Kiri, continuano le segnalazioni in Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Per sognare con voi, di settimana in settimana, alcuni suggerimenti, piccoli e grandi, sia In che Off, selezionati sulla base delle vostre importanti indicazioni, in pieno kirostile, qualità libera da tutto e da tutti.
in merito al TEATRO
Il suo vero nome è Barbara Millicent Roberts, ma
per tutti è solo Barbie. Barbie è molto più di una semplice bambola. È un’icona
globale, che in 56 anni di vita è riuscita ad abbattere ogni frontiera
linguistica, culturale, sociale, antropologica. Per questo motivo la sua figura
attrae sempre più l’attenzione come fenomeno culturale e sociologico tanto da
dedicarle mostre come Barbie.
COMPLESSO DEL VITTORIANO - ALA BRASINI - Roma - da venerdì 15 aprile a domenica 11 settembre 2016, vari orari
Alphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau. Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.
Mentre nel contesto dell’arte internazionale aumentava la sua fama, in Mucha crebbe forte il desiderio di contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e delle vicine regioni slave divise per secoli dalle potenze coloniali. Al di là di un’opulenza di facciata e di una visione modernista espresse dall’Esposizione universale di Parigi del 1900, nell’Europa centrale e orientale le tensioni politiche montavano. Mucha credeva nell’universalità dell’arte, nel suo potere d’ispirazione e di comunicazione, auspicando la creazione di un’unione spirituale dei popoli slavi e, in ultima analisi, di tutto il genere umano. L’artista sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche di qualsiasi background culturale avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra e per gli ideali utopici si manifesta nel suo capolavoro, l’Epopea slava (1911-28).
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, la prima grande retrospettiva dedicata a Roma all’artista ceco Alphonse Mucha è organizzata e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha.
Curata da Tomoko Sato, la mostra si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.
L’evento vede come sponsor Generali, special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia e media partner Vogue Italia.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira per Arthemisia.
Con il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e
Turismo del Comune di Roma, la mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate
curata da Francesca Dini è prodotta e organizzata daDart - Chiostro del
Bramante e Arthemisia Group.
"TI
AMO DA MORIRE" di Danilo De Santis
TEATRO L’AURA - Roma - da lunedì 30 e martedì 31 maggio 2016 - ore 21.00
Una
dogana. Tre donne sole, in estenuante attesa. Nessuno, in quel luogo desolato,
ad alzare la sbarra per lasciarle passare al di là. L’arrivo di un doganiere,
in apparente stato confusionale, non soddisferà nell’immediato le aspettative
delle viaggiatrici. Il passaggio della frontiera si rivela sottoposto a regole
rigide e complesse, legate strettamente al passato personale di chi si appresta
ad uscire. Una sola delle tre donne, Lucrezia, custodisce gelosamente il
segreto per cui sarà possibile che la sbarra della dogana si alzi. Lo
sprovveduto doganiere è in realtà la leva centrale, sebbene inconsapevole, del
misterioso meccanismo. Il ritrovamento di una lista di nomi, nel gabbiotto
della dogana, aprirà uno spiraglio e costringerà la depositaria del segreto a
rivelare l’arcano: ognuno dei viaggiatori in attesa è in realtà una celebre
vittima di omicidio e potrà finalmente entrare nel mondo dell’eternità solo
quando il proprio caso sarà risolto e il proprio omicida arrestato. Il
doganiere si rivela essere sospeso in uno stato di coma, quindi alla frontiera
fra la vita e la morte: sarà grazie a lui, in quanto tramite fra i due mondi, a
doversi risolvere ogni singolo caso. Il numero dei viaggiatori bloccati
continua nel frattempo ad aumentare. Le storie si intrecciano, nascono nuovi
amori, finché il primo caso viene risolto dal doganiere-detective e la sbarra
si alza. Ma la possibilità di varcare la soglia dell’eternità non è accolta con
il previsto entusiasmo: non tutti, infatti, hanno interesse a che il proprio
nome scompaia per sempre dalle prime pagine dei mass media.
Una
commedia brillante sul desiderio compulsivo di notorietà, che contagia gli
assassini, i parenti, gli amici e perfino le vittime stesse, dopo il trapasso.
Scritto e diretto da Danilo De Santis -
Interpreti: Maria Sofia Palmieri, Sara Colelli, Antonella Bernabei, Luigi Di
Stefano, Davide De Angelis, Claudio Losavio - Scenografia: Riccardo Polimeni -
Aiuto regia: Marco Sicari
www.regisassociazioneculturale.it
"APELUTHESAN LO SPECCHIO DEL SOLE" atto unico di Lucio Castagneri
per la regia di Angelica Prezioso
TEATRO TRASTEVERE -
Roma - da giovedi 2 a domenica 5 giugno ore 21.00_dom ore 18.00
Ma è come quando nel teatro si vede tutto quello che
c'è lì ma non si sa ancora cosa deve accadere. E poi alla fine si capisce che
le cose son sempre le stesse, tranne se arriva un dio e cambia tutto
In
primo piano due donne, due gladiatrici costrette dagli uomini a combattersi, uomini che vendono le donne
come "vacche" al macello affinché
lottino per il proprio piacere.
La lotta individuale coinvolgerà tutti i personaggi,
perdurando per tutta la pièce
come compito scenico di tutti gli attori e rivelandosi
come nodo drammaturgico dello spettacolo...
Achillia
(Erica Zambelli), Amazon (Valeria Romanelli), Iucunda (Paola Surace), Quinto
(Stefano Santini), Rufo (Christian Laiontini), Cinzia (Giorgia Sunseri), Curzio
(Stefano Scarfone) e per ultima la regista Angelica Prezioso, sono gli
attori che assolveranno l'arduo compito
di traghettarci negli oscuri paesaggi
emotivi, di questa "tragedia", che cela dentro di sé una certa levità
di cechoviana memoria. Per quanto gravi siano i fatti, la
relazione che intercorre tra i
personaggi rivela una sintomatica frivolezza, che ci spinge a ridere, ogni
qualvolta nei dialoghi più intimi tra i protagonisti la profondità emozionale
del dramma cede il passo all'ironia.
La
messa in scena sarà avvolta da una trama sonora a cura di Stefano Scarfone, in scena Curzio, che
attraverso la sua chitarra, sarà
polimorfo cantore del dramma umano dei personaggi. Si avverte
l'entusiasmo di una giovane leva, Angelica
Prezioso, alle prese con un testo energico, permeato da grande sostanza
drammaturgica e letteraria.
La
sfida è restituire al pubblico un dramma apparentemente sganciato dal nostro
tempo e dal nostro spazio, anche per la sua dimensione linguistica. Sfida
questa sapientemente accolta dalla regista,
dagli attori, dai musici e dalle maestranze con una messa in
scena fluida e accattivante.
Autore:
Lucio Castagneri- Regista: Angelica Prezioso - Cast: Achillia (Erica Zambelli),
Amazon (Valeria
Romanelli), Iucunda (Paola Surace), Quinto (Stefano Santini), Rufo (Lucio
Castagneri), Cinzia (Giorgia Sunseri), Curzio (Stefano Scarfone)
sulle MANIFESTAZIONI
Un posto esclusivo che non esclude nessuno. Da 15 anni.
PARCO DEL NINFEO - Roma - da mercoledì 1 giugno a sabato 3 settembre
2016 - dal giovedì al sabato, dalle ore 19.00
Il 1°Giugno 2016, il Gay Village apre le porte alla stagione estiva e festeggia il suo
quindicesimo anno di età, diventando per l’occasione College, nella piena tradizione
trasformista della manifestazione,
invadendo la città con una campagna pubblicitaria appositamente creata dai CUT,
che porta all'interno della struttura scolastica, il colore e la vivacità
della cultura LGBTQI. La preside
Vladimir Luxuria (al timone della
direzione artistica per il quarto anno consecutivo), è certa che sarà
proprio l'uguaglianza, l'insegnante
migliore per le migliaia di
frequentatori dell'evento capitolino per
eccellenza, che verrà inaugurato dalla speciale presenza della madrina Mara
Venier.
Puntando
l'attenzione sulla tematica del gender nelle scuole e sulle tante sfumature che ancora dividono la
nazione, il Gay Village propone al
pubblico 45 date estive (42 dal giovedì
al sabato, più 3 date extra: 1° e 28 giugno e 14 agosto), erigendo così la
propria scuola dell'inclusione, che da sempre auspica un Paese Libero e Civile,
dove la voglia di conoscenza si fonda alla voglia di divertimento del pubblico, dando vita ad un unico corpo dalla doppia anima. Oltre 15'000 metri quadri, una media di 5000 ingressi al giorno, tre differenti piste con diverse
offerte musicali (Pop, House & Hit),
aree tavoli riservate, quattrocento impiegati ed una programmazione artistica
variegata, che propone in modo trasversale appuntamenti di teatro,
interviste-spettacolo, concerti, proiezioni e le tanto attese Lectio
Magistralis, momenti in cui gli ospiti invitati, approfondiranno argomenti
colti, spinosi o semplicemente attuali, sempre nello stile Gay Village.
Anche quest'anno, a
sostegno della coloratissima kermesse,
non mancherà il supporto radiofonico di M2O - Radio allo stato puro, emittente
presente all'interno del parco con una postazione fissa da cui trasmetterà le
calde notti arcobaleno dalle 22.00 a
Mezzanotte.
FOCUS EVENTI di QUESTA
SETTIMANA:
>>> mercoledì 1 giugno dalle ore 21.00 - INAUGURAZIONE GAY VILLAGE COLLEGE
con i saluti istituzionali del Presidente della
Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Presidente del IX Municipio Andrea Santoro,
l’augurio della Madrina della Serata Mara Venier, le performance di Ondadurto
Teatro e la comicità di Vincenzo De Lucia.
A seguire, la proiezione della sigla Who is Afraid
of Gender? di Immanuel Casto e Romina Falconi
LECTIO MAGISTRALIS
>>> giovedì 2 giugno, ore 22:00 - 23:30 - KRZYSZTOF
CHARAMSA – Religione e Omosessualità
TEATRO
>>>
venerdì 3 giugno, ore 21:30 - 23:30 - OMAGGIO A PAOLO POLI con Pino Strabioli
GRANDI CONCERTI
>>>
sabato 4 giugno, ore 21:30 - 23:30 NOEMI CONCERTO LIVE "Cuore
d'Artista"
----
DISCO dal giovedì al sabato, dalle 23.30 alle 4.00 /Aula Pop - Aula Hit - Aula
House/
www.gayvillage.it
"Non è un Teatro per Giovani Scene
Under 25"
TEATRO STUDIO UNO - Roma - da giovedì 12 maggio a
domenica 5 giugno 2016, ore 21.15_dom ore 19.00
Torna
protagonista al Teatro Studio Uno “Non è un teatro per giovani – Scene Under
25”, il progetto dedicato al dialogo e al confronto tra le giovani leve del
teatro e gli artisti affermati della scena contemporanea, con un focus sui
lavori di sei compagnie under 25.
Anche
quest’anno “Non è un teatro per giovani” si propone non solo di dare spazio
alle giovani compagnie ma essere un’occasione per creare relazioni e legami tra
le nuove formazioni e chi ha già vissuto sulla propria pelle l’esperienza di un
teatro per cui non si è mai abbastanza “adulti” per essere presi in
considerazione.
In
questa seconda edizione le compagnie selezionate si confronteranno con il
regista Dante Antonelli del Collettivo Sch,
vincitori del Roma Fringe Festival 2015 con lo spettacolo “FÄK FEK FIK – Le Tre Giovani” un riscrittura originale
del primo capitolo dei "Drammi Fecali" di Werner Schwab che li ha visti
vincitori anche dei premi: miglior drammaturgia
e migliore interpretazione alle tre attrici Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa
e Arianna Pozzoli.
Un artista giovanissimo della scena contemporanea che in
pochi mesi ha saputo conquistare l'attenzione di pubblico e critica con il suo
teatro fortemente attuale, energico e provocatorio, lavorerà con le compagnie
di “Non è un teatro per giovani” con il laboratorio SCHLAB - workshop breve due giorni
intensivi sabato 7 e domenica 8 maggio, in cui a partire da alcuni lavori di Werner Schwab si
esploreranno percorsi possibili di un teatro spoglio di spettacolo e carico
della presenza dell'attore su palco.
- Esporre;
spiegare se stessi è un lavoro: quindi incontra resistenze - Werner Schwab
Dal 12
maggio al 5 giugno gli artisti e compagnie under 25 selezionate andranno in
scena con il loro spettacolo nelle sale del Teatro Studio Uno.
QUESTA
SETTIMANA:
---- 2-5 giugno| Sala Specchi
FIN
di e con Alessandro Businaro e Barbara Venturato
“FIN.” non è soltanto una conclusione, un punto
d’arrivo da cui non v’è più partenza. E’ precisamente il momento che lo
precede. E’ un combattimento faccia a faccia, uno scontro all’ultimo sangue in
cui le parole divengono come vere e proprie lame affilatissime che trafiggono
senza pietà il corpo avversario. Un uomo e una donna, una luce glaciale e il
palco vuoto che da anni li ha visti condividere tutto, anche la stessa
professione di attori. Tra di loro però qualcosa è cambiato, e cambierà,
profondamente. Niente mezze misure o eufemismi nel rispettivo flusso di
considerazioni e accuse, che invece viene lasciato scorrere a ruota libera,
trasformandosi in una terribile tempesta che stravolge e spazza via le
sicurezze prima dell’uno e poi dell’altro, ogni volta impotente nel reagire
rispondendo all’istante. Il fascino e il dramma di come un uomo e una donna,
“lui” e “lei”, non possano inevitabilmente essere più gli stessi quando si
giunge alla “cesura di un amore”.
www.teatrostudiouno.com
“LA BAMBINA E IL SOGNATORE" di Dacia Maraini
BIBLIOTECA SANTA
MARINELLA - Santa Marinella (Roma) - martedì 31 maggio 2016_ ore
18.00
“Bibliotechi…amo "Alla Biblioteca Civica “A.
Capotosti” la scrittrice DACIA MARAINI presenta il suo ultimo libro “La
bambina e il sognatore” ed. Rizzoli.
www.bibliotechesbcs.eu
del CINEMA
PROSEGUONO
“Mortadello
e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio" diretto da Javier Fesser
NELLE SALE ITALIANE da giovedì 26 maggio 2016
MORTADELLO
E POLPETTA: ARRIVA LA PIÙ DEMENZIALE COPPIA DI SPIE MAI VISTE AL CINEMA
Realizzato interamente in computer
animation, una spy-story esilarante per
tutta la famiglia
La più
demenziale coppia di detective mai vista al cinema. Un pericolosissimo
energumeno di 300 chili con un cervello di 60 grammi. Un missile pronto a
esplodere e un cattivo spietato e per di più… sguercio. Sono gli ingredienti
della più improbabile spy story dell’anno, che arriverà sui grandi schermi
italiani il 26 maggio dopo il clamoroso successo riscontrato in Spagna e in
altri paesi europei.
Si
chiama “Mortadello e Polpetta contro Jimmy lo Sguercio”, e ambisce al
titolo di film d’animazione più divertente dell’anno. Azione, colpi di scena,
tante risate e soprattutto ogni genere di catastrofi, che i protagonisti, la
più bizzarra coppia di investigatori mai vista sul grande schermo, dovranno
affrontare senza – letteralmente – esclusione di colpi.
Realizzato
interamente in computer animation e diretto dal regista spagnolo Javier Fesser,
Mortadello e Polpetta ha fatto incetta di premi tra cui il prestigioso premio
Goya (il più importante riconoscimento cinematografico spagnolo) come migliore
sceneggiatura e film d’animazione del 2015.
I due
protagonisti (nell’originale Mortadelo e Filemòn) sono i personaggi di uno dei
fumetti spagnoli più popolari in assoluto, pubblicato in numerosi Paesi del
mondo. Creati dalla matita di Francisco Ibáňez, hanno esordito per la prima
volta nel 1958, nel libro a fumetti per bambini “Pulgarcito” facendo il verso
già da allora ai vari 007 che iniziavano a combattere le peggiori
organizzazioni criminali. Ma mentre Bond aveva (ed ha ancora oggi) come nemico
la S.P.E.C.T.R.E., Mortadello e Polpetta se la dovettero vedere fin da subito
con organizzazioni temibili come, per dire, la N.O.N.N.A. o la R.A.N.A. Il loro
successo fu tale che negli anni ‘60 le due super spie divennero protagoniste di
diversi cartoni animati per la tv ma anche, nel 2003 e poi nel 2008, di due
film live-action.
Mortadello,
alto, senza capelli, con un paio di occhiali tondi che gli scivolano sul naso,
indossa sempre un redingote nero ed è un maestro del travestimento. Il suo nome
deriva proprio dalla nostra mortadella ed è un vero specialista in pasticci
d’ogni genere. Almeno quanto il suo partner Polpetta (Filemòn in originale),
che sulla carta dovrebbe essere l’uomo d’azione della coppia: la sua massima
aspirazione, infatti, sarebbe quella di essere una specie di James Bond. La
triste realtà è che riesce ad attirare su di sé ogni tipo di disastro possibile
sulla faccia della terra.
La
vicenda del film inizia con un vero e proprio colpo di teatro in grande stile:
lo spettacolare furto della preziosa cassaforte della T.I.A. (l’agenzia per cui
lavorano Mortadello e Polpetta e che fa il verso nella sua denominazione alla
C.I.A.) da parte nientedimeno che di Jimmy Lo Sguercio, un pericoloso criminale
dallo sguardo decisamente folle (uno sguardo, si potrebbe dire, in confronto al
quale quello del Jocker di Batman sembra estremamente posato).
Il
furto avviene sotto gli occhi del direttore dell’agenzia, Mister L. ed è qui
che entrano in scena i nostri eroi che, oltre a dover recuperare la cassaforte,
dovranno vedersela con una galleria di personaggi scombinati e divertenti, dal
professor Bacterio, capo inventore della T.I.A, all’ingombrante e temibile
Tranciamuli, un energumeno di 3 quintali appena uscito di prigione e
intenzionato a vendicarsi di Polpetta che lo ha fatto arrestare 15 anni prima.
Seguiranno
ogni genere di avventure e disavventure, tra inseguimenti in moto degni di
Mission Impossible e palazzi che crollano come nei più spettacolari disaster
movie, senza risparmiare una comparsata durante la diretta TV del Grande
Fratello ed esplosioni catastrofiche. Il tutto, condito dalla comicità e
simpatia che è la vera caratteristica di Mortadello e Polpetta.
Spagna
2015 - Animazione - Durata: 91min
Distribuito da Twelve
Entertainment e Sommo Indipendent Movie
Regia: Javier Fesser
www.twelventertainment.com
“STELLA CADENTE” di LUIS MIÑARRO
NELLE SALE ITALIANE da giovedì 26 maggio 2016
Arriva
in Italia, distribuito da Boudu-Passepartout in collaborazione con il Festival del Cine
Español e Exit Media, Stella cadente, l’ultimo film di uno dei personaggi più poliedrici del cinema spagnolo: Luis Miñarro.
Stella cadente è un
lavoro del
tutto originale: film storico e melodramma d'amore, commedia pop e
musical camp, sogno gay ed equivoca festa erotica. Il film rifiuta ogni genere
e convenzione narrativa e si snoda attraverso i suoi tanti riferimenti
letterari, pittorici e musicali: da Baudelaire a Lucien Freud, passando per
Alain Barrière, Wagner, Caravaggio e molti altri. Guardando con ironia ai
canoni estetici degli anni Settanta, Stella cadente è un’aperta denuncia allo stato attuale della
società e della politica e indica l’arte e il cinema come uniche possibili vie
di fuga dal declino e dalla mediocrità proprie della contemporaneità.
La
storia è quella del breve regno spagnolo di Amedeo d’Aosta che giunge a Madrid
nel 1871. Armato di idee liberali e progressiste, presto vede i suoi ideali scontrarsi
con la realtà spagnola del periodo, dominata da intrighi, corruzione e ogni
bassezza di cui l’animo umano è capace. Costretto a passare la maggior parte
del tempo tra le mura del suo palazzo per timore che l’instabilità politica
sfoci in un attentato, dopo appena due anni Amedeo abdica, dichiarando la
Spagna ingovernabile.
Nel cast c'è anche l'italiano Lorenzo Balducci che recita al
fianco di Alex
Brendemühl, Bárbara Lennie, Lola Dueñas, Francesc Garrido, Alex Batllori,
Gonzalo Cunill e Francesc Orella.
Luis
Miñarro, produttore e regista catalano, nella sua carriera ha prodotto i lavori
di numerosi autori internazionali, fra cui Albert Serra (Honor de cavallería, 2006, vincitore del Torino Film Festival; El cant dels ocells, 2008) e Apichatpong
Weerasethakul (Lo zio Boonme che si
ricorda delle sue vite precedenti, 2010, vincitore della Palma d’oro a
Cannes). Come regista ha realizzato due documentari e altrettanti film di
finzione. È tra i produttori del nuovo film di Fabrizio Ferraro, Gli indesiderati. Europa! (in
preparazione) che verrà prodotto e distribuito da Boudu-Passepartout.
Spagna 2014 -Durata: 105 min - Lingua
originale Spagnolo con sottotitoli in italiano
Distribuitoda Boudu-Passepartout in collaborazione
con Festival del Cine Español e Exit Media.
Produdotto
da Eddie Saeta, Lluís Miñarro
Regia: Luis Miñarro -
Sceneggiatura: Luis Miñarro, Sergi Belbel - Cast: Alex Brendemühl, Bárbara Lennie, Lorenzo Balducci, Lola Dueñas, Francesc
Garrido, Alex Batllori, Gonzalo Cunill e Francesc Orella.
Fotografia:
Jimmy Gimferrer - Montaggio: Nuria
Esquerra - Scenografia: Sebastian Vogler
- Costumi: Merce Paloma - Suono: Dani Fontrodona
www.boudu.it
intorno all'ARTE
PROSEGUONO
"[T]ESSERE" di #GiovanniPalmieri
PERSONALE
PITTORICA
Curatrice:
Maria Rita Ursitti - Organizzazione:
Andrea Alessio Cavarretta /Kirolandia corrente culturale/
NAT
di Natalia Rinaldi - Roma - dal 14 Maggio al 12 Giugno 2016 -
orari di apertura dello store
Il vernissage è accompagnato dal finger food curato da Cookinart
di Lucia D'Aloisio Mayo.
---
"Ogni
attimo è legato ad un altro, ogni pensiero, ogni idea, ogni emozione, ogni
tratto, ogni tassello di vita, come le trame di un tessuto intrecciato nel suo
infinito divenire..."
Giovanni
Palmieri
Giovanni Palmieri
incontra il pubblico con TESSERE, la sua nuova mostra. A tre anni dalla sua
prima personale pittorica, Giovanni Palmieri elabora con TESSERE un nuovo
concetto per ridefinire attraverso la sua arte collegamenti emotivi,
descrittivi, rappresentativi dell'essere.
TESSERE trame e
comporre TESSERE attraverso acrilici su tela di vari formati, completamenti
dell'equilibrio, riempimenti attraverso tratti e colori; tasselli, percorsi,
distanze che si ricongiungono, tanto da divenire parti di nessi, elementi di un
tutto sempre ridefinibile.
Un incontro
particolare di idee per la nuova personale di Giovanni Palmieri anche nella
scelta della prima location, infatti ad ospitare i dipinti è lo store NAT di
Natalia Rinaldi che apre le porte all'artista dando così lustro all'esposizione
intenta a fondersi con le eccezionali creazioni di moda al maschile della
famosa stilista.
L'organizzazione
della mostra è della corrente culturale KIROLANDIA
con la direzione di Andrea Alessio Cavarretta,
la curatrice è Maria Rita Ursitti, a loro è anche affidata la
particolare presentazione con letture della serata inaugurale.
TESSERE
proseguirà il suo percorso nel mese di Settembre a Napoli, città natale dell'artista.
Curatrice:
Maria Rita Ursitti - Organizzatore: Andrea Alessio Cavarretta /KIROLANDIA
corrente culturale (in fridaartes sezione artistica)/ - Allestimenti store: Maurizio Carrara designer - Food&Beverage vernissage: Cookinart di
Lucia D'Aloisio Mayo - Media partner: La Nouvelle Vague Magazine - Fotografia e
grafica: Federica Flavoni - Hair Stylist dell'artista: Lara del Zio (Camp 2,
Via Margutta, Roma)
Si
ringraziano anche Claudio Zocchi, Marco Ballanti, Germana Cantella, Antonella
Molvetti, Manuela Vitali, Alessandro Ientile, Silvia Elisabetta Cangelosi.
www.nataliarinaldi.it
"BARBIE. THE ICON " a cura di Massimiliano Capella
COMPLESSO DEL VITTORIANO ALA BRASINI - Roma - da venerdì 15
Aprile a domenca 30 Ottobre 2016, vari
orari
Barbie as Marilyn, 1997 © Mattel Inc. |
The Icon che, appena conclusasi al MUDEC – Museo
delle Culture di Milano, arriva a Roma al Complesso del Vittoriano.
Nella sede romana la mostra, prodotta da Arthemisia
Group e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE in collaborazione con Mattel, curata da
Massimiliano Capella, si è arricchita di nuovi prestiti dalla serie Barbie
Fashionista, tra cui i modelli Curvy, Tall e Petit, che riproducono le diverse
corporature femminili, e le wedding dolls della Coppia Reale inglese William e
Catherine.
Barbie. The Icon racconta l’incredibile vita di
questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e
culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia, ma - a differenza
di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dal passare del
tempo - ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e
attraversare epoche e terre lontane, rappresentando oltre 50 diverse
nazionalità, e rafforzando così la sua identità di specchio dell’immaginario
globale.
Dal giorno in cui ha debuttato al New York
International Toy Fair, esattamente il 9 marzo 1959, Barbie ha intrapreso mille
diverse professioni. È andata sulla luna, è diventata ambasciatrice Unicef e ha
indossato un miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa. Soprattutto
Barbie è cambiata con lo scorrere del tempo, non solo delle mode o della moda,
e si è trasformata per essere sempre al passo con il mondo. Ed è diventata una
vera e propria icona.
Il percorso espositivo è studiato per offrire
diversi livelli di lettura: alle informazioni di approfondimento storico e
culturale per il pubblico adulto, si affiancano postazioni pensate per i
bambini che, attraverso una serie di attività coinvolgenti, potranno
approfondire la storia di Barbie.
www.ilvittoriano.com
"Alphonse Mucha" a cura di
Tomoko Sato
Alphonse Mucha Le stagioni: Estate - 1896 - Serie di quattro pannelli decorativi - Litografie a colori, 103x54 cm ciascuna © Mucha Trust 2016 |
Alphonse Mucha (1860-1939) è stato uno degli artisti più celebri dell’Europa a cavallo tra ‘800 e ‘900: combinando immagini di donne seducenti a composizioni e layout tipografici innovativi creò originalissimi manifesti. Nacque così un nuovo genere di arte visiva fiorito nella Parigi della Belle Époque. Lo stile Mucha venne a indicare ben presto tutta una serie di opere grafiche e oggetti decorativi che arredavano le case dei cultori dell’arte a Parigi e in altri Paesi, diventando un’icona dell’Art Nouveau. Nel 1904, durante una visita negli Stati Uniti, i mass media salutarono in Mucha il più grande artista decorativo del mondo.
Mentre nel contesto dell’arte internazionale aumentava la sua fama, in Mucha crebbe forte il desiderio di contribuire all’indipendenza politica delle Terre ceche e delle vicine regioni slave divise per secoli dalle potenze coloniali. Al di là di un’opulenza di facciata e di una visione modernista espresse dall’Esposizione universale di Parigi del 1900, nell’Europa centrale e orientale le tensioni politiche montavano. Mucha credeva nell’universalità dell’arte, nel suo potere d’ispirazione e di comunicazione, auspicando la creazione di un’unione spirituale dei popoli slavi e, in ultima analisi, di tutto il genere umano. L’artista sognava un mondo migliore, dove le minoranze etniche di qualsiasi background culturale avrebbero potuto vivere in armonia senza subire le minacce delle nazioni più potenti. L‘amore di Mucha per la propria terra e per gli ideali utopici si manifesta nel suo capolavoro, l’Epopea slava (1911-28).
Sotto l’egida dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio, la prima grande retrospettiva dedicata a Roma all’artista ceco Alphonse Mucha è organizzata e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Mucha.
Curata da Tomoko Sato, la mostra si compone di oltre 200 opere tra dipinti, manifesti, disegni, opere decorative, gioielli e arredi, che concorrono a ripercorrere l’intero percorso creativo del massimo esponente dell’Art Nouveau.
L’evento vede come sponsor Generali, special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia e media partner Vogue Italia.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira per Arthemisia.
Immagine a corredo: Alphonse Mucha Le stagioni: Estate - 1896
- Serie di quattro pannelli
decorativi - Litografie a colori, 103x54 cm
ciascuna © Mucha Trust 2016
www.ilvittoriano.com
"I Macchiaioli. Le collezioni
svelate" curata da Francesca
Dini
CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma - da mercoledì
16 marzo a domenica 4 settembre
2016, tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 20.00 , sabato e domenica
10.00-21.00
Cristiano Banti, Ritratto della figlia Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm. Collezione privata |
La mostra I Macchiaioli. Le collezioni svelate apre
al Chiostro del Bramante di Roma dal 16 marzo e ha il pregio di presentare al
pubblico per la prima volta importanti dipinti dei Macchiaioli e non solo,
collocandoli nel contesto delle antiche collezioni che in origine li
ospitarono.
Le opere che appartenevano a grandi collezioni del
passato - come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo,
Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli,Enrico Checcucci, Camillo Giussani,
Mario Borgiotti - oggi sono confluite per lo più in collezioni private e
rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano
del XIX Secolo.
In mostra oltre 110 opere che rappresentano la
punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati dell’epoca,
personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la
pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i
quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori. Talvolta donate dagli
autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in
difficili momenti, queste opere - in grado di assecondare il piacere estetico e
arricchire le più grandi quadrerie - sono diventate capolavori ricercati anche
dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.
In un percorso di 9 sezioni - ciascuna intitolata
alla collezione di provenienza - il visitatore ha la possibilità di scoprire i
Macchiaioli, il movimento pittorico più importante dell’Ottocento italiano e il
clima storico che fa da sfondo alla vicenda di questi artisti, oltre ai temi,
ai contenuti e ai personaggi di questo rivoluzionario movimento: si potranno
ammirare opere quali Il Ponte Vecchio a Firenze (1878 ca.) di Telemaco
Signorini - fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese: un
capolavoro non più visto da decenni -, Il giubbetto rosso(1895) di Federico
Zandomeneghi, Marcatura dei cavalli in Maremma (1887) e Ciociara (Ritratto di
Amalia Nollemberg) del 1881 ca. di Giovanni Fattori, Place de la Concorde(1875)
e Campo di neve (1880 ca.) di Giuseppe De Nittis, accanto al Ritratto di Alaide
Banti in giardino (1875 ca.) di Cristiano Banti, Cucitrici di camicie rosse
(1863) diOdoardo Borrani, Sforni in veranda che legge (1914 ca.) e il Ritratto
della moglie Isa (1902 ca.) di Oscar Ghiglia.
In mostra, dunque, anche opere a cavallo tra
Ottocento e Novecento che raccontano come le conquiste formali e concettuali
dei Macchiaioli furono recepite e sviluppate dalle successive generazioni di
pittori.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
La mostra vede come sponsor Generali Italia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il
catalogo è edito da Skira.
Immagine
a corredo: Cristiano
Banti, Ritratto della figlia Alaide. Olio su tavoletta, 30x42 cm.
Collezione privata
www.chiostrodelbramante.it
"Correggio e
Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento" a cura di David Ekserdjian
SCUDERIE DEL QUIRINALE –
Roma – da sabato 12 marzo a domenica 26 giugno 2016, orari vari.
Attraverso una selezione di capolavori provenienti
dai più importanti musei del mondo, la mostra mette a confronto i percorsi di
due astri assoluti del Rinascimento italiano, Antonio Allegri detto Il
Correggio (1489-1534) e Francesco Mazzola detto Il Parmigianino (1503-1540).
Grazie al formidabile talento di questi due artisti, la città di Parma divenne
all’inizio del XVI secolo un centro artistico in grado di competere a pieno
titolo con le grandi capitali dell’arte italiana come Roma, Firenze e Venezia.
Correggio si recò a Parma solo alla fine degli anni
Dieci del Cinquecento, quando era già all’apice della carriera, e vi rimase per
il resto della sua vita. Con l’intento di esaminarne l’intero percorso
artistico, sono stati selezionati in mostra circa venti dipinti che
sottolineano opportunamente non solo la straordinaria carica emotiva e la gamma
di sentimenti espressi dal Correggio pittore di immagini religiose, ma anche le
sue opere di soggetto mitologico, che ebbero un’enorme influenza sugli artisti
successivi, dai Carracci, a Watteau, fino a Picasso.
Si potranno ammirare capolavori come la Madonna
Barrymore (Washington, National Gallery of Art), il Ritratto di dama (San
Pietroburgo, Museo Statale dell’Ermitage), Il martirio di Quattro santi (Parma,
Galleria Nazionale); Noli me tangere (Madrid, Museo del Prado), La Scuola di
Amore (Londra, National Gallery); Danae (Roma, Galleria Borghese).
Quanto a Parmigianino, la cui carriera lo vide
attivo anche a Roma e a Bologna, il numero di dipinti esposti sarà all’incirca
lo stesso, ma accanto a quelli di soggetto religioso e mitologico, l’accento
sarà posto anche sugli spettacolari risultati ottenuti nel genere del ritratto.
Una ampia selezione di opere su carta metterà in evidenza la profonda diversità
del loro approccio alla pratica del disegno: quello sostanzialmente funzionale
di Correggio sarà accostato alla produzione incomparabilmente più ricca e varia
di Parmigianino, artista mosso da un bisogno quasi ossessivo di disegnare. Tra
i capolavori presenti in mostra si ricorda la grandePala di Bardi, prima opera
realizzata dall’artista all’età di sedici anni, il monumentale San Rocco
dipinto per la Basilica di San Petronio a Bologna, la Conversione di Saulo
(Vienna, KUnsthistorisches Museum); la Madonna di San Zaccaria (Firenze,
Gallerie degli Uffizi); la celeberrima Schiava turca della Galleria Nazionale
di Parma e la cosiddetta "Antea", tra i ritratti più sofisticati e
misteriosi di tutto il Cinquecento.
Oltre a Correggio e Parmigianino, che naturalmente
saranno i protagonisti dell’evento espositivo, la mostra include anche dipinti
e disegni di altri quattro artisti meno celebri ma non meno talentuosi della
cosiddetta Scuola di Parma – Michelangelo Anselmi, Francesco Maria Rondani,
Girolamo Mazzola Bedoli e Giorgio Gandini del Grano – a dimostrazione del fatto
che uno degli effetti più notevoli della presenza a Parma di Correggio e
Parmigianino fu proprio l’emergere di una cerchia di allievi e discepoli.
A cura di
David Ekserdjian
Immagine
a corredo: Parmigianino (Francesco Mazzola), Ritratto di giovane donna detta
"Schiava turca" (particolare). Parma, Galleria Nazionale.
Su
concessione del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo –
Polo Museale dell’Emilia Romagna. E’ vietata la duplicazione o riproduzione con
qualsiasi mezzo.
www.scuderiequirinale.it
Street Art - Banksy &
Co.
PALAZZO PEPOLI - Museo della Storia di Bologna - Bologna - da venerdì 18 marzo a domenica 26 giugno 2016, vari irari
Sul finire degli anni Sessanta del ‘900, nuove
pratiche artistiche urbane sono apparse in diverse città del mondo occidentale,
con l’intento di ridefinire la nozione di arte nello spazio pubblico. Sotto
l’etichetta street art, riuniamo oggi diverse forme di arte pubblica
indipendente, che riprendendo i codici della cultura pop e del graffittismo,
utilizzano il dialogo tra la strada e il web per dare vita a forme decisamente
innovative. Dopo dieci lustri, il fenomeno socio-culturale del graffitismo
urbano ha guadagnato una rilevanza unica nel panorama della creatività
contemporanea: le opere di artisti come Banksy hanno invaso le maggiori città
del mondo, e dagli anni Ottanta a oggi la stessa Bologna si è affermata come
punto di riferimento per molti artisti - da Cuoghi Corsello a Blu, passando per
Dado e Rusty - che hanno scelto proprio la città Felsina per lasciare il loro
segno sui muri. Dal 18 marzo al 26 giugno 2016 questa forma d’arte è raccontata
nella sua evoluzione, interezza e spettacolarità nelle sale di Palazzo Pepoli -
Museo della Storia di Bologna con una grande mostra intitolata Street Art -
Banksy & Co. L’evento porterà inoltre per la prima volta in Italia la
collezione del pittore statunitense Martin Wong donata nel 1994 al Museo della
Città di New York, presentata nella mostra City as Canvas: Graffiti Art from the
Martin Wong Collection, a cura di Sean Corcoran curatore di stampe e fotografie
del Museo. Come mostra dentro la mostra, la sezione vuole individuare la New
York del 1980, nella quale si potranno ammirare lavori dei più grandi graffiti
writers e street artists statunitensi come Dondi White, Keith Haring, e Lady
Pink. La mostra, prodotta e organizzata da Fondazione Cassa di Risparmio in
Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città e Arthemisia Group, curata da Luca
Ciancabilla, Christian Omodeo e Sean Corcoran, intende spiegare il valore
culturale e l’interesse artistico della street art. Il progetto nasce dalla
volontà del Professor Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, e di
un gruppo di esperti nel campo della street art e del restauro con l’obiettivo
di avviare una riflessione sui principi e sulle modalità della salvaguardia e
conservazione di queste forme d’arte. Il progetto di “strappo” e restauro, una
sperimentazione condotta dal laboratorio di restauro Camillo Tarozzi, Marco
Pasqualicchio e Nicola Giordani su alcuni muri bolognesi di Blu - uno dei dieci
street artists migliori al mondo come riporta una classifica del The Guardian
del 2011 -, quali il grande murale delle ex Officine di Casaralta (Senza
titolo, 2006) e il murale della facciata delle ex Officine Cevolani (Senza
titolo, 2003) destinati altrimenti alla demolizione, è parso come un’occasione
propizia per una mostra che vuole contribuire all’attuale dibattito
internazionale: da anni, infatti, la comunità scientifica pone l’attenzione sul
problema della salvaguardia di queste testimonianze dell’arte contemporanea e
della loro eventuale e possibile
“musealizzazione” a discapito dell’originaria
collocazione ma a favore della loro conservazione e trasmissione ai posteri. La
mostra Street Art - Banksy & Co. racconta per la prima volta le influenze
sulle arti visive che la street art ha avuto e continua ad avere, passando per
quell’estetica che nacque a New York negli anni ‘70 grazie alla passione per il
lettering e il name writing di giovani dei quartieri periferici della città.
Espone le opere di autori associati al graffiti writing e alla street art, per
creare lungo il percorso le assonanze tra le diverse produzioni e spiegare il
modo in cui sono state recepite dalla società. Il patrimonio artistico è
protagonista dell’inedita esposizione ospitata a Palazzo Pepoli, che con la sua
corte coperta riproduce quella che potrebbe essere una porzione di città, luogo
ideale per raccontare una tappa importante della storia di Bologna. Il fine
utopistico e l’intento sono proteggere e conservare questa forma d’arte e
portare le attuali politiche culturali a riconoscere l’esigenza di una
ridefinizione degli strumenti d’intervento nello spazio urbano perché i
graffiti - oggi più di ieri - influenzano il mondo della grafica, il gusto
delle persone, l’Arte intera di questo secolo.
www.mostrastreetart.it
www.genusbononiae.it/palazzi/palazzo-pepoli/
"La seduzione
dell’antico Da Picasso a Duchamp da De Chirico a Pistoletto" a cura
di Claudio Spadoni
MAR – Museo d'Arte
della città di Ravenna - Ravenna
- da domenica 21 febbraio a domenica 26 giugno 2016, vari orari
Enti organizzatori: Comune di Ravenna - Assessorato alla Cultura, MAR
Ravenna . Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Con il
sostegno di CMC Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna, CNA Servizi Ravenna
“Quel non so
che di antico e di moderno...” lo scriveva Carlo Carrà dopo la stagione
futurista, in un tempo in cui - era il 1916 - egli stesso era ormai rivolto a
un ripensamento del passato, come scrisse nei suoi due saggi Parlata su Giotto
e Paolo Uccello costruttore. Un pensiero, quello di Carrà, ambiguamente
definito “il ritorno all’ordine” che ormai andava diffondendosi anche oltre i
confini, dopo le “avventurose” sortite delle avanguardie che avevano segnato il
primo Novecento fino alla Grande Guerra. Ma se la fase delle avanguardie
storiche non poteva dirsi conclusa, almeno fino all’entrata in scena del
Surrealismo - di cui il manifesto del 1924 ne suggella la nascita -, il clima
storico era profondamente mutato, come testimoniano i “cambiamenti di rotta” di
diversi protagonisti di quelle stesse avanguardie. La mostra La seduzione dell’antico. Da
Picasso a Duchamp, da De Chirico a Pistoletto narra quanto sia stato
insopprimibile il richiamo all’“antico” lungo tutto il Novecento, come
testimoniato opere di artisti quali De Chirico, Morandi, Carrà, Martini,
Casorati, Sironi, Scipione, Fontana, Guttuso e Clerici, Schifano, Festa,
Angeli, Ceroli, Paolini, Pistoletto, Ontani, Mariani, Paladino, Duchamp, Man
Ray, Picasso e Klein esposte al MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna dal
21 febbraio al 26 giugno 2016. La
mostra, promossa dal MAR - Museo d'Arte della città di Ravenna, realizzata
grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e a
cura di Claudio Spadoni, ripercorre la storia del Novecento documentando
artisti e vicende che testimoniano l’attenzione all'“antico” non solo di coloro
estranei alle trasgressioni delle avanguardie, ma anche di molti che, senza
rinnegare la loro appartenenza a movimenti o tendenze, hanno attinto all’antico
proponendo un ritorno alla figuratività più quieta, appoggiata ai valori della
tradizione. Una tradizione intesa come
restituzione moderna di modelli dell’antico, anche fino all’esplicita
citazione; oppure in forma evocativa, come pretesto per una rilettura inedita,
come uno sguardo disincantato rivolto a opere e figure mitizzate del passato da
contestualizzare nella contemporaneità, per giungere alle operazioni più
disincantate e dissacratorie condotte da alcuni artisti. Attraverso otto sezioni
l’esposizione racconta protagonisti come De Chirico, Morandi, Carrà, Martini e
Casorati; il periodo cruciale del “ritorno all’ordine” fra le due Guerre quando
prima Sironi e poi gli artisti italiani più significativi esponevano sotto
l’etichetta del “Novecento”, il movimento promosso da Margherita Sarfatti; fino narrare il
Realismo magico, le versioni diversissime del Neobarocco, da Scipione a Fontana
a Leoncillo; illustrare attraverso le loro opere figure di artisti quali
Guttuso e Clerici; la stagione della Pop Art, con Schifano, Festa, Angeli,
Ceroli, e quindi, nel pieno dell'Arte Povera, raccontare di Paolini e
Pistoletto. E ancora, da Salvo ad Ontani, da Mariani a Paladino e la rilevante
presenza di stranieri quali Duchamp, Man Ray, Picasso, Klein. Il Novecento è stato il secolo all’insegna
del “nuovo” che ha visto le avanguardie dei primi decenni e quindi le
neoavanguardie del secondo dopoguerra protagoniste della scena artistica
internazionale, che la mostra intende descrivere, a cui la critica, i Musei, le
Fondazioni e il mercato dell’arte hanno rivolto sempre maggiori
attenzioni.
Comitato
scientifico Antonio Paolucci, Elena Pontiggia, Marco Bazzocchi, Claudio Spadoni
www.arthemisia.it www.mar.ra.it
"IL SIMBOLISMO Dalla Belle Époque alla
Grande Guerra" a
cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in
collaborazione con Michel Draguet.
PALAZZO REALE - Milano - da mercoledì 3
febbraio a domenica 5 giugno 2106 - orari vari
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra è una grande mostra che si inserisce in un preciso programma che Palazzo Reale dedica all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).
Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE eArthemisia Group, la mostra è a cura di Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.
“La prima grande mostra del 2016 di Palazzo Reale è dedicata a uno dei movimenti artistici che hanno marcato il passaggio dall’Ottocento al Novecento, segnando il superamento della rappresentazione oggettiva della realtà e approdando a una dimensione più intima e soggettiva del reale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagnerà il visitatore in mostra, conducendolo lungo un percorso di opere straordinarie realizzate da quegli artisti che, nel corso della loro vita, hanno abbracciato il movimento simbolista”.
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale di Milano, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
www.palazzorealemilano.it
Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi
volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può
scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta
di segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …