autore: Sara Saurini (AttiroKira)
Diciamo la verità il tenero vitellino che ci guarda con
l’occhio languido e supplichevole è tanto carino, ma non somiglia molto alla
bistecca che addentiamo pieni di ingordigia al ristorante e che è almeno,
altrettanto tenera, eppure più o meno si tratta dello stesso essere vivente, anzi nel secondo caso dello stesso essere morto.
Non sono vegetariana, penso di aver raggiunto ormai l’età in
cui la carne sia un alimento superfluo, e in effetti, non è nemmeno uno dei
miei cibi preferiti, ma ho ancora un po’ di remore ad abbandonare la mortazza e
la spigola, quindi per ora continuo a rimanere nel girone dei carnivori, ma
siccome sono circondata da vegetariani e
vegani integralisti, ormai ho le idee abbastanza chiare sull’argomento e
comunque, di solito, tendo a rispettare, le scelte altrui qualunque esse siano.
Sì lo so, lo so, il vegetorompiscatole che ci ricorda che
mangiamo cadaveri che vanno in putrefazione sul fondo nel nostro stomaco
effettivamente è abbastanza urticante, ma insomma ogni buon “Credo” ha la sua
dose di proselitismo… e in Italia, almeno, sopportiamo molto di peggio.
Comunque, quando la settimana scorsa la mia cara amica Martina
mi ha chiamato chiedendomi di spostare
la nostra cena dal messicano al giapponese, perché si sarebbe unita a noi la
cugina vegetariana che era venuta a trovarla dalla magnifica cornice
dell’Università di Siena, ho detto semplicemente “Non c’è problema!!!”.
Ci siamo incontrate davanti al ristorante e da subito ho
capito che la tipa, Maddi, diminutivo di Maddalena, era nata per essere la mia
migliore amica. Ho scrutato la sua borsa di cuoio, avete presente quelle mezze
lune che andavano tanto negli anni settanta e che ora, sono parte integrante
dell’abbigliamento dell’universitaria media alternativa? Ecco, appunto, qualche
anno fa, ne avevo una identica nel mio armadio e avrei giurato che una volta
brucava l’erba nei prati... anche la pseudo kefia multicolor che sfoggiava al
collo, era intarsiata da piccoli triangolini di un malcapitato “scamosciato”
che non è un animale, ma il risultato con il quale si indica la lavorazione
della pelle di un animale, “ma caspita!!”
ho detto a me stessa, “uno può decidere
di essere vegetariano anche solo per ragioni di salute fregandosene degli
animali, perciò potrebbe persino indossare una pelliccia ed essere mediamente
coerente…”.
Comunque, ci siamo accomodate nel locale, abbiamo fatto le
nostre ordinazioni e ovviamente nell’attesa,
ci siamo messe a chiacchierare. Maddi ha
immediatamente colto l’occasione per scusarsi del cambio di programma e io
ignara ho detto solo “ma ci mancherebbe,
mia sorella e diversi miei amici sono vegetariani o vegani, sono abituata ai
mangialattuga”. Non l’avessi mai detto! Ha cominciato a snocciolare tutti i
luoghi comuni sulla difesa degli animali i beagle, il plancton austroungarico,
la foca palustre e non so cos’altro, tutto questo mentre la sua bisteccoborsa
giaceva morta stecchita appesa alla sua sedia, e i triangolini sulla sua
sciarpa mi guardavano con aria afflitta. “Non
hai idea… difficile portare avanti certe scelte in un mondo di persone così
poco attente… animalisti per moda… animaliste perché fa figo… una lotta dura… Striscia parla di Green Hill e
tutti improvvisamente diventano animalisti… e poi a casa convincere mia madre,
non si trova il seitan di qualità… il tofu solo senza condimenti… nei
ristoranti ti guardano male…”
Poi fortunatamente quando già accarezzavo l’idea di
sbatterle la faccia sulla piastra rovente del sushi bar, per dimostrarle quanto
poco me ne fregava della sua difficile vegetovita, sono arrivate le nostre
ordinazioni a salvarla.
Ero basita: sashimi!! Aveva ordinato il sashimi, non ci
volevo credere, dopo tutti quei discorsi stava addentando un sashimi al salmone
come se fosse stato un innocuo pezzetto di tofu e aveva davanti a se una di
quelle barchette che si usano come piatto da portata, sulla quale l’unica
verdura era il wasabi!!
Martina, mi ha guardato con l’aria supplichevole, sapeva che
non l’avrei lasciata passare tanto facilmente, aveva gli occhi da Panda, ma non
sono così tanto animalista da lasciarmi intenerire da un essere umano che
simula un cucciolo: “da quanto tempo ci
conosciamo io e te… è una vita ti ricordi? dove è stato in piazza o a qualche
assemblea di istituto? Dai raccontiamolo a Maddi!”
Ho sorriso “non ci
provare, non mi freghi… ehm, scusa Maddi cosa hai preso? E' sashimi?”
Ha alzato lo sguardo sorridendo con la bocca ancora piena “sì, vuoi assaggiare?! Questa è orata credo…
i sushi sono un po’ piccoli, ma sembrano buoni, anche se hanno messo pure l’anguilla
che non mi piace proprio…”
“No, più che
assaggiare vorrei capire, mi hai fatto una filippica di un’ora sull’essere
vegetariana e stai mangiando il pesce crudo? Forse ti sfugge, ma quell’orata
aveva occhi, bocca e un discreto apparato circolatorio prima di essere ridotta
a fettine sottili sottili, magari sguazzava allegra nel mare, hai presente il
pesciolino Nemo? insomma, se sapevo che il pesce non era un problema magari
potevamo andare al messicano, avremmo potuto chiedere una chimichinga con i
calamari, chissà magari è pure buona” ho detto sfoggiando un sorriso
maligno.
Ha sgranato gli occhi, e ha deglutito abbastanza rumorosamente:
“Beh, il pesce lo mangio, ma è la carne che… cioè non è che sia carne…”
Vi risparmio il resto della conversazione, perché sentire
una “vegetariana” che cerca di sostenere che un’orata ha meno diritti di una
mucca è veramente imbarazzante e non credo che riuscirei a rendere l’idea
dell’esercizio di stupidità cui ho assistito quella sera.
Ognuno di noi ha le sue incoerenze, io personalmente avrei
bisogno di un blog a parte per fare l’elenco delle mie, ma farne una bandiera
mi sembra un po’ da idioti! E poi diciamoci la verità, essere vegetariani fa
veramente molto figo, ma essere vegetariani sul serio è una bella rottura di
scatole, insomma quando ti portano un supplì con il ragù, non puoi mangiare solo il riso
intorno, scartando la carne, quel sugo è
cotto con la carne! E quando il cameriere ti dice “stia tranquilla nella pasta al forno non mettiamo carne, ma solo
prosciutto cotto” gli devi sorridere e chiedere una bella insalata mista e
non domandare un piatto per accantonare il prosciutto cotto avanzato dalla tua
vivisezione della lasagna. Diversamente, chiunque tu sia, smettila di
scimmiottare chi fatica veramente per seguire uno stile di vita in cui crede e
soprattutto non farmi cambiare
ristorante sostenendo che sei
vegetariana, quando al massimo sei imbecille, perché la prossima volta nel mio
piatto potresti esserci tu io non so vegetariana…
Ahahahah! (risata satanica)
Ringrazio per l'immagine http://www.hellocrazy.com