Kiri, continuano anche per questa nuova stagione, le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.
Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.
Dunque ecco per sognare con voi...
TEATRO
DEBUTTI...
Alt Academy Produzioni
"CONCERTO PER SANDRO PENNA"
di Elio Pecora e Pino Strabioli
con
PINO STRABIOLI
e
ALBERTO MELONE – STEFANO LA CAVA
MARCELLO FIORINI alla fisarmonica
DARIO GUIDI all’arpa
immagini video da “La città vuota” di GIULIETTA MASTROIANNI – DARIO GUIDI all’arpa;
le foto di “Intimi ritratti” sono di DINO IGNANI
OFF OFF THEATRE - Roma
dal 23 al 28 gennaio 2018 , orario: serali ore 21.00, pomeridiane ore 18.00
110 anni fa nasceva uno dei massimi poeti del novecento: l'allegro e disperato Sandro Penna.
Pino Strabioli, in compagnia di Alberto Melone e Stefano La Cava, con le musiche originali eseguite alla fisarmonica da Marcello Fiorini, racconterà “il solo poeta italiano che abbia parlato a gola spiegata dicendo chiaramente chi era e che cosa voleva”, come disse di lui Cesare Garboli. La serata sarà arricchita dalle immagini video tratte da “la città Vuota”, di Giulietta Mastroianni, accompagnate dalla voce e dall’arpa di Dario Guidi.
Pino Strabioli, in compagnia di Alberto Melone e Stefano La Cava, con le musiche originali eseguite alla fisarmonica da Marcello Fiorini, racconterà “il solo poeta italiano che abbia parlato a gola spiegata dicendo chiaramente chi era e che cosa voleva”, come disse di lui Cesare Garboli. La serata sarà arricchita dalle immagini video tratte da “la città Vuota”, di Giulietta Mastroianni, accompagnate dalla voce e dall’arpa di Dario Guidi.
Ispirandosi alla pubblicazione “Autobiografia al magnetofono”, a cura di Elio Pecora, attraverso le meravigliose poesie e altre pagine, Strabioli ripercorrerà con ironia sottile, leggerezza e disincanto, sfrontatezza e garbo, la vita e l'opera di questo straordinario protagonista del nostro Novecento.
“Dedico lo spettacolo a Dario Bellezza che mi ha fatto conoscere ed amare questo immenso poeta - rivela Pino Strabioli - andavo nella sua casa di via de’ Pettinari, ero un ragazzo curioso e sfacciato, restavo ad ascoltare i suoi racconti che passavano da Elsa Morante al suo ultimo amore, dalle polpette col sugo a Pasolini e alle liti con Laura Betti, un giorno da un mucchio di libri ne estrasse uno che aveva un odore forte di urina di gatto, me lo regalò, era una raccolta di poesie di Penna…”
Costo: Biglietto intero 25 € - ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni: 06 89239515 - info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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Fondazione Teatro della Toscana
GABRIELE
LAVIA
"IL PADRE"
di August Strindberg
con Federica Di Martino
e con Giusi Merli Gianni De Lellis Michele Demaria
Anna Chiara Colombo Ghennadi Gidari Luca Pedron
con Federica Di Martino
e con Giusi Merli Gianni De Lellis Michele Demaria
Anna Chiara Colombo Ghennadi Gidari Luca Pedron
TEATRO QUIRINO - Roma
dal 23 gennaio al 4 febbraio 2018 , da
martedì a sabato ore 21.00 - domenica ore 17.00 - giovedì 25 gennaio e giovedì 1
febbraio ore 17.00 - mercoledì 31 gennaio ore 19.00 - sabato 20 gennaio ore
17.00 e ore 21.00
Dopo
Brecht e Pirandello, Gabriele Lavia si confronta per la terza volta nella sua
carriera con Il padre di Strindberg.
“L’azione di quest’opera – afferma Gabriele
Lavia – è tutta interiore e stretta nella morsa tragica dell’unità di tempo,
luogo e azione nella quale deve essere compiuto il ‘delitto perfetto’:
l’omicidio psichico. Il nostro spettacolo precipita l’azione dentro una
vertigine di velluto rosso sangue dove il quieto salotto familiare comincia ad
‘affondare’ nel naufragio di ogni certezza. È il naufragio del mondo e della
storia. Ma forse la vita non è altro che un naufragio”.
Il
Capitano di cavalleria Adolf viene a scontrarsi con la moglie Laura
sull’educazione da impartire alla figlia Berta. La consorte non esita a
instillare nell’animo dell’uomo un dubbio atroce: la sua stessa paternità. Il
lungo calvario mentale di Adolf lo sprofonda in un’angoscia devastante, fino a
farlo precipitare, prosegue Lavia, “nell’abisso della perdita di ogni ‘certezza
ontologica’ dello statuto virile della paternità”.
Una
partita inesorabile di dare e avere, dove ogni segno sposta la bilancia di una
macchinosa contabilità cosmica.
“Scritto
con un’ascia, non con la penna”. Cosi August Strindberg definisce Il padre composto in una manciata di
mesi nel 1887 che della tragedia, nel senso più autentico del termine,
rivendica tutti i paradigmi, mettendo a nudo i nodi irrisolti di un rapporto coniugale
inaridito in regole che hanno reso moglie e marito estranei l’una all’altro,
rivali, nemici.
Gabriele
Lavia dirige e interpreta uno spettacolo che ha la capacità di passare
fulmineamente attraverso forme nuove, senza soffermarsi, portato da una passione
che guarda oltre la scena, preoccupato di sgombrare lo spazio per una sola
risposta, impossibile e sempre latente: il terribile risveglio di un universo
di sonnambuli.
“L’intreccio del
Padre – spiega Gabriele Lavia – è semplicissimo. Un marito
sospetta che la moglie lo abbia tradito e che la figlia sia figlia di un altro.
Marito, moglie, figlia e…l’altro. Un intreccio, diciamolo pure, banale, che
nelle mani di Strindberg diventa un ‘abisso’. O, meglio, il precipitare
nell’abisso della perdita di ogni ‘certezza ontologica’ dello statuto virile
della paternità e l’avvento della condizione di ‘incertezza dell’essere’
dell’uomo che, dunque, deve fare i conti con la cultura, la storia e
addirittura, poiché Strindberg scrive una tragedia classica, con il mito”.
Dopo
Roma la tournée de Il padre toccherà
Bologna, Milano, Torino, Genova, Udine.
GABRIELE LAVIA in "Il Padre" -
di August Strindberg - con
Federica Di Martino - e con Giusi
Merli, Gianni De Lellis, Michele Demaria, Anna Chiara Colombo, Ghennadi Gidari, Luca Pedron
- scene: Alessandro Camera - costumi:
Andrea Viotti - musiche: Giordano Corapi - luci:
Michelangelo Vitullo - regista assistente: Simone Faloppa - regia: GABRIELE LAVIA
Durata
spettacolo: Lo spettacolo ha una durata
di 2 ore e 15 minuti incluso intervallo
Costo: Biglietti dal lun al ven platea
interi € 30 ridotti € 27 - I balconata interi € 24 ridotti € 22 - II balconata interi € 19
ridotti € 17 - galleria interi € 13
ridotti € 12 / Biglietti sab. sera e
dom platea interi € 34 ridotti € 31 - I balconata interi € 28 ridotti € 25 - II balconata interi € 23
ridotti € 21 - galleria interi € 17 ridotti € 15
Informazioni:
06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini 7 - Roma
Indirizzo: via delle Vergini 7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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"DISAGIO"
scritto e diretto
da Lamberto Carrozzi
con Serafino Iorli
dal 24 al 28 gennaio 2018, ore
21.00_dom. 18.00
A casa di Fortunato fervono i preparativi per
l’imminente arrivo di Rocco. Tutto dovrà essere perfetto poiché da questo
incontro dipende il suo futuro, una promessa di felicità, la fuga verso un
riscatto a lungo atteso.
La posta messa in gioco da Fortunato è quindi molto
alta, forse un po’ troppo per il suo precario equilibrio psichico, per chi,
come lui, si è gradualmente segregato in casa accumulando oggetti e illusioni
come barriera contro la realtà, sua eterna nemica.
Infatti, quando per Fortunato iniziano a presentarsi le
prime difficoltà, anche le aspettative di una notte indimenticabile rischiano
di volgere inesorabilmente all’isteria. La serata più importante della sua vita
è presto in pericolo e per salvarla, Fortunato, dovrà affrontare un intero
condominio inferocito e tutti i fantasmi del suo passato, ma pur di avere Rocco
è pronto a far scorrere il sangue.
Scritto e diretto da Lamberto Carrozzi -
con Serafino Iorli - sound designer Mohammed Ozu
Costo:Biglietto 10 €
Informazioni: info 0657284637 – cometa.off@cometa.org
Indirizzo: via Luca della Robbia,
47 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.cometaoff.it
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Teatro Stabile
di Roma® - La SITI®
presenta
"GUERRIERE"
di e con Giorgia Mazzucato
Teatro Stabile di Roma® - Roma
dal 26
al 28 gennaio 2018 - ore 21.00
Lo
spettacolo è patrocinato dalla Presidenza del Consiglio per la programmazione
ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale.
Finalista Miglior
Spettacolo e Miglior spettacolo
per il pubblico al Roma Fringe
Festival 2015.
“Per una pagina di storia conosciuta, ce
ne sono dieci di sconosciute: il mio obiettivo è quello di raccontarne almeno
una, tra queste dieci dimenticate. Guerriere, per me, è questo.” Giorgia
Mazzucato
Per
quello che abbiamo letto e studiato le donne dell’epoca della Grande Guerra,
con ogni probabilità, le immaginiamo delle povere anime rimaste sole, costrette
a prendersi cura di casa e figli, mentre, fuori dalla finestra, ruggisce la
guerra. I drammatici anni del ’15-’18, però, non sono stati questo: quella
della donna, è tutta un’altra storia.
Pagine
celate scardinano lo stereotipo, portando alla luce una diversa figura
femminile che, fra coraggio e rivoluzione, non si limita ad aspettare il marito
dal fronte ma prende sulle spalle il peso della guerra, del presente e del
futuro. Lo spettacolo mostra e intreccia la vita di tre donne diverse, che,
scoppiato il
conflitto
mondiale, reagiscono da eroine.
“Guerriere”
vanta un inizio leggero, divertente, e si addentra con grazia nei drammi dei
personaggi e delle diverse situazioni che vivono nel comune contesto di guerra.
Angela, una ragazza che si traveste da uomo per andare a
combattere; Eva, un’albergatrice
benestante che ha come due miti la Regina crocerossina Elena di Savoia e la rivoluzionaria Coco
Chanel; Franca, una donna
socialista, compagna di
partito
di Mussolini, dalla forte identità veneta, che, per rivedere sporadicamente il
marito al fronte, diventa una portatrice
carnica e, per mantenere i figli a casa, trova due lavori, uno
dei quali come operaia in una fabbrica
di armi. Un ricamo di racconti, un affresco di storie che,
intrecciandosi, dipingono poco a poco un panorama sconosciuto. Nella sua
semplicità, il testo ha ambiziose finalità artistiche e formative: narrata
dalla parte delle donne, questa, tra le tante pagine del passato, può forse
regalare un punto di vista, un approccio alla memoria storica, a favore delle
generazioni che la vedono a cento anni di distanza.
Testi e regia: Giorgia Mazzucato - Supervisione
storica: Aldo Cazzullo - Musiche: Mario
Di Marco - Luci: Simone Stocco - Costumi: Irene Tortora
Produzione Teatro Stabile di Roma® - La
SITI®
Spettacolo
di interesse storico civile.
I
personaggi sono stati scritti sulla base di documenti e testi originali di
donne dell’epoca.
Costo: Biglietti Intero: 15€ - Ridotto: 12€ - prenotando
via mail a biglietti@lasiti.it
Informazioni: 0692919708
- info@teatrostabilediroma.it
Indirizzo: via Assisi, 33 - Roma
Sito: www.lasiti.it
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Rottamiamo gli schemi, supervalutiamo la creatività
presenta
"Edipo
Re(make)"
drammaturgia e regia di Cinzia Maccagnano
La Bottega del Pane
con
Raffaele Gangale,
Dario Garofalo, Cinzia
Maccagnano, Luna Marongiu,
Cristina Putignano
27
e 28 Gennaio 2018, sabato ore 21.00_dom. ore 16.30
Il Teatro Sala
Vignoli apre il nuovo anno con un classico rivisitato: Edipo Re(make) della
compagnia La Bottega del Pane.
Quello di Edipo è il dramma
della conoscenza, il dramma di un uomo vinto dalla fatalità malgrado la sua volontà
e la sua ribellione. E innanzitutto la ribellione avviene in se stesso: è lui
che evoca la ragione e poi l’istinto, creando dialoghi serrati, che diventano
sempre più interrogatori, con Creonte e con Tiresia, quasi fossero voci
interiori che lo tormentano e lo inducono a scavare nel conscio e
nell’inconscio affinché la verità si palesi accecante come la luce.
Edipo sa ed ha dimenticato,
perciò intraprende un percorso dall’interno verso l’esterno che riporta se
stesso e lo spettatore a quella Verità inevitabile, già presente. Il dentro e
il fuori: il male è fuori come rappresentazione del dentro, e il dentro
emerge e incalza.
Il
Coro sin dall’inizio è il fuori che spinge Edipo a trovare la causa di
tanto male. La peste dilaga a Tebe come una coltre senza speranza che si spande
per chiedere il suo tributo. La peste è un nero che tutto invade, come la
visione della realtà da parte di chi ha un malessere. È la non-speranza. Edipo
appare, nel cuore della notte, ai piedi del talamo nuziale, tormentato da incubi,
pensieri ed echi di voci di popolo. Così comincia il suo viaggio iniziatico dal
buio della sua esistenza al bagliore accecante del vero.
Tutto il percorso è una
rappresentazione di cui Edipo soltanto è inconsapevole. Creonte prima, Tiresia
poi e la stessa Giocasta, ciascuno a proprio modo, sembrano condurre il re a
specchiarsi per vedere sé stesso e, “per oscura che sia”, la sua stirpe.
La scena ruota e con lei il
punto di vista, quasi imitando il movimento di una macchina da presa, per
mettere a fuoco le dinamiche e i rapporti tra i personaggi che agiscono in un
dichiarato gioco di messa in scena che si fa sempre più chiaro man mano
che Edipo perde lucidità precipitando nell’inganno della rappresentazione resa
esplicita dalla costruzione di un vero e proprio “teatrino” su cui prende forma
l’inesorabile tragedia.
“Luce, ora ti vedo per
l’ultima volta!”grida quando ormai è
tutto rivelato e la luce abbagliante del vero non può che lasciare spazio alle
tenebre.
Ma per quanto accecante la
verità, è l’unica strada verso la consapevolezza a cui alla fine giunge Edipo
che, privandosi degli occhi e dell’inganno che da essi ne è venuto, intraprende
la via della conoscenza di sé e della catarsi. Cinzia Maccagnano
di Sofocle - drammaturgia e regia di Cinzia Maccagano - con Raffaele Gangale, Dario
Garofalo, Cinzia Maccagnano, Luna Marongiu, Cristina Putignano - scene e costumi Monica Mancini - consulenza musicale Lucrezio de Seta
- assistente alla regia Marta Ciriello
Costo: Biglietto intero
15 € - ridotto 12 € - Tessera
associazione 3 €
Informazioni:
3711627502
- teatrosalavignoli@gmail.com
Indirizzo:
Via Prenestina, 104 - Roma
Fb
di riferimento teatro: www.facebook.com/vignoliteatro/
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"L’Apocalisse
del potere - Primo Atto"
Sceneggiatura e
Regia Francesco Olivieri
Piccolo Teatro
della Garbatella –
Roma
27 gennaio 2018
ore 21.00 - 28 gennaio
2018 ore 18.00
Intenso prologo sui due sbirri delle nuvole ed
Eros, il Dio dell'inganno, a guardia delle sorti dell'umanità intera. Il
preludio sarà ambientato in un futuro
prossimo molto distante dal nostro nel 2023, in un mondo al di là
del nostro. Nello spettacolo si esprimono tutte le problematiche della vita
moderna dei nostri giorni sulla condizione umana.
I miei personaggi non sono altro che figure
metafisiche sul segreto bisogno dell’uomo comune di dar voce, corpo e spirito
alle sue più vivide emozioni di alienazione e di speranza per l’incerto futuro
dell’umanità contemporanea.
A causa di
un linguaggio piuttosto forte e di tematiche adulte e provocatorie si
sconsiglia vivamente la visione dello spettacolo a bambini e anziani.
Inoltre, in totale accordo con lo spirito seriale
dell’anima del progetto di Ariel Saga Movie, si è pensato di dividere gli
adattamenti teatrali in due parti: il primo atto ad appannaggio
psicologico dei soli personaggi maschili mentre il secondo include anche
i personaggi femminili, ovviamente assenti in questa prima parte della storia.
Ecco perché anche se essa è ambientata nell’8017, gli avvenimenti portati in
scena ne delineano in qualche modo una sorta di antefatto, comunicando pertanto
un’altra corrente temporale, molto più vicina ad un futuro prossimo.
Le atmosfere
qui hanno qualcosa di vagamente western
e claustrofobico. I personaggi ricordano in chiave “Sciene Fiction” (fantascienza) i
vecchi western crepuscolari e indolenti di John Ford e Sergio Leone e
naturalmente la narrative spionistica tanto cara a scrittori come Tom Clancy e
John Le Carrè. Lo spettacolo
dunque è paranoico, rovente,
violentemente biblico e metafisico. Ferisce e provoca la coscienza dello spettatore più attento senza avere mai
paura di mettere in piazza i suoi demoni privati e le sue ipocrisie sociali più
profonde.
Se è vero “Che
siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” o incubi
personali, allora dovremmo fare più attenzione a cosa pensiamo o diciamo a noi
stessi un attimo prima di chiudere oppure aprire gli occhi sulla realtà della
vita. Francesco Olivieri
Con in ordine di
apparizione: Valerio Aulicino nel
ruolo del tenente Zombie Clyde Bellinger - Marco
Capogna nel ruolo del detective dell’Occulto Matteo Ragno e Alex
Torcolacci nel ruolo di Eros e il Dio dell’inganno - Francesca Bruni: Voce Computer di Skylar - Aiuto
regia: Francesco Bruni e Pierluigi Veronesi - Fonico e luci: Andrea Saponara
- Assistente
fonico e luci: Alessandro Caldara - Grafica
e musiche: Alex Torcolacci - Fotografo di scena: Pierluigi Veronesi
Costo: Biglietto intero: 7 € + 1 € di tessera associativa
Indirizzo: via Ignazio Persico 80 – Roma
Info e prenotazioni: arielsaga.comunicazione@gmail.com - Francesco Olivieri 389.2105044
Sito di riferimento: www.laquartaparete.wixsite.com/teatrogarbatella
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PROSEGUONO...
CARLO
BUCCIROSSO
"IL POMO DELLA
DISCORDIA"
con MARIA NAZIONALE
e
con (in ordine di apparizione)
MONICA ASSANTE DI TATISSO | GIORDANO BASSETTI
MONICA ASSANTE DI TATISSO | GIORDANO BASSETTI
CLAUDIAFEDERICA PETRELLA | ELVIRA ZINGONE | MATTEO TUGNOLI MAURO DE
PALMA | PEPPE MIALE | FIORELLA ZULLO
e con la partecipazione di GINO MONTELEONE
scritto e diretto da CARLO
BUCCIROSSO
TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dal 16 gennaio al 4 febbraio 2018, martedì, giovedì e venerdì ore 21.00,
mercoledì ore 17.00, sabato ore 17.00 e 21.00, domenica ore 17.00
“Doveva essere un
giorno felice, si celebravano le nozze della dea del mare con un uomo
bellissimo, e tutti gli dei erano venuti a festeggiare gli sposi, portando loro
dei doni!...
La sala del
banchetto splendeva di mille luci e sulla tavola brillavano caraffe e coppe
preziose, colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e
contenti… solo Eris, dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel
mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela d’oro sul tavolo imbandito e
scappò via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti.”
Tutto ciò, in
breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai
giorni d’oggi, in una normale famiglia benestante, dove l’atmosfera e l’euforia
di una festa di compleanno organizzata a sorpresa per Achille, primogenito dei
coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto,
bensì da un pomo, un pomo d’Adamo, o meglio, il pomo di Achille, il
festeggiato, ritenuto un po’ troppo sporgente…
E se aggiungiamo
che Achille, vivendo un rapporto molto difficile con suo padre Nicola, è
continuamente
difeso a spada tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi ancora
dichiarato gay, e non avendo mai presentato Cristian, il proprio fidanzato, che
da anni bazzica in casa spacciandosi per il compagno di sua sorella Francesca…
se aggiungiamo poi che alla festa sarà presente anche Sara, prima ed unica
fiamma al femminile della sua tormentata adolescenza, Manuel estroso
trasformista, Marianna garbata psicologa di famiglia, ed Oscar un bizzarro
vicino di casa che non ha mai tenuto nascoste le proprie simpatie nei confronti
di Achille… beh, allora possiamo realmente comprendere come a volte la realtà,
possa di gran lunga superare le fantasie, anche quelle più remote della antica
mitologia... Omero mi perdoni! Carlo Buccirosso
Produzione ENTE TEATRO
CRONACA VESUVIOTEATRO
Costo: Biglietti da 38 € a 28 €
Indirizzo: via della
Mercede, 50 - Roma
Sito
di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Antonio
Catania, Nicolas Vaporidis
con Maurizio
Mattioli
con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri
e con Marco Giustini
"L’ OPERAZIONE "
Scritto e diretto da Stefano Reali
TEATRO ROMA - Roma
dal
9 gennaio all'11 febbraio 2018 - dal martedì al venerdì ore 21.00,
secondo
Giovedì di spettacolo ore 19.00, 1° e 2° sabato di spettacolo ore 17.00 ed ore
21.00_domenica ore 17.30. Lunedi riposo
Prima Nazionale
Secondo alcuni, la migliore Italia di sempre...
Non c'erano i Social Network.
Non c'era l'Euro, c'erano ancora le Lire.
Ma c'era tanta vita vera, non "virtuale".
Massimo, grazie ad una raccomandazione, riesce a farsi
ricoverare nel reparto Ortopedia di un grande ospedale romano. A trentacinque
anni, vuole sottoporsi ad una
ricostruzione dei legamenti del ginocchio, altrimenti dovrà
smettere di giocare al calcio, la sua grande passione. Ma il suo compagno di
stanza Luigi, un lungodegente "veterano" dell’ospedale, lo
induce a riflettere sulla futilità di quell'intervento al
ginocchio: Luigi gli racconta delle sofferenze delle centinaia di
pazienti costretti ad aspettare anche degli anni, in lista d'attesa, prima che
si liberi un posto letto in ospedale. Lo stesso Luigi, con le gambe
straziate da ripetuti e vani interventi chirurgici, inocula
lentamente a Massimo dei dubbi sul buon esito del suo intervento, al
punto da farlo esitare sull'opportunità di operarsi... Ma chi è Luigi in
realtà? La sua malattia potrebbe essere solo una simulazione, e far parte di un
imbroglio gigantesco, che copre un "mercato di letti"
ospedalieri? E chi è Massimo in realtà?
È solo un paziente ingenuo, o ha qualcosa a che fare con la Direzione
Sanitaria, dove qualcuno ha deciso di smascherare quel mercato di letti? Chi è il truffatore, e chi è il
truffato? Il povero Massimo non sa più
da che parte girarsi, sa solo che la sua coscienza lo spinge ad incastrare
Luigi. Forse in cambio di qualcosa? Il problema è che il suo compagno di
stanza non è solo scaltro. È anche maledettamente simpatico...
Scritto
e diretto da Stefano
Reali. In scena, un cast d’eccellenza: Antonio Catania, Nicolas Vaporidis con Maurizio Mattioli, con la partecipazione
straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini. - Scritto e diretto
da Stefano Reali - Scene Alessandro Chiti - Costumi Mara Gentile - Musiche
Stefano Reali - Aiuto regia Iolanda Salvato - Disegno luci Giuseppe Filipponio
- Direzione tecnica Stefano Orsini - Una produzione di Gianluca Ramazzotti per
Ginevra Media prod srl
Costo: Biglietti (comprensivi di prevendita) Intero € 27 - Ridotto € 25 - Cral (per
gruppi di almeno 10 persone) - Ospiti Abbonati € 18 - Centri
Anziani (per gruppi di almeno 10 persone) - Giovani (da 12 a 18 anni) € 14-
Bambini (fino a 11 anni) € 12
Informazioni: Tel.
06 785.06.26 - info@ilteatroroma.it
Indirizzo: via Umbertide, 3 - Roma
Indirizzo: via Umbertide, 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.ilteatroroma.it
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Uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
"Cous
Cous Klan"
Drammaturgia di Gabriele Di Luca
Regia di Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro
Tedeschi
TEATRO
PICCOLO ELISEO
dal 10 al 28 gennaio 2018 , orario martedì, giovedì, venerdì e
sabato ore 20.00_dom. ore 17.00
Un’umanità
socialmente instabile e divertente
Dopo
il grande successo con gli spettacoli Thanks
for Vaselina e Animali da bar, il
collettivo Carrozzeria Orfeo presenta il nuovo spettacolo Cous Cous Klan.
In tutto il mondo l’acqua è stata privatizzata. Ormai da dieci anni,
fiumi, laghi e sorgenti sono sorvegliati dalle guardie armate del governo, che
non permettono a nessuno di avvicinarsi alle fonti idriche.
Il divario tra ricchi e poveri è allarmante e mentre i primi vivono
all’interno delle cosiddette recinzioni, ovvero città recintate da filo spinato
e sorvegliate da telecamere di sicurezza, i secondi tentano di sopravvivere al
di fuori di esse lottando ogni giorno contro la mancanza di cibo e di acqua.
In un parcheggio abbandonato e degradato dietro ad un cimitero
periferico, sorge una micro comunità di senzatetto, all’interno della quale
sono parcheggiate due roulotte fatiscenti. Nella prima ci vivono tre fratelli:
Caio, ex prete nichilista e depresso, Achille, sordomuto e irrequieto, e Olga,
la sorella maggiore, obesa e con un occhio solo. Nell’altra roulotte ci vive
Mezzaluna, il precario compagno di Olga, un musulmano, immigrato in Italia
ormai da dieci anni, che per sopravvivere seppellisce rifiuti tossici per
un’associazione criminale di giorno e lavora come ambulante di notte. Presto
alla comunità, già logorata da continui conflitti razziali ed interpersonali
per la sopravvivenza, si aggiungerà Aldo, un medio borghese, elegante e maturo,
che dopo un grave problema famigliare si è ritrovato a dormire per strada.
Ma a sconvolgere il già precario equilibrio di questa comunità sarà Nina, una
ragazza ribelle e indomabile, un’anima sospesa ed imprevedibile, che si rivelerà
al tempo stesso, il più grande dei loro problemi e la chiave per il loro
riscatto sociale.
Drammaturgia di Gabriele Di Luca - Con Angela
Ciaburri Nina, Alessandro Federico Aldo, Pier Luigi Pasino Mezzaluna, Beatrice
Schiros Olga, Massimiliano Setti Caio, Alessandro Tedeschi Achille - voce fuori
campo: Andrea Di Casa - Musiche
originali: Massimiliano Setti - Scene: Maria
Spazzi - Costumi: Erika Carretta - Luci: Giovanni Berti - Regia: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro
Tedeschi
Produzione Carrozzeria Orfeo,
Teatro dell’Elfo, Teatro Eliseo, Marche Teatro in collaborazione con Fondazione
Teatro della Toscana - La
Corte Ospitale
residenze artistiche
Durata: 2 ore atto unico
Costo: Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento
teatro: www.teatroeliseo.com
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“Sabbie mobili”
Una commedia
di Alessandro Benvenuti, P. Aicardi, Nino Formicola, Carlo Pistarino
diretta da
Alessandro Benvenuti
con Roberto Ciufoli , Nino Formicola
alias Gaspare e Max Pisu
TEATRO/CINEMA MARTINITT - Milano
dall'11 al 28 gennaio 2018 - Orario
spettacoli: giovedì-sabato ore 21.00, domenica ore 18.00. Il sabato anche alle
17.30.
Cambio
nel cast di SABBIE MOBILI. - Formicola dal Martinitt all’Isola dei
Famosi.
Nino Formicola (Gaspare) in scena Arturo
è sostituito con Giancarlo Ratti, voce
nota della radio, volto amato della televisione ma soprattutto grande
professionista del teatro.
Risucchiati da una
vita stanca.
La fiaba onirica
che spinge a credere ancora.
Rapporti che si logorano, contrasti che
si incancreniscono, sodalizi che non funzionano più. Le situazioni si
trascinano e se non abbiamo il coraggio o la determinazione di prendere in mano
la nostra vita, ecco che a decidere per noi è il destino... Una commedia
insolita, una fiaba magica senza luogo e senza tempo che insegna a non mollare
mai, a tornare a credere, a farsi registi delle proprie esistenze. Lasciarsi
vivere o vivere davvero? Dall’11 al 28 gennaio.
Ci
voleva un trio d’eccezione per interpretare uno spettacolo così, magico e
surreale, straripante di effetti sonori e giochi di luce, ma affidato
soprattutto alla mimica e a una non comune padronanza della parola, tanto da
farne ciò che si vuole. Roberto Ciufoli, Nino Formicola e Max Pisu formano sul
palco uno straordinario sodalizio. Esattamente il contrario di quanto accade ai
due protagonisti, comici imprigionati in un rapporto che non funziona più e
legati ormai solo da un contratto. Un evento improvviso li catapulta in una
dimensione onirica, dove l’angelo dei comici tenta di riportare pace e
complicità. Il pubblico vedrà cose… “che voi umani non potete immaginare”. A
divertire la sala non saranno tanto gli eventi, ma un cocktail irresistibile di
fantasia, situazioni assurde, suggestioni, provocazioni e uno spassoso parlar
di nulla dove il linguaggio del corpo conta almeno quanto quello della parola.
Uno spettacolo unico in Italia, che porta un poker di firme eccellenti e che è
dedicato al ricordo di Andrea Brambilla, l’indimenticato Zuzzurro.
di Alessandro
Benvenuti, P. Aicardi, Nino Formicola, Carlo Pistarino diretta da Alessandro
Benvenuti, con Roberto Ciufoli (Arturo), Nino Formicola alias Gaspare (Max) e
Max Pisu (Biagio). Produzione ArtistiAssociati. - Aiuto Regia Chiara Grazzini,
Scene Eugenio Liverani, Costumi Daniela Cannella, Luci Marco Palmieri, Musiche
Patrizio Fariselli, Collaborazione Allestimento Enrico Cavallero e Matteo
Clemente.
Costo: Ingresso 22 €,
ridotto 16 €.
Indicazioni:
Parcheggio gratuito.
Info e
prenotazioni: Tel. 02 36.58.00.10
Indirizzo:
via Pitteri, 58 -Milano
Sito
di riferimento: www.teatromartinitt.it
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FESTIVAL
- RASSEGNE - MANIFESTAZIONI
Avviso
ai Soci
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
presenta
“TRASTE-STORIE”
Rassegna di Spettacoli e
Performance dedicati al
Teatro di
Narrazione e Memoria
TEATRO TRASTEVERE - Roma
dal 23 gennaio 2018 al 4
febbraio, lun-sab ore 21.00 _dom. ore
17.30
Affabulazioni, Racconti, Storie
ed Episodi di vissuto quotidiano tramandati e
rappresentati sotto forma di Messa in
Scena Teatrale e Realtà
Performative Multidisciplinari. Teatro, Musica e Danza si alterneranno
sul Palco del Teatro Trastevere, che per l'occasione ospiterà mostre ed installazioni correlate
all'interno del proprio spazio, allestito all'insegna di STORIE … da NON DIMENTICARE.
Questa settimana:
dal 23 al 26 gennaio 2018
"ARKADY"
di Giacomo Sette
diretto da Azzurra Lochi
- musiche originali di Alice Giorgi e
Ana Kusch - disegno luci di Pietro
Frascaro - aiuto regia Giacomo Sette
- grafica e locandina Beatrice Fonti
- responsabile stampa compagnia Chiara
Preziosa - foto promozionali Giulia
Castellano
con Arkady: Giulio
Clerici - Alina: Alice Giorgi - Papà: Simone Caporossi - Azazael: Ana Kusch
Arkady
è un giovane camionista di origini moldavo-russe. La sua è una tratta molto
particolare. Consegna tessuti a Le Havre (Francia) e Cabo de Roca (Portogallo),
partendo da Taranto. Circa 40 ore di viaggio, con strettissime pause per
mangiare e riposare. Il suo viaggio descrive un triangolo perfetto per l’Europa
Occidentale. Ma Arkady avrebbe voluto fare il poeta e, soprattutto, è
terrorizzato dalla prospettiva di un colpo di sonno. Il Sonno è il suo grande
nemico. Per vincere la paura e superare indenne il suo viaggio, Arkady parla da
solo. Lo troviamo che parla delle fatiche affrontate per corteggiare e
conquistare Alina, laureanda in Storia Contemporanea con una tesi sulla
nostalgia dei russi per l’Unione Sovietica. La personalità chiusa e incerta di
Arkady incontra non poche difficoltà nell’impresa. Ad aiutarlo ed ostacolarlo
ci sono suo Padre, (un ex dissidente sovietico, costretto alla miseria e
all’emigrazione dopo la caduta del muro di Berlino), e una misteriosa ragazza,
Azazael, narratrice onnisciente. Personaggi reali o semplici proiezioni? In un
abitacolo sempre più simile alla mente di chi lo guida tutto è possibile: i
piani e i temi si confondono, le voci si accumulano e la strada va, inesorabile.
Con il Sonno. Davanti ad Arkady un bivio: la consegna precisa e puntuale dei
tessuti o il volo meraviglioso nel paradiso dei camion? La strada da scegliere
è tutta qui: chiudere gli occhi, o no.
dal 27 al 28 gennaio 2018
"LETTERE DALLA MEMORIA"
del Teatro delle Condizioni Avverse
Ideazione di Lidia Di Girolamo
Coreografie di e con Diletta
Brancatelli - Musiche e voce Matteo Colasanti - Voce e testi
teatrali Lidia Di Girolamo
Spettacolo basato sulla ricerca e raccolta di lettere e frammenti
scritti da persone vissute durante la seconda guerra mondiale, di diverse
estrazioni sociali, culturali e politiche.
Il suono delle bombe riportano da un passato di guerra al nostro
presente la figura di una donna che attraverso i suoni, la musica e le canzoni
rivive nella danza momenti della sua vita fino a giungere all’accettazione e
alla liberazione.
Il progetto è stato un lungo lavoro su un tema fin troppo
conosciuto ma la ricerca sulla corrispondenza dell’epoca ha incentivato poi
un'interazione solida tra musica, canzoni, testi teatrali e danza
contemporanea, traducendo nel movimento lo stato d’animo delle testimonianze.
Il lavoro artistico ha l’intento di far giungere quel moto di
fiducia e speranza per il futuro che si avverte in questi scritti. La nostra
volontà, raccontando questi atti di coraggiosa umanità, è lasciare la
riflessione di essere a volte più eroi nella propria vita, forse piccola agli
occhi del mondo ma grande per ognuna di noi.
A seguire;
30 gennaio 2018
EVENTO UNICO a Roma
"AMORE, TI ODIO"
forum
theatre play
Un progetto di: Maria Antonia Fama, Andrea Causapruna e Margherita Bulzacchelli
Jocker: Maria Antonia Fama e
Margherita Bulzacchelli
Attori: Andrea Causapruna, Alice
Valente Visco, Mario Migliucci, Eva Allenbach, Camilla Ribechi
dal 1 al 4 febbraio 2018
"SONO TUTTI MIO CUGINO"
a cura di Associazione
Quinta Parete / Teatro Forsennato
Diretto da
Dario Aggioli
Con Enrico
Lombardi e Dario Aggioli
con la partecipazione video di Silvia
Razzoli
Ideato da Dario
Aggioli e Enrico Lombardi
Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 € + 2 € di tessera
associativa
Kirolandia media partner - Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per
tutti i Kiri iscitti alla pagina
facebook di Kirolandia
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 -
Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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"Roma Off Theatre - 3° edizione 2018"
tre
spettacoli teatrali sul palco del Centro Culturale Artemia
Una
rassegna che promuove le iniziative artistiche “OFF” romane
Direzione artistica Centro Culturale
Artemia: Maria Paola Canepa
Direzione artistica della rassegna: Maria Paola Canepa in collaborazione
con Giancarlo Moretti.
CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
dal 27 gennaio all'11 febbraio 2018, ore 21.00_ dom. 18.00
Prende il via, con “Astor.
L’assassino del Tango” di Emanuele Billotta, la terza edizione del ROT - Roma Off Theatre, la
rassegna teatrale organizzata dal Centro Culturale Artemia, polo
creativo romano da sempre attento alla promozione di forme espressive
innovative, nel segno dell’artisticità e della sperimentazione.
Delle proposte giunte per
partecipare al bando, tre sono state quelle selezionate dalla direzione
artistica del Centro Culturale
Artemia.
«Roma Off Theatre ha lo scopo di
valorizzare i lavori focalizzati sulla ricerca di nuove e diverse forme
drammaturgiche, lontane dalla scena teatrale mainstream», queste le parole di
Maria Paola Canepa, (direttore artistico del Centro Culturale Artemia), che
parlando dell’iniziativa, continua «Artemia è una realtà culturale finalizzata
alla scoperta di nuovi universi creativi; nel corso della nostra attività ci
siamo resi conto della grande presenza di sperimentazioni teatrali degne di
nota, lontane da cliché e consuetudini, desiderose di un palcoscenico per
esprimere la loro qualità artistica. Roma Off Theatre è una possibilità per gli
artisti e per il pubblico: è l’occasione per proporre, ricevere e apprezzare
nuove e “diverse” forme di espressione».
La rassegna, nella sua terza
edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Astor. L’assassino del Tango” di
Emanuele Billotta, “La Danse du
Pied” di Monsieur David e
“La vita di Bogg” di Danilo
Caiano. Le opere saranno rappresentate, la prima, in due repliche, e le
ultime due in tre repliche, in un calendario che si snoderà tra i weekend di fine
gennaio e inizio febbraio.
Questa settimana:
27 e 28 gennaio 2018
“Astor. L’assassino del Tango”
di Emanuele Billotta con Alberto
Brichetto e Maria Claudia Pesapane
Uno
spezzone della vita di Astor Piazzolla, l’uomo del Tango. Musicista e
compositore argentino dalla forte passionalità, che incarna il rivoluzionario
perfetto, quello senza armi. Quello che alla fine vince, imbracciando il suo
strumento: “il Bandoneon”.
Lo
spettacolo pone al centro della sua poetica, il viaggio di Piazzolla da giovane
tirapugni nelle vie di Little Italy a New York, a musicista di fama mondiale e
del Tango, da colonna sonora nei duelli tra “gauchos e malevos”
contemporanei e amori clandestini nei postriboli di Buenos Aires, a autore di musica
acclamata in tutti i teatri del mondo.
Prossime
settimane:
2, 3 e
4 febbraio 2018 “La
Danse du Pied”, di Monsieur David e con la
partecipazione straordinaria della danzatrice attrice Federica Gumina.
9,
10 e 11 febbraio 2018 La Compagnia Powercharge Theatre con “La vita di Bogg” di Danilo
Caiano e con Gisella
Cesari, Romano Gennuso e
Filippo Lucidi.
Costo spettacolo: Biglietto
Intero: 10 €- Ridotto: 8 € - Tessera nuovi soci 2 €.
Kirolandia media partner - Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per
tutti i Kiri iscitti alla pagina
facebook di Kirolandia
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 (Anche sms) - Si prega di arrivare quindici minuti in anticipo
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 (Anche sms) - Si prega di arrivare quindici minuti in anticipo
Indirizzo: via Amilcare Cucchini, 38 - Roma
Sito di
riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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Accademia Nazionale d’Arte Drammatica
“Silvio d’Amico”
"Involucri. Quattro
interni da Labiche"
Studi degli allievi del II anno
del Corso di Regia
a cura di Giorgio Barberio Corsetti
dal 23 al 28 Gennaio 2018
Se
ti becco, son dolori! - L’affare di Rue de Lourcine
23 e
25 gennaio 2018 - Ingresso unico
ore 20
Il
premio Martin- Un cappello di paglia di Firenze
24 e 26 gennaio 2018 - Ingresso unico
ore 20
Se
ti becco, son dolori! - L’affare di Rue de Lourcine - Il premio Martin- Un
cappello di paglia di Firenze
27 e 28 gennaio 2018 - Ingresso unico ore 18
L´Accademia
Nazionale d´Arte Drammatica "Silvio d´Amico" presenta “Involucri - Quattro
interni da Labiche”, studi degli allievi registi di II anno Danilo Capezzani
(Se ti becco, son dolori!), Caterina Dazzi (L’affare di Rue de Lourcine), Federico
Orsetti (Il premio Martin) e dell’allievo diplomato Lorenzo Collalti (Un
cappello di paglia di Firenze), con la guida di Giorgio Barberio Corsetti.
Prosegue
l’impegno di Giorgio Barberio Corsetti come maestro delle giovani generazioni
di registi, autori e attori dell’Accademia, proponendo ogni volta uno studio
esaustivo di un autore, da cui trarre poi autonomi progetti di elaborazione
scenica: Pasolini, Kleist, Müller, ora Labiche. Sono nati così: Se ti becco,
son dolori!, Un cappello di paglia di Firenze, L’affare di Rue de Lourcine e Il
premio Martin, quattro diversi studi di altrettante opere del drammaturgo
francese.
Eugène Marin Labiche (1815-1888) fu tra gli esponenti più
rappresentativi del vaudeville: l’ironia, l’inimitabile talento drammaturgico
nel costruire intrecci, equivoci, fatalità creano una comicità cinica,
surreale, un gioco al massacro a colpi di risate condite di crudeltà. “Chi
conosce gli uomini prova amarezza – affermava in proposito Emile Zola – e questo
gusto amaro è il sapore della genialità”.
Il
laboratorio, durato due mesi, ha prodotto uno spettacolo pensato per gli spazi suggestivi
del Teatro dei Dioscuri al Quirinale, in cui i ragazzi dell’Accademia hanno
lavorato grazie ad un protocollo d’intesa con l’Istituto Luce-Cinecittà.
Nello
studio e nella realizzazione delle esercitazioni del progetto Labiche, è stata
coinvolta quest’anno anche una giovane traduttrice, Elisabetta Scarin, cui è
stata commissionata la traduzione di “Le prix Martin”, inedito in Italia.
Se ti becco,
son dolori!
di Eugène Labiche
Traduzione
Annamaria Martinolli
Allievo regista Danilo Capezzani
Con
Flaminia
Cuzzoli (ALEXANDRA), Xhulio Petushi (PAUL DE SAINT-GLUTEN) Giorgio Sales (FARIBOL)
e gli allievi del II anno
Danilo
Capezzani (PAPAVERT), Caterina Corbi (M.ME D’APREMONT), Serena Costalunga (FRANCOISES), Francesca Florio (CORINNE), Luca Forlani e Sara Mafodda (I NOTAI), Leonardo Ghini (LUCIEN), Alberto Penna (LEOPARDIN)
Musicisti: Bogdan Acatrinei – basso tuba, Agnese Ferro – violino,
Mario Piluso – fisarmonica
Faribol,
un direttore d’orchestra un po’ farfallone, confessa nel sonno alla moglie il
nome e l’indirizzo della sua amante. La moglie Alexandra, infuriata, si reca di
nascosto all’appuntamento, lo pizzica sotto le finestre della nuova fiamma e
decide di attuare una spietata vendetta. Organizza una festa in casa, invita
due atletici notai, cede alle lusinghe di un conte provolone e, come se non
bastasse, scortata dalla banda di spasimanti, si imbuca al concerto che il
marito dirige, sconvolgendo la serata.
----
L’affare di Rue
de Lourcine
di Eugène Labiche
Traduzione
Annamaria Martinolli
Allieva regista Caterina Dazzi
Con
Lavinia
Carpentieri (Norine),
Emanuele Linfatti (Mistingue), Francesco Russo (Lenglumé),
e gli allievi del II anno
Michele
Lorenzo Eburnea (Justin),
Marco Selvatico (Potard).
La riunione degli ex allievi
dell’istituto Labadens si consuma in una notte d’ebbrezza. La mattina seguente,
la mente del redditiere Lenglumé è un buco nero. Un russare nel suo letto gli
rivela Mistingue, un ex labadensiano, con il quale avrebbe passato la serata
alcolica. Per una catena di equivoci i due si convincono d’aver brutalmente
ucciso una giovane carbonaia. Da quel momento Lenglumé imboccherà a grandi
passi la strada del crimine, tentando l’omicidio dei testimoni a carico, fino a
giungere alla decisione estrema di assassinare Mistingue, compagno di sbronze.
---
Il premio
Martin
di Émile
Augier e Eugène Labiche
Traduzione di Elisabetta Scarin
Allievo regista Federico Orsetti
Con
Federico
Benvenuto (Agenor), Alessia D’ Anna (Loisa), Giacomo Mattia (Martin),
e gli allievi del II anno
Giulia
D’ Aloia (Bathilde), Domenico De Meo (Edmond), Raffaele De Vincenzi (Pionceux), Diego Giangrasso (Hernandez).
Ferdinand
Martin viene raggirato dall’amico Agénor. Per vendicarsi lo accompagna, insieme
a sua moglie e al suo cugino spagnolo, in Svizzera, con l’obiettivo di gettare
l'infido amico in un burrone. L’amicizia tra i due uomini, però, è più forte
del terribile gesto che Ferdinand vuole compiere.
----
Un cappello di
paglia di Firenze
di Eugène Labiche
Traduzione
Annamaria Martinolli
Regia di Lorenzo Collalti
Con
Luca
Carbone (Fadinard), Flavio Francucci (Nonancourt), Paola Senatore (La Baronessa de
Champigny)
e gli allievi del II anno
Vincenzo
Abbate (Vèzinet), Adriano Exacoustos (Tardiveau e Félix),
Luigi Fedele (Bobin e Achille de
Rosalba), Dora Macripò (Virginie), Elisabetta Mancusi (Anais), Gaja Masciale (Hélène e La cameriera
della Baronessa), Iacopo Nestori (Beauperthuis
e Émile Tavernier), Mersila Sokoli (Clara).
E’ il
giorno del matrimonio di Fadinard, un giovane redditiere: durante il tragitto
verso casa per ultimare i preparativi, il suo cavallo mangia il cappello di
Anais, giovane signora a passeggio in compagnia d’un tenente, Emile. I due si
presentano a casa di Fadinard pretendendo la restituzione di un cappello
identico a quello perduto. Anais è infatti sposata e il marito scatenerebbe un
putiferio scoprendo la vicenda. Fadinard comincia la ricerca del cappello per
liberarsi dei due clandestini; il corteo nuziale lo seguirà ignaro e, tra
equivoci e incomprensioni, personaggi e luoghi inaspettati, l’impresa si
rileverà non affatto semplice come sembra.
Scenografia e costumi Francesco Esposito - Disegno luci Gianluca Cappelletti - Supervisione suoni Hubert Westkemper – Aiuto regista Fabio Condemi - Musiche di Un cappello di paglia di Firenze Laurence Mazzoni - Assistente alla regia di Un cappello di paglia di Firenze Giulia Bartolini
Costo:
// - Prenotazione obbligatoria – fino ad
esaurimento posti -
Indirizzo: Via Piacenza n. 1 – 00184
Roma
Informazioni
: 334 1835543 – attiva dal 16 al 28
gennaio – ore 10-13 e 14-17 (domenica esclusa)
Sito di riferimento: //
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TEATRO PER RAGAZZI
Centrale Preneste Teatro
I Teatrini - Napoli
in scena con
"Le favole della saggezza"
da Esopo,
Fedro, La Fontaine
uno spettacolo
di Giovanna Facciolo
con Adele Amato de Serpis e Melania Balsamo
CENTRALE PRENESTE TEATRO-
Roma
28 gennaio 2018, ore 16.30
Per la rassegna Infanzie in gioco 2017/18, arriva da Napoli a Centrale Preneste lo spettacolo Le favole della saggezza della Compagnia I Teatrini.
Tra maschere e semplici
elementi di scena prendono vita le più famose favole di animali parlanti che
dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà e che ancora oggi
continuiamo ad amare sin dalla prima infanzia: La volpe e l’uva, La volpe e la
Cicogna, Il Lupo e l’Agnello, La volpe e il Corvo, La Cicala e la Formica, La
Lepre e la Tartaruga, Gli animali malati di peste, Il lupo e la gru. Le
percussioni e le giocose sonorità dialogano dal vivo con i divertenti e ironici
personaggi che da Esopo a La Fontaine tramandano sagaci insegnamenti; animali
portatori di vizi e di virtù di quell’umanità sempre uguale a se stessa, e che
in queste storie si guarda allo specchio. Ogni favola è come un’immagine semplice,
comprensibile in ogni luogo e in ogni tempo e quasi sempre traducibile in un
proverbio: c’è il furbo, l’ingenuo, il potente prepotente, l’umile, l’ipocrita
adulatore, lo sciocco, il previdente, l’arrogante, il presuntuoso, il povero
innocente. Per tutti c’è una morale che ci insegna a destreggiarci nella vita.
Semplici storie per maschere e tamburi, scaltri riflessi di vizi e di virtù,
pillole di saggezza quotidiana e morali universali per grandi e bambini.
da Esopo,
Fedro, La Fontaine Uno spettacolo di Giovanna Facciolo Con: Adele Amato de
Serpis e Melania Balsamo - Percussioni dal vivo: Dario Mennella - Maschere e
oggetti di scena: Marco Di Napoli - Luci: Paco Summonte
Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto dai 3 agli 10 anni.
Prenotazioni: 06
27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da
Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento:
www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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musica
“Il Senso dell’Arco”
Musiche di J. Brahms, C. Debussy, O.
Respighi
Fabrizio Falasca,
violino
Stefania Redaelli,
pianoforte
CAMERA
MUSICALE ROMANA Sala
dell’Immacolata del Convento dei SS. XII Apostoli - Roma
28 gennaio, ore 18.30
Per
questo appuntamento di fine Gennaio la Camera Musicale Romana ospita un duo
formato dal violinista Fabrizio Falasca, considerato uno dei più valenti della
sua generazione, Assistant Concertmaster presso la Philharmonia Orchestra di
Londra, e la pianista milanese Stefania Redaelli, impostasi fin da giovanissima
come solista in diverse orchestre, assistente di Accardo e Filippini e docente
di musica da camera al conservatorio di Vicenza.
I
due giovani talenti provenienti dalle migliori scuole di alto perfezionamento
italiane, artisti tenaci e sensibili insieme, propongono in questo concerto la
Sonata n, 3 di J. Brahms, la Sonata n. 3 in Sol minore di C. Debussy
concludendo con la Sonata in Si minore di O. Respighi
Programma:
J.
Brahms:
Sonata n. 3 in re minore per violino
e pianoforte, op. 108
C.
Debussy:
Sonata n. 3 in sol minore per
violino e pianoforte, L 148
O.
Respighi:
Sonata in si minore per violino e
pianoforte, P 110
Costo: Biglietti 15 € - ridotti
8
Indirizzo: via Del Vaccaro, 9 - Roma / Angolo Piazza
dei SS. Apostoli.
Informazioni e
prenotazioni: 333 45 71 245
Sito di riferimento: www.cameramusicaleromana.it
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ARTE
APRONO I BATTENTI
"Georges
de Canino – La notte è scura"
Collage contro il terrore
1978-1983
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone
Aleandri
Casa della
Memoria e della Storia - Roma
dal 23 gennaio
al 28 febbraio 2018 - Dal
lunedì al venerdì, 9.30 - 20.00
Inaugurazione - lunedì 22 gennaio 2017 ore 17.30
L'evento è
patrocinato da: Regione Lazio, Assessorato alla cultura della Regione Lazio,
Comunità Ebraica di Roma, Assessorato alla cultura della Comunità Ebraica di
Roma, Centro di Cultura Ebraica, UCEI - Unione delle Comunità
ebraiche Italiane, Fondazione Museo della
Shoah, A.N.F.I.M. (Associazione Nazionale fra le Famiglie Italiane dei Martiri
caduti per la Libertà della Patria), A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex
Deportati nei Campi Nazisti), A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati),
Centro Internazionale "Antinoo per l'Arte", UCEI (Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane)
Philippe
Soupault ha scritto di lui:
"Quand on
rencontre les création de Georges de Canino
on éprouve un certain vertige.
C'est que le créature ne craint pas les audaces et d'abord la poursuite de
l'inconnu".
«Quando
si incontrano le creazioni di Georges de Canino, si prova una certa vertigine.
È
un creatore che non teme le audacie e avanti tutto la corsa verso l'ignoto».
Le opere in
mostra di Georges
de Canino sono una silloge di circa quaranta lavori su carta di
grande formato realizzati con interventi pittorici su basi cartacee assemblate
attraverso collages di fotografie e documenti di riviste originali di
propaganda fascista.
Una mostra che
vuole attraverso lo strumento dell’Arte
affrontare il sentimento dell’orrore al tempo delle Leggi Razziali, di
cui quest’anno cadono gli 80 anni.
Un manifesto
dell’orrore e dell’ironia dell’orrore, un campo d’indagine e di memoria dove
l’artista, sensibile ai temi dell’olocaustosi si confronta, portando lo
spettatore a non sottrarsi alla ferita della storia.
Una
mostra fortemente espressiva per il suo linguaggio simbolico, prepotente e
crudo composto da segni, parole, motti,
frecce e linee dinamiche che incombono con potenza cromatica su pallide adunate
oceaniche di uomini in camicia nera, nelle immagini dei rotocalchi di
propaganda fascista al tempo della promulgazione
delle leggi razziali in Italia. (1938-2018).
Le opere di Georges
de Canino formano un corpus unico e coerente, e sono
state realizzate in due momenti cronologicamente distinti.
Il primo negli
anni 1978 e 1979 in reazione al terrorismo, di tutte le matrici, attivo
nell'Italia degli anni di piombo ed il secondo nel 1983, in seguito
all'attentato alla Sinagoga di Roma, di matrice arabo palestinese, in cui perse
la vita il piccolo Stefano Gaj Taché: una silloge di circa quaranta lavori su
carta di grande formato realizzati con interventi pittorici collages di
fotografie e documenti di riviste originali della propaganda fascista.
Una
produzione che l'artista realizzò negli anni 1978, 1979 e 1983 sul tema della
resistenza, dell'antifascismo (di ogni colore) e sul totale rifiuto del
terrorismo.
Interventi
pittorici su supporti cartacei trattati con collages di documenti e fotografie
d'epoca originali, opere, fortemente contemporanee, che hanno evidenti analogie
con il linguaggio - parolibere, collage, scrittura automatica - che le
Avanguardie storiche europee, soprattutto Dadaismo, Surrealismo e Futurismo,
sperimentarono nel loro percorso di rottura con le tradizioni ottocentesche nei
primi decenni del novecento. Un teatro rappresentato e scritto da segni,
parole, motti, frecce e linee dinamiche che incombono con potenza cromatica su
pallide adunate oceaniche e uomini in camicia nera nelle immagini dei
rotocalchi di propaganda fascista che richiamano ad ottanta anni fa, al tempo della
promulgazione delle leggi razziali in Italia (1938).
Saranno esposti,
inoltre, cinque studi preparatori delle due grandi tele in esposizione
permanente presso il Museo delle Fosse Ardeatine a Roma, che l'artista dedicò
alla memoria delle ventisei vittime adolescenti trucidate nella strage.
L'artista
ebbe la fortuna ed il merito di conoscere e frequentare i massimi esponenti del
novecento italiano e francese, amici come Elica e Luce Balla, Edita Broglio,
Arnaldo Ginna, Philippe Soupoult, Jacques Baron, Sandro Penna, André
Pieyre de Mandiargues, Giorgio Vigolo, Primo Conti, e questo gli consentì di
fruire di opere e documenti straordinari (disegni, dipinti, parolibere,
taccuini, album, corrispondenze) che l'artista, ebbe l'intelligenza e la
lungimiranza di elaborare all'interno del suo percorso di sperimentazione
individuale, originale e mai datato nel pieno delle avanguardie storiche.
La
mostra, a cura della F.I.A.P. Federazione Italiana Associazioni Partigiane, è
promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale - Dipartimento
Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Introduzione alla mostra:
Ruth
Dureghello - Presidente della Comunità
Ebraica Roma,
Rav Riccardo Shmuel
Di Segni – Rabbino Capo di
Roma,
Mario Venezia - Presidente Fondazione Museo Shoah,
Ruben Della Rocca
vice Presidente
della Comunità Ebraica Roma,
Giorgia Calò
- Assessore Cultura della Comunità
Ebraica Roma,
Lauro Rossi Amico e Storico,
Antonella Amendola
Giornalista Critica
d’Arte,
Francesco Parisi
Storico dell’Arte,
Costo: //
Indirizzo: via San Francesco di Sales, 5 - Roma
Informazioni:
060608 – 06.6876543
Sito
di riferimento: www.comune.roma.it/cultura
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PROSEGUONO...
Errancia y fotografía.
Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández
Instituto Cervantes - Sala Dalí - Roma
dal 18 gennaio al 3 marzo 2018 dal
mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 20.00
INAUGURAZIONE Giovedì 18
gennaio alle ore 18.30
L’esposizione, prima italiana,
raccoglie 135 istantanee di uno dei maggiori ritrattisti di intellettuali e
artisti del 900, attraverso le immagini che ha catturato con la sua
macchina fotografica in oltre trent’anni di «vagabondaggio ispanico»,
tra il 1952 e il 1986. Al vernissage interverranno France Mazin
Fernández, vedova del fotografo cubano, Fernando Castillo,
curatore della mostra e Juan Carlos Reche, direttore dell’Instituto
Cervantes di Roma.
Venerdì 19 gennaio, invece, sempre nella sala di piazza Navona alle
18.30, si terrà un incontro/conferenza moderato dallo stesso Castillo e
organizzato in collaborazione con IED
- Istituto Europeo di Design, dedicato alla figura e alla vita
dell’artista cubano, che oltre alla fotografia ha lavorato anche nel campo
della pittura, della scultura e del disegno. Interverranno i professori di IED
Roma, Giancarlo Possemato e Daria Scolamacchia.
Jesse A. Fernández, non è stato solo uno
dei più influenti fotografi latinoamericani. È stato un uomo, un grande
artista, fedele ai principi che hanno guidato la sua vita e il suo percorso
artistico tra fotografia e pittura e che ha vissuto il distacco come condizione
essenziale per la libertà e la libertà come condizione per la sua
creazione artistica.
Nato a Cuba, figlio di genitori asturiani, Jesús Antonio Fernández Martínez
(L'Avana, 1925 - Parigi, 1986) ha condotto una vita itinerante
testimoniata dai volti e dai mondi che ha ritratto nei suoi scatti. La mostra,
infatti, è organizzata in nove sezioni che raccontano la sua permanenza in
altrettanti luoghi simbolo della sua vista: Colombia,Guatemala, Messico, New York, L'Avana, Porto Rico, Madrid, Parigi e Palermo.
“Errancia y fotografía. Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández” permette
di conoscere la prolifica galleria di ritratti che il fotografo e pittore
cubano ha realizzato con importanti protagonisti della seconda metà del XX
secolo. Tra questi, Guillermo
Cabrera Infante (suo grande amico), Severo Sarduy, Vargas
Llosa, Borges, Octavio Paz, Gabriel Garcia Màrquez, Cortázar, Carlos Fuentes, Lezama
Lima, Alfonso Reyes, Wifredo Lam, Roa Bastos, Rulfo, Onetti, Carpentier.
Senza dimenticare le più importanti figure della cultura e dell’arte
spagnola: Dalí, Miró, José Bergamín, Antonio
Saura, Chillida, Tàpies, Buñuel, Max Aub, Juan
Goytisolo, Delibes, Alberti, Cela, Buero Vallejo, Pau Casals o Carmen Amaya. Molte delle fotografie
esposte sono famose e iconiche, altri scatti, invece, sono meno noti o
addirittura inediti. A completare l’esposizione, anche una dozzina di documenti
e pubblicazioni e il cortometraggio, "PM" di Sabá Cabrera Infante e Orlando Jiménez Leal.
La mostra è stata inaugurata in
Spagna (lo scorso ottobre a Madrid) e nel corso del biennio 2018/2019 verrà
esposta anche a Parigi, New York, Chicago, Palermo, Francoforte e
Berlino.
Costo: Ingresso LIBERO
Per ulteriori informazioni: tel. 066861871 - cenrom@cervantes.es.
INDIRIZZO:
piazza Navona, 91 - Roma
Facebook
di riferimento: www.facebook.com/InstitutoCervantesRoma
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"Hardcore
for Dummies"
mostra personale di
MARINA BOLMINI
a cura
di Marta
Bandini e Elettra Bottazzi
GALLERIA PARIONE9
dal 19
gennaio all 11 febbraio 2018, martedì - sabato 14.00 - 20.00_
domenica 16.00 - 20.00
Inaugurazione 19 gennaio 2018 ore 18.30
Sono esposte più
di trenta opere su tela che reinterpretano la cultura figurativa delle
copertine dei dischi dei gruppi punk e rock degli anni Ottanta. La Bolmini, con
un atteggiamento pop, si riappropria dei personaggi di cartoni animati e
fumetti della pop culture per re-illustrare queste copertine, lavorando così
sullo slittamento di significati collegati ad immagini fortemente iconiche, non
solo della musica ma di un’epoca intera. Sin dagli anni Sessanta la musica
rappresenta una fonte di ispirazione per gli artisti visivi, ma è anche vista
come un ulteriore veicolo per espandere la propria ricerca e trovare un
pubblico più vasto e generico (come non dimenticare la banana di Warhol della
copertina del primo album dei The Velvet Underground). I gruppi rock si rivolgono al
mondo delle arti visive per confezionare le proprie opere. Musicisti, cantanti
e band vedono l’arte come fonte di ispirazione e comprendono che può
permettergli di approfondire la portata intellettuale della propria produzione.
E’ per questo che le immagini, che danno vita alle copertine e ai poster,
assumono così un ruolo fondamentale, ovvero quello di diventare il mezzo visivo
di espressione e comunicazione di questa cultura musicale. In
Hardcore for Dummies la cultura visiva e la musica di una generazione, che
esprimeva la sua rabbia ed il suo senso di ribellione con il rock, la new wave
italiana, la free jazz, il punk inglese e l’hardcore americano, è riletta
dall’artista attraverso la creazione di immagini che producono cortocircuiti
visivi e nuove interpretazioni.
Marina Bolmini
(Vasto, 1970) è un'artista visiva italiana.
Dopo aver conseguito la maturità artistica in oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto si sposta a Bologna per approfondire gli studi artistici presso l'Accademia delle Belle Arti alla scuola di pittura di Concetto Pozzati, dove si laurea nel 1996. Usando media e tecniche eterogenee, dalla pittura al rucamo, l artista lavora sullo slittamento di significati collegati a immagini fortemente iconiche. Attualmente collabora con la galleria romana Parione9.
Dopo aver conseguito la maturità artistica in oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto si sposta a Bologna per approfondire gli studi artistici presso l'Accademia delle Belle Arti alla scuola di pittura di Concetto Pozzati, dove si laurea nel 1996. Usando media e tecniche eterogenee, dalla pittura al rucamo, l artista lavora sullo slittamento di significati collegati a immagini fortemente iconiche. Attualmente collabora con la galleria romana Parione9.
Parione9 Art Gallery è una giovane galleria d’arte nel
centro storico di Roma. Nata nel 2014 dall’esigenza di Marta Bandini ed Elettra
Bottazzi di creare uno spazio innovativo, dove promuovere e condividere l’arte
e la cultura allargando i confini ai nuovi linguaggi dell’illustrazione e del
tatuaggio.
Costo: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: via di Parione, 9 - Roma (piazza
Navona)
info: 0645615644 - parione9@gmail.com
Sito di riferimento www.parione9.com
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"Il
Tesoro di Antichità.
Winckelmann
e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce
MUSEI CAPITOLINI - Sale
Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo
Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 -
Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30
del
fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768)
“Vivo come un artista e come tale sono
accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel
Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere
in tutta libertà dalla mattina alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è
con queste parole che Johann Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre
settimane grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di
Sassonia, descrive a un amico la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo
museo pubblico d’Europa, luogo in cui il vitale rapporto con l’Antico può
essere coltivato in assoluta libertà, “von
Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).
Nei
tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a Trieste l’8 giugno
del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717 in una famiglia
molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del Neoclassicismo
tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando
vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere
antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle
fonti letterarie. “Novello Colombo”,
“scopritore di una terra a lungo
presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un tempo conosciuta e
poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe esprime l’impatto
rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia dell’Arte nell’Antichità
pubblicata a Dresda nel 1764.
La
mostra “Il Tesoro di Antichità.
Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei
Capitolini dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017 (300
anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte) e si inserisce nel
contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft
di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale,
Assessorato alla Crescita culturale –
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e
Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la
prima, offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato,
nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo
pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla
promozione della “magnificenza e splendor
di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto una luce
diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande
Winckelmann.
Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di
una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze
Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.
Catalogo: Gangemi Editore
Costi: Intero 15 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della
tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto
integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non
residenti a Roma) - Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione
vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del
Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO
Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da
Claudio Parisi Presicce
a
cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro
L’optimus princeps che portò l’impero romano
alla sua massima estensione celebrato a
1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano
Mercati di
Traiano Museo dei Fori Imperiali - Roma
dal 29 novembre
2017 al 16 settembre 2018. Orario: tutti i
giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00 - Giorni di chiusura: 1
Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre
L’esposizione è promossa e prodotta
da Roma
Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai
Beni Culturali di Roma, con
l’organizzazione di Zètema Progetto
Cultura.
Cosa significa costruire un
Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare,
conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di
popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi
sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata
anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e
capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di
pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una
fiction, né il programma di qualche politico, ma la traccia della mostra Traiano.
Costruire l’Impero, creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di
Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla
morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.
I reperti archeologici provengono da
musei della Sovrintendenza Capitolina (Musei Capitolini, Centrale Montemartini,
Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Antiquarium del
Celio, Teatro di Marcello), da molti
musei e spazi archeologici italiani
(Museo Nazionale Romano presso le
Terme di Diocleziano e presso Palazzo
Massimo, Museo Ostiense a Ostia
Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Antiquarium di
Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di Traiano” di
Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia della Romania,
Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca di Monaco di
Baviera).
Ancora, è ospitata
presso la via Biberatica anche “Columna mutãtio – LA SPIRALE”,
un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artista Luminiţa Țăranu, che racconta la “mutazione” di significato della Colonna di Traiano nel volgersi
della storia.
Il
messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende
trasmettere, è la “mutazione” di
significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la
Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame
storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate
dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è
anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio
di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la
memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare
il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha
un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale
oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre
in
orizzontale.
Dopo
la mostra a Roma, l’installazione “Columna
mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di
Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della
Romania, nell’autunno del 2018.
TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata
dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”,
significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra
gli imperatori. Colui che seppe riportare
gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo
contemporaneo Traiano ci ha ordinato di
essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così
diverso e innovativo Traiano per meritare un tale consenso incondizionato
dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle più disparate popolazioni
dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna
dinastia imperiale, ma di ottima famiglia – Ulpia
– Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre naturale e percorre velocemente i
gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul
campo a fianco dei suoi uomini, dei quali guadagna così il consenso e la
fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore Nerva lo “adotta” come
successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di affrontare anche i
temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero ha urgente
bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che
non ha mai visitato.
Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling, protagonisti anch’essi
dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’
imperatore, o meglio il suo fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla
vita dell’optimus princeps. Profumi, petali e il rumore della
folla daranno al visitatore le stesse sensazioni che il popolo di Roma provava
durante un trionfo; stele di soldati si animeranno per mostrare gli
affanni del vivere e del morire dei legionari impegnati nelle guerre di
conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione dei nemici di Roma, i
barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti dell’impero - e le
voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale e imprenditrici.
E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi rivivranno i
monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La
mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e interattive che sono
state realizzate grazie alle collaborazioni che la Sovrintendenza Capitolina ha
attivato, a scopi di ricerca, studio e divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies, Dig@Lab, con il
coordinamento scientifico di M. Forte, la
Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio de Humanidades Digitales con
il coordinamento di J. M. Luzon, la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie
Energetiche dell’ENEA nell’ambito del progetto CO.B.R.A. (COnservazione dei
Beni culturali, con l’applicazione di
Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), responsabile
A. Quintiliani.
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it
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A Roma unica tappa italiana per la mostra
"I Grandi Maestri. 100
Anni di fotografia Leica"
COMPLESSO DEL VITTORIANO
ALA BRASINI - Roma
dal 16 novembre 2017 all' 18
febbraio 2018, dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato
9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
La mostra, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Contrasto ed è a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più rinomati curatori e critici della fotografia.
I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica indaga per la prima volta la grande rivoluzione del mondo della fotografia, e in genere della visione, resa possibile dalle fotocamere Leica dagli anni Venti del Novecento fino a oggi. Oltre 350 stampe d’epoca originali di celebri fotografi insieme a documenti storici dall’archivio Leica, filmati sui fotografi (come Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand), locandine pubblicitarie vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri, accompagnano il visitatore in un viaggio nel tempo e nella storia, alla scoperta di quei cambiamenti rivoluzionari permessi da un’innovazione tecnologica come la “Ur-Leica”, il primo apparecchio 35mm efficace che non solo rappresentò un cambiamento radicale nel campo della fotografia, ma innescò, insieme ai modelli Leica prodotti successivamente, una significativa metamorfosi nella nostra percezione della società e del mondo circostante.
Foto dopo foto, questa mostra rivela come gran parte delle immagini impresse nella nostra memoria siano state realizzate proprio con una Leica e come tutte queste fotografie costituiscano quindi un ampio caleidoscopio delle tendenze fotografiche e degli sviluppi degli ultimi dieci decenni.
La mostra è composta da 16 sezioni che intrecciano insieme l’ordine tematico con la cronologia, in un percorso che va dalla nascita della prima fotocamera Leica fino alle più recenti visioni. Nel corso degli anni la Leica fu progressivamente utilizzata da fotografi di diverse nazionalità, estendendo il suo uso a diversi tipi di reportage. Dal fotogiornalismo di guerra (nel 1930 Erich Salomon fu il primo fotogiornalista che portò una Leica negli Stati Uniti e durante la Guerra civile spagnola), all’uso della fotografia come strumento di propaganda. Ma anche ad un tipo di ricerca più umanista, infatti la Leica arriva ad essere utilizzata nel settore della moda, rivoluzionando anche in questo caso il genere: si passa dalla fotografia in studio alla fotografia in strada. Attraversando questi diversi generi e percorrendo i diversi paesi del mondo, la mostra propone le immagini dei più grandi interpreti internazionali che hanno fatto della Leica il proprio strumento creativo di espressione d’elezione. Dalle fotografie in bianco e nero di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Sebastião Salgado, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin, fino al colore di William Eggleston, Fred Herzog e Joel Meyerowitz, lo spettatore potrà ammirare il meglio della fotografia internazionale con uno sguardo privilegiato sull’Italia. Accanto alle immagini di Gianni Berengo Gardin, l’esposizione romana dedicherà spazio anche alle fotografie di altri interpreti italiani d’eccezione come Piergiorgio Branzi, Paolo Pellegrin, Valerio Bispuri e Lorenzo Castore.
Elenco sezioni
Oskar Barnack fotografo; Leica e la nuova visione (“neues sehen”); Fotogiornalismo 1925–1935; Fotografia e propaganda; Fotografia umanista; Gli anni di macerie; La fotografia soggettiva; Fotogiornalismo 1945–1970; Fotografia d’autore; La “new color photography”; Leica e la fotografia di moda; Leica in Giappone; Leica in Spagna; Leica in Portogallo; Fotografia d’autore: anni ‘70; Fotografia d’autore: dagli anni ‘80 a oggi.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD. Il catalogo è edito da Contrasto.
Immagine a corredo: Christer Strömholm, Nana, Place Blanche, from the cycle “Vännerna från
PlaceBlanche” (the friends from Place Blanche). Paris, 1961. Digital modern
print, 30x36 cm
Costo: Biglietto Intero 12 € - Ridotto 10 € - Per altre
riduzioni vista il sito.
Informazioni
e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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"Artisti
all’Opera"
Il Teatro dell’Opera di Roma sulla
frontiera dell’arte da Picasso a Kentridge1880-2017
Una mostra celebra
che il rapporto del Teatro dell’Opera con i più grandi artisti del
Novecento
Museo di Roma - Palazzo
Braschi - Roma
dal 17 novembre 2017 all' 11 marzo 2018 - vari orari
Il
teatro come universo di artisti: musicisti, compositori, registi, pittori e
artisti figurativi, costumisti, stilisti. Il Teatro dell’Opera di Roma si racconta attraverso l’infinita
bellezza dei suoi allestimenti, figli del lavoro intrecciato di alcune tra le più grandi figure dell’arte del
Novecento: da Pablo Picasso
a Renato Guttuso, da Giorgio de Chirico ad Afro, da Alberto Burri a Giacomo
Manzù, da Mario Ceroli ad
Arnaldo Pomodoro fino ad
arrivare a William Kentridge.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Sarà raccontata la storia di un
Teatro, l’Opera di Roma, che ha sempre camminato sul filo rosso di un rapporto cercato e trovato con l’arte
figurativa, portando quindi alla vista dello spettatore scene e costumi
nati dal genio di grandi artisti, così come piccoli capolavori inusuali, bozzetti, figurini (ovvero
i disegni dei singoli personaggi), maquette (i modellini delle
scenografie), fino a pezzi di inestimabile valore, come il sipario lungo 15 metri dipinto da de Chirico
per un Otello rossiniano.
Ma Artisti all’Opera. Il
Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte non sarà una “semplice”
galleria di meraviglie d’arte scenica, sarà anche un percorso che il visitatore/spettatore vivrà lungo la storia del Teatro
dell’Opera di Roma, seguendo le suggestioni dei grandi titoli del nostro teatro lirico – ma scoprendo anche perle “minori” che sono sfuggite alle
consuetudini del repertorio – e spiando
il lavoro delle maestranze,
ricreato attraverso un sapiente gioco d’allestimento, così da ribaltare la
normale prospettiva.
Grazie alle collezioni
dell’Archivio del Teatro dell’Opera – in cui si conservano più di 60mila
costumi e 11mila bozzetti e figurini – alle proiezioni e ai filmati d’archivio
dell’Istituto Luce il visitatore/spettatore
entrerà nel teatro ritrovandosi dietro le quinte del
palcoscenico per ammirare da vicino tutto ciò che d’abitudine vede da
lontano, dalla platea.
L’esposizione
è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Si
ringrazia l’Istituto Luce e la
collaborazione di SIAE.
La
mostra è a cura di Gian Luca Farinelli
con Antonio Bigini e Rosaria Gioia, con la curatela
storico-scientifica di Francesco Reggiani
e Alessandra Malusardi dell’Archivio Storico e la collaborazione di
Anna Biagiotti della Sartoria della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.
Organizzazione
Zètema Progetto Cultura. Catalogo Electa.
Costi: Biglietto Intero 9 € ; ridotto 7 €.
Per altre riduzioni visita sito.
Indirizzo: piazza
San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni:
060608
tutti i giorni 9.00-19.00
Sito di
riferimento: www.museodiroma.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu
Sotto l’egida dell’Istituto per
la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla
Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale,
con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande
retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain
collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.
COMPLESSO DEL VITTORIANO
ALA BRASINI - Roma
sino al 3 giugno 2018, dal lunedì
al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30
A grande richiesta,
dopo aver superato i 200.000 visitatori, la mostra dedicata a
Claude Monet proroga fino al 3 giugno 2018 la mostra
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.
L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).
Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.
L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.
Nell'immagine:
Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1916-1919.
Costo: Biglietti-
Intero 15 € (audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni
e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it - www.ilvittoriano.com
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"L’essenziale verità delle cose"
Francesco
Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961)
Galleria d’Arte Moderna di Roma - Roma
dal 13 ottobre
2017 al 11 febbraio 2018, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
Moderna non è certo l’arte
perché rispecchia il nostro tempo, che allora si tratterebbe di una questione
di moda e formale. L’arte, moderna come
anche antica, è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle
cose con profonda umanità e spiritualità …
È una considerazione di Francesco Trombadori che, chiarendone le
aspirazioni e il coerente percorso pittorico, ha ispirato il titolo di questa
mostra antologica di largo respiro, un’occasione per raccontare il rapporto del
pittore con i luoghi di Roma che amò e dipinse, scegliendoli come patria
elettiva sin dai primi anni del Novecento.
Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, sono esposte sessanta tele, dipinte
tra il 1915 e il 1961, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private
di tutta Italia, venticinque disegni, libri, cataloghi di mostre e articoli di
giornale provenienti dall'Archivio dell'artista, custodito nel suo studio a
Villa Strohl-Fern. La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura
di Giovanna Caterina De Feo
dell’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern e della Sovrintendenza Capitolina.
Organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Catalogo Maretti edizioni.
Pur non essendo romano di nascita, per Francesco Trombadori la capitale è
fonte di ispirazione per molti dipinti, ma soprattutto luogo di aggregazione in
cui insieme a scrittori, critici ed artisti partecipare all’intenso dibattito
artistico e culturale, dando impulso alla creazione di mostre d’arte e a
riviste d'arte e di cultura.
Il pittore prende parte attiva al dibattito artistico nazionale sin dagli
esordi nel vivace ambiente della cosiddetta Terza Saletta del Caffè Aragno, nel
primo decennio del XX secolo, dove l’artista si avvicina al formativo ambiente de “Il Convito”, la rivista d’arte e
letteratura fondata da Adolfo De Bosis con Gabriele d’Annunzio e Angelo Conti.
Ogni sezione della mostra è corredata dal ricco patrimonio documentario
proveniente dall'Archivio dell'Artista a Villa Strohl-Fern, oggi Casa Museo,
con cui si intende illustrare anche l'importante attività di critico che
Trombadori svolse, dagli anni Venti, scrivendo per diverse testate nazionali.
Nel corso della mostra saranno organizzati incontri di approfondimento con
la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte
Moderna: 7,50 € intero e 6,50 € ridotto, per i non residenti; 6,5€
intero e di 5,50 € ridotto, per i residenti; gratuito per le
categorie previste dalla tariffazione vigente.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via
Francesco Crispi, 24 - Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"ENJOY L’ARTE INCONTRA IL DIVERTIMENTO"
a cura di Danilo Eccher
Chiostro
del Bramante - Roma
dal 23 settembre al 25 febbraio 2017 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
dal 23 settembre al 25 febbraio 2017 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.
Dopo il successo della originale mostra Love,
l’Arte incontra l’amore, che ha registrato in sei mesi l’afflusso di 150mila
spettatori, soprattutto giovani, il Chiostro del Bramante continua il suo
innovativo percorso programmatico proponendo ancora una volta una esposizione
unica per la singolarità delle opere, che pone sotto la lente di ingrandimento
le diverse possibilità percettive ad esse connesse. Una esperienza che lo
spettatore può fare attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più
importanti e provocatori protagonisti dell’arte contemporanea. Talvolta
infrangere le regole non significa trasgredire, ma ampliarne i confini. Una
regola che il Chiostro del Bramante persegue da tempo nelle sue linee
programmatiche, proponendo mostre fuori dagli schemi delle convenzioni
espositive, dove l’originalità del percorso sta alla base del progetto
ideativo.
Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale
ed internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro parte da questi
presupposti per la mostra che proporrà. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo
l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non
solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e
spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono
site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli
ambienti del Chiostro del Bramante la cui organizzazione – che fa capo a DART –
aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo
proponendo opere inedite. Tra i grandi nomi allineati troviamo Tinguely,
Calder, Fogliati, Erlich, Creed, Neto, Collishaw, Ourlser, Wurm, TeamLab, Hans
op De Beeck, De Dominicis, Gander, i protagonisti del ‘900 storico e del terzo
millennio, accomunati da un filo sotteso, il divertimento, assunto
nell’accezione etimologica della parola: portare altrove. L’altrove, l’altro da
sé, il perdersi nei meandri dell’arte e dell’inconscio è ciò che accomuna il
gesto di tutti gli artisti presenti in Enjoy, le cui opere guideranno il
visitatore in un percorso invisibile ma fortemente tracciato, che prenderanno
vita in un incessante rapporto interattivo e giocoso, dove le diverse
percezioni del “fuori da sé” avranno un ruolo fondamentale. “La dimensione del
piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher,
curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte
sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti.
L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove
tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della
sorpresa”. Ecco allora che in Enjoy, dalle sculture leggere di Alexander
Calder, lo spettatore può perdersi nel labirinto infinito di specchi di Leandro
Erlich per poi immergersi e riemergere dalle installazioni ludico-concettuali
di Martin Creed o nei raffinati giochi di luci illusorie di TeamLab che
prendono forma e mutano solo a contatto con il pubblico, o essere inseguiti
dagli occhi indiscreti e inquietanti di Tony Oursler e trovarsi a contatto con
i corpi deformati di Erwin Wurm e così via, di artista in artista, di sala in
sala: il Chiostro del Bramante diventerà luogo elettivo di una realtà tutta da
scoprire, che esiste in ogni istallazione (alcune di grandissime dimensioni), a
una realtà che, tuttavia, può anche non esserci. D’altra parte è proprio Paul
Klee che ci dice: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile
ciò che non sempre lo è”.
Costo: Biglietto intero 13 € (audio
guida inclusa) - biglietto ridotto
11 € (audio guida inclusa) per specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag
ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00)
numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso
libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della
Pace 5 - Roma
Sito di riferimento:
www.chiostrodelbramante.it
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Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi
volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può
scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com, entro la
domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta di segnalazione,
provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …