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mercoledì 23 gennaio 2019

Il mare fa sempre qualcosa. MARE MATER e i CIPRIX emozionano il pubblico del TEATRO VASCELLO



Il silenzio, un suono misterioso composto da infiniti attimi vibranti e nascosti. Il silenzio, l’immobilità che precede uno spazio di gioia o uno strappo doloroso: “MARE MATER o della esemplare storia della Nave Asilo Caracciolo e del suo capitano, la Signora Giulia Civita Franceschi” di Fabio Cocifoglia, è la storia del silenzio del mare nel quale accade sempre qualcosa anche quando tutto appare fermo.

Siamo nella Napoli degli anni fra il 1913 e il 1928. Sulla nave asilo Caracciolo,  una piro-corvetta in disuso donata dopo anni di onorato servizio dalla Marina Militare alla città di Napoli, grazie ad una legge speciale del 1911 venne attivato un esperimento pedagogico innovativo e rivoluzionario: una scuola sul mare. A dirigere la Caracciolo fu chiamata la signora Giulia Civita Franceschi (1870-1957) figlia del noto scultore toscano Emilio Franceschi.

È  proprio dalla voce in prima persona della maestra Giulia, una strepitosa Manuela Mandracchia che la storia di 750 e oltre bambini abbandonati di Napoli prende vita emozionando il pubblico fin dai primissimi attimi in scena. Siamo nell’accogliente Teatro Vascello di Roma (decisamente mai nome potrebbe essere più adeguato al contesto) e una scenografia imponente riproduce gli elementi essenziali della narrazione: il rumore del mare, le vele, una macchina fotografica e un baule pieno di ricordi.


Il tono della drammaturgia proietta immediatamente gli spettatori verso una dimensione intima e al tempo stesso concitata. Il grido di dolore della coraggiosa maestra è silenziosamente composto eppure squarcia le sensazioni sottaciute del pubblico in sala.

Durante i 15 anni trascorsi sulla nave asilo, i caracciolini vennero amorevolmente accompagnati verso la scoperta di uno stile di vita ricco di possibili orizzonti e indirizzati ai mestieri del mare, restituendo a tutti quei volti di bambino l’innocenza e la speranza. Bambini che in scena sono impersonati dai appaiono dai CIPRIX, la prima compagnia di Musical composta interamente da ragazzi.  

La nave fu ufficialmente assegnata alla guida della signora Civita Franceschi solo in qualità di “delegata” da David Levi Morenos, scienziato e filantropo, primo istitutore delle “Navi-Asilo” in Italia. L’esperienza della maestra, che venne anche con affetto definita la montessori del mare è affidata ai ricordi di due adulti ex caracciolini. Luca Iervolino e Giampiero Schiano sono in scena Gennaro e Salvatore e, grazie ad una interpretazione di rara intensità, consegnano attraverso i loro dialoghi con l’amata maestra la storia che le cronache non hanno consegnato a noi con la sufficiente importanza.

se si chiamasse mare e non terra io sono sicuro che non ci sarebbe la guerra

I figli della plebe erano considerati la piaga della società del '900 a Napoli, lo scugnizzo era una vera maledizione. Eppure, la sfida culturale e educativa lanciata con la nave asilo Caracciolo si rivelò attualissima e vincente. La commiserazione è la vera piaga, dimostra questa potente pièce teatrale. Non basta fare l’elemosina per pulire la nostra pigra coscienza. Per cambiare il mondo si parte dalla cultura non intesa come insieme di nozioni più o meno forbite da tramandare ma, come la coraggiosa occasione di offrire a ciascuno gli strumenti per esprimere le proprie potenzialità. Imparare il saper fare e il saper essere.

Un’avventura che per la coraggiosa maestra è iniziata per una carezza mancata e finì per mano del fascismo che nel 1928 allontanò Giulia Civita Franceschi dal suo incarico accusando il progetto pedagogico di non formare dei veri uomini. La cultura ha da sempre spaventato qualsiasi regime e sempre lo farà.


LA SCINTILLA
Pensare come i grandi. Immaginare come i più piccoli. Il teatro ci insegna che…

Perché inserire questo spettacolo all’interno della mia rubrica Non chiamateci piccoli
In primo luogo perché ha rappresentato un imperativo morale portare la mia testimonianza come insegnante e pedagogista a sostegno dell’importanza culturale del teatro stesso che grazie allo spettacolo MARE MATER ricompone tutti gli elementi citati in un unico meraviglioso quadro.

Le tre parole chiave di questo spettacolo dovrebbero guidare l’opera di chiunque si occupa di educazione: affetto, ascolto, accoglienza. Mentre i bambini custodiscono questi tre elementi gli adulti con il tempo ne disimparano l’utilizzo.

Spettacoli come quello applaudito lo scorso 14 Gennaio raccolgono una serie di valenze multidisciplinari che devono essere esaltate e per questo raccontate criticamente. In primo luogo è una storia di bambini che parla ai bambini: credete in voi. In secondo luogo è una storia che ci consegna la Storia: senza memoria non possiamo sperare in un domani migliore. In terza ed ultima analisi è una performance provocatoria che stuzzica le coscienze con delle considerazioni drammaticamente attuali.

Nelle grezze pieghe della disperazione si nasconde il barlume della speranza: non ritrovò forse Pinocchio (il libro preferito dalla maestra Giulia) il suo babbo nel buio di un pescecane?

- Raffaella Ceres -
_Kirolandia_



Le Nuvole/Casa del Contemporaneo
MARE MATER
la nave dei bambini
uno spettacolo di Fabio Cocifoglia
con Manuela Mandracchia
Luca Iervolino, Giampiero Schiano
con la partecipazione dei Ciprix - La prima compagnia di Musical composta interamente da ragazzi
story editor: Maria Rosaria De Medici / collaborazione alla drammaturgia: Antonio Marfella, Alfonso Postiglione / regista assistente: Rosario Sparno / consulenza scientifica: Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio per Fondazione Thetis - Museo del Mare Napoli / musiche: Luca Toller, Lello Settembre, Nico Mucci / sound designer: Hubert Westkemper / costumi: Giuseppe Avallone / scene: Carla Merone, Enrico de Capoa / immagini e proiezioni: Alessandro Papa / disegno luci: Riccardo Cominotto / si ringraziano: Roberto Di Bello, Nicola Caracciolo, Enza Tedesco.