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martedì 27 maggio 2025

MUNCH. IL GRIDO INTERIORE a PALAZZO BONAPARTE di Roma, l’immensa mostra che arriva dritta al cuore




Nella splendida cornice di PALAZZO BONAPARTE a Roma, ARTHEMISIA con la cura della studiosa Patricia G. Berman, l’apporto della collaborazione scientifica di Costantino D’Orazio e la partecipazione del Museo Munch di Oslo, presenta con 100 opere una mostra di eccezionale bellezza e complessità su Edvard Munch, pittore norvegese, che con la sua arte introspettiva e rivoluzionaria mette in luce i temi universali dell’umanità: amore, angoscia e morte.

Il percorso della mostra “Munch. Il grido interiore”, è innovativo e molto ricco e riesce a narrare le molteplici esperienze espressive del prolifico autore che si cimenta in varie tecniche: olio su tela, pastello su carta, acquaforte, litografia, acquarello, xilografia, attraverso linguaggi sempre nuovi, personali e di grande impatto emotivo.

Munch trova nell’arte pittorica il vero senso della vita; le percezioni visive nel contatto con la natura e le emozioni dell’esperienza umana, vista nel suo aspetto più tragico, si interiorizzano e vengono rielaborate dalla memoria, diventano potenti tanto da acquistare un significato universale.
L’artista norvegese è forse il più rappresentativo autore tra la fine dell’800 e la prima parte del ‘900, arriva diretto al cuore dell’osservatore e quest’ immensa mostra è un passaggio unico e necessario per comprendere non solo il suo Simbolismo e l’Espressionismo ma il contatto con molte correnti e avanguardie del XX secolo.

Il percorso si articola in cinque sezioni ognuna delle quali rappresenta la grande creatività dell’autore: “Allenare l’occhio”, “Quando i corpi si incontrano e si separano”, “Fantasmi”, “Munch in Italia”,” L’universo invisibile”,  Di fronte allo specchio”, “L’eredità di Munch” nel loro articolato insieme permettono al visitatore  di conoscere e approfondire la poetica e la grande creatività dell’autore.
I quadri dedicati all’amore, sentimento controverso difficile e sofferto fino a diventare ossessivo, affascinano per la loro intensità; l’immagine femminile è rappresentata in un atteggiamento ieratico in “Madonna” (1894-1895 - olio su tela) dove  la donna, colta nel momento dell’estasi, raggiunge una bellezza soprannaturale ma esprime una forte risonanza sensuale. In “Vampiro” (1895 - olio su tela) e “Vampiro nella foresta” (1916 - olio su tela) invece, l’osservatore è emotivamente coinvolto e colpito dall’uomo che cerca rifugio sicuro in un abbraccio che si trasforma nella sua stessa prigione. Simile linguaggio lo ritroviamo in “Arpia” (1899 - litografia stampata a colori), in un’atmosfera surreale, una donna crudele sopraffà l’uomo e ne distrugge la vita fino a derubarlo della propria anima.

Numerose le opere che ci parlano dell’angoscia permanente e dell’isolamento come “Sera. Malinconia”
(1891 - olio, matita e pastello su tela), “Disperazione” (1894 - olio su tela), “Due esseri umani. I solitari” (1899 - xilografia stampata a colori), “Consolazione” (1907 oli su tela), tutte parlano di un uomo estraneo al paesaggio, che vive solitudine  e incomunicabilità in una malinconia esistenziale forte e lancinante, profondità  che avvicinano Munch all’uomo di oggi che può sentire e accogliere il messaggio dell’autore come vero, attuale e comprensibile.

Molti sono i riferimenti alla tragedia dolorosa della sua giovinezza e la morte, destino dell’umanità, è ancor più drammatico quando colpisce gli affetti più cari, Munch lo esorcizza rappresentandola. “La morte nella stanza malata” (1893 - olio su tela) è il momento in cui muore la sorella Sophie, 1877, il dolore individuale annienta e svuota i familiari ridotti ad ombre di se stessi e solo Inger, l’altra sorella di Munch, con gli occhi sbarrati stabilisce un contatto con l’osservatore. Le due opere “Sul letto di morte. La febbre” (1853 - pastello su cartone non imprimito) e “Lotta contro la morte” (1915 - olio su tela), sorprendono per la prospettiva, i colori, gli atteggiamenti dei cari e narrano una mancanza che accentua ancora di più l’incomunicabilità di chi resta.


Tra le tante bellissime opere non mancano in questa esposizione i suoi autoritratti: gli anni, il passare del tempo trasformano il volto dal quale traspare il suo vissuto e la sua anima.
È presente anche una versione particolare de "L'urlo"(1895 - litografia) opera iconica dell’artista dove l’alienazione dell' uomo, dal creato e dai suoi simili, si dimostra drammatica e agghiacciante.
Il percorso è inoltre accompagnato da chiari pannelli esplicativi di notevole aiuto per comprendere il contenuto, l’evoluzione della personalità e del linguaggio del pittore.

Sono gli ultimi giorni per immergersi in questo inteso percorso su Edvard Munch, non potete assolutamente perdervi questa pregevole mostra.




www.mostrepalazzobonaparte.it




 Angelelli Mirella -
_KIROLANDIA®_

Immagini a corredo: 
MUNCH_BONAPARTE/IMMAGINI/CONFERENZA ALLESTIMENTO  

















 
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