Stefano Palma è un
autodefinito freelance delle immagini.
In parte illustratore, un
po’ fumettista, passa le sue veloci giornate a disegnare con la tavoletta
grafica o ancora con la sua vecchia amata matita non troppo ben temperata, inseguendo
soluzioni grafiche ed espressive.
E’ un ricercatore di
immagini, con uno stile ben delineato ma non sino al punto di non essere più capace
di attraversare tutti quegli stili che
lo hanno appassionato già da piccolo, dai più contemporanei sino a quelli
classici.
Capace di dire, non
troppo impegnato socialmente, ma emotivamente coinvolto nel vivere attuale, Stefano
Palma, cerca di dar voce a quello che ha in pancia sia esso un volto, una
storia forte, un sentimento, un concetto.
Il disegno per lui è
forma del linguaggio.
Le immagini sono sempre dentro
di lui, cerca di trattenerle, fuoriescono quel tanto che basta per farsi necessariamente
immortalare.
Tra le sue opere ci sorprendono
anche e soprattutto OIL e MUSA, due delle sue invenzioni concettuali, in bianco
e nero, i colori che l’autore più ama, verticalismi dal tratto deciso che
racchiudono pensieri forti e idee potenti.
Sono sperimentazioni
visive, sequenze di immagini, racconti di sentimenti ed emozioni.
In uno stile di chiaro
stampo argentino, ci tiene l’artista a sottolinearlo, ma senza troppa
aggressività nel tratto, queste due opere dicono pensieri che vanno oltre alla
semplice rappresentazione, sono la ricerca del palesare quel profondo che è
sempre nascosto nel suo intimo pensare.
In OIL, Stefano Palma si
sofferma sulla storia della vicenda umana di un oggi dilaniato da guerre e
cataclismi, così le linee bianche e nere si susseguono come fossero parole e si
confondo per narrare qualcosa che all’inizio è solo accennato ma che lentamente
si palesa; il nascere ed il morire si confondono e si fondono, il ciclo della
vita diviene inesorabile sino a dire che chiunque inizia è già destinato a
finire.
Una giovane donna lascia
il suo bambino ad un destino infernale, il suo nascere è già un cadere nella
macchina perversa della vita, un ingranaggio inconsapevole dove l’intera
umanità è stritolata, quasi spremuta, destinata a produrre quella melma caotica
che andrà a riempire le acque della vita, portando con sé solo morte e
devastazione.
Il messaggio è chiaro,
efficace, sin troppo evidente e trova una conclusione che non dà spazio a prolusioni
filosofiche.
All’opposto del sentire
dell’autore è MUSA, più lieve e delicata storia, quasi un’elegia, una poesia,
immagini in metrica, che scivolano dall’alto verso il basso. E’ la storia di
un’ispirazione, di un sogno, un dialogo onirico tra l’autore e la sua arte, la
caduta della musa in un pensiero creativo.
E’ la ricerca di un’idea
che l’artista cerca fuori e dentro se stesso e che quasi ferma ma poi lascia
andare verso lo spettatore. Quasi il dire, il descrivere la nascita del
raccontare nell’intimità dei pensieri, una metafora del meccanismo autoriale che
cerca e trova l’idea scivolare nella sua intimità creativa.
Una tavola verticale dove
l’artista forse parla di sé, sino a raggiungere un valore quasi assoluto tanto
da rappresentare un concetto con cui tenta di avvicinare al pubblico un quid
sin troppo caro a chiunque crea non solo arte.
Così, in queste due opere
come in tutte le altre, con il suo tratto, Stefano Palma, dà vita ad
un’esperienza emotiva destinata ad essere segno di un vissuto individuale e
sociale, nella soluzione dell’essere autore/spettatore del vivere di oggi.
Per conoscere meglio l'artista Stefano
Palma
Oil e Musa sono pubblicate in Verticalismi webcomicslab&magazine www.verticalismi.it
Ringrazio Stefano Palma per avermi concesso l'utilizzo nel presente articolo delle immagini delle sue opere personali Oil e Musa.
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