Recensione dello
spettacolo teatrale NON PER VANTARMI MA AVEVO CAPITO TUTTO regia di Daria Veronese
scritto da Massimo Miriani
e Daria Veronese, interpretato da Massimo Miriani
Ventitré Ottobre
Duemilatredici, Teatro Millelire – Roma
Un corpo immobile steso a terra
avvolto da un colore cupo, colpi di luce su di lui, il rumore di percosse,
vocii, quindi un’anima, il suo riaversi, il suo vagare, l’arrivo in un altrove,
così ha inizio l’articolata narrazione di un’ identità complessa, in un immaginario soffio vitale dopo una
violenta morte.
Massimo Miriani, in NON PER VANTARMI MA AVEVO CAPITO TUTTO, racconta Pier Paolo Pasolini, un’ora di
monologo, in cui risiede l’ardito tentativo di ridurre in rappresentazione il
vissuto di un intellettuale dal pensiero articolato. Una descrizione non
uniforme attraversata da continue altre narrazioni, interpretazioni di vari personaggi,
tanto che sembra quasi di perdersi tra tutti quei riferimenti, tutti quegli
accadimenti, quelle sfaccettature.
La sceneggiatura è molto densa ed articolata, intrisa di poesia e di crudezza, c’è tanto male ma c’è
anche tanto bene, spesso si vira di colpo, si torna indietro, si percorre la
storia di un popolo, di un uomo, la storia dei luoghi materiali, esistenziali,
infantili, familiari.
Sin dall’inizio, sorprendono i colori, un simbolico rosso e stupiscono le
proiezioni, rappresentazioni di un’esistenza in continuo movimento, un divenire
dentro al quale traspare un ulteriore piano di narrazione più profondo,
un andare ancora più dentro ad un essere non solo personaggio ma interprete del
presente, vate del futuro, intento a confrontarsi, ed a scontrarsi con gli
altri, con i colleghi, in relazione con sé stesso ed il suo essere anche figlio
in continuo rapporto con la madre.
Non si cerca di capire, quanto piuttosto di tracciare un profilo e si
lambisce sempre un esistere, difficile da
ricondurre a vicenda, tanto che appena afferrata un’interpretazione, essa
sfugge di nuovo in tutt’altra direzione sconosciuta e ancora più intima.
Interessanti le intuizioni registiche di Daria Veronese, coautrice del
testo insieme all’interprete, tante idee tutte dirette a tracciare altrettanti
percorsi sotterranei, invisibili. In una scenografia scarna, composta da pochi
elementi, si evidenziano posizioni riflettute per ulteriori collegamenti, linee emblematiche, rappresentazioni di
varie identità che con l’avanzare della pièce s’infittiscono, si sovrappongono,
sino a sottolineare le moltissime nature di Pasolini: politica, artistica,
amicale, amorosa, sessuale presenti in
tutte le loro molteplici forme dalle più violente a quelle più delicate.
Fa da cornice molta musica, varie canzoni, in alternanze e sovrapposizioni di
parole e silenzi, diverse ulteriori figurazioni della personalità
dell’intellettuale poliedrico.
In questo continuo rapportarsi con un’identità complessa, lo spettacolo,
denso di una grande sensibilità recitativa, narrativa ed interpretativa,
termina con lo sguardo del pubblico rivolto alla forte visione di un uomo
emblematico.
NON
PER VANTARMI MA AVEVO CAPITO TUTTO
Scritto da Massimo
Miriani e Daria Veronese
Regia di Daria
Veronese
Interprete
Massimo Miriani
Disegno luci,
musiche e video Massimo Sugoni
NON PER VANTARMI MA AVEVO CAPITO TUTTO è in scena al teatro MILLELIRE di
Roma sino al 27 Ottobre 2013
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