Recensione critica dello
spettacolo IO, CARAVAGGIO regia di Cesare Capitani
Ispirato
al romanzo "La Course à l'abîme"
Ediz. Grasset, di Dominique Fernandez
Prima replica,
martedì dodici febbraio duemiladiciannove, OFF OFF THEATRE - Roma.
Nella penombra una figura, nel silenzio una melodia già
evoca e presagisce tragici accadimenti, in questa profonda ambientazione, dove
la luce, unico elemento scenografico, segna di sé tutto il percorso, Michelangelo
Merisi inizia a dire la sua storia densa di passione per la vita e per
la pittura forte ed intrisa di verità.
Lo spettacolo IO, CARAVAGGIO scritto
e diretto da Cesare Capitani ispirato
al romanzo "La Course à l'abîme" Ediz. Grasset, di Dominique Fernandez è, sopra
ogni cosa, un tracciato lineare, chiaro, volto a narrare, in prima persona,
l'esistenza di questo artista dal vivere aspro, potente, sregolato e pregno del
suo profondo mestiere.
Sul palco dell'OFF OFF THEATRE prendono lentamente
forma del Caravaggio le passioni viscerali, i suoi amori, il
suo rincorrere visioni potenti da intrappolare, con foga e ardore, in pitture
dal denso significato, molto più energiche e colme di umanità delle
celestiali e solenni commissioni ricevute di volta in volta.
È quasi un
susseguirsi di capitoli narrativi, segnati da bellissime immagini, atte a
rappresentare la genesi interiore ed esteriore di opere pittoriche che l'artista
elabora immortalando modelli e modelle a lui vicini, spesso tratti anche dai
margini di una società tardo rinascimentale molto complessa, dove spiritualità
e mondanità si fondono, in città colte e raffinate ma anche degradate e
violente. Da un pennello intriso di
intensità nascono quadri la cui potenza
rappresentativa esce tanto forte da essere spesso rifiutata e incompresa
dai contemporanei e dagli stessi ricchi commettenti.
Così, sulle scene, vediamo prendere
vita "Amor vincit omnia", "Medusa", "Davide con la
testa di Golia" e molte altre tele di cui, di volta in volta, sotto
bellissimi effetti visivi, si schiariscono e si svelano le recondite intenzioni
e i nascosti simbolismi.
A cardine di queste densità narrative
ci sono anche e soprattutto le passioni amorose di Caravaggio, perlopiù maschili, i suoi incontri ardenti, i suoi
violenti contrasti.
Il bravo protagonista Cesare Capitani conduce con piacevolezza il pubblico lungo tutta
questa rappresentazione biografica e lo fa con il supporto di una figura
femminile altrettanto brava, Laetitia
Favart, che presta, con
eleganza, il suo canto, la sua recitazione, il suo volto, il suo corpo alle
varie personificazioni. Questo meccanismo, ben "oliato", forse in
alcune scene di rapporto virile risulta un po' forzato.
Uno
spettacolo sicuramente molto interessante che permette di comprendere appieno la turbolenta vita del
grande pittore della luce.
-Andrea Alessio Cavarretta -
_Kirolandia_
Compagnie Prisma
presenta
IO, CARAVAGGIO
scritto e diretto
da Cesare Capitani
ispirato al
romanzo "La Course à l'abîme" Ediz. Grasset, di Dominique Fernandez
con CESARE CAPITANI e LAETITIA FAVART
Luci Dorothée Lebrun. Foto Franco Rabino. Direzione d'attore Nita
Klein
SPETTACOLO
SOSTENUTO DALL'ISTITUTO CULTURALE ITALIANO DI PARIGI
