autore: Marcella Sullo (CandidKira)
Si è conclusa sabato sera con la vittoria “a due” di Alba Rohrwacher e Adam Driver
la 71esima Mostra del cinema di
Venezia. L'attrice
italiana e la star americana di ‘Girls’, protagonisti del film di Saverio Costanzo Hungry Hearts (in cui interpretano una coppia di genitori vegani)
si aggiudicano infatti la Coppa Volpi per le migliori interpretazioni, maschile
e femminile.
Il Leone d'oro 2014 va invece alla pellicola deliziosamente folle del
piccione riflessivo A Pigeon Sat On A
Branch Reflecting On Existence dello svedese Roy Andersson.
Il premio Opera Prima - Luigi De Laurentis, va a Court di Chaitanya Tamhane
(Orizzonti). Sempre nella categoria Orizzonti, con Belluscone - Una storia siciliana l'italiano Franco Maresco si è aggiudicato il premio speciale della giuria,
mentre la miglior regia è andata a Theeb
e Courtha che vince anche il titolo di miglior film.
Il premio speciale della giuria è andato a Sivas del turco Kaan Müjdeci.
Con Gheessea (Tales), la
"signora del cinema iraniano" Rakhshan
Bani-Etemad si è aggiudicata invece il titolo per la miglior sceneggiatura.
Il Gran Premio della Giuria va al secondo racconto del genocidio
indonesiano The look of silence di Joshua Oppenheimer.
A lui, l'attore e giurato Tim Roth
ha dedicato parole molto sentite: “Questo film è un capolavoro, vederlo è stato
come vedere i propri figli che nascono, è un gran lavoro di dignità e una
grande operazione, mi ha davvero commosso”.
Tra i vincitori... nessuna delle pellicole viste da me tra il 29 agosto e
il 1 settembre. Una tre giorni di Venezia vissuti con uno spirito diverso
rispetto alle mie precedenti trasferte nella Serenissima. Io, neofita alla
Mostra del cinema, mi sono aggirata tra biglietteria, red carpet, bar e
ristoranti, hall dell’Excelsior . Il Lido è una Venezia differente. Non vi
tedierò con un diario personale anche perché non ho molti termini di paragone
essendo la mia prima Mostra del cinema. Vi dirò giusto qualcosa delle pellicole
che ho visto, a mio avviso, per diversi motivi, tutte degne di visione.
Prima tra tutte: The Humbling
con un magistrale Al Pacino. La sua è una performance meravigliosa, Pacino
è l’unico a Hollywood capace di rinnovarsi ogni volta. Interpreta Simon Axler,
uno dei più grandi attori teatrali della sua generazione ma che oggi ha perso
magia, talento e sicurezza. Quando sale sul palcoscenico si sente un folle. La
sua fiducia nelle proprie capacità è evaporata; crede che la gente rida di lui;
non riesce più a immergersi in un personaggio. Axler è uno degli ultimi grandi
caratteri usciti dalla penna di Philip Roth che Al Pacino ha voluto
personalmente trasferire sullo schermo.
Pelle d’oca e brividi lungo la schiena con Ich seh Ich seh (Goodnight
Mommy), piena atmosfera da cinema
austriaco. Estenuante sequenza di torture fisiche e psicologiche, shock visivi
ed emotivi, tensione fino all’ultima scena. Diretto da Veronika Franz (moglie del regista Ulrich Seidl, anche produttore)
e Severin Fiala. Lukas ed Elias sono
due gemelli, trasferitisi nella campagna austriaca, per superare la
convalescenza della mamma, reduce da un doloroso incidente. Subito dopo il
ritorno a casa della madre, la tensione tra i bambini e il genitore diventa
insostenibile, condizionando soprattutto la vita di Elias, il più sensibile dei
fratelli, ferito dall’ostentazione con cui la madre decide di ignorare il suo
fratellino. Buona pellicola pronta ad esplodere nel colpo di scena finale,
purtroppo un po’ prevedibile.
Il groppo alla gola si è sciolto grazie a una divertente commedia: She’s funny that way.
La storia del film è quella di Izzy, giovane “call girl” (escort) che sogna di diventare attrice di Broadway.
Quando incontra il regista Arnold Albertson (Owen Wilson) che ha la mania di "salvare" giovani
ragazze squillo consegnandole 30.000
dollari per realizzare i propri sogni, la sua vita sembra avere una svolta.
La strada di Izzy si intreccia con quella di tanti altri personaggi: un
detective privato ingaggiato da un giudice in cura da un'analista (Jennifer Aniston) che è fidanzata con
uno sceneggiatore (Will Forte) che ha
scritto uno spettacolo che andrà presto in scena per la regia di Albertson con
due attori protagonisti (l'uomo è Rhys Ifans la donna è Kathryn Hahn) in cui il
ruolo femminile è interpretato dalla moglie del regista. Izzy arriva per un
provino proprio nella parte di una ragazza squillo e scopre che il regista è
proprio il suo generosissimo cliente, da lì situazioni esilaranti, equivoci,
fraintendimenti fino al momento liberatorio finale. Il tutto condito da quel
sarcasmo giudaico newyorkese tipico del migliore Woody Allen.
Last but not least il nostro Senza
nessuna pietà del giovane regista Michele
Alhaique. Una sorta di dramma shakespeariano rivisitato alla ‘Romanzo
criminale’, è la storia di Mimmo, robusto muratore che di notte spezza le ossa
a chi non salda i debiti accumulati con suo zio, il boss Santilli (Ninetto Davoli), ma che per amore di
quell’unica donna che lo ha trattato con gentilezza, non esita a schierarsi
contro l’intero clan familiare pur di salvarle la vita.
Spero di avervi dato qualche dritta, per chi volesse farsi un’opinione
personale: dal 10 al 18 settembre ricco
cartellone con un’importante selezione di titoli (oltre 40) in versione
originale con sottotitoli in italiano, provenienti dalla 71a Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e da l67° Festival del film
Locarno.
Buona visione!
- Marcella Sullo -
www.agisanec.lazio.it
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