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lunedì 7 gennaio 2013

OLTRE IL MANDOLINO




Comunicare senza parole! Differenze culturali non verbali.

Pur non conoscendo tante lingue straniere e a volte bene nemmeno l’inglese, noi italiani siamo quel popolo che in un modo o nell’altro si fa sempre capire. Infatti, oltre che per la mafia, il mandolino[1], la pizza e gli spaghetti siamo conosciuti in tutto il mondo per la capacità di parlare con le mani e di esprimerci con i gesti. Ma siamo sicuri di essere sempre capiti?
La domanda nasce spontanea. Se solo in Europa esistono differenti lingue, può un linguaggio corporeo essere universale? La maggioranza dei gesti della comunicazione non verbale è comune a tutte le culture, è vero, ma non tutte le culture sono uguali!
Insomma, nella valigia prima di partire alla scoperta di un nuovo Paese o cultura….sarebbe meglio sapere come usare bene le proprie mani prima di comunicare con un greco, americano, inglese o cinese che sia.
Dare l’Ok, cantare Vittoria e alzare il pollice….sono i tre gesti più comuni in tutto il mondo. Scopriamo però che non tutti i popoli lo interpretano allo stesso modo[2].
OK, partiamo da qui!  


In giro per il web si trovano differenti teorie sull’origine di questo gesto, ma in uno dei più importanti dizionari italiani la sigla O.K. deriva da “knock-out”, che nel linguaggio sportivo sta per “eliminare qualcuno” mettere a KO, anche se il significato comune è esattamente il contrario, quindi quando si fa questo gesto per la maggior parte degli occidentali sta a indicare che tutto va bene!
Attenzione però, perché in Francia e in Belgio, l’OK vuol dire zero o niente, per i latino-americani equivale a dare dell’idiota a qualcuno, e addirittura nei Paesi arabi o in Turchia con questo gesto ci si può insultare.
Mentre, in Giappone fare Ok con le mani indica addirittura il denaro, quindi se vi trovate in questo Paese e fate questo gesto a qualcuno potrebbe voler significare che chiedete una mazzetta!
 Ok? Tutto chiaro? 

Se non c’é Vittoria, allora va a quel paese!
Questo gesto fatto con le dita, indice e medio allargati, puó avere due connotazioni opposte. Se il palmo della mano e´ rivolto verso chi ascolta o chi guarda vuol dire Vittoria, infatti le due dita poste in questo modo rappresentano proprio l´iniziale della parola. I Paesi che interpretano questo gesto con questa connotazione sono perlopiù quelli occidentali. Ma in Australia, in Nuova Zelanda e in Gran Bretagna con questo gesto ci si manda a quel paese, solo peró se il palmo in questo caso e´rivolto verso chi compie il gesto, cosí come si vede nella prima immagine


Nella seconda foto a fare il gesto di Vittoria e´proprio colui a cui se ne fa risalire la paternità, ovvero Wiston Churchill, in seguito proprio alla vittoria durante la seconda guerra mondiale.


Autostop….o……?
Infine, puntare il pollice verso l´alto con il braccio ben teso in una strada per noi italiani inequivocabilmente vuol dire di aver bisogno di un passaggio…ma anche qui, se non si conoscono bene i posti che si visitano e le loro culture si può rischiare di passare dalla parte del torto perché si sta insultando qualcuno!
In realtà non dipende solo in quale paese si fa questo gesto, bensí come si fa! In alcuni Paesi influenzati dalla cultura britannica come l´Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Sud Africa e Singapore oltre a significare l´autostop e affermare ok, se fatto con movimenti del dito verso l´alto diventa un vero e proprio insulto. Quindi, mi raccomando quando fate questo gesto siate delicati, please!

Insomma, Paese che vai …gesti che trovi!




[1] (in realtà non ho mai visto tutti questi italiani col mandolino!)
[2]  Allan e Barbara Pease, Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?, Bur Rizzoli, 2008


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FACEBOOK INC. foglio illustrativo, leggere con attenzione
MA TRILUSSA STATISTICAMENTE PARLANDO lo mangiava (almeno) un pollo all’anno?





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