E se il mondo per un momento si piegasse alla delicata frammentarietà di
un click cosa ne verrebbe fuori? Probabilmente, qualcosa di simile ad una
fotografia di Rodney Smith.
Immagini surreali, lontane da un
tempo ed uno spazio prestabilito, giocano con l’osservatore fino a condurlo
verso il lato più indefinibile delle cose, di noi stessi, della nostra realtà.
Guardandole bene queste foto, si capisce
subito che rappresentano una sfida.
Forse la più grande,
riconducibile tout court all’atto stesso di fotografare:
prendere la realtà e farla
diventare altro da sé, qualcosa di molto vicino
ad un sogno. Farlo con la fotografia, rispetto ad altre
arti più o meno convenzionali, vuol dire alzare irrimediabilmente l’asticella del
possibile fallimento, dato che - come tutti sappiamo - la fotografia si ciba
essenzialmente di realtà.
E la sfida è giocata da Rodney
Smith con il minimo indispensabile. Una macchina fotografica, una pellicola in
bianco e nero ed una grande manciata di fantasia. Tutte le immagini sono costruite in
modo semplice, senza attrezzature o sistemi di luce particolari, prediligendo la luce
naturale ed impreziosite soltanto dall’essenzialità di un bianco e nero senza tempo,
lontano anni luce dal folgorante colore della contemporaneità.
Con questi pochi strumenti a
disposizione le fotografie di Rodney Smith diventano mondi, slegati dalle costrizioni
del qui e dell’ora, aprendosi
ad inaspettati scenari ingaggiati a mostrare la
straordinaria evanescenza e l’impossibile ripetibilità del sogno. Dove inquadrature
costruite secondo prospettive classiche e geometrie rigorosamente studiate, sono in
grado di regalare all’osservatore la semplice
ingenuità di
un attimo di follia, al di fuori di ogni controllo.
Una sublime eleganza estetica e
la consapevolezza sapiente di un artigiano dell’immagine fanno poi il resto,
racchiudendo ogni fotografia in una sola stampa disponibile al mondo, come
esclusivi scrigni dai quali è possibile avvicinarsi per udire frammenti di un sogno
altrui.
Le sue fotografie, spesso
popolate di riferimenti surrealisti, mettono in scena un mondo di attori sospesi, ognuno
impegnato nell’ardua ricerca di una propria individualità, incastonati in
ambienti onirici ed assurdi in grado spesso di tradire tangibili riferimenti alla realtà
odierna. Dove le azioni sembrano essere ripetute in eterno poiché finalmente svelate
nel loro intimo agire, e dove il tempo sembra abbia finalmente trovato il modo
di sfilarsi lo stretto abito dell'ineluttabilità.
Ed è qui che il sogno,
consumandosi, lascia spazio alle domande che la fotografia
si pone: e se fossimo noi, quei
personaggi, fuori dalle pose della vita quotidiana?
Attori in fuga da un presente
cristallizzato che non ci appartiene.
Risorse
http://www.rodneysmith.com (sito ufficiale del fotografo)
http://www.youtube.com/watch?v=oc3PdnHeA7c (video dedicato al fotografo)
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