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martedì 24 gennaio 2023

KIROSEGNALIAMO dal 24 al 31 gennaio 2023

K-news    



Kiri, continuano per la stagione 2022-2023 le KIROSEGNALAZIONI di KIROLANDIA blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale. Ogni settimana, sulla base delle tantissime proposte giunte in redazione, selezioniamo per voi alcuni eventi da seguire a Roma con un veloce sguardo fuori porta e qualche anticipazione sugli eventi successivi.
Potete inviarci i vostri Comunicati Stampa ad una delle nostre email kiroalndia@gmail.com - info@kirolandia.com. Scriveteci e raccontateci delle vostre iniziative.
 
Vi ricordiamo che i suggerimenti di Kirolandia sono tripli!!!
Non solo qui nel blog ma anche attraverso le KIROSOCIALNEWS, lanci direttamente dai nostri social: Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin. A beve riprenderà anche la trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" su Radio Godot, e con lei anche la diffusione del KIROEVENTO DA SOGNO della settimana!
Seguite sempre gli hashtag #kirosegnalazioni #kirosocialnews #kiroventodasogno e scoprirete i selezionatissimi suggerimenti dei Kiri di Kirolandia!
 
Dunque per sognare con voi...

TEATRO
 
NOVITÁ

TITOLO
Spettacolo realizzato in occasione della
GIORNATA DELLA MEMORIA 2023
 a cura dell’Associazione Culturale
 I GIARDINI DI ANTARES 
L’AMICO
RITROVATO
traduzione e adattamento dal libro REUNION di Fred Uhlman
a cura di Alessandro Sena e Marco Tassotti
interpreti
Alessio Chiodini, Alessandra Cosimato, Marco Fiorini e Vittoria Rossi
Regia di Alessandro Sena
Aiuto regia: Simonetta Di Coste     Disegno Luci: Mattia Albanese      Consulenza musiche: Peste
Foto di Scena: Nina Kulishova  Tecnico di Scena Gabriele Planamente
 
DOVE e QUANDO
TEATRO COMETA OFF – Roma
Dal 24 al 29 gennaio 2023 - ore 21.00 - domenica ore: 18:00

 
DETTAGLI
In occasione della Giornata della Memoria, dopo il grande successo di pubblico e critica, torna in scena al Teatro Cometa Off, dal 24al 29 gennaio, L’AMICO RITROVATO con la regia di Alessandro Sena.
Tratto dall’omonimo libroREUNION di Fred Uhlmanedito in tutto il mondo con uno straordinario successo di pubblico e di critica, l’Amico Ritrovato racconta l’amicizia nata sui banchi di scuola tra Hanse Konradin, due ragazzi legati da una sincera e profonda amicizia, improvvisamente interrotta dalle leggi razziali emanate da Hitler nel 1935 attraverso il Partito Nazionalsocialista. Il solido legame fra un ragazzo ebreo e uno tedesco, viene compromesso da episodi che divideranno per sempre le vite dei due giovani amici, finoa quando una lettera pervenuta ad Hans, dopo molti anni dalla sua separazione da Konradin, riscriverà in modo inaspettato una parte del loro passato.
Alessandro Sena firma la sua regia più intimista avvalendosi di un adattamento scritto in collaborazione con Marco Tassottiper raccontare una storia fra due ragazzi che si sono amati attraverso il sentimento dell’amicizia, costretti a separarsi dalle loro vitee da loro stessi, a causa degli orrori causati dal Nazismo.
Uno spettacolo dove la parola, il movimento e la musica, creano un forte impatto scenico nel quale i personaggi interpretati da Alessio Chiodini, Alessandra Cosimato, Marco Fiorini e Vittoria Rossi si muovono in momenti storici diversi: gli anni ‘70, nei quali Hans ricorda la sua storia con Konradin e gli anni ‘30, nei quali Konradinin prima persona vive il suo rapporto con Hans, dando vita ad una suggestiva performance che parla di una amicizia speciale, come sentimento che unisce le persone e che riempie la vita.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Costo biglietto 16 €; ridotto 12,50 €
 
Via Luca della Robbia 47, Roma
 
Per info e prenotazioni: www.cometaoff.it/evento/tutto-a-posto/
Tel. - 06 57284637
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NOVITÁ
 
TITOLO
Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini
IL FIGLIO
di Florian Zeller
traduzione e regia Piero Maccarinelli
con Riccardo Floris e Manuel Di Martino
Scene Carlo de Marino costumi Gianluca Sbicca
musiche Antonio di Pofi luci Javier Delle Monache
assistente alla regia Manuel Di Martino amministrazione Daniela Angelini
Produzione Il Parioli e Teatro Della Pergola
 
DOVE e QUANDO
TEATRO PARIOLI - Roma
Dal 25 gennaio al 5 febbraio 2023

 
DETTAGLI
Debutta in prima nazionale al Teatro Parioli dal 25 gennaio al 5 febbraio 2023, IL FIGLIO di Florian Zeller traduzione e regia Piero Maccarinelli. Protagonisti: Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini e Riccardo Floris e Manuel Di Martino
 
Note di Piero Maccarinelli 
Il testo di Florian Zeller fa parte di una trilogia Il Padre, La Madre, Il Figlio; testi non collegati fra loro se non dal numero dei personaggi-6- e dalle implicazioni umane e sociali. Il Padre da me diretto in Italia con Haber nel ruolo del titolo è poi diventato un film con Anthony Hopkins che ha vinto l’Oscar e una sceneggiatura firmata da Zeller anche regista e da Hampton che a sua volta ha vinto l’Oscar.
Anche il Figlio è diventato un film sempre per la regia di Zeller con Hugh Jackman Laura Dern e Vanessa Kirby ed una sicura sorpresa nel ruolo del figlio. Mentre nel Padre venivano analizzati i rapporti degli altri in rapporto all’Alzheimer qui Zeller ci conduce sapientemente per mano sul terreno delle incomprensioni generazionali all’interno del nucleo familiare.
La trama inizialmente è semplice: Nicola frequenta l’ultima classe del liceo e vive a casa della madre Anna. Suo padre Piero ha appena avuto un altro figlio con la sua nuova compagna Sofia. Anna informa il padre che Nicola da tre mesi non ha più frequentato il liceo e secondo lei ha una depressione adolescenziale. Piero ne parla con Nicola che esprime il desiderio di andare a vivere da lui e Sofia. Piero a quel punto decide di cambiare la scuola a Nicola e si dà da fare per quanto può per ridare a Nicola il gusto di vivere. Qui mi fermo con quello che Zeller ci riserva. La trama è semplice ma non il tessuto di emozioni, la voglia di svelare quel che spesso troppo spesso si nasconde.
Sono le prime scene di un testo capace di conquistare grazie non solo alla bellezza del linguaggio ma alla capacità di introspezione, ai rimandi fra un personaggio e l’altro, al manifestarsi delle loro debolezze delle loro incapacità di capire sé stessi e gli altri. La vita in tutte le sue sfaccettature per piantare uno specchio nel cuore a tutti i genitori di un figlio adolescente.
Non voglio svelare il grande colpo di scena del finale che spero emozioni gli spettatori.
Rappresentato già in moltissimi paesi è un onore per me dirigere questo testo di Florian Zeller lucido intelligente e carico di emozioni un gran bel pezzo di teatro contemporaneo di parola.

Foto: Achille Le Pera
 
ALTRE INFORMAZIONI
Orari Repliche
Mer 25-01-23 21.00
Gio 26-01-23 21.00
Ven 27-01-23 21.00
Sab 28-01-23 21.00
Dom 29-01-23 17.00
Lun 30-01-23 Riposo
Mar 31-01-23 Riposo
Mer 01-02-23 21.00
Gio 02-02-23 17.00
Ven 03-02-23 21.00
Sab 04-02-23 21.00
Dom 05-02-23 17.00
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NOVITÁ
 
TITOLO
MILENA VUKOTIC in
"Milena ovvero Emilie duChâtelet"
di Francesco Casaretti
regia
MAURIZIO NICHETTI
 
DOVE e QUANDO
OFF OFF THEATRE - Roma
Dal 25 la 29 gennaio 2023 , dal martedì al sabato ore 21:00 – Domenica ore 17:00


DETTAGLI
Storia di una sorprendente matematica, meravigliosa libertina e amante di Voltaire
Da mercoledì 25 a domenica 29 gennaio 2023, il palco di Via Giulia ha il piacere e l'onore di accogliere il ritorno per il ciclo Best Off della grande interprete Milena Vukotic, in scena con"Milena ovvero Emilie duChâtelet", una donna la cui importanza nella storia della scienza non è minore di quella che Voltaire ha avuto nella storia della letteratura. Lo spettacolo di Francesco Casaretti, per la regia di Maurizio Nichetti, porta all’OFF/OFF Theatre la storia di una grande scienziata che, con le sue scoperte sulla natura della luce, ha addirittura anticipato per certi versi, la Teoria della Relatività.
Un monologo, non privo di sorprese e colpi di scena, che si muove nello spazio-tempo delle due donne, raccontandoci la vita di Emilie che, con il suo intelletto, è stata tra le menti più brillanti del XVIII secolo.
Nata in una famiglia dal rango riconosciuto, vissuta all'interno di un ceto sociale privilegiato, grazie agli incarichi che suo padre aveva alla corte del Re Sole, Luigi XIV, fu stimolata sin dalla tenera età a sviluppare interessi linguistici e scientifici, all'epoca privilegio solo dei rampolli di sesso maschile. Nonostante gli studi, Emilie non limitava le proprie esperienze di vita, talvolta frivole e mondane che, dopo i 16 anni, furono sempre più frequenti. A soli 19 anni sposò il marchese Florent Claude duChâtelet, più grande di lei di più di dieci anni e con cui crebbe tre figli. Eppure, questo non le impedì di vivere amori e intessere relazioni al di fuori del letto coniugale, anche se fu il suo rapporto con Voltaire ad esser ricordato come il sodalizio culturale e sentimentale più importante e duraturo della sua vita.
 
ALTRE INFORMAZIONI
DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
 
Costo Biglietti: Intero 25€; Ridotto Over 65 18€; Ridotto Under35 15€
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma
Info e Prenotazioni+39 06.89239515 - offofftheatre.biglietteria@gmail.com
www.off-offtheatre.com

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NOVITÁ
 
TITOLO
IL DIARIO DI ANNE FRANK
adattamento teatrale
di Frances Goodrich e Albert Hackett
traduzione Alessandra Serra e Paolo Collo
con (in ordine di apparizione)
Roberto Attias, Eleonora Tosto, Raffaella Alterio, Francesca Bianco, Beatrice Coppolino, Vinicio Argirò, Tonino Tosto, Susy Sergiacomo, Fabrizio Bordignon, Roberto Baldassari
aiuto regia Martina Gatto
scene Vito Giuseppe Zito
costumi Annalisa Di Piero
ufficio promozione scuole Alessandra Santilli
i brani tradizionali ebraici sono cantati da Eleonora Tosto
regia Carlo Emilio Lerici
una coproduzione Teatro Belli / Compagnia Mauri Sturno
 
DOVE e QUANDO
TEATRO BELLI - Roma
Dal 27 gennaio al 12 febbraio 2023, venerdì ore 21:00_sabato ore 19:00_domenica ore 18:00


DETTAGLI
Dopo il grandissimo successo del suo debutto nel gennaio 2020, torna in scena per il terzo anno consecutivo al Teatro Belli, dal 27 gennaio al 12 febbraio, IL DIARIO DI ANNE FRANK con la regia di Caro Emilio Lerici.
La vicenda inizia con Otto Frank, unico sopravvissuto, che ritrova nella soffitta il Diario tenuto da sua figlia Anne (Raffaella Alterio). Mentre inizia a leggere, come evocate dalle pagine del Diario, riprendono vita le vicende della famiglia Frank nella Amsterdam occupata dai nazisti. E’ il 1942: la famiglia Frank è ebrea, e i tedeschi danno la caccia agli ebrei di casa in casa. Prima del tragico finale, Anne vivrà due anni nel rifugio segreto, vedendo il cielo solo la notte, da una piccola finestra, con la compagnia della sua famiglia, della famiglia Van Daan e del dottor Dussel. Con una scenografia che si sviluppa su due livelli e quattro ambienti, lo spettacolo è strutturato come un lungo piano sequenza, in cui i dieci attori ci raccontano, in una coralità scenica e narrativa, la loro quotidianità, in un sottile confine ed equilibrio tra tragedia e leggerezza. Le circostanze, inusuali e inimmaginabili, mostrano caratteri diversi e contrastanti, egoismi e simpatie, paura e speranza, e lo sbocciare di un giovane amore.  E anche se la fine è imminente e certa, fino all’ultimo Anne conserva la sua voglia di vivere e la sua fiducia nell’umanità: «...continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo...»
In scena, insieme a Raffaella Alterio, Roberto Attias, Francesca Bianco, Eleonora Tosto, Beatrice Coppolino, Vinicio Argirò, Tonino Tosto, Susy Sergiacomo, Fabrizio Bordignon e Roberto Baldassari. I commoventi canti tradizionali ebraici che accompagnano la vicenda sono cantati da Eleonora Tosto.
Considerato uno dei capolavori del teatro del '900, e Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1956, Il Diario di Anne Frank, nel suo debutto al Teatro Belli nel 2020, ha registrato un grandissimo successo di pubblico e di critica, e un successo di particolare rilievo soprattutto negli oltre 2500 studenti delle scuole di Roma e provincia che vi hanno assistito.
Lo spettacolo ha ricevuto il patrocinio dalle principali istituzioni ebraiche: UCEI – Unione della Comunità Ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah, Centro Ebraico Italiano “G. E. V. Pitigliani”, l'Associazione Progetto Memoria, l'Associazione Figli della Shoah e il MEIS, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Prezzi: Interi € 20– Ridotti € 15
 
piazza Santa Apollonia, 11°
tel. 065894875 - info@teatrobelli.it
www.teatrobelli.it
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NOVITÁ
 
TITOLO
STORIA DI UN UOMO MAGRO
liberamente tratto da LA GHIANDA È UNA CILIEGIA di Giacomo Mameli
scritto, diretto e interpretato da Paolo Floris
 
DOVE e QUANDO
TEATRO VILLA LAZZARONI - Roma
29 gennaio 2023, ore 17.30

 
DETTAGLI
Sarà in scena domenica 29gennaio alTeatro di Villa Lazzaroni lo spettacolo STORIA DI UN UOMO MAGRO scritto, diretto e interpretato da Paolo Floris e liberamente tratto da LA GHIANDA È UNA CILIEGIA di Giacomo Mameli.
Storia di un uomo magroracconta le vicende di Vittorio Palmas, contadino sardo e soldato reduce dalla seconda guerra mondiale. Vittorio è un uomo magro. Magro ma non troppo magro per imbracciare un fucile e partire per fare la guerra; non troppo magro per lavorare, da schiavo, in una fabbrica tedesca; magro, ma non troppo magro, perché la sua storia finisca nel forno crematorio di un campo di concentramento. Resterà vivo per due chili.
Tratto dal romanzo La ghianda è una ciliegia, il racconto di Paolo Floris, frutto del suo incontro con Ascanio Celestini e Giacomo Mameli, riporta alla lucei ricordi di Vittorio. Con una narrazione leggera, che non risparmia gli orrori del nazi-fascismo, la vita del soldato sardo diventa, sul palco, il simbolo di tanti uomini comuni che la violenza della guerra ha trasformato in eroi. La memoria rimane se viene raccontata: così ha fatto Vittorio Palmas, così ha fatto Giacomo Mameliattraverso il suo libro e così ha fatto, tramite il palcoscenico, Paolo Floris.
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NOVITÁ
 
TITOLO
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELLA MEMORIA
Con la maggior grazia possibile
dai diari di Etty Hillesum
Con  Paola Surace 
Regia  Cristina Aubry - Drammaturgia Paola Surace
 
DOVE e QUANDO
IL CANTIERETEATRALE – Roma
29 gennaio ore 18.00


DETTAGLI
Etty Hillesum nasce  in Olanda, nel 1914, prima di tre figli. La sua famiglia, appartenente alla borghesia intellettuale ebrea, sarà sterminata per intero ad Auschwitz, nel 1943.
I diari e le lettere di Etty, continuano a essere letti in tutto il mondo. Questi scritti non nascono come denuncia dello sterminio nazista. Sono riflessioni intime, personali, che lei scrive allo scopo di conoscere meglio se stessa. Con lo scorrere delle pagine, il nazismo determina, sempre di più, gli eventi delle sue giornate. Ma Etty lo osserva come un fenomeno da comprendere, da decodificare, per superarlo e vincerlo. Il nazismo è lo stesso Male che ha agito in altri momenti della storia. Ha preso il nome di Inquisizione, di Pogrom. Etty sa che in futuro prenderà altri nomi. E produrrà dolore, perché è l'unica cosa che sa produrre. Lo spirito dell'Uomo ha in sé gli strumenti per vincere il Male, ma bisogna imparare a riconoscerli, e ad usarli. Etty li indica, nella comprensione, nella conoscenza, e nella non violenza.
                                                                                                                                                             Paola Surace
 
ALTRE INFORMAZIONI
Biglietto 10€  ( più 3€ tessera)
 
Circonvallazione Gianicolense 307 -  Roma
 
Prenotazioni al  06/51606790 o al 3485245894
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PROSEGUE
 
TITOLO
AGIDI presenta
OBLIVION
in
OBLIVION RHAPSODY
uno spettacolo di e con gli OBLIVION:
GRAZIANA BORCIANI, DAVIDE CALABRESE, FRANCESCA FOLLONI,
LORENZO SCUDA, FABIO VAGNARELLI
regia GIORGIO GALLIONE
scene LORENZA GIOBERTI
costumi ELISABETTA MENZIANI
luci ALDO MANTOVANI
 
DOVE e QUANDO
SALA UMBERTO - Roma
Dal 17 al 29 gennaio 2023, martedì - sabato ore 21.00 - domenica ore 17.30


DETTAGLI
Uno show per festeggiare l’anniversario dei primi dieci anni di tournéeinsieme: OBLIVION RHAPSODY è la summa dell’universo Oblivion come non l’avete mai visto né sentito prima d’ora.
In piena crisi di mezza età i cinque rigorosi cialtroni sfidano sé stessi con un’inedita e sorprendente versione acustica della loro opera omnia. Uno spettacolo che toglie tutti i paracadute per arrivare all’essenza dell’idiozia: cinque voci, una chitarra, un cazzotto e miliardi di parole, suoni e note scomposti e ricomposti a prendere nuova vita.
Per la prima volta gli Oblivion saliranno sul palco nudi e crudi per distruggere e reinventare le loro hit, dopo aver sconvolto senza pietà quelle degli altri.
OBLIVION RHAPSODY è un gigantesco bigino delle performance più amate e imitate che parte dalle famose parodie dei classici della letteratura, passando per la dissacrazione della musica a colpi di risate, un viaggio lisergico che ripercorre anni di raffinate e folli sperimentazioni, senza soluzione di continuità, in lungo e in largo, di palo in frasca. Tutto il meglio (e il peggio), quello che non ricordavate, quello che amate di più e quello che non avete mai visto, in un viaggio allucinato e visionario che collega mondi mai avvicinati prima d’ora.
Preparatevi a questa incredibile esperienza dal vivo: sarà un anniversario memorabile, un'indigestione senza limiti e senza senso, una Oblivionata all'ennesima potenza alla fine della quale l’unico bis che chiederete sarà una Citrosodina.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Prezzo biglietto da 30€ a 25€
 
Via della Mercede, 50 -  Roma
 
prenotazioni@salaumberto.com
 
www.salaumberto.com
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MUSICA
 
NOVITÁ
 
TITOLO
COTTON CLUB
Programmazione
 
DOVE e QUANDO
COTTON CLUB - Roma
Concerti dal 26 al 29 gennaio 2023

 
DETTAGLI
GIOVEDI’ 26 GENNAIO 2023
IALSAXOPHONE ENSEMBLE
Ialsaxophone Ensemble è un grande laboratorio di ricerca musicale afroamericana composto da musicisti provenienti da varie aree artistiche della scena musicale romana. Si riunisce tutte le settimane sotto la guida di Gianni Oddi storico saxofonista dell’Orchestra di Musica Leggera della Rai per approfondire e sperimentare nuove partiture e per affinare vari aspetti solistici ed interpretativi della storia del jazz e non solo. Ha già partecipato a concerti e rassegne importanti come: Festa della Danza Teatro Greco, Concerto per 100 Sax di Salvatore Sciarrino alla Galleria Nazionale di Arte Moderna, Concerti Jazz al Teatro dei Dioscuri, Teatro Tirso, Teatro dei Servi, Auditorium della Discoteca di Stato, Be-Bop Jazz Club, Teatro Il Cantiere, Teatro Le Salette, Music Inn Jazz Club, Jazz on the River “Barcone Sul Tevere”. La serata sarà illuminata dalla presenza di due pietre miliari della storia del jazz: Antonello Vannucchi e Cicci Santucci, artisti che hanno scritto da decenni la storia del jazz internazionale. Il programma del concerto, prevede musiche della storia del jazz tra le più importanti scritte da: Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Joe Zawinul, Jimmy Giuffrè, Marco Tiso, Adriano Piva, Gianni Oddi, Pino Iodice, Tito Puente.
 
GIANNI ODDI: Figlio d'arte (il padre è mandolinista), compie gli studi al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, in cui si diploma in pianoforte e fisarmonica nel 1968; già da studente però inizia a suonare in complessi jazz cittadini il sassofono, che diventa in breve il suo strumento preferito. Si trasferisce poi a Roma e nel 1970 entra alla RCA Italiana come session-man, suonando con tutti i principali artisti dell'etichetta (da Domenico Modugno a Claudio Baglioni, da Mia Martini a Lucio Dalla. Nel 1972 entra nella Big Band del Maestro Enrico Simonetti, insieme tra gli altri al trombettista Michele Lacerenza, al sassofonista Sal Genovese, al bassista Maurizio Majoranaed al percussionista brasiliano Mandrake, effettuando alcuni concerti; il cd tratto da questi spettacoli verrà pubblicato solo nel 2006 nella serie Via Asiago 10. Sua è anche la sigla del TG2 dal 1983 al 1987. Nel 1973 pubblica un album strumentale, con alcune canzoni molto note riarrangiate, tra cui La collina dei ciliegi di Lucio Battisti e My Love di Paul Mc Cartney, primo di una serie di dischi in cui reincide successi del momento con alcuni inediti di sua composizione. Nella seconda metà degli anni '70 diventa primo sax alto dell'Orchestra di Musica Leggera della RAI di Roma, tralasciando sempre più l'attività di session man; diventa inoltre sassofono solista per Ennio Morricone. Si è anche dedicato alla composizione di colonne sonore, tra cui per Mondo di notte oggi (1976).
 
Musiche di:Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Jimmy Giuffrè, Adriano Piva, Bruno Biriaco, Cicci Santucci, Ernesto Nazareth, Marina Acerra, Herbie Hancock, Billy Strayhorn, Louis Prima, Gigi Gryce, Jerome Kern, Jimmy Van Heusen, Richard Rodgers, Chick Corea.
 
START DINNER 20.30
START LIVE 22.00
LIVE SHOW €12
 
Special guests
Andrea Beneventano,piano
Claudio Corvini,tromba
Massimiliano Pischedda,contrabbasso
Giovanni Cicchirillo,batteria
 
Saxes:
Marina Acerra, Sax
Greta Antelmi, Sax
Carla De Virgilio, Sax
Daniela Di Scala, Sax
Gianni Pucci, Sax
Peppe D'Argenzio, Sax
Adriano Piva, Sax
Bruno Menconi, Sax
Mattia Abballe, Sax
Pier Luigi Pisano, Sax
Massimiliano Raffa, Sax
Pierluigi D'Agostino, Sax
Paolo Viel, Sax
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VENERDI’ 27 GENNAIO 2023
GIORGIO ROSCIGLIONE QUARTET
Un concerto dedicato alla musica d’oltreoceano e ai più famosi standard della tradizione americana. Venerdi 27 gennaio sul palco del Cotton Club andrà in scena il quartetto capitanato dal contrabbassista Giorgio Rosciglione che riproporrà al grande pubblico alcuni dei più noti standard della storia del jazz. Un omaggio sincero, nel rispetto della tradizione e soprattutto nel rispetto di quelle melodie originali che fino ad oggi si sono conservate resistendo allo scorrere del tempo. Brani storici scritti tra gli anni ’40 e ’60 dai grandi compositori americani che in questo modo hanno lasciato ai posteri una traccia indelebile e grandi capolavori che ancora oggi vengono proposti in forme sempre nuove e diverse. Sul palcoscenico insieme a Giorgio Rosciglione ci saranno Andrea Pagani al pianoforte, Francesco Lento alla tromba e alla batteria Lucio Turco. Una serata, dunque, con una formazione composta da grandi musicisti di diverse generazioni che, con un tuffo nel passato, riporteranno in vita i grandi successi del songbook americano.
 
START DINNER 20.30
START LIVE 22.00
LIVE SHOW €12
 
Line-up
Leontina Pallavicini, Voce
Giorgio Rosciglione, Contrabbasso
Andrea Beneventano, Piano
Gegé Munari, Batteria
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SABATO 28 GENNAIO 2023
ADIKA PONGO
Un omaggio alle grandi hit della Disco Music internazionale con una delle band più riconosciute a livello europeo. Un vero “Tribute to The Disco” atto a creare un gioco fatto di buona musica e tanta energia condivisa con il pubblico. Una serata imperdibile, tra brani originali e omaggio a grandi band, in cui sarà impossibile restare seduti. Gli Adika Pongo saranno protagonisti sul palco del Cotton Club sabato 21 gennaio ci regaleranno una serata all’insegna del ritmo e della buona musica che spazierà dal soul funky al pop alla disco ’70 e ’80. Uno show di alto livello artistico che attraverso un crescendo di successi degli Chic e dei più noti artisti della black music coinvolgerà il pubblico trasportandoli nell’atmosfera della “disco music”
 
START DINNER 20.30
START LIVE 22.00
LIVE SHOW €12
 
Line-up
Francesca Silvy, Voce
Costantino Ladisa, Sax
Alessandro Benedetti, Basso
Alberto Lombardi, Chitarra
Alessio Scialo', Tastiere
Andrea Merli, Batteria
Pablo Enrique Olivier, Percussioni
 
ALTRE INFORMAZIONI
Via Bellinzona, 2 (Angolo con Corso Trieste) -  ROMA
 
info e prenotazione
06.85352527 - Whatsapp 349.0709468
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ARTE
 
MOSTRE
 
NOVITÁ
 
TITOLO
RIMANI o TENEVAI
Giovanni Trimani
A cura di Velia Littera
Testo critico Emanuela Di Vivona
 
DOVE e QUANDO
GALLERIA PAVART- Roma
OPENING | 24 gennaio 2023 | ore 18:00
Fino al 24 febbraio 2023
 

DETTAGLI
“Trimani o Tenevai” sarà la prima tappa di un viaggio attraverso l’evoluzione artistica di Giovanni Trimani, un viaggio alla scoperta delle sue mille sfaccettature.
 
La curatrice della mostra, Velia Littera, nonché direttrice di Pavart Roma, presenta per la prima volta una personale di Giovanni Trimani nella sua galleria e per l’occasione ha scelto alcune delle sue opere giovanili in modo da iniziare un percorso che attraversi la sua vasta produzione artistica.
 
Il titolo della mostra “Trimani o Tenevai”, che può sembrare ironico, in realtà racchiude la sintesi massima della sua poetica e rappresenta uno dei concetti di vita a cui l’artista è molto legato. Il suo essere artista!
 
Dal suo incipit che introduce il catalogo della mostra:
 
“…Noi siamo i piedi senza scarpe, noi siamo le mani dei mendicanti, ci lasci senza lacci, ci sfiori nella carità, ma ci temi, come le tasse che non paghi, come i rimorsi che evadi. Siamo al limite dei tuoi incubi, siamo ciò che sogni. Noi siamo: gli artisti…”
 
Non esiste essere umano che nella vita non abbia pensato di scappare e molti sono scappati per davvero sperando in una vita migliore, sperando in un mondo migliore. Ansia, indecisione, esitazione. Mollo non mollo? Cambio? Rimango o me ne vado? La vita ci porta sempre a un bivio che ti può cambiare la vita.
 
Di sicuro Trimani ha scelto di fare l’artista e di farlo seriamente. È rimasto! L’arte è il suo modo per raccontarsi e per raccontare, attraverso il suo stile fatto di segni, simboli e colori ci porta a riflettere a fondo sulla vita, sui dolori, sulle angosce, ma anche sulle gioie e sull’armonia.
Vivere vuol dire scegliere ogni giorno un percorso, che sia razionale o irrazionale, il vero coraggio sta nella scelta. Qualunque essa sia, la cosa più importante è non rimanere fermi!
 
Come lo descrive la storica dell’arte Emanuela Di Vivona:
 
Le opere di Giovanni filtrano le influenze dei maestri del passato, modulati in una chiave totalmente personale e contemporanea. Tra le varie opere di Trimani possiamo ritrovare Picasso, Maccari, Manzù, i colori fauves e la forza emotiva dell’espressionismo tedesco.
 
Trimani ha sperimentato tutte le tecniche pittoriche, dall’olio, all'acquerello, dal pastello alla tempera, focalizzandosi sull’acrilico in pittura e sulla lavorazione del ferro in scultura. Il colore e il segno sono i protagonisti assoluti delle sue opere: un colore puro, stridente e acceso che contrasta con il nero del segno di contorno che ci riporta lì, al colore dell’espressionismo e alla luce magica delle vetrate medievali.
 
Giovanni Trimani è un artista che parte dalle esperienze del suo vissuto, elaborandole e proponendo le sue emozioni in una chiave quanto più universale possibile, affinché possa essere condivisa da chiunque. Ed è qui la forza di un artista: riuscire ad arrivare al cuore del fruitore, essere in grado di raccontare le emozioni del fruitore attraverso le proprie.
 
Artista contemporaneo nato a Roma nel 1974, Giovanni Trimani si considera un professionista dal 2007, ma le radici del suo essere artista affondano nel lontano 1987, quando ebbe la fortuna di incontrare Franco Giacchieri, importantissimo pittore romano. Negli anni Trimani ha affinato la sua tecnica con un’estenuante pratica accompagnata da quotidiana e scrupolosa preparazione didattica, lungo un percorso di apprendimento e formazione continua che rimane tutt’ora un punto fermo del suo lavoro.
Vive e lavora a Roma.

Foto: Giovanni Trimani ritratto da Mattia Crocetti
 
ALTRE INFORMAZIONI
Via Giuseppe Dezza 6B – Rom
a
Orari galleria: dal lunedì al venerdì ore 11-18
 
Per informazioni:
Pavart Roma,: info@pavart.it | IG @pavartroma | T. +39 06 58303356
 
 
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PROSEGUE
 
TITOLO
Officine Beat - Kirolandia - Cultursocialart
Presentano
TRITTICO D’ARTISTA
Selezione personale di opere in mostra
Seconda esposizione
con
DANIELE MAZZOLI
 “RINASCITA”
A cura di Andrea Alessio Cavarretta #scrittoremetropolitano
Presenta: Stefania Visconti
Organizzazione: Giovanni Palmieri e Sissi Corrado
 
DOVE e QUANDO
OFFICINE BEAT - Roma
Apertura esposizione: 21 gennaio 2023, ore 18.30
Opere esposte fino al 17 febbraio 2023

 
DETTAGLI
OFFICINE BEAT, KIROLANDIA e CULTURSOCIALART dopo il grande successo di pubblico e di critica del primo incontro presentano, sabato 21 gennaio alle ore 18.30, presso il cocktail bar bistrot OFFICINE BEAT di Roma, il secondo appuntamento del format d’arte TRITTICO D’ARTISTA Selezione personale di opere in mostra con l’esposizione RINASCITA di DANIELE MAZZOLI, a cura di Andrea Alessio Cavarretta, presentazione di  Stefania Visconti, organizzazione di Giovanni Palmieri e Sissi Corrado.
 
Quella di TRITTICO D’ARTISTA è un’idea d’arte volta a creare un viaggio tra sei mostre personali che hanno preso il via lo scorso dicembre e andranno avanti sino a maggio. L’invito a ciascun artista è quello di esporre tre opere legate tra loro da uno specifico concept. Un itinerario tra differenziati modi di esprimersi e di concepire l’arte ospitato da OFFICINE BEAT, delizioso quanto amatissimo locale glamour della Capitale, nel cuore del quartiere San Lorenzo. Dopo aver conosciuto i sei artisti, il format si concluderà in una collettiva riassuntiva che andrà oltre il mostrato.
 
Il secondo trittico è di DANIELE MAZZOLI, artista poliedrico che manifesta la sua grande fantasia attraverso opere emozionanti che stupiscono lo sguardo e coinvolgono l’anima dello spettatore con affabulanti figurazioni, giochi di colore e rappresentazioni cariche di carattere. MAZZOLI si propone al pubblico con RINASCITA, l’apertura della sua esposizione personale è fissata per sabato 21 gennaio alle ore 18.30.
 
Sarà ancora una volta l’ammaliante e ironica Stefania Visconti a condurre la presentazione dell’artista e delle sue opere, che verranno svelate alle ore 19.00 anche nella consueta diretta social. A fianco a lei l’ideatore e curatore del format  Andrea Alessio Cavarretta #scrittoremetropolitano, il tutto per coinvolgere DANIELE MAZZOLI nel racconto del suo trittico.
 
Nella staffetta espositiva, TRILOGY di PAOLO “MAKKA” MACCARI cede così il testimone artistico a RINASCITA di DANIELE MAZZOLI che potrà essere ammirata fino al 17 febbraio 2023, dopodiché sarà la volta del terzo artista.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Via degli Equi 29, Roma – San Lorenzo
 
Tel. 06 9521 8779 - officine.beat@gmail.com
 
Esposizione con ingresso libero negli orari di apertura del locale.
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PROSEGUE
 
TITOLO
PASOLINI PITTORE
A cura di
Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani
 
DOVE e QUANDO
Galleria d’Arte Moderna di Roma
Dal 29 ottobre 2022 al 16 aprile 2023

 
DETTAGLI
Pasolini Pittore è un progetto espositivo esclusivo completamente inedito nel suo genere, ideato per i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), che intende riportare l’attenzione su un aspetto artistico rilevante, spesso trascurato dalla critica, nel contesto creativo complessivo dello scrittore e regista, a oltre quaranta anni dall’ultima antologica completa su Pasolini pittore, del 1978, tenutasi a Palazzo Braschi.
 
Il progetto,curato da Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani per la Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 29 ottobre 2022al 16 aprile 2023, è promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Lettere e Culture moderne, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Zigaina e l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Partner Tecnologico LIEU.city. Radio Partner Dimensione Suono Soft.
 
Comitato scientifico composto da: Silvana Cirillo (Docente “Letteratura italiana contemporanea”, Facoltà di Lettere e Filosofia, “Sapienza” Università di Roma); Claudio Crescentini (Storico dell’arte, Sovrintendenza Capitolina); Gianluca Farinelli (Direttore, Fondazione Cineteca di Bologna / Presidente, Fondazione Cinema per Roma); Gloria Manghetti (Direttrice, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Firenze) e Federica Pirani (Storica dell’arte, Sovrintendenza Capitolina)
 
Oltre 150 opere, selezionate dal corpus della collezione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, depositario della maggiore raccolta di opere dello scrittore e regista, ma anche dalla Fondazione Cineteca di Bologna, dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, per la prima volta in mostra fuori dalla locale Casa Colussi, dall’Archivio Giuseppe Zigaina, oltre che da collezionisti privati.
 
La mostra parte dagli inizi pittorici di Pasolini che vanno di pari passo con le prime prove poetiche in friulano. Ritratti e raffigurazioni di corpi, maschili e femminili, che ricreano una sorta di mappatura visiva della famiglia e delle amicizie di Pasolini. Presenti anche nature morte e paesaggi rurali friulani dal sapore fortemente intimista che, da altro punto di vista, quello tecnico, documentano l’eccezionale abilità artistica e la sperimentazione del pigmento messa in atto da parte del giovanePasolini.
 
Un’importante sezione sarà dedicata all’autoritratto e al ritratto, generi pittorici molto amati da Pasolini, in modo particolare il secondo conin esposizione quelli che potremmo considerare come i “ritratti dell’anima”. Quelli familiari – il cugino Nico Naldini, la madre Susanna, la cugina Franca– la serie legata ai protagonisti del mondo artistico di Pasolini – Giovanna Bemporad, Federico De Rocco, Giuseppe Zigaina – oltre a quelli del mondo cinematografico romano – Laura Betti, NinettoDavoli – con un’attenzione particolare ai ritratti dell’amico poeta Andrea Zanzotto.
 
Una riflessione a parteriguardairitratti di treprotagonisti del mondo culturale e artistico di Pasolini: Ezra Pound, Roberto Longhi e Maria Callas,chedanno vita a una “mostra nella mostra”, grazie ad un’attenta ricostruzione delle fasi di realizzazione e delle potenzialità d’investimento creativo e tecnico di Pasolini.
 
Altro focusinteressa la serie di ritratti dello storico e critico d’arte Roberto Longhi, Maestro riconosciuto da Pasolini fin dagli anni degli studi universitari a Bologna. In seguito,lo scrittore manifesta il proprio debito con Longhi dedicandogli Mamma Roma (1962) e, oltre 10 anni dopo, la recensione per «Tempo» (8 gennaio 1974) dell’antologia di saggi longhiani Da Cimabue a Morandi (Milano, Mondadori, 1973).
 
Focus speciale è dedicato al rapporto artistico e di amicizia fra Pasolini e Fabio Mauri, con una serie di disegni bolognesi degli anni Quaranta-Cinquanta, di cui alcuni per la prima volta in mostra grazie alla collaborazione con lo Studio Fabio Mauri Associazione per l'Arte L' Esperimento del Mondo, documenti essenziali della determinazione di un’amicizia, che è anche scambio continuo di idee e stili.
 
Una sezione della mostra è riservata al rapporto fra Pasolini e l’arte italiana del Novecento, attraverso l’esposizione di opere delle collezioni d’arte contemporanea della Sovrintendenza Capitolina (Galleria d’Arte Moderna, Museo Carlo Bilotti Aranciera Villa Borghese, Casa Museo Alberto Moravia, MACRO), con artisti di cui Pasolini ha fortemente apprezzato lo stile – Carlo Carrà, Filippo de Pisis, Giorgio Morandi, Mario Mafai, Scipione e Antonietta Raphäel ecc. – e altri artisti considerati per la loro novità estetica nel panorama italiano della metà del Novecento. Come Federico de Rocco, Franco Gentilini, Virgilio Guzzi, Renato Guttuso, Carlo Levi, Giacomo Manzù, Toti Scialoja, Lorenzo Tornabuoni, Renzo Vespignani, Giuseppe Zigaina, ecc.
 
Proveniente in esclusiva dalla Collezione di famiglia è esposta per la prima volta anche un’accurata selezione di opere d’arte contemporanea di proprietà di Pier Paolo Pasolini, con l’intento di sottolineare come certe passioni artistiche e stilistiche abbiano attraversato la vita e la pittura di Pasolini, così come i suoi scritti d’arte e le stanze delle sue diverse case romane, con opere di Massimo Campigli, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Carlo Levi, Alberto Savinio, Andy Warhol, ecc.
 
A chiusura della mostra un minimo omaggio al “volto” di Pasolini, tramite una serie di ritratti storici realizzati, con vari stili e in tempi diversi, da Ennio Calabria, Renato Guttuso, Carlo Levi, Milo Manara, Mario Schifano e altri.
 
A contrappunto mediale una serie di fotografie di Sandro Becchetti, Mimmo Cattarinich, Vittorugo Contino, Aldo Durazzi, Ezio Vitale, oltre a documentari e film concessi dalla Fondazione Cineteca di Bologna, RAI Teche, RAI Cinema e Palomar, fra i quali: Carpaccio(1947),cortometraggio di Roberto Longhi diretto da Umberto Barbaro; Pier Paolo Pasolini. La Ragione di un sogno(2001), un appassionante e poetico film di Laura Betti e Pasolini, Il Corpo e la Voce(2015)film-documentario di Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti e Paolo Marcellini.
 
A corollario della mostra sarà organizzata una serie di incontri culturali, readings e proiezioni di compendio alle tematiche affrontate nella mostradal titolo “Pasoliniana. Intorno a Pasolini pittore”, a cura di Silvana Cirillo e Claudio Crescentini, che si svolgeranno presso la Galleria d’Arte Moderna. In tale contesto il Dipartimento di Lettere e Culture moderne della Facoltà di Lettere e Filosofia, “Sapienza” Università di Roma,ha in corso la realizzazione del “Progetto Pasolini” Convegno Internazionali di Studi, a cura di Silvana Cirillo e ClaudioCrescentini,sul rapporto fra scrittura, pittura e cinema.
 
Un'attenzione particolare è stata dedicata all'accessibilità: per le persone con disabilità visiva è stato progettato, in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, un percorso dedicato, dotato di disegni a rilievo e relative audio descrizioni. Saranno inoltre disponibili visite tattili gratuite, guidate da operatori specializzati.
 
Il catalogo è edito da Silvana Editoriale. Grazie alla collaborazione del Partner Tecnologico la mostra sarà visitabile dall’8 dicembre 2022 nel Metaverso di LIEU.city.
 
Promotori: Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; “Sapienza” Università di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Lettere e Culture moderne, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Zigaina.
 
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Radio partner: Dimensione Suono Soft
Partner tecnologico:  LIEU.city
 
ALTRE INFORMAZIONI
Roma, Via Francesco Crispi, 24
 
Dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
 
www.galleriaartemodernaroma.it
www.museiincomune.it
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PROSEGUE
 
TITOLO
RAOUL DUFY.
Il pittore della gioia
curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO CIPOLLA – Roma
Dal 14 ottobre 2022

 
DETTAGLI
Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna, RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953).
La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris e curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.
Catalogo edito da Skira.
Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (La Fata Elettricità, 1937 – 1938, Musée d’Art Moderne de Paris) - uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposto nel Padiglione dell'elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne - per antonomasia - il pittore della gioia e della luce.
Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.
Nell'ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell'impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l'anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d'Automne (fino al 1943).
La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.
Suddivisa in 13 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.
Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d'atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.
Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Predilige i paesaggi marittimi e ama particolarmente gli ippodromi che gli daranno grande successo. Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa infatti alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.
La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi - come il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre PompidouPalais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la LoireMusée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles - racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.
Curata dalla Chief curator Sophie Krebs e Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.
Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale«Sono molto lieto di ospitare, presso lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, una mostra su Raoul Dufy, che viene riproposta a Roma dopo quasi quarant’anni di oblio (la prima ed unica esposizione su Dufy nella Capitale, prima di oggi, è stata infatti quella del 1984 a Villa Medici). Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un “colorista per temperamento”; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne. La particolarità di Dufy risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli – seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce – viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia. Da qui i celebri paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il pubblico».
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PROSEGUE
 
TITOLO
VAN GOGH
Capolavori dal Kröller-Müller Museum
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO BONAPARTE – Roma
Dall’ 8 ottobre 2022 al 26 marzo 2023

 
DETTAGLI
Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’ 8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh.
Attraverso le sue opere più celebri - tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) - sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.
Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.
La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo - che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh - e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.
Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.
Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.
È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsor Aceasponsor Generali Valore Culturaspecial partner Ricolamobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficialemedia partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.
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PER BAMBINE/I e RAGAZZE/I

TEATRO
 
NOVITÁ
 
TITOLO
Ruotalibera Teatro
presenta
Le stelle di sotto
Uno gnomo chiamato Cucuzzolo
Teatro d’attore e musica dal vivo
testo e regia Tiziana Lucattini
collaborazione artistica Fabio Traversa
con Alessandro Garramone e Fabio Traversa
musica dal vivo Alessandro Garramone
Scene: Francesco Pers

ico e Luisa Frattarelli
Costumi: Antonia Dilorenzo
Luci e fonica: Chiara Saiella
Foto di scena: Patrizia Lucattini
Illustrazione e grafica: Orsola Damiani
Grazie a Chiara Saiella per aver giocato con noi
Organizzazione e promozione: Serena Amidani e Paola Meda
 
DOVE e QUANDO
CENTRALE PRENESTE TEATRO - Roma
29 gennaio 2023, dalle 16.30
 
DETTAGLI
Per la rassegna Infanzie e adolescenze in gioco 2022-23 a Centrale Preneste Teatro (Via Alberto da Giussano, 58) domenica 29 gennaio alle ore 16.30 va in scena lo spettacolo "Le stelle di sotto. Uno Gnomo chiamato Cucuzzolo" della Compagnia Ruotalibera Teatro. Il testo e la regia sono di Tiziana Lucattini, mentre sulla scena ci sono Fabio Traversa e Alessandro Garramone.
Cucuzzolo è uno gnomo che non vuole fare la vita dei suoi fratelli che lavorano in miniera come da sempre fanno gnomi e nani. Raccogliere pietre preziose, pulirle, contarle, catalogarle, tornare a casa, mangiare, bere e dormire per ricominciare il giorno dopo. La vita è tutta così. Vissuta sotto terra. A testa in giù. Lavorando, lavorando e accumulando. Le pietre preziose sono belle, brillano come stelle, ma stanno sotto terra, a lui piace invece guardare le stelle vere, quelle di sopra, quelle libere, già pulite e brillanti. Decide così di scappare. Ma ha paura di essere riacciuffato, vede nemici dappertutto. Alessandro, invece, è un musicista che si è licenziato dal lavoro rinunciando alla sicurezza di un posto fisso. Una sera si incontrano e inaspettatamente “si riconoscono”.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Adatto dai 3 ai 10 anni.
Il costo del biglietto è per tutti di 6 euro.
 
Acquisto esclusivamente on-line su  www.centraleprenesteteatro.it/calendario-eventi o in biglietteria il giorno dello spettacolo dalle ore 16.00 previa disponibilità dei posti
 
Via Alberto da Giussano, 58 - Roma
 
Prenotazione obbligatoria
 
Info: 06 27801063
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SGUARDO FUORI PORTA
 
ARTE
 
NOVITÁ
 
TITOLO
Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque
a cura di Tiziano Panconi
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO MAZZETTI  - Asti
Dal 26 novembre al 10 aprile 2022

 
DETTAGLI
La Belle Époque, i salotti, le nobildonne e la moda: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Dal 26 novembre 2022 al 10 aprile 2023 Giovanni Boldini, uno degli artisti italiani più amati di ogni tempo, viene celebrato con una grande mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.
Dopo i successi delle mostre Chagall. Colore e magiaMonet e gli impressionisti in NormandiaI Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, la collaborazione tra Fondazione Asti Musei e Arthemisia continua a richiamare folle di visitatori ad Asti.
Il nuovo progetto, a cura di Tiziano Panconi, è dedicato al genio indiscusso di Boldini.
80 magnifiche opere - tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) - sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.
L’esposizione presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.
Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.
Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità.
Egli coglieva al volo l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva, l’istante in divenire fra un’azione e l’altra, quando la forza motoria di un gesto si esauriva, rigenerandosi prontamente in quello successivo.
Negli anni della maturità e poi della senilità, le lunghe e vorticose pennellate, impresse come energiche sciabolate di colore, rimodellavano in senso dinamico i corpi delle sue “divine” creature e il suo stile, a un tempo classico e moderno, costituiva la miglior risposta alle vocazioni estetiste e progressiste manifestate dagli alti ceti sociali.
La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Catalogo edito da Skira.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Corso Vittorio Alfieri, 357

www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it  
prenotazioni@fondazioneastimusei.it

ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00

(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso

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ANTICIPAZIONI…

 

TEATRO 

FOCUS

DAIMON -L’ultimo canto di John Keats

di Paolo Vanacore

diretto e interpretato da Gianni De Feo

con l’amichevole partecipazione in voce di Leo Gullotta

arrangiamenti musicali di Alessandro Panatteri

videoarte Roberto Rinaldi

TEATRO LO SPAZIO – Roma
Dal 2 al 5 febbraio

Debutta in prima assoluta al Teatro Lo Spazio, dal 2 al 5 febbraio, DAIMON- L’ultimo canto di John Keats, spettacolo scritto da Paolo Vanacore, e diretto e interpretato da Gianni De Feo.

In un freddo e ventoso autunno romano, il grande psicanalista e filosofo James Hillman percorre la strada lastricata di foglie di platano che dal lungotevere conduce alla PiramideCestia dove è seppellito il poeta inglese John Keats, colui che Hillman stesso considera la propria nobile guida: il daimon, una presenza divina incaricata di portare a compimento ildisegno superiore che la nostra anima ha scelto prima di nascere e di cui ognuno di noi si è dimenticato nel momento in cui è venuto al mondo.

Un incontro reale e sovrannaturale allo stesso tempo, che diventa ricerca della propria vocazione come memoria di qualcosa di indefinito che durante l’esistenza non riusciamomai ad afferrare e che ci fa sentire sempre in qualche modo incompiuti. Hillman riprende il concetto di Keats della poesia intesa come “fare anima” dove per “fare anima” si intendeuno sforzo nella comprensione di sé stessi al fine di acquisire una propria singolare identità e, ovviamente, la giusta collocazione nel mondo che ci circonda.

La trama del racconto di Vanacore si interseca tra poesia musica e canzoni, in una scenografia essenziale. Pochi elementi che sembrano emergere dalla sabbia o sospesi sulleonde del mare, quell’Oceano infinito che bagna Atlantic City, da dove riemergono i primi ricordi dell’infanzia. Fanno da sfondo immagini proiettate, segni astratti di coloricontrastanti, elaborati appositamente da Roberto Rinaldi, come a dare forma alla parola seguendo il filo della narrazione.

Una narrazione contrappuntata da brevi picchi poetici su brandelli lirici dello stesso Keats, evocati dalla voce di Leo Gullotta. Infine, alcune tra le più suggestive canzoni di Franco Battiato e Giuni Russo, cantate dalvivo da De Feo sugli arrangiamenti di Alessandro Panatteri, per delineare il percorso più intimo e sottile di questo viaggio dell’Anima, all’Ombra della Luce.
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