autore: Marcella Sullo (CandidKira)
Palcoscenico
Lei ha iniziato con
Vittorio Gassman ...
Sì, ho studiato con lui, rimasi colpita dalla sua grandezza
umana. Mi ha insegnato che l’arte è l’unica prova dell’esistenza di Dio.
Ha lavorato anche con
Albertazzi ...
Sì, vero. E mentre Gassman era riservato ed elegante, molto
timido; Albertazzi invece estremamente estroverso, amava avere una corte
intorno.
Nasce come ballerina…
Sì, ho sempre amato la danza, anche se poi ho capito che non
era adatta a me. Mancava qualcosa in quella forma d’arte, quel qualcosa poi me
l’ha dato il teatro.
Le sceneggiature sono scritte male, banali, casuali. In
Italia abbiamo poco questa tradizione. Non sono molte quelle che mi hanno
colpita; che so, ad esempio Perlasca o la storia di Olivetti.
Oppure mi sono piaciute le serie ispirate dai film come
Gomorra o Romanzo Criminale.
Cosa le piace al
cinema?
L’horror, mi piace molto. Da attrice lo consiglio, aiuta a
esorcizzare le paure.
Come cambia il ruolo
dell’attore dallo schermo cinematografico al palcoscenico teatrale?
Al cinema ti concentri a breve termine, a teatro vivi la
storia dall’inizio alla fine e ogni sera è un’emozione diversa. L’emozione è
diversa anche perché il pubblico cambia ogni sera.
C’è lo stesso modo di interpretare ma cambia la
concentrazione.
Se non avesse
recitato?
Mi sarebbe piaciuto scrivere.
Consiglia questo
mestiere?
Sì, il teatro è catartico.
Quali sono i valori
della sua vita?
Al primo posto mia madre e poi l’amore.
Come si definirebbe?
Dove le piacerebbe
vivere?
Mi piacerebbe New York, è la mia città. Sono arrivata lì
stando male e mi sono sentita subito meglio. Ti sembra di vivere in un film,
sembra una grande location. Ma la caratteristica più bella della Grande Mela è
che non ti senti mai un turista, appena metti piede in città ti percepisci
newyorkese.
Chiudiamo la nostra
conversazione con il suo prossimo impegno..
Sì, sarà a ottobre. "Couples" - Ashes to
Ashes di Pinter e The Date di Giuseppe Oppedisano. Si
tratta di due atti unici che ci portano
a riflettere sulla vita e la morte; luci e ombre che si lasciano intravedere,
ma che non si svelano mai. Il dubbio, l’enigma è d’obbligo.
Sono comunque due coppie. “Couples-Killers”; chi resta e chi va.
Siamo noi che scegliamo liberamente nella vita, o abbiamo sempre
delegato ad “altri” o al “caso” le scelte?
Non ci resta che
vederci a teatro in autunno allora?
Vi aspetto.
- Marcella Sullo -
Le immagini a corredo sono state gentilmente concesse da Maurizia Grossi
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