Kiri, continuano le segnalazioni in Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Per sognare con voi, di settimana in settimana, alcuni suggerimenti, piccoli e grandi, sia In che Off, selezionati sulla base delle vostre importanti indicazioni, in pieno kirostile, qualità libera da tutto e da tutti.
in merito al TEATRO
DEBUTTI
"DIARIO
ELETTORALE" di e con Mario Migliucci
TEATRO STUDIO UNO - Sala Specchi - Roma - da giovedì 26 a domenica 29
maggio 2016, ore 21.15_dom ore 19.00
Nel
pieno della campagna elettorale che sta vivendo in questi giorni la città
eterna, arriva lo spettacolo “Diario elettorale”.
“Diario
elettorale” e’ un progetto di scrittura che ha visto succedersi più fasi di creazione
e sedimentazione. «La prima tappa risale, all’incirca dieci anni fa – spiega Mario Migliucci - alla stesura quotidiana di un diario sotto
forma epistolare, con destinataria una ragazza conosciuta nelle vesti di
scrutatore durante le operazioni di voto. Una ragazza mai più vista e sentita,
a cui un ipotetico giorno fare arrivare in qualche modo i messaggi a lei
destinati. In questa prima fase che ancora non prevedeva un’evoluzione teatrale
il dichiarato modello di riferimento è stato il romanzo “Che tu sia per me il coltello”
di David Grossman, autore a me particolarmente caro. Un secondo punto di
riferimento è stato “La giornata di uno scrutatore “di Italo Calvino,
illuminante esempio di cortocircuito tra vicenda personale e contesto generale,
limpido racconto di sentimenti e considerazioni di un servitore della
democrazia rappresentativa.»
Un
incontro al seggio, due giovani scrutatori al servizio della democrazia, Lei e
lui, ore e ore dietro a un banco, scambiandosi giusto qualche parola. Poi tutto
finisce, in attesa della prossima occasione: un referendum, le comunali, le politiche,
le europee, un ballottaggio, le regionali, ogni urna potrebbe essere quella buona
per rivedere Lei. In mezzo scorre la vita, scritta, raccontata, immaginata. Nel
mondo, fuori dal mondo. Legati da un filo invisibile, lanciato da lui senza che
Lei, l’eletta, nemmeno lo sappia.
Il seggio
elettorale, la politica e la vita che scorre sono gli elementi di uno spettacolo
intenso e coinvolgente giocato tra parole e musica in grado di far riflettere e
sorridere su una tematica quella del voto, importante, controversa e fortemente
attuale.
Autore, regista ,
interprete: Mario Migliucci - musiche dal vivo Mariaclara Verdelli - contributi
video Gianluca D’Apuzzo - luci Adalia Caroli - produzione Terre Vivaci
www.teatrostudiouno.com
PROSEGUONO
“TI
AMO, SEI PERFETTO, ORA CAMBIA - I LOVE YOU, YOU’RE PERFECT, NOW CHANGE" di Joe
Di Pietro e Jimmy Roberts
Adattamento italiano: Piero Di Blasio
TEATRO MARCONI - Roma - da venerdì 20 a domenica 22 e da venerdì 27 a domenica 29
maggio 2016 - ore 21.00_dom ore 17.30
Reduce da un tour che ha toccato diverse città italiane,
torna a Roma, per la Terza Stagione, “Ti
amo, sei perfetto, ora cambia”, lo spettacolo vincitore del premio
“Miglior musical Off”, agli Oscar Italiani del Musical 2015. Diretti da Marco
Simeoli, sul palco del Teatro Marconi di Roma, dal 20 al 29 maggio (dal venerdì
alla domenica), Daniele Derogatis, Piero di Blasio, Stefania Fratepietro,
Valeria Monetti portano in scena il testo di Joe di Pietro e Jimmy Roberts.
Che cosa avete pensato al primo appuntamento?
Volevate
scappare ma non trovavate la scusa?
Tu piacevi a lei...ma forse lei
mentiva.
Lei piaceva a te...ma le puzzava il fiato.
Lei piaceva a te...ma le puzzava il fiato.
Mentre ti baciava sei sicuro che stesse pensando a te?
E mentre la baciavi tu, hai pensato: “Oddio somiglia a mamma!” Sull’altare avresti voluto dire no? Potevi farlo...ma non lo hai fatto!
Forse perché eri innamorata. O hai solamente perso l’occasione giusta per dirlo? Per il primo anniversario avresti voluto regalarle un viaggio di sola andata per la Papuasia? Non preoccupatevi, non siete i soli. E non pensate di essere cattivi, siete semplicemente realisti e, forse, anche, a modo vostro, un po’ romantici!
E mentre la baciavi tu, hai pensato: “Oddio somiglia a mamma!” Sull’altare avresti voluto dire no? Potevi farlo...ma non lo hai fatto!
Forse perché eri innamorata. O hai solamente perso l’occasione giusta per dirlo? Per il primo anniversario avresti voluto regalarle un viaggio di sola andata per la Papuasia? Non preoccupatevi, non siete i soli. E non pensate di essere cattivi, siete semplicemente realisti e, forse, anche, a modo vostro, un po’ romantici!
Se sapete rispondere a queste domande e se volete rispondere
a queste domande venite a teatro dire potrete e anche voi: “Ti amo, sei
perfetto, ora cambia!”
Autori: Joe Di Pietro e Jimmy
Roberts- Regia Marco
Simeoli - Interpreti: Daniele Derogatis,
Piero Di Blasio, Stefania Fratepietro, Valeria Monetti - Al Piano Marcos Madrigal
- Emiliano Begni – Marco Bosco - Cambi scena emotivi: Serena Allegrucci - Costumi Valentina
Giura - Coreografie Stefano Bontempi - Luci di Marco Macrini
www.teatromarconi.it
"Il
Majorana Show" di
Claudio Pallottini
Supervisione
artistica di Gigi Proietti - Regia di Marco Simeoli
TEATRO
DEI SERVI - Roma -
da martedì 10 a domenica 29 maggio2016 - ore 21 da martedì a venerdì_ 17.30 e 21 sabato_17.30
domenica
Nel marzo del 1938 Ettore Majorana, il fisico più
geniale della generazione di Fermi, Bohr, Eisembergh e dei ragazzi di via
Panisperna, dopo aver espresso in due lettere il proposito di “suicidarsi”, e in un telegramma la decisione di non suicidarsi
più, si dilegua in maniera definitiva dalla storia, facendo perdere le sue
tracce e lasciando dietro di sé uno dei misteri più appassionanti e avvincenti
del ‘900.
Si è trattato di una scomparsa o di un suicidio? Ancora
oggi l’interrogativo rimane aperto e desta domande pressanti
sul ruolo della scienza e dei sui limiti. Domande che lo spettacolo scritto da
Claudio Pallottini pone in risalto riuscendo nella difficile impresa di far
ridere gli spettatori facendoli riflettere.
Sul
palco, trasformato nello studio di un talk show televisivo, si ricostruisce la
vicenda e la personalità di Ettore Majorana, in un divertentissimo gioco
teatrale che mescola commedia, cabaret, teatro di narrazione e documento, il
tutto rigorosamente sottoposto al filtro dell’ironia.
Un
caso storico scottante che, come ormai siamo abituati a vedere nella ritualità
televisiva, diventa un argomento da talk show.
Autore:
Claudio Pallottini - Supervisione artistica: Gigi Proietti - Regia: Marco
Simeoli - Interpreti: Marco
Simeoli - Il conduttore; Edoardo Baietti - Segretario inetto e raccomandato; Sebastiano Colla - Enrico Fermi; Andrea Giuliano - Prof.
Doorfman, psichiatra; Stefano
Messina - Edoardo Amaldi;
Nicola D’Eramo
– Sen. Arturo
Bocchini, capo della Polizia fascista;
Claudio Pallottini - Prof. Ricci; Carlotta Proietti -
La cantante; Elena Lo Forte – La cantante; Cristina Pensiero – Felicia, velina; Andrea Bianchi- Il pianista - Coreografie: Stefano Bontempi e
Cristina Pensiero- Tema
musicale: Stefano Fresi
La voce di
Ettore Majorana è di Massimiliano
Giovanetti
www.teatroservi.it
"Come vi piace"
da William Shakespeare
da un’idea di Ilaria Testoni
adattamento Glenda Ray
TEATRO ARCOBALENO - Roma – da mercoledì 11 a domenica 29 maggio 2016, ore
21.00_dom ore 17.30
William Shakespeare a 400 anni dalla morte è
ancora protagonista indiscusso della cultura mondiale; in questo storico
anniversario il Bardo è stato celebrato nei teatri, e non solo, di tutto il
mondo che hanno ridato vita ai suoi capolavori.
Per questa occasione anche Ilaria Testoni
rende omaggio al grande drammaturgo portando in scena una rilettura dell’opera Come vi piace,
attualizzandola e ambientandola nella Germania del 1933.
“Questa cosa che ho fatto per voi – ci dice
Shakespeare – prendetela come vi pare. So bene che ognuno vedrà questo mondo
che mostro a modo suo, e s’illuderà, forse, di capirlo e di poterlo spiegare.
Io sono casomai più vicino a chi non capisce. Non ho voluto che mostrarvi la
vita, guardata con occhio divertito o con occhio atterrito, la vita che non
capisco e non mi illudo di capire”
Come vi piace? Comico, tragico, grottesco,
giocoso, romantico? Parole vuote, promesse vane.
Se il pubblico non ne è divertito, commosso,
scosso, non vale la pena giocare al teatro, raccontare una storia, che sia un
po’nostra, che diventi vostra.
E’ solo fortuna o bravura?
Per questo una storia come le altre, d’amore e
di potere. Chi vince, il buono o il cattivo? Per Shakespeare la vita, sia nella
realtà che nella finzione, è più articolata, più ricca di sfumature. Perché
tutto il mondo recita una commedia, e la Fortuna svolge una parte determinante.
---
Germania, 7 aprile 1933. Come ci piace: Il
potere è simile a un cerchio nell’acqua, si allarga, si allarga, fin quando il
suo stesso ingrandirsi si risolve nel nulla.
Le storie di Shakespeare sono universali,
potrebbero appartenere a qualsiasi epoca, perché trattano i sentimenti di
uomini tra gli uomini, con passioni, amarezze e desideri di ogni tempo.
Qui la storia è ambientata in Germania, sul
nascere del nazismo, emblema di potere assurdo e crudele. E come in ogni
dittatura, l’arte ammaina la sua lacera bandiera, mettendo da parte i sogni.
Nella messinscena di Ilaria Testoni, lo
spettacolo diventa una storia di palcoscenico, dove gli attori di un cabaret
tedesco sono costretti a cercare altrove un luogo migliore dove poter vivere i
loro sogni, come fosse la foresta di Arden, luogo mitico e incontaminato. Ma
questi personaggi-attori si scontrano con la Storia e più che un’Arcadia
troveranno la realtà. Ma intanto, come
vuole Shakespeare, le coppie si formano, perché l’Amore è dietro l’angolo, a
sorprendere e riscaldare cuori doloranti.
E così, tra schermaglie d’amore e divertenti
equivoci si ristabilirà un nuovo equilibrio… fino all’arrivo del prossimo
malfattore.
Da William Shakespeare - da un’idea di Ilaria Testoni - adattamento Glenda Ray - regia: Ilaria
Testoni - Interpreti: Mauro
Mandolini, Laura Garofoli, Ilaria Amaldi, Camillo Marcello Ciorciaro, Barbara
Lo Gaglio, Roberto Di Marco, Michela Giamboni,
Paolo Benvenuto Vezzoso - scene:
Bruno Vitale - costumi: Cinzia
Ungaro - colonna
sonora: Ferdinando Nicci - coreografie: Ilaria
Amaldi - luci: Pietro
Sperduti
in collaborazione con
Associazione Le Perle di Novembre
circa la COMMEDIA
MUSICALE
"NON CE LA FACCIO PIÙ" diretto
da Annalisa Castelli
Commedia musicale
Liberamente tratto da Bianco,
Rosso e Verdone di Carlo Verdone
Per gentile concessione di
Carlo Verdone
TEATRO
DELL’ANGELO – Roma – da martedì 24 a domenica 29 maggio 2016 – ore 21.00_dom ore 17.30
Dopo il successo di Febbre da cavallo la compagnia
Polproduction torna al Teatro dell’Angelo con un altro grande classico della
commedia italiana, liberamente tratto da “Bianco Rosso e Verdone” di Carlo
Verdone, in scena “Non ce la faccio più - Commedia musicale”.
Diciotto tra attori, cantanti e ballerini daranno
vita alle scene più amate del film originale affiancate a caratterizzazioni e
rielaborazioni nate dal coinvolgimento attivo di tutta la compagnia. Nove brani
musicali inediti che racconteranno aspetti, a volte sorprendenti, di alcuni dei
personaggi principali.
“Nooon ce la faccio piùùùùùù!”
(Magda)
. Chi non ha mai pensato a questa scena di fronte a
un marito, un amico, un parente troppo puntiglioso? Furio è tra noi.
L’incarnazione della meticolosità, l’uomo che ha sempre la risposta giusta, la
soluzione perfetta ad ogni problema. E con lui la moglie Magda, vittima suprema
di questa pignoleria, e i due figli, Anton Giulio e Anton Luca, che forse ci
riserveranno delle sorprese.
Il tema - piuttosto attuale - è il viaggio verso Roma in occasione delle
elezioni per “fare il nostro dovere di cittadini italiani”. Mimmo è partito a
mezzanotte da Roma per andare a Verona (o era Vicenza?) a prendere sua nonna, e
fin dall’inizio le sue disavventure ci fanno ridere e intenerire, così come il
rapporto conflittuale con l’anziana signora, zoppicante e un po’ bisbetica, ma
in fondo sentimentale.
Pasquale Amitrano, l’emigrante, è un tipo taciturno, ma in tema di
sfortuna non ha nulla da invidiare a Mimmo, e suo malgrado si imbatte durante
il viaggio in una serie di personaggi improbabili che lo porteranno ad una
conclusione esplosiva! E poi ci sono Raul, il playboy “piacione” in cerca di
avventure, “Er Principe”, burbero camionista romano che cerca di sfuggire ai
guai, e una signora “che dice che fa la maestra” e che darà un’importante
lezione di vita al giovane Mimmo.
Fra lunghi tratti di autostrada e tappe in
autogrill le avventure, e le sventure, si alternano senza sosta, con finale a
sorpresa!
---
Per sostenere lo spettacolo, inoltre, da diversi
giorni è attiva una campagna di Crowdfunding sulla piattaforma “Produzione dal
basso”.
https://www.produzionidalbasso.com/project/non-ce-la-faccio-piu-commedia-musicale
---
Tratto da
Bianco Rosso e Verdone - Regia: Annalisa Castelli - Interpreti: Andrea Di
Persio, Giorgia Zaccagni, Filippo Velardi, Alessandra Galdenzi, Fernando Gatta,
Andrea Venditti, Marco Mazzerioli, Simona Spadaccia, Ilario Crudetti, Emiliano
Pandolfi, Davide Giacinti, Riccardo Battistelli, Alessandro Cola, Sofia Bidini,
Eleonora Matera, Sabrina Sgarra, Giorgia Mini, Marika Catini -Aiuto Regia: Sofia Bidini- Vocal
Coach: Giorgia Zaccagni
Direzione
musicale: Fabrizio Sciannameo - Brani inediti: Annalisa Castelli - Enrico De Angelis
- Coreografie: Linda
Mistretta Gisone - Sonetti: Alessandro “Bronson” Nobili
- Illustrazioni: Federico
Panella
www.teatrodell’angelo.it
per la DANZA
"ATERBALLETTO" tre nuovi lavori di Philippe Kratz, Andonis Foniadakis e Jiří
Kylián
- VI Festival
Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico -
TEATRO OLIMPICO - Roma - da materdì 24 e mercoledì 25 maggio 2016 ore 21.00
Nuovo
appuntamento del VI Festival Internazionale della Danza di Roma
della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico martedì 24 maggio (replica mercoledì 25, ore 21) con Aterballetto, compagnia di riferimento per la danza contemporanea
in Italia, ospite ormai abituale della manifestazione. La compagnia si presenta
quest’anno al Teatro Olimpico con due nuovi, lanciatissimi coreografi, Philippe Kratz e Andonis Foniadakis, e un classico del
calibro di Jiří Kylián con tre
lavori, al loro debutto nella capitale.
Il trittico si apre con SENTieri
di Philippe Kratz, coreografo e ballerino di Aterballetto dal 2008, che
per la compagnia ha creato alcune coreografie, fra cui la più recente SENTieri (2014), che così introduce: “Quando mi tornano
alla mente momenti della mia infanzia li rivivo intensamente, sento di nuovo la
mia risata, il salato delle lacrime sulle labbra… A volte però non è la memoria
ad accendere in me quelle sensazioni, al contrario, sono le emozioni del momento
che riportano in vita lontani ricordi ed è bello sentire che mai dimenticherò i
passi e le tappe che mi hanno fatto crescere”.
A SENTieri segue 14’20”
di Jiři Kylian, pluripremiato coreografo ceco, rappresentato in tutto il mondo,
coreografo ospite della compagnia. Si tratta di uno spettacolo per due
danzatori, realizzato per la prima volta nel 2007 e riallestito per
Aterballetto nel 2015: “Il titolo 14'20" – racconta lo
stesso Kylian - deriva dalla durata di questo pezzo. Ma ‘tempo’ è un termine
molto astratto! […] L’opera che ho realizzato non riguarda solo il ‘tempo’,
affronta anche altri temi quali la velocità, l’amore e l’invecchiamento. Tutto
molto semplice, ma anche incredibilmente complicato e, di sicuro, totalmente
inspiegabile”.
Ha
debuttato l’11 giugno 2015 al Teatro Strehler di Milano Antitesi, il nuovo lavoro del giovane coreografo greco Andonis
Foniadakis che chiude la serata del trittico, spettacolo che
racchiude in sé la volontà di mettere in gioco i contrari: locale e globale,
lento e veloce, astratto e concreto... Nello spirito del “tutto presente in
tempo reale” che distingue le nostre vite in questo millennio denso, veloce,
pronto a rompere tutti gli schemi, senza mai rinunciare però al passato.
Barocca e contemporanea, la musica scelta lega tra loro compositori connessi
emozionalmente, superando le barriere tra la classicità e la contemporaneità.
www.teatroolimpico.it
sulle MANIFESTAZIONI
"Non è un Teatro per Giovani Scene
Under 25"
TEATRO STUDIO UNO - Roma - da giovedì 12 maggio a
domenica 5 giugno 2016, ore 21.15_dom ore 19.00
Torna
protagonista al Teatro Studio Uno “Non è un teatro per giovani – Scene Under
25”, il progetto dedicato al dialogo e al confronto tra le giovani leve del
teatro e gli artisti affermati della scena contemporanea, con un focus sui lavori
di sei compagnie under 25.
Anche
quest’anno “Non è un teatro per giovani” si propone non solo di dare spazio
alle giovani compagnie ma essere un’occasione per creare relazioni e legami tra
le nuove formazioni e chi ha già vissuto sulla propria pelle l’esperienza di un
teatro per cui non si è mai abbastanza “adulti” per essere presi in
considerazione.
In
questa seconda edizione le compagnie selezionate si confronteranno con il
regista Dante Antonelli del Collettivo Sch,
vincitori del Roma Fringe Festival 2015 con lo spettacolo “FÄK FEK FIK – Le Tre Giovani” un riscrittura originale
del primo capitolo dei "Drammi Fecali" di Werner Schwab che li ha visti
vincitori anche dei premi: miglior drammaturgia
e migliore interpretazione alle tre attrici Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa
e Arianna Pozzoli.
Un artista giovanissimo della scena contemporanea che in
pochi mesi ha saputo conquistare l'attenzione di pubblico e critica con il suo
teatro fortemente attuale, energico e provocatorio, lavorerà con le compagnie
di “Non è un teatro per giovani” con il laboratorio SCHLAB - workshop breve due giorni
intensivi sabato 7 e domenica 8 maggio, in cui a partire da alcuni lavori di Werner Schwab si
esploreranno percorsi possibili di un teatro spoglio di spettacolo e carico
della presenza dell'attore su palco.
- Esporre;
spiegare se stessi è un lavoro: quindi incontra resistenze - Werner Schwab
Dal 12
maggio al 5 giugno gli artisti e compagnie under 25 selezionate andranno in
scena con il loro spettacolo nelle sale del Teatro Studio Uno.
QUESTA
SETTIMANA:
---- 26-29 maggio | Sala Teatro
"GUARDATE IL PAZZO"
regia Luca Pastore
In scena un uomo rinchiuso in un manicomio dice di
essere Gesù e racconta la sua storia facendola vivere al pubblico oltre che con
le sue parole anche grazie alla presenza di altri uomini che di volta in volta
impersonano i vari personaggi con cui interagirà: Maria e Giuseppe; Pietro,
Giuda e Maria Maddalena; Ponzio Pilato, Erode e il Fustigatore. La storia trova
le sue radici in ciò che si conosce nell’antico testamento della Bibbia, tutto
il percorso però viene riletto, integrato con ciò che è scritto in alcuni dei
vangeli apocrifi e dove ciò è stato utile o necessario è stato inventato nella
parte drammaturgica della scrittura dello spettacolo. Una ricerca su quello che
poteva essere Gesù Cristo uomo, con i difetti e le debolezze di un essere
umano.
www.teatrostudiouno.com
in merito alle LETTURE SCENICHE
CASA INTERNAZIONALE DELLE
DONNE -
Roma- da giovedì 26 a sabato 28 maggio 2016 – ore 21.00
Per la prima volta alla Casa
Internazionale delle Donne, in scena MARIA PAIATO, attrice e regista di TRE
RACCONTI, TRE
AUTORI, letture sceniche da Tommaso Landolfi, Dolores Prato, Ennio
Flaiano. Maria Paiato, attualmente considerata una delle migliori interpreti
del teatro italiano, sceglie di rappresentare LE DUE ZITTELLE,SCOTTATURE e UNA E
UNA NOTTE, tre grandi opere che meritano una riscoperta di attenzione e di
pubblico.
Le TRE SERATE si aprono, il 26 maggio, con LE DUE
ZITTELLE diTommaso Landolfi, scrittore schivo e
appartato che con questo racconto ritrae una vicenda familiare di Provincia, un
modo di intendere religione e socialità, servendosi di una lingua strabiliante
e incantatoria.
Nella seconda
serata, il 27 maggio, SCOTTATURE di Dolores
Prato, scrittrice fuori campo del ‘900 che racconta, in un’opera
quasi autobiografica, la fatica del suo dolore negli anni trascorsi nel
collegio di suore. Lo fa, con una scrittura così libera da ogni regola, da
rendere facile portare rispetto a dolore e strazio anche attraverso il gioco,
il divertimento e la comicità.
La terza
serata, il 28 maggio, MARIA PAIATO conclude la
rassegna conEnnio Flaiano, il
poeta non-poeta che produsse opere narrative tutte percorse da una vena
satirica e da un senso del grottesco. UNA E UNA NOTTE racconta
l’avventura di Graziano, fatuo vitellone felicemente irrisolto nell’Italia
degli anni ’60 così identica a quella di oggi.
TRE SERATE sono un viaggio, un incontro speciale tra scrittura e
teatro, un’intima complicità tra attrice e immaginazione del pubblico.
rispetto alle SERATE CON OSPITI
"apeRIVER"
by River
Thursday
is the new Saturday
CLOSING FIRST
SEASON
Live on Stage: BLANC e CLAUDIO CERA (from The Voice)
In attesa della Summer Edition, apeRIVER saluta l'inverno con
un concerto d'eccezione...
MARMO - Roma - Giovedì 26 Maggio 2016, dalle 19.00
Torna
l'ultimo appuntamento di una prima stagione invernale firmata apeRIVER, che
vedrà protagonista il talento degli emiliani Blanc, seguiti dall'energia di
Claudio Cera, tra gli ultimi interpreti di The Voice. Ad accogliere il
pubblico, ci saranno, come sempre, Giusva
(volto anche del GIAM) e i RiverBoys,
con i loro lecca lecca a forma di cuore.
Sembra ieri quando
l'aperitivo arcobaleno ed eterofriendly apeRIVER, dedicato a River Phoenix, ha mosso i suoi primi
passi, e di serata in serata, è cresciuto, raccogliendo sorrisi e collezionando consensi, in primis tra i tanti ospiti giunti a conoscerlo... In attesa di
una bollente Summer edition che
vedrà il marchio girare tra i più importanti palchi di riferimento della movida GLBT nazionale (dal Gay Village al Padova Pride Village), l'aperitivo eterofriendly che ha convinto
il pubblico gay ed etero chiude la sua prima stagione invernale sulle note dei
Blanc, il duo emiliano sperimentale vera
e propria rivelazione del momento, amatissimo sui social network con le loro cover realizzate nella loro
macchina. Blanc è il nome del progetto musicale di Andrea Spigaroli e
Lorenzo Buso, rispettivamente di 24 e 23 anni. Da sempre, i due amici
condividono la passione per la musica e passando molto tempo insieme,
cominciano a maturare l'idea di un progetto dalle sfumature pop, di cui
Spigaroli avrebbe curato la voce, mentre Buso si sarebbe occupato dell'aspetto
musicale. I due ragazzi fondono nei Blanc, tutto il loro background sonoro,
spaziando dal Blues al Rock, e poi Funk, R'n'B, Soul, Pop e molto altro ancora.
Dopo aver partecipato a MTV New
Generation, l'etichetta indipendente Giada Mesi propone loro un
contratto grazie al quale i Blanc hanno pubblicato Irrangiungibile e Tempo, due
pezzi che convincono il pubblico e li portano di diritto nel mondo dei
professionisti.
Oltre ai Blanc, il palco di
apeRIVER ospiterà Claudio Cera, reduce dall'esperienza a The Voice, dove era in forza al
#TeamPezzali. Romano, classe 1986, dopo aver studiato canto e doppiaggio, nel
2011 riesce ad entrare ad XFactor,
nella squadra guidata da Arisa. La
popolarità del programma, dove si classifica settimo, e l’esperienza acquisita,
gli danno l’opportunità di esibirsi ancora su grandi palchi come quello della
sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove duetta con
la “ex-giudice” Arisa. Nel 2012 arriva il primo singolo (“La mia vertigine”),
mentre l'anno dopo esce il primo album: “Claudio Cera”. Quest'anno l'ingresso a
“The voice of Italy”:
la sua blind audition incanta tutti e quattro i giudici e riceve 10mila
visualizzazioni su Youtube in poco più di una settimana. Cera entra a far parte
del team di Max Pezzali e arriva alle semifinali. É il cantante più acclamato
tanto che, nonostante l’eliminazione dal programma TV, i suoi canali social
continuano a crescere esponenzialmente. Attualmente sta lavorando ad un nuovo
singolo e ad un nuovo video. A giugno aprirà il concerto di Max Pezzali duettando nel brano degli
883 “Gli anni”.
L'appuntamento del 26 maggio
è sostenuto da Deliveroo, il nuovo servizio di food delivery di qualità,
pensato per tutti coloro che vogliono assaporare, a casa o in ufficio, i piatti
dei migliori ristoranti cittadini. Fondato a Londra nel 2013 da William Shu e
Greg Orlowsky, Deliveroo è presente in ben 12 paese tra cui l'Italia, dove il
servizio è attualmente attivo su Roma e Milano.
E' il giovedì più friendly che
ci sia, in ogni senso, che ha ospitato cantanti, attori, giornalisti. In questa
prima stagione, sul palco di apeRIVER, sono saliti, per un'esibizione
rigorosamente dal vivo i cantanti: Virginio,
Verdiana Zangaro, Roberta Pompa,
Simonetta Spiri, Greta Manuzi, Aba, Davide Papasidero, Dario Guidi, Andrea Maestrelli, Belaid,
Mirko Oliva, Chiara Dello Iacovo,
Arianna Alvisi, Cassandra De Rosa, Manuel Foresta, Giuseppe Salsetta, Marco De
Vincentiis, Daév, Andrea Orchi, Machella, Federico Baroni, Kaligola, Roberta
Carrese, Machella, Andrea Di Donna, Valerio Romagnoli, Frank Polucci, Andrea
Riccardi, Licia Missori, Diego Conti, Claire Audrin. Spazio anche agli
attori, come Michela Andreozzi, Max
Vado, Vincenzo De Lucia (che ha imitato Maria de Filippi e Barbara
D'Urso), Paola Pessot, Gioia Salvatori e
il suo “Cuoro”, il cast di “Siamo tutti gay”, Fabio Vasco diretto da Giovanni Franci (in una pillola
originale da “Matteo Diciannove,
Quattordici). E poi le interviste-spettacolo con i protagonisti Fabio Canino e Franca Leosini, personaggio cult amatissimo dalla comunità gay.
Tanti gli ospiti visti tra il pubblico di questo aperitivo: Mara Venier, Jerry Calà, Roberta Scardola,
Gianclaudio Caretta, Beppe Convertini, Pino Quartullo, Mirko Ranù, Leiner
e i Dear Jack.
www.marmomusicbar.it
del CINEMA
“Mortadello
e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio" diretto da Javier Fesser
NELLE SALE ITALIANE da giovedì 26 maggio 2016
MORTADELLO
E POLPETTA: ARRIVA LA PIÙ DEMENZIALE COPPIA DI SPIE MAI VISTE AL CINEMA
Realizzato interamente in computer
animation, una spy-story esilarante per
tutta la famiglia
La più
demenziale coppia di detective mai vista al cinema. Un pericolosissimo
energumeno di 300 chili con un cervello di 60 grammi. Un missile pronto a
esplodere e un cattivo spietato e per di più… sguercio. Sono gli ingredienti
della più improbabile spy story dell’anno, che arriverà sui grandi schermi italiani
il 26 maggio dopo il clamoroso successo riscontrato in Spagna e in altri paesi
europei.
Si
chiama “Mortadello e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio”, e ambisce al
titolo di film d’animazione più divertente dell’anno. Azione, colpi di scena,
tante risate e soprattutto ogni genere di catastrofi, che i protagonisti, la
più bizzarra coppia di investigatori mai vista sul grande schermo, dovranno
affrontare senza – letteralmente – esclusione di colpi.
Realizzato
interamente in computer animation e diretto dal regista spagnolo Javier Fesser,
Mortadello e Polpetta ha fatto incetta di premi tra cui il prestigioso premio
Goya (il più importante riconoscimento cinematografico spagnolo) come migliore
sceneggiatura e film d’animazione del 2015.
I due
protagonisti (nell’originale Mortadelo e Filemòn) sono i personaggi di uno dei
fumetti spagnoli più popolari in assoluto, pubblicato in numerosi Paesi del
mondo. Creati dalla matita di Francisco Ibáňez, hanno esordito per la prima
volta nel 1958, nel libro a fumetti per bambini “Pulgarcito” facendo il verso
già da allora ai vari 007 che iniziavano a combattere le peggiori
organizzazioni criminali. Ma mentre Bond aveva (ed ha ancora oggi) come nemico
la S.P.E.C.T.R.E., Mortadello e Polpetta se la dovettero vedere fin da subito
con organizzazioni temibili come, per dire, la N.O.N.N.A. o la R.A.N.A. Il loro
successo fu tale che negli anni ‘60 le due super spie divennero protagoniste di
diversi cartoni animati per la tv ma anche, nel 2003 e poi nel 2008, di due film
live-action.
Mortadello,
alto, senza capelli, con un paio di occhiali tondi che gli scivolano sul naso,
indossa sempre un redingote nero ed è un maestro del travestimento. Il suo nome
deriva proprio dalla nostra mortadella ed è un vero specialista in pasticci
d’ogni genere. Almeno quanto il suo partner Polpetta (Filemòn in originale), che
sulla carta dovrebbe essere l’uomo d’azione della coppia: la sua massima
aspirazione, infatti, sarebbe quella di essere una specie di James Bond. La
triste realtà è che riesce ad attirare su di sé ogni tipo di disastro possibile
sulla faccia della terra.
La
vicenda del film inizia con un vero e proprio colpo di teatro in grande stile: lo
spettacolare furto della preziosa cassaforte della T.I.A. (l’agenzia per cui
lavorano Mortadello e Polpetta e che fa il verso nella sua denominazione alla
C.I.A.) da parte nientedimeno che di Jimmy Lo Sguercio, un pericoloso criminale
dallo sguardo decisamente folle (uno sguardo, si potrebbe dire, in confronto al
quale quello del Jocker di Batman sembra estremamente posato).
Il
furto avviene sotto gli occhi del direttore dell’agenzia, Mister L. ed è qui
che entrano in scena i nostri eroi che, oltre a dover recuperare la cassaforte,
dovranno vedersela con una galleria di personaggi scombinati e divertenti, dal
professor Bacterio, capo inventore della T.I.A, all’ingombrante e temibile Tranciamuli,
un energumeno di 3 quintali appena uscito di prigione e intenzionato a
vendicarsi di Polpetta che lo ha fatto arrestare 15 anni prima.
Seguiranno
ogni genere di avventure e disavventure, tra inseguimenti in moto degni di
Mission Impossible e palazzi che crollano come nei più spettacolari disaster
movie, senza risparmiare una comparsata durante la diretta TV del Grande
Fratello ed esplosioni catastrofiche. Il tutto, condito dalla comicità e
simpatia che è la vera caratteristica di Mortadello e Polpetta.
Spagna
2015 - Animazione - Durata: 91min
Distribuito da Twelve
Entertainment e Sommo Indipendent Movie
Regia: Javier Fesser
www.twelventertainment.com
“STELLA CADENTE” di LUIS MIÑARRO
NELLE SALE ITALIANE da giovedì 26 maggio 2016
Arriva
in Italia, distribuito da Boudu-Passepartout in collaborazione con il Festival del Cine
Español e Exit Media, Stella cadente, l’ultimo film di uno dei
personaggi più poliedrici del cinema spagnolo: Luis Miñarro.
Stella cadente è un
lavoro del
tutto originale: film storico e melodramma d'amore, commedia pop e
musical camp, sogno gay ed equivoca festa erotica. Il film rifiuta ogni genere
e convenzione narrativa e si snoda attraverso i suoi tanti riferimenti
letterari, pittorici e musicali: da Baudelaire a Lucien Freud, passando per
Alain Barrière, Wagner, Caravaggio e molti altri. Guardando con ironia ai
canoni estetici degli anni Settanta, Stella cadente è un’aperta denuncia allo stato attuale della
società e della politica e indica l’arte e il cinema come uniche possibili vie
di fuga dal declino e dalla mediocrità proprie della contemporaneità.
La
storia è quella del breve regno spagnolo di Amedeo d’Aosta che giunge a Madrid
nel 1871. Armato di idee liberali e progressiste, presto vede i suoi ideali
scontrarsi con la realtà spagnola del periodo, dominata da intrighi, corruzione
e ogni bassezza di cui l’animo umano è capace. Costretto a passare la maggior
parte del tempo tra le mura del suo palazzo per timore che l’instabilità
politica sfoci in un attentato, dopo appena due anni Amedeo abdica, dichiarando
la Spagna ingovernabile.
Nel cast c'è anche l'italiano Lorenzo Balducci che recita al
fianco di Alex
Brendemühl, Bárbara Lennie, Lola Dueñas, Francesc Garrido, Alex Batllori,
Gonzalo Cunill e Francesc Orella.
Luis
Miñarro, produttore e regista catalano, nella sua carriera ha prodotto i lavori
di numerosi autori internazionali, fra cui Albert Serra (Honor de cavallería, 2006, vincitore del Torino Film Festival; El cant dels ocells, 2008) e Apichatpong
Weerasethakul (Lo zio Boonme che si
ricorda delle sue vite precedenti, 2010, vincitore della Palma d’oro a
Cannes). Come regista ha realizzato due documentari e altrettanti film di
finzione. È tra i produttori del nuovo film di Fabrizio Ferraro, Gli indesiderati. Europa! (in
preparazione) che verrà prodotto e distribuito da Boudu-Passepartout.
Spagna 2014 -Durata: 105 min - Lingua
originale Spagnolo con sottotitoli in italiano
Distribuitoda Boudu-Passepartout in collaborazione
con Festival del Cine Español e Exit Media.
Produdotto
da Eddie Saeta, Lluís Miñarro
Regia: Luis Miñarro - Sceneggiatura:
Luis Miñarro, Sergi Belbel - Cast: Alex
Brendemühl, Bárbara Lennie, Lorenzo Balducci, Lola
Dueñas, Francesc Garrido, Alex Batllori, Gonzalo Cunill e Francesc Orella.
Fotografia:
Jimmy Gimferrer - Montaggio: Nuria
Esquerra - Scenografia: Sebastian Vogler
- Costumi: Merce Paloma - Suono: Dani Fontrodona
www.boudu.it
intorno all'ARTE
PROSEGUONO
"[T]ESSERE" di #GiovanniPalmieri
PERSONALE
PITTORICA
Curatrice:
Maria Rita Ursitti - Organizzazione:
Andrea Alessio Cavarretta /Kirolandia corrente culturale/
NAT di Natalia Rinaldi - Roma - dal 14 Maggio al 12 Giugno 2016 - orari di apertura dello store
Il vernissage è accompagnato dal finger food curato da Cookinart
di Lucia D'Aloisio Mayo.
---
"Ogni
attimo è legato ad un altro, ogni pensiero, ogni idea, ogni emozione, ogni
tratto, ogni tassello di vita, come le trame di un tessuto intrecciato nel suo
infinito divenire..."
Giovanni
Palmieri
Giovanni Palmieri
incontra il pubblico con TESSERE, la sua nuova mostra. A tre anni dalla sua
prima personale pittorica, Giovanni Palmieri elabora con TESSERE un nuovo
concetto per ridefinire attraverso la sua arte collegamenti emotivi,
descrittivi, rappresentativi dell'essere.
TESSERE trame e
comporre TESSERE attraverso acrilici su tela di vari formati, completamenti
dell'equilibrio, riempimenti attraverso tratti e colori; tasselli, percorsi,
distanze che si ricongiungono, tanto da divenire parti di nessi, elementi di un
tutto sempre ridefinibile.
Un incontro
particolare di idee per la nuova personale di Giovanni Palmieri anche nella
scelta della prima location, infatti ad ospitare i dipinti è lo store NAT di
Natalia Rinaldi che apre le porte all'artista dando così lustro all'esposizione
intenta a fondersi con le eccezionali creazioni di moda al maschile della
famosa stilista.
L'organizzazione
della mostra è della corrente culturale KIROLANDIA
con la direzione di Andrea Alessio Cavarretta,
la curatrice è Maria Rita Ursitti, a loro è anche affidata la
particolare presentazione con letture della serata inaugurale.
TESSERE
proseguirà il suo percorso nel mese di Settembre a Napoli, città natale dell'artista.
Curatrice:
Maria Rita Ursitti - Organizzatore: Andrea Alessio Cavarretta /KIROLANDIA
corrente culturale (in fridaartes sezione artistica)/ - Allestimenti store: Maurizio Carrara designer - Food&Beverage vernissage: Cookinart di
Lucia D'Aloisio Mayo - Media partner: La Nouvelle Vague Magazine - Fotografia e
grafica: Federica Flavoni - Hair Stylist dell'artista: Lara del Zio (Camp 2,
Via Margutta, Roma)
Si
ringraziano anche Claudio Zocchi, Marco Ballanti, Germana Cantella, Antonella
Molvetti, Manuela Vitali, Alessandro Ientile, Silvia Elisabetta Cangelosi.
www.nataliarinaldi.it
"BARBIE. THE ICON " a cura di Massimiliano Capella
COMPLESSO
DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma - da venerdì 15
Aprile a domenca 30 Ottobre 2016, vari
orari
Barbie as Marilyn, 1997 © Mattel Inc. |
The Icon che, appena conclusasi al MUDEC – Museo
delle Culture di Milano, arriva a Roma al Complesso del Vittoriano.
Nella sede romana la mostra, prodotta da Arthemisia
Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Mattel, curata da
Massimiliano Capella, si è arricchita di nuovi prestiti dalla serie Barbie
Fashionista, tra cui i modelli Curvy, Tall e Petit, che riproducono le diverse
corporature femminili, e le wedding dolls della Coppia Reale inglese William e
Catherine.
Barbie. The Icon racconta l’incredibile vita di
questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e
culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia, ma - a differenza
di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dal passare del
tempo - ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e
attraversare epoche e terre lontane, rappresentando oltre 50 diverse
nazionalità, e rafforzando così la sua identità di specchio dell’immaginario
globale.
Dal giorno in cui ha debuttato al New York
International Toy Fair, esattamente il 9 marzo 1959, Barbie ha intrapreso mille
diverse professioni. È andata sulla luna, è diventata ambasciatrice Unicef e ha
indossato un miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa. Soprattutto
Barbie è cambiata con lo scorrere del tempo, non solo delle mode o della moda,
e si è trasformata per essere sempre al passo con il mondo. Ed è diventata una
vera e propria icona.
Il percorso espositivo è studiato per offrire
diversi livelli di lettura: alle informazioni di approfondimento storico e
culturale per il pubblico adulto, si affiancano postazioni pensate per i
bambini che, attraverso una serie di attività coinvolgenti, potranno
approfondire la storia di Barbie.
www.ilvittoriano.com
"Alphonse Mucha" a cura di
Tomoko Sato
Alphonse Mucha Le stagioni: Estate - 1896 - Serie di quattro pannelli decorativi - Litografie a colori, 103x54 cm ciascuna © Mucha Trust 2016 |
Alphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau. Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.
Mentre nel contesto dell’arte internazionale aumentava la sua fama, in Mucha crebbe forte il desiderio di contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e delle vicine regioni slave divise per secoli dalle potenze coloniali. Al di là di un’opulenza di facciata e di una visione modernista espresse dall’Esposizione universale di Parigi del 1900, nell’Europa centrale e orientale le tensioni politiche montavano. Mucha credeva nell’universalità dell’arte, nel suo potere d’ispirazione e di comunicazione, auspicando la creazione di un’unione spirituale dei popoli slavi e, in ultima analisi, di tutto il genere umano. L’artista sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche di qualsiasi background culturale avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra e per gli ideali utopici si manifesta nel suo capolavoro, l’Epopea slava (1911-28).
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, la prima grande retrospettiva dedicata a Roma all’artista ceco Alphonse Mucha è organizzata e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha.
Curata da Tomoko Sato, la mostra si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.
L’evento vede come sponsor Generali, special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia e media partner Vogue Italia.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira per Arthemisia.
Immagine a corredo: Alphonse Mucha Le stagioni:
Estate - 1896 -
Serie di quattro pannelli decorativi - Litografie a colori, 103x54 cm
ciascuna © Mucha
Trust 2016
www.ilvittoriano.com
"I Macchiaioli. Le
collezioni svelate" curata da Francesca Dini
Cristiano Banti, Ritratto della figlia Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm. Collezione privata |
Con il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e
Turismo del Comune di Roma, la mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate
curata da Francesca Dini è prodotta e organizzata daDart - Chiostro del
Bramante e Arthemisia Group.
La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate apre
al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo e ha il pregio di presentare al
pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo,
collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li
ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del
passato - come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo,
Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli,Enrico Checcucci, Camillo Giussani,
Mario Borgiotti - oggi sono confluite per lo più in collezioni private e
rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano
del XIX Secolo.
In mostra oltre 110 opere che rappresentano la
punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca,
personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la
pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i
quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli
autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in
difficili momenti, queste opere - in grado di assecondare il piacere estetico e
arricchire le più grandi quadrerie - sono diventate capolavori ricercati anche
dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.
In un percorso di 9 sezioni - ciascuna intitolata
alla collezione di provenienza - il visitatore ha la possibilità di scoprire i
Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’Ottocento italiano e il
clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi,
ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno
ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco
Signorini - fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un
capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso(1895) di Federico
Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di
Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde(1875)
e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide
Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse
(1863) diOdoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto
della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.
In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra
Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali
dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di
pittori.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il
catalogo è edito da Skira.
Immagine
a corredo: Cristiano Banti, Ritratto della figlia
Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm. Collezione privata
www.chiostrodelbramante.it
"Correggio e
Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento" a cura di David Ekserdjian
SCUDERIE DEL QUIRINALE – Roma – da sabato 12 marzo a domenica
26 giugno 2016, orari vari.
Attraverso una selezione di capolavori provenienti
dai più importanti musei del mondo, la mostra mette a confronto i percorsi di
due astri assoluti del Rinascimento italiano, Antonio Allegri detto Il
Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto Il Parmigianino (1503-1540).
Grazie al formidabile talento di questi due artisti, la città di Parma divenne
all’inizio del XVI secolo un centro artistico in grado di competere a pieno
titolo con le grandi capitali dell’arte italiana come Roma, Firenze e Venezia.
Correggio si recò a Parma solo alla fine degli anni
Dieci del Cinquecento, quando era già all’apice della carriera, e vi rimase per
il resto della sua vita. Con l’intento di esaminarne l’intero percorso artistico,
sono stati selezionati in mostra circa venti dipinti che sottolineano
opportunamente non solo la straordinaria carica emotiva e la gamma di
sentimenti espressi dal Correggio pittore di immagini religiose, ma anche le
sue opere di soggetto mitologico, che ebbero un’enorme influenza sugli artisti
successivi, dai Carracci, a Watteau, fino a Picasso.
Si potranno ammirare capolavori come la Madonna
Barrymore (Washington, National Gallery of Art), il Ritratto di dama (San
Pietroburgo, Museo Statale dell’Ermitage), Il martirio di Quattro santi (Parma,
Galleria Nazionale); Noli me tangere (Madrid, Museo del Prado), La Scuola di
Amore (Londra, National Gallery); Danae (Roma, Galleria Borghese).
Quanto a Parmigianino, la cui carriera lo vide
attivo anche a Roma e a Bologna, il numero di dipinti esposti sarà all’incirca
lo stesso, ma accanto a quelli di soggetto religioso e mitologico, l’accento
sarà posto anche sugli spettacolari risultati ottenuti nel genere del ritratto.
Una ampia selezione di opere su carta metterà in evidenza la profonda diversità
del loro approccio alla pratica del disegno: quello sostanzialmente funzionale
di Correggio sarà accostato alla produzione incomparabilmente più ricca e varia
di Parmigianino, artista mosso da un bisogno quasi ossessivo di disegnare. Tra
i capolavori presenti in mostra si ricorda la grandePala di Bardi, prima opera
realizzata dall’artista all’età di sedici anni, il monumentale San Rocco
dipinto per la Basilica di San Petronio a Bologna, la Conversione di Saulo
(Vienna, KUnsthistorisches Museum); la Madonna di San Zaccaria (Firenze,
Gallerie degli Uffizi); la celeberrima Schiava turca della Galleria Nazionale
di Parma e la cosiddetta "Antea", tra i ritratti più sofisticati e
misteriosi di tutto il Cinquecento.
Oltre a Correggio e Parmigianino, che naturalmente
saranno i protagonisti dell’evento espositivo, la mostra include anche dipinti
e disegni di altri quattro artisti meno celebri ma non meno talentuosi della
cosiddetta Scuola di Parma – Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani,
Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano – a dimostrazione del fatto
che uno degli effetti più notevoli della presenza a Parma di Correggio e
Parmigianino fu proprio l’emergere di una cerchia di allievi e discepoli.
A cura di
David Ekserdjian
Immagine
a corredo: Parmigianino (Francesco Mazzola), Ritratto di giovane donna detta
"Schiava turca" (particolare). Parma, Galleria Nazionale.
Su
concessione del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo –
Polo Museale dell’Emilia Romagna. E’ vietata la duplicazione o riproduzione con
qualsiasi mezzo.
www.scuderiequirinale.it
Street Art - Banksy &
Co.
PALAZZO PEPOLI - Museo della Storia di Bologna - Bologna - da venerdì 18 marzo a domenica 26 giugno 2016, vari orari
Sul finire degli anni Sessanta del ‘900, nuove
pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale,
con l’intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto
l’etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica
indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo,
utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente
innovative. Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo
urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività
contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città
del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come
punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per
Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro
segno sui muri. Dal 18 marzo al 26 giugno 2016 questa forma d’arte è raccontata
nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli -
Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art -
Banksy & Co. L’evento porterà inoltre per la prima volta in Italia la
collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della
Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from
the Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e
fotografie del Museo. Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole
individuare la New York del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei
più grandi graffiti writers e street artists statunitensi come Dondi White,
Keith Haring, e Lady Pink. La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione
Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia
Group, curata da Luca Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende
spiegare il valore culturale e l’interesse artistico della street art. Il
progetto nasce dalla volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di
Genus Bononiae, e di un gruppo di esperti nel campo della street art e del
restauro con l’obiettivo di avviare una riflessione sui principi e sulle
modalità della salvaguardia e conservazione di queste forme d’arte. Il progetto
di “strappo” e restauro, una sperimentazione condotta dal laboratorio di
restauro Camillo Tarozzi, Marco Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri
bolognesi di Blu - uno dei dieci street artists migliori al mondo come riporta
una classifica del The Guardian del 2011 -, quali il grande murale delle ex
Officine di Casaralta (Senza titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex
Officine Cevolani (Senza titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è
parso come un’occasione propizia per una mostra che vuole contribuire
all’attuale dibattito internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica
pone l’attenzione sul problema della salvaguardia di queste testimonianze
dell’arte contemporanea e della loro eventuale e possibile
“musealizzazione” a discapito dell’originaria
collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri. La
mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze
sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per
quell’estetica che nacque a New York negli anni ‘70 grazie alla passione per il
lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città.
Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per
creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il
modo in cui sono state recepite dalla società. Il patrimonio artistico è
protagonista dell’inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua
corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo
ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. Il fine
utopistico e l’intento sono proteggere e conservare questa forma d’arte e
portare le attuali politiche culturali a riconoscere l’esigenza di una
ridefinizione degli strumenti d’intervento nello spazio urbano perché i
graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto
delle persone, l’Arte intera di questo secolo.
www.mostrastreetart.it
www.genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/
"La seduzione
dell’antico Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto" a cura
di Claudio Spadoni
MAR – Museo d'Arte della città di Ravenna - Ravenna - da domenica 21
febbraio a domenica 26 giugno 2016, vari orari
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR
Ravenna . Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Con il
sostegno di CMC Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, CNA Servizi Ravenna
“Quel non so
che di antico e di moderno...” lo scriveva Carlo Carrà dopo la stagione
futurista, in un tempo in cui - era il 1916 - egli stesso era ormai rivolto a
un ripensamento del passato, come scrisse nei suoi due saggi Parlata su Giotto
e Paolo Uccello costruttore. Un pensiero, quello di Carrà, ambiguamente
definito “il ritorno all’ordine” che ormai andava diffondendosi anche oltre i
confini, dopo le “avventurose” sortite delle avanguardie che avevano segnato il
primo Novecento fino alla Grande Guerra. Ma se la fase delle avanguardie
storiche non poteva dirsi conclusa, almeno fino all’entrata in scena del
Surrealismo - di cui il manifesto del 1924 ne suggella la nascita -, il clima
storico era profondamente mutato, come testimoniano i “cambiamenti di rotta” di
diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie. La mostra La seduzione dell’antico. Da
Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto narra quanto sia stato
insopprimibile il richiamo all’“antico” lungo tutto il Novecento, come
testimoniato opere di artisti quali De Chirico, Morandi, Carrà, Martini,
Casorati, Sironi, Scipione, Fontana, Guttuso e Clerici, Schifano, Festa,
Angeli, Ceroli, Paolini, Pistoletto, Ontani, Mariani, Paladino, Duchamp, Man
Ray, Picasso e Klein esposte al MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna dal
21 febbraio al 26 giugno 2016. La
mostra, promossa dal MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna, realizzata
grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e a
cura di Claudio Spadoni, ripercorre la storia del Novecento documentando
artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all'“antico” non solo di coloro
estranei alle trasgressioni delle avanguardie, ma anche di molti che, senza
rinnegare la loro appartenenza a movimenti o tendenze, hanno attinto all’antico
proponendo un ritorno alla figuratività più quieta, appoggiata ai valori della
tradizione. Una tradizione intesa come
restituzione moderna di modelli dell’antico, anche fino all’esplicita
citazione; oppure in forma evocativa, come pretesto per una rilettura inedita,
come uno sguardo disincantato rivolto a opere e figure mitizzate del passato da
contestualizzare nella contemporaneità, per giungere alle operazioni più
disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti. Attraverso otto sezioni
l’esposizione racconta protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà, Martini e
Casorati; il periodo cruciale del “ritorno all’ordine” fra le due Guerre quando
prima Sironi e poi gli artisti italiani più significativi esponevano sotto
l’etichetta del “Novecento”, il movimento promosso da Margherita Sarfatti; fino narrare il
Realismo magico, le versioni diversissime del Neobarocco, da Scipione a Fontana
a Leoncillo; illustrare attraverso le loro opere figure di artisti quali
Guttuso e Clerici; la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli,
Ceroli, e quindi, nel pieno dell'Arte Povera, raccontare di Paolini e
Pistoletto. E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino e la rilevante
presenza di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein. Il Novecento è stato il secolo all’insegna
del “nuovo” che ha visto le avanguardie dei primi decenni e quindi le
neoavanguardie del secondo dopoguerra protagoniste della scena artistica
internazionale, che la mostra intende descrivere, a cui la critica, i Musei, le
Fondazioni e il mercato dell’arte hanno rivolto sempre maggiori
attenzioni.
Comitato
scientifico Antonio Paolucci, Elena Pontiggia, Marco Bazzocchi, Claudio Spadoni
www.arthemisia.it www.mar.ra.it
"IL SIMBOLISMO Dalla Belle Époque alla
Grande Guerra" a
cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in
collaborazione con Michel Draguet.
PALAZZO
REALE - Milano - da mercoledì 3
febbraio a domenica 5 giugno 2106 - orari vari
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
www.palazzorealemilano.it
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