Recensione dello spettacolo teatrale
IN A DARK DARK HOUSE regia Max Amato,
IN A DARK DARK HOUSE regia Max Amato,
Ventitré Febbraio
Duemilatredici, Teatro Cometa Off - Roma
La rappresentazione di un dramma familiare tenuto sospeso sino allo sconcertante
epilogo
La versione di IN A DARK DARK HOUSE voluta da
Massimiliano “Max” Amato destina questo interessante e controverso componimento
teatrale di Neil LaBute, sino ad ora inedito in Italia, al successo.
Coraggioso l’atto del
regista di trattare apertamente in teatro una
tematica che solo ultimamente viene discussa in profondità anche in Italia.
Due fratelli, vittime in
adolescenza di atroci violenze, oramai adulti, cercano nel dialogo delle risposte
e forse un congiungimento. Il senso d’inadeguatezza, a tratti appena
pronunciato ed in altri momenti urlato al mondo disattento, divora i due personaggi che cercano di confrontarsi, mentre ogni
convinzione tende a capovolgersi.
Un’unica ingenua presenza
femminile compare nella sua gaia semplicità per ridefinire in parte il
terribile quadro.
Nei tre micro atti, perfettamente
simmetrici, si nascondono mute oscurità, verità non rivelate, amori apparenti,
storie di brutalità presentate in forme diverse. Il crudo e sconvolgente dramma
incede e si compie lentamente, il tema centrale all’inizio sfiorato, nel suo prosieguo,
diventa potente tanto da stordire e lasciare increduli.
Immersi in verdi luoghi,
giardini non troppo ameni, metafore di un vivere sospeso tra soprusi materiali
e psicologici, i personaggi si pongono ed invitano a porsi degli interrogativi.
Tra delicati crescenti, tenuti sempre
molto ben a freno, quasi smorzati, in un divenire preparatorio al finale, si
snodano dialoghi e confessioni, rese con complessi ed impercettibili metalinguaggi,
gesti propri di anime cariche di verità.
Gli attori sono tutti molto
bravi, anche nella capacità di non lasciarsi mai andare ad inutili
interpretazioni plateali sino a relazionarsi intimamente attraverso continue impercettibili
complesse sfumature.
Daniele Antonini, attore
maturo, riesce a rivestire adeguatamente i panni di Terry, fratello maggiore dal
modesto lavoro; indiscusso protagonista del dramma, modula vari registri
interpretativi, riuscendo anche a strappare tenui amare risate, mentre grida l’incapacità
del suo personaggio di comprendere le violenze subite.
Luca Guastini, interprete
talentuoso, è Drew, il fratello minore ed ex-giovane avvocato di successo, che convince
sin dall’inizio con il suo tono sempre pacato ed infantile destinato all’amara
metamorfosi finale. A lui va anche il complimento per il tema musicale che
scandisce bene i passaggi del dramma.
Benedetta Comito,
interessante attrice, riveste il ruolo della disarmante Jennifer, sino a
diventare elemento di rottura e chiave centrale non solo lieve del dramma. A
lei un’altra nota di grande merito per la
traduzione che, redatta insieme a Luca Guastini, riesce a rendere bene il testo
in italiano senza modificarlo profondamente.
Infine un grande applauso
agli scenografi, Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri, che hanno interpretato
scenicamente l’emotività simbolica dei luoghi dove, tra complesse differenti
personalità, la narrazione della disumana
tragedia giunge allo sguardo finale sospeso verso un futuro che racchiude per
sempre il tremendo passato.
REGIA Max Amato
INTERPRETI:
Daniele Antonini, Luca Guastini,
Benedetta Comito
AIUTO
REGIA Michele Guastini
LUCI Giuseppe Falcone
MUSICA Luca Guastini
TRADUZIONE
ITALIANA Luca Guastini, Benedetta Comito
SCENE Giulio Ciccarese, Valentina Pontieri
FOTO DI
SCENA Manuela Parodi
PRODUZIONE DRUGO, in collaborazione con
PRODUZIONE DRUGO, in collaborazione con
TEATRO COMETA-OFF e ANTONIA BRANCATI S.r.l.
In scena sino al 3 Marzo
al
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