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Se ne non l'avete ancora fatto,
prendetevi il tempo, come invita a fare il titolo stesso della mostra, per una
visita a Villa Medici - Accademia di Francia a Roma(1), per la sesta edizione
del Teatro delle Esposizioni #6 che si
svolgerà fino al 12 aprile.
Appuntamento ormai consolidato
del panorama culturale della capitale, il Teatro delle esposizioni è, senza
dubbio, l'occasione per far conoscere al pubblico romano (e non solo), la varietà
e la ricchezza dei progetti degli artisti e dei ricercatori, di differenti
nazionalità, che ogni anno, nella
splendida cornice di Villa Medici,
hanno la possibilità di perfezionarsi nelle loro discipline. Scrittori,
cineasti, architetti, compositori, restauratori, storici dell'arte, pittori,
scultori, fotografi, designers, è lungo
- e sempre in continuo aggiornamento - l'elenco delle professionalità che rende
l'Accademia un laboratorio culturale all'avanguardia.
Compito non facile, dunque,
quello del curatore della mostra, Claudio Libero Pisano,
nell'individuare un tema di riflessione comune, un coerente fil rouge, che
permettesse di seguire un viaggio alla scoperta di lavori tanto distanti tra
loro per le specificità di materie così diverse: il concetto di tempo. Lo
spunto non è casuale e si rifà, innanzitutto, alla nozione di tempo proposta ai
18 artisti residenti dal filosofo Giorgio Agambem che, quest'anno
in veste di Nouveau Prix de Rome (2), li accompagna nel loro percorso
creativo con seminari e conferenze. Non solo. "Prendere tempo"
significa per il curatore "restituire responsabilità e valore alle
cose", poter cogliere profondamente quello che spesso si dimentica di
fronte ad "un'opera finita", ovvero che "non è solo quello che
si vede, ma il risultato di un percorso complesso, di allontanamenti e
ricomposizioni. Un’opera è il tempo necessario al suo realizzarsi." Si
tratta, quindi, di soffermarsi sul momento unico, proprio del processo
creativo, in cui il bagaglio di esperienze diventa "possibilità di
produrre pensiero che guarda all'arte senza l'ansia di fornire prodotti";
aspetto che, poi, rappresenta una delle più grandi opportunità offerte dal
soggiorno romano agli artisti dell'Accademia.
Il visitatore può, dunque,
immergersi in questo percorso nella creatività, spesso frutto della
collaborazione tra diversi artisti, trasportato di opera in opera in diversi
scenari: dall'invenzione di un nuovo e moderno strumento polivalente "in
progress" del compositore Ondrej Adámek, alla singolare e affascinante
proiezione dalla restauratrice Eleonora Gioventù all'interno della
cisterna romana. Dai volti dei borsisti "presenti e passati" che
appaiono e svaniscono negli schermi installati dallo scenografo Pierre
Nouvel, alla traduzione visiva di un processo creativo letterario basato
sui movimenti di alcuni borsisti in villa dello scrittore Philippe Vasset.
Dal video della plasticienne Su- Mei Tse in cui i giardini
dell'Accademia e l'azione della stessa dell'artista si fanno metafora del
momento di riordino che precede la fase creativa, al taglio sulla parete,
di 'fontaniana memoria', che allude
all'oltre degli architetti Stephanie Fabre e Éric Gillet. E ancora la
"casa parlante" (nata dalla collaborazione con i due architetti) che
racconta la 'sua storia' attraverso le parole della scrittrice Gäelle
Obiégly, a cui segue il grande dipinto della cineasta Mitra Faharani che
gioca con ironia sul rapporto finzione-realtà 'chiamando in causa' anche l'artista che espone accanto a lei, il plasticien
Hassan Smati, a sua volta impegnato ad esplorare i diversi linguaggi
della scultura, della pittura e del disegno. Altrettanto singolari sono le
collaborazioni nate dall'incontro tra il compositore Raffaele Grimaldi e
il fotografo Raphäel Dallaporta
che in un mix di immagini e musica raccontano e documentano la ricerca
sull'ecclettico Athanasius Kircher
(1601-1680) e quella tra la pittrice Josephine Halvorson e i designer Charles
Mazé e Coline Sunier, per cui tra i diversi dipinti delle porte degli
interni di Villa Medici, che lasciano intuire la ricchezza e l'importanza della
storia presente e passata di questi luoghi, spicca un dipinto che fa da
contraltare visivo al tentativo dei designer di creare una sorta di catalogo
dei graffiti presenti in alcune pareti di Palazzi nel centro storico della
città (3). A questo ultimo progetto potrebbe idealmente legarsi il lavoro della
storica dell'arte Francesca Alberti che, attraverso una selezione di immagini
proiettata su una parete, coinvolge direttamente il visitatore nella sua
ricerca dedicata alle origini del gribouillage, lo 'scarabocchiare
moderno' come espressione artistica. Con l'installazione del compositore Sebastian
Rivas si viene, invece, proiettati all'interno di un appartamento
ricostruito in perfetto stile anni 70' in cui il tempo è scandito dalla
diffusione, in contemporanea, di diversi discorsi di leader politici
conservatori che finiscono col fondersi in un'unica voce, così come, il cineasta
Hu Wei, si diventa 'complici silenziosi' del progetto del giovane
fotografo ambulante protagonista del suo cortometraggio, LA LAMPE AU BEURRE
DE YAK.
È ora, come dicevo, non resta che "prendere tempo"...
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(1) Per una storia di Villa
Medici e del l'istituzione Accademia di Francia vedi www.villamedici.it
(2) Con Nouveau Prix de Rome si
intende la nuova figura, ovvero una personalità di fama internazionale, proposta dal ministro della
Cultura e Comunicazione per accompagnare con il suo contributo i borsisti durante il corso del
loro soggiorno in Accademia.
(3) Nella mostra è presente un
altro progetto frutto della collaborazione tra la scrittrice Obiégly, lo
scenografo Nouvel e il compositore Raffaele Grimaldi.
- Annalisa Laghi -
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