Pensieri di voyeurismo
concettuale verso Kyrahm e Julius Kaiser
Impalpabile
incolore
insapore
con quell’odore
che sa di dolore,
un essere dentro
due orecchie due occhi
due nasi
un corpo vago
tenuto nascosto e poi liberato
spogliato di tutto ma non di se stesso
un uomo una donna
senza distanza
un intermedio
;
appena lavato dall’essere certo
senza parole
si muove
il transitorio.
E’ un nascere ancora
un respirare di nuovo
un battere il cuore
un mettere un piede poi l’altro
uno sfiorarsi, un tenue avvicinarsi
senza né forma né età,
in bianca seta imbozzolato
s’è appeso e sospeso
scomparso
riapparso spogliato
mutato il mutare
è ora voltato
e seduto sopra se stesso
è trafitto
dal nero essere certo.
Ed in quel male
che fa meno male dell’essere incerto
s’è appena sopito
e come sperduto
sta in quell’instabile stare in equilibrio.
E poi un risveglio
non sempre voluto
un pianto violento
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