Recensione
critica dello spettacolo teatrale EDER SPERANZA di Teresa del Vecchio
regia Giorgio Carosi
Prima
replica del ventitre Settembre duemilaquattordici, Teatro Millelire– Roma
Al teatro Millelire di Roma fortissimi applausi per le tante e forti emozioni
suscitate dalla raffinata ed elegante interpretazione di Teresa del Vecchio in EDER SPERANZA.
Un sapiente, delicato, scorrevole racconto di vita, la storia di uno
spirito genuino che con tratti ora veloci, ora più lenti, tra tenui sorrisi e
grandi risate, piccoli sospiri, tante voci immerse in belle dimensioni umane ed immagini
profonde, intervallate da potenti attese riflessive, trasporta per più di
un’ora l’assorto pubblico sino a lasciarlo, al colmo delle sensazioni, quasi
incredulo.
Una fanciulla cresce e diventa donna, a tu per tu con gli spettatori vive semplici
frammenti emblematici della sua vita, prima in paese poi a Roma, i luoghi
dell’infanzia, poi quelli dell’adolescenza e quindi quelli della maturità. Il
lavoro, la casa, tante identità in singoli fugaci attimi, piccoli passaggi nel
suo minuto immenso mondo fatto di aspettative, dolci ed amare delusioni che si
palesano attraverso continue botta e risposta pronte a scivolare una dopo l’altra.
L’illusione, l’attesa di un amore, la mancata attitudine a gestire il dolore,
l’incapacità di dare un valore a tutto ciò che sia materiale ed ancor più ancora
più al denaro, Eder, crescendo, divenuta cameriera accorta verso il cliente,
sogna un suo ristorante e soprattutto un grande amore mentre continua a cercare
affetto, tenerezza, attenzione.
Teresa del Vecchio stupisce sia per la capacità di drammaturga sia
per quella di attrice, conduce la platea in un viaggio esistenziale,
filigranato da momenti poetici, rimandi letterari e substrati cinematografici, palesi
e nascosti, arricchiti da interessanti piccoli giochi linguistici, densi a tal
punto da far divenire l’intera pièce quasi un'unica citazione della vita
stessa.
Sempre in punta di battuta tra una risata e l’altra, fa vivere potenti
sensazioni che colmano l’anima e poi in un attimo la svuotano. Finestre si
aprono e si chiudono nel viale della vita che la protagonista attraversa, ora è
lei, e poi in un attimo è sua madre, poi una donna, un’altra, poi dialoga con
l’insegnante con i suoi compagni, e con i suoi uomini, il padre, il consigliere,
l’amante, il pretendente, il palco è pieno, quei personaggi si possono vedere
tutti, individuare nel loro carattere addirittura nella loro fisionomia, si
possono vivere uno ad uno nel loro entrare ed uscire.
La regia di Giorgio Carosi è scorrevole,
molto precisa, disegna bene i movimenti e sottolinea tutti i passaggi tanto che
riesce a valorizzare pienamente non solo il racconto, ma plasma il suo continuo
divenire, partecipa con il testo a costruire l’identità altamente simbolica del
personaggio, facendone emergere sia
l’ironia, che la passionalità e la drammaticità, ed elevandolo ad incarnazione critica
nella società massmediatica attuale.
Il tema musicale di Piero Di Blasio
è poetico, delicato e raffinato.
La scenografia nella sua essenzialità, è chiara, e dice con semplicità il
tutto intorno alla protagonista.
Il disegno luci, forse leggermente troppo articolato, è in grado di
evidenziare ogni divenire della storia.
Ad uno spettacolo così ben congegnato
dove la protagonista va incontro al suo pubblico diventando quasi reale tanto
che si desidera starle ancora accanto, non si può che applaudire fortissimo.
EDER SPERANZA
Millelire
Autrice: Teresa del Vecchio
Regia: Giorgio Carosi
Interprete: Teresa del Vecchio
Musiche: Piero Di Blasio
Scenotecnica:Raffaele Costigliola
Ufficio Stampa: Rocchina
Ceglia
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