Alla fine quello che ci è dato conoscere,
raccontare, rappresentare, non è che
una piccola smagliatura sulla superficie delle cose,
dei paesaggi che abitiamo e viviamo.
(Luigi Ghirri - Niente d’antico sotto il sole, 1988)
Sono immagini vuote, davvero, se non stai attento non
ci vedi proprio niente. Nebbia, orizzonti, strade pronte a zoppicare verso un
lontano infinito e nulla più. Qualche volta, sparute, si affacciano delle cose,
subito pronte a dissolversi rapidamente.
Luigi Ghirri, fotografo italiano tra i più apprezzati
all’estero - leggermente dimenticato in Italia e forse appena riscoperto - di
tutto questo ne ha fatto invece fotografia.
L’idea era quella di non descrivere un mondo attraverso stati di cose, ma di lasciare che questi, attraverso l’obiettivo,
si impregnassero lentamente di esperienza.
Difficile a scriverlo, figuriamoci a metterci su una
poetica fotografica.
A
voler vederci chiaro, tutto potrebbe essere facilmente riconducibile al
concetto di soglia. In Ghirri le
immagini sembrano già finite, concluse, i paesaggi aperti oltre la miope
prontezza dello sguardo. Ma in queste stesse immagini, se vogliamo così
pittoriche e forse anche apparentemente facili, c’è sempre una frattura spesso
rappresentata da una soglia, appoggiata lì per ricordarci la complessità del
reale. La frattura tra noi e l’infinito. La piccola smagliatura sulla
superficie delle cose, come amava chiamarla lui.
A questo servono la nebbia, le giostre dei bambini, le case nella pianura padana, le porte, gli accidentali oggetti che popolano come giocattoli rotti le sue fotografie. Sono soglie. Ricordandoci da dove veniamo, servono a riportarci a casa. L’infinito è là, poco oltre, a portata di mano, ma è altro da noi. Irraggiungibile.
Si potrebbe pensare a delle fotografie tristi.
Tutt’altro. Quelle foto abitano tra il pensiero e l’azione, come una musica.
Finisce allora che ne vuoi sempre più, perché ne hai capito lo sforzo,
afferrato la tensione.
E allora ti ritrovi lì a sfogliare fotografie, come un
bambino gioca con il profilo delle nuvole.
“LuigiGhirri. Pensare per immagini. Icone, paesaggi, architetture” in mostra al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma dal 24 aprile al 27
ottobre 2013.
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