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lunedì 29 gennaio 2018

KIROSEGNALIAMO Settimane 29 Gennaio - 4 Febbraio 2018

K-news  







Kiri, continuano anche per questa nuova stagione,  le segnalazioni di Kirolandia blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.




Di settimana in settimana vari suggerimenti tra teatro, musica, arte  e tanti altri eventi selezionati  accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.





Dunque ecco per sognare con voi... 
TEATRO

DEBUTTI...

R.C. e Xenia
presentano
"DI-VI-NA PER VOCAZIONE STAR"
di e con Riccardo Castagnari 
accompagnato da Andrea Calvani al pianoforte 

OFF OFF THEATRE - Roma
dal 30 gennaio al 4 febbraio 2018 ,  orario: serali ore 21.00,  pomeridiane ore 18.00

PRIMA NAZIONALE

Niente è mai come sembra. Castagnari torna in scena a tempo di musica, come una vera Diva. Anzi: DI-VI-NA!
Era il 2001 quando Riccardo Castagnari stregò tutti con la sua Marlene D.. Sono passati ben diciassette anni e quell'interpretazione continua a restituire al pubblico l'indimenticata storia della grande femme fatale, da cui adesso Castagnari si allontana momentaneamente per evocare un'altra storia. Stiamo parlando di DIVI-NA, per Vocazione Star, il nuovo spettacolo con cui il talentuoso attore e regista debutterà in prima nazionale.

Rivivremo il privato attimo in cui una drag queen, o per esser più precisi una drag singer di nome Divina (Riccardo Castagnari), giunta in ritardo alla serata in cui avrebbe dovuto esibirsi, decide di non fare più il suo consueto show, ma di concedersi una lunga chiacchierata con il pubblico, senza filtro alcuno, un "faccia a faccia" tra lui, lei e loro, dove da contrasto faranno i brani scelti ed interpretati dal vivo da Divina. Ad accompagnarla ci sarà Andrea Calvani al pianoforte, le cui note insieme al talento vocale ed interpretativo di Castagnari, scandiranno il tempo dello spettacolo. La chiacchierata metterà a nudo il passato della drag singer, la sua infanzia, i suoi amori, la sua passione per il cinema, il vissuto difficile, ironico e spesso impensabile di Divina. Una storia apparentemente al limite, tanto paradossale quanto rigorosamente vera. Uno sproloquio di canzoni e parole quanto banale e quotidiano, profondamente umano, disperato, tragi-comico e appassionato, che tra numeri musicali, vertiginosi cambi d'abito e interazioni con il pubblico, condurrà gli spettatori ad un finale in cui, per dirla come Divina
<< ...niente è mai come sembra, se togliessi un po’ di cerone, strappassi via le ciglia finte e buttassi le parrucche forse mi accorgerei che sotto sotto c’è dell’altro… >>.                                                                   
“ […] Una storia raccontata e vissuta in prima persona dove il gioco dell’ ambiguità  si manifesta più nel sovrapporsi dei ruoli che non nell’identità sessuale, dove la risata esorcizza lacrime e sesso, dove l’inferno si scambia di posto con il paradiso …un percorso che si rivela ‘iniziatico’ poiché il culto è la maschera, è l’altro da sé, è la fuga dal proprio io per impossessarsi dell’altro [...]” (L.B.)

Di e con Riccardo Castagnari  - accompagnato da Andrea Calvani al pianoforte   - Assistente Costumi: Francesco De Marco - Luci: Luca Capparucci - Assistente Regia:  Adriana Alben   -  Regia di Riccardo Castagnari

Costo: Biglietto intero 25 € -  ridotto 18 € - 10 € per gruppi e under 26
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:  06 89239515 -  info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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Il duo comico
Tirocchi-Paniconi
con
"La Storia d'ItaGlia"

TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 30 gennaio al 18 febbraio 2018,  ore 21.00_sab 17.30 e 21.00_dom. 17.30 

Da sempre a scuola si studia la storia d’Italia, ma se a decidere gli eventi sono gli studenti stessi  può succedere che a Romolo e Remo si aggiunga un terzo fratello di nome Mimmo e che Giulio Cesare ,allo scoccare delle fatali idi di Marzo, dimentichi di andare al Senato.  Lo spettacolo, scritto dal duo comico Tirocchi-Paniconi molto noto al pubblico televisivo e radiofonico, per l'occasione diventato un trio con l'inserimento anche di Claudio Pallottini, porta in scena così una ricostruzione assai poco ufficiale delle vicende patrie. Il quadro che ne esce è dissacrante, ironico, ma anche condito di quel tanto di politicamente scorretto che  scaturisce dagli evidenti riferimenti all'attualità.

Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia A.M.O. é diretto da Marco Simeoli che promette, nel finale della pièce, "un coinvolgimento del pubblico molto patriottico". Sul palcoscenico non compaiono gli studenti che hanno a modo loro rivisitato la storia d'Italia, bensì la loro severa e scorbutica insegnante – portata in scena da una brillante Valeria Moretti -  e tre padri interpretati da Alessandro Tirocchi, Maurizio Paniconi e Daniele Derogatis. A loro spetta l'ingrato compito di portare in scena ciò che i figli, in veste di novelli drammaturghi, hanno partorito. Ne derivano, tra liti e tentativi di fuga, divertenti gag e riflessioni al limite del commovente sull’arduo mestiere di genitori al giorno d’oggi. 

Costo: Biglietti  platea  intero  22 € - ridotto G/A 16 €galleria intero  18 €  - ridotto G/A  14€  (ridotto giovani under 18 e anziani over 65)

Indirizzo: via del Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroservi.it
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"Lampedusa"
di Anders Lustgarten
Testo inedito - novità italiana 
Traduzione di Elena Battista 
Con Donatella Finocchiaro - Fabio Troiano
Regia Gianpiero Borgia

TEATRO PICCOLO ELISEO
dal  31 gennaio al 18 febbraio  2018 , orario martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_dom. ore 17.00

Debutto nazionale

Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di massa

“Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di massa”, così il quotidiano The Guardian definisce Lampedusa, testo di Anders Lustgarten, novità assoluta per l’Italia.

Due monologhi, due storie perfettamente intrecciate, quelle di Stefano, un pescatore siciliano ormai impegnato a recuperare i corpi dei profughi annegati in mare (3500 nel solo 2015) e di Denise, una donna immigrata di seconda generazione - qui una marocchino italiana - che riscuote crediti inevasi per una società di prestiti. Condannata per sempre al ruolo di outsider in Europa, sostiene che i marocchini sono “i primi ad essere partiti e gli ultimi tra gli immigrati ad essere considerati”.
La povertà e la disperazione non sono solo lo scenario del racconto: sono causa generatrice del contrasto sociale dei protagonisti, argomento di fuga per entrambi e insieme condizione per il miglioramento del proprio status attraverso lo sciacallaggio della disperazione altrui. Ossessionati dal denaro che manca, dalle opportunità che non ci sono, dalla politica dei favori, l’uomo si scopre inaridito dall’inerzia con cui porta a termine il suo compito di pescatore di cadaveri, un lavoro più redditizio e continuativo a Lampedusa in questo momento, mentre Denise cerca un riscatto studiando e allontanando da sé il mondo da cui appartiene, le case fetide e impersonali degli immigrati. Lungi dall’essere una litania della disperazione, Lampedusa è sorprendentemente un racconto sulla sopravvivenza della speranza. Quasi inconsciamente, entrambi cercano una redenzione. Stefano fa amicizia con un meccanico del Mali che attende con ansia l’arrivo della moglie, Denise scende a patti con un’annosa frattura nel rapporto con la madre malata e lotta per garantirle una pensione di invalidità da parte dell’INPS e trova la compagnia simpatica e inattesa di una portoghese, madre single piena di debiti.
Lustgarten traccia paralleli e intrecci invisibili tra le storie di Stefano e Denise.
Entrambi sono persone che si trovano a trattare con un’umanità al limite.
Gente con cui non si vuole avere a che fare. Affida ai suoi personaggi una identica visione politica: il parere che l’Europa è “fottuta” per non avere saputo prevedere che guerra e miseria avrebbero prodotto una congestione di traffici umani e non aver regolato per tempo con criteri certi questi flussi inarrestabili ma ancora prima, per non aver saputo attuare vere politiche di inclusione degli immigrati e dei richiedenti asilo.

di Anders Lustgarten - Traduzione di Elena Battista  - Con Donatella Finocchiaro e  Fabio Troiano - Scene e costumi di Alvisi e Kirimoto - Regia:  Gianpiero Borgia
Produzione BAM Teatro - Teatro Eliseo - Mittelfest 2017  in collaborazione con La Corte Ospitale

Costo:  Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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"TI FARÒ FELICE (Le Bonheur)"
di Eric Assous
con Sandra Collodel e Bruno Maccallini
regia Marco Lucchesi

TEATRO DELLA COMETA - Roma
dal 2 all' 18 febbraio,  orario dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia replica ore 17.00 e ore 21.00_domenica ore 17.00.

Prima nazionale

Passata la soglia degli “anta”, a prescindere dai propri fallimenti, è ancora possibile amare, ed essere amati?
I protagonisti di questa nuova divertente commedia di Éric Assous sono Luisa autrice di racconti per l’infanzia, separata, e Alessandro, padre di tre figlie, proprietario di un ristorante, in attesa di divorzio. Una sera s’incontrano e si piacciono. Passano la notte insieme, ma al risveglio, l'amara realtà è lì, davanti a loro.
Si rivedranno? Avranno il desiderio di rincontrarsi?
Luisa prenderà una drastica e inaspettata decisione a cui Alessandro, messo alle strette, dovrà inevitabilmente scendere a patti.
In un vortice sentimentale di bugie e colpi di scena Éric Assous ci invita a riflettere sulla perenne ricerca dell’amore e della felicità. Ma… l’amore e la felicità hanno una data di scadenza?

di Eric Assous - con Sandra Collodel e Bruno Maccallini - regia:  Marco Lucchesi - traduzione: Filippo Ottoni - costumi: Isabella Rizza - voce registrata: Loredana Piedimonte

Durata: 90 minuti senza intervallo
Costo: Biglietti Platea 25 €, prima galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni:  Telefono 06.6784380
Indirizzo: via del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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PROSEGUONO...

Fondazione Teatro della Toscana
GABRIELE LAVIA
"IL PADRE"
di August Strindberg
con Federica Di Martino
 
e con Giusi Merli  Gianni De Lellis  Michele Demaria
Anna Chiara Colombo  Ghennadi Gidari  Luca Pedron

TEATRO QUIRINO -  Roma
dal  23 gennaio al 4 febbraio 2018 ,  da martedì a sabato ore 21.00 - domenica ore 17.00 - giovedì 25 gennaio e giovedì 1 febbraio ore 17.00 - mercoledì 31 gennaio ore 19.00 - sabato 20 gennaio ore 17.00 e ore 21.00

Dopo Brecht e Pirandello, Gabriele Lavia si confronta per la terza volta nella sua carriera con Il padre di Strindberg.

 “L’azione di quest’opera – afferma Gabriele Lavia – è tutta interiore e stretta nella morsa tragica dell’unità di tempo, luogo e azione nella quale deve essere compiuto il ‘delitto perfetto’: l’omicidio psichico. Il nostro spettacolo precipita l’azione dentro una vertigine di velluto rosso sangue dove il quieto salotto familiare comincia ad ‘affondare’ nel naufragio di ogni certezza. È il naufragio del mondo e della storia. Ma forse la vita non è altro che un naufragio”.
Il Capitano di cavalleria Adolf viene a scontrarsi con la moglie Laura sull’educazione da impartire alla figlia Berta. La consorte non esita a instillare nell’animo dell’uomo un dubbio atroce: la sua stessa paternità. Il lungo calvario mentale di Adolf lo sprofonda in un’angoscia devastante, fino a farlo precipitare, prosegue Lavia, “nell’abisso della perdita di ogni ‘certezza ontologica’ dello statuto virile della paternità”.
Una partita inesorabile di dare e avere, dove ogni segno sposta la bilancia di una macchinosa contabilità cosmica.

“Scritto con un’ascia, non con la penna”. Cosi August Strindberg definisce Il padre composto in una manciata di mesi nel 1887 che della tragedia, nel senso più autentico del termine, rivendica tutti i paradigmi, mettendo a nudo i nodi irrisolti di un rapporto coniugale inaridito in regole che hanno reso moglie e marito estranei l’una all’altro, rivali, nemici.

Gabriele Lavia dirige e interpreta uno spettacolo che ha la capacità di passare fulmineamente attraverso forme nuove, senza soffermarsi, portato da una passione che guarda oltre la scena, preoccupato di sgombrare lo spazio per una sola risposta, impossibile e sempre latente: il terribile risveglio di un universo di sonnambuli.

L’intreccio del Padre – spiega Gabriele Lavia – è semplicissimo. Un marito sospetta che la moglie lo abbia tradito e che la figlia sia figlia di un altro. Marito, moglie, figlia e…l’altro. Un intreccio, diciamolo pure, banale, che nelle mani di Strindberg diventa un ‘abisso’. O, meglio, il precipitare nell’abisso della perdita di ogni ‘certezza ontologica’ dello statuto virile della paternità e l’avvento della condizione di ‘incertezza dell’essere’ dell’uomo che, dunque, deve fare i conti con la cultura, la storia e addirittura, poiché Strindberg scrive una tragedia classica, con il mito”.

Dopo Roma la tournée de Il padre toccherà Bologna, Milano, Torino, Genova, Udine.

GABRIELE LAVIA in "Il Padre" - di August Strindberg - con Federica Di Martino - e con Giusi Merli,  Gianni De Lellis,  Michele Demaria, Anna Chiara Colombo,  Ghennadi Gidari,  Luca Pedron - scene: Alessandro Camera - costumi: Andrea Viotti - musiche: Giordano Corapi - luci: Michelangelo Vitullo - regista assistente: Simone Faloppa - regia: GABRIELE LAVIA

Durata spettacolo: Lo spettacolo ha una durata di 2 ore e 15 minuti incluso intervallo
Costo: Biglietti  dal lun al ven platea interi € 30  ridotti  € 27 - I balconata interi € 24  ridotti € 22 - II balconata interi € 19 ridotti € 17  - galleria interi € 13 ridotti € 12 / Biglietti  sab. sera e dom  platea interi € 34  ridotti € 31 - I balconata interi € 28  ridotti € 25 - II balconata interi € 23 ridotti € 21  - galleria interi € 17  ridotti € 15 
Informazioni: 06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini  7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it             
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CARLO BUCCIROSSO
"IL POMO DELLA DISCORDIA"
con MARIA NAZIONALE
e con (in ordine di apparizione)
MONICA ASSANTE DI TATISSO | GIORDANO BASSETTI
CLAUDIAFEDERICA PETRELLA | ELVIRA ZINGONE | MATTEO TUGNOLI MAURO DE PALMA | PEPPE MIALE | FIORELLA ZULLO
e con la partecipazione di GINO MONTELEONE
scritto e diretto da  CARLO BUCCIROSSO

TEATRO SALA UMBERTO - Roma
dal 16 gennaio al 4 febbraio 2018, martedì, giovedì e venerdì ore 21.00, mercoledì ore 17.00, sabato ore 17.00 e 21.00, domenica ore 17.00

“Doveva essere un giorno felice, si celebravano le nozze della dea del mare con un uomo bellissimo, e tutti gli dei erano venuti a festeggiare gli sposi, portando loro dei doni!...
La sala del banchetto splendeva di mille luci e sulla tavola brillavano caraffe e coppe preziose, colme di nettare ed ambrosia, e tutti gli invitati erano felici e contenti… solo Eris, dea della discordia, non era stata invitata, ma nel bel mezzo del banchetto, arrivò, lanciò una mela d’oro sul tavolo imbandito e scappò via, creando dissapori e contrasti tra i tutti i presenti.”

Tutto ciò, in breve, appartiene alla classica mitologia greca, ma proviamo a trasferirla ai giorni d’oggi, in una normale famiglia benestante, dove l’atmosfera e l’euforia di una festa di compleanno organizzata a sorpresa per Achille, primogenito dei coniugi Tramontano, potrebbe essere turbata non da una mela, non da un frutto, bensì da un pomo, un pomo d’Adamo, o meglio, il pomo di Achille, il festeggiato, ritenuto un po’ troppo sporgente…
E se aggiungiamo che Achille, vivendo un rapporto molto difficile con suo padre Nicola, è
continuamente difeso a spada tratta da sua madre, la epica Angela, non essendosi ancora dichiarato gay, e non avendo mai presentato Cristian, il proprio fidanzato, che da anni bazzica in casa spacciandosi per il compagno di sua sorella Francesca… se aggiungiamo poi che alla festa sarà presente anche Sara, prima ed unica fiamma al femminile della sua tormentata adolescenza, Manuel estroso trasformista, Marianna garbata psicologa di famiglia, ed Oscar un bizzarro vicino di casa che non ha mai tenuto nascoste le proprie simpatie nei confronti di Achille… beh, allora possiamo realmente comprendere come a volte la realtà, possa di gran lunga superare le fantasie, anche quelle più remote della antica mitologia... Omero mi perdoni! Carlo Buccirosso

Produzione ENTE TEATRO CRONACA VESUVIOTEATRO

Costo: Biglietti da 38 € a 28 €
Indirizzo: via della Mercede, 50 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.salaumberto.com
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Antonio Catania, Nicolas Vaporidis
con Maurizio Mattioli
con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri
e con Marco Giustini
"L’ OPERAZIONE "
Scritto e diretto da Stefano Reali

TEATRO ROMA -  Roma
dal  9 gennaio all'11 febbraio 2018 - dal martedì al venerdì ore 21.00, secondo Giovedì di spettacolo ore 19.00, 1° e 2° sabato di spettacolo ore 17.00 ed ore 21.00_domenica ore 17.30. Lunedi riposo

Prima Nazionale

Roma, 7 luglio 1990, il giorno della semifinale Italia-Argentina del Mundial.
Secondo alcuni, la migliore Italia di sempre...
Non c'erano telefonini, non c'era Wattsapp, c'era a malapena Internet, ma da poco.
Non c'erano i Social Network.
Non c'era l'Euro, c'erano ancora le Lire.
Ma c'era tanta vita vera, non "virtuale".
Massimo, grazie ad una raccomandazione, riesce a farsi ricoverare nel reparto Ortopedia di un grande ospedale romano. A trentacinque anni, vuole sottoporsi ad  una  ricostruzione dei legamenti del ginocchio, altrimenti  dovrà smettere di giocare al calcio, la sua grande passione. Ma il suo compagno di  stanza Luigi, un lungodegente "veterano" dell’ospedale, lo induce  a riflettere  sulla futilità di quell'intervento al ginocchio:  Luigi gli racconta delle sofferenze delle centinaia di pazienti costretti ad aspettare anche degli anni, in lista d'attesa, prima che si liberi un posto letto in ospedale. Lo  stesso Luigi, con  le gambe straziate  da ripetuti e  vani interventi chirurgici, inocula lentamente a Massimo  dei dubbi sul buon esito del suo intervento, al punto da farlo esitare sull'opportunità di operarsi... Ma chi è Luigi in realtà? La sua malattia potrebbe essere solo una simulazione, e far parte di un imbroglio gigantesco, che copre un "mercato di letti" ospedalieri?  E chi è Massimo in realtà? È solo un paziente ingenuo, o ha qualcosa a che fare con la Direzione Sanitaria, dove qualcuno ha deciso di smascherare quel mercato di letti?  Chi è il truffatore, e chi è il truffato?  Il povero Massimo non sa più da che parte girarsi, sa solo che la sua coscienza lo spinge ad incastrare Luigi. Forse in cambio di qualcosa? Il problema è che il suo compagno di stanza non è solo scaltro. È anche maledettamente simpatico...

Scritto e diretto da Stefano Reali. In scena, un cast d’eccellenza: Antonio Catania, Nicolas Vaporidis  con Maurizio Mattioli, con la partecipazione straordinaria di Gabriella Silvestri e con Marco Giustini. - Scritto e diretto da Stefano Reali - Scene Alessandro Chiti - Costumi Mara Gentile - Musiche Stefano Reali - Aiuto regia Iolanda Salvato - Disegno luci Giuseppe Filipponio - Direzione tecnica Stefano Orsini - Una produzione di Gianluca Ramazzotti per Ginevra Media prod srl

Costo: Biglietti (comprensivi di prevendita) Intero € 27 - Ridotto € 25 - Cral (per gruppi di almeno 10 persone) - Ospiti Abbonati  € 18  - Centri Anziani (per gruppi di almeno 10 persone) - Giovani (da 12 a 18 anni) € 14- Bambini (fino a 11 anni) € 12
Informazioni: Tel. 06 785.06.26 -  info@ilteatroroma.it
Indirizzo: via Umbertide, 3 -  Roma
Sito di riferimento teatro: www.ilteatroroma.it
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GIORNALISMO TEATRALE

"Trump Blues L’età del caos"
di e con Federico e Jacopo Rampini
e con le musiche eseguite dal vivo da Valentino Corvino - violino, elettronica e Roberta Giallo
voce luci, video e regia Angelo Generali
produzione Corvino produzioni in collaborazione con Spoleto60 Festival dei 2Mondi 2017

TEATRO VITTORIA - Roma
29 e 30 gennaio  2018,  ore 21.00

Avremo quattro anni della presidenza più spettacolare della storia, al confronto impallidiranno i ricordi di Obama, Reagan, Kennedy... E' il soggetto ideale per uno
spettacolo di "giornalismo teatrale", che raccontando le gesta di The Donald offra agli spettatori un viaggio nei nuovi populismi, le loro cause, le loro conseguenze.
Uno schema a quadri, accompagnato dai musicisti Valentino Corvino e Roberta Giallo, e la colonna sonora la darebbero Bob Dylan i Rolling Stones: sia perché li ha usati ampiamente Trump nei suoi comizi, sia perché i loro testi sono "cattivi", aggressivi, provocatori.

Una breve traccia: 1. Storia e ritratto di un affarista controverso, bancarottiere seriale, molestatore di Miss Universo, inventore di un reality-tv di successo, fino alla sua improbabile ascesa alla Casa Bianca. Come l'establishment lo sbeffeggiò fino all'ultimo, quali e quante enormità riuscì a fare in campagna elettorale, risollevandosi sempre. (La cronaca mi offrirà spunti di aggiornamento continui una volta che lui avrà cominciato a governare, ne sono certo).
2. L'America che lo ha votato, dopo avere eletto 2 volte Obama, è un'"altra" nazione? irriconoscibile, deformata, impazzita? O invece le cause del disagio sociale erano già ben visibili prima, e lui le ha intercettate sconvolgendo tutte le regole del politically correct?
3. Cosa c'è di "rivoluzionario" nel linguaggio di Trump, e perché ha saputo dire anche delle verità scomode sull'immigrazione, la globalizzazione.
 4. L'Età del Caos. Prima e dopo Trump, dalla vecchia Europa erano nati i movimenti populisti e il fascino crescente dell'Uomo Forte: Putin, Erdogan, Xi Jinping. Dopo Brexit in Europa avremo anche le elezioni in Francia (maggio 2017), Germania (autunno): aggiornamenti continui e variazioni sul tema.
5. Le promesse tradite dalla globalizzazione. Doveva renderci tutti più ricchi, almeno nei proclami del pensiero unico neoliberista. Come e perché si è trasformata in un livellatore delle diseguaglianze Nord-Sud (india) ma al tempo stesso in una feroce macchina di impoverimento dei lavoratori e del ceto medio dentro le nostre società occidentali.
6. La società multietnica e le sue fragilità. New York e la California come modelli positivi: non hanno guarito però la paura dell'America profonda. L'Europa e la sfida dell'immigrazione islamica. Perché l'ondata di arrivi dal Nord Africa e dal Medio Oriente pone problemi diversi rispetto a immigrazioni precedenti.
7. Guarire la democrazia, o cedere alle tentazioni autoritarie? Gli anni Trenta ci hanno insegnato qualcosa?

Costo: //
Informazioni: botteghino: 06 5740170 ; 065740598 lunedì (ore 16-19), martedì - sabato (ore 11- 20), domenica (ore 11-13.30 e 16-18) Vendita on-line e info: www.teatrovittoria.it
Indirizzo: piazza di Santa Maria Liberatrice, 10 - Roma
Sito di Riferimento: www.teatrovittoria.it
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FESTIVAL - RASSEGNE - MANIFESTAZIONI

Avviso ai Soci
COMUNICATO STAMPA                        
L'Associazione Culturale Teatro Trastevere
presenta
“TRASTE-STORIE”
Rassegna di Spettacoli e Performance dedicati al
Teatro di Narrazione e Memoria

TEATRO TRASTEVERE -  Roma
dal 23 gennaio 2018 al 4 febbraio,  lun-sab ore 21.00 _dom. ore 17.30

Affabulazioni, Racconti, Storie ed Episodi di vissuto quotidiano tramandati e rappresentati sotto forma di Messa in Scena Teatrale e Realtà Performative Multidisciplinari. Teatro, Musica e Danza si alterneranno sul Palco del Teatro Trastevere, che per l'occasione ospiterà mostre ed installazioni correlate all'interno del proprio spazio, allestito all'insegna di STORIE … da NON DIMENTICARE.

Questa settimana:
30 gennaio 2018  - EVENTO UNICO a Roma
"AMORE, TI ODIO"
forum theatre play
Un progetto di: Maria Antonia Fama, Andrea Causapruna e Margherita Bulzacchelli
Jocker: Maria Antonia Fama e Margherita Bulzacchelli
Attori: Andrea Causapruna, Alice Valente Visco, Mario Migliucci, Eva Allenbach, Camilla Ribechi

“Amare troppo è un esperienza tanto comune per molte donne che quasi siamo convinte che una relazione intima debba essere fatta così. Quasi tutte abbiamo
amato troppo almeno una volta, e per molte di noi questo è un tema ricorrente di tutta la vita ”.
Era il 1985 e Robin Norwood si rivolgeva con queste parole alle lettrici di “Donne che amano troppo”. Forse “l'amare troppo” nasconde molte paure: di rimanere sole, di non meritare un amore felice, di essere ignorate o abbandonate. A volte ci si attacca morbosamente a qualcuno, e pur di stare con lui (o lei) si è disposti a sopportare tutto ... anche la violenza. Non esiste solo quella fisica, fatta di schiaffi, calci e pugni, ma ce n’è una più subdola e meno manifesta: quella delle minacce, delle squalificazioni, delle aggressioni verbali e delle manipolazioni.  Ma da dove ha origine tutto questo? Come mai si è disposti a sopportare tutto? La performance “Amore, Ti odio” permette di riflettere su queste domande, in maniera inusuale e inedita, sperimentando una modalità diversa di assistere a uno spettacolo teatrale. Spettatori e attori faranno insieme un viaggio, accompagnati da due figure: quella del jocker e quella di una psicoterapeuta, che li seguiranno nella conversazione, nello scambio di idee e di proposte su come modificare il corso della storia.
“Amore, Ti odio” nasce dal lavoro della compagnia “Il Teatro Invisibile” sulle metodologie del Teatro dell’Oppresso. Questo metodo, fondato dal regista brasiliano Augusto Boal,  utilizza il teatro come veicolo per favorire la presa di coscienza e l’aumento di consapevolezza, attraverso la partecipazione attiva del pubblico allo spettacolo teatrale.
“Amore, Ti odio” è ispirato a una storia vera ed è composto da 5 brevi scene, recitate a canovaccio,costruite con la tecnica della Forum Teatre Play, che si svolge secondo le seguenti modalità: il pubblico assiste ad una prima rappresentazione, al termine della quale uno o due Joker (figure esterne alla scena e le uniche a poter dialogare direttamente con il pubblico) stimolano gli spettatori ad un dialogo sui contenuti e sul significato della rappresentazione stessa. Una dei due Joker è una psicoterapeuta, l’altra un’attrice. Una volta delineati in maniera sufficientemente chiara il topic, il senso dell’azione teatrale e le dinamiche relazionali tra i personaggi rappresentati in scena, il pubblico viene invitato ad assistere nuovamente alla rappresentazione, questa volta diventando parte attiva della stessa: si potrà interrompere la storia in qualsiasi momento, con un semplice battito di mani. Questo gesto indicherà agli attori che si devono “congelare”. Segue, da parte dello spettatore che ha fermato la scena, una proposta di intervento e di cambiamento della situazione, delle reazioni o dei comportamenti dei personaggi. Tutto il processo è guidato dai Joker. Il pubblico potrà così discutere e riflettere su ogni nuova soluzione proposta, per valutarne realismo, credibilità, efficacia. Solo dopo aver preso una decisione collettiva si proseguirà, dando alla storia un corso nuovo, all’interno del quale gli attori si muoveranno improvvisando tutto. Questo scambio tra attori e pubblico potrà avvenire più volte, fintanto che non si trovi una possibile risoluzione al conflitto in scena.

dal 1 al 4 febbraio 2018
"SONO TUTTI MIO CUGINO"
a cura di Associazione Quinta Parete / Teatro Forsennato
Diretto da Dario Aggioli
Con Enrico Lombardi e Dario Aggioli con la partecipazione video di Silvia Razzoli
Ideato da Dario Aggioli e Enrico Lombardi

L'unico telefono del paese, in una casa dove non mancavano mai due fette di salame e un bicchiere di lambrusco per i passanti. Una casa con 12 figli, una casa di lavoratori, una casa che era una famiglia, in un paese che era una famiglia.
Ora qualcosa si è perso ma ciò che rimane è la festa del paese di tutti, dove il paese, la casa, i 12 figli e i loro figli lavorano per costruire il passato. Una festa, una casa, un paese in cui ovunque ti giri “Sono Tutti Mio Cugino”
SONO TUTTI MIO CUGINO è uno spettacolo che attraverso i racconti di una famiglia e di una festa di paese, racconta ciò che abbiamo dimenticato, cose che nel passato abbiamo lasciato che ora ricerchiamo.

L’idea nasce dalla visione della Festa dell’Agricoltura di Corneto, un piccolo paese dell’appenino emiliano, che conta poco più di 200 abitanti, ma che raccoglie un pubblico enorme di gente, e soprattutto tra gli organizzatori moltissimi componenti della famiglie che nel tempo hanno lasciato il paese. Tutti tornano a Corneto per dare gratuitamente una mano e guardandosi intorno ci si accorge di essere tutti parenti.

SONO TUTTI MIO CUGINO è uno spettacolo che parla di condivisione, un termine che ora vuol dire mostrare agli altri qualcosa, invece che viverla assieme.
Ora si condivide un’immagine per avere insieme a distanza delle emozioni, senza vedere negli occhi chi sta vivendole con noi, senza stare nella stessa stanza.
Prima si condivideva un’esigenza, un desiderio e persino il telefono.
Nella casa della famiglia protagonista del racconto c’era l’unico telefono del paese, dove la gente riceveva e faceva telefonate.

Sul palco una cabina telefonica funzionante, dove gli spettatori potranno farsi chiamare; e come nella famiglia protagonista dello spettacolo, che rispondeva alle chiamate di tutto il paese e andava a cercare il compaesano, l’attore risponderà al telefono e accoglierà sul palco lo spettatore interessato, interrompendo e allo stesso tempo diventando parte dello spettacolo.
Cosa abbiamo perso? Cosa ci manca?
Cosa siamo contenti di aver perso?

Costo: Biglietto intero 12 € - ridotto 10 € + 2 € di tessera associativa
Kirolandia media partner - Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di Kirolandia
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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"Roma Off Theatre  -  3° edizione 2018"
tre spettacoli teatrali sul palco del Centro Culturale Artemia
Una rassegna che promuove le iniziative artistiche “OFF” romane
Direzione artistica Centro Culturale Artemia: Maria Paola Canepa
Direzione artistica della rassegna: Maria Paola Canepa in collaborazione con Giancarlo Moretti.

CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
dal 27 gennaio all'11 febbraio 2018,  ore  21.00_ dom. 18.00

Prende il via, con “Astor. L’assassino del Tango” di Emanuele Billotta, la terza edizione del ROT - Roma Off Theatre, la rassegna teatrale organizzata dal Centro Culturale Artemia, polo creativo romano da sempre attento alla promozione di forme espressive innovative, nel segno dell’artisticità e della sperimentazione.
Delle proposte giunte per partecipare al bando, tre sono state quelle selezionate dalla direzione artistica del  Centro Culturale Artemia.

«Roma Off Theatre ha lo scopo di valorizzare i lavori focalizzati sulla ricerca di nuove e diverse forme drammaturgiche, lontane dalla scena teatrale mainstream», queste le parole di Maria Paola Canepa, (direttore artistico del Centro Culturale Artemia), che parlando dell’iniziativa, continua «Artemia è una realtà culturale finalizzata alla scoperta di nuovi universi creativi; nel corso della nostra attività ci siamo resi conto della grande presenza di sperimentazioni teatrali degne di nota, lontane da cliché e consuetudini, desiderose di un palcoscenico per esprimere la loro qualità artistica. Roma Off Theatre è una possibilità per gli artisti e per il pubblico: è l’occasione per proporre, ricevere e apprezzare nuove e “diverse” forme di espressione».

La rassegna, nella sua terza edizione, vedrà protagonisti gli spettacoli “Astor. L’assassino del Tango” di Emanuele Billotta, “La Danse du Pied” di Monsieur  David e “La vita di Bogg” di Danilo Caiano. Le opere saranno rappresentate, la prima, in due repliche, e le ultime due in tre repliche, in un calendario che si snoderà tra i weekend di fine gennaio e inizio febbraio.

Questa settimana:
2, 3 e 4 febbraio 2018
“La Danse du Pied”
di Monsieur David 
e con la partecipazione straordinaria della danzatrice attrice Federica Gumina.
Un inno alla vita, un invito alla leggerezza del vivere, per cogliere la fragranza di un gesto, per osservare nuove prospettive che inizialmente possono metterci alla prova, ma poi, tutto diventa incanto. Il “Feet Theatre”, particolare tipo di arte internazionale, è la rappresentazione teatrale attraverso i piedi. Monsieur David è forse l’unico uomo al mondo a realizzare questo tipo di spettacolo.

Prossima settimana:
9, 10 e 11 febbraio 2018  La Compagnia Powercharge Theatre con “La vita di Bogg” di Danilo Caiano e con Gisella Cesari, Romano Gennuso e Filippo Lucidi.

Costo spettacolo: Biglietto Intero: 10 €- Ridotto: 8 € - Tessera nuovi soci 2 €.
Kirolandia media partner - Kiroconvenzione: INGRESSO RIDOTTO per tutti i  Kiri iscitti alla pagina facebook  di Kirolandia
Informazioni e prenotazioni: 334 1598407 (Anche sms) - Si prega di arrivare quindici minuti in anticipo
Sito di riferimento centro: www.centroculturaleartemia.it
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TEATRO PER RAGAZZI

Centrale Preneste Teatro
Ruotalibera Teatro
presenta
"Strega Bistrega"
Con Cora Presezzi, Fabio Traversa e in video Dawid Job Wasiulewski Rocca
Di Fabio Traversa
Regia Tiziana Lucattini

CENTRALE PRENESTE TEATRO-  Roma
4 febbraio 2018, ore 16.30

Per la rassegna Infanzie in gioco 2017/18, torna Strega Bistrega uno degli spettacoli più amati di Ruotalibera Teatro. La regia è di Tiziana Lucattini, il testo di Fabio Traversa, l’interpretazione è affidata a Cora Presezzi e Fabio Traversa e, in video, a Dawid Job Wasiulewski Rocca.

La protagonista dello spettacolo è una strega ostinatamente ignorante, una sopravvissuta di una tradizione stregonesca antica e superata. Deve trovare da mangiare e non è facile. C’è una figlia ignorante anche lei, ma curiosa. Esistono altri esseri al mondo? Bambini? E come sono fatti? Forse possono diventare un pasto invitante. Ma se già il bambino in tutte le fiabe è preda inafferrabile, in questa storia lo è ancora di più.

Compagnia Ruotalibera Teatro - Di: Fabio Traversa - Con: Cora Presezzi nella parte di Margherita Margheritone, Dawid Job Wasiulewski Rocca in video nella parte di Pierino Pierone e Fabio Traversa nella parte della Strega Bistrega - Scene: Francesco Persico - Costumi: Valentina Bazzucchi - Disegno luci: Martin Beeretz - Regia: Tiziana Lucattini

Costo: Biglietto unico 5 €  prenotazione consigliata
Informazioni: Adatto dai 3 agli  10 anni.
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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musica e teatro canzone

Teatro dell'Archivolto
NERI MARCORÈ
in
"QUELLO CHE NON HO"
CANZONI DI FABRIZIO DE ANDRÈ
Drammaturgia e regia GIORGIO GALLIONE
con GIUA, PIETRO GUARRACINO E VIERI STURLINI (Voci e Chitarre)
arrangiamenti musicali PAOLO SILVESTRI
collaborazione alla dremmaturgia GIULIO COSTA
scene e costumi GUIDO FIORATO
luci ALDO MANTOVANI

DEDICATO A PIER PAOLO PASOLINI

Teatro Brancaccio -  Roma
dal 31 gennaio al 4 febbraio 2018, dal mercoledì al sabato ore  21.00 - domenica ore  17.00

QUELLO CHE NON HO è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro.
Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De André (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”)  che raccontano di una “nuova orrenda preistoria” che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.
Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De André ha utilizzato ne “Le nuvole”.

“Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto, cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni!””.
Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo: “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De André “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”

Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del “Sesto continente” un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella(?!) dai gadgets dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.

Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con "Quello che non ho" siamo di fronte ad un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto ed arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell'oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.

Un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De André.

Costi: Biglietti da 40 a 24 €
Informazioni: Tel. 06 80687231
Indirizzo:  via Merulana, 244 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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Le NoChoice
Federica Tuzi e Merel Van Dijk
presentano
"Dai DILEMMI agli INCONTRI"
musical storytelling

TETRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO - Roma
1 febbraio  2017,  ore 21.00

Hanno indotto in tentazione circa 20'000 donne over35 con la loro hit "Molla i Maschi" che recita il mantra della "Lesbica Tardiva". Si sono fatte odiare dalle coppie etero e omo con la loro canzone "Sai che la coppia non va più di moda (ha fatto il suo tempo come il whisky and soda)". Hanno fatto morire dalle risate tutta Roma Est con lo storytelling della quattordicenne che stalkerizza Patty Pravo. Hanno esorcizzato la paura di morire con il dilemma "Muoio o Mi Ammazzo". Ma adesso è tempo di teatro! Così Le NoChoice (aka Federica Tuzi e Merel Van Dijk), tornano in scena il prossimo 1° Febbraio al Teatro Biblioteca Quarticciolo con il nuovo spettacolo "Dai DILEMMI agli INCONTRI", ovvero: come ti strego con un racconto.
Cosa succede quando una scrittrice e una cantautrice si incontrano? Prendono vita storie musicali, o musical storytelling, per dirla à la page...

Federica Tuzi è un'affabulatrice: con il suo romanzo "Non ci lasceremo mai" ha vinto il premio John Fante regalandoci un on the road esistenziale sul delicatissimo tema del gender. La sua scrittura è leggera, molto ironica e decisamente poco italiana: la combinazione ideale per mescolarsi con le sonorità di Merel Van Dijk, cantautrice olandese che ha all'attivo numerosi tour negli Stati Uniti con la band Merel and Toni. Insieme hanno formato Le NoChoice, un duo che ha saputo cogliere l'urgenza di prendere un posizionamento sulla questione della violenza sulle donne, e l'ha fatto in primis, con lo scorrettissimo mantra rap "Lesbica Tardiva". Nel repertorio del Le NoChoice ci sono pezzi rap, cumbia dub, folk nordeuropei, ma sopratutto storie: la storia di Federica adolescente che diventa stalker di Patty Pravo, la storia dell'amicizia con un detenuto tra colpi di scena e momenti di thriller, la storia della prima volta in cui ha preso l'ayahuasca, la storia d'amore tra Freddie Mercury e il ragazzo che è gli è rimasto accanto fino alla fine dei suoi giorni, ma tra queste storie ci sono anche ossessioni come quella per il cibo (Mangio o digiuno?), la paura della morte (Muoio o mi ammazzo?), la difficoltà di trovare la distanza giusta nelle relazioni (Il dilemma del porcospino).

Costo: Biglietti: intero € 10 - ridotto € 8
Informazioni:  Teatro 06 69426222 / 06 69426277 | Spettacolo 320 9724625
Indirizzo: Via Ostuni,  8 -  Roma (tra via Prenestina e viale Palmiro Togliatti)
Sito di riferimento: www.teatrincomune.roma.it
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ARTE

PROSEGUONO...


"GEORGES DE CANINO – LA NOTTE È SCURA"
Collage contro il terrore 1978-1983
a cura di Bianca Cimiotta Lami e Simone Aleandri

CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA - Roma
dal 23 gennaio al  28 febbraio 2018 - Dal lunedì al venerdì, 9.30 - 20.00

Inaugurazione - lunedì 22 gennaio 2017 ore 17.30

L'evento è patrocinato da: Regione Lazio, Assessorato alla cultura della Regione Lazio, Comunità Ebraica di Roma, Assessorato alla cultura della Comunità Ebraica di Roma, Centro di Cultura Ebraica, UCEI - Unione delle Comunità ebraiche Italiane, Fondazione Museo della Shoah, A.N.F.I.M. (Associazione Nazionale fra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la Libertà della Patria), A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti), A.N.E.I. (Associazione Nazionale Ex Internati), Centro Internazionale "Antinoo per l'Arte", UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane)

Philippe Soupault ha scritto di lui:
"Quand on rencontre les création de Georges de Canino  on éprouve un certain vertige.
C'est que le créature ne craint pas  les audaces et d'abord la poursuite de l'inconnu".

«Quando si incontrano le creazioni di Georges de Canino, si prova una certa vertigine.
È un creatore che non teme le audacie e avanti tutto la corsa verso l'ignoto».

Le opere in mostra di Georges de Canino sono una silloge di circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi pittorici su basi cartacee assemblate attraverso collages di fotografie e documenti di riviste originali di propaganda fascista.
Una mostra che vuole attraverso lo strumento dell’Arte  affrontare il sentimento dell’orrore al tempo delle Leggi Razziali, di cui quest’anno cadono gli 80 anni.

Un manifesto dell’orrore e dell’ironia dell’orrore, un campo d’indagine e di memoria dove l’artista, sensibile ai temi dell’olocaustosi si confronta, portando lo spettatore a non sottrarsi alla ferita della storia.

Una mostra fortemente espressiva per il suo linguaggio simbolico, prepotente e crudo composto da  segni, parole, motti, frecce e linee dinamiche che incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche di uomini in camicia nera, nelle immagini dei rotocalchi di propaganda fascista  al tempo della  promulgazione delle leggi razziali in Italia. (1938-2018).

Le opere di Georges de Canino formano un corpus unico e coerente, e sono state realizzate in due momenti cronologicamente distinti.
Il primo negli anni 1978 e 1979 in reazione al terrorismo, di tutte le matrici, attivo nell'Italia degli anni di piombo ed il secondo nel 1983, in seguito all'attentato alla Sinagoga di Roma, di matrice arabo palestinese, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché: una silloge di circa quaranta lavori su carta di grande formato realizzati con interventi pittorici collages di fotografie e documenti di riviste originali della propaganda fascista.
Una produzione che l'artista realizzò negli anni 1978, 1979 e 1983 sul tema della resistenza, dell'antifascismo (di ogni colore) e sul totale rifiuto del terrorismo.

Interventi pittorici su supporti cartacei trattati con collages di documenti e fotografie d'epoca originali, opere, fortemente contemporanee, che hanno evidenti analogie con il linguaggio - parolibere, collage, scrittura automatica - che le Avanguardie storiche europee, soprattutto Dadaismo, Surrealismo e Futurismo, sperimentarono nel loro percorso di rottura con le tradizioni ottocentesche nei primi decenni del novecento. Un teatro rappresentato e scritto da segni, parole, motti, frecce e linee dinamiche che incombono con potenza cromatica su pallide adunate oceaniche e uomini in camicia nera nelle immagini dei rotocalchi di propaganda fascista che richiamano ad ottanta anni  fa, al tempo della promulgazione delle leggi razziali in Italia (1938).

Saranno esposti, inoltre, cinque studi preparatori delle due grandi tele in esposizione permanente presso il Museo delle Fosse Ardeatine a Roma, che l'artista dedicò alla memoria delle ventisei vittime adolescenti trucidate nella strage.

L'artista ebbe la fortuna ed il merito di conoscere e frequentare i massimi esponenti del novecento italiano e francese, amici come Elica e Luce Balla, Edita Broglio, Arnaldo Ginna, Philippe Soupoult, Jacques Baron, Sandro Penna, André Pieyre de Mandiargues, Giorgio Vigolo, Primo Conti, e questo gli consentì di fruire di opere e documenti straordinari (disegni, dipinti, parolibere, taccuini, album, corrispondenze) che l'artista, ebbe l'intelligenza e la lungimiranza di elaborare all'interno del suo percorso di sperimentazione individuale, originale e mai datato nel pieno delle avanguardie storiche.

La mostra, a cura della F.I.A.P. Federazione Italiana Associazioni Partigiane, è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale - Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

Introduzione  alla mostra:
Ruth  Dureghello​ -  Presidente della Comunità Ebraica Roma,
Rav Riccardo Shmuel Di Segni – Rabbino Capo di Roma, 
Mario Venezia - Presidente Fondazione Museo Shoah,
Ruben Della Rocca vice Presidente della Comunità Ebraica Roma,
Giorgia Calò -  Assessore Cultura della Comunità Ebraica Roma,
Lauro Rossi Amico e Storico, 
Antonella Amendola Giornalista Critica d’Arte,
Francesco Parisi  Storico dell’Arte,

Costo: //
Indirizzo: via San Francesco di Sales, 5 - Roma
Informazioni: 060608 – 06.6876543
Sito di riferimento: www.comune.roma.it/cultura
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Errancia y fotografía.
Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández

Instituto Cervantes - Sala Dalí - Roma
dal 18 gennaio al 3 marzo 2018 dal mercoledì al sabato dalle 16.00 alle 20.00

INAUGURAZIONE Giovedì 18 gennaio alle ore 18.30

 L’esposizione, prima italiana, raccoglie 135 istantanee di uno dei maggiori ritrattisti di intellettuali e artisti del 900, attraverso le immagini che ha catturato  con la sua macchina fotografica in oltre trent’anni di «vagabondaggio ispanico», tra il 1952 e il 1986. Al vernissage interverranno France Mazin Fernández, vedova del fotografo cubano, Fernando Castillo, curatore della mostra e Juan Carlos Reche, direttore dell’Instituto Cervantes di Roma.  

Venerdì 19  gennaio, invece, sempre nella sala di piazza Navona alle 18.30, si terrà un incontro/conferenza moderato dallo stesso Castillo e organizzato in collaborazione con IED - Istituto Europeo di Design‎, dedicato alla figura e alla vita dell’artista cubano, che oltre alla fotografia ha lavorato anche nel campo della pittura, della scultura e del disegno. Interverranno i professori di IED Roma, Giancarlo Possemato e Daria Scolamacchia.

Jesse A. Fernández, non è stato solo uno dei più influenti fotografi latinoamericani. È stato un uomo, un grande artista, fedele ai principi che hanno guidato la sua vita e il suo percorso artistico tra fotografia e pittura e che ha vissuto il distacco come condizione essenziale  per la libertà e la libertà come condizione per la sua creazione artistica.
Nato a Cuba, figlio di genitori asturiani, Jesús Antonio Fernández Martínez (L'Avana, 1925 - Parigi, 1986)  ha condotto una vita itinerante testimoniata dai volti e dai mondi che ha ritratto nei suoi scatti. La mostra, infatti, è organizzata in nove sezioni che raccontano la sua permanenza in altrettanti luoghi simbolo della sua vista: Colombia,Guatemala, Messico, New York, L'Avana, Porto Rico, Madrid, Parigi e Palermo.

“Errancia y fotografía. Il mondo ispanico di Jesse A. Fernández” permette di conoscere la prolifica galleria di ritratti che il fotografo e pittore cubano ha realizzato con importanti protagonisti della seconda metà del XX secolo. Tra questi, Guillermo Cabrera Infante (suo grande amico), Severo Sarduy, Vargas Llosa, Borges, Octavio Paz, Gabriel Garcia Màrquez, Cortázar, Carlos Fuentes, Lezama Lima, Alfonso Reyes, Wifredo Lam, Roa Bastos, Rulfo, Onetti, Carpentier. Senza dimenticare le più importanti figure della cultura e dell’arte spagnola: Dalí, Miró, José Bergamín, Antonio Saura, Chillida, Tàpies, Buñuel, Max Aub, Juan Goytisolo, Delibes, Alberti, Cela, Buero Vallejo, Pau Casals o Carmen Amaya. Molte delle fotografie esposte sono famose e iconiche, altri scatti, invece, sono meno noti o addirittura inediti. A completare l’esposizione, anche una dozzina di documenti e pubblicazioni e il cortometraggio, "PM" di Sabá Cabrera Infante e Orlando Jiménez Leal.
La mostra  è stata inaugurata in Spagna (lo scorso ottobre a Madrid) e nel corso del biennio 2018/2019 verrà esposta anche a Parigi, New York, Chicago, Palermo, Francoforte e Berlino. 

Costo:  Ingresso LIBERO
Per ulteriori informazioni: tel. 066861871 - cenrom@cervantes.es.
INDIRIZZO: piazza Navona, 91 - Roma
Facebook di riferimento: www.facebook.com/InstitutoCervantesRoma
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"Hardcore for Dummies"
mostra personale di MARINA BOLMINI
a cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi

GALLERIA PARIONE9
dal  19 gennaio all 11 febbraio 2018,  martedì - sabato  14.00 - 20.00_ domenica 16.00 - 20.00

Sono esposte più di trenta opere su tela che reinterpretano la cultura figurativa delle copertine dei dischi dei gruppi punk e rock degli anni Ottanta. La Bolmini, con un atteggiamento pop, si riappropria dei personaggi di cartoni animati e fumetti della pop culture per re-illustrare queste copertine, lavorando così sullo slittamento di significati collegati ad immagini fortemente iconiche, non solo della musica ma di un’epoca intera. Sin dagli anni Sessanta la musica rappresenta una fonte di ispirazione per gli artisti visivi, ma è anche vista come un ulteriore veicolo per espandere la propria ricerca e trovare un pubblico più vasto e generico (come non dimenticare la banana di Warhol della copertina del primo album dei The Velvet Underground). I gruppi rock si rivolgono al mondo delle arti visive per confezionare le proprie opere. Musicisti, cantanti e band vedono l’arte come fonte di ispirazione e comprendono che può permettergli di approfondire la portata intellettuale della propria produzione. E’ per questo che le immagini, che danno vita alle copertine e ai poster, assumono così un ruolo fondamentale, ovvero quello di diventare il mezzo visivo di espressione e comunicazione di questa cultura musicale. In Hardcore for Dummies la cultura visiva e la musica di una generazione, che esprimeva la sua rabbia ed il suo senso di ribellione con il rock, la new wave italiana, la free jazz, il punk inglese e l’hardcore americano, è riletta dall’artista attraverso la creazione di immagini che producono cortocircuiti visivi e nuove interpretazioni.

Marina Bolmini (Vasto, 1970) è un'artista visiva italiana.
Dopo aver conseguito la maturità artistica in oreficeria presso l’Istituto Statale d’Arte di Vasto si sposta a Bologna per approfondire gli studi artistici presso l'Accademia delle Belle Arti alla scuola di pittura di Concetto Pozzati, dove si laurea nel 1996. Usando media e tecniche eterogenee, dalla pittura al rucamo, l artista lavora sullo slittamento di significati collegati a immagini fortemente iconiche. Attualmente collabora con la galleria romana Parione9.

Parione9 Art Gallery è una giovane galleria d’arte nel centro storico di Roma. Nata nel 2014 dall’esigenza di Marta Bandini ed Elettra Bottazzi di creare uno spazio innovativo, dove promuovere e condividere l’arte e la cultura allargando i confini ai nuovi linguaggi dell’illustrazione e del tatuaggio.
                                                                                                                                                            
Costo: Ingresso GRATUITO
Indirizzo: via di Parione, 9 - Roma (piazza Navona)
info: 0645615644 - parione9@gmail.com 
Sito di riferimento www.parione9.com
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"Il Tesoro di Antichità.
Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento"
a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce

MUSEI CAPITOLINI - Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo - Roma
7 dicembre 2017 – 22 aprile 2018 - Orario: tutti i giorni 9.30 – 19.30

Una mostra per celebrare gli anniversari della nascita e della morte
del fondatore dell’archeologia moderna, Johann Joachim Winckelmann (1717-1768)

Vivo come un artista e come tale sono accolto nei luoghi dove ai giovani è permesso di studiare, come nel Campidoglio. Qui è il Tesoro delle antichità di Roma e qui ci si può trattenere in tutta libertà dalla mattina alla sera”. È il 7 dicembre del 1755 ed è con queste parole che Johann Joachim Winckelmann, giunto a Roma da appena tre settimane grazie a una borsa di studio conferita dal principe Elettore di Sassonia, descrive a un amico la sua prima visita al Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, luogo in cui il vitale rapporto con l’Antico può essere coltivato in assoluta libertà, “von Morgen bis in den Abend” (dalla mattina alla sera).

Nei tredici anni successivi, fino alla tragica morte avvenuta a Trieste l’8 giugno del 1768, Winckelmann, nato a Stendal il 9 dicembre del 1717 in una famiglia molto modesta, definisce i contenuti fondamentali del Neoclassicismo tardo-settecentesco e getta le basi teoriche dell’archeologia moderna, dando vita a un raffinato sistema di valutazione cronologica e stilistica delle opere antiche fondato sull’osservazione diretta dei manufatti e l’attenta lettura delle fonti letterarie. “Novello Colombo”, “scopritore di una terra a lungo presagita, menzionata e discussa, e lo si può ben dire, un tempo conosciuta e poi nuovamente perduta”. Così Johann Wolfgang Goethe esprime l’impatto rivoluzionario dell’opera di Winckelmann, e in particolare della Storia dell’Arte nell’Antichità pubblicata a Dresda nel 1764.

La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, ai Musei Capitolini dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018, intende celebrare gli importanti anniversari winckelmanniani del 2017 (300 anni dalla nascita) e del 2018 (250 anni dalla morte) e si inserisce nel contesto delle manifestazioni europee coordinate dalla Winckelmann Gesellschaft di Stendal, dall’Istituto Archeologico Germanico di Roma e dai Musei Vaticani.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e a cura di Eloisa Dodero e Claudio Parisi Presicce, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la mostra ha una duplice finalità: la prima, offrire ai visitatori il racconto degli anni cruciali che hanno portato, nel dicembre del 1733, all’istituzione del Museo Capitolino, il primo museo pubblico d’Europa, destinato non solo alla conservazione ma anche alla promozione della “magnificenza e splendor di Roma”; la seconda, presentare le sculture capitoline sotto una luce diversa, ovvero attraverso le intuizioni, spesso geniali, del grande Winckelmann.

Arricchita da una selezione di 124 opere, il Tesoro di Antichità si sviluppa in tre sedi diverse nell’ottica di una “mostra diffusa”: le Sale Espositive di Palazzo Caffarelli, le Stanze Terrene di Sinistra del Palazzo Nuovo e le Sale del Palazzo Nuovo.

Catalogo: Gangemi Editore

Costi: Intero 15 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Ridotto 13 € biglietto integrato Mostra + Museo (comprensivo della tassa del turismo per i non residenti a Roma) - Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: piazza del Campidoglio - Roma
Sito: www.museicapitolini.org
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"TRAIANO Costruire l’Impero, creare l’Europa"
ideata da Claudio Parisi Presicce
 a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro

L’optimus princeps che portò l’impero romano alla sua massima estensione celebrato a 1900 anni dalla morte ai Mercati di Traiano

Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali - Roma
dal 29 novembre 2017 al 16 settembre 2018. Orario: tutti  i giorni 9.30 - 19.30_ 24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00 - Giorni di chiusura: 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 dicembre

L’esposizione è promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa attuale?
Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.
Non è la trama di una fiction, né il programma di qualche politico, ma la traccia della mostra Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa, ideata da Claudio Parisi Presicce e a cura di Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro per celebrare la ricorrenza dei 1900 anni dalla morte dell’imperatore che ha portato l’Impero alla sua massima espansione.

I reperti archeologici provengono da musei della Sovrintendenza Capitolina (Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Museo della Civiltà Romana, Museo di Roma a Palazzo Braschi, Antiquarium del Celio, Teatro di Marcello), da molti musei e spazi archeologici italiani (Museo Nazionale Romano presso le Terme di Diocleziano e presso Palazzo Massimo, Museo Ostiense a Ostia Antica, Antiquarium della Villa dei Volusii a Lucus Feroniae, Antiquarium di Villa Adriana a Tivoli, Antiquarium Comunale "Villa di Traiano” di Arcinazzo Romano; Museo Correale di Terranova a Sorrento) e alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Pergamon Museum a Berlino; Museum het Valkhof di Nijmegen; Museo Nazionale di Storia della Romania, Bucarest; Museo Nazionale di Arte romana di Merida, Gliptoteca di Monaco di Baviera).

Ancora, è ospitata presso la via Biberatica anche Columna mutãtio – LA SPIRALE”, un’installazione monumentale di arte contemporanea, ideata dall’artistaLuminiţa Țăranu, che racconta la “mutazione” di significato della Colonna di Traiano nel volgersi della storia.
Il messaggio che l’artista, romena di nascita e italiana di adozione, intende trasmettere, è la “mutazione” di significato che avviene nel volgersi della storia: nata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei Romani, la Colonna Traiana è diventata nel tempo il simbolo dell’inscindibile legame storico tra l’Italia e la Romania; se nel passato evocava le due guerre portate dall’Imperatore contro Decebalo, il Re dei Daci, oggi il capolavoro romano è anche testimonianza visiva dell’origine del popolo romeno.
Esempio di come la ricerca contemporanea interagisce con l’archeologia e con la memoria, l’installazione che l’artista propone al pubblico intende rinforzare il filo connettivo tra l’antico e il contemporaneo. L’opera, infatti, ha un’impostazione orizzontale come allusione al reperto archeologico quale oggetto musealizzato, metafora del concetto secondo il quale la storia scorre in orizzontale.
Dopo la mostra a Roma, l’installazione “Columna mutãtio – LA SPIRALE” sarà esposta in uno dei prestigiosi musei di Bucarest, in occasione alla festa del centenario dell’Unità Nazionale della Romania, nell’autunno del 2018.

TRAIANO, imperatore costruttore
La mostra sarà caratterizzata dal racconto della vita “eccezionale” di un uomo “ordinario”, significativamente racchiusa in un “titolo” coniato per lui, optimus princeps, ovvero il migliore tra gli imperatori. Colui che seppe riportare gioia tra i romani! come ricordato dallo storico Plinio il Giovane, suo contemporaneo Traiano ci ha ordinato di essere felici e noi lo saremo.
Ma cos’ha fatto di così diverso e innovativo Traiano per meritare un tale consenso incondizionato dall’esercito, dal senato e soprattutto dalle più disparate popolazioni dell’Impero?
Primo imperatore non romano di nascita bensì ispanico, non appartenente ad alcuna dinastia imperiale, ma di ottima famiglia – Ulpia – Marco Ulpio Traiano segue le orme del padre naturale e percorre velocemente i gradi della carriera militare, dimostrando doti di stratega e combattente sul campo a fianco dei suoi uomini, dei quali guadagna così il consenso e la fedeltà assolute. Non solo per questo l’imperatore Nerva lo “adotta” come successore, ma anche perché ne percepisce la capacità di affrontare anche i temi spinosi delle riforme sociali ed economiche di cui l’Impero ha urgente bisogno: lo nomina mentre lui si trova in Germania, lontano dalla capitale che non ha mai visitato.

Una mostra immersiva grazie alle nuove tecnologie e allo storytelling, protagonisti anch’essi dell’allestimento e dei contenuti. I visitatori si troveranno immersi nel mondo di Traiano. L’ imperatore, o meglio il suo fantasma, impersonato da un attore, introdurrà alla vita dell’optimus princeps. Profumi, petali e il rumore della folla daranno al visitatore le stesse sensazioni che il popolo di Roma provava durante un trionfo; stele di soldati si animeranno per mostrare gli affanni del vivere e del morire dei legionari impegnati nelle guerre di conquista di Traiano; si ascolteranno la descrizione dei nemici di Roma, i barbari - antagonisti prima, protagonisti poi delle sorti dell’impero - e le voci delle donne della famiglia reale, impegnate nel sociale e imprenditrici. E, ancora, grazie alla realtà aumentata e a video immersivi rivivranno i monumenti traianei e il fuoco delle fiamme da cui Traiano venne salvato per intercessione di Gregorio Magno.
La mostra si avvarrà anche delle installazioni multimediali e interattive che sono state realizzate grazie alle collaborazioni che la Sovrintendenza Capitolina ha attivato, a scopi di ricerca, studio e divulgazione con la Duke University, Department of Classical Studies, Dig@Lab, con il coordinamento scientifico di M. Forte, la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando (Madrid, Spagna), Laboratorio de Humanidades Digitales con il coordinamento di J. M. Luzon,  la Divisione ICT del Dipartimento di Tecnologie Energetiche dell’ENEA nell’ambito del progetto CO.B.R.A. (COnservazione dei Beni culturali, con l’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti), responsabile A. Quintiliani.

Catalogo: De Luca Editori d’Arte

Costo: Biglietto integrato Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali + Mostra per i non residenti a Roma: 15 € intero; 13 €  ridotto - per i residenti a Roma: 13 € intero;  11 € ridotto - Biglietto ridottissimo 2 €
Indirizzo: Via Quattro Novembre 94 - 00187 Roma
Informazioni:
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 19.00)
Sito di riferimento: www.mercatiditraiano.it 
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A Roma unica tappa italiana per la mostra
"I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica"

COMPLESSO DEL VITTORIANO  ALA BRASINI - Roma
dal 16 novembre  2017 all' 18 febbraio 2018,  dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30

Prosegue il ciclo di incontri Grandi Maestri, Grandi Storie organizzati da Contrasto presso il Complesso del Vittoriano - Ala Brasini di Roma nell'ambito della mostra I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica 

In Sala Verdi ci sarà la possibilità di avere un ulteriore approfondimento intorno agli interpreti presenti in mostra.
Dopo l’apertura con Alessandra Mauro con il racconto di Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, e l’incontro con Valerio Bispuri sul reportage Paco,
31 gennaio 2018
Sarà la volta del
fotografo Piergiorgio Branzi

Il primo incontro con la fotografia di Piergiorgio Branzi è stato nella sua Toscana, nei primi anni ’50. Da quel momento la macchina fotografica diviene per lui un pretesto per girare prima l’Italia, poi il Mediterraneo, finché il suo lavoro di giornalista televisivo non lo porta in giro per il mondo, dal Nord Africa a Mosca, dove vive cinque anni in quanto corrispondente per la Rai. Approda poi a Parigi, città per la quale nutre un antico amore visivo e che ha avuto modo di ammirare e rimirare più volte. Una vita, la sua, dedicata ad osservare, a sperimentare le nuove possibilità del mezzo, con la chiara disamina dei limiti, delle aspirazioni e del senso di un mestiere che è quello del reporter, in cui Branzi si trova coinvolto e che lo spinge a interrogarsi su come si possa raccontare ciò che si vede con onestà intellettuale e conoscenza tecnica senza rinunciare né all’una né all’altra. L’incontro sarà l’occasione per una riflessione sul futuro della fotografia nell’epoca del digitale, tema molto caro a Branzi.

Tutti gli incontri sono ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti (non sarà possibile riservare preventivamente l’accesso).
Ai partecipanti sarà distribuito un coupon che, consegnato in biglietteria, garantirà l’accesso in mostra con biglietto ridotto € 10 anzichè € 12 e sarà valido per tutto il periodo di mostra (le riduzioni non saranno cumulabili).

La mostra, sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza 
Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia Contrasto ed è a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più rinomati curatori e critici della fotografia.


I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica indaga per la prima volta la grande rivoluzione del mondo della fotografia, e in genere della visione, resa possibile dalle fotocamere Leica dagli anni Venti del Novecento fino a oggi. Oltre 350 stampe d’epoca originali di celebri fotografi insieme a documenti storici dall’archivio Leica, filmati sui fotografi (come Henri Cartier-Bresson e Garry Winogrand), locandine pubblicitarie vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri, accompagnano il visitatore in un viaggio nel tempo e nella storia, alla scoperta di quei cambiamenti rivoluzionari permessi da un’innovazione tecnologica come la “Ur-Leica”, il primo apparecchio 35mm efficace che non solo rappresentò un cambiamento radicale nel campo della fotografia, ma innescò, insieme ai modelli Leica prodotti successivamente, una significativa metamorfosi nella nostra percezione della società e del mondo circostante.

Foto dopo foto, questa mostra rivela come gran parte delle immagini impresse nella nostra memoria siano state realizzate proprio con una Leica e come tutte queste fotografie costituiscano quindi un ampio caleidoscopio delle tendenze fotografiche e degli sviluppi degli ultimi dieci decenni.

La mostra è composta da 16 sezioni che intrecciano insieme l’ordine tematico con la cronologia, in un percorso che va dalla nascita della prima fotocamera Leica fino alle più recenti visioni. Nel corso degli anni la Leica fu progressivamente utilizzata da fotografi di diverse nazionalità, estendendo il suo uso a diversi tipi di reportage. Dal fotogiornalismo di guerra (nel 1930 Erich Salomon fu il primo fotogiornalista che portò una Leica negli Stati Uniti e durante la Guerra civile spagnola), all’uso della fotografia come strumento di propaganda. Ma anche ad un tipo di ricerca più umanista, infatti la Leica arriva ad essere utilizzata nel settore della moda, rivoluzionando anche in questo caso il genere: si passa dalla fotografia in studio alla fotografia in strada. Attraversando questi diversi generi e percorrendo i diversi paesi del mondo, la mostra propone le immagini dei più grandi interpreti internazionali che hanno fatto della Leica il proprio strumento creativo di espressione d’elezione. Dalle fotografie in bianco e nero di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Sebastião Salgado, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin, fino al colore di William Eggleston, Fred Herzog e Joel Meyerowitz, lo spettatore potrà ammirare il meglio della fotografia internazionale con uno sguardo privilegiato sull’Italia. Accanto alle immagini di Gianni Berengo Gardin, l’esposizione romana dedicherà spazio anche alle fotografie di altri interpreti italiani d’eccezione come Piergiorgio Branzi, Paolo Pellegrin, Valerio Bispuri e Lorenzo Castore.

Elenco sezioni 
Oskar Barnack fotografo; Leica e la nuova visione (“neues sehen”); Fotogiornalismo 1925–1935; Fotografia e propaganda; Fotografia umanista; Gli anni di macerie; La fotografia soggettiva; Fotogiornalismo 1945–1970; Fotografia d’autore; La “new color photography”; Leica e la fotografia di moda; Leica in Giappone; Leica in Spagna; Leica in Portogallo; Fotografia d’autore: anni ‘70; Fotografia d’autore: dagli anni ‘80 a oggi.

L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.  Il catalogo è edito da Contrasto.

Immagine a corredo: Christer Strömholm, Nana, Place Blanche, from the cycle “Vännerna från PlaceBlanche” (the friends from Place Blanche). Paris, 1961. Digital modern print, 30x36 cm
Costo: Biglietto  Intero 12 € - Ridotto 10 € - Per altre riduzioni vista il sito.
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it -  www.ilvittoriano.com
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"Artisti all’Opera"
Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte da Picasso a Kentridge1880-2017
Una mostra celebra  che il rapporto del Teatro dell’Opera con i più grandi artisti del Novecento

Museo di Roma - Palazzo Braschi - Roma
dal 17 novembre 2017 all' 11 marzo 2018 - vari orari

 “Opera in mostra”
 7 concerti con visita guidata all’esposizione Artisti all’Opera

Museo di Roma a Palazzo Braschi i nuovi talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” del Teatro dell’Opera di Roma si esibiranno in sette concerti con
celebri arie da opere di Verdi, Leoncavallo, Mascagni e autori francesi, abbinati ad altrettante visite guidate alla mostraArtisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte. Da Picasso a Kentridge (1880-2017) che, in corso presso il Museo fino all’11 marzo, sta registrando un notevole successo di pubblico.

L’iniziativa, in calendario ogni settimana fino al 9 marzo, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

L’evento, con ingresso previo acquisto del biglietto d’ingresso alla mostra, avrà inizio alle ore 17.30 con la visita guidata all’esposizione a cura di Francesco Reggiani (responsabile Archivio storico del Teatro dell’Opera di Roma), cui seguirà alle ore 18.15 il concerto di “Fabrica” nel Salone d’Onore.

Alla visita guidata potranno partecipare massimo 50 persone, con prenotazione allo 060608. La partecipazione al concerto sarà consentita fino al riempimento della sala.

Il calendario degli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 17.30:
Rigoletto, venerdì 2 e 9 febbraio; Tutto Verdi, sabato 17 febbraio; Vive La France, sabato 24 febbraio; Tutto Verdi venerdì 2 marzo; Cavalleria Rusticana e Pagliacci, venerdì 9 marzo.

Con le esibizioni dei talenti di “Fabbrica YAP II edizione 2018/2019” prende vita così un’altra iniziativa che avvicina il Teatro dell’Opera alla città, con l’obiettivo di favorire la trasmissione di sapere e la promozione di nuovi talenti italiani e stranieri, e dare loro la possibilità di inserirsi nel campo dell’opera lirica.

Il teatro come universo di artisti: musicisti, compositori, registi, pittori e artisti figurativi, costumisti, stilisti. Il Teatro dell’Opera di Roma si racconta attraverso l’infinita bellezza dei suoi allestimenti, figli del lavoro intrecciato di alcune tra le più grandi figure dell’arte del Novecento: da Pablo Picasso a Renato Guttuso, da Giorgio de Chirico ad Afro, da Alberto Burri a Giacomo Manzù, da Mario Ceroli ad Arnaldo Pomodoro fino ad arrivare a William Kentridge.
Artisti all’Opera è, infatti, il titolo della nuova mostra ospitata al Museo di Roma a Palazzo Braschi in Piazza Navona, nel cuore della Roma rinascimentale e barocca, e che attraverserà una storia lunga oltre un secolo, iniziata a fine Ottocento con la prima di Cavalleria rusticana.
Sarà raccontata la storia di un Teatro, l’Opera di Roma, che ha sempre camminato sul filo rosso di un rapporto cercato e trovato con l’arte figurativa, portando quindi alla vista dello spettatore scene e costumi nati dal genio di grandi artisti, così come piccoli capolavori inusuali, bozzetti, figurini (ovvero i disegni dei singoli personaggi), maquette (i modellini delle scenografie), fino a pezzi di inestimabile valore, come il sipario lungo 15 metri dipinto da de Chirico per un Otello rossiniano.
Ma Artisti all’Opera. Il Teatro dell’Opera di Roma sulla frontiera dell’arte non sarà una “semplice” galleria di meraviglie d’arte scenica, sarà anche un percorso che il visitatore/spettatore vivrà lungo la storia del Teatro dell’Opera di Roma, seguendo le suggestioni dei grandi titoli del nostro teatro lirico – ma scoprendo anche perle “minori” che sono sfuggite alle consuetudini del repertorio – e spiando il lavoro delle maestranze, ricreato attraverso un sapiente gioco d’allestimento, così da ribaltare la normale prospettiva.
Grazie alle collezioni dell’Archivio del Teatro dell’Opera – in cui si conservano più di 60mila costumi e 11mila bozzetti e figurini – alle proiezioni e ai filmati d’archivio dell’Istituto Luce il visitatore/spettatore entrerà nel teatro ritrovandosi dietro le quinte del palcoscenico per ammirare da vicino tutto ciò che d’abitudine vede da lontano, dalla platea.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Si ringrazia l’Istituto Luce e la collaborazione di SIAE.
La mostra è a cura di Gian Luca Farinelli con Antonio Bigini e Rosaria Gioia, con la curatela storico-scientifica di Francesco Reggiani e Alessandra Malusardi dell’Archivio Storico e la collaborazione di Anna Biagiotti della Sartoria della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma.
Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Electa

Costi: Biglietto Intero 9 € ; ridotto 7 €. Per altre riduzioni visita sito.
Indirizzo:  piazza San Pantaleo, 10  - Roma
Informazioni:  060608 tutti i giorni 9.00-19.00
Sito di riferimento: www.museodiroma.it
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"MONET"
a cura di Marianne Mathieu

Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Lazio, la grande retrospettiva è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisiain collaborazione con il Musée Marmottan Monet, Paris.

COMPLESSO DEL VITTORIANO  ALA BRASINI - Roma
sino al 3  giugno 2018,  dal lunedì al giovedì 9.30 - 19.30_venerdì e sabato 9.30 - 22.00_domenica 9.30 - 20.30

A grande richiesta, dopo aver superato i 200.000 visitatori, la mostra dedicata a Claude Monet proroga fino al 3 giugno 2018 la mostra

In mostra circa 60 opere, le più care all’artista e che lo stesso Monet conservava nella sua ultima, amatissima dimora di Giverny: prestiti eccezionali tutti provenienti dal Musée Marmottan Monet di Parigi che nel 2014 ha festeggiato gli 80 anni di vita e che raccoglie il nucleo più importante e numeroso delle opere del grandissimo artista francese, grazie alle donazioni dei collezionisti dell’epoca e del figlio Michel.

L’inquietante modernità dei salici piangenti, del viale delle rose e del ponticello giapponese ma anche le monumentali ninfee e glicini, i colori evanescenti e sfumati, la campagna francese e la natura in ogni sua fase: tra i capolavori in mostra Ritratto di Michel Monet neonato (1878-79), Ninfee (1916-1919), Le Rose (1925-1926), Londra. Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905).

Monet - curata da Marianne Mathieu, storico dell’arte e vice-direttore del museo Marmottan, incaricata della Collezione Monet - dà conto dell’intero percorso artistico del maestro impressionista a partire dai primissimi lavori, le celebri caricature della fine degli anni 50 dell’800 con cui guadagnò i primi soldi e divenne quasi un personaggio nella sua città natale, Le Havre, passando per i paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, e delle sue tante dimore, inclusa una parentesi in Liguria testimoniata in mostra dal dipinto del castello di Dolceacqua.
Protagonisti anche i ritratti dei figli e le celeberrime tele dedicate ai fiori del suo giardino - costruito sapientemente negli anni al punto che ebbe a dire che se non avesse fatto il pittore sarebbe stato giardiniere e che senza i fiori non avrebbe dipinto -, fino alla modernissima resa dei salici piangenti, del viale delle rose o del ponticello giapponese, e poi alle monumentali Ninfee, che deflagrano nel pulviscolo violetto e nella nebbia radiosa.

L'iniziativa è promossa da Generali Italia - sponsor della mostra - tramite il programma Valore Cultura, che ha l'obiettivo di avvicinare famiglie, giovani, clienti e dipendenti al mondo dell’arte, attraverso l’accesso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi ed attività di divulgazione artistico-culturale.
La mostra vede come special partner Ricola, sponsor tecnico Trenitalia, colore ufficiale Giotto  brand icona di F.I.L.A. Fabbrica Italiana Lapis ed Affini e media partner Radio Dimensione Suono.
L’evento è consigliato da Sky Arte HD.
Le audioguide della mostra sono offerte da Generali Italia.
Il catalogo è edito da Arthemisia Books.


Nell'immagine: Claude Monet (1840-1926), Nymphéas, 1916-1919.

Costo: Biglietti- Intero 15 € (audioguida inclusa) - Ridotto 13 € (audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni gruppi: + 39 06 8715111
Indirizzo: San Pietro in Carcere - Roma
Siti di riferimento: www.arthemisia.it -  www.ilvittoriano.com
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"L’essenziale verità delle cose"
Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961)

Galleria d’Arte Moderna di Roma - Roma
dal  13 ottobre 2017 al 11 febbraio 2018, da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30

In collaborazione con l’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern, Roma

Moderna non è certo l’arte perché rispecchia il nostro tempo, che allora si tratterebbe di una questione di moda e formale. L’arte, moderna come anche antica, è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle cose con profonda umanità e spiritualità …

È una considerazione di Francesco Trombadori che, chiarendone le aspirazioni e il coerente percorso pittorico, ha ispirato il titolo di questa mostra antologica di largo respiro, un’occasione per raccontare il rapporto del pittore con i luoghi di Roma che amò e dipinse, scegliendoli come patria elettiva sin dai primi anni del Novecento.

Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, sono esposte sessanta tele, dipinte tra il 1915 e il 1961, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private di tutta Italia, venticinque disegni, libri, cataloghi di mostre e articoli di giornale provenienti dall'Archivio dell'artista, custodito nel suo studio a Villa Strohl-Fern. La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di  Giovanna Caterina De Feo dell’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern e della Sovrintendenza Capitolina. Organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Catalogo Maretti edizioni.

Pur non essendo romano di nascita, per Francesco Trombadori la capitale è fonte di ispirazione per molti dipinti, ma soprattutto luogo di aggregazione in cui insieme a scrittori, critici ed artisti partecipare all’intenso dibattito artistico e culturale, dando impulso alla creazione di mostre d’arte e a riviste d'arte e di cultura.

Il pittore prende parte attiva al dibattito artistico nazionale sin dagli esordi nel vivace ambiente della cosiddetta Terza Saletta del Caffè Aragno, nel primo decennio del XX secolo, dove l’artista si avvicina al formativo ambiente de “Il Convito”, la rivista d’arte e letteratura fondata da Adolfo De Bosis con Gabriele d’Annunzio e Angelo Conti.

Ogni sezione della mostra è corredata dal ricco patrimonio documentario proveniente dall'Archivio dell'Artista a Villa Strohl-Fern, oggi Casa Museo, con cui si intende illustrare anche l'importante attività di critico che Trombadori svolse, dagli anni Venti, scrivendo per diverse testate nazionali.

Nel corso della mostra saranno organizzati incontri di approfondimento con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Costo: Biglietto di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna: 7,50 €  intero e 6,50 €  ridotto, per i non residenti;  6,5€  intero e di  5,50  € ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Informazioni: 060608 - www.galleriaartemodernaroma.it
Indirizzo: via Francesco Crispi,  24 -  Roma
Sito di riferimento: www.galleriaartemoderna.it
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"ENJOY L’ARTE INCONTRA IL DIVERTIMENTO"
a cura di Danilo Eccher

Chiostro del Bramante - Roma
 dal 23 settembre al 25 febbraio 2017 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.

Dopo il successo della originale mostra Love, l’Arte incontra l’amore, che ha registrato in sei mesi l’afflusso di 150mila spettatori, soprattutto giovani, il Chiostro del Bramante continua il suo innovativo percorso programmatico proponendo ancora una volta una esposizione unica per la singolarità delle opere, che pone sotto la lente di ingrandimento le diverse possibilità percettive ad esse connesse. Una esperienza che lo spettatore può fare attraverso i linguaggi e le poetiche di alcuni tra i più importanti e provocatori protagonisti dell’arte contemporanea. Talvolta infrangere le regole non significa trasgredire, ma ampliarne i confini. Una regola che il Chiostro del Bramante persegue da tempo nelle sue linee programmatiche, proponendo mostre fuori dagli schemi delle convenzioni espositive, dove l’originalità del percorso sta alla base del progetto ideativo.

Diventato Museo di riferimento in ambito nazionale ed internazionale anche dell’arte contemporanea, il Chiostro parte da questi presupposti per la mostra che proporrà. Si chiama Enjoy e ha per sottotitolo l’Arte incontra il divertimento: locuzione emblematica che vuole indicare non solo una diversa modalità di vivere l’arte, ma soprattutto dare “spazio e spazialità” alle opere di artisti di acclarata fama. Infatti molti lavori sono site specific, pensati e costruiti dagli artisti ospiti proprio per gli ambienti del Chiostro del Bramante la cui organizzazione – che fa capo a DART – aggiunge alla creatività dell’esposizione un notevole sforzo produttivo proponendo opere inedite. Tra i grandi nomi allineati troviamo Tinguely, Calder, Fogliati, Erlich, Creed, Neto, Collishaw, Ourlser, Wurm, TeamLab, Hans op De Beeck, De Dominicis, Gander, i protagonisti del ‘900 storico e del terzo millennio, accomunati da un filo sotteso, il divertimento, assunto nell’accezione etimologica della parola: portare altrove. L’altrove, l’altro da sé, il perdersi nei meandri dell’arte e dell’inconscio è ciò che accomuna il gesto di tutti gli artisti presenti in Enjoy, le cui opere guideranno il visitatore in un percorso invisibile ma fortemente tracciato, che prenderanno vita in un incessante rapporto interattivo e giocoso, dove le diverse percezioni del “fuori da sé” avranno un ruolo fondamentale. “La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – afferma Danilo Eccher, curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”. Ecco allora che in Enjoy, dalle sculture leggere di Alexander Calder, lo spettatore può perdersi nel labirinto infinito di specchi di Leandro Erlich per poi immergersi e riemergere dalle installazioni ludico-concettuali di Martin Creed o nei raffinati giochi di luci illusorie di TeamLab che prendono forma e mutano solo a contatto con il pubblico, o essere inseguiti dagli occhi indiscreti e inquietanti di Tony Oursler e trovarsi a contatto con i corpi deformati di Erwin Wurm e così via, di artista in artista, di sala in sala: il Chiostro del Bramante diventerà luogo elettivo di una realtà tutta da scoprire, che esiste in ogni istallazione (alcune di grandissime dimensioni), a una realtà che, tuttavia, può anche non esserci. D’altra parte è proprio Paul Klee che ci dice: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

Costo: Biglietto intero  13 € (audio guida inclusa) - biglietto ridotto  11 € (audio guida inclusa) per specifiche riduzioni, visita il sito.
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035 (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) numero attivo dal 4 settembre sino a fine mostra. - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it
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Kirosegnaliamo esce all’inizio di ogni settimana, chi volesse darci comunicazione di eventi con rilievo artistico-culturale può scriverci a kirolandia@gmail.com oppure info@kirolandia.com,  entro la domenica precedente, specificando chiaramente la richiesta di segnalazione, provvederemo previa specifica selezione all'inserimento …