Recensione
critica dello spettacolo teatrale SONO NATO PER VOLARE di Giuseppe Arnone
regia di Giuseppe
Arnone
Replica
del ventidue Giugno duemilaquattordici, Teatro Kopó - Roma
Di sera, s’illumina di gradissimo talento il palcoscenico del teatro Kopó.
Non è solo poesia, non è solo racconto, non è solo storia, né solo cabaret,
SONO NATO PER VOLARE di Giuseppe Arnone
è un raffinato percorso interiore, un morbido fluttuante viaggio reale ed
irreale, esistenziale, metaforico tra sentimenti e stili, tra immagini e
sensazioni, nel tentativo riuscito di catalizzare con raffinatezza tutti i
sensi del pubblico verso una vicenda importante.
Così l’avvenimento particolare del bambino Vincenzo Diodato, scomparso
prematuro tra le 81 anime volate via durante il
disastro di Ustica divine pretesto per affrontare, attraverso una prospettiva intima,
uno dei percorsi di vita interrotti.
Si riflette, s’immagina si partecipa mentre una drammaturgia attenta e
scrupolosa, corredata anche da semplici ma efficaci giochi di parole, si snoda
delicata, invisibile, intangibile tra continui cambi di registro, di ritmo, a
mio avviso forse leggermente mitigabili. Si dipanano una serie di figurazioni che
diventano vere e proprie narrazioni, mentre simpatici siparietti coinvolgenti, usciti
da una magica valigia che contiene anche sogni, si trasformano in attese, mentre
sempre subito dopo, con mite stupore, c’è un altro momento inaspettato.
Giuseppe Arnone eccellente autore, regista ed attore nella sua
interpretazione, strappa una lacrima, poi chiede un sorriso, poi traccia il
percorso per arrivare anche ad una risata, aprendosi varchi continui attraverso
una quarta parete che gestisce bene tanto da farla scomparire definitivamente
nella sua fresca e brillante capacità recitativa.
Gli esami, un bacio, un regalo, s’emoziona anche lui, tra continue esposizioni
ben mimate anche di lievi favole dai contenuti corposi, si lascia coinvolgere tra
i paragrafi della sua pièce mentre appassiona gli spettatori, sino a perdersi
in piccole lievi imperfezioni, piacevoli sfumature così belle da ascoltare.
Ancora una volta, come in IL CORAGGIO FA ... 90! è presente la lingua
siciliana con detti e filastrocche che si alternano all’Italiano sino a
diventarne parte stessa, forse a dimostrare che la parola, quando è ben detta, è
sempre comprensibile, perché il simile substrato rende gli idiomi, tutti
parenti, nel senso, nel motivo, nel nesso.
Ancora una volta sono presenti i grandi temi, tra cui la famiglia, la
patria, ancora una volta si evocano belle immagini d’interni movimentati da
semplici ma emblematiche situazioni casalinghe, i sapori, gli odori, i colori, ancora
una volta un passaggio veloce lungo lo stivale, qui da Bologna alla Sicilia, quasi
a specificare l’unità della nostra nazione e di nuovo il rimando ad un alter
ego efficace che segna forte tutto il percorso: la madre.
Le ben elaborate luci di Paolo
Filipponi partecipano a sottolineare
in modo adeguato ogni situazione dello spettacolo convergendo potenti in tante
dominanti corpose, ed in quel rosso evocante che padroneggia sull’intero tessuto
visivo.
E mentre così le belle pagine scivolano lungo il percorso emotivo di una
breve esistenza segnata da esperienze, sogni ed aspettative, si conclude, tra i
fortissimi applausi, un altro successo di Giuseppe
Arnone.
- Andrea Alessio Cavarretta -
SONO NATO PER VOLARE
Teatro KOPÓ
Autore, interprete, regista: Giuseppe Arnone
Disegno e tecnico luci:
Paolo Filipponi
Fonico: Eugenia Cortese
TEATRO KOPÓ
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