Kiri, continuano le segnalazioni in Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Per sognare con voi, di settimana in settimana, alcuni suggerimenti, piccoli e grandi, sia In che Off, selezionati sulla base delle vostre importanti indicazioni, in pieno kirostile, qualità libera da tutto e da tutti.
in merito al TEATRO
DEBUTTI
"Pamphylus" regia e drammaturgia Fulvio Ianneo
da
Riccardo da Venosa
TEATRO PALLADIUM UniRomaTre –Roma – lunedì
11 e martedì 12 aprile 2016, ore 20,30
Riproposta
dopo secoli di oblio dal regista e adattatore Fulvio Ianneo, sarà in scena al Teatro
Palladium Pamphylus, commedia
elegiaca scritta in latino nel XIII secolo e attribuita recentemente a Riccardo
da Venosa. L’opera indaga le dinamiche del sentimento amoroso con profondità e
disincanto, portandole al confine del lecito: una passione efferata spingerà un
uomo a far violenza alla donna amata, dalla quale egli è ricambiato. A dirigere
le sorti degli amanti è l’intervento manipolatorio di una mezzana, che
scaraventa il loro sentimento nello spazio vuoto e senza sogni della cruda
realtà, da dove i due giovani dovranno ripartire per costruire il loro futuro.
Fulvio
Ianneo. Drammaturgo, regista di origine lucana, nel 1990 fonda, insieme a Anna
Amadori, REON - Future Dimore, Associazione
Culturale attiva a livello territoriale, nazionale e internazionale: cooperazioni
artistiche sono state realizzate in Spagna, Austria, Slovenia, Slovacchia,
Uruguay, Finlandia, Ucraina, Stati Uniti, India e Francia dove il progetto Moi
femme immigreé, presentato a Parigi, ottiene il patrocinio dell’Unesco. Importanti
sono state le esperienze di teatro in carcere e la collaborazione con Leo De
Berardinis.
Reon Teatro,
Associazione Nahia_Regia e drammaturgia Fulvio Ianneo - Interprete: Veronica
Caissiols, Irma Ridolfini, Paolo Zaccaria - statua di Venere realizzata da Giorgio
De Marchi - Assistente alla regia Tiziana Calderon
www.teatro-palladium.it
"InFolle" di Lorenzo Misuraca
TEATRO STUDIO UNO - Roma - da giovedì 14 a domenica 17 aprile 2016, ore 21.00_dom ore 18.00
La ragazza l'ha lasciato, lui vuole lasciare la città, il giudice non lo lascerà in pacemonologo comico “InFolle”, la nuova produzione della compagnia “Come risolvere in 2”, dopo i successi di “Non ti fissare”, "Sessolosé" e "Cuori Monolocali".
Il testo, scritto da Lorenzo Misuraca per Ermenegildo Marciante, vede come protagonista Antonio Maina, istruttore di scuola guida colto in un momento critico della sua vita: dopo aver subito la sospensione della patente, dovrà convincere il giudice a restituirgliela per non perdere il lavoro. Per farlo, ripercorre le ragioni che lo hanno portato a quella folle corsa in macchina: l'abbandono da parte della sua ragazza dopo un tradimento e l'ansia che lo spinge a cambiare vita.
Tra una lezione di teoria e una di pratica di guida, dispensate a improbabili studenti, tra cui una stralunata diciottenne e un sorprendente pensionato, Antonio cercherà il bandolo della matassa per uscire dal suo stato di “folle”, proprio lui che di mestiere deve insegnare agli altri a saper riconoscere i segnali e le indicazioni stradali.
Il monologo si dipana così tra momenti di divertimento puro, epifanie romantiche, stoccate ironiche sui limiti dell'essere umano, e riflessioni profonde sulle fasi di smarrimento.
In scena Ermenegildo Marciante, talentuoso e versatile attore comico, protagonista nelle esilaranti produzioni passate delle compagnia “Come risolvere in 2” e nel recente adattamento italiano del premiato “Il colloquio” del francese Serge Da Silva.
L'autore, Lorenzo Misuraca, oltre ad avere scritto a quattro mani con Antonia Fama gli acclamati spettacoli di “Come risolvere in 2”, è autore dei monologhi comici “Belle bandiere” e “Non parlarmi di mafia”.
Come risolvere in 2_Autore: Lorenzo Misuraca- Regia: Marciante – Misuraca - Interprete: Ermenegildo Marciante - Progetto fotografico loncandina: Pierpaolo Lo Giudice
www.teatrostudiouno.com
"MATRIMONIO EXTRAVERGINE" scritto e diretto da
Angelo Sateriale
TEATRO KOPÒ - Roma - da venerdì 15 a domencia 17 aprile 2016, ore 21.00_dom ore 17.00 e 21.00,
aperitivo a partire dalle ore 20.00
Angelo
Sateriale torna al Teatro Kopò.
Dopo L'Importanza di non essere juventini l'artista campano torna a teatro con una nuova esilarante
commedia.
Matrimonio extravergine scritto e
diretto da Sateriale vede in
scena lo stesso autore con Maria Elisa
Barontini, Claudio Boschi, Giulia Linari.
Alfonso e
Sara sono una coppia felice con l'unico problema di non riuscire ad avere
figli, nonostante i molti tentativi. Decidono di invitare a cena Giuseppe e
Maria, lui ex compagno di scuola di Alfonso, per confrontarsi sul problema.
Sono infatti le uniche due coppie della
loro comitiva che non hanno ancora avuto bambini.
Dopo aver
trascorso un po' di tempo insieme si scopre che Giuseppe e Maria dopo dodici
anni di fidanzamento e tre di matrimonio sono ancora vergini.
Tra lo
stupore dei loro amici, un po' di
imbarazzo e rassegnazione si va incontro ad un finale tutt'altro che scontato.
Autore
e regista: da Angelo Sateriale - Interpreti: Angelo Sateriale, Maria Elisa Barontini, Claudio Boschi, Giulia Linari
www.teatrokopo.it
PROSEGUONO
“SIAMOTUTTIGAY” scritto e diretto
da Lucilla Lupaioli
TEATRO
LO SPAZIO - Roma - da martedì 5 a domenica 17 aprile 2016 – ore
20.45_dom. 17.00
Dopo la fortunatissima stagione al Teatro Ambra Garbatella
e la standing ovation al Gay Village 2015, torna a Roma, al Teatro Lo Spazio,
“Siamotuttigay”.
Ma se fossimo tutti gay, gli
eterosessuali come farebbero? Sarebbero costretti a nascondersi, a fare
terapia, a vergognarsi delle proprie fantasie sessuali? Che cosa penserebbero i
loro vicini, i loro colleghi, e soprattutto i loro genitori?
Prendete due fratelli adolescenti,
carini, spaventati, che devono affrontare due madri piuttosto tradizionaliste,
affettuose ma molto rigide, e confessare: “mamma, mamma, noi siamo etero!”.
Immaginate che il tutto avvenga in teatro, perché una delle due madri è
un’attrice famosissima (Alessandro Di Marco, en travestì) e l’altra madre è il
suo ufficio stampa (Michela Fabrizi). E’ il giorno della prima, le tensioni si
addensano dietro il palco e dentro ai camerini.
La costumista (Martina Montini)
tresca di nascosto con Willy, uno dei due fratelli (Antonio De Stefano), mentre
la sorella (Giulia Paoletti) amoreggia da un po’ con il macchinista (Claudio
Renzetti). Sono due amori segreti, o meglio proibiti, nati dietro il manto
protettivo ed eccitante del teatro, che offre sempre qualche libertà in più
rispetto agli ambienti più conservatori. Scene rocambolesche, bugie che si
susseguono una dietro l’altra creando una cortina di equivoci, ma nel giorno
della prima gli equilibri saltano e i due fratelli decidono di fare il coming
out. Scoppia il dramma: ricatti morali, crisi isteriche, scenari apocalittici.
Le due madri, sconvolte, devono scegliere fra l’amore e il giudizio, fra la
libertà dei figli e il controllo delle loro vite. Ce la faranno a scardinare la
loro eterofobia? A superare i propri tabù?
Una rivisitazione di luoghi comuni
intelligente e ironica, che mostra il mondo che conosciamo da un altro punto di
vista, come una Terra osservata dalla Luna. Il paradosso del mondo al contrario
è vincente perché costringe a riflettere senza appesantire o scadere in facile
retorica. Risate catartiche.
Autrice e
regista: Lucilla Lupaioli - da un’idea di Marco Marciani - Interpreti:
Alessandro Di Marco – Maggie; Michela Fabrizi- Tessy; Claudio Renzetti –
Max; Antonio De Stefano - Willy Martina
Montini – Lucy; Giulia Paoletti - Sheila -assistente alla regia Armando
Quaranta - luci: Giovanna Venzi - scene e costumi: Nicola Civinini
“Nudo proprietario 2.0” di Laganà, Cruciani, Quinto
con Rodolfo Laganà
Gianni Quinto
e Roberto Giglio
TEATRO MARCONI - Roma - da venerdì 8 a
domenica 10 Aprile, da venerdì 15 a domenica 17 Aprile 2016 - ore 21.00_ dom 17.30
Penultima tappa del “Raccordo Anulare World Tour” al
Teatro Marconi di Roma con lo spettacolo "Nudo Proprietario 2.0", il
one man show che ha appassionato migliaia di spettatori e che ha segnato un
sold out dopo l’altro. Dopo il grande consenso di pubblico e critica torna in
scena Rodolfo Laganà con un’iniziativa volta a riscoprire il teatro delle
periferie romane a prezzi popolari per dare la possibilità a tutti di vivere
l’emozione di uno spettacolo teatrale dal vivo.
Il tour è partito dal Teatro Ghione, per poi passare al
Festival romano di Villa Ada, proseguendo per il Teatro Tirso, il Salone
Margherita, il Teatro Marconi e si concluderà al Nino Manfredi di Ostia.
Partendo da una riflessione sull’età, Laganà racconta le avventure di una vita
che, col passare del tempo, ti cambia radicalmente. Affiancato in scena «dai
suoi unici neuroni rimasti», quello della memoria (Gianni Quinto) e quello
della musica (Roberto Giglio), Rodolfo Laganà si confronta con se stesso e apre una divertentissima
parabola che comprende il rapporto con gli altri, col sonno, col sesso, con la
politica.
E in un personale outing, Laganà confessa anche il suo rapporto con la tavola attraversando
tutti i tipi di diete che ha provato: dal marasma dell'alimentazione
alternativa al cibo
biologico, fino alla medicina
omeopatica. «Sto facendo tanti percorsi. Sarà per questo che non mi ricordo mai
dove ho parcheggiato la macchina», scherza l’attore. Non mancano musica,
atmosfere dissacranti e battute irresistibili per ridere e riflettere su una
generazione che per dire ancora la sua è costretta ad adeguarsi al cambiamento,
al ritmo, alla velocità, al multimediale, a Facebook, alle tessere del bancomat,
alle odissee nel traffico.
Invece, quasi fosse una filosofia zen, il comico romano
ha scoperto la via per la salvezza: «per essere “Nudi proprietari” della
propria vita bisogna prima di tutto fare una cosa: rimpadronirsi del proprio
tempo, liberi da ogni schiavitù che inganni la mente».
«Anche perché è solo così», dice Laganà, «che si può ancora essere liberi di sognare».
Autore:
Laganà, Cruciani, Quinto - Regia: Rodolfo Laganà - Interpreti: Rodolfo Laganà, Gianni Quinto e Roberto Giglio - Scene:
Alida Cappellini e Giovanna Licheri - Musiche: Andrea Tosi - Aiuto Regia: Maya Melis - Luci: Danilo Sabelli - Foto di scena: Gloria Fegiz
- Grafica: Babygraphics
www.teatromarconi.it
"SUPERFICE" scritta
e diretta da Erika Barresi
TEATRO TRASTEVERE - Roma - da mercoledì 6 a
domenica 17 aprile 2016, ore 20.30_dom ore 18.30
Commedia surreale.
Uno spettacolo di azione, tante risate e buona musica, con un testo
ben ritmato, con musiche eseguite
dal vivo da Alberto Laruccia.
Commedia sulla precarietà della
vita in particolare sulla precarietà della vita di tre attori.
“ La commedia è un atto di amore verso la gioia e
l'immaginazione di artisti nel donarsi e di spettatori nel ricevere. Vengono
messi in campo: arte, tecnica, energia, forza e generosità. L’improbabile
situazione e il rocambolesco evolversi degli eventi fanno si che non ci si
possa annoiare … per lo meno non nel
teatro in cui andiamo in scena noi!” –
Erika Barresi (autrice e regista)
I protagonisti: una donna diversa , un uomo colpevole e un uomo deciso sono tre
attori senza
lavoro, senza contratti, senza provini e
ingaggi in quella situazione che per gli attori è la quotidianità: la
noia!!!! L’unico
vero impegno delle loro giornate è tenersi in esercizio con la recitazione passando da un genere
teatrale all’altro, da un dialetto all’altro.
Spezza questa noia una occasione di investimento
improvvisa, l’acquisto di un immobile con Bar. Certo è messo male, è fatiscente, ma
assume un interesse diverso alla
scoperta in magazzino di sacchi
contenenti una strana muffa bianca.
Entrano in campo incoscienza, ambizione, presunzione e i tre decidono che è giunta l’ora di
diventare imprenditori ….
intraprenderanno la carriera di spacciatori.
Gruppo Teatro Onda_ Autrice e regista: Erika Barresi Intepreti: Samantha Silvestri,
Alessandro Capone e Roberto Celestini, musiche eseguite dal vivo da Alberto
Laruccia.
Spettacolo con
aperitivo offerto.
"POLAR"
messa
in scena di Antonio Sinisi
TEATRO STUDIO UNO - Roma - da giovedì 7 a domenica 17 aprile, ore 21.00_dom ore
18.00
Debutta in prima
assoluta il nuovo spettacolo di Antonio Sinisi ispirato
all’ultimo lavoro di Harold Pinter, la sceneggiatura del film de “Gli
Insospettabili” diretto da Kenneth Branagh del 2007, con in scena un eccezionale e
collaudato duo di attori Gabriele Linari e Alessandro Porcu.
La trama
segue l’intreccio narrativo del film dove Wyke è un drammaturgo di testi noir.
Sua moglie Maggie vive con il suo nuovo compagno Tindle, un attore. Wyke e
Tindle s’incontrano nella residenza del primo, più che un incontro il loro
sembra uno scontro, dove le armi non sono sempre pari. Si accende così un
duello violentemente raffinato, una battaglia verbale serrata tra violenze
psicologiche e offese inverosimili, sorprese e colpi di scena.
“Lavorare su una sceneggiatura ci pone di fronte un testo pronto ad essere contraddetto, asciugato, ripulito e soprattutto neutralizzato superficialmente – spiega Antonio Sinisi – Neutralizzare per rendere più nuda la scrittura in modo da ottenere una partitura più precisa, mantenendo i contenuti primitivi, togliendo tutto il possibile superfluo (quel che strano, via! Direbbe Beckett) per esplorare una nuova forma. Lavorare su Pinter significa lavorare sulla contraddizione e in questo caso specifico sul concetto di vero e falso nel teatro”.
“Lavorare su una sceneggiatura ci pone di fronte un testo pronto ad essere contraddetto, asciugato, ripulito e soprattutto neutralizzato superficialmente – spiega Antonio Sinisi – Neutralizzare per rendere più nuda la scrittura in modo da ottenere una partitura più precisa, mantenendo i contenuti primitivi, togliendo tutto il possibile superfluo (quel che strano, via! Direbbe Beckett) per esplorare una nuova forma. Lavorare su Pinter significa lavorare sulla contraddizione e in questo caso specifico sul concetto di vero e falso nel teatro”.
In “Polar”
tutto ruota attorno al concetto di vero e falso. Si presenta un duello, un
combattimento tra due dispositivi, quello della verità e quella della falsità.
“Polar” è un ring, una camera nel limen, dove non si sa mai da che parte stare.
Ci si toglie il lusso di interpretare o rappresentare qualcuno o qualcosa, per
ricercare, frammento dopo frammento, la fusione tra il contenuto e la forma.
Mettere insieme il vero e il falso.
La scena
realizzata da Stefano Pietrini si compone di forme geometriche primarie e
oggetti di artigianato. Il progetto sonoro di Cristiano Urbani è minimale ma
pieno di tensione. Tutto per riportare la riflessione all’essenza delle cose e all’essenza del pensiero,
tornare bambini per cogliere più a fondo i concetti di vero e falso mescolati
nello stesso spazio, ammettendo che nel teatro la contraddizione è la regola e
il vero e il falso possono essere la stessa cosa.
Messa in scena: Antonio Sinisi - Interpreti: Gabriele Linari
e Alessandro Porcu - musiche originali Cristiano Urbani - oggetti di scena
Stefano Pietrini - locandina Martoz - residenza temporanea Teatro Studio Uno -
una produzione natacha von braun | ensemble d'espressioni
www.teatrostudiouno.com
TEATRO DEI SERVI - Roma - da martedi 29 marzo
a domenica17 aprile 2016 - ore 21 da martedì a venerdì_ 17.30 e 21 sabato_17.30
domenica
“Un bacio dai
tuoi papà” testo inedito di Gianpiero Pumo è una commedia che affronta con
leggerezza il tema della famiglia, anche quella meno ‘omologata’, e della
genitorialità omosessuale. Il testo, diretto da Gianluca Ferrato vede in scena
Mauro Conte, Gianpiero Pumo, Valeria Monetti, Carlo Zanotti e la partecipazione
di Paila Pavese.
Sebastiano
e Daniele sono una vera coppia. Dividono una vita, la casa e il letto. La loro
serenità viene minata dalla “naturale” impossibilità di avere un figlio e dal
“burocratico” divieto di adottarne uno. A differenza di Daniele, che non sembra
turbato da questa condizione, Sebastiano invece non riesce ad arrendersi al
pensiero di non poter avere un bambino, così arriva ad escogitare un folle
piano e invita sua sorella Marta con il
marito Aldo per un week end... da “proposta indecente”. Ma a rendere il fine settimana ancora più folle sarà l’inaspettato
arrivo della madre di Sebastiano, una donna bizzarra, imprevedibile e
soprattutto ignara di tutto, persino dell’omosessualità del figlio.
Questi
gli ingredienti da cui prende spunto la storia che si dipana attraverso un
ritmo serrato e divertenti equivoci, non senza qualche malinconia e verità
nascoste. I personaggi, così diversi e inizialmente lontani fra loro,
ritroveranno quel forte legame che solo la famiglia può dare. E non per forza quella
tradizionale.
Compagnia Moliere_Autore: Gianpiero Pumo - Regia: Gianluca Ferrato - Interpreti: Mauro Conte – Sebastiano, Gianpiero Pumo – Daniele, Valeria Monetti – Marta, Carlo Zanotti - Aldo e la partecipazione di Paila Pavese – la madre.
www.teatroservi.it
sul TEATRO PER BAMBINI e
RAGAZZI
DEBUTTI
"Le avventure
di Pinocchio… Ovvero il solito ceppo d'albero fatato" Regia di Maurizio Bercini e testo di Marina Allegri
CENTRALE PRENESTE TEATRO - Roma - domenica 17
aprile 2016 - (dai 4 agli 10
anni ), ore 16.30
Ultimo
appuntamento della stagione con gli spettacoli per tutta la famiglia della rassegna
Infanzie in gioco 2015/16. Arriva da Perugia Fontemaggiore Teatro con Le
avventure di Pinocchio ispirato al
celebre testo per l’infanzia di Carlo Collodi. Lo spettacolo è diretto da Maurizio
Bercini ed è interpretato da Fausto Marchini, Nicol Martini, Giulia Zeetti .
Lo
squillo di un cellulare attira l’attenzione di due burattini del Gran Teatro di
Mangiafuoco su uno spettatore “speciale” che verrà fatto salire sul palco. Da
lì in avanti si susseguiranno apparizioni dei personaggi più famosi della
storia di Collodi che riconosceranno in lui il famoso Pinocchio. L’uomo,
all’inizio stupito e contrariato, rifiuta con forza l’idea di essere mai stato
il burattino di Geppetto, ma pian piano arriverà alla consapevolezza delle sue
origini e deciderà di finire la storia per poterla ricominciare.
Fontemaggiore Teatro Stabile di Innovazione_Regia:
Maurizio Bercini - Testo: Marina Allegri - Interpreti: Fausto Marchini, Nicol
Martini, Giulia Zeetti - Scene e costumi: Maurizio Bercini, Donatello Galloni,
Silvia Spagnoli - Luci: Luigi Proietti, Pino Bernabei
Primo Capitolo: l’Inferno
TEATRO SANTA SILVIA - Roma - domenica 17
aprile 2016 (Lo
spettacolo è adatto ad un pubblico dai 5 ai 105 anni), - ore 17.00
RACCONTO/SPETTACOLO
DI TEATRO D’OMBRE CON LAVAGNA LUMINOSADall’oscurità alla luce, dalla morte alla
rinascita...
Si può raccontare Dante ai bambini?
In fondo le fiabe parlano di cose anche crudeli come la morte, rassicurandoci però con la promessa della trasformazione e della “rinascita” finale.
La “Divina commedia” ci è servita da spunto per raccontare una grande fiaba sul senso della giustizia, sulle differenze tra il bene e il male, sull’eternità dell’anima.
Mentre una lavagna luminosa proietta su un gigantesco telo bianco l’antichissima arte delle ombre, la voce di un’attrice guida i bambini nell’immensa storia di Dante, attraverso le forme, i colori e le figure dei misteriosi personaggi, disegnati dall’illustratrice Laura Cortini.
Si può raccontare Dante ai bambini?
In fondo le fiabe parlano di cose anche crudeli come la morte, rassicurandoci però con la promessa della trasformazione e della “rinascita” finale.
La “Divina commedia” ci è servita da spunto per raccontare una grande fiaba sul senso della giustizia, sulle differenze tra il bene e il male, sull’eternità dell’anima.
Mentre una lavagna luminosa proietta su un gigantesco telo bianco l’antichissima arte delle ombre, la voce di un’attrice guida i bambini nell’immensa storia di Dante, attraverso le forme, i colori e le figure dei misteriosi personaggi, disegnati dall’illustratrice Laura Cortini.
a cura
di Laura Nardi- Immagini di Laura Cortini
Informazioni: causa.ac.it@gmail.com
www.facebook.com/teatro.santasilvia
PROSEGUE
"T’IMMAGINI
(quelli che non credono alle favole)" di ADYNATON Officina di Teatro Sociale
con il supporto di Città
Metropolitana di Roma Capitale
4 APRILE – TEATRO PATOLOGICO - Via Cassia 472 - Roma
8 APRILE – TEATRO NUOVO SAN PAOLO – Viale di San Paolo,12 - Roma
12 APRILE – TEATRO SAN GIUSEPPE – Viale Primo Maggio, 42 – Fonte Nuova
(Rm)
15 APRILE - AUDITORIUM LICEO J.JOYCE – Via A. De Gasperi,20 – Ariccia
(Rm)
...i “Ragazzacci” in scena per l’Educazione alla
Legalità...
Reduci dal successo dell'ultimo lavoro Pinocchio
Reloaded, dal 4 al 18 Aprile 2016 tornano i ragazzi di Adynaton, l'associazione
di Teatro Sociale che va in scena per l'Educazione alla Legalità, con lo
spettacolo dal titolo T'IMMAGINI, quelli che non credono alle favole. Saranno
cinque gli appuntamenti realizzati dai ragazzi per i ragazzi, in cinque
differenti location: dal Teatro Patologico, al Teatro Nuovo San Paolo, passando
per il Teatro San Giuseppe e l'Auditorium Liceo James Joyce, per poi
concludersi al Teatro Euclide. Gli eventi avranno luogo dalle 9.30 alle 13.30 e
sarà possibile parteciparvi gratuitamente, con prenotazione obbligatoria,
contattando direttamente l'associazione. L'iniziativa è cofinanziata dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Gioventù, dalla Regione Lazio
e dalla Città Metropolitana di Roma Capitale insieme al Dip.to di Giustizia
Minorile del Lazio, la Polizia di Stato, lo sportello vittime del bullismo del
Policlinico Gemelli, il Ceis, l’APS Il Fiore del Deserto e altre realtà di Roma
e del Lazio.
I giovani attori hanno avuto problemi con la
giustizia, vivono in case-famiglia o in condizione di disagio sociale e
famigliare e andranno in scena per dedicare la loro storia a coetanei delle
scuole superiori di Roma e Provincia e al pubblico, per dire che si può
ricominciare e che certe esperienze sarebbe stato meglio evitarle. “Questa
storia è piena di errori”, recita il prologo del testo scritto e diretto da
Emanuela Giovannini che ci racconta: "T’immagini è uno scanzonato viaggio
nelle favole a partire da quella di Pinocchio che incontra molti altri
personaggi nel suo viaggio in un intreccio vorticoso di avventure. Questa è una
favola moderna dedicata agli adulti, a tutti quelli che hanno il compito di
indicare la strada buona”. Sul palco insieme ai ragazzi, anche degli esperti,
psicoterapeuti, agenti di polizia, mediatori, educatori, che informano gli
studenti sui rischi legati al consumo di droghe e agli atteggiamenti aggressivi
o devianti che mal si addicono al giusto inserimento nella società civile.
La Compagnia Teatrale è multietnica, formata da
attori professionisti e da giovani in esecuzione penale esterna al carcere, o
ospiti di Case-Famiglia e Comunità di Accoglienza o, più in generale, in
condizione di disagio sociale e famigliare. I ragazzi dell’Officina di Teatro
Sociale Adynaton sono Rom, nord-africani, italiani, rumeni, albanesi ecc. con
difficoltà legate alla disgregazione delle famiglie di appartenenza, alla
dipendenza da sostanze stupefacenti e all’interruzione degli studi. Il teatro,
che l’Associazione Adynaton, dentro e fuori dal carcere, porta avanti con
questo tipo di ragazzi da quindici anni, diventa uno strumento formativo,
educativo e reintegrativo e, in questo caso, anche un’occasione lavorativa. I
ragazzi, infatti, percepiscono un compenso per il loro impegno nel progetto.
ADYNATON
Officina di Teatro Social_con Joana, Veronica, Youssef, Victoria, Giulia,
Jovita, Sofia, Tamara e con l’amichevole partecipazione di Gino la Monica,
Dario Biancone, Paolino Blandano, Fabrizio Catarci, Gerardo Fiorenzano.
Regia e
drammaturgia: Emanuela Giovannini - Aiuto Regia: Roberto Saura - Coreografia:
Silvia Gatti - Luci: Giovanna Bellini - Scene: Fiammetta Mandich
Costumi:
Roberta Vischetti - Ufficio Stampa: Carla Fabi e Roberta Savona
Intervengono:
Dr. Valerio Fiumana – Psichiatra Sportello Vittime del Bullismo Policlino A.
Gemelli; Dr.ssa Angela Piscitelli – Educatrice Centro Prima; Accoglienza Centro
Giustizia Minorile del Lazio; Dr.ssa Ornella Prete – Responsabile Ceis dei
progetti di prevenzione delle dipendenze; A.C. Ciro Nutello – Polizia di Stato;
Dr.ssa Vittoria Quondamatteo – Progetto Accoglienza Adolescenti APS Il Fiore
del Deserto
www.adynaton.it
della MUSICA
Luca De Nuzzo presenta il nuovo disco
T.A.G. (Tevere.Art.Gallery) - Roma - venerdì 15
aprile 2016 , ore 21.30
Luca De Nuzzo
presenta il suo nuovo disco “VEGETALIA
- Lalle è solo il nome di una camelia”.
Dopo
““LUCA DE NUZZO – CNI/2005” e “jòmene e jòmene – CONTROVERSI/2009”,
entrambi scritti e cantati nel dialetto della sua terra natia, la Puglia, con
questo nuovo album l'artista si fa conoscere al grande pubblico con un nuovo
lavoro concepito interamente in italiano.
Il mondo vegetale e l'amore che l'uomo ha smesso di nutrire nei suoi confronti. Ruota
attorno a questi due concetti il senso dei brani contenuti in questo nuovo
album. VEGETALIA non è solo un disco
ma è un monito per l'uomo ad
avvicinarsi alla natura e soprattutto a non perdere questo riferimento così
forte. E per farlo comprendere maggiormente, prima dell'esibizione, si terrà
nel locale una cena con cibo a Km zero per sottolineare la purezza di Madre
Natura.
Non
solo musica e cibo. VEGETALIA è anche il titolo una rappresentazione teatrale che sarà
allestita dal prossimo anno, sempre firmata dallo stesso De Nuzzo. Uno
spettacolo di musica e teatro, un racconto alternato alle canzoni del disco
stesso. Inoltre attorno allo spettacolo sono previste diverse iniziative di
tipo agricolo, ambientale, ecologico e nutrizionale.
STEFANO
CIUFFI chitarre - DAVID MEDINA basso elettrico, fretless - PEPPE RUSSO saxes,
fiati - EDOARDO PETRETTI tastiere - FEDERICO DI MAIO percussioni, fiati
www.tevereartgallery.net
rispetto al CINEMA
PROSEGUE
“WAX: WE ARE
THE X” di Lorenzo Corvino
Nelle SALE ITALIANE da giovedì 31Marzo
2016
« Se siete nati dopo il 1970 e la Società non si è
ancora accorta di Voi, questo film è la vostra vendetta! ».
Consigliato da: Radio Montecarlo
www.radiomontecarlo.net Media Partner: Giornalettismo www.giornalettismo.com
SINOSSI
Due giovani italiani e una ragazza francese vengono
inviati a Monte Carlo per le riprese di uno spot. Hanno a disposizione una
settimana per portare a termine l’incarico. Il viaggio diventa presto
un’avventura rocambolesca attraverso il sud della Francia e la Costa Azzurra:
saranno messi a dura prova da incontri ed eventi che vanno oltre il loro
controllo. L’intensa relazione a tre che nasce fra i ragazzi si offre come
simbolo del confronto tra trentenni europei, uniti da un’esistenza da
Sacrificabili e in cerca del riscatto per un’intera generazione.
FESTIVAL E PREMI
Premio Miglior Film in Lingua Straniera |
International Filmmaker Festival of World Cinema London (febbraio 2015) ü Cinequest Film Festival | World Premiere in San Jose, California (primo
marzo 2015) ü Palm Beach International Film Festival (marzo
2015) ü Phoenix Film Festival (aprile 2015) ü North Hollywood Cinefest (aprile 2015) ü Festival del Cinema Europeo di Lecce | Opening Film, anteprima italiana
(13 aprile 2015) ü Hong
Kong Salento International Film Festival (maggio 2015) ü St Tropez International Film Festival (maggio 2015) ü Etna Comics Festival (giugno 2015) ü Madrid International Film Festival (luglio 2015) ü Festival du Film Italien de Villerupt (novembre 2015 anteprima
francese) ü Les Rencontres du Cinéma italien de Grenoble
(novembre 2015) ü De Rome
à Paris, il Cinema Italiano incontra il cinema francese (gennaio 2016)
Durata:
103 minuti Paese: Italia, 2015 Genere: Road Movie, Avventura
Regia,
Soggetto e Sceneggiatura: Lorenzo Corvino Con: Jacopo Maria Bicocchi, Gwendolyn
Gourvenec, Davide Paganini Special Guest Star: Rutger Hauer, Jean-Marc Barr E
con la partecipazione di: Andrea Renzi e Andrea Sartoretti Altri interpreti:
Lily Bloom, Claudia Gallo, Muriel Gandois, Mathieu Intikalau, Francesca
Ritrovato Fotografia: Caterina Colombo & Corrado Serri Montaggio: Mario
Marrone (AMC) Musiche originali: Valeria Vaglio Scenografia: Ilaria Fallacara
(ASC) Costumi: Jessica Zambelli Suono: Fabio Felici (GTCS) Mix: Gaetano Musso
Casting: Gaia Casanova Organizzazione generale: Giuseppe Manzi Trucco: Simona
Castaldi Parrucchiere: Vincenzo Cormaci Aiuto regia: Matteo Albano Prodotto da
Antonio Corvino, Lorenzo Corvino, Giuseppe Manzi per Vengeance
In collaborazione con Rai Cinema In
associazione con Banca Popolare Pugliese, Filacapital, Barbetta (ai sensi delle
norme sul Tax Credit) Con il sostegno della Regione Lazio – Fondo regionale per
il cinema e l’audiovisivo Con il patrocinio dell’Apulia Film Commission .
DISTRIBUZIONE
INDIPENDENTE
Produzione
VENGEANCE in collaborazione con Rai Cinema
www.waxilfilm.it
www.facebook.com/Waxilfilm
sull'ARTE
DEBUTTI
"BARBIE. THE ICON " a cura di Massimiliano Capella
COMPLESSO
DEL VITTORIANO ALA BRASINI -
Roma - da venerdì 15 Aprile a domenca 30
Ottobre 2016, vari orari
Barbie as Marilyn, 1997 © Mattel Inc. |
The Icon che, appena conclusasi al MUDEC – Museo
delle Culture di Milano, arriva a Roma al Complesso del Vittoriano.
Nella sede romana la mostra, prodotta da Arthemisia
Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Mattel, curata da
Massimiliano Capella, si è arricchita di nuovi prestiti dalla serie Barbie
Fashionista, tra cui i modelli Curvy, Tall e Petit, che riproducono le diverse
corporature femminili, e le wedding dolls della Coppia Reale inglese William e
Catherine.
Barbie. The Icon racconta l’incredibile vita di
questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e
culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia, ma - a differenza
di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dal passare del
tempo - ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e
attraversare epoche e terre lontane, rappresentando oltre 50 diverse
nazionalità, e rafforzando così la sua identità di specchio dell’immaginario
globale.
Dal giorno in cui ha debuttato al New York
International Toy Fair, esattamente il 9 marzo 1959, Barbie ha intrapreso mille
diverse professioni. È andata sulla luna, è diventata ambasciatrice Unicef e ha
indossato un miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa. Soprattutto
Barbie è cambiata con lo scorrere del tempo, non solo delle mode o della moda,
e si è trasformata per essere sempre al passo con il mondo. Ed è diventata una
vera e propria icona.
Il percorso espositivo è studiato per offrire
diversi livelli di lettura: alle informazioni di approfondimento storico e
culturale per il pubblico adulto, si affiancano postazioni pensate per i
bambini che, attraverso una serie di attività coinvolgenti, potranno
approfondire la storia di Barbie.
www.ilvittoriano.com
"Alphonse Mucha" a cura di Tomoko
Sato
Alphonse Mucha Le stagioni: Estate - 1896 - Serie di quattro pannelli decorativi - Litografie a colori, 103x54 cm ciascuna © Mucha Trust 2016 |
Alphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau. Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.
Mentre nel contesto dell’arte internazionale aumentava la sua fama, in Mucha crebbe forte il desiderio di contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e delle vicine regioni slave divise per secoli dalle potenze coloniali. Al di là di un’opulenza di facciata e di una visione modernista espresse dall’Esposizione universale di Parigi del 1900, nell’Europa centrale e orientale le tensioni politiche montavano. Mucha credeva nell’universalità dell’arte, nel suo potere d’ispirazione e di comunicazione, auspicando la creazione di un’unione spirituale dei popoli slavi e, in ultima analisi, di tutto il genere umano. L’artista sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche di qualsiasi background culturale avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra e per gli ideali utopici si manifesta nel suo capolavoro, l’Epopea slava (1911-28).
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, la prima grande retrospettiva dedicata a Roma all’artista ceco Alphonse Mucha è organizzata e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha.
Curata da Tomoko Sato, la mostra si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.
L’evento vede come sponsor Generali, special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia e media partner Vogue Italia.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira per Arthemisia.
www.ilvittoriano.com
PROSEGUONO
"Il Sogno e la Realtà. Il lato
onirico della fotografia secondo i Fotomani."
Mostra collettiva di fotografia.
Mostra collettiva di fotografia.
GELATERIA
SPLASH - Roma - da venerdì 1 a
venerdì 15 aprile 2016, ore 18.30
Inaugurazione
della Mostra Domenica 10 aprile ore 18 con la partecipazione della Dott.ssa
Anita Curatola, specialista in psicologia dei sogni.
La realtà è tutta un sogno? Oppure nei sogni possiamo intravedere parti della realtà?
Domande e risposte che si inseguono da sempre, e alle quali nessuno di noi può dare una certezza. Tuttavia sappiamo che quando con una macchina fotografica andiamo ad
immortalare la realtà circostante (o il sogno) il risultato può avere dell’incredibile.
E le fotografie di questa mostra dei Fotomani sono la testimonianza di tutto ciò.
Agli occhi dello spettatore l’ardua sentenza…
La realtà è tutta un sogno? Oppure nei sogni possiamo intravedere parti della realtà?
Domande e risposte che si inseguono da sempre, e alle quali nessuno di noi può dare una certezza. Tuttavia sappiamo che quando con una macchina fotografica andiamo ad
immortalare la realtà circostante (o il sogno) il risultato può avere dell’incredibile.
E le fotografie di questa mostra dei Fotomani sono la testimonianza di tutto ciò.
Agli occhi dello spettatore l’ardua sentenza…
www.gelateriasplash.it
"I Macchiaioli. Le
collezioni svelate" curata da Francesca Dini
CHIOSTRO
DEL BRAMANTE - Roma - da mercoledì 16 marzo a domenica 4
settembre 2016, tutti i giorni
dalle ore 10.00 alle 20.00 , sabato e
domenica 10.00-21.00
Cristiano Banti, Ritratto della figlia Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm. Collezione privata |
La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate apre
al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo e ha il pregio di presentare al
pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo,
collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li
ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del
passato - come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo,
Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli,Enrico Checcucci, Camillo Giussani,
Mario Borgiotti - oggi sono confluite per lo più in collezioni private e
rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano
del XIX Secolo.
In mostra oltre 110 opere che rappresentano la
punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca,
personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la
pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i
quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli
autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in
difficili momenti, queste opere - in grado di assecondare il piacere estetico e
arricchire le più grandi quadrerie - sono diventate capolavori ricercati anche
dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.
In un percorso di 9 sezioni - ciascuna intitolata
alla collezione di provenienza - il visitatore ha la possibilità di scoprire i
Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’Ottocento italiano e il
clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi,
ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno
ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco
Signorini - fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un
capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso(1895) di Federico
Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di
Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde(1875)
e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide
Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse
(1863) diOdoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto
della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.
In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra
Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali
dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di
pittori.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il
catalogo è edito da Skira.
www.chiostrodelbramante.it
"Correggio e
Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento" a cura di David Ekserdjian
SCUDERIE DEL QUIRINALE –
Roma – da sabato 12 marzo a domenica 26 giugno 2016, orari vari.
Attraverso una selezione di capolavori provenienti
dai più importanti musei del mondo, la mostra mette a confronto i percorsi di
due astri assoluti del Rinascimento italiano, Antonio Allegri detto Il
Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto Il Parmigianino (1503-1540).
Grazie al formidabile talento di questi due artisti, la città di Parma divenne
all’inizio del XVI secolo un centro artistico in grado di competere a pieno
titolo con le grandi capitali dell’arte italiana come Roma, Firenze e Venezia.
Correggio si recò a Parma solo alla fine degli anni
Dieci del Cinquecento, quando era già all’apice della carriera, e vi rimase per
il resto della sua vita. Con l’intento di esaminarne l’intero percorso
artistico, sono stati selezionati in mostra circa venti dipinti che
sottolineano opportunamente non solo la straordinaria carica emotiva e la gamma
di sentimenti espressi dal Correggio pittore di immagini religiose, ma anche le
sue opere di soggetto mitologico, che ebbero un’enorme influenza sugli artisti
successivi, dai Carracci, a Watteau, fino a Picasso.
Si potranno ammirare capolavori come la Madonna
Barrymore (Washington, National Gallery of Art), il Ritratto di dama (San
Pietroburgo, Museo Statale dell’Ermitage), Il martirio di Quattro santi (Parma,
Galleria Nazionale); Noli me tangere (Madrid, Museo del Prado), La Scuola di
Amore (Londra, National Gallery); Danae (Roma, Galleria Borghese).
Quanto a Parmigianino, la cui carriera lo vide
attivo anche a Roma e a Bologna, il numero di dipinti esposti sarà all’incirca
lo stesso, ma accanto a quelli di soggetto religioso e mitologico, l’accento
sarà posto anche sugli spettacolari risultati ottenuti nel genere del ritratto.
Una ampia selezione di opere su carta metterà in evidenza la profonda diversità
del loro approccio alla pratica del disegno: quello sostanzialmente funzionale
di Correggio sarà accostato alla produzione incomparabilmente più ricca e varia
di Parmigianino, artista mosso da un bisogno quasi ossessivo di disegnare. Tra
i capolavori presenti in mostra si ricorda la grandePala di Bardi, prima opera
realizzata dall’artista all’età di sedici anni, il monumentale San Rocco
dipinto per la Basilica di San Petronio a Bologna, la Conversione di Saulo
(Vienna, KUnsthistorisches Museum); la Madonna di San Zaccaria (Firenze,
Gallerie degli Uffizi); la celeberrima Schiava turca della Galleria Nazionale
di Parma e la cosiddetta "Antea", tra i ritratti più sofisticati e
misteriosi di tutto il Cinquecento.
Oltre a Correggio e Parmigianino, che naturalmente
saranno i protagonisti dell’evento espositivo, la mostra include anche dipinti
e disegni di altri quattro artisti meno celebri ma non meno talentuosi della
cosiddetta Scuola di Parma – Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani,
Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano – a dimostrazione del fatto
che uno degli effetti più notevoli della presenza a Parma di Correggio e
Parmigianino fu proprio l’emergere di una cerchia di allievi e discepoli.
A cura di
David Ekserdjian
Immagine
a corredo: Parmigianino (Francesco Mazzola), Ritratto di giovane donna detta
"Schiava turca" (particolare). Parma, Galleria Nazionale.
Su
concessione del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo –
Polo Museale dell’Emilia Romagna. E’ vietata la duplicazione o riproduzione con
qualsiasi mezzo.
www.scuderiequirinale.it
Street Art - Banksy &
Co.
PALAZZO PEPOLI - Museo della
Storia di Bologna - Bologna - da venerdì 18 marzo a domenica 26 giugno 2016,
vari irari
Sul finire degli anni Sessanta del ‘900, nuove
pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale,
con l’intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto
l’etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica
indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo,
utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente
innovative. Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo
urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività
contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città
del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come
punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per
Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro
segno sui muri. Dal 18 marzo al 26 giugno 2016 questa forma d’arte è raccontata
nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli -
Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art -
Banksy & Co. L’evento porterà inoltre per la prima volta in Italia la
collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della
Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from
the Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e
fotografie del Museo. Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole
individuare la New York del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei
più grandi graffiti writers e street artists statunitensi come Dondi White,
Keith Haring, e Lady Pink. La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione
Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia
Group, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende
spiegare il valore culturale e l’interesse artistico della street art. Il
progetto nasce dalla volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di
Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del
restauro con l’obiettivo di avviare una riflessione sui principi e sulle
modalità della salvaguardia e conservazione di queste forme d’arte. Il progetto
di “strappo” e restauro, una sperimentazione condotta dal laboratorio di
restauro Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri
bolognesi di Blu - uno dei dieci street artists migliori al mondo come riporta
una classifica del The Guardian del 2011 -, quali il grande murale delle ex
Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex
Officine Cevolani (Senza titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è
parso come un’occasione propizia per una mostra che vuole contribuire
all’attuale dibattito internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica
pone l’attenzione sul problema della salvaguardia di queste testimonianze
dell’arte contemporanea e della loro eventuale e possibile
“musealizzazione” a discapito dell’originaria
collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri. La
mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze
sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per
quell’estetica che nacque a New York negli anni ‘70 grazie alla passione per il
lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città.
Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per
creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il
modo in cui sono state recepite dalla società. Il patrimonio artistico è
protagonista dell’inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua
corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo
ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. Il fine
utopistico e l’intento sono proteggere e conservare questa forma d’arte e
portare le attuali politiche culturali a riconoscere l’esigenza di una
ridefinizione degli strumenti d’intervento nello spazio urbano perché i
graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto
delle persone, l’Arte intera di questo secolo.
www.mostrastreetart.it
www.genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/
"La seduzione
dell’antico Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto" a cura
di Claudio Spadoni
MAR – Museo d'Arte della città di
Ravenna - Ravenna
- da domenica 21 febbraio a domenica 26 giugno 2016, vari orari
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR
Ravenna . Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Con il
sostegno di CMC Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, CNA Servizi
Ravenna
“Quel non so
che di antico e di moderno...” lo scriveva Carlo Carrà dopo la stagione
futurista, in un tempo in cui - era il 1916 - egli stesso era ormai rivolto a
un ripensamento del passato, come scrisse nei suoi due saggi Parlata su Giotto
e Paolo Uccello costruttore. Un pensiero, quello di Carrà, ambiguamente
definito “il ritorno all’ordine” che ormai andava diffondendosi anche oltre i
confini, dopo le “avventurose” sortite delle avanguardie che avevano segnato il
primo Novecento fino alla Grande Guerra. Ma se la fase delle avanguardie
storiche non poteva dirsi conclusa, almeno fino all’entrata in scena del
Surrealismo - di cui il manifesto del 1924 ne suggella la nascita -, il clima
storico era profondamente mutato, come testimoniano i “cambiamenti di rotta” di
diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie. La mostra La seduzione dell’antico. Da
Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto narra quanto sia stato
insopprimibile il richiamo all’“antico” lungo tutto il Novecento, come
testimoniato opere di artisti quali De Chirico, Morandi, Carrà, Martini,
Casorati, Sironi, Scipione, Fontana, Guttuso e Clerici, Schifano, Festa,
Angeli, Ceroli, Paolini, Pistoletto, Ontani, Mariani, Paladino, Duchamp, Man
Ray, Picasso e Klein esposte al MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna dal
21 febbraio al 26 giugno 2016. La
mostra, promossa dal MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna, realizzata
grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e a
cura di Claudio Spadoni, ripercorre la storia del Novecento documentando
artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all'“antico” non solo di coloro
estranei alle trasgressioni delle avanguardie, ma anche di molti che, senza
rinnegare la loro appartenenza a movimenti o tendenze, hanno attinto all’antico
proponendo un ritorno alla figuratività più quieta, appoggiata ai valori della
tradizione. Una tradizione intesa come
restituzione moderna di modelli dell’antico, anche fino all’esplicita
citazione; oppure in forma evocativa, come pretesto per una rilettura inedita,
come uno sguardo disincantato rivolto a opere e figure mitizzate del passato da
contestualizzare nella contemporaneità, per giungere alle operazioni più
disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti. Attraverso otto
sezioni l’esposizione racconta protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà,
Martini e Casorati; il periodo cruciale del “ritorno all’ordine” fra le due
Guerre quando prima Sironi e poi gli artisti italiani più significativi
esponevano sotto l’etichetta del “Novecento”, il movimento promosso da Margherita Sarfatti; fino narrare il
Realismo magico, le versioni diversissime del Neobarocco, da Scipione a Fontana
a Leoncillo; illustrare attraverso le loro opere figure di artisti quali
Guttuso e Clerici; la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli,
Ceroli, e quindi, nel pieno dell'Arte Povera, raccontare di Paolini e
Pistoletto. E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino e la rilevante
presenza di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein. Il Novecento è stato il secolo all’insegna
del “nuovo” che ha visto le avanguardie dei primi decenni e quindi le
neoavanguardie del secondo dopoguerra protagoniste della scena artistica
internazionale, che la mostra intende descrivere, a cui la critica, i Musei, le
Fondazioni e il mercato dell’arte hanno rivolto sempre maggiori
attenzioni.
Comitato
scientifico Antonio Paolucci, Elena Pontiggia, Marco Bazzocchi, Claudio Spadoni
www.arthemisia.it www.mar.ra.it
"IL SIMBOLISMO Dalla Belle Époque alla
Grande Guerra" a
cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in
collaborazione con Michel Draguet.
PALAZZO
REALE
- Milano - da mercoledì 3 febbraio a domenica 5 giugno 2106 - orari vari
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
www.palazzorealemilano.it
PALAZZO
CHIABLESE - Torino - da sabato 12 dicembre 2015 a domenica 15 maggio 2016 - orari vari
Promossa
dal Comune di Torino --‐
Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre
Pompidou di Parigi, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group.
“Ho lavorato per arricchire la mia
intelligenza, per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito, sforzando
tutto il mio essere alla comprensione delle diverse interpretazioni dell’arte
plastica date dagli antichi maestri e dai moderni.” Henri Matisse,
Notes d'un peintre in “La Grande
Revue”, 25 dicembre 1908 Matisse “l’ansioso, il follemente anioso” -¬‐ così lo descrive uno dei suoi amici
divisionisti --‐ domina l’arte della prima metà del
XX Secolo ed è considerato uno delle coscienze artistiche più affascinanti del
Novecento. Sempre al centro di dibattiti, durante tutta la sua carriera è stato
capogruppo dei fauves, osservatore critico del cubismo, discepolo di Signac,
Renoir e Bonnard, rivale di Picasso, maestro d’accademia e infine precursore di
un’arte che anticipa l’espressionismo astratto newyorkese. Con 50 opere di
Matisse e 47 di artisti a lui coevi quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani,
Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger – tutte provenienti dal Centre Pompidou –
la mostra “Matisse e il suo tempo” si prefigge di mostrare le opere di Matisse
attraverso l’esatto contesto delle sue amicizie e degli scambi artistici con
altri pittori.
Così, per mezzo di confronti visivi
con opere di artisti suoi contemporanei, sarà possibile cogliere non solo le
sottili influenze reciproche o le fonti comuni di ispirazione, ma anche una
sorta di “spirito del tempo”, che unisce Matisse e gli altri artisti e che
coinvolge momenti finora poco studiati, come il modernismo degli anni quaranta
e cinquanta. Opere di Matisse quali Icaro (della serie Jazz del 1947), Grande
interno rosso (1948), Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) sono
messe a confronto con i quadri di Picasso, come Nudo con berretto turco (1955),
di Braque, come Toeletta davanti alla finestra (1942), di Léger, come Il tempo
libero – Omaggio a Louis David (1948--‐1949)
Promossa dal Comune di Torino --‐ Assessorato alla Cultura, dalla
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal
Polo Reale di Torino e organizzata dal Centre Pompidou di Parigi, 24 ORE
Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group,
La mostra curata da Cécile Debray
conservatore Centre Pompidou. Dieci sezioni in mostra illustrano, secondo un
percorso cronologico intercalato da approfondimenti tematici, le figure
matissiane delle odalische --‐ come in Odalisca con pantaloni rossi del 1921 --‐; la raffigurazione dell’atelier,
soggetto ricorrente nell’opera di Matisse ma che, negli anni bui della Seconda
Guerra Mondiale, dà luogo a quadri stupefacenti a firma di Braque (L'Atelier IX,
1952--‐56) e Picasso (Lo studio, 1955);
l’opera e il percorso di Matisse dai suoi esordi con Gustave Moreau (1897--‐99) fino alla sua scomparsa negli
anni Sessanta e alle ultime carte dipinte e ritagliate.
Sponsor:
Lottomatica e come sponsor tecnici Grandi Stazioni, Trenitalia, Coop, Canale
Arte.
Con
il supporto di La Rinascente.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD. Il
catalogo è edito da 24 ORE Cultura --‐
Gruppo 24 ORE.
www.mostramatisse.it
"Toulouse-Lautrec La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest"
MUSEO DELL'ARA PACIS - Roma - da venerdì 4 dicembre 2015 a domenica 8 maggio
2016 - orari vari
Promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura.
“[…] la novità è raramente l'essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca.”
Henri de Toulouse-Lautrec
“[…] la novità è raramente l'essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca.”
Henri de Toulouse-Lautrec
Con circa 170 opere provenienti dal Museo di Belle Arti di Budapest, arriva al Museo dell’Ara Pacis di Roma una grande mostra su Toulouse-Lautrec, il pittore bohémien della
Parigi di fine Ottocento, che ripercorre l’attività dell’artista dal 1891 al
1900, poco prima della sua morte avvenuta a soli 36 anni.
La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consentirà di portare a Roma il fiore della raccolta di opere di Toulouse-Lautrec conservata Al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum), uno dei più importanti in Europa, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. In occasione dell’esposizione romana, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, circa 170 litografie della collezione (tra cui otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert con circa 10 litografie) lasceranno Budapest per essere esposte al Museo dell’Ara Pacis dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016.
Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Toulouse-Lautrec: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali sono autentiche rarità perché stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell'artista.
Henri de Toulouse-Lautrec è considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Tra le peculiarità della sua arte, è l’avere come soggetto la più disparata umanità illustrata in momenti quotidiani o di divertimento, affascinando così la borghesia francese. Sua grande fonte d’ispirazione è il quartiere parigino di Montmartre e la maggior parte delle sue opere sono riconducibili alla vita notturna e ai locali di questa zona. Sono rappresentazione d’istanti di vita quotidiana che Lautrec restituisce con un effetto di grande immediatezza: in poco tempo l’artista diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire.
Nel percorso di mostra, oltre le opere di Toulouse-Lautrec, rare immagini (fotografie e riprese cinematografiche) d’inizio Novecento evocano la Parigi della Belle Époque. Inoltre, un’applicazione interattiva guida il visitatore alla scoperta della tecnica litografica e delle tecniche di stampa di fine Ottocento, dai colori accesi e la riproduzione su vasta scala, ai presupposti per la nascita del manifesto pubblicitario, di cui egli è stato con la sua arte il precursore.
La mostra vede come sponsor Generali Italia, come sponsor tecnico Codognotto e come partner dell’iniziativa Trenitalia.
La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consentirà di portare a Roma il fiore della raccolta di opere di Toulouse-Lautrec conservata Al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum), uno dei più importanti in Europa, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. In occasione dell’esposizione romana, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, circa 170 litografie della collezione (tra cui otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert con circa 10 litografie) lasceranno Budapest per essere esposte al Museo dell’Ara Pacis dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016.
Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Toulouse-Lautrec: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali sono autentiche rarità perché stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell'artista.
Henri de Toulouse-Lautrec è considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo. Tra le peculiarità della sua arte, è l’avere come soggetto la più disparata umanità illustrata in momenti quotidiani o di divertimento, affascinando così la borghesia francese. Sua grande fonte d’ispirazione è il quartiere parigino di Montmartre e la maggior parte delle sue opere sono riconducibili alla vita notturna e ai locali di questa zona. Sono rappresentazione d’istanti di vita quotidiana che Lautrec restituisce con un effetto di grande immediatezza: in poco tempo l’artista diventa uno degli illustratori e disegnatori più richiesti di Parigi; gli sono commissionati manifesti pubblicitari per le rappresentazioni teatrali, i balletti e gli spettacoli, oltre che illustrazioni d’importanti riviste dell’epoca, come la satirica Le Rire.
Nel percorso di mostra, oltre le opere di Toulouse-Lautrec, rare immagini (fotografie e riprese cinematografiche) d’inizio Novecento evocano la Parigi della Belle Époque. Inoltre, un’applicazione interattiva guida il visitatore alla scoperta della tecnica litografica e delle tecniche di stampa di fine Ottocento, dai colori accesi e la riproduzione su vasta scala, ai presupposti per la nascita del manifesto pubblicitario, di cui egli è stato con la sua arte il precursore.
La mostra vede come sponsor Generali Italia, come sponsor tecnico Codognotto e come partner dell’iniziativa Trenitalia.
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coverage by Sky Arte HD. -
Il catalogo è edito da Skira.
www.arapacis.it
Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi
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