Articolo con recensione
crtica dello spettacolo " UNA CULLA SBAGLIATA "
di Ottavia Bianchi.
Prima Replica, venerdì ventitré
febbraio duemiladiciotto, Altrove Teatro Studio - Roma.
Nella
capitale ha definitivamente aperto i battenti ALTROVE TEATRO STUDIO con lo
spettacolo UNA CULLA SBAGLIATA scritto e diretto dalla sua direttrice artistica
Ottavia Bianchi.
Dunque,
una prima assoluta per dare inizio alla serie di prime che accompagneranno il
pubblico del nuovo spazio romano sino all'arrivo dell'Estate, un ricco assaggio
di spettacoli in attesa che sia confezionato il prossimo cartellone.
Molto
pubblico per questo avvenimento, tanto da riempire pienamente l'ospitalità
della nascente identità artistico culturale. Sceso lo scalone adornato dagli
accattivanti e immaginifici murales dell'illustratrice Cristina Gardumi ad accogliere gli spettatori nel foyer ci sono il direttore
amministrativo Giorgio Latini e
l'ufficio stampa Fabi-Savona, i primi
importanti istanti all' ALTROVE TEATRO STUDIO confermano l'impressione avuta all'inaugurazione:
professionalità e cordialità, binomio perfetto per iniziare e sicuramente per
continuare.
Quindi
sipario.
I
segni caratterizzanti più volte dichiarati da questa nuova realtà capitolina quali,
ad esempio, sperimentazioni, drammaturgie nuove e spettacoli giovani, sono
pienamente rispettati già in questo spettacolo iniziale. UNA CULLA SBAGLIATA, pièce
mai rappresentata, interpretata da due giovani attrici, la stessa autrice e regista Ottavia Bianchi con a fianco Flaminia
Cuzzoli, racconta una storia dalle tinte forti, che narra la complessità
della formazione dell'identità, e tra continui flashback, chiede allo
spettatore d'immergersi nel pieno sviluppo di un'esistenza.
Si
parte, così, con uno spettacolo di certo non facile, sia nella tematica che nella
costruzione, un dramma che, attraversando la vita della scrittrice
contemporanea Jeanette Winterson, ne definisce non solo i rapporti sottesi al
compimento del suo percorso, ma
attraversa anche i passaggi interiori, le svolte decisive e i
cambiamenti radicali.
Drammaturgia
chiara e lineare, dalla dimensione a tratti cinematografici, regia sempre ben
tenuta con un buon utilizzo dello spazio scenico, bella recitazione carismatica
e decisa, soprattutto nell'interpretazione di Flaminia Cuzzoli a cui è chiesto il grande sforzo di rappresentare
il divenire della protagonista, entrando ed uscendo continuamente dalla
dimensione spazio-temporale, questo spettacolo, molto applaudito, forse non
ancora totalmente definito in alcune esplicitazioni caratteriali ed in alcuni
passaggi, è destinato a coinvolgere ancora di più il pubblico.
Complimenti
all' ALTROVE TEATRO STUDIO.
- Andrea Alessio Cavarretta -