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martedì 14 luglio 2020

L'intervista a GRAZIANO SONNINO. NATURA e TEATRO post Covid-19




Ci siamo salutati la scorsa volta parlando di Trasformazione. Di quella capacità di rimodulare le risorse individuali ed esterne, offrendo loro uno spazio originale chiamato Possibilità.
Trasformazione e possibilità sono in qualche modo i due concetti chiave sui quali è necessario soffermarsi per ricucire gli strappi dovuti all’emergenza sanitaria post Covid-19.

Lo ha ben compreso Graziano Sonnino, docente di teatro nelle scuole dell’infanzia e della scuola primaria di Roma. Il suo approccio didattico e metodologico, già da tempo rimodulato verso un apprendimento creativo “per e di competenze”, ha permesso a moltissimi bambini e docenti di leggere nella giusta dimensione educativa l’importanza dell’insegnamento del teatro a scuola.

No a stressanti “recite di fine anno”, ad azioni performative che pongano il progetto avanti al percorso evolutivo del bambino. L’approccio del docente cura con attenzione quella incredibile fonte di conoscenze che ci offre Howard Gardner e La Teoria delle Intelligenze Multiple.

“Essere creativi significa in primo luogo fare qualcosa di insolito… d’altra parte, per quanto insolita, l’idea deve essere abbastanza logica perché la gente possa prenderla sul serio”. Howard Gardner


Il fermo improvviso imposto alle attività didattiche ha però messo a dura prova anche il percorso professionale di Graziano. Da dove ripartire? Dalla natura, sperimentando nuove forme di azione ed apprendimento negli spazi verdi che Roma offre e del quale lo stesso docente ci racconta in questa breve intervista.

Come nasce l’idea di questo progetto?
Il laboratorio teatrale a Villa Pamphilj nasce dall’esigenza di far passare, dopo quasi due mesi di reclusione, ai bambini e ai ragazzi momenti all’aria aperta a contatto con la natura, trascorrendo dei momenti di libertà condivisa con i propri compagni. L’esperienza teatrale rappresenta un valore aggiunto come stimolo all’espressione della creatività̀ personale, alla scoperta di sé e all’interazione cooperativa con gli altri.

Teatro- pedagogia- natura: cosa lega, secondo te, questi elementi fra di loro?
John Dewey in "Arte come esperienza" ci spiega che  - l’esperienza è il risultato dell’interazione tra una creatura vivente e qualche aspetto del mondo in cui essa vive -. Penso che il legame sia proprio questo: l’esperienza. Quando un bambino, ad esempio, solleva un sasso recepisce qualcosa: il peso, lo sforzo, la consistenza dell’oggetto sollevato. Le caratteristiche recepite determinano ciò che si farà di quel sasso. Ed è lì che il teatro entra in gioco, modificando quell’oggetto in altro: il sasso è pesante? Allora diventerà una gomma da cancellare gigante! Come posso utilizzarlo? Come posso spostarlo? L’interazione crea un’esperienza totale.

Che analisi può fare dell’esperienza fatta?
I primi giorni sono stati emozionanti per tutti: i bambini erano incantati e storditi all’aria aperta, ma ben presto hanno riacquistato la loro energia, la loro curiosità e il loro stupore. I bambini potevano ascoltare il rumore del vento e riprodurlo con la voce o con il corpo, si sono inventati storie di mosche coraggiose e foglie che non volevano staccarsi dagli alberi. Hanno drammatizzato temporali estivi o corse di lombrichi. Hanno capito, da subito, che dovevamo rispettare le regole per continuare a giocare insieme.

Progettualità futura?
Certamente continuare a svolgere laboratori teatrali-artistici, sperando di includere nella progettazione sempre di più l’utilizzo degli spazi aperti e in contesti naturali.

LA SCINTILLA
Pensare come i grandi. Immaginare come i più piccoli. Il teatro ci insegna che…

Ho pensato fosse importante dedicare questo appuntamento estivo con la nostra rubrica “Non chiamateli piccoli” all’esperienza teatrale in natura di Graziano Sonnino perché ci permette di (ri)accendere i riflettori sul teatro per i meno giovani sperando che presto si possa tornare a scrivere di esso. Magari ripartendo proprio dalla natura, come ci ha illustrato la bella esperienza di questo giovane e capace docente romano.
Una seconda riflessione ci pone di fronte alla messa in scena di quella che Bruno Munari definiva la rivoluzione silenziosa dell’educazione. Il maestro Graziano ha scelto di preparare e ultimare la sua sperimentazione didattica e solo al termine di essa di offrirne spunti di riflessione condivisa.
Abbiamo tutti bisogno di cogliere da questo esempio la capacità di riscoprire il silenzio educativo lontano da roboanti clamori che si nutre di studio, passione, ricerca, qualche delusione e nuove ripartenze.

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Nota biografica - Graziano Sonnino, insegnante, attore, regista ed educatore. Da molti anni conduce laboratori per bambini e ragazzi in contesti scolastici, case famiglie e ludoteche. Svolge corsi di aggiornamento per insegnanti ed educatori. ChicchiZucca è il nome della sua Associazione.
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- Raffaella Ceres -
_KIROLANDIA®_