K-news
Kiri, continuano le segnalazioni in Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.Per voi, di settimana in settimana, alcuni suggerimenti, piccoli e grandi, sia In che Off, selezionati sulla base delle vostre importanti indicazioni, in pieno kirostile, qualità libera da tutto e da tutti!!!
circa il TEATRO
DEBUTTO
“BIGODINI (OH, MARY)” regia Federica
Rosellini e Francesca Manieri
da
Frankenstein di Mary Shelley
TEATRO OROLOGIO Sala Gassman - Roma - da Martedi 19 a Domenica 31 Maggio, ore 21.15_dom ore 17.45
Libero adattamento da Frankenstein, si muove tra biografia e testo.
L'ossessione prende la forma del racconto, la
incarna e la scarnifica allo stesso tempo. Il corpo femminile getta sull'Opera
la sua ombra ineluttabilmente frankensteiniana. Mary Shelley diviene così il
femmineo e malinconico scienziato Victor Frankenstein, tormentato da una colpa
radicata nelle profondità del suo essere, e la Creatura, il tentativo disperato
di mettere assieme i pezzi dei propri cadaveri, di strappare alla Morte il
ricordo dei cari perduti, presi a morsi, dilaniati dall'oblio.
Mary Shelley imparò a leggere in un cimitero, il padre le insegnò a decodificare le lettere di una lapide, le prime parole che lesse furono Mary Wallstonecraft, sua madre morta di parto mentre la dava alla luce.
Mary Shelley imparò a leggere in un cimitero, il padre le insegnò a decodificare le lettere di una lapide, le prime parole che lesse furono Mary Wallstonecraft, sua madre morta di parto mentre la dava alla luce.
Le parole erano da sempre compagne della
Morte e in Frankestein la scrittura diventò arte demiurgica e negromantica
insieme, esperimento sovrumano per riportare in vita proprio quella madre che
lei stessa nascendo aveva ucciso. Un tentativo trascinato fino al fallimento,
perpetrato per anni con ogni misura, prima attraverso il suo stesso corpo
adolescente: per quattro volte aveva partorito e per quattro volte era stata
bara dei suoi propri figli.
Poi con la scrittura, in un incubo gotico che è gioco di specchi dove il corpo della madre si popola dei corpi di altri morti, dei suoi bambini, di tutte le creature amate e perse. La Creatura è lo spettro fantasmatico, l’agglomerato di mille morti, il ganglio vivente di un dolore inestinguibile, così violento da condannare chi vive alla solitudine.
Poi con la scrittura, in un incubo gotico che è gioco di specchi dove il corpo della madre si popola dei corpi di altri morti, dei suoi bambini, di tutte le creature amate e perse. La Creatura è lo spettro fantasmatico, l’agglomerato di mille morti, il ganglio vivente di un dolore inestinguibile, così violento da condannare chi vive alla solitudine.
Bigodini è uno spettacolo
sull'impossibilità della discendenza, se non come cannibalismo dei nostri
propri fantasmi, perpetuo inseguimento, reciproca fantasmatica persecuzione
come quella tra Victor e la sua creatura che si protrae fino ai ghiacci di un
polo post-umano.
Compagnia
ARIELdeiMERLI_da Frankenstein di Mary Shelley-Libero adattamento di Francesca
Manieri e Federica Rosellini- Regia: Federica Rosellini e Francesca Manieri-Interpreti: Cristina Gardumi e Federica Rosellini-Disegno
luci e foto di scena: Angeles Parrinello-Costumi: Marta Genovese-Sound
engineer: Elisa Nancy Natali-Assistenti alla
regia: Elvira Berarducci e Silvana Tamma
www.teatrorologio.it
DEBUTTO
“DOIT Festival – Drammaturgie Oltre Il Teatro” direzione artistica di Angela Telesca e Cecilia Bernabei
TEATRO DUE ROMA - Roma - da Martedi 28
Aprile a Domenica 24 Maggio - ore 21.00_dom ore 18.00
Promosso da TEATRO DUE ROMA teatro stabile d’essai POLO PERMAMENTE
DI PROMOZIONE FORMAZIONE OSPITALITÀ
in collaborazione con Artigogolo I edizione del concorso di
drammaturgia, a cura di Associazione culturale ChiPiùNeArt
“La
vita è sogno”. È tutto lì: nel sogno di un teatro vivo e creativo,
nell’aspirazione a partecipare attivamente al suo esistere.
DOIT!
L’invito è al fare e al realizzare, ritornando all’artigianalità del teatro.
Oggi più che mai in Italia, dove la cultura è un optional per pochi coraggiosi.
Non un classico festival di teatro
contemporaneo, ma un ambizioso progetto di promozione culturale, di elevato
valore letterario e d’impegno civile che manifesta la sua unicità
nell’attenzione alla simbiosi tra scrittura per il teatro e messinscena.
L’idea del festival nasce dal desiderio di promuovere
la creatività delle nuove generazioni e delle tante realtà teatrali
“periferiche”, di individuare proposte sceniche innovative che si nutrano del
dialogo tra i saperi artistici e la quotidianità. Il DOIT
Festival si propone di alimentare
una rete di relazioni che superino il contesto locale, favorendo
l’incontro con la critica, gli operatori culturali e il pubblico di tutte le
età, con particolare riguardo ai giovani spettatori ai quali saranno riservate
speciali promozioni.
Programma prima settimana:
ANTIGONE 1945 19-20 maggio
Teatro dell’Osso – Lioni (AV)
Aprile 1945, una città dell'Italia del
Nord: i fascisti e i tedeschi sono in fuga. Liberazione. I partigiani sono
riusciti a scacciare i fascisti e la Repubblica va costruita a tutti i costi…ma
la giovane Antigone si oppone alla legge dello Stato in nome della legge del
cuore, che la obbliga a prendersi cura del fratello morto. Su tutto, per tutti, c'è la guerra: dura,
crudele, spietata che condiziona il passato, il presente e il futuro.
Autore e regista: Mirko Di Martino-Interpreti: Titti Nuzzolese e Luca Di Tommaso
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RIDO PER NON PIANGERE – Allegorie di un paese senza equità ma con Equitalia
21-22 maggio
Lo spettacolo ha partecipato al Festival Ecce Histrio – Brescia, 2014
Attesa della nuova tecnologia in
contrasto con la realtà. Attesa per una chiamata di lavoro. Attesa in un letto
consumato da un matrimonio dove non si riesce più ad amare. Attesa per un treno
che potrebbe rivoluzionare l’esistenza. Un’opera teatrale costituita da
brevi monologhi, interpretati attraverso la caratterizzazione dei personaggi e
l’utilizzo di canzoni recitate. Un occhio inesorabile che, posandosi sulla realtà, cerca di ridicolizzarla.
Parole buffe, a volte amare, alla ricerca di eroi del nostro tempo. Una pièce
di carattere per una risata intelligente.
Autore:
Albero Gamberini-Regia: Emanuela
Sabatelli –Interpreti:Alberto Gamberini-Direzione musicale: Andrea Gipponi
(basso elettrico) e con Alessandro
Adami (piano)-Matteo Mantovani
(chitarra)-Marco Carnesella
(batteria)
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IL CARCERE È STATO INVENTATO PER I POVERI 23 maggio - OSPITE SPECIALE
Dal laboratorio teatrale tenuto presso la Casa di Reclusione Rebibbia di Roma.
CAPSA Service/ Compagnia Instabile Assai – Casa Circondariale di Rebibbia -
Roma
Il testo è stato realizzato con
l’apporto creativo dei detenuti, attori dello spettacolo, con la volontà di
dare voce al mondo carcerario, spesso dimenticato, attraverso le parole di “chi
sta dentro”. Uno spettacolo a tratti ironico e divertente, che cerca di
raccontare gli uomini che abitano il carcere, le loro riflessioni, le loro
speranze, il loro desiderio di non perdere la dignità e la possibilità di un
futuro diverso.
Testo a cura della compagnia “Instabile Assai” - Regia Daria Veronese - Con i detenuti della Casa di Reclusione di Rebibbia
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Reading e premiazione spettacolo vincitore del DOIT FESTIVAL 24 maggio
Testi vincitori del concorso di drammaturgia
contemporanea L'Artigogolo
www.teatrodueroma.it
DEBUTTO
“Et in Arcadia ego (in) quelle notti di plenilunio”
In anteprima mondiale
Atto unico dal testo Cui prodest di
Alessandro Bartolomeoli
TEATRO AGORA’ - Roma – da Martedi 19 a Domenica 24 Maggio - ore
21.00_dom ore 18.00
Spettacolo-inchiesta tratto dal testo Cui prodest di Alessandro
Bartolomeoli, che lega la strategia della tensione, i delitti del mostro di
Firenze, esoterismo a un “potere” ben più grande e forte.
Uno spettacolo (un libro)
scomodo, che riapre grandi ferite del nostro Paese, mai veramente risolte e di
cui ancora oggi si sa molto poco.
Il libro di Bartolomeoli
–che presto diventerà un film- indaga ampiamente sugli episodi criminosi legati
al mostro di Firenze, e non solo; emergono simbologie comuni, personaggi ed
episodi che hanno riempito le pagine dei giornali diventano il fil rouge che si
collega a poteri occulti, il tutto regolato da un’unica, probabile, mente.
Partendo da ciò la sceneggiatura dello spettacolo Et in Arcadia ego
viene riscritta a quattro mani e messa in scena con la regia di Alex
Pascoli, che ne diventa anche protagonista insieme ad Alessio Caruso.
Alex è un giovane scrittore che ha pubblicato un
libro inchiesta sugli anni del terrorismo, osteggiato per il suo contenuto;
Alex ritiene di avere scoperto una relazione tra lo stragismo e i delitti del
mostro di Firenze. Il suo informatore però viene ucciso con la stessa arma
usata dal Mostro, la famosa Calibro 22, arma mai trovata che misteriosamente
ricompare sulla scena dopo anni dall'ultimo delitto del mostro. Il cadavere
però, viene fatto ritrovare a casa dello stesso scrittore. Gli indizi
ricadranno inevitabilmente su di lui. Sarà proprio attraverso i colloqui tra
Alex e l'avvocato che emergerà una verità terribile, sconcertante. il mostro
non colpiva più dal suo ultimo delitto del 1985… siamo certi che sia tutto
finito?
Può esistere un collegamento fra stragismo
terroristico, mostro di Firenze e alcuni omicidi recenti apparentemente di
difficile soluzione?
“Et in Arcadia ego” questa iscrizione
tombale appare nel 1640 su una tela del Guercino: c’è chi ritiene che possa
celare un messaggio esoterico, occultato da un codice svelato da un minaccioso
anagramma : “I! Tego arcana Dei”,
“Io celo i misteri di Dio”..
Dopo
oltre 30 anni, tutto è ancora coperto di mistero, quel mistero del male che ha tolto la vita a 18 giovani amanti.
Ci
sono però indizi che ancora ci sfidano: essi ci chiedono di alzare il velo su
quella strategia del terrore che ha sconvolto
l’Italia. E’ stato scoperto un elemento incredibile e straordinario, nascosto
in un famoso scritto del secolo XIII: il mostro, decrittandone il
messaggio esoterico, su quello ha tracciato, e percorso, il cammino del suo
infame destino…
Siamo certi che tutto sia finito?
Victor and the peacock e Alessandro Bartolomeoli_Sceneggiatura:Alessandro Bartolomeoli, Ottaviano
Ottaviani, Alessio Caruso,
Alex Pascoli
Regia:Alex Pascoli-Personaggi:Interpreti: Alex Belli, scrittore Alex Pascoli -Antonio Maffei, avvocato Alessio Caruso
www.teatroagora80.com
DEBUTTO
“IL
COMPLEANNO DI MARY” di Marco Avarello
Pamela Villoresi interpreta
Mary Shelley.
La musica dal vivo è del Red4Quartet con le composizioni originali create da Fabio Massimo Capogrosso. Sul palco nei panni della
Creatura, Marius Bizau.
TEATRO PALLADIUM
UniRomaTre –Roma – Mercole di 20 Maggio 2015, ore 21.00
Siamo nel gennaio del 1851,
Mary Shelley compie cinquatatre anni.
Da decenni conduce una vita tranquilla ed agiata. È la curatrice delle opere
del marito, il celebrato poeta Percy
Shelley, morto ormai quasi trent’anni prima; inoltre il suo primo romanzo Frankestein
o il moderno Prometeo, scritto poco meno che ventenne, ha avuto un enorme
successo, cosa che le ha permesso di scrivere e pubblicare altri sette romanzi,
oltre ad articoli, libri di memorie diari e saggi. Ma il suo animo è tutt’altro
che tranquillo, si sente una sopravvissuta, l’ultima superstite di una generazione
scellerata e formidabile, protagonista di una stagione unica non solo dal punto
di vista della produzione letteraria. Il laudano, che insieme all’assenzio
l’aiuta a sopportare i terribili mal di testa che ogni tanto l’affliggono,
diventa lo strumento per tornare indietro nel tempo, per ritrovare persone e
rivivere le incredibili vicende che hanno segnato la sua vita.
La struggente bellezza di Keats, la splendida vanità di Byron, l’estremismo impudente di Shelley
popolano i suoi ricordi, insieme all’inquietante presenza della creatura, il
più famoso ed importante dei suoi personaggi, un’ombra accecante da cui Mary
non si è mai davvero voluta separare.
Il progetto, organizzato in
collaborazione con l’Università Roma Tre – Dipartimento di Scienze della
Formazione, ha ottenuto il patrocinio della Keats-Shelley House, il museo inglese dedicato ai poeti romantici situato a
Piazza di Spagna, in quella che fu la casa dove John Keats morì nel 1821. Il progetto chiude la seconda edizione
della Rassegna Voce Donna.
VOX Communication_Autore: Marco Avarello- Regia:Linda Di Pietro-Interprete:Pamela Villoresi-La Creatura è Marius Bizau-Musiche eseguite dal vivo dal
Red4Quartet -composizioni originali
create da Fabio Massimo Capogrosso- Organizzazione: Valentina Daneo per VOX
Communication
www.teatro-palladium.it
DEBUTTO
“SCOMPAIO” di Francesca R. Miceli Picardi
TEATRO MILLELIRE - Roma – a Venerdi 22 a
Domenica 24 Maggio, ore 21.00_dom ore 18.00
Capita di vederli alla stazione,
ma non aspettano nessun treno.
Per strada, senza fretta di andare
a qualche appuntamento o al supermercato, ma fuori le porte scorrevoli di un
supermercato, o dell'ennesima stazione.
Li vedi passando, di sfuggita, il resto
del tempo sono e restano invisibili.
Senza tetto, senza un lavoro,
senza soldi, senza proprietà, eppure hanno un nome, una storia, ricordi e sono
ricchi di parole, storie, ricordi, come ognuno di noi.
Laura racconta la sua storia.. a
chi vorrà ascoltarla.
Laura legge le carte a chi si
ferma a parlare con lei.
Canta a squarciagola, conta i
giorni e dorme quando può.
Non è una senzatetto
"qualunque", ha una famiglia poderosa e altrettanto invisibile alle
sue spalle.
Una famiglia che sceglie, di non
cercarla più.
Le persone "invisibili",
tra loro si riconoscono sempre.
Perchè alla fine... chi è che
"Scompare" realmente?
Note di regia
Scompaio è
stato un viaggio nelle periferie sociali, ai margini, la realtà che non
vorremmo prendere in considerazione.
La scansiamo con l'elemosina o il
pietismo, oppure cambiamo di posto sui mezzi pubblici per la puzza di vino.
Ognuno di noi è tenuto a raggiungere le
aspettative che la famiglia, il lavoro, gli amici, le regole sociali che
condividiamo ci impongono.
Se rifiuti resti fuori e sembra
non resti nulla.
In strada ci si finisce, perché la
vita scalcia e disarciona chi non si aggrappa alle redini, il premio è dei
potenti, dei ricchi, dei cinici.
Chi sbaglia paga.
Abbiamo cercato di raccontare la
storia di Laura che ha scelto in modo estremo, con il massimo rispetto, a cuore
aperto.
Autrice: Francesca R. Miceli Picardi- Regia: Alfredo Agostini-Interpreti:
F.R. Miceli Picardi e Manola Rotunno
PROSEGUE
“Due donne e…un antifurto”di Alessandro Mancini
con Angela De Prisco e Barbara Mazzoni
TEATRO DEI SATIRI - Roma
– da Mercoledi 13 a Domenica 24 Maggio– ore 21:00_ Dom. ore 18:00
Lo spettacolo racconta di Ketty e
Serena, due coinquiline dai caratteri molto diversi, alle prese con la loro
quotidianità, i problemi di lavoro, gli amori, che abitano all’interno di un
grande condominio in un quartiere della periferia romana. Dopo un tentativo di
furto in casa, terrorizzate dall’accaduto, decidono di mettere in sicurezza il
loro appartamento ricorrendo ad un antifurto efficiente, economico e sicuro,
naturalmente “made in Cina”, che
inaspettatamente cambierà le loro vite incomplete e precarie.
Sarà infatti un antifurto poco convenzionale
a far mettere in gioco le due protagoniste. Così Ketty (Barbara Mazzoni) la
svampita e libertina svelerà i motivi delle sue scelte di vita, mentre Serena
(Angela De Prisco) la “bacchettona” e maniaca della casa,
sarà costretta a fare i conti con le sue fissazioni.
In un’atmosfera surreale, resa tale dalle
scenografie e i costumi di Zein Batayneh, “Due donne e un antifurto” è uno
spettacolo a metà strada tra la situation comedy e un grande cartone animato, dove
attraverso l’ironia si arriva a toccare temi profondi come quello della
solitudine e dello stare bene con se’ stessi e con gli altri.
Lungi dall’avere uno
spessore psicologico, né tantomeno filosofico, il testo cucito addosso alle due
attrici dalla mano comico-sartoriale di Alessandro Mancini, scorre al ritmo di
gag verbali e fisiche con i protagonisti della pièce: Serena e Ketty, ma anche
un ladro misterioso, la signora Gelsomina e naturalmente lui, Arturo, il vero
protagonista della storia che sarà il nuovo punto di riferimento per gli
spettatori di sesso maschile.
E ancora il quadro della
zia, l’alano e il chihuahua, la polizia e Piermassimo. Una carrellata di
protagonisti invisibili ma presenti.
“Due donne e…un antifurto” è uno spettacolo
ironico e irriverente dal tono scanzonato che fa emergere con amarezza e
sincerità il mondo nascosto in ogni donna che virtualmente ogni uomo, come un
ladro, vorrebbe rubare. Riusciranno
le nostre protagoniste a cambiare la combinazione dell’antifurto che protegge il
loro cuore e far entrare l’uomo della loro vita?
Auture:
Alessandro Mancini-Regia: Pascal La Delfa- Interpreti:Angela De Prisco e
Barbara Mazzoni-Scene e costumi:Zein Batayneh-Fonica:Monica D’Ottavi-La voce di
Gelsomina: Carmine Del Grosso
www.teatrodeisatiri.it
in
merito ai PROGETTI TEATRALI
DEBUTTO
“Non è un Teatro per Giovani Scene Under 25” promosso
da “La cattiva strada”
TEATRO
STUDIO UNO - Roma - da Giovedi 14 a Domenica 31 Maggio2015, orari vari
Si apre un nuovo progetto
promosso e prodotto da “La Cattiva Strada” dedicato al dialogo e al confronto
tra le giovani leve del teatro e gli artisti affermati della scena
contemporanea, con un focus sui lavori di quattro compagnie under 25
In un sistema teatrale, spesso
polveroso e poco accogliente che relega le novità in un cassetto per poterle
mostrare, forse, quando sarà il momento, La Casa Romana del Teatro Indipendente
dà vita ad una nuova esperienza di visione verso i nuovi orizzonti teatrali,
non solo per dare spazio alle giovani compagnie ma per creare relazioni e
legami con chi ha già vissuto sulla propria pelle l’esperienza di un teatro per
cui non si è mai abbastanza “adulti” per essere presi in considerazione.
Non è un teatro per giovani
quindi, non tanto per anagrafe, ma come modus vivendi, come scetticismo del
sistema teatro verso le novità e la sperimentazione, non solo per i giovani, ma
anche per quegli adulti che giovani lo sono stati, quelli che hanno dovuto
aspettare per avere attenzione, spazio e curiosità verso la propria ricerca. Un
progetto, al suo debutto, che cerca di valicare queste divisioni e porre
l’attenzione sul lavoro, lo spettacolo e gli artisti.
Dal 21 al 31 maggio gli artisti e compagnie under 25
selezionate andranno in scena con il loro spettacolo nelle sale del Teatro
Studio Uno.
Questa settimana dal 21 al 24 Maggio :
<<<Sala Specchi “Study
of Hands #1” di Valeria Famularo
Giovanissima danzatrice e performer laureata al Trinity
Laban Conservatoire of Music and Dance di Londra presenta uno studio sul movimento ispirato alle opere dello scultore August
Rodin.
Study of Hands #1 nasce come un’esplorazione del lavoro e delle opere del famoso scultore
francese, uno degli artisti più rivoluzionari e amati della tradizione plastica
moderna che attraverso le sue abilità riusciva a restituire l'idea del movimento nei corpi impressi e
scolpiti nella pietra, in uno straordinario gioco di contrasti tra pieni e
vuoti con effetti di dinamismo e vitalità unici.
In questo solo Valeria Famularo
ispirata dall’opera di Rodin si sofferma sui dettagli del corpo, isolati e poi
reintegrati nella totalità del movimento. Uno studio minuzioso sul gesto che
coinvolge il pubblico, a stretto contatto con la danzatrice, in una dimensione
intima e confidenziale lasciando la possibilità di scegliere le diverse
prospettive del movimento. Il corpo, scultura vivente, si duplica così nello
spazio trasformandosi da oggetto statico in opera che vive e respira, e che
contiene in sé tutta l’essenza dell’artista che l’ha creata.
---
<<< Sala Teatro “OCCUPATO” di Ludovica Bei
Sul palco Ludovica Bei (anche autrice
del testo) e Maria Gorini (reduce dal successo della pièce “Il più bel secolo
della mia vita”). Interpretano due donne, L. e M., che si ritrovano nella
stessa situazione: affrontare una visita ginecologica. Situazione comune che
diventa grottesca, a tratti sarcastica, a tratti drammatica. L’attesa dal
medico offre spunti di riflessione, è il paradigma universale della condizione
di tutti gli uomini: deboli, soli, contraddittori, ma pur sempre tragicamente
ironici. “Occupato” è un progetto di ricerca e indagine sui temi dell'abbandono
e del rifiuto. Le protagoniste incarnano psicosi e fragilità dell'era moderna.
Un
momento intimo, nonché una necessità quotidiana, quale quella di orinare, posta
come obbligo, dà inizio alla rappresentazione. Le due donne si ritrovano in
bagni vicini, vivono una condizione privata, ma anche di estrema solitudine.
L. è
insicura, dipendente da psicofarmaci e ipocondriaca. M. è a prima vista
emancipata, autonoma e spavalda. Entrambe hanno un motivo per non voler
affrontare la visita, vivono così in una continua oscillazione tra coraggio e
paura, dolore e sollievo, calma e agitazione.
Le due
donne - come un puzzle armonico ed equilibrato che arriva alla fine a sfaldarsi
- rivelano, a poco a poco, la loro vera essenza, più ambigua, sporca e
contraddittoria. Aneddoti del passato, ricordi dell'infanzia e di storie finite
male saranno la carica che le porterà a un crollo totale. L. si troverà a
inveire contro chi l’ha vessata con polemiche e consigli non richiesti. M.
ammetterà di non riuscire ad avere una vita sessuale soddisfacente, avendo
rifiutato per una vita di accogliere chiunque. Le due donne entrano nel bagno
certe di essere in un modo e ne escono trasformate.
La
drammaturgia parte dalla scrittura di due monologhi differenti, poi intersecati
tra loro, come a rappresentare la possibile coesistenza di due stravaganti
personalità. Una rete di parole che può sembrare un monologo a due voci, oppure
un apparente dialogo, in cui nessuno veramente domanda e nessuno veramente
risponde. Il linguaggio è volutamente quotidiano, poiché la drammaticità delle
storie raccontate risiede proprio nella semplicità delle parole utilizzate per
raccontarla. Lo spettacolo è pensato per parlare sia alle donne che agli
uomini. “Occupato” si rivolge infatti a tutti quelli che, consapevoli dei
propri limiti e difetti, sperano di riuscire a accettarli, magari scherzarci un
po’ su.
Autrice: Ludovica Bei-Regia: Chiara
Spoletini-Interpreti:Ludovica Bei e Maria Gorini
sul
CINEMA
PROSEGUE
“LET’S GO” di Antonietta De
Lillo
NELLE
SALE ITALIANE da Lunedì
11 Maggio 2015
Arriva nelle
sale cinematografiche italiane LET’S GO della napoletana Antonietta De Lillo: a
pochi mesi dal successo de La pazza della porta accanto, film su Alda Merini,
Mariposa distribuisce il nuovo lavoro della regista, presentato al 32 Torino
Film Festival.
Un roadshow che
toccherà le città di Roma, Milano, Napoli.
Protagonista del
documentario Luca Musella, appartenente alla categoria dei nuovi poveri, ex
fotografo di importanti agenzie foto giornalistiche che si è ritrovato
nullatenente, esodato professionalmente ed emotivamente. Un testo - lettera da
lui scritto (voice over di Roberto De Francesco) si fa viaggio ideale
attraverso l’Italia: da Napoli, sua città natale, a Milano, luogo della sua
nuova esistenza.
Luca Musella
racconta la sua caduta da un universo borghese a un sottoproletariato fatto di
marginalità e clandestinità. La
macchina da presa ci conduce dentro il nuovo mondo di Luca, nella Milano della
periferia, lungo sponde meno conosciute dei Navigli e ci mostra - attraverso lo
sguardo di una donna - la vita di un uomo costretto a reinventare la propria
esistenza.
Le immagini, in
alcuni casi girate dallo stesso Musella, e le sue parole si intrecciano con il
testo della lettera: il racconto in presa diretta, frutto di uno sguardo capace
di soffermarsi sulla miseria e fragilità del mondo, si mescola sapientemente
con la parola scritta, permettendo al protagonista di farsi specchio dello
spettatore.
Luca Musella e
le persone che popolano il suo microcosmo si fanno infatti portavoce di una
condizione particolare e, allo stesso tempo, universale, ritratto della
smarrita Italia di oggi ed emblema di una sensibilità letteraria che, partendo
dall'analisi della realtà, elabora possibili antidoti.
“Quello che mi
ha spinto a raccontare questa storia è la capacità di Luca di vivere senza
rancore, con pudore e dignità la sua nuova esistenza, dichiara Antonietta De
Lillo. Sono convinta che la libertà scoperta dal protagonista in questa nuova
vita precaria possa essere condivisa anche da persone in condizioni meno
estreme della sua: le paure e le debolezze di Luca sono infatti le stesse di
tutti noi.”
---
Data l'attualità
della tematica il progetto Miseria Ladra di Libera ha deciso di essere partner
del tour del film.
Durata: 55 minuti-Italia 2015
Distribuzione:
Mariposa Cinematografica, Produzione: MARECHIAROFILM – RAI CINEMA
Regia: Antonietta De Lillo
Interpreti: Luca
Musella - Fotografia: Giovanni Piperno- Montaggio: Giogiò
Franchini
PROSEGUE
“MI CHIAMO MAYA” di Tommaso Agnese
Film
riconosciuto di interesse culturale con contributo economico del Ministero per
i Beni e le Attività Culturali e del Turismo
Direzione
Generale per il Cinema
NELLE
SALE ITALIANE da
Giovedi 7 Aprile 2015
In
seguito ad un tragico evento, Niki, 16 anni, decide di fuggire dalla casa
famiglia cui è stata affidata, portando con se la sorellina Alice di soli 8
anni. Insieme affrontano un viaggio alla ricerca di un’utopica libertà,
attraverso la Roma conosciuta e quella sconosciuta, incontrando persone molto
diverse tra loro: punk, artisti di strada, cubiste...Una “traversata
iniziatica” che, tra mille difficoltà, traghetterà Niki e Alice verso una nuova
vita...
---
Il film
nasce da un percorso autoriale del regista Tommaso Agnese, che ha indagato
l’adolescenza metropolitana attraverso diverse opere documentaristiche e
cinematografiche, lavorando in collaborazione con la Regione Lazio e le ASL di
Roma. I suoi lavori sono entrati nelle scuole come strumenti didattici, e in
televisione come prodotti educativi. Il suo cortometraggio “Appena Giovani”,
prodotto con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il
suo documentario “La vita così come viene” , trasmesso sulle reti Rai, sono i
tasselli che hanno permesso, insieme ad altri lavori da lui diretti, di
realizzare la sceneggiatura di “Mi chiamo Maya”. Per questo motivo tutti i
personaggi e le vicende del film sono ispirati a vicende e persone reali.
Durata: 90 Minuti-Italia 2015
Distribuzione:
Red Post Production in collaborazione con Mariposa Cinematografica, Produzione:
MAGDA FILM – RAI CINEMA
Regia: Tommaso Agnese – Sceneggiatura: Tommaso Agnese, Massimo Bavastro
Interpreti Matilda
Lutz, Valeria Solarino, Carlotta Natoli, Giovanni Anzaldo, Luigi Di Fiore,
Laura Adriani, Luisa Maneri, Gianni Franco, Melissa Monti - Fotografia: Davide
Manca- Montaggio: Marco Careri -Musiche: Giorgio Giampà
www.redpostproduction.com
PROSEGUE
“FIGLIO DI NESSUNO”
di Vuk Ršumović
Vincitore della Settimana della
Critica alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2014
Premio Fipresci (come miglior
film delle sezioni Orizzonti e Settimana della Critica) ed Premio Fedeora (Federazione dei
Critici Europei dei Paesi Euromediterranei) per la migliore sceneggiatura.
NELLE
SALE ITALIANE da
Giovedi 16 Aprile 2015
E’ una storia, come afferma lo stesso regista, “sul desiderio di essere amati e di appartenere”,
una storia “narrata dalla prospettiva di un ragazzo selvaggio che si confronta
per la prima volta con la civiltà”. Basato
su una vicenda reale, il film è ambientato durante la Guerra dei Balcani della
fine del XX secolo e vede come protagonista un giovane ed intenso attore, Denis
Murić, alla sua prima ma già apprezzatissima prova
sul grande schermo.
Bosnia, 1988. Un
gruppo di cacciatori trova nel bosco un bambino cresciuto in mezzo ai lupi, dei
quali ha adottato le sembianze e lo stile di vita: non parla, non cammina,
ringhia e morde chiunque lo avvicini. Il bambino, chiamato Haris, viene spedito
in un orfanotrofio di Belgrado, dove inizialmente rifiuta ogni contatto e ogni
forma di educazione, poi, grazie alla presenza di un assistente sociale e
all'amicizia con Zika, un ragazzo più grande, esce gradualmente dallo stato
animale per ricongiungersi con la propria natura umana. Ma il percorso di
umanizzazione del bambino non è necessariamente evolutivo, né garantisce ad
Haris una vita migliore di quella vissuta in mezzo ai lupi.
Durata: 97 Minuti-Serbia, 2014
Distribuzione: Cineclub Internazionale Distribuzione, Produzione: ART&POPCORN –
BABOOM.
Regia: Vuk Ršumović- Sceneggiatura di Vuk
Ršumović
Interpreti: Denis Murić, Miloš Timotijević,
Pavle Čemerikić, Isidora Janković-Fotografia di Damjan
Radovanovi-Montaggio di Mirko Bojović-Musica di Jura Ferina e
Pavao Miholjević
www.cineclubinternazionale.eu
riguardo
la MUSICA
DEBUTTO
“FLOW BOAT” = Lady Coco + Balsamo di Scimmia +
Lian Club
LIAN CLUB – Roma -
Domenica 24 Maggio 2015 – ore 23.00
Lady Coco – dj e producer di fama
internazionale - e il suo collettivo artistico Balsamo di Scimmia, sono lieti di invitarvi a bordo di Flow Boat.
La serata avrà luogo nella
suggestiva location del Lian Club, storico barcone ormeggiato all’ombra
dell’Ara Pacis, vibrante crociera musicale che attraverso l’hip hop vi condurrà
nelle calde acque della dancehall fino alle vertiginose correnti
dell’elettronica.
Travolti – e noi con voi –
dall’incredibile Flow del Balsamo di Scimmia.
www.lianclub.it
circa I
LIBRI
DEBUTTO
"Genitori Gay. Good as you" di Sara Kay (Tempesta Editore)
Presentazione del Libro
sala Consiglio Municipio Roma I Centro – Roma – Mercoledi 20 Maggio 2015 – ore 18.00
Questo libro nasce per amore di
un figlio che verrà, nasce dal bisogno di interrogarsi sul ruolo genitoriale e
come risposta alle paure infuse di un'intera società. Questo libro parte da un
viaggio interiore alla scoperta dei propri limiti e delle proprie possibilità,
per finire il percorso fuori da sé, nei luoghi comuni che sono il posto dei
problemi, prima di diventare il luogo delle comuni soluzioni.
Qual è la vera differenza tra un genitore omosessuale e uno
eterosessuale? La risposta sta proprio nell'introduzione dell'autrice: per
progettare una famiglia, i primi sentono il bisogno di compiere un percorso di
conoscenza, informarsi, leggere per capire che potranno fare i genitori,
assolvere quel loro ruolo in maniera completa senza paura di sentirsi
inadeguati, di far del male ai propri figli, soprattutto, senza alcuna
differenza dai secondi.
Non che non si sappia "di pancia" che nulla può
esserci di male nel crescere figli da genitori gay, eppure il bisogno di
trovare chiarimento ai propri dubbi, risposte alle critiche che per primi ci si
ritrova a sollevare, è un lavoro che serve per arrivare a sentirsi
"pronti".
Intervengono: Sabrina Alfonsi (Presidente
Municipio Roma I Centro)-Sara Kay (autrice
del libro)-Andrea Maccarrone (Presidente
Circolo Mario Mieli)
Dario De Gregorio (Famiglie Arcobaleno)-Antonio Rotelli (Rete Lenford)
Dario De Gregorio (Famiglie Arcobaleno)-Antonio Rotelli (Rete Lenford)
Partecipano: Imma Battaglia (Consigliera
Comunale SEL), Giulia
Tempesta (Consigliera Comunale), Sara Lilli (Presidente Commissione Pari Opportunità Municipio
Roma I Centro), Alessandra
Ferretti (Assessore Scuola, Pari Opportunità e Diritti Municipio
Roma I Centro)
Coordina: Mauro Cioffari (Referente Rete
READY Consiglio Municipio Roma I Centro)
www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?jp_pagecode=municipio_i.wp&ahew=jp_pagecode
dell’ARTE
DEBUTTO
A cura di Martina Adami
MUGA Multimedia art
Gallery – Roma – da Venerdi 22 a Giovedi 28 Maggio
2015
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OPENING Venerdi 22 Maggio 2015 ore 18.30 >>>
Aqua Botanica, la monumentale installazione
immersiva ed effimera dell’artista spagnolo Pablo Mesa Capella realizzata,
appositamente, per lo spazio di via Giulia.
Aqua Botanica si presenta come una sorta di
archivio caratterizzato dalla frammentazione e riduzione a forme geometriche
del dato naturale, dove organismi del regno vegetale sono immersi e
imprigionati nell’acqua, fonte di vita ma anche loro luogo di morte. L’installazione
possiede un carattere enciclopedico nel modo in cui presenta diversi esempi
botanici – raccolti tra giardini, parchi e strade di Roma – rifacendosi ai
testi antichi di classificazione e arricchendosi, attraverso lo sguardo ludico
dell’artista, di espedienti cromatici e geometrici.
Protagonista del lavoro è uno dei quattro
elementi: l’acqua, l’elemento primordiale, emblema della vita e fin
dall’antichità assunta, in contesti rituali e propiziatori, come mezzo di
purificazione salvifica e di rinascita. Nel suo scorrere l’acqua rappresenta il
tempo e per ciò stesso anche la morte – come nel fatale letto di Ofelia. In
questo lavoro, l’acqua è il mezzo in cui l’archivio di Mesa Capella si conserva
nel suo disfarsi, lasciando lentamente decomporre gli elementi naturali, che
egli ha selezionato e a suo modo catalogato e posti nello “spazio scenico”
dell’opera.
Autore: Pablo
Mesa Capella –Caratrice: Martina Adami
http://cargocollective.com/muga/Home
PROSEGUE
“Matisse. Arabesque” a cura di Ester
Coen
SCUDERIE DEL QUIRINALE – Roma – da Giovedi 5 Marzo a
Domenica 21 giugno 2015, orari vari, orari vari
“La preziosità o gli arabeschi non sovraccaricano mai i
miei disegni, perché quei preziosismi e quegli arabeschi fanno parte della mia
orchestrazione del quadro.”
In esposizione oltre cento opere di Matisse
con alcuni capolavori assoluti - per la prima volta in Italia - dai maggiori
musei del mondo: Tate, MET, MoMa, Puškin, Ermitage, Pompidou, Orangerie,
Philadelphia, Washington solo per citarne alcuni.
La
révélation m'est venue d'Orient scriveva
Henri Matisse nel 1947 al critico Gaston Diehl: una rivelazione che non fu uno
shock improvviso ma - come testimoniano i suoi quadri e disegni -viene
piuttosto da una crescente frequentazione dell'Oriente e si sviluppa nell'arco
di viaggi, incontri e visite a mostre ed esposizioni.
Arabesque, vuole
restituire un'idea delle suggestioni che l'Oriente ebbe nella pittura di
Matisse: un Oriente che, con i suoi artifici, i suoi arabeschi, i suoi colori, suggerisce uno spazio più vasto, un
vero spazio plastico e offre
un nuovo respiro alle sue composizioni, liberandolo dalle costrizioni formali,
dalla necessità della prospettiva e della "somiglianza" per aprire a
uno spazio fatto di colori vibranti, a una nuova idea di arte decorativa
fondata sull’idea di superficie pura.
Matisse
si lascia alle spalle le destrutturazioni e le deformazioni proprie
dell’avanguardia, più interessato ad associazioni con modelli di arte
barbarica. Il motivo della decorazione diventa per l’artista la ragione prima
di una radicale indagine sulla pittura. E' dai motivi intrecciati delle civiltà
antiche che Matisse coglie i principi di rappresentazione di uno spazio diverso
che gli consente di “uscire dalla pittura intimistica” di tradizione
ottocentesca.
Il
Marocco, l’Oriente, l’Africa e la Russia, nella loro essenza più spirituale e
più lontana dalla dimensione semplicemente decorativa, indicheranno a Matisse
nuovi schemi compositivi. Arabeschi, disegni geometrici e orditi, presenti nel
mondo Ottomano, nell’arte bizantina, nel mondo ortodosso e nei Primitivi
studiati al Louvre; tutti elementi interpretati da Matisse con straordinaria
modernità in un linguaggio che, incurante dell’esattezza delle forme
naturali, sfiora il sublime.
Curatrice: Ester
Coen, con un comitato scientifico composto da John Elderfield, Remi Labrusse e Olivier Berggruen,Matisse
Proposta dalle Scuderie del Quirinale, promossa dal
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, da Roma Capitale -
Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo.
Organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in coproduzione con MondoMostre e
catalogo a cura di Skira editore.
www.scuderiequirinale.it
Kirosegnaliamo
esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse darci comunicazione di eventi
con rilievo artistico-culturale può scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica
precedente, specificando chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo
previa specifica selezione all'inserimento …
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