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lunedì 25 febbraio 2013

VILLAGGIO VACANZE ultimi giorni: fenomenologia del buffet e saluti...



autore:  Sara Saurini (AttiroKira) 
Kiroflessioni 
costume e società


VILLAGGIO VACANZE 

Le cene a buffet sembrano più che altro corse all’accaparramento in tempo di guerra e a volte anche i  bambini sono insopportabili quanto gli adulti…


SESTO GIORNO: FENOMENOLOGIA DEL BUFFET

Dopo aver spintonato e scalciato un po’ qua e là uno dei due mi passa avanti…
bimbo, fai la fila come tutti gli altri…
ma io ho fame, la fila è lunga e non mi va di aspettare…
Lo guardo, avrà al massimo 10 anni e fra qualche anno sfiorerà i cento chili, ha già i suoi problemi inutile infierire… però, non ho potuto fare a meno di esultare quando le quattro fettine panate che aveva nel piatto gli sono scivolate rovinosamente a terra, mentre cercava di arraffare un numero di  bustine di maionese e ketchup pari alla scorta mensile di un McDonald. 

La mia vacanza volge al termine, domani è l’ultimo giorno… dopo una settimana voglio condividere le mie osservazioni sulla questione cibo. Il primo giorno, per toglierci l’impaccio e il brivido della ricerca ci hanno assegnato un tavolo nel ristorante che abbiamo occupato per consumare colazione, pranzo e cena… quindi il posto a sedere era garantito, mentre per il recupero delle cibarie la questione era un po’ più complicata. Non che ci fosse poco cibo, anzi, dalla cucina uscivano fiamminghe a rotta di collo è solo che per qualche motivo psicologico a me sconosciuto la gente caricava i piatti come se stesse facendo approvvigionamenti per la quarta guerra mondiale e poi dopo aver assaggiato un po’ di tutto abbandonava sul tavolo le pietanze quasi intatte… mai visto tanto spreco.


Sono in fila, un paio di energumeni poco attenti mi sono passati davanti, ma sono alti, altissimi, mentre io sono due mele o poco più, credo non mi abbiano proprio visto, tanto non ho fretta. La signora dietro di me conversa rumorosamente al cellulare con la mamma, le sta raccontando della stitichezza di suo figlio, vorrei affogarla nella ciotola del purè, ma oggi sono molto zen quindi mi limito ad una pestata di piede “ops, mi scusi non l’avevo vista”. Come due avvoltoi sulla preda, due bambini supplì partenopei, continuano a  fare su e giù nella fila, con la scusa di vedere cosa c’è da mangiare, poi di prendere i tovaglioli, poi di vedere se c’è la mamma… li riconosco sono i miei rumorosissimi vicini di casa  che amano attraversare il giardinetto del mio bungalow ad ogni ora del giorno e della notte, pur avendo una loro autonoma e più comoda entrata. Ora diciamo che sull'attraversamento potrei anche essere tollerante visto che le casette non sono recintate, anche se non capisco il motivo, quello che mi snerva più che altro sono le partite di lippa con le bottiglie di plastica che ovviamente si svolgono nel mio giardino perché i loro genitori dormono e soprattutto il fatto che urlano, urlano, urlano per qualsiasi cosa… insomma se tua madre é a cento metri da te raggiungila e falle la domanda che le devi fare perché devi urlare?




SETTIMO GIORNO: I SALUTI

Ciao a tutti....finalmente!!! 


Parti dal primo giorno: l'arrivo e prosegui sin qui.



                                                                                              
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