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sabato 3 giugno 2017

Dopo un anno di successi il TEATRO TRASTEVERE di Roma si racconta

Autori: Andrea Alessio Cavarretta (IppoKiro) - Giovanni Palmieri (PutzoKiro)  

Il TEATRO TRASTEVERE di Roma, dopo una brillante stagione, ricca di importati successi e moltissimo pubblico in platea, si prepara ad organizzare il prossimo cartellone.

Tanti i critici, i giornalisti, i blogger, gli influencer che hanno rivolto il loro interesse a questa bella realtà della Capitale. Noi di Kirolandia dopo averla seguita, attraverso i nostri vari canali comunicativi, abbiamo pensato di rivolgere qualche domanda allo staff per farci svelare la formula utilizzata per ottenere questo grande risultato ed avere qualche anticipazione sul futuro.


   
Tommaso Marrone, a te che sei il presidente del Teatro Trastevere, la domanda di apertura. Una stagione intensa quella che sta volgendo al termine, un anno di duro lavoro, puoi già tracciare un bilancio?
Certamente un anno di duro lavoro, ma anche di tante soddisfazioni. L’affetto del pubblico e le attenzioni della critica continuano ad aumentare a ritmi quasi inaspettati. Questo ci riempie di orgoglio ma ci impone di mantenere sempre alto il livello dell’offerta artistica e sempre pieno il nostro impegno. Siamo ormai giunti all’ottava stagione per il Trastevere, e a quasi dieci anni di lavoro. Tanta fatica che ci ha portato a creare, in questo storico rione, un vero e proprio punto di riferimento culturale per tanti giovani e meno giovani appassionati di teatro. Tutto questo grazie a una squadra di lavoro decisamente ispirata che si impegna con passione e tenacia, nonostante le tante difficoltà e i numerosi ostacoli che si incontrano nel proporre cultura e spettacolo, in questa città, senza beneficiare di aiuti e finanziamenti.

Adesso la parola a Marco Zordan, il direttore artistico. Tanti spettacoli di pregio nel vostro cartellone, con una grande attenzione alla drammaturgia contemporanea, e per questo anche noi di Kirolandia vi facciamo i complimenti, è stato difficile individuare compagnie di livello?
Innanzitutto grazie! La nostra idea è quella di fare una programmazione di spettacoli che facciano dire al pubblico presente “Ne è valsa la pena”. Noi agiamo tramite bando e ci rendiamo conto che più riusciamo ad essere uno spazio catalizzatore di energie nuove e positive più le compagnie saranno attratte nel mettere in scena da noi i migliori spettacoli.


Quali sono stati i momenti più complessi e più esaltanti di quest'anno contrassegnato da forti successi?
I momenti più complessi sono certamente quelli in cui lottiamo per portare allo stesso livello di dignità riservata al teatro “ufficiale”, le realtà, gli spettacoli e gli attori che gravitano nel mondo del teatro indipendente, con le conseguenti criticità di pubblico che a volte non è così nutrito! Il successo più forte è vedere il pubblico felice di aver visto qualcosa di diverso, di nuovo, di appassionante, e quest'anno è capitato spesso.

La vostra è di sicuro una bella realtà della capitale. Ora state organizzando la nuova stagione, come vi state muovendo?
Abbiamo pubblicato un bando che scadrà il 15 Giugno e stiamo già selezionando le proposte migliori che ci sono arrivate e speriamo di riceverne ancora di più.

Ambiziosa l'idea di creare "... una comunità artistica che respira e si emoziona insieme", cosa rappresenta per voi questo obiettivo?
Il nostro obiettivo è quello di identificarci sempre più come un luogo in cui hanno posto le idee teatrali e le intuizioni che fanno rimanere il pubblico a bocca aperta. Senza barriere di generi, etichette o quant'altro, elementi che creano particolarismi inutili.

Vania Lai, il tuo ruolo è quello di comunicare, sei quindi la voce del Teatro Trastevere, come hai affrontato questo tuo ruolo chiave?
La "voce del Teatro Trastevere" sembra quasi il titolo di un bel film, che è esattamente ciò che sto vivendo da più di un anno. Un film d'avventura e d'amore allo stesso  tempo,  perché, essendo prima di tutto un'attrice professionista, mi sono trovata a dover creare un lavoro dal nulla, studiando per mesi, anche di notte e cercando di centrare gli obiettivi principali di un buon ufficio stampa. 
Ho affrontato questo  ruolo chiave attraverso un'unica tecnica fondamentale, che va aldilà della preparazione e dell'esperienza, doti necessarie ovviamente, mi sono dotata di empatia!
“Empatizzare” con le compagnie, carpire le loro aspirazioni, i loro desideri, le loro paure e perché no anche i loro malumori e le loro piccole e normali forme di sana presunzione.
Fortunatamente ho anche un carattere vivace, “umorale” e  “viscerale”;  l'essere senza filtri, pur mantenendo sempre un'ottima forma di diplomazia, credo mi abbia fatto entrare in totale sintonia con le compagnie, i giornalisti e gli addetti ai lavori, tutte figure necessarie, cosa che non finirò mai di ribadire.
Quindi: semplicità, chiarezza e trasparenza emotiva, tutto qui.

Anche a te chiediamo quali sono stati i momenti più difficili e quelli che ti hanno esaltato maggiormente?
Ma che dire, ogni spettacolo, ogni passaggio artistico ha i suoi attimi difficili e allo stesso tempo i suoi momenti di grande gratifica. Dallo spettacolo che magari, per la difficoltà espressiva,  non riesce ad avere il dovuto e meritato pubblico, fino allo stesso tentativo perenne da parte mia di portare giornalisti influenti o meno, che abbiano la possibilità di parlare degli splendidi artisti che di volta in volta ospitiamo, fino alla felicità di leggere belle recensioni e belle pubblicazioni, cosa che per fortuna, accade spesso, e di questo ringrazio tutti gli addetti ai lavori che hanno imparato a volerci bene.
Siamo una piccola realtà off di Roma che lavora incessantemente. Siamo una squadra indissolubile, ed io adoro tutti i miei meravigliosi compagni di viaggio, il presidente Tommaso Marrone, in direttore artistico Marco Zordan e Roberto Nugnes, che si occupa dell'organizzazione, anche lui efficientissimo, una vera macchina da guerra.
Ma è faticoso, a volte, sopravvivere e far sentire la propria voce in mezzo a questo oceano. Io amo tutte le compagnie che ospitiamo, sono dei “figli” per me... e vorrei che fossero seguiti, recensiti ed amati, anche "odiati e criticati" più frequentemente. Meritano tutti grande attenzione. Tutti, nessuno escluso.

Prima di salutarci, ancora un'ultima domanda a chi guida tutto lo staff.
Marco Zordan, dopo i tantissimi plausi ricevuti ora il pubblico romano si aspetta veramente molto da voi del Teatro Trastevere, come lo sorprenderete?
Eh...ci stiamo sbizzarrendo e speriamo di cogliere nel segno... speriamo anche che tante belle  realtà artistiche e artigiane di questa città si uniscano a noi per proporre una magia che si possa ripetere tutte le sere.


- Andrea Alessio Cavarretta e Giovanni Palmieri -