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venerdì 18 novembre 2011

PERCHE' VEGAN


autore: Chiara Parigi (YayaKira)
Vegana_mente
Scienza e Natura 





Sì ma... perché Vegan? Capisco vegetariana, ma vegana mi sembra un po’ estremista!”
Estremista.
Estremista perché non mangio animali né qualunque alimento derivato da loro, non vesto pelle, lana e seta e non compro prodotti che siano stati testati su animali e quando sono costretta a prendere medicinali cerco il farmaco generico.
“Sì, ma perché?”



Perché.
Il “perché” nasce da un semplice social network. Mi è sempre piaciuto navigare nei social network, e avevo creato un profilo su Myspace. 
Navigando una volta mi imbatto in un filmato della P.e.t.a. (People for the Ethical Treatmet of Animals) e ne rimango impressionata.


(Alcune scene potrebbero turbare la sensibilità di soggetti emotivi)  

Quando qualcosa ti colpisce, sia negativamente che positivamente, ti rimane una sete che non si sopisce, ma si alimenta con il tempo. Così, sfogliando pagine su pagine di siti di questi “vegani”, noto che tutti si riferiscono ad un certo “EARTHLINGS” di Shaun Monson, uscito nel 2005. 

Allora mi chiedo: é possibile che un film/documentario possa cambiare la vita di qualcuno? Non accade solo nei film che il protagonista sia partecipe di una rivelazione attraverso lo schermo del suo mac e ne rimanga folgorato, cambiando totalmente il suo modo di vivere? A volte pare che succeda... beh, che dire, a me è successo.

Eraclito diceva: “Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti”.

Il mio status di vegetariana poco informata mi chiedeva di andare oltre, di oltrepassare la mia accomodante condizione di comodità e di aprire gli occhi.
Allora io ho aperto gli occhi.
E negli occhi mi sono rimaste le immagini di crudeltà, paragonabili solo ai film splatter e gore che mai avrei creduto, nemmeno lontanamente, di trovare nella realtà.

Un cane randagio gettato, come se fosse la più insignificante spazzatura, nel compattatore dei rifiuti, vivo. Quello sguardo, senza rabbia e paura, solo tristezza e rassegnazione mentre viene chiuso dentro, non l'ho più dimenticato. Il pianto del maialino nato da poco, perdutosi cadendo dalle gabbie di gestazione nei rifiuti sottostanti. La pazzia degli animali selvatici da pelliccia che nel loro spazio ridotto della gabbia ripetono movimenti ossessivi, e poi lo scuoiamento quando sono ancora vivi e senzienti. I litri di sangue versati nel mattatoio per la produzione della carne.
E potrei continuare ancora, e purtroppo per molto.
La visione mi ha provocato uno shock talmente grande tanto che la notte non ho dormito, e la mattina al lavoro continuavo a vedere quelle immagini colme di sangue, crudeltà e sofferenza.
Per giorni non ho parlato ma poi non ho parlato d'altro.
L'unico pensiero che avevo in mente era: niente può giustificare il fatto di negare la libertà, il benessere e il diritto alla vita di qualunque essere senziente.

Purtroppo questa è soltanto la nuda e cruda realtà che mostra, cominciando dal cibo sino al vestiario, alla ricerca scientifica e all’intrattenimento, la totale dipendenza del mondo umano da quello animale, le leggi che ne giustificano la totale assoggettazione e soprattutto la nostra totale mancanza di rispetto nei confronti degli animali da cui traiamo tutti questi "benefici" e la più completa indifferenza sull'impatto dell'ecosistema.

Tutto ciò che riguarda lo sfruttamento degli animali causa loro sofferenza, ucciderli per il nostro beneficio è un abuso della specie umana su quella animale (e indirettamente su se stessa!)
“La sola appartenenza ad una diversa specie non giustifica eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente” 
http://it.wikipedia.org/wiki/Antispecismo.

Specismo. Alla pari del razzismo e del sessismo.
Per dar voce a chi non può parlare.
(Alcune scene del video presente nel link potrebbero turbare la sensibilità di soggetti emotivi)  


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