Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
TEATRO
DEBUTTI...
ALESSANDRO
FEDERICO - ALESSIA GIANGIULIANI - SARA PUTIGNANO - GIUSEPPE TANTILLO
in
THE EFFECT
di LUCY
PREBBLE
traduzione di ANDREA PEGHINELLI
Regia di SILVIO PERONI
TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dal
17 al 29 aprile 2018, martedì,
giovedì e venerdì ore 21.00, mercoledì ore 17.00, sabato 24 febbraio e 3 marzo ore 17.00,
sabato 10 marzo 2018 ore 21.00
“Per studiare gli animali, possiamo
utilizzare un laboratorio.
Per studiare gli esseri umani, possiamo
andare a teatro.”
Con
questo testo, Lucy Prebble, autrice anglosassone pluripremiata, si pone il
dilemma esistenziale posto da Shakespeare in Amleto e da Oliver Sacks ne L’uomo
che scambiò sua moglie per un cappello: Cos’è che ci rende noi stessi?
The
Effect è uno spettacolo a quattro personaggi che parla di amore, di depressione
e dei limiti della neuroscienza; un testo impegnativo, divertente e straziante
ambientato durante la sperimentazione clinica di un nuovo antidepressivo.
In
un’elegante clinica dove si fanno esperimenti farmaceutici su volontari a
pagamento, Connie e Tristan sono due cavie da laboratorio sotto la supervisione
della dottoressa Lorna James la quale – a differenza del soave Toby, il
direttore dell’esperimento e suo ex amante – non crede che la depressione sia
uno squilibrio chimico del cervello e che possa essere curata con i farmaci. Forse
Lorna pensa che le persone depresse abbiano solo una visione più profonda del
mondo, di se stessi e della vita?
Con
l’avanzare del racconto le due cavie umane assumono dosaggi farmaceutici sempre
più elevati, ma sfuggendo al controllo dei medici si innamorano. Quello di cui
non sono certi, però, è se questa loro passione sia frutto dell’istinto o sia
invece frutto degli effetti della dopamina.
«Come
posso capire la differenza tra chi sono e dall’effetto collaterale», dichiara
Tristan quando Connie si preoccupa che la loro passione potrebbe essere,
unicamente, il risultato dell’assunzione dei farmaci. Ma, naturalmente, tutto
l'amore è una droga; come possiamo fidarci veramente dei nostri sentimenti? The
Effect è un dramma nodoso, che si occupa di oggettività scientifica, di senso
di colpa, dei misteri del cuore e del cervello umano e di “ciò che ci rende
quello che siamo”, celato in una forma ingannevolmente semplice e costantemente
divertente. Un testo che sa miscelare un linguaggio carnale e temperato con la
tenerezza e l’ironia.
La
versione inglese ha debuttato al National Theatre, Cottesloe di Londra il 13
novembre 2012; lo stesso anno l'opera ha vinto il Critics' Circle Award come
Best New Play.
La
regia è tesa a far emergere le storie e i conflitti dei quattro protagonisti
attraverso un gioco teatrale scevro da “effetti”. Vuole far affiorare
l’elemento tragico in sé.
Un
lavoro incentrato sugli attori, sulla capacità di raccontare e sulla relazione
che si dovrebbe stabilire fra autore, attore e spettatore; un triangolo
comunicativo che pone l’accento sul messaggio del testo e sulle immagini
emotive che le parole del testo ricreano. Un tipo di teatro che si potrebbe
definire “teatro di parola”, un modo teatrale che non ha mai trovato una vera e
propria collocazione di “genere”. Forse l’unica definizione la si può trovare
nel Manifesto per un nuovo teatro di Pierpaolo Pasolini; una delle questioni
evidenziate da Pasolini nel manifesto è, appunto, sulla precarietà del
messaggio nel teatro “canonico”: «Pensiamo ad esempio di andare a vedere la
prima di Otello, ciò che risulterà più evidente dello spettacolo sarà la
recitazione degli attori, la visione del regista, la bellezza della
scenografia, ma probabilmente il pubblico non rifletterà a pieno sul messaggio
reale a cui si è ispirato Shakespeare, basterà dire di aver visto una gran
bella rappresentazione». Il messaggio quindi perde di valore nel momento in cui
viene focalizzata l'attenzione sulla spettacolarità della rappresentazione e
progressivamente si perde anche l'attitudine nel riflettere sul perché si è
scelto di mettere in scena un determinato testo. L’urgenza di comunicare un
messaggio viene relegata ad una dimensione meramente estetica. Viene meno
dunque la riflessione che il pubblico dovrebbe fare al termine di ogni
spettacolo, che esuli da una prima analisi tecnica o qualitativa. Il pubblico
infatti è la finalità ultima e centrale, perché è proprio a quest'ultimo che il
teatro – e chi lo fa – dovrebbe rivolgersi.
Di LUCY PREBBLE - Traduzione di ANDREA PEGHINELLI - Regia di SILVI - Con PERONI ALESSANDRO FEDERICO ALESSIA GIANGIULIANI SARA PUTIGNANO GIUSEPPE
TANTILLO - scene: Katia Titolo - luci: Omar Scala - video: Luca Ercoli - aiuto
regia: Claudio Basilico - Produzione: Pierfrancesco Pisani – Progetto Goldstein
– Ass. Capotave - con il sostegno di Kilowatt Festival
Costo: Biglietti
da 34€ a 24€
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Avviso ai Soci
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
presenta
presenta
"IL SEQUESTRO"
di Federico Maria Giansanti
Con: Luca Cesa, Giacomo
Bottoni, Adriana Serrapica, Mark Proietti
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 17 al 22 aprile 2018, ore 21.00_dom. 17.30
Dopo
il grande successo di “La rapina” e
“La fuga”, Federico Maria
Giansanti torna al Teatro Trastevere con l’ultimo capitolo di una trilogia di
commedie grottesche: “Il sequestro”.
Protagonisti
questa volta Mario e Dario, due corrieri rei di aver smarrito un’importante
partita di droga. I due decidono di rapire Mary, la figlia del sindaco di una
cittadina vicino Roma con l’intento di ottenere un riscatto tanto alto da poter
risanare il debito automaticamente contratto con i boss della malavita romana.
Mario e Dario si troveranno alle prese con l’attesa per il riscatto, ovvero un
lento passare del tempo che contribuisce solamente ad aumentare lo stato
d’ansia in cui già si trovano, con Mary, una ragazza viziata che non sa stare
“zitta e ferma” come richiesto e con il braccio destro del sindaco, un uomo
misterioso a cui è stato affidato il compito di risolvere la situazione, ovvero
salvare Mary a tutti i costi.
“Ho
iniziato a scrivere questa trilogia di commedie grottesche due anni fa
basandomi su alcuni pensieri che avevo e a cui volevo dare forma. L'obiettivo è
stato mettermi nella condizione di fare del teatro che mi facesse ridere ma che
mi mettesse in difficoltà sia per le tematiche affrontate che per la praticità
della messa in scena. Il sequestro
è l'ultimo capitolo di una trilogia
atipica poichè narra una storia a
parte rispetto alle due precedenti pur conservandone la struttura registica e
drammaturgica. Così si chiude un ciclo della mia esperienza artistica da autore
e regista, un percorso nato dalla voglia di portare il Pulp a teatro affrontando tematiche come rapine e sequestri di
persona, ispirandomi ai migliori film di un genere di cui sono molto
appassionato.” cit. Federico
Maria Giansanti
Nel
cast alcuni dei volti già visti negli spettacoli della FMG, vale a dire Luca
Cesa nel ruolo di Mario, Giacomo Bottoni nel ruolo di Dario, Adriana Serrapica
nel ruolo di Mary e Mark Proietti nel ruolo del braccio destro del sindaco.
Una
commedia grottesca esilarante che vi terrà col fiato sospeso fino all'ultimo
minuto.
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 €
Kiroconvenzione:
INGRESSO RIDOTTO per tutti i Kiri iscitti alla pagina facebook di
KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004
- info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via
Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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"Mittente:
Wolfgang Amadé Mozart"
con Tullio Solenghi
e Trio
d'archi di Firenze
Patrizia
Bettotti violino - Pierpaolo Ricci viola - Lucio
Labella Danzi violoncello
produzione Reggio Iniziative Culturali
TEATRO VITTORIA - Roma
dal 17 al 22 aprile 2018, ore 21.00_ ore 21.00 (mercoledi 18 ore 17.00 ; domenica ore 17.30)
Grazie
all'accostamento di alcune lettere, scelte all'interno del suo sterminato
carteggio, con uno dei suoi ultimi capolavori cameristici (il divertimento per
trio
d’archi KV563, scritto al termine della sua vita in cui sembrano
convergere e sublimarsi tutte le precedenti esperienze compositive), si traccia
un ritratto umanissimo e sorprendente di Wolfgang Amadeus Mozart, ripercorrendo
le fasi della sua esistenza di cui si scoprono le relazioni affettive e i temi
a lui più cari toccando diversi registri espressivi, dal burlesco all’ironico,
dal grottesco al tragico.
L’eclettico
Tullio Solenghi, con la sua sapiente ironia e prorompente personalità, si unirà
all'esecuzione del Divertimento dando vita ad un connubio meraviglioso ed
intenso, in un alternarsi di ironie, emozioni, facezie e arguzie.
Mozart
K563. Un capolavoro assoluto per ricchezza dell'invenzione armonica e
contrappuntistica e per varietà espressiva del gioco tematico, pieno di
sentimenti e stati d'animo. Sofisticato e raffinato, un equilibrio perfetto tra
la scrittura 'dotta' e la freschezza popolare, fuse in un unico elemento.
Straripante bellezza fatta di virtuosismi, gioco di imitazioni tra le parti,
sentimenti meditativi- spirituali, temi contadini, lo stile del carillon e la
finezza del ricamo strumentale.
Una
contagiosa energia vitale che garantisce un coinvolgimento emotivo e sensoriale
senza pari.
Costo: Biglietti: intero platea 28 € , intero galleria 22 € (compresi 3 euro di
prevendita) ridotti in convenzione: platea 21 € e galleria 18 € (compresi i 3 euro di
prevendita) Promozione gruppi: 1 biglietto cortesia ogni 10 spettatori paganti
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì
(ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18)
Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo:
piazza di
Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito
di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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PROSEGUONO...
Teatro r1, Franco Parenti
Diretto da Andree Ruth Shammah
presenta
"PER STRADA"
di Francesco Brandi
con Francesco Brandi e Francesco Sferrazza Papa
regia Raphael Tobia Vogel
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 10 al 22 aprile 2018 , orario: serali ore 21.00, pomeridiane ore 18.00
La Pièce è un affresco divertente ma anche tragico dei trentenni di oggi, incapaci di trovare una collocazione nella vita e convinti dell'impossibilita dicambiarla.
Jack e Paul, due individui molto diversi - uno bello, ricco, a giorni sposo, l'altro, brutto, povero, infelice e sull' orlo del suicidio - si ritrovano bloccati in una bufera di neve. Entrambi non possono permettersi di fermarsi, perchè hanno fretta e urgenza di camminare. E allora la strada, il cammino, le ore che passano inesorabili, trasformano questo scontro casuale di due solitudini in un incontro che modificherà per sempre le loro vite, fino ad invertirne i destini.
Per Raphael Tobia Vogel, formazione e lavoro cinematografico alle spalle, questa è la prima regia teatrale che costruisce immergendo la storia di Jack e Paul in uno spazio/tempo intimamente evocativo.
La pièce ha debuttato al Parenti a gennaio 2016 e grazie al consenso del pubblico e al veloce passaparola, è stata programmata più volte durante lo stesso anno.
Inquieta e attrae la regia di Raphael Tobia Vogel, che immerge i turbamenti di due giovani d' oggi in un quadro generazionale gelido e ovattato come la neve. Maria Grazia Gregori - delteatro.it
di Francesco Brandi - con Francesco Brandi e Francesco Sferrazza Papa - regia Raphael Tobia Vogel - video e foto di scena Cristina Crippa - assistente alla regia Gabriele Gattini Bernabò - direttore dell’allestimento Lorenzo Giuggioli – responsabile sartoria Simona Dondoni - costruzione scene Marco Pirola – elettricista Stefano Chiovini - tecnico luci/audio/video Davide Marletta – sarta Laura Fantuzzo
Costo: Biglietto intero 25 € - ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni: 06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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"CIRCUS DON CHISCIOTTE"
Testo e regia di Ruggero Cappuccio
Con Ruggero Cappuccio | Giovanni Esposito
e con Giulio Cancelli | Ciro Damiano | Gea Martire | Marina Sorrenti
TEATRO ELISEO - Roma
dal 3 al 22 aprile 2018 , martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_ primo sabato di programmazione ore 16.00 e 20.00_merc. e dom. ore 17.00
Ambientato a Napoli nei giorni nostri, Circus Don Chisciotte è uno spettacolo che narra la storia di Michele Cervante (Ruggero Cappuccio), una singolare figura di vagabondo colto che esplora le ombre urbane della città. Presunto discendente dell’autore del Don Chisciotte della Mancia, il professor Cervante attiva una lotta personalissima contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il mondo. In una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una stazione ferroviaria abbandonata, si imbatte in Salvo Panza (Giovanni Esposito), un girovago nullatenente fuoriuscito dalla sfera della cosiddetta società civile. Tra Michele Cervante, studioso di letteratura e Salvo Panza, ancora segnato dalla saggezza di antiche suggestioni orali assimilate nell’entroterra napoletano, nasce un pirotecnico rapporto immaginativo.
Sul binario morto, intanto, scivolano vagoni sospinti dal vento con a bordo singolari viaggiatori. I nuovi arrivati vivono esistenze sospese tra buffi deragliamenti sociali e impennate poetiche. Almerindo Buonpasso (Ciro Damiano) e Letizia Celestini (Gea Martire) due ex ristoratori, Vinicio Meraviglia (Giulio Cancelli) un prestigiatore di provincia e l’apparizione finale di una principessa siciliana (Marina Sorrenti), intrecciano con Cervante e Salvo Panza una sinfonia di sorprese interiori destinate a culminare in un’amicizia fulminante.
In un crescendo irresistibile si farà strada un profondo e comico progetto di rivoluzione per riconquistare l’essenza spirituale dell’umanità.
Testo e regia di Ruggero Cappuccio - Con Ruggero Cappuccio | Giovanni Esposito e con Giulio Cancelli | Ciro Damiano | Gea Martire | Marina Sorrenti - scene Nicola Rubertelli - costumi Carlo Poggioli - musiche Marco Betta - disegno luci e aiuto regia Nadia Baldi - assistente costumi Enrica Jacoboni - direttore di scena Errico Quagliozzi - macchinista Sebastiano Cimmino - Sartoria Tirelli Costumi - Organizzazione Sabrina Codato - Ufficio Stampa Maya Amenduni - produzione Teatro Segreto srl e Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale
Durata: 1 ora e 30 minuti
Costo: Biglietto da 20 € a 40 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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"CHE CLASSE"
scritto da Veronica Liberale
regia di Marco Simeoli
TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 3 al 22 aprile 2018, ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom. 17.30
Al Teatro de’ Servi la scuola diventa un’occasione di riscatto
Quattro studenti, una professoressa, una bidella: bastano e avanzano a comporre una classe tutta particolare dove si incrociano, con ritmo incalzante,
Come è difficile fare il professore, oggi. Ma anche come è difficile fare lo studente, specie se si lavora e ci si è iscritti a un liceo serale, con il miraggio dell'agognato diploma. Questo sembrano dire i personaggi che si muovono sul palcoscenico per la regia di Marco Simeoli.
In primo luogo lei, Nora Cosentino de Cupis, la prof, interpretata dalla stessa autrice, colta, sensibile, ma è una sognatrice che non sa e forse non vuole neppure insegnare. Per di più deve fare i conti con lo spettro ingombrante della madre, ex preside in quella stessa scuola, pedagoga e scrittrice di successo, insomma l'esempio da seguire, da imitare e dal quale sentirsi inesorabilmente annichiliti. Per fortuna c'è Tecla, la bidella, interpretata da Antonia Di Francesco, che con simpatia tutta romana sa uscire dalle situazioni più intricate.
Gli studenti compongono una specie di Corte dei miracoli: non poteva mancare l'extracomunitaria, russa, diplomata in patria ma in Italia costretta, con rabbia, a fare la badante (Alessandra de Pascalis), il ristoratore che non sa assumersi le sue responsabilità (Simone Giacinti), la tipica rappresentante della nuova generazione di smanettoni capaci di inventarsi lavori come fashion youtuber ma pur sempre attaccati al pezzo di carta (Veronica Pinelli) e infine il giovane disadattato e secchione con problemi relazionali (Fabrizio Catarci).
Ne scaturisce un florilegio di frustrazioni. Perché è nell'ordine delle cose, coi tempi che corrono, sentirsi fuori posto.
Ma sono davvero inadeguati Nora e i suoi studenti? Alla fine riusciranno a superare dubbi e indecisioni, conquistando o almeno intravvedendo un riscatto sociale, un miglioramento concreto della propria vita. Non c'è da preoccuparsi. L'happy end è d'obbligo. Si deve uscire dal teatro sorridendo.
Costo: Biglietti platea intero 22 € - ridotto G/A 16 € - galleria intero 18 € - ridotto G/A 14€ (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)
Indirizzo: via del Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroservi.it
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OPERA
"Lady Macbeth del Distretto di Mtsensk"
Secondo Martin Kušej
TEATRO SAN CARLO - Napoli
dal 15 al 22 aprile 2018 , ore 21.00_ domenica 15
aprile (ore 19.00, repliche Mercoledì 18 ore 18.00, Venerdì 20
ore 20.00, Sabato 21 ore 20.00, Domenica 22 ore 17.00)
“Orgasmo e assassinio sono agli antipodi, due
estremi alla ennesima potenza di amore e odio, i due rapporti fondamentali fra
gli esseri umani. Il fulcro della mia messa in scena di Lady Macbeth nel
distretto di Mtsensk è questa emozionante e insondabile essenza del
comportamento umano.È una
tragedia che suscita poca pietà e nessuna paura”.
Così Martin
Kušej parla della sua Lady Macbeth del Distretto di Mtsensk opera
in quattro atti e nove quadri di Dmitrj Shostakovich che
sarà in scena al Teatro di San Carlo di Napoli - in prima nazionale
nell’allestimento del National Opera Ballet Amsterdam -
Sul podio,
alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro di San Carlo di Napoli
e del Coro Maschile del Teatro Marinsky di San Pietroburgo, salirà
il suo direttore musicale Juraj Valčuha. Le scene sono di Martin
Zehetgruber, i costumi di Heide Kastler. Interpreti
principali Dmitry Ulianov / Vladimir Vaneev (Boris
Izmajlov), Ludovit Ludha (ZinoviIzmajlov), Natalia
Kreslina / Elena Mikhailenko (Katerina Izmajlova) Ladislav
Elgr / Ian Storey (Sergej).
Composta da
Shostakovich tra il 1930 e il 1932 su una novella di Leskov, Lady Macbeth fu
rappresentata nel 1934 a Leningrado e a Mosca, scatenando le accese critiche da
parte dei portavoce ufficiali del governo. Venne inoltre condannata la
modernità della scrittura e l’audacia di alcune scene e la scabrosità di alcune
tematiche. L’accusa partì dal famoso articolo di Zdanov “Caos anziché musica”
pubblicato sulla “Pravda” il 28 gennaio del 1936. Nonostante la sua attiva
partecipazione alle organizzazioni statali, Shostakovich viene accusato di
essersi allontanato dalle istanze del “socialismo reale”.
Dmitrj Shostakovich LADY MACBETH
DEL DISTRETTO DI MTSENSK
Opera in quattro atti e nove quadri
Op. 29
Libretto dell’autore e di Alexander
Prejs, dall’omonimo racconto di Nikolaj Leskov
Direttore | Juraj Valčuha
Regia | Martin Kušej
Regista collaboratore | Herbert Stoeger
Assistente alla regia | Karla Traun
Scene | Martin Zehetgruber
Costumi | Heide Kastler
Costumista collaboratrice | Myriam Casanova
Assistente ai costumi | Sara Berto
Luci | Reinhard Traub
riprese da Marco Giusti
Regia | Martin Kušej
Regista collaboratore | Herbert Stoeger
Assistente alla regia | Karla Traun
Scene | Martin Zehetgruber
Costumi | Heide Kastler
Costumista collaboratrice | Myriam Casanova
Assistente ai costumi | Sara Berto
Luci | Reinhard Traub
riprese da Marco Giusti
Interpreti
Boris Izmajlov, Dmitry
Ulianov / Vladimir Vaneev (21 aprile)
ZinoviIzmajlov, Ludovit
Ludha
Katerina Izmajlova, Natalia
Kreslina / Elena Mikhailenko (18, 21 aprile)
Sergej, Ladislav Elgr / Ian
Storey (21 aprile)
Aksinja / Una prigioniera, Carole
Wilson
Sonjetka, Julia Gertseva
Un vecchio prigioniero, Vladimir
Vaneev
Il contadino sciatto, Yevgeny
Akimov
L'insegnante / L'ospite ubriaco / Il
cocchiere, Vassily Efimov
Un fattore / Un poliziotto, Vladimir
Sazdovski
Pope / La sentinella, Goran
Juric
Il portinaio, Laurence
Meikle
Un mugnaio, Donato Di Gioia
L'ispettore di polizia / Un
ufficiale sergente, Alexander Teliga
Primo caposquadra, Alessandro
Lualdi
Secondo caposquadra, Mario
Todisco
Terzo caposquadra, Giuseppe
Valentino
Allestimento del National Opera
Ballet Amsterdam
Orchestra e Coro del Teatro di San
Carlo
Con la partecipazione del Coro
Maschile del Teatro Marinsky di San Pietroburgo,
Maestro del coro Andrei Petrenko
Costo: vedi sito
Dettagli: Domenica 15
Aprile 2018, ore 19 - Turno A - Mercoledì 18 Aprile 2018, ore 18 - Turno B
- Venerdì 20 Aprile 2018, ore 20 – Turno C/D - Sabato 21 Aprile 2018, ore
20 - Fuori Abbonamento - Domenica 22 Aprile 2018, ore 17 - Turno F
Informazioni: vedi sito
Indirizzo:
via San
Carlo, 98 - Napoli
Sito
di Riferimento: www.teatrosancarlo.it
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TEATRO
CON CENA
Guido Lomoro by Teatrosophia
presenta
"POSTA
PRIORITARIA"
con Cristina Longo, Alessandra Di Tommaso,
Lucia Rossi, Marco Giustini, Guido Lomoro.
con la
partecipazione straordinaria di Merlino.
Diretti da Marta Iacopini
martedì 17
Aprile, ore 20.30
Il
perfetto connubio tra buona cucina e buon teatro
Adattamento
e regia: Marta Iacopini
Torna
Posta Prioritaria in una cornice del
tutto nuova: “Rione 13” il ristorante gestito da due giovani amanti del teatro
che crea il perfetto connubio tra cucina e teatro con i racconti costruiti su
brevi scambi epistolari.
Diretti
da Marta Iacopini saranno in scena Cristina Longo, Alessandra Di Tommaso, Lucia
Rossi, Marco Giustini, Guido Lomoro.
Storie
a volte strampalate, come può essere la vita reale, a volte crudeli, spesso
comiche e ammantate di paradosso, dove non manca il gusto per lo humour nero, o
quanto meno amaro, e per il colpo di scena.
Brevi
storie in cui la logica apparente risulta rovesciata e nulla è mai come appare
sulle prime. In cui si ride, si riflette e talvolta ci si commuove.
Costo: Biglietto 35€
comprensivo di cena a menu fisso e spettacolo.
Prenotazioni:
Tel. 065817418
Indirizzo:
via Roma Libera 19 - Roma
Sito
di Riferimento: www.rione13.it
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TEATRO
RAGAZZI
Centrale Preneste Teatro
Ruotalibera Teatro
in scena con
"FRATELLINO E SORELLINA"
Con Cora Presezzi e Fabio Traversa
Scritto e diretto da Tiziana Lucattini
CENTRALE PRENESTE TEATRO- Roma
Ultimo appuntamento della
rassegna Infanzie in gioco 2017/18
Il lavoro in scena è
ispirato alla fiaba
Fratellino e Sorellina dei fratelli
Grimm.
Un
fratello e una sorella sono alle prese con il giorno della recita scolastica.
Lo spettacolo sta per cominciare. In un lungo flashback si ripercorrono,
filtrati dagli occhi dei due protagonisti, i momenti quotidiani che hanno
preceduto quell’istante così emozionante: conflitti, frustrazioni, rapporti con
i genitori, la maestra. Domande (senza risposte) sulla vita. Una telecamera,
ora complice ora “spiona”, accompagna i due ragazzini nel loro intenso e
allegro percorso di consapevolezza.
Ispirato alla fiaba Fratellino e
Sorellina dei fratelli Grimm
Con: Cora Presezzi e Fabio Traversa
Scritto e diretto da: Tiziana Lucattini
- Grazie a Massimiliano Frascà per la sua collaborazione ai movimenti
coreografici - Drammaturgia: Tiziana Lucattini e Fabio Traversa - Immagini
video a cura di Adriano Grossi - Macchina scenica: Francesco Persico - Costumi:
Antonia Dilorenzo - Disegno luci: Andrea Panichi - Foto di scena: Patrizia
Lucattini - Organizzazione e promozione: Paola Meda e
Serena Amidani
Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto
dai 3 agli 10 anni
Prenotazioni: 06
27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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MUSICA
“Trio all’Opera”
Musiche di E. Cavallini, G.
Bizet, F. Borne,
F. Liszt, G. Labanchi
Simona Altini, flauto
Vincenzo Isaia, clarinetto
Francesco Del Fra, pianoforte
CAMERA
MUSICALE ROMANA Sala
dell’Immacolata del Convento dei SS. XII Apostoli - Roma
Le trascrizioni,
poutporris, variazioni, parafrasi e fantasie basate su motivi tratti dalle
opere sono state generi musicali molto in voga nell’ottocento, sia perché
permettevano di diffondere tale musica più agevolmente, con organici piccoli e
in sale ove l’opera non si sarebbe potuta rappresentare, sia perché con esse i
compositori normalmente non dediti all’opera potevano cimentarsi in reinterpretazioni
virtuosistiche di passi celebri creati dai grandi operisti, come Verdi e
Bellini. In questo contesto emergono Liszt per le parafrasi pianistiche e
Cavallini per quelle dedicate al clarinetto. In questo concerto il trio
Isaia-Altini-Del Fra propone fantasie per il raro ed accattivante organico di
clarinetto, flauto e pianoforte, unite a brani in duo e solistici, in un ideale
dialogo fra l’opera italiana di Verdi e
Bellini e l’opera dei cugini francesi di Bizet e Gounod.
Costo: Biglietti 15 € - ridotti
8 - ( riservato al primo accompagnatore,
ai minori di anni 18, agli over 65 e agli studenti universitari e di
conservatorio purché muniti di libretto) - Servizio gratuito di prenotazione ( vivamente
consigliata)
Indirizzo: via Del Vaccaro, 9 - Roma / Angolo Piazza
dei SS. Apostoli.
Informazioni
e prenotazioni: 333 45 71 245 - 3498256457 -
www.cameramusicaleromana.it
Sito di riferimento: www.cameramusicaleromana.it
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ARTE
PROSEGUONO...
"JOSE WITTEVEEN_ Street Gods and Divine Sinners"
a cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi
GALLERIA PARIONE9
dal 13 aprile al 22 maggio 2018, martedì - sabato 14.00 - 20.00_ domenica 16.00 - 20.00
INAUGURA IL 13 APRILE 2018 ALLA PARIONE9 GALLERY DI ROMA STREET GODS AND DIVINE SINNERS MOSTRA PERSONALE DI JOSE WITTEVEEN, ARTISTA OLANDESE CHE, NEGLI ULTIMI ANNI, HA DEDICATO IL SUO LAVORO A ROMA: RITRATTI CHE RACCONTANO LE STRADE E LA GENTE DELLA CITTÀ ETERNA.
Il lavoro di Jose trasforma il vuoto di un paesaggio, spesso malinconico e crudele, in storie mitiche, basate sulla memoria, la realtà e la finzione.
Il comportamento primitivo e animalesco dell'uomo, per lei è importante, specialmente i tentativi dell'umanità di "mascherare" i propri desideri nascosti.
Attraverso la tecnica dell’acquaforte, suo medium favorito, questi temi tornano nel recente lavoro focalizzato su una serie di ritratti delle strade di Roma e della sua gente. L'acquaforte è stata la prima tecnica indiretta in cavo e la più usata come mezzo espressivo e di diffusione dagli artisti antichi e moderni. La sua origine risale al Medio Evo, periodo in cui si usava l'acido nitrico per incidere fregi e decorazioni su armi e armature. Il suo impiego fu particolarmente in voga tra gli artisti incisori, specilamente tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. In questo periodo infatti Roma divenne la meta privilegiata di pellegrinaggio da parte di numerosi artisti stranieri, originari soprattutto delle Fiandre e dell'Olanda. I pittori transalpini, come Albrecht Dürer e Marteen Van Heemskerck, dovettero fare i conti con un patrimonio quanto mai vasto e variegato di modelli artistici, studiando reperti antichi e le opere dei maestri rinascimentali. La stampa e l’editoria in generale, con i suoi volumi corredati dalle acquerforti degli artisti incisori fecero in modo che l’ancitchità classica si propagasse in tutta l’Europa e oltre. Tuttavia si levarono altre voci di letterati ed umanisti che cercarono, al contrario, di descrivere alcuni aspetti insoliti della vita in Italia e a Roma nel Cinquecento, come Karel Van Mander.
Così la Witteveen, guardando a una Roma contemporanea ma ancora fortemente legata al suo antico e glorioso passato, rivela l’uomo moderno che la abita: un essere umano guidato dalla paura e dai suoi demoni, dalla lussuria e dai suoi desideri; terrorizzato dalla morte e dall’emancipazione sociale, alla ricerca continua della soddisfazione dei propri bisogni, ma comunque un soldato-armato in grado di gestire le sue insicurezze.
Incontra questi individui per caso, camminando per le vie della città, scontrandosi con i loro demoni e dei, osservando le loro speranze e paure.
Il risultato del suo lavoro è una serie di incisioni guidate da parole con lo scopo di catturare il passeggero "che cammina per le strade di Roma".
Costo: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: via di Parione, 9 - Roma (piazza Navona)
info: 0645615644 - parione9@gmail.com
Sito di riferimento www.parione9.com
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ROMA ATTRAVERSO L’ARTE DEL ‘900 NELLA MOSTRA
“ROMA CITTÀ MODERNA. Da Nathan al Sessantotto”
a cura di Claudio Crescentini, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta
Una rilettura ideale della cultura artistica di Roma
GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA - Roma
dal 29 marzo al 28 ottobre 2018, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
Un tributo alla Capitale d’Italia attraverso gli artisti che l’hanno vissuta e gli stili con cui si sono espressi.
Una rassegna unica che ripercorre le correnti artistiche protagoniste del ‘900 con in primo piano la città di Roma, da sempre polo d’attrazione di culture e linguaggi diversi.
Presentate oltre 180 opere, tra dipinti, sculture, grafica e fotografia, di cui alcune mai esposte prima e/o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline, in una rilettura ideale della cultura artistica di Roma, una città ipercentrica, seppur multiculturale, nella quale, nei decenni, si sono andate sedimentando diversità e univocità non sempre o non solo in conflitto fra di loro. Proprio come nella specificità cronologica individuata che, lungo il Novecento, si svolge fra Modernità e Tradizione, da Ernesto Nathan, Sindaco di Roma (1907-1913) di dichiarata ispirazione mazziniana negli anni di complessa gestione della capitale, fino al decennio dei grandi movimenti di massa e della rivoluzione artistica e culturale ormai universalmente identificata col nome dell'anno in cui si manifestò in maniera più preponderante: il Sessantotto.
La mostra si muove quindi su di un tracciato storicizzato, con il preciso obiettivo di immergere le opere d'arte selezionate nel contesto geo-artistico, temporale e sociale in cui sono state create. Con in primo piano la città, quindi, la sua storia e i suoi luoghi, nelle dissimili ramificazioni territoriali, dal centro alla periferia e viceversa. Ma anche i suoi stili artistici, nei diversi periodi che si sono andati affiancando oppure sovrapponendo e sostituendo, in un avanzamento artistico e intellettuale che ha fatto di Roma il perno della cultura nazionale e internazionale del Novecento, molte volte anticipando temi e stili rispetto ad altri capoluoghi italiani così come per altre capitali europee.
In mostra opere che riproducono paesaggi e figure con valenze simboliste e decadenti realizzate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del XX secolo (Duilio Cambellotti, Onorato Carlandi, Nino Costa, Adolfo De Carolis, Camillo Innocenti, Auguste Rodin, Adolf Wildt, Ettore Ximenes, ecc.). Si tratta di opere che anticipano quella voglia di rinnovamento e modernità fondamentale per il lavoro degli esponenti della Secessione romana negli anni Dieci (Felice Carena, Nicola D’Antino, Arturo Dazzi, Arturo Noci ecc.), così come per il gruppo dei futuristi e degli aeropittori degli anni Venti e Trenta (Benedetta Cappa Marinetti, Tullio Crali, Sante Monachesi, Enrico Prampolini, Tato, ecc.).
Una parte sostanziale della mostra è dedicata a quella tendenza artistica, per così dire, di “recupero”, spesso teorico oltre che concettuale, dell’antico e della tradizione dell’arte italiana che caratterizza, seppur con distinguo, le molteplici correnti artistiche degli anni Venti-Trenta, dal Tonalismo al Realismo Magico, dalla Metafisica, al Primitivismo, tramite le quali gli artisti “guardano” Roma con un nuovo seppur “antico” sguardo (Giacomo Balla, Giuseppe Capogrossi, Felice Casorati, Emanuele Cavalli, Giorgio de Chirico, Achille Funi, Franco Gentilini, Arturo Martini, Roberto Melli, Fausto Pirandello, Mario Sironi, ecc.).
Si prosegue con l’approfondimento della Scuola Romana che offre una notevole rosa di capolavori dell’arte italiana del Novecento con focus sulle demolizioni che hanno caratterizzato Roma nella distruzione/ricostruzione del centro città e il conseguente, dissennato, sviluppo delle periferie (Afro, Mario Mafai, Scipione, ecc.), per immettersi nella fase della figurazione e dell’astrazione – il segno – che ha caratterizzato la cultura post-bellica degli anni Quaranta, Cinquanta e primi Sessanta (Renato Guttuso, Leoncillo, Carlo Levi, Gastone Novelli, Achille Perilli, Giulio Turcato, Lorenzo Vespignani, Alberto Ziveri, ecc.). A chiusura, intesa però come apertura verso un’“altra” Roma, i riscontri urbani della Pop Art romana e delle sperimentazioni concettuali della seconda metà degli anni Sessanta che hanno definitivamente dilatato il centro dell’arte e del pensiero artistico di Roma, da Roma oltre la stessa città, per un afflato internazionale (Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Mario Schifano, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Mimmo Rotella, ecc.).
Anche l’'allestimento della mostra, che coinvolge tutto il museo, è stato pensato tenendo presente il nesso tra i diversi ambienti artistici, tra luoghi temporali e iconografici contigui, al fine di rappresentare la vivace e intensa vita artistica della Capitale. A tal fine anche i tradizionali apparati didattici sono affiancati, in ciascuna sezione, da strumenti multimediali realizzati in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma e l’Istituto Luce. Attraverso l’individuazione di tre concetti chiave – Architettura e urbanistica / Società/ Arte – sarà consentito visualizzare insieme immagini e brevi testi scientifici utili a dimostrare le stringenti relazioni fra, appunto, la città, il suo sviluppo e le arti.
In occasione della mostra saranno anche organizzate (maggio-ottobre 2018) una serie di iniziative culturali – incontri, letture, presentazioni, proiezioni, serate musicali e a tema – atte a rafforzare la forza dirompente dell’arte e del pensiero culturale a Roma nei suoi “primi” sette decenni della sua evoluzione.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Organizzazione Zètema Progetto Cultura.
Immagine a corredo: Tullio Crali - Vita Orizzonatale, 1938 - Olio su Compensato
Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: 7,50 € intero e 6,50 € ridotto, per i non residenti; 6,5€ intero e di 5,50 € ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via Francesco Crispi, 24 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"TURNER. Opere della Tate"
A cura di David Blayney Brown
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 22 marzo al 26 agosto 2018 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
In collaborazione con la Tate di Londra
TURNER.Opere della Tate, una grande esposizione monografica dedicata a uno dei massimi esponenti della pittura inglese: Joseph Mallord William Turner. La mostra, curata da David Blayney Brown, Manton Curator of British Art 1790–1850, segna l’inizio di un’importante collaborazione tra la Tate di Londra e Chiostro del Bramante e sarà un’occasione unica per ammirare alcuni tra i lavori più importanti dell’intero percorso artistico del celebre pittore inglese, assente da oltre 50 anni dalle programmazioni dei musei romani e da 12 anni dai musei italiani. Una collezione unica composta da 92 opere, tra acquerelli, disegni, album, oltre a una selezione di olii, per la prima volta esposte insieme in Italia. Le opere sono state selezionate dal vastissimo lascito che comprende circa 30.000 lavori cartacei, 300 olii e 280 album da disegno, conosciuto come “Turner Bequest”, donato alla Gran Bretagna cinque anni dopo la morte dell’artista nel 1851 e conservato per la maggior parte presso la Tate. Il lascito comprende l’intero corpus di opere custodite presso lo studio personale dell’artista e realizzate nel corso degli anni per il “proprio diletto” secondo la bella espressione del critico John Ruskin.
Un piacere estetico e visivo in cui i ricordi di viaggi, le emozioni e i frammenti di paesaggi visti durante i suoi lunghi soggiorni all’estero, sono il mezzo per raccontare l’evoluzione del linguaggio stilistico di Turner e la sua incessante ricerca poetica, volta a sperimentare le potenzialità espressive della luce e del colore. La mostra ci permette quindi di esaminare l’intera produzione artistica di Turner e rivela come, da disegnatore di soggetti topografici e architettonici, abbia sviluppato man mano uno stile estremamente personale, includendo nelle sue opere una straordinaria gamma di nuovi elementi iconografici e stilistici basandosi su una raffinata predilezione per la luce, il colore e gli effetti atmosferici. La mostra al Chiostro del Bramante - suddivisa in sei sezioni tematiche - pone l’accento sull’importanza che gli acquerelli ebbero per la definizione dello stile di Turner, dimostrando come le sue ricerche espressive abbiano di fatto precorso l’arte degli impressionisti. Il carattere intimo e personale delle opere esposte in mostra sarà anche l’occasione per indagare l’uomo oltre che l’artista e per comprendere i radicali sviluppi dello stile di Turner che, di fatto, anticiparono le tendenze stilistiche della fine del XIX secolo. Dalla sua predilezione per le città marinare al suo interesse per la riproduzione di paesaggi atmosferici inglesi o alpini, fino allo studio dettagliato degli interni domestici o dei rilievi architettonici. Memore dei suoi numerosi viaggi, molti dei quali in Italia, e animato da un forte spirito innovativo, l’artista si dedicò incessantemente a sperimentare, soprattutto negli acquerelli, una libertà compositiva e stilistica e un uso dei colori innovativo e sorprendente, che portarono i suoi contemporanei a pensare che Turner “fosse solito di dipingere con gli occhi, con il naso oltre che con le mani”.
Completa il progetto un’installazione immersiva ideata da Fabien Iliou, videoartista francese, che ispirandosi al lavoro di Turner ha creato un video mapping a 360° attraverso cui il visitatore viene trasportato all’interno del mondo dell’artista e nelle atmosfere dell’Inghilterra di quegli anni. L’innovazione tecnologica per raccontare l’opera di Turner, che ha sempre sperimentato con luce e colore, tanto da anticipare ed essere punto di riferimento per la storia dell’arte contemporanea; un video in movimento, con una musica originale creata dal sound designer e produttore musicale Paky Di Maio. La mostra del Chiostro del Bramante è un viaggio di approfondimento storico-artistico sull’influenza di Turner e, grazie a questo progetto, diviene un’esperienza dei sensi.
Un percorso dedicato specificatamente al pubblico, che, come in occasione delle mostre precedenti, sottolinea la vocazione sperimentale e l’attenzione del Chiostro del Bramante per il coinvolgimento del visitatore.
Catalogo: Skira Editore
Costo: Biglietto intero 13 € (audio guida inclusa) - biglietto ridotto 11 € (audio guida inclusa) per specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
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"LIU BOLIN. THE INVISIBLE MAN"
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
dal 2 marzo al 1 luglio 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
La prima grande mostra in Italia dedicata a Liu Bolin, l’artista cinese definito “l’uomo invisibile” per le sue straordinarie perfomances nell’arte del camouflage.
Amatissimo dal pubblico internazionale sarà celebrato al Vittoriano con una grande mostra antologica attraverso l’esposizione di oltre 70 opere.
È il 2005: l'amministrazione di Pechino ordina di abbattere il quartiere Suojia Village, dove risiedono molti artisti critici con il governo. Liu Bolin, classe 1973 e ai suoi esordi come artista, si mimetizza con le macerie del suo studio, si fa fotografare e divulga la foto dando il via a una protesta silenziosa e "trasparente", riscuotendo allo stesso tempo un inaspettato successo.
Inizia così la straordinaria carriera di uno degli artisti contemporanei più talentuosi e interessanti, capace di nascondere forti messaggi sociali attraverso immagini apparentemente semplici, in una sintesi di molteplici linguaggi quali la pittura, l'installazione e la fotografia.
Le sue performance vogliono essere un messaggio forte e chiaro di ciò che accade nel presente, tra il peso della storia e le conseguenze del progresso.
Nel tempo Liu Bolin si fa fotografare davanti ai più importanti monumenti del mondo, a librerie, a scaffali dei supermercati, a opere d'arte, a montagne di rifiuti e tra gli immigrati; la sua fama cresce fino a quando le sue immagini diventano un'icona per i grandi brand: uno per tutti Moncler, che utilizza per diverse stagioni un camouflage di Liu Bolin per pubblicizzare il proprio marchio, ma anche Tod's, Ferrari e molti altri.
La mostra al Vittoriano racconta la storia di Liu Bolin, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti più recenti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, appositamente realizzati per la mostra romana e qui esposti in anteprima mondiale.
Con il patrocinio della Regione Lazio e Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e quello della Fondazione Italia Cina, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Galleria Boxart, ed è curata daRaffaele Gavarro.
Sponsor Generali Italia, sponsor tecnico Trenitalia.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Immagine: Colosseo n°2, Roma, 2017- Courtesy Boxart, Verona
Costo: Vedi sito
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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"MAGNUM MANIFESTO"
Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia
a cura di Clément Chéroux
I 70 anni della Magnum Photos
MUSEO DELL’ARA PACIS - Roma
dal 7 febbraio al 3 giugno 2018 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso 1 maggio
Le celebri immagini e gli storici reportagedella più grande agenzia fotogiornalistica internazionale
L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, proposta da Contrasto e Magnum Photos 70 e organizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ha cominciato il suo tour globale nel giugno 2017 all’International Center for Photography di New York. L’intento è quello di celebrare il settantesimo anniversario della più grande agenzia fotogiornalistica del mondo, Magnum Photos, creata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger e David Seymour nell’aprile del 1947. Da quel giorno, la Magnum Photos è diventata un riferimento nel tempo sempre più importante per la documentazione e per il fotogiornalismo. Gli autori di Magnum hanno documentato guerre, testimoniato le tensioni sociali, interpretato il nostro tempo, ritratto tanto le persone comuni quanto i grandi della terra, preconizzato i nuovi drammi del futuro.
La mostra raccoglie parte del lavoro realizzato in tutti questi anni e getta uno sguardo nuovo e approfondito sulla storia e sull’archivio dell’Agenzia.
Le immagini celebri e i grandi reportage dei suoi autori permettono di comprendere in che modo e per quale motivo Magnum sia diventata diversa, unica e leggendaria. Dal reportage sui lavoratori immigrati negli USA, realizzato da Eve Arnold negli anni Cinquanta, ai ritratti di “famiglia”, teneri e intimi, di Elliott Erwitt; dalle celebri immagini degli zingari di Josef Koudelka, fino alla toccante serie realizzata nel 1968 da Paul Fusco sul "Funeral Train", il treno che trasportò la salma di Robert Kennedy nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Arlington, attraversando un’America sconvolta e dolente. E ancora, le serie più recenti dei nuovi autori di Magnum: dalla “Spagna Occulta” di Cristina Garcia Rodero, alle osservazioni antropologiche, sotto forma di fotografie, realizzate nel mondo da Martin Parr; dalla cruda attualità del Sud America documentato da Jérôme Sessini, fino al Mar Mediterraneo, tenebroso e incerto nelle notti dei migranti, fotografato da Paolo Pellegrin.
Il curatore, Clément Chéroux – direttore della fotografia al MoMA di San Francisco e già curatore della grande retrospettiva dedicata a Cartier-Bresson realizzata dal Centre Pompidou e ospitata a Roma proprio al Museo dell’Ara Pacis – ha selezionato una serie di documenti rari e inediti, immagini di grande valore storico e nuove realizzazioni, per illustrare come Magnum Photos debba la sua eccellenza alla capacità dei fotografi di fondere arte e giornalismo, creazione personale e testimonianza del reale, verificando come il “fattore Magnum” continui a esistere e a rinnovare continuamente il proprio stile.
Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la prima scruta l’archivio di Magnum attraverso una lente umanista e si concentra sugli ideali di libertà, uguaglianza, partecipazione e universalismo che emersero dopo la seconda guerra mondiale; la seconda mostra la frammentazione del mondo tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, con uno sguardo particolare rivolto alle minoranze e agli esclusi; la terza, infine, segue le diverse forme espressive grazie alle quali i fotografi Magnum hanno colto i mutamenti del mondo e i pericoli che lo minacciano.
Oltre a raccogliere i progetti individuali e collettivi realizzati nel corso degli anni, la mostra presenta anche proiezioni, copertine di riviste, articoli di giornali, libri realizzati nel corso del tempo, mostrando il contesto originale in cui molte delle fotografie sono state concepite.
La mostra è accompagnata da un libro edito da Contrasto.
Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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"IL TESORO DI ANTICHITÀ.
WINCKELMANN E IL MUSEO CAPITOLINO NELLA ROMA DEL SETTECENTO"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30
Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717 in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel 1764.
La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
MERCATI DI TRAIANO MUSEO DEI FORI IMPERIALI - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018. Orario: tutti i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00 - Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.
I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza Capitolina (Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca di Monaco di Baviera).
Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche “Columna mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta la “mutazione” di significato della Colonna di Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del 2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling, protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps. Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies, Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon, la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito del progetto CO.B.R.A. (COnservazione dei Beni culturali, con l’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.
Catalogo: De Luca Editori d’Arte
Costo: Biglietto integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: 15 € intero; 13 € ridotto - per i residenti a Roma: 13 € intero; 11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Indirizzo: via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni: Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A GRANDE RICHIESTA, DOPO AVER SUPERATO I 200.000 VISITATORI, LA MOSTRA DEDICATA A CLAUDE MONET PROROGA FINO AL 3 GIUGNO 2018 LA MOSTRA
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1916-1919.
Costo: Biglietti- Intero 15 € (audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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