Finalmente al CHIOSTRO DEL
BRAMANTE per curiosare nella mostra curata da Danilo Eccher: ENJOY. Due visioni a confronto.
E subito nel
cortile si apre lo stupore, l'installazione di Michael Lin che ricopre la pavimentazione è un trionfo di gioia, è immensità
appena entrati, è puro colore, non si può non fare a meno di fermarsi, ammirare,
sbalordirsi, ma in una cornice del genere tutto può essere sorprendentemente bello,
quindi calma e avanti.
Stanza dopo
stanza, opera dopo opera, ENJOY affascina, coinvolge, pervade completamente
perché parla un linguaggio che si capisce benissimo, un vocabolario universale,
è quel dire attraverso qualcosa che possiamo capire tutti, è il comunicare
attraverso il gioco. Chiunque può sentirla completamente questa possibilità di divertirsi
con l'assurdo, come con quella follia volteggiante di Mat Collishaw che permette di scorgere, mentre rotea a grande
velocità, tante irrealtà, tante meraviglie nascoste.
ENJOY è una dimensione
parallela dove tutto è possibile, come lo è l'arte stessa, come il sogno, come
il gioco che se ci credi s'avvera, che c'è, ci sarà sempre. L'opera di Tony Oursler è uno spasso di sguardi titanici
che t'osservano, ti sovrastano, ti sconvolgono... ed ecco le stanze di Leandro Erlich, una dentro l'altra, dove
si è ovunque, dove ci si può perdere, ritrovandosi sempre, sembra non avere mai
fine la possibilità di giocare. ENJOY, tante altre sorprese, sino a che arriva
finalmente anche un po' d'ozio, in quell'essenza di pace totale creata da Ernesto Neto mentre con Ryan Gander si lambisce un'altra possibilità:
essere assoluta leggerezza in bilico tra perfezione ed evanescenza. Dunque, in
una delle ultime imprevedibilità che si aprono al gioco si diventa solo allegria
con Martin Creed e i suoi palloncini
rossi, avvolti di sorriso e sul finire, finalmente, si diventa piccoli, appena
visibili, sprofondati nella morbidezza avvolgente di Studio 65.
ENJOY, ve lo dico
chiaramente, non potete perderla, soprattutto voi che ancora sapete volare con
la fantasia.
- Andrea Alessio
Cavarretta -
ENJOY
è una collettiva, un viaggio alla riscoperta di sensazioni ed emozioni che
molto spesso, nell’età adulta e nella frenesia della borghese ed ingessata
società, dimentichiamo che esistono. Questa impostazione di partenza è chiave di
lettura indispensabile per dare il giusto valore alle opere esposte e per
riceverne quel totale senso di divertimento e goliardia che si richiede ad un'esposizione
intitolata appunto: ENJOY.
Ogni opera ha il proprio singolare effetto sullo spettatore rimandando ad intimi ricordi e perdute emozioni grazie alla sapiente sollecitazione dei cinque sensi. Rimanendo nella possibilità di rileggere le opere stesse anche attraverso livelli non propriamente aulici o particolarmente articolati o concettualmente contorti, affiorano quelle semplici deduzioni dell’età del divertimento.
Personalmente
il mio ricettore dello svago è rimasto piacevolmente solleticato dalla stroboscopica
"The Centrifugal Soul" o dalle continue osservazione di "Obscura"
fino ad arrivare al languire del mio stomaco trovandomi davanti a "After
the Gathering".
Nulla da togliere alle altre bellissime opere, forse in alcuni casi alquanto forzate in una mostra come ENJOY. Detto ciò, lo spirito giusto per vivere pienamente questa avventura deve essere necessariamente leggero altrimenti si incorre in un grande cortocircuito di sensazioni.
Nulla da togliere alle altre bellissime opere, forse in alcuni casi alquanto forzate in una mostra come ENJOY. Detto ciò, lo spirito giusto per vivere pienamente questa avventura deve essere necessariamente leggero altrimenti si incorre in un grande cortocircuito di sensazioni.
- Giovanni Palmieri -