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mercoledì 8 aprile 2015

TEATRO DELLE ESPOSIZIONI #6, Accademia di Francia a Roma: Prendere tempo

autore: Annalisa Laghi (XyzKira) 
blinkARTvisor 






Se ne non l'avete ancora fatto, prendetevi il tempo, come invita a fare il titolo stesso della mostra, per una visita a Villa Medici - Accademia di Francia a Roma(1), per la sesta edizione del Teatro delle Esposizioni #6 che si svolgerà fino al 12 aprile.

Appuntamento ormai consolidato del panorama culturale della capitale, il Teatro delle esposizioni è, senza dubbio, l'occasione per far conoscere al pubblico romano (e non solo), la varietà e la ricchezza dei progetti degli artisti e dei ricercatori, di differenti nazionalità, che  ogni anno, nella splendida cornice di Villa Medici, hanno la possibilità di perfezionarsi nelle loro discipline. Scrittori, cineasti, architetti, compositori, restauratori, storici dell'arte, pittori, scultori, fotografi, designers,  è lungo - e sempre in continuo aggiornamento - l'elenco delle professionalità che rende l'Accademia un laboratorio culturale all'avanguardia.


Compito non facile, dunque, quello del curatore della mostra, Claudio Libero Pisano, nell'individuare un tema di riflessione comune, un coerente fil rouge, che permettesse di seguire un viaggio alla scoperta di lavori tanto distanti tra loro per le specificità di materie così diverse: il concetto di tempo. Lo spunto non è casuale e si rifà, innanzitutto, alla nozione di tempo proposta ai 18 artisti residenti dal filosofo Giorgio Agambem che, quest'anno in veste di Nouveau Prix de Rome (2), li accompagna nel loro percorso creativo con seminari e conferenze. Non solo. "Prendere tempo" significa per il curatore "restituire responsabilità e valore alle cose", poter cogliere profondamente quello che spesso si dimentica di fronte ad "un'opera finita", ovvero che "non è solo quello che si vede, ma il risultato di un percorso complesso, di allontanamenti e ricomposizioni. Un’opera è il tempo necessario al suo realizzarsi." Si tratta, quindi, di soffermarsi sul momento unico, proprio del processo creativo, in cui il bagaglio di esperienze diventa "possibilità di produrre pensiero che guarda all'arte senza l'ansia di fornire prodotti"; aspetto che, poi, rappresenta una delle più grandi opportunità offerte dal soggiorno romano agli artisti dell'Accademia.

Il visitatore può, dunque, immergersi in questo percorso nella creatività, spesso frutto della collaborazione tra diversi artisti, trasportato di opera in opera in diversi scenari: dall'invenzione di un nuovo e moderno strumento polivalente "in progress" del compositore Ondrej Adámek, alla singolare e affascinante proiezione dalla restauratrice Eleonora Gioventù all'interno della cisterna romana. Dai volti dei borsisti "presenti e passati" che appaiono e svaniscono negli schermi installati dallo scenografo Pierre Nouvel, alla traduzione visiva di un processo creativo letterario basato sui movimenti di alcuni borsisti in villa dello scrittore Philippe Vasset. Dal video della plasticienne  Su- Mei Tse in cui i giardini dell'Accademia e l'azione della stessa dell'artista si fanno metafora del momento di riordino che precede la fase creativa, al taglio sulla parete, di  'fontaniana memoria', che allude all'oltre degli architetti Stephanie Fabre e Éric Gillet. E ancora la "casa parlante" (nata dalla collaborazione con i due architetti) che racconta la 'sua storia' attraverso le parole della scrittrice Gäelle Obiégly, a cui segue il grande dipinto della cineasta Mitra Faharani che gioca con ironia sul rapporto finzione-realtà 'chiamando in causa'  anche l'artista che espone accanto a lei, il plasticien Hassan Smati, a sua volta impegnato ad esplorare i diversi linguaggi della scultura, della pittura e del disegno. Altrettanto singolari sono le collaborazioni nate dall'incontro tra il compositore Raffaele Grimaldi e il fotografo Raphäel Dallaporta  che in un mix di immagini e musica raccontano e documentano la ricerca sull'ecclettico Athanasius Kircher (1601-1680) e quella tra la pittrice Josephine Halvorson e i designer Charles Mazé e Coline Sunier, per cui tra i diversi dipinti delle porte degli interni di Villa Medici, che lasciano intuire la ricchezza e l'importanza della storia presente e passata di questi luoghi, spicca un dipinto che fa da contraltare visivo al tentativo dei designer di creare una sorta di catalogo dei graffiti presenti in alcune pareti di Palazzi nel centro storico della città (3). A questo ultimo progetto potrebbe idealmente legarsi il lavoro della storica dell'arte Francesca Alberti che, attraverso una selezione di immagini proiettata su una parete, coinvolge direttamente il visitatore nella sua ricerca dedicata alle origini del gribouillage, lo 'scarabocchiare moderno' come espressione artistica. Con l'installazione del compositore Sebastian Rivas si viene, invece, proiettati all'interno di un appartamento ricostruito in perfetto stile anni 70' in cui il tempo è scandito dalla diffusione, in contemporanea, di diversi discorsi di leader politici conservatori che finiscono col fondersi in un'unica voce, così come, il cineasta Hu Wei, si diventa 'complici silenziosi' del progetto del giovane fotografo ambulante protagonista del suo cortometraggio, LA LAMPE AU BEURRE DE YAK.

È ora, come dicevo, non  resta che "prendere tempo"...

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(1) Per una storia di Villa Medici e del l'istituzione Accademia di Francia vedi www.villamedici.it
(2) Con Nouveau Prix de Rome si intende la nuova figura, ovvero una personalità di fama  internazionale, proposta dal ministro della Cultura e Comunicazione per accompagnare con il suo  contributo i borsisti durante il corso del loro soggiorno in Accademia.

(3) Nella mostra è presente un altro progetto frutto della collaborazione tra la scrittrice Obiégly, lo scenografo Nouvel e il compositore Raffaele Grimaldi.

- Annalisa Laghi - 



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