoria che non concepisce
perfezione e che ha consentito di analizzare numerosi aspetti evolutivi, sino
ai più recenti studi sull'essere umano. Verranno presi in esame alcuni “casi
umani” e studiati in tutta la loro fase evolutiva e, come in un trattato
scientifico, raccontati e classificati nei vari capitoli che compongono l'opera.
“My Generation” è una grande storia umana che
racchiude al suo interno più storie unite tra di loro in un unico filo rosso
che le attraversa, un senso di irrequietezza, dove ognuno è fermamente
proiettato verso le proprie ambizioni e i propri obiettivi. In un mondo in
costante mutazione e rivoluzione, l'aspetto fondamentale per sopravvivere è stare al passo, adattarsi ai dettami della vita
moderna. Nessuno sembra essere artefice del proprio destino. Nonostante il
tentativo di programmare e di controllare la propria vita, sembra essere
impossibile sfuggire alla casualità.
In
questo ecosistema urbano, la volontà di pianificare si scontra con
l'imprevedibilità. Da questa realtà oggettivata e apparentemente fredda e
razionale, emerge tuttavia una vitalità, un desiderio di far valere la propria identità,
un senso di appartenenza. Non una non-comunicazione ma un tentativo di
comunicazione, il cui esito viene affidato alla contingenza del momento. Le
sensazioni del presente, le paure,
l'ansia, il disagio sono percepite da altre realtà, sono lette, osservate in
video, raccontate per mano di altri. Le azioni, d'altro canto vengono più
simulate che vissute, come ad esempio la sessualità, intesa sia come volontà di riproduzione che come
raffigurazione pornografica.
E in
questo grande gioco dell'evoluzione, ognuno costruisce piano piano il proprio
futuro, ciascuno a suo modo. C'è chi trascende la propria umanità, chi cerca di
programmare in maniera estenuante e chi, invece, preferisce attendere il
tragico esito di una selezione.
Un
dramma moderno a forma di epopea dove sopravvivere sembra essere rimasta
l'unica opzione possibile.
Semintesta_Teatro
_Progetto a cura
di Matteo Davide - Interpreti: Emanuele
Capecelatro, Patrizia Ciabatta, Silvio Impegnoso, Armando Sanna
www.teatrostudiouno.com
"IL RIMPASTO" di Daniele Trovato
TEATRO
DI DOCUMENTI - Roma - da
venerdì 11 a domenica 20 marzo 2016 (dal
venerdì alla domenica) - ore 20.45_dom. ore 18.00
Divertente
commedia ,uno spaccato sulla politica
italiana in crisi dove le esigenze del paese vengono presto accantonate a favore delle strategie
elettorali. Circondato da Ministri nostalgici, corrotti, arrivisti e cialtroni
oltre ad ambigui consulenti alla comunicazione, il Presidente del
Consiglio cerca l’asso nella manica che può fargli ottenere l’ennesima rielezione. L’inaspettata
ancora di salvezza sembra arrivare da una sconosciuta ed esotica pratica
giapponese: il Bonji.
Una satira in
chiave di farsa, dove il grottesco si mescola a tragici
elementi di realtà, descrivendo una classe dirigente italiana in cui
rappresentanza politica e rappresentazione teatrale sconfinano sempre più
spesso l’una nell’altra.
La commedia,
pubblicata su Sipario-bis e vincitrice nel 2013 del Premio Tragos per la Nuova
Drammaturgia e del Premio Sipario Carlo Terron, è stata già prodotta da Nogu
Teatro nel 2015 in occasione del NOpS Festival, vincendo la segnalazione per il
Gaiaitalia Teatrofest 2016.
Autore:
Daniele Trovato - Regia: Ilaria Manocchio - Interpreti: Chiara
Acaccia, Corinna Bologna, Stefania Capece Iachini, Vincenzo Iantorno, Federico
Lucidi, Aleksandros Memetaj, Ilaria Manocchio, Roberta Morelli, Valerio
Riondino, Riccardo Toselli, Fabio Versaci
www.teatrodidocumenti.it
"39 SCALINI" di John Buchan, adattamento di Patrick Barlow - regia di Leonardo Buttaroni
Dal film di Alfred Hitchcock
TEATRO TRASTEVERE - Roma - da martedì 8 a
Domenica 27 marzo 2016, ore 21.00_dom ore 18.00
Dopo i successi di “Horse Head” (segnalato dal New York Times e Vincitore del
Roma Fringe Festival 2012) "Fight Club - La Prima Regola", (Vincitore
Premio Vincenzo Cirami 2014 Migliori Scene a Paolo Carbone) e “Titus”
(Vincitore Premio Cerami 2015 Miglior Spettacolo) le Cattive Compagnie tornano
in scena omaggiando uno dei più grandi maestri del cinema, Alfred
Hitchcock, portando sul palcoscenico “39 scalini” avvincente giallo
tratto dall’omonimo romanzo di John Buchan da cui è tratto il memorabile film “Il club dei
trentanove” del
“Maestro del brivido”, tramutato poi da Patrick
Barlow in un’esilarante commedia teatrale.
“39
scalini” firmato dall’attenta regia di Leonardo Buttaroni e arricchito dalle
scenografie impeccabili di Paolo Carbone, riprende l’opera scritta da Patrick Barlow nel 2005, pensata per un cast di
quattro attori, qui interpretati dalla consolidata e affiatata squadra formata
da Alessandro Di Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed, Marco Zodan, chiamati a recitare, anche
contemporaneamente, una moltitudine di personaggi dalle caratteristiche più
diverse: buoni, cattivi, uomini, donne e anche oggetti inanimati.
Una
corsa vertiginosa fino all’ultimo travestimento dai ritmi narrativi serrati e
incalzanti che conserva la ricchezza dei
dettagli psicologici della versione cinematografica girata da Hitchcock
nel 1935, da cui riprende l'umorismo graffiante
e acuto, l'alta tensione e la suspense.
Il personaggio perno dell’opera è Richard Hannay, un uomo d'affari
intrappolato in un giallo apparentemente senza uscita, interpretato come da
copione da un solo attore (Marco Zordan) mentre attorno a tre interpreti (Alessandro Di Somma, Diego Migeni,
Yaser Mohamed) ruota
vorticosamente l'interpretazione degli altri 38 personaggi, in un susseguirsi
di gag esilaranti, intrighi, colpi di scena e citazioni cinematografiche che
rendono lo spettacolo irresistibilmente suggestivo e coinvolgente.
La messa in scena gioca interamente sulla dichiarata
illusione scenica, svela fin da subito ogni “magia” o convenzione teatrale,
mettendo in campo una straordinaria abilità evocativa attraverso l’uso di
soluzioni teatrali semplici ma di forte impatto emotivo. “Siamo volutamente ben
lontani dalle misteriose magie dei prestigiatori – spiega Leonardo Buttaroni –
l’intento è quello di permettere al pubblico di divertirsi insieme agli attori,
godendo dei travestimenti a vista, attraverso l’illusione dichiarata di bauli
che diventano treni, corde che formano fiumi o scale che si trasformano in
ponti”.
Intrighi internazionali, complotti criminali, donne
seducenti e ammaliatrici, un giallo sottile ed esilarante tutto giocato sulle
gag e travestimenti che omaggia un grande e indiscusso maestro del cinema come Alfred Hitchcock e strizza l’occhio alla commedia
inglese contemporanea.
Una nuova sfida quella di Cattive Compagnie che anche per
questo ambizioso progetto porta in scena la sua personalissima cifra teatrale
che danza tra commedia e
tragedia, cinema e teatro, conquistando con la sua forte vocazione pop di alta
qualità un pubblico sempre più numeroso ed appassionato.
Cattive Compagnie_Dal film di Alfred Hitchcock - di John Buchan, adattamento di Patrick Barlow - regia: Leonardo Buttaroni - interpreti: Alessandro
Di Somma, Diego Migeni, Yaser Mohamed, Marco Zordan - scene: Paolo Carbone -
aiuto regia: Gioele Rotini - foto: Manuela Giusto - luci: Pietro Frascaro www.teatrotrastevere.it
"L’accompagno di papà"
scritto e diretto da Roberto Marafante
TEATRO DEI SERVI - Roma - da martedi 8 a
domenica 27 marzo 2016 - ore
21 da martedì a venerdì_ 17.30 e 21 sabato_17.30 domenica
Debutto romano l’8
marzo per la nuova commedia ispirata a fatti di cronaca, scritta e diretta da Roberto Marafante e interpretata da tre
nomi noti del doppiaggio italiano: Teo
Bellia, Alessandra Bellini e Gianluca Cortesi.
“L’accompagno” infatti non è soltanto un’espressione garbata
da dire a qualcuno che sta camminando da solo, ma è anche la contrazione della
frase “assegno di accompagnamento”, un sostegno economico previsto dallo Stato
a persone con un alto grado d’invalidità.
Questo assegno fa
comodo a Lucia, giovane donna divorziata e disoccupata, per sé e per il suo
vecchio genitore con il quale condivide ormai casa e pensione. Fa comodo al
dottor Mario Magnesio, burocrate a cui Lucia si è “concessa” per sveltire le
pratiche di richiesta dell’assegno. Fa comodo a suo fratello Gino che, tornato
a casa da Berlino, non ha più voglia di tentare la fortuna all’estero. Insomma
tutti sperano di vivere ancora sulle spalle del vecchio genitore. C’è però un
piccolo giallo attorno al quale si sviluppa questa commedia all’italiana dal
finale amaro: non si trova più il papà! Come nella migliore tradizione teatrale,
tutto avviene in un giorno, dalla rivelazione alla catarsi, e le risate
scatenate dall’aspetto surreale della storia inducono ad una inquietante
domanda: tutto ciò può accadere o è già accaduto da qualche parte?
“L’accompagno di papà
è una
commedia comica e amara sulla realtà contemporanea dove la crisi economica, ma
soprattutto quella dei valori, ha stravolto i rapporti, alterato le regole,
creato nuove forme di legami” – racconta il regista Roberto Marafante – “tanto
che ciò che prima poteva sembrare impensabile, diventa ora possibile”.
La Bilancia Produzioni_ Scritto e diretto: Roberto Marafante - Interpreti: Alessandra Bellini (Lucia) - Gianluca Cortesi (Gino) - Teo Bellia (Mario Magnesio) - aiuto regia:
Lilla Vancheri – scenografia:
Salvatore Macri’ - luci e
fonica: Sacha Pilara – grafica
Simona: Chirizzi – foto Marco D’Elia
www.teatroservi.it
"PAGAMENTO
ALLA CONSEGNA" di Michael
Cooney
Regia di Emilia Miscio
TEATRO SAN GENESIO - Roma - da martedì 8 a domenica 20 marzo 2016, ore 21.00_dom.
17.00
L’irriverente commedia all'inglese di Michael Cooney,
adattata e diretta da Emilia Miscio sale sul palco. Ricca di gag e colpi di
scena come nella miglior tradizione della commedia brillante anglosassone, lo
spettacolo, molto popolare a Londra, meno conosciuto invece in Italia, ci
mostra in modo ironico e grottesco alcuni dei paradossi presenti nel sistema sanitario
della nostra società
Londra. Eric, disoccupato da
due anni, riceve in continuazione le lettere della previdenza sociale
indirizzate a Rupert Thompson, il vecchio inquilino dell’appartamento in cui
vive. Stanco della sua situazione, all’ennesima lettera ricevuta gli viene una
brillante idea: assumere l’identità di Rupert, ormai emigrato in Canada, per
incassarne le sue indennità, truffando così la previdenza sociale. Eric rimane
però intrappolato nella rete della burocrazia e non riesce a fermare il flusso
di assegni e sussidi che iniziano ad arrivare ininterrotti, neanche in seguito
alle sue esplicite richieste. Fino a che un giorno un ispettore della previdenza sociale si presenta
a casa di Eric per una verifica. Lo stesso giorno, Linda, sua moglie, ha
organizzato un incontro con un consulente di matrimoniale. Inizia così un via
vai frenetico di goffi personaggi, tra cui anche un impiegato delle pompe
funebri e un assistente sociale, che darà vita ad situazione sempre più
surreale. Per quanti sforzi Eric possa fare, chiedendo anche l’aiuto del vicino
di casa Norman, e di suo cugino George, la situazione s’ingarbuglierà sempre di
più fino a creare una serie di malintesi che metteranno anche a rischio un
imminente matrimonio.
Autore:
Michael Cooney- Regia: Emilia Miscio - Interpreti: Simone Giulietti, Flaminia Grippaudo, Massimo Sconci, Emiliano Pandolfi, Claudio Bianchini Albamarina Dei, Alessandro Coppola , Alessandro Bonì, Letizia Floreani, Paola Moscelli - Traduzione: Maria Teresa Petruzzi - Direttore di
scena: Simona Borrazzo - Scene: Giorgio Miscio - Fonica: Martina Carlini - Costumi: Giulia Magionami - Disegno luci: Adalia
Caroli- Riprese video e foto: Riccardo
Dell’Era
"INVILOOP" scritto,
diretto e interpretato da Daniele Parisi
TEATRO PALAZZO SANTA CHIARA - Roma - 5 – 6 – 12 – 13 – 19 – 20 Marzo 2016,
sabato 21.00 – domenica 18.00
SEI REPLICHE DISPERATAMENTE
COMICHE
Definito dalla stampa “un perfomer rock”, Daniele Parisi, dopo la splendida
tournèe che lo ha visto applaudire in vari teatri d'Italia, sale sul palco del Teatro di Palazzo Santa Chiara di Roma
con Inviloop. Sei repliche disperatamente comiche (5
– 6 – 12 – 13 – 19 – 20 marzo, sabato alle 21.00 e domenica alle ore 18.00) che
vedranno l'artista romano sul palco del Teatro gestito da Gustavo Cuccurullo. È
stato proprio lo stesso direttore artistico a volere che la tournée di Parisi,
partita da Roma a novembre, si concludesse nella capitale in quello stesso spazio che da anni è aperto solo
all'ospitalità di eventi che spaziano da convegni a meeting passando per mostre
d'arte e congressi. “Da quattro stagioni Palazzo Santa Chiara non ha un
cartellone” spiega il direttore Cuccurullo “ho avuto poi la fortuna di
vedere Daniele Parisi in scena e ho subito desiderato alzare nuovamente il
sipario per uno spettacolo tatrale”.
Inviloop è un one-man show fatto di ritmi affabulanti,
umorismo allucinato, doppelganger surreali, performance sceniche e vocali. Un uomo, sotto la morsa stringente del
tempo, esita davanti al portone di un palazzo. Si spalanca il suo immaginario:
vicende e personaggi spuntano fuori come cellule impazzite.
L'uomo
appare avvolto in scenari
grotteschi, disperatamente reali e concreti, dai quali non riesce ad uscire,
con rapporti che non si evolvono e
restano imprigionati in un circuito chiuso. In questo testo, come negli altri
precedenti, tutto è a favore del puro gioco e della scrittura di scena. Non c’è
morale. Un bestiario di
disperazione esilarante e ossessivamente comica.
Daniele Parisi, dopo i
consensi dei suo primi spettacoli Abbasso Daniele Parisi e Ab hoc et
ab hac, è stato inserito nel volume Lazio Creativo e Fondo della Creatività 2016
come una delle nuove realtà artistiche nascenti torna a Roma.
Scritto, diretto e
interpretato da Daniele Parisi
www.palazzosantachiara.it
"IL MATRIMONIO NUOCE GRAVEMENTE ALLA
SALUTE" di Pierre
Leandri e Elodie Wallace
TEATRO MARCONI - Roma - da giovedì 25
febbraio a domenica 20 marzo 2016 - ore
21.00_dom. ore 17.30
Hanno riscosso un enorme successo di
pubblico le repliche de Il Matrimonio
nuoce gravemente alla salute per questo il Teatro Marconi, in accordo con Gianluca Ramazzotti, ideatore del
progetto, ha deciso di riprendere le
repliche dello spettacolo quatto settimane.
Una delle commedie più viste negli ultimi
anni, che in Francia è giunta alla quinta stagione registrando oltre 350.000
spettatori, torna sul palco del Teatro Marconi.
Romeo e Sofia convivono da qualche tempo,
Sofia è una donna in carriera impiegata in un’importante agenzia pubblicitaria
e, dato che guadagna molto bene, Romeo sceglie di fare il casalingo. Michelina,
madre di Romeo è una donna all’antica e, in base ai suoi solidi principi, è
l’uomo che deve badare al sostentamento familiare e la donna occuparsi del
focolare domestico. Romeo ha sempre cercato di evitare nel modo più assoluto
che Sofia e Michelina si incontrassero ma una sera accade l’inevitabile:
Michelina si auto invita a cena dal figlio la sera del suo compleanno per
conoscere la “pseudo-nuora”. Romeo per salvare le apparenze, propone a Sofia di
inscenare una commedia, solo per la madre, nella quale lui lavora e Sofia fa la
casalinga. Ma Sofia è negata in cucina e dopo una serie interminabile di
esilaranti equivoci e gag, la verità sarà costretta a venire fuori
Autori: Di Pierre Leandri e Elodie Wallace - Regia Massimo
Natale - Interpreti: Fabio Ferrari, Silvia Delfino, Pia Engleberth, Maurizio
D’Agostino - Versione italiana: David Conati - Un progetto artistico: Gianluca Ramazzotti - Scena: Gianluca Amodio
- Disegno luci: Stefano Lattavo
www.teatromarconi.it
sul TEATRO PER BAMBINI
DEBUTTO
"LA MUCCA E
L'UCCELLINO" di Pandemonium
Teatro
CENTRALE PRENESTE TEATRO - Roma - domenica 20 Marzo 2016
- (dai 2 agli 8 anni ), ore 16.30
Arriva
da Bergamo il prossimo spettacolo dedicato ai più piccoli per la rassegna Infanzie in gioco 2015/16.
C’era
una volta una mucca senza vitellino. C’era una volta un uccellino caduto dal
nido. Quando si incontrano, la mucca trova un figlio, l’uccellino trova una
mamma. Non importa se sono di due razze diverse. Però l’uccellino non sa di
essere un uccellino, crede di essere una mucca e non vuole volare. La mucca,
invece, sa che suo figlio è un uccellino e non una mucca e vuole insegnargli a
volare. Ci riuscirà?
Con un
linguaggio prevalentemente non verbale, con una serie di gag buffe e tenere, lo
spettacolo racconta il rapporto d’amore fra genitori e figli, al di là del
legame biologico. Racconta la bellezza e la difficoltà di questa relazione,
suggerendo che l’adulto non deve rinunciare al proprio ruolo di accoglienza e
cura ma deve anche saper insegnare al bambino l’autonomia e l’autocoscienza.
Pandemonium Teatro - Testo:
Lisa Ferrari - Regia:
Lisa Ferrari e Tiziano Manzini - Interpreti: Lisa Ferrari e Giulia
Manzini - Scene
e oggetti di scena: Graziano Venturuzzo e Carlo Villa - Costumi: Marilena
Burini
“dedicato a Wesen, la bambina che sostengo a distanza”
“dedicato a Wesen, la bambina che sostengo a distanza”
circa i FESTIVAL e le RASSEGNE
PROSEGUONO
"DOIT FESTIVAL" direzione artistica Angela Telesca e Cecilia Bernabei
Concorso di drammaturgia contemporanea
Otto
compagnie in concorso, incontri con il pubblico e la critica,
eventi
speciali, performance e presentazioni editoriali.
TEATRO PLANET - Roma - dal maretdì 8 a domencia 20 marzo e da martedì 29 marzo a domenica 10 aprile -
orari vari
in collaborazione con L’Artigogolo
Lo scorso 8 marzo il DOIT Festival - Drammaturgie Oltre Il Teatro - ha
alzato il sipario sulla seconda edizione proponendo un cartellone molto
variegato: teatro, danza, performance, narrazione ed eventi speciali.
Molto più che un classico festival di teatro contemporaneo,
il DOIT è un giovane e
ambizioso progetto di promozione
culturale che supera i confini del genere teatrale tradizionale, per
abbracciare il mondo letterario e dell’editoria e quello dell’impegno civile.
Il DOIT intende promuovere e incoraggiare la drammaturgia contemporanea di qualità,
le proposte sceniche innovative caratterizzate dalla commistione tra i diversi linguaggi artistici e le realtà teatrali
“periferiche”, attive oltre i confini regionali e provinciali.
Ogni sera, dopo lo spettacolo, si svolgeranno dibattiti tra critica,
pubblico e attori, e gli spettatori saranno parte attiva,
insieme alla giuria di esperti.
Presentato
dall’Associazione Culturale ChiPiùNeArt, il progetto, interamente
autofinanziato, dopo le prime due settimane di programmazione, dall’8 al 20 marzo, proseguirà con
altri interessanti spettacoli dal 29
marzo al 10 aprile, al Teatro Planet di Roma.
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Programma della seconda settimana - 15|20 marzo
di e con Alessandra
Cappuccini - regia di Mario Umberto Carosi
Circomare
Teatro – LAZIO
Tre donne. Nonna, madre e figlia. Tre società messe
a confronto, ognuna con la propria morale, con i propri valori e con quelle
regole non scritte cui tutte e tre, ciascuna a suo modo, si ribellano. Tre
storie di coraggio e determinazione che raccontano la forza dell’individualità
e la tenacia di affermare il proprio essere donna.
Attraverso il racconto della loro quotidianità,
fatta di aneddoti, ricordi, battibecchi e legami indissolubili, le storie di
tre generazioni si intrecciano alle vicende storiche italiane. Nel presente
della giovane protagonista, Giulia, si insinuano i racconti della nonna sugli
anni della seconda guerra mondiale e quelli delle contestazioni studentesche
degli anni Sessanta e Settanta vissuti dalla madre.
L’esperienza maturata con la Commedia dell'Arte e
con il teatro di strada permetterà all’unica attrice in scena di interpretare
tutti i personaggi caratterizzandoli con gestualità, voce e fisicità dinamica.
17|18 MARZO - ore 21 - "CITIZEN X"
di Manuela
Rossetti - con Antonella Civale - digital
performer Simone Palma - musiche originali di Mauro D’Alessandro - con la collaborazione di Daniele
Fabbri, Masaria Colucci, Alessio Pala, Ilaria Cenci e Ketty Roselli
La casa della Locusta - LAZIO
Spettacolo ospite al Roma Fringe Festival 2015 per la sezione “Scena romana”
in rappresentanza della stagione 2014/15 del Teatro Tordinona
Dalla ricercata sperimentazione volta alla
contaminazione artistica e all’uso delle nuove tecnologie, alla provocatoria,
ironica e tragicomica riflessione sulla quotidianità.
Musica e digital video si fondono al teatro, non
come sterile virtuosisimo, ma come mezzo d'apertura verso le possibilità
espressive solitamente appartenenti al cinema o al fumetto.
Citizen X è il cittadino qualunque, l’uomo ordinario fotografato nel suo complesso rapporto con la società in cui vive.
Citizen X è il cittadino qualunque, l’uomo ordinario fotografato nel suo complesso rapporto con la società in cui vive.
Cinque capitoli, cinque “citizien x”, altrettanti
punti di vista sulla stessa problematica: disoccupazione e inoccupazione. Cinque personaggi circondati dalla propria
personale solitudine, cinque mondi diversi accomunati dalla stessa alienante
preoccupazione: la ricerca del lavoro.
Cinque “storie di ordinaria precarietà”, che con
ironia sottile e senza pregiudizi, mettono in evidenza le assurdità della
realtà sociale che ruotano attorno al mondo del lavoro e il grottesco che ci circonda
ogniqualvolta abbiamo a che fare con la burocrazia e con i datori di lavoro,
durante un colloquio.
spettacolo ospite - "CUTE"
20 MARZO – ore 17.30
ideazione scenografica e coreografica Lisa Rosamilia - sonorizzazioni Giada Bernardini- tecnico alla
scenografia Fabio Sabaino
Matroos
Compagnia TeatroDanza - LAZIO
Premio
Special Off - Roma
Fringe Festival 2015
Selezionato dalla stagione 2015/16 del Teatro
Studio Uno per la rete dei teatri promossa dal DOIT Festival
Uno spettacolo
originale, elegante, magnificamente concepito ed eseguito,
che
costituisce, per chi ha la fortuna di assistervi, un'esperienza visivo uditiva
di rara intensità, comunicando direttamente con l'inconscio individuale degli
spettatori e delle spettatrici. Uno spettacolo
da vedere e rivedere.
A. Paesano - Teatro.it
La
compagnia Matroos stimola felici convergenze di linguaggi, confermando
l'enorme
potenziale della performance quale arte della contaminazione.
G. Sonno - Paper
Street Rivista
Un quadro vivente, un racconto di immagini e
metafore legate alle sensazioni e ai vissuti di una superficie cutanea, confine
tra il mondo interiore e la realtà esterna.
Il corpo porta con sé segni, resti, cicatrici,
tracce, impronte. La performance vuole narrare del segno tracciato sulla
propria pelle, seppur invisibile, di incontri, parole, sensazioni.
La cute riveste e protegge, assorbe e rilascia,
regola e partecipa, conosce attraverso il tatto, sente e comunica, esprime,
respira, custodisce e conserva.
Sul tessuto di un’enorme tela, appaiono i movimenti
interiori, le pieghe della pelle, ferite come solchi, a narrare le visioni, le
emozioni, le trasformazioni, le separazioni e i ricordi, necessari a un ciclico
ricambio di pelle.
La danza si muove in silenziosa comunicazione con un
tessuto creato con materiali di riciclo assemblati in maniera pittorica. Gesti
e inaspettate apparizioni di forme emergono dalla tela, in un continuo dialogo
con la musica e le sonorizzazioni eseguite dal vivo.
20
MARZO ore 19 - DOIT FESTIVAL INCONTRA GLI AUTORI
TRILOGIA
DEL CONTEMPORANEO
di Giancarlo
Nicoletti
Il DOIT
Festival è #nonsoloteatro.
Subito dopo lo spettacolo ospite, domenica 20 marzo,
si assisterà al secondo evento
editoriale promosso nell’ambito del festival.
Sarà presentato, in anteprima, il volume Trilogia del contemporaneo di Giancarlo Nicoletti, all’interno della
collana teatrale Le Nebulose, curata
da Cecilia Bernabei, nella quale confluirà anche l’antologia L’Artigogolo
2016,
contenente i testi vincitori dell’omonimo concorso e del DOIT festival.
Trilogia del contemporaneo
è un sistema drammaturgico scritto e diretto dal giovane autore, regista e
attore Giancarlo Nicoletti. Il volume è composto da “#salvobuonfine”, “Festa
della Repubblica” e “Kensington Gardens”. I tre testi, già allestiti in diversi
teatri italiani e romani, hanno riscosso, nell’ultimo anno, uno straordinario
successo di pubblico e critica, e ottenuto numerosi riconoscimenti.
La trilogia affronta i temi del
postmoderno italiano, attraverso i disagi, le aspirazioni e i dilemmi delle
generazioni contemporanee. Il risultato che ne deriva è un perfetto affresco di
imperfezioni universali e, al tempo stesso, un’analisi della società attraverso
tre personali chiavi di lettura: quella politica, quella sociale e quella
culturale.
L’evento è curato dalla casa editrice ChiPiùNeArt
che ha accolto coraggiosamente la sfida del “teatro da leggere”.
Letture di brani tratti da:
#salvobuonfine -
Vincitore L’Artigogolo 2015 - sezione
Drammaturghi in Erba, Premio Speciale
Drammaturgia Oltreparola, Premio Dante Cappelletti, finalista Nuovo Premio Traiano
Festa
della Repubblica - finalista Premio Lorenzo De Feo, Premio Stazioni
d’Emergenza – Galleria Toledo
Kensington
Gardens - debutto
nazionale al Teatro Sala Uno - Roma
Seguirà l’incontro
con la direttrice editoriale Adele Costanzo
e con l’autore
---
Giuria degli Esperti composta da: Massimo Mirani - attore teatrale e
cinematografico e autore; Chiara Girardi – operatrice teatrale, collabora con
il Progetto Goldstein, Teatro dell’Orologio e Compagnia teatrale Vuccirìa;
Daniele Rizzo - fondatore e direttore della rivista culturale Persinsala;
Adriano Sgobba - critico teatrale rivista culturale Paper Street e Responsabile
Comunicazione e Social della rivista di cultura e spettacolo Recensito; Daria
Veronese - regista e presidente di Capsa Service - Docenti di scuole romane e
pubblico abituale: Francesca Altobelli, Maura Bernabei, Nicoletta Pastorello,
Nunzio Montuori, Grafiche
e webmaster, Walter
Mirabile, Luca
Bernabei, Promozione e comunicazione Teatro Planet
F/M Press –Marta Scandorza
Teatro
Planet - Direzione artistica Caterina Costantini - Direzione organizzativa:
Gabriele Pianese, Giorgia Buttarazzi
www.teatroplanet.wordpress.com
"CassinoOFF 2016" direzione artistica di Francesca De Sanctis
V Edizione
Aula Pacis/Biblioteca Comunale Pietro Malatesta/Rocca Ianula/ Casa Circondariale/Teatro Manzoni - Cassino (Fr)- da venerdì 4 Marzo a Sabato 30
Aprile - orari vari
Alla sua V edizione il Festival
del Teatro Civile CassinoOFF
– organizzato dall'Associazione CittàCultura e diretto da Francesca
De Sanctis - riparte con un grande attore e uno dei più apprezzati
scrittori del’ 900: Alessandro Haber e Charles Bukowski.
L'irriverente autore statunitense ormai è parte di Haber, che lo porta in scena
da anni in varie forme: spettacolo, concerto, reading. A Cassino l'interprete
bolognese leggerà – il prossimo 4 marzo presso l'Aula Pacis – i suoi versi e i
suoi testi.
CassinoOFF è questo: un teatro
contro perbenismi e ipocrisie, un teatro che parla, racconta, grida e che tiene
accesa sempre la sua attenzione sul nostro tempo. Alessandro Haber, Iaia
Forte (in Un bacio, di Ivan Cotroneo) Ulderico Pesce e Andrea Satta (in La
Fisarmonica verde), Fabrizio Saccomanno (in Gramsci.
Antonio detto Nino) saranno alcune delle voci che risuoneranno nei luoghi
del Festival.
Ma CassinoOFF è anche un’invasione civile e partecipata della città: la Rocca
Janula, la Biblioteca comunale Malatesta, la Casa circondariale, il Teatro Manzoni e il Civico Sociale
(trattoria della legalità) saranno attraversati da serate musicali, performance
di danza e molto altro.
Obiettivo del Festival sarà coinvolgere il pubblico di tutte le età sulla
scia delle edizione passate (ricordiamo tra gli ospiti: Bebo Storti, Marco
Paolini, Luigi Lo Cascio, Isabella Ragonese, Ascanio
Celestini, Roberto Saviano, Vincenzo Perrotta, Ottavia
Piccolo).
CassinoOFF è anche laboratori
teatrali che si sono svolti durante tutto l’anno, sull’intero territorio
provinciale coinvolgendo gli abitanti di vari comuni, e il Premio CassinoOFF,
rivolto alle compagnie teatrali, nato per sostenere e promuovere i progetti e
gli artisti che affrontano, con coraggio e poesia, tematiche “scomode”: dalla
mafia al precariato, dall’ambiente alla corruzione, o raccontano storie di vite
difficili legate a guerre, emigrazioni, lotte e ingiustizie. Negli corso degli
anni il Premio è diventato un atteso appuntamento per gli artisti della scena
indipendente italiana. Sono oltre 150 le candidature pervenute quest’anno e a
breve sarà decretato lo spettacolo vincitore che andrà in scena il prossimo 9
aprile. Le prime due edizioni sono state vinte dalla compagnia Instabili
Vaganti con lo spettacolo Made in Ilva. L’eremita contemporaneo e
da Oscar De Summa con Stasera sono in vena.
L'Associazione CittàCultura
– con il sostegno della Regione Lazio, del Comune di Cassino e
della Banca popolare del Cassinate, il patrocinio dell'Università
degli Studi di Cassino – presenta soprattutto un progetto condiviso e
allargato che coinvolge anche le associazioni presenti sul territorio, oltre ad
artisti affermati e a giovani compagnie.
- Programma della settimana -
#Teatro
ore 21.00,
Aula Pacis
UN BACIO
di Ivan Cotroneo
con Iaia Forte
con la partecipazione di Enzo Curcuru’ e Matteo Lai
diretto
da Francesca De Sanctis – L’Unità
La storia di Un bacio è liberamente ispirata
ad un fatto di cronaca, l'omicidio di Larry King, 15 anni, studente di un liceo
californiano.
La mattina del 12 febbraio 2008 Larry venne
ucciso da un suo compagno di liceo, Brandon McInerney, 14 anni, con un colpo di
pistola alla nuca. Nei giorni precedenti al delitto, Larry aveva corteggiato il
suo compagno di classe Brandon.
In Italia, a differenza di quanto avviene
nella quasi totalità dei paesi europei, non esiste alcuna legge che riconosca
un'aggravante specifica per i reati commessi in odio a persone omossessuali,
bisessuali e transgender.
Nell’ottobre del 2009 una proposta di legge
dell’onorevole Paola Concia che proponeva di considerare come aggravante in
caso di aggressione l’omofobia, è stata bocciata dalla Camera.
Un
bacio, diretto da Ivan Cotroneo e prodotto da Indigo Film e
Titanus con Rai Cinema e con il sostegno di FVG Friuli Film Commission, è
diventato un film in uscita al cinema il 31 marzo 2016.
«Due giovani
studenti e la loro insegnante. Tre punti di vista diversi di uno stesso
episodio.
Un omicidio
senza senso. La scrittura asciutta e tesa di Cotroneo restituisce una tale
forza agli avvenimenti , che mi ha rapito, come una riscrittura contemporanea
della tragedia classica. Leggendolo mi ha invaso una strana inquietudine. C’è un assassino, ma
si avverte che la vera colpa risiede altrove. Anche in noi stessi, che ci
crediamo innocenti lettori». Iaia Forte
19 MARZO
#Teatro
ore 18.30,
Rocca Janula, Cassino
Fra cielo e
terra, vita reale e fantastica di Ipazia
adattamento
teatrale tratto dal romanzo di Adriano Petta e Antonino Colavito
Ipazia, vita
e sogni di una scienziata del IV secolo
diretto e
interpretato da Elisabetta Magnani
Un monologo
per rappresentare un frammento di storia della vita di Ipazia, donna di scienza
e di culto pagano, che nacque e visse ad Alessandria d’Egitto nel IV Secolo
D.C. , durante il declino dell’Impero, epoca in cui fu ordinata da parte
dell’Imperatore Teodosio, la distruzione di tutti i templi pagani presenti
nell’area dell’intero impero.
#Alcivico
ore 21,
Civico Sociale, trattoria della legalità
Serata
musicale
in
collaborazione con l'associazione Namastè
ospite: Massimiliano
Gallo
CassinoOFF |
IL FESTIVAL DEL TEATRO CIVILE
raccontare i
nostri giorni, e raccontare il passato
può fornirci
una chiave di lettura per i nostri giorni
della DANZA
DEBUTTO
"MARGINAL
LAND" di Francesco
Collavino
In anteprima nazionale per Cie Twain nuovi Autori.
MAT
laboratorio urbano - Terlizzi, Ba - Domenica 20 Marzo 2016
Francesco
Collavino, interprete, coreografo, visualartist e fondatore di Ba.Bau.Corp.,
sarà in scena presso Palazzo Grassi
(Aradeo, Le) il giovedì 17 Marzo
per Cantieri Teatrali Koreja, con l’anteprima nazionale di “Marginal Land”.
Sua
ultima creazione coreografica per il progetto Cie Twain
Nuovi Autori, lo spettacolo replicherà il 20 Marzo per la rassegna "Frontiere 2015/16" al MAT laboratorio urbano (Terlizzi, Ba).
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Un percorso lungo paradossali confini alla ricerca di luoghi geografici politici e sociali. Una corsa ai margini della bellezza in cui la perfezione della linea si sgretola velocemente nel movimento condiviso di un corpo, inteso come termine del luogo e come insieme. Questa creazione esplora la situazione degli stati, lo stato delle cose, lo stato fisico ed emotivo. Lo stato come condizione entro cui il soggetto agisce e muore; sperimentando la mobilità dell’evento relazionale e rendendo visibile la resistenza come momento del potere. E’ una riflessione sulle frontiere, sull’occupazione e sulle tracce.
Marginal Land è un viaggio tra luoghi dove l’accesso è vietato, dove spesso si superano i limiti e ci si ritrova dalla parte sbagliata. Dove la danza si libera di se stessa in una doppia negazione e incontra lo spettatore-testimone, offrendosi come giardino e teatro nello stesso tempo.
Con la collaborazione tecnica di Tommaso Monza, il light design di Luciano Novelli e la consulenza musicale Davide Tomat lo spettacolo vede in scena Francesco Collavino e Michela Cotterchio.
Produzione CieTwain_Nuovi Autori/Ba.Bau.Corp.
Con il Sostegno del MiBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con DEOS, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Balletto dell’Esperia e Università di Torino. Con il supporto di Compagnia Arearea e CieZerogrammi.
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Un percorso lungo paradossali confini alla ricerca di luoghi geografici politici e sociali. Una corsa ai margini della bellezza in cui la perfezione della linea si sgretola velocemente nel movimento condiviso di un corpo, inteso come termine del luogo e come insieme. Questa creazione esplora la situazione degli stati, lo stato delle cose, lo stato fisico ed emotivo. Lo stato come condizione entro cui il soggetto agisce e muore; sperimentando la mobilità dell’evento relazionale e rendendo visibile la resistenza come momento del potere. E’ una riflessione sulle frontiere, sull’occupazione e sulle tracce.
Marginal Land è un viaggio tra luoghi dove l’accesso è vietato, dove spesso si superano i limiti e ci si ritrova dalla parte sbagliata. Dove la danza si libera di se stessa in una doppia negazione e incontra lo spettatore-testimone, offrendosi come giardino e teatro nello stesso tempo.
Con la collaborazione tecnica di Tommaso Monza, il light design di Luciano Novelli e la consulenza musicale Davide Tomat lo spettacolo vede in scena Francesco Collavino e Michela Cotterchio.
Produzione CieTwain_Nuovi Autori/Ba.Bau.Corp.
Con il Sostegno del MiBACT - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con DEOS, Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Balletto dell’Esperia e Università di Torino. Con il supporto di Compagnia Arearea e CieZerogrammi.
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Choreography: Francesco Collavino_ with: Francesco Collavino and Michela Cotterchio_ lights and set: Ba.Bau.Corp_ sound: Davide Tomat_production: Cie Twain_Nuovi autori / Ba.Bau.Corp. with the
support of: Fondazione Live Piemonte dal Vivo, Balletto dell’Esperia and
Università di Torino, Cie Zerogrammi, Compagnia Arearea, DEOS – Danse Emsemble
Opera Studio.
www.cietwain.com
rispetto al CINEMA
PRIME
"Sebastian0" di Fabrizio Ferraro
Nelle SALE ITALIANE da martedì 15 Marzo
2016
Dopo aver
riportato in sala in Italia autori come Amos Gitai e Jean-Marie Straub, Boudu-
Passepartout distribuisce Sebastian0, il nuovo film di
Fabrizio Ferraro.
Cineasta
considerato dalla critica tra i più sorprendenti, radicali e innovativi del
panorama italiano, con questo nuovo lavoro Fabrizio Ferraro realizza un'opera a
cavallo tra finzione, documentario e film d'arte. Il film prende infatti spunto
dall'opera pittorica di Andrea Mantegna e dalle vicende del martire cristiano
Sebastiano. Due storie attraversano il dipinto San Sebastiano di
Mantegna. Due epoche diverse, ma uno stesso luogo: il Palatino di Roma. 2015
d.C. Marta e John sono turisti tra i turisti e passeggiano senza requie tra i
resti dell’antica città. 287 d.C. Anche Adriano e Alessandro, soldati della
guardia imperiale di Diocleziano, camminano senza sosta nello stesso luogo.
Sebastiano, in catene, li segue. Il loro è un circolo in cui vittima e
carnefici si confondono.
Sebastian0, prodotto
da Boudu-Passepartout con il sostegno di Nuovoimaie e del Fondo regionale per
il cinema e l'audiovisivo della Regione Lazio, verrà presentato in anteprima
internazionale in un circuito costituito dai più importanti Musei e Centri di
Arte contemporanea europei: il Macro di Roma (15 Marzo), il museo ZKM di
Karlsruhe, uno dei più innovativi e importanti musei di arte e tecnologia dei
media (16 Marzo) e il Centre Pompidou di Parigi con una proiezione nella
domenica di Pasqua come evento speciale all'interno del Cinéma du Réel (27
Marzo).
Con questo
nuovo lavoro Boudu continua a sostenere il grande cinema d'autore, sia
recuperando i canali classici della sala cinematografica sia aprendo nuovi
spazi di visione all'interno delle istituzioni culturali, artistiche e museali
che mostrano interesse nei confronti del cinema d’arte.
Italia - 2016
- Durata 1’29’’
Soggetto:
Fabrizio Ferraro, Marcello Fagiani - Testo,
immagine e composizione: Fabrizio
Ferraro - Operatore steadycam: Giancarlo
Leggeri - Assistente operatore: Pietro
Laino - Suono: Francesco Principini,
Simone Frati Costumi Fratelli Nori Trucco Sally Tomato - Prodotto da Fabrizio
Ferraro, Marcello Fagiani, Fabio Parente - Produttore associato: Luis Minarro (Barcellona)
Produzione
Boudu – Passepartout In collaborazione con Citrullo International
Distribuito da Boudu-Passepartout
CAST - MARCO
TETI, SEBASTIANO - MARTA REGGIO, IRENE LA
TURISTA - ADRIANO FABBI, SOLDATO ROMANO - ALESSANDRO CARLINI, SOLDATO ROMANO - JOHN HARDING, IL TURISTA.
PROSEGUE
"AMORE, FURTI E ALTRI GUAI" di Muayad Aalayan
Nelle SALE ITALIANE da giovedì 25
Febbraio 2016
SINOSSI
Mousa, ladro di auto palestinese, si trova in
difficoltà quando ruba la macchina sbagliata. Quella che pensava fosse un’auto
israeliana ed un modo semplice per fare soldi nel suo campo profughi impoverito
risulta essere un carico di sfortuna quando scopre nel bagagliaio un soldato
israeliano rapito da militanti palestinesi.
Mousa tenta, inoltre, di riavvicinarsi alla donna
amata e, nel frattempo, sogna di emigrare in Italia per giocare nellaFiorentina
e trova un procuratore palestinese che gli promette di realizzare questo sogno.
Il regista Muayad Alayan, racconta, con un
brillante piglio da commedia, le avventure del protagonista in chiave comica.
Commedia
Nera - Palestina - Durata 93' - Arabo sottotitolato in italiano
Regia:
Muayad Aalayan
Produzione:
Palcine Productions - distribuzione: Cineclub Interazionale
www.cineclubinternazionale.eu
circa l'ARTE
INAUGURAZIONE
Street Art - Banksy &
Co.
PALAZZO PEPOLI - Museo della Storia di Bologna
- Bologna - da venerdì 18 marzo a domenica 26 giugno 2016,
vari irari
Sul finire degli anni Sessanta del ‘900, nuove
pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale,
con l’intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto
l’etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica
indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo,
utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente
innovative. Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo
urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività
contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città
del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come
punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per
Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro
segno sui muri. Dal 18 marzo al 26 giugno 2016 questa forma d’arte è raccontata
nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli -
Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art -
Banksy & Co. L’evento porterà inoltre per la prima volta in Italia la collezione
del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della Città di
New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from the Martin
Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie del
Museo. Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole individuare la New York
del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei più grandi graffiti
writers e street artists statunitensi come Dondi White, Keith Haring, e Lady
Pink. La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio in
Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia Group, curata da Luca
Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende spiegare il valore
culturale e l’interesse artistico della street art. Il progetto nasce dalla volontà
del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di un
gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con l’obiettivo di
avviare una riflessione sui principi e sulle modalità della salvaguardia e
conservazione di queste forme d’arte. Il progetto di “strappo” e restauro, una
sperimentazione condotta dal laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, Marco
Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi di Blu - uno dei dieci
street artists migliori al mondo come riporta una classifica del The Guardian
del 2011 -, quali il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza
titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza
titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è parso come un’occasione
propizia per una mostra che vuole contribuire all’attuale dibattito
internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica pone l’attenzione sul
problema della salvaguardia di queste testimonianze dell’arte contemporanea e
della loro eventuale e possibile
“musealizzazione” a discapito dell’originaria
collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri. La
mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze
sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per
quell’estetica che nacque a New York negli anni ‘70 grazie alla passione per il
lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città.
Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per
creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il
modo in cui sono state recepite dalla società. Il patrimonio artistico è
protagonista dell’inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua
corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo
ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. Il fine
utopistico e l’intento sono proteggere e conservare questa forma d’arte e
portare le attuali politiche culturali a riconoscere l’esigenza di una
ridefinizione degli strumenti d’intervento nello spazio urbano perché i
graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto
delle persone, l’Arte intera di questo secolo.
www.mostrastreetart.it
www.genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/
PROSEGUONO
"La seduzione
dell’antico Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto" a cura
di Claudio Spadoni
MAR – Museo d'Arte della città di
Ravenna - Ravenna
- da domenica 21 febbraio a domenica 26 giugno 2016, vari orari
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR
Ravenna . Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Con il
sostegno di CMC Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, CNA Servizi
Ravenna
“Quel non so
che di antico e di moderno...” lo scriveva Carlo Carrà dopo la stagione
futurista, in un tempo in cui - era il 1916 - egli stesso era ormai rivolto a
un ripensamento del passato, come scrisse nei suoi due saggi Parlata su Giotto
e Paolo Uccello costruttore. Un pensiero, quello di Carrà, ambiguamente
definito “il ritorno all’ordine” che ormai andava diffondendosi anche oltre i
confini, dopo le “avventurose” sortite delle avanguardie che avevano segnato il
primo Novecento fino alla Grande Guerra. Ma se la fase delle avanguardie
storiche non poteva dirsi conclusa, almeno fino all’entrata in scena del
Surrealismo - di cui il manifesto del 1924 ne suggella la nascita -, il clima
storico era profondamente mutato, come testimoniano i “cambiamenti di rotta” di
diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie. La mostra La seduzione dell’antico. Da
Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto narra quanto sia stato
insopprimibile il richiamo all’“antico” lungo tutto il Novecento, come
testimoniato opere di artisti quali De Chirico, Morandi, Carrà, Martini,
Casorati, Sironi, Scipione, Fontana, Guttuso e Clerici, Schifano, Festa,
Angeli, Ceroli, Paolini, Pistoletto, Ontani, Mariani, Paladino, Duchamp, Man
Ray, Picasso e Klein esposte al MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna dal
21 febbraio al 26 giugno 2016. La
mostra, promossa dal MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna, realizzata
grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e a
cura di Claudio Spadoni, ripercorre la storia del Novecento documentando
artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all'“antico” non solo di coloro
estranei alle trasgressioni delle avanguardie, ma anche di molti che, senza
rinnegare la loro appartenenza a movimenti o tendenze, hanno attinto all’antico
proponendo un ritorno alla figuratività più quieta, appoggiata ai valori della
tradizione. Una tradizione intesa come
restituzione moderna di modelli dell’antico, anche fino all’esplicita
citazione; oppure in forma evocativa, come pretesto per una rilettura inedita,
come uno sguardo disincantato rivolto a opere e figure mitizzate del passato da
contestualizzare nella contemporaneità, per giungere alle operazioni più
disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti. Attraverso otto
sezioni l’esposizione racconta protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà,
Martini e Casorati; il periodo cruciale del “ritorno all’ordine” fra le due
Guerre quando prima Sironi e poi gli artisti italiani più significativi
esponevano sotto l’etichetta del “Novecento”, il movimento promosso da Margherita Sarfatti; fino narrare il
Realismo magico, le versioni diversissime del Neobarocco, da Scipione a Fontana
a Leoncillo; illustrare attraverso le loro opere figure di artisti quali
Guttuso e Clerici; la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli,
Ceroli, e quindi, nel pieno dell'Arte Povera, raccontare di Paolini e
Pistoletto. E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino e la rilevante
presenza di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein. Il Novecento è stato il secolo all’insegna
del “nuovo” che ha visto le avanguardie dei primi decenni e quindi le
neoavanguardie del secondo dopoguerra protagoniste della scena artistica
internazionale, che la mostra intende descrivere, a cui la critica, i Musei, le
Fondazioni e il mercato dell’arte hanno rivolto sempre maggiori
attenzioni.
Comitato
scientifico Antonio Paolucci, Elena Pontiggia, Marco Bazzocchi, Claudio Spadoni
www.arthemisia.it www.mar.ra.it
"IL SIMBOLISMO Dalla Belle Époque alla
Grande Guerra" a
cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in
collaborazione con Michel Draguet.
PALAZZO
REALE
- Milano - da mercoledì 3 febbraio a domenica 5 giugno 2106 - orari vari
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
www.palazzorealemilano.it
"MATISSE E IL SUO TEMPO" a cura di Cécile Debray
PALAZZO
CHIABLESE - Torino - da sabato 12 dicembre 2015 a domenica 15 maggio 2016 - orari vari
Promossa
dal Comune di Torino --‐
Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre
Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.
“Ho lavorato per arricchire la mia
intelligenza, per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito, sforzando
tutto il mio essere alla comprensione delle diverse interpretazioni dell’arte
plastica date dagli antichi maestri e dai moderni.” Henri Matisse,
Notes d'un peintre in “La Grande
Revue”, 25 dicembre 1908 Matisse “l’ansioso, il follemente anioso” -¬‐ così lo descrive uno dei suoi amici
divisionisti --‐ domina l’arte della prima metà del
XX Secolo ed è considerato uno delle coscienze artistiche più affascinanti del
Novecento. Sempre al centro di dibattiti, durante tutta la sua carriera è stato
capogruppo dei fauves, osservatore critico del cubismo, discepolo di Signac,
Renoir e Bonnard, rivale di Picasso, maestro d’accademia e infine precursore di
un’arte che anticipa l’espressionismo astratto newyorkese. Con 50 opere di
Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani,
Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger – tutte provenienti dal Centre Pompidou –
la mostra “Matisse e il suo tempo” si prefigge di mostrare le opere di Matisse
attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con
altri pittori.
Così, per mezzo di confronti visivi
con opere di artisti suoi contemporanei, sarà possibile cogliere non solo le
sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una
sorta di “spirito del tempo”, che unisce Matisse e gli altri artisti e che
coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni quaranta
e cinquanta. Opere di Matisse quali Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande
interno rosso (1948), Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) sono
messe a confronto con i quadri di Picasso, come Nudo con berretto turco (1955),
di Braque, come Toeletta davanti alla finestra (1942), di Léger, come Il tempo
libero – Omaggio a Louis David (1948--‐1949)
Promossa dal Comune di Torino --‐ Assessorato alla Cultura, dalla
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal
Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE
Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group,
La mostra curata da Cécile Debray
conservatore Centre Pompidou. Dieci sezioni in mostra illustrano, secondo un
percorso cronologico intercalato da approfondimenti tematici, le figure
matissiane delle odalische --‐ come in Odalisca con pantaloni rossi del 1921 --‐; la raffigurazione dell’atelier,
soggetto ricorrente nell’opera di Matisse ma che, negli anni bui della Seconda
Guerra Mondiale, dà luogo a quadri stupefacenti a firma di Braque (L'Atelier IX,
1952--‐56) e Picasso (Lo studio, 1955);
l’opera e il percorso di Matisse dai suoi esordi con Gustave Moreau (1897--‐99) fino alla sua scomparsa negli
anni Sessanta e alle ultime carte dipinte e ritagliate.
Sponsor:
Lottomatica e come sponsor tecnici Grandi Stazioni, Trenitalia, Coop, Canale
Arte.
Con
il supporto di La Rinascente.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD. Il
catalogo è edito da 24 ORE Cultura --‐
Gruppo 24 ORE.
www.mostramatisse.it
"Toulouse-Lautrec La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest"
MUSEO DELL'ARA PACIS - Roma - da venerdì 4 dicembre 2015 a domenica 8 maggio
2016 - orari vari
Promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura.
“[…] la novità è raramente l'essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca.”
Henri de Toulouse-Lautrec
“[…] la novità è raramente l'essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca.”
Henri de Toulouse-Lautrec
Con circa 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest, arriva al Museo dell’Ara Pacis di Roma una grande mostra su Toulouse-Lautrec, il pittore bohémien della
Parigi di fine Ottocento, che ripercorre l’attività dell’artista dal 1891 al
1900, poco prima della sua morte avvenuta a soli 36 anni.
La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consentirà di portare a Roma il fiore della raccolta di opere di Toulouse-Lautrec conservata Al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum), uno dei più importanti in Europa, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. In occasione dell’esposizione romana, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, circa 170 litografie della collezione (tra cui otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert con circa 10 litografie) lasceranno Budapest per essere esposte al Museo dell’Ara Pacis dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016.
Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Toulouse-Lautrec: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali sono autentiche rarità perché stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell'artista.
Henri de Toulouse-Lautrec è considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Tra le peculiarità della sua arte, è l’avere come soggetto la più disparata umanità illustrata in momenti quotidiani o di divertimento, affascinando così la borghesia francese. Sua grande fonte d’ispirazione è il quartiere parigino di Montmartre e la maggior parte delle sue opere sono riconducibili alla vita notturna e ai locali di questa zona. Sono rappresentazione d’istanti di vita quotidiana che Lautrec restituisce con un effetto di grande immediatezza: in poco tempo l’artista diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire.
Nel percorso di mostra, oltre le opere di Toulouse-Lautrec, rare immagini (fotografie e riprese cinematografiche) d’inizio Novecento evocano la Parigi della Belle Époque. Inoltre, un’applicazione interattiva guida il visitatore alla scoperta della tecnica litografica e delle tecniche di stampa di fine Ottocento, dai colori accesi e la riproduzione su vasta scala, ai presupposti per la nascita del manifesto pubblicitario, di cui egli è stato con la sua arte il precursore.
La mostra vede come sponsor Generali Italia, come sponsor tecnico Codognotto e come partner dell’iniziativa Trenitalia.
La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consentirà di portare a Roma il fiore della raccolta di opere di Toulouse-Lautrec conservata Al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum), uno dei più importanti in Europa, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. In occasione dell’esposizione romana, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, circa 170 litografie della collezione (tra cui otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert con circa 10 litografie) lasceranno Budapest per essere esposte al Museo dell’Ara Pacis dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016.
Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Toulouse-Lautrec: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali sono autentiche rarità perché stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell'artista.
Henri de Toulouse-Lautrec è considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Tra le peculiarità della sua arte, è l’avere come soggetto la più disparata umanità illustrata in momenti quotidiani o di divertimento, affascinando così la borghesia francese. Sua grande fonte d’ispirazione è il quartiere parigino di Montmartre e la maggior parte delle sue opere sono riconducibili alla vita notturna e ai locali di questa zona. Sono rappresentazione d’istanti di vita quotidiana che Lautrec restituisce con un effetto di grande immediatezza: in poco tempo l’artista diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire.
Nel percorso di mostra, oltre le opere di Toulouse-Lautrec, rare immagini (fotografie e riprese cinematografiche) d’inizio Novecento evocano la Parigi della Belle Époque. Inoltre, un’applicazione interattiva guida il visitatore alla scoperta della tecnica litografica e delle tecniche di stampa di fine Ottocento, dai colori accesi e la riproduzione su vasta scala, ai presupposti per la nascita del manifesto pubblicitario, di cui egli è stato con la sua arte il precursore.
La mostra vede come sponsor Generali Italia, come sponsor tecnico Codognotto e come partner dell’iniziativa Trenitalia.
Media
coverage by Sky Arte HD. -
Il catalogo è edito da Skira.
www.arapacis.it
Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi
volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può
scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta
di segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …