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giovedì 26 giugno 2014

ORE 18 IN PUNTO, la favola bella sulla vita




Quando ho visto per la prima volta “Ore 18 in punto” ho pensato a una poesia su pellicola. Una favola bella sulla vita, ma non di quelle patinate, irrealizzabili, che farciscono la testa di false aspettative, di sogni romantici, di castelli in aria.
No... il film di Giuseppe Gigliorosso è una metafora sulla forza dell’amore per la vita e su quanto il caso, unito alla nostra volontà di vedere cosa potrebbe accadere domani, possa rappresentare la spinta a rompere le gabbie grigie della depressione, del fallimento, della disperazione.

Paride, la nostra guida, è una specie di impiegato dell’Aldilà: il suo triste ruolo è quello di accogliere i suicidi subito dopo il trapasso facendosi trovare all’ora e nel luogo previsto, per accompagnarli poi alle soglie dell’altro mondo. Arriva il giorno in cui qualcosa va storto: alle 18.00 in punto (l’ora prevista per il suicidio), il barbone Nicola viene distolto dall’intento di farla finita grazie allo squillo di un cellulare smarrito; si accende così una luce di speranza nel suo cuore, allaccerà una relazione, prima solo telefonica e poi più concreta con Stella, la proprietaria del telefonino.

Intorno a Nicola gravitano una serie di personaggi dipinti con grande delicatezza dal regista: tra questi c’è Duchessa, anche lei senzatetto, che lo protegge e che lo aiuterà a riprendere la promettente carriera pianistica, abbandonata anni prima. La relazione tra Nicola e Stella, nasce dalla curiosità dell’ignoto e si nutre sull’enigma dei rispettivi passati, ma col passare del tempo saranno proprio le verità nascoste a mettere a rischio il sentimento tra di loro. Paride nel frattempo è alle prese con quel suicidio incompiuto che potrebbe causare un blackout nella gestione amministrativa del mondo oltre la morte: la regola sarebbe di far sì che Nicola alla fine realizzi i suoi propositi autodistruttivi, ma per la prima volta in migliaia di anni, il nostro Virgilio dal cappello rosso dubita che il suo lavoro abbia davvero valore.

La vicenda di Nicola e Stella, di cui Paride è rispettoso spettatore, si trasforma in quella fiaba moderna su come gli uomini possano riprendere in mano il proprio destino, affrontando ogni idea di predestinazione, e magari anche la fortuna ci mette lo zampino. Un racconto godibile, ironico, in qualche tratto banale, ma un’opera deliziosamente malinconica che invita a riflettere sulle conseguenze delle verità taciute e sulla potenza della voglia di andare oltre.

Molto bravo Salvo Piparo – il barbone, attore molto noto nella scena teatrale palermitana. Spicca l’interpretazione di Paride Benassai, che vanta svariate partecipazioni al cinema e in televisione. Ad arricchire il cast Roberta Murgia nel ruolo di Stella e Valentina Gebbia nel ruolo di Duchessa.

Primo lungometraggio diretto dal palermitano Giuseppe Gigliorosso, “Ore 18 in punto”, è stato accolto con un discreto successo nello scorso “Taormina Film Fest”, è rappresenta un bell’esempio esempio di autoproduzione completamente indipendente, finanziato direttamente dalle maestranze a da un migliaio di sostenitori, ognuno dei quali ha contribuito alla causa con 7 euro, il prezzo medio di un biglietto del cinema.

 - Marcella Sullo - 


ORE DICIOTTO IN PUNTO
Durata: 97 min. - Nazione: Italia
Produzione: The Coproducers – Produttore esecutivo: Eikona Film  - Distribuzione: Mariposa cinematografica
Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe Gigliorosso -  Regia: Giuseppe Gigliorosso -  Collaborazione alla sceneggiatura: Valentina Gebbia   Interpreti: Paride Benassai  - Salvo Piparo  - Roberta Murgia - Valentina Gebbia   
Fotografia:  Rosario Neri, Gabriele De Palo   
Montaggio: Giuseppe Gigliorosso 
Musica:  Francesco Di Fiore – Costumi: Silvio Alaimo     

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