autori: Annalisa Laghi (XyzKira) e Lucia Paolantonio (RadioKira)
blinkARTvisor
arte
“Il disegno è pre-verbale, istantaneo, irriflesso.
L’immediatezza di
pensare per disegni è vitale per me”.
Con queste parole Wililam Kentridge[1] artista sudafricano, (Johannesburg
1955) rivela l’importanza del disegno nella sua ricca e ed eclettica produzione
di opere, e proprio il disegno, mezzo di espressione immediato della pratica
artistica nonché dimostrazione delle possibilità di rappresentazione del mondo,
è la base da cui parte e si struttura la
mostra Vertical Thinking presentata al Maxxi - Museo nazionale
delle arti del XXI secolo - di Roma.
Al centro di questo ‘pensiero
verticale’, legato secondo Kentridge al rullo della pellicola, al suo modo di
accumulare le immagini, vive l’installazione The Refusal of Time[2]
in cui sono presenti tutte le componenti fondamentali della sua poetica: la
musica, la danza e l’animazione. Diversi
media e linguaggi espressivi, propri di una forte radice teatrale si
intrecciano tra loro creando un gioco di ombre cinesi, luci e immagini in
movimento da cui al centro della sala, tra ruote di bicicletta e ingranaggi di
memoria ottocentesca emerge una macchina (di chiara citazione leonardesca) che
sembra quasi respirare. E ancora megafoni
cilindrici, orologi ottocenteschi e altri strumenti, tutti orchestrati da
giganti metronomi proiettati sulle pareti, pronti a scandire il tempo del
visitatore trasportato in una dimensione epica dal sapore fiabesco.
The Refusal of Time è una
riflessione sul concetto di tempo frutto di una lunga indagine, sviluppata
anche con l’apporto dello scienziato Peter
L. Galison, sulle relazioni tra tempo e spazio, le coordinate che l’essere umano tende
a considerare basilari per identificare la propria collocazione nel mondo. Il
tempo che Kentridge ‘rifiuta’ è il tempo convenzionale che l’uomo (il cui
stesso corpo viene visto come un orologio) ha l’illusione di poter misurare,
controllare, circoscrivere e del quale egli stesso diventa poi prigioniero.
E così come la macchina
pneumatica si espande e si contrae quasi a materializzare i ‘movimenti’ del
tempo, il tempo di Kentridge si espande
anche al di là dei confini museali, con Refuse the hour, diventando performance[3].
Danza, lettura, recitazione e canto si fondono in nuovo viaggio che supera i concetti di
progressività e linearità passando
“dalla Grecia classica alla velocità della luce, dal cinema alla fotografia,
dal colonialismo a Einstein”, un viaggio che solo un artista come Kentridge protagonista sul palcoscenico e
indiscusso protagonista della scena artistica contemporanea poteva
condurre.
[1] http://www.tate.org.uk/art/artists/william-kentridge-2680
[2]
L’istallazione è stata presentata per la prima volta al pubblico in occasione della mostra evento di Kassel
“Documenta13” ed è stata ripensata per gli spazi della Galleria 5 del Maxxi.
[3]
Contemporaneamente all’inaugurazione della mostra al Maxxi, il Teatro Argentina
ha ospitato lo spettacolo performance “Refuse of the hour” che ha visto
Kentridge protagonista accanto alla danzatrice -coreografa Dada Masilo e
all’équipe che lo segue da quand, nel
2005, realizzò una rivisitazione del “Flauto magico” di Mozart.
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