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martedì 21 gennaio 2020

KIROSEGNALIAMO dal 22 al 27 gennaio 2020

K-news


Kiri,  proseguono per tutta la stagione 2019/2020  le KIROSEGNALAZIONI di KIROLANDIA® blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale.

Come sempre, di settimana in settimana, vari suggerimenti tra teatro, musica, arte, cinema, danza, libri  e tanti altri eventi selezionati accuratamente sulla base delle vostre importanti indicazioni.

Ricordate che i suggerimenti di Kirolandia sono doppi, non solo sul blog... per altri interessanti eventi, ci sono anche le KIROSOCIALNEWS lanci direttamente dai nostri social:  Facebook, Twitter e Linkedin.

Ancora di più, triplichiamo... collegatevi sempre alla nostra trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" sulla webradio Radio Godot, ogni mercoledì tra le 19.15 e le 20.15 abbondanti, verrà svelato il KIROEVENTO DA SOGNO della settimana, un'altra importante segnalazione per completare le vostre scelte.

Seguite sempre gli hastag #kirosegnalazioni   #kirosocialnews   #kiroeventodasogno  e scoprirete tutti gli appuntamenti per le vostre serate, scelti con cura dai Kiri di KIROLANDIA® !!!


- ROMA -
TEATRO

DEBUTTANO

Cardellino S.r.l.  
in collaborazione con Napoli Teatro Festival 18
SILVIO ORLANDO
"SI NOTA ALL’IMBRUNIRE  (Solitudine da paese spopolato)"
Di Lucia Calamaro
con
(in ordine alfabetico)
VINCENZO NEMOLATO   ROBERTO NOBILE   ALICE REDINI
MARIA LAURA RONDANINI  
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
regia LUCIA CALAMARO

TEATRO QUIRINO -  Roma
dal 21 gennaio al 2 febbraio 2020, ORARI SPETTACOLI da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00, giovedì 23 gennaio e giovedì 30 gennaio ore 17.00, mercoledì 29 gennaio ore 19.00

I figli Alice, Vincenzo e Maria sono arrivati la sera prima. Il fratello maggiore Roberto anche. Un fine settimana nella casa di campagna di Silvio, all’inizio del villaggio spopolato dove vive da solo da tre anni. Silvio ha acquisito, nella solitudine, un buon numero di manie, la più grave di tutte: non vuole più camminare. Non si vuole alzare. Vuole stare e vivere seduto il più possibile. E da solo. Si tratta, per i figli che finora non se ne erano preoccupati troppo, di decidere che fare, come occuparsene, come smuoverlo da questa posizione che è una metafora del suo stato mentale: che è quella di un uomo che vive accanto all’esistenza e non più dentro la realtà. Emergono qua e là empatie, distanze e rese dei conti. I familiari di Silvio sono venuti a trovarlo per la messa dei dieci anni dalla morte della moglie…C’è da commemorare, da dire, da concertare discorsi. Certo è che, preda del suo isolamento, nella testa di Silvio si installa una certa confusione tra desideri e realtà, senza nessuno che lo smentisca nel quotidiano, la vita può essere esattamente come uno decide che sia. Fino a un certo punto

NOTE DI REGIA
Questo spettacolo, che ha trovato nella figura del padre un interprete per me al tempo insperato e meraviglioso: Silvio Orlando, trova le sue radici in una piaga, una maledizione, una patologia specifica del nostro tempo che io, personalmente, ho conosciuto anche troppo. La socio-psicologia le ha dato un nome: “SOLITUDINE SOCIALE”. A mettere in luce i rischi di questa situazione sono stati due studi presentati al 125° incontro annuale dell’American Psychological Association (APA). Essere isolati dalla società è un male oscuro e insidioso. Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. La preoccupazione insorge ancora di più se si pensa che questo tipo di “solitudine estrema” si sta espandendo e continuerà a crescere nei prossimi anni tanto che La Francia ha creato “la giornata della Solitudine” e l’Inghilterra ha istituito, addirittura, un ministero della solitudine. Secondo gli esperti potremmo trovarci alle prese, e non solo nei paesi più ricchi, con un’epidemia di solitudine. Diffusa oramai anche tra i giovani. Silvio Orlando è, secondo me, un attore unico. Capace di scatenare per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare riquestionamenti, emozioni ed azioni nel suo pubblico. E insieme ci piace pensare che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’ uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia.  Lucia Calamaro

Durata:   2 ore più intervallo
Costo:     Biglietti  dal lun al ven platea interi € 30  ridotti  € 27 - I balconata interi € 24  ridotti € 22 - II balconata interi € 19 ridotti € 17  - galleria interi € 13 ridotti € 12 / Biglietti  sab. sera e dom  platea interi € 34  ridotti € 31 - I balconata interi € 28  ridotti € 25 - II balconata interi € 23 ridotti € 21  - galleria interi € 17  ridotti € 15
Informazioni: botteghino 06.6794585 - biglietteria@teatroquirino.it
Indirizzo: via delle Vergini,  7 - Roma
Sito di riferimento: www.teatroquirino.it
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Sycamore T Company

presenta

"PROCESSO A FELLINI"

un progetto teatrale di Mariano Lamberti
scritto da Riccardo Pechini
con CATERINA GRAMAGLIA e GIULIO FORGES DAVANZATI
Regia Mariano Lamberti

Nel centenario dalla nascita di Fellini, in Via Giulia è in scena l'omaggio a sua moglie Giulietta Masina

OFF OFF THEATRE - Roma
dal 22 al 26 gennaio 2020 ,  orario: serali ore 21.00,  pomeridiane ore 17.00

É l'anno in cui l'intera penisola ricorda il genio di Federico Fellini, a cento anni dalla sua nascita. E mentre ovunque si omaggia il regista che con le sue pellicole ha cambiato la cinematografia italiana imponendosi al mondo, in Via Giulia andrà in scena "Processo a Fellini", in cui sua moglie Giulietta Masina è pronta a giudicare l'uomo ed il marito Federico nel suo personale tribunale. Uno spettacolo di pregevole fattura che debutterà all'OFF/OFF Theatre il prossimo martedì 21 gennaio, per restare in scena fino a domenica 26 gennaio. La pièce, un progetto teatrale di Mariano Lamberti che ne cura anche la regia, nasce dal testo di Riccardo Pechini con cui si cimentano gli attori Caterina Gramaglia e Giulio Forges Davanzati, impegnati nell'arduo compito di dar vita al mai avvenuto confronto tra Federico e Giulietta.

Giulietta Masina è il centro nevralgico dell'opera teatrale diretta da Lamberti. Da sempre la sua figura è stata associata a quella del Maestro che, con la sua imponenza, inevitabilmente ha offuscato le sue riconosciute doti di attrice e la sua genialità, che più volte l'ha portata ad esser identificata come una sorta di Charlie Chaplin al femminile. Nonostante il suo talento, la Masina sarà per sempre ricordata come la compagna del grande Federico Fellini. Per lui Giulietta è stata moglie, amante, amica e complice e, soprattutto, una musa ispiratrice che col passare degli anni e allontanandosi dai riflettori, ha sempre più indossato i panni di donna rassegnata a vivere all'ombra del proprio marito. Un marito spesso avvezzo al tradimento (anche esplicito) e che più volte la Masina ha dovuto sopportare. E così, mentre Fellini si confessava pubblicamente al mondo con il suo "Otto e Mezzo", Giulietta si ritraeva sempre più in una lenta e malinconica solitudine. Ma cosa sarebbe accaduto se Giulietta avesse potuto esprimere pubblicamente tutta la sua frustrazione? Cosa sarebbe successo se Giulietta avesse dato voce alla donna umiliata e rabbiosa, sempre più imbavagliata e chiusa dentro se stessa?

SINOSSI:
Giulietta si sveglia di soprassalto, una strana presenza sembra essersi introdotta in casa sua in piena notte. Un ladro, un assassino o forse qualcosa di ancor più inquietante. Giulietta sviene dallo spavento. Quando si riprende si accorge che l'intruso è un giovane ragazzo che dice di conoscerla fin da bambina, malgrado ciò sia impossibile vista la notevole differenza d'età tra i due. Il ragazzo è insofferente e fatica a trattenere la rabbia. Ma non è Giulietta il bersaglio della sua acredine, anzi il giovane appare partecipe dei trascorsi a volte destabilizzanti vissuti dalla donna in tenera età. Giulietta è confusa e non si fida di quello strano individuo, ma sente suo malgrado di avere con lui un legame profondo. Non solo, le sembra addirittura di ricordare di aver progettato assieme a lui un piano misterioso che coinvolge il suo celebre marito. L’accaduto si rivela essere un sogno che Giulietta racconta al proprio analista. Sulla sedia che occupava il giovane c'è infatti ora uno psicologo che, con tono distaccato, mette in luce le contraddizioni che affiorano inconsapevolmente dalle parole della donna. Si tratta di vere e proprie rimozioni. L'immaginario femminile di Federico è carnale, invadente, inglobante, eppure ha relegato proprio lei, sua moglie, nel personaggio di una donna infantile, ingenua ed asessuata. Da questo momento in poi in scena si avvicenderanno figure reali o immaginarie, tra cui l’amico di una vita, Mastroianni, personaggi apparsi nei film da lei interpretati e ovviamente Federico Fellini, con il quale avrà un confronto aperto e spietato sui suoi numerosi e sempre più espliciti tradimenti. Il ritmo si farà sempre più serrato, fino ad arrivare ad un parossismo in cui alla rabbia si sostituirà non la rassegnazione (come avrebbero voluto i costumi dell’epoca) ma la rivendicazione di una femminilità a lungo repressa e la trasformazione in una donna consapevole e finalmente rappacificata col proprio passato.

Costo: Biglietto intero 25 € -  ridotto 18 € - Ridotto Under35 15€;
Indirizzo: Via Giulia 19/21 – Roma
Informazioni:  06 89239515 -  info@off-offtheatre.com
Siti di riferimento: www.off-offtheatre.com
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"Le braci"
Dall’opera di Sándor Márai
Adattamento Fulvio Calise
Drammaturgia e regia Laura Angiulli
Con Renato Carpentieri, Stefano Jotti
Scene Rosario Squillace
Disegno luci Cesare Accetta
Produzione Il Teatro coop. produzioni Galleria Toledo

TEATRO PICCOLO ELISEO
dal 23 gennaio al 9 febbraio 2020 , orario martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 20.00_dom. ore 17.00

Quando il destino, sotto qualsiasi forma, si rivolge direttamente alla nostra individualità, quasi chiamandoci per nome, in fondo all'angoscia e alla paura esiste sempre una specie di attrazione, perché l'uomo non vuole soltanto vivere, vuole anche conoscere fino in fondo e accettare il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo e alla distruzione...

Vi è un segmento letterario che riflette sul senso della vita, sul destino e sull’incomunicabilità tra gli individui, temi che animano la letteratura europea tardo ottocentesca e si estendono fino agli albori del secondo conflitto mondiale e oltre. Dai Fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij, all’uomo della folla, il flâneur del simbolista Charles Baudelaire, alcuni autori di grande raffinatezza intellettuale quali August Strindberg, Thomas Stearns Eliot, Jean-Paul Sartre, ma anche Walter Benjamin, James Joyce, David Herbert Lawrence, Ferdinand Céline, Franz Kafka, Luigi Pirandello e altri ancora - ciascuno a proprio modo e in una visione critica spesso ferale - elaborano il sentimento di deumanizzazione della società moderna dando forma a un vasto contenitore letterario dai confini incerti, che si definisce con il termine Esistenzialismo, in cui molti temi dei movimenti modernista e crepuscolare possono essere inscritti. A questo ambito appartiene l’idea dell’uomo attraversato da un profondo senso di alienazione e solitudine, testimone di un mondo al suo declino, diviso tra passato idealizzato e presente moderno e disumano.

Il passaggio d’epoca segnato dalla Prima Guerra Mondiale è il luogo temporale in cui l’ungherese Sándor Márai colloca il nucleo retrospettivo del romanzo Le Braci - Le candele bruciano fino in fondo, il titolo originale pubblicato nel 1942 -, un testo legato con filo rosso alla grande tradizione romanzesca, che assieme guarda alla crisi dei grandi miti della società occidentale ed al transito in un “nuovo mondo”, rovente e mefitico inferno tropicale da cui fa ritorno il personaggio Konrad dopo una disonorevole fuga durata quarant’anni. Fredda e assillante invece l’attesa per il generale Henrik, che attende il giorno della rivalsa immerso in un tempo sospeso fino ad un mattino del 1940, quando riceve l’improvviso annuncio della sua visita.
Nei personaggi de Le Braci, le attitudini dei due caratteri opposti legati da antica amicizia - onore, orgoglio e disciplina nella socialità per il soldato Henrik, melancolico temperamento artistico da poeta per il fuggitivo Konrad - rispecchiano valori decaduti tardo ottocenteschi. La questione di fondo qui posta è puramente etica, umana, dove l’elemento destabilizzante della ragione risulta essere la passione contenuta nel desiderio. Bisogna essere coerenti con sé stessi o rispettosi degli altri? Il senso della vita risiede nel legame d'amore che ci unisce a qualcuno. Il disincanto della risposta rende impossibile il rimarginarsi delle ferite. Ma permette di morire pacificati.

Si può e soprattutto si deve restare fedeli alla passione che ci possiede, anche se questo significa distruggere la propria felicità e quella degli altri? Perché me lo chiedi? Sai che è così". (da Le Braci

Sándor Márai e il senso della vita di Lavinia D’Elia
Due uomini alla resa dei conti. Henrik, un anziano militare. Konrad, il suo migliore amico. Due voci risuonano dagli abissi dei loro destini di solitudine. Sono le braci dell’incendio di un mondo che non esiste più; braci non ancora ridotte in cenere, covate sotto i carboni consunti dell’esistenza trascorsa. Sopravvissuti al loro tempo, sono entrambi tenacemente rimasti vivi resistendo stoicamente in una bolla d’attesa, lunghissima, diretta solo al momento cruciale del loro rendez-vous. Vanitas e ricordi sono fumi di ciò che resta dei grandi sentimenti ottocenteschi, idealizzazione dei “legami di parentela spirituale” traditi, ora riposti nelle morte proiezioni dei fantasmi delle loro vite trascorse. L’incomunicabilità si traveste da orgoglio. Brucia il diario di Krisztina, moglie e amante, o del tradimento del principio d’onore. Cosa ne è stato dunque dell’umanità del singolo, di quella età dell’oro anteriore alla Grande Guerra che ne ha segnato la battuta d’arresto, quando la dignità rendeva uomini e la passione ne alimentava i sentimenti? Come candela, la vita deve bruciare fino in fondo. La forza d’immaginazione della morte, in opposizione alla vendetta che tiene in vita, è più poderosa dello stesso vivere, una conclusione non evitata, né cercata, tra coraggiosa attesa e paura del vero, indicibile e umano. Scrive Sandor Márai: due persone non possono incontrarsi neanche un giorno prima di quando saranno mature per il loro incontro.

Foto di Cesare Accetta

Durata: 1 ora
Costo:  Biglietto 20 €
Informazioni: Tel. 06.83510216
Indirizzo: via Nazionale 183 –Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroeliseo.com
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"Il VENDITORE DI SIGARI"
di Amos Kamil
traduzione di Flavia Tolnay con la collaborazione di Alberto Oliva
con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza
regia Alberto Oliva
scene e costumi Francesca Pedrotti – realizzazione scenografica Ahmad Shalabi
disegno luci Fulvio Melli – direzione di Produzione Elisa Mondadori

SPAZIO DIAMANTE - Roma
dal 24 al 27 gennaio 2020- venerdì e sabato ore 21.00_dom. ore 18.00

Sarà in scena allo Spazio Diamante dal 24 al 27 gennaio, Il VENDITORE DI SIGARI di Amos Kamil, con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza, regia Alberto Oliva; una produzione MTM Manifatture Teatrali Milanesi.
Lo spettacolo rientra nel ciclo di eventi che Oti-Officine del teatro italiano ha programmato per celebrare il Giorno della memoria.
Sinossi
Berlino 1947, ore sei e trenta. Nella Germania appena uscita dalla guerra, tutte le mattine alla stessa ora, due uomini si incontrano: un professore ebreo che vuole partire per fondare lo Stato di Israele e il proprietario di una tabaccheria, dall’aspetto tipicamente tedesco. Sono sopravvissuti alla tragedia che ha appena sconvolto e quasi annientato un popolo intero. Si attaccano, si rinfacciano colpe reciproche e recriminano sui torti subiti, fino a scoprire dolorosamente quanto gli obblighi della Storia possano condizionare il modo di agire dei singoli individui, quando, completamente soli, devono affrontare il proprio destino. Si gioca una partita in cui è impossibile giudicare vincitori e vinti, perché vittime e carnefici camminano su un piano sempre in bilico.
Nascere tedesco nel 1920 significava essere condannato a diventare un carnefice. Nascere ebreo nello stesso anno era la condanna ad essere una vittima. In entrambi i casi, la ribellione a questo destino poteva costare molto cara. A quali compromessi un essere umano, da solo, è disposto a scendere quando si trova sull’orlo dell’abisso? Lo spettacolo, partendo dalla questione ebraica in un momento cruciale della sua evoluzione, parla a tutti, perché tutti prima o poi siamo chiamati a fare i conti con la nostra identità e a scegliere i tempi e i modi della nostra partecipazione sociale.

Note di regia
Suscita una strana emozione ritornare a lavorare su questo spettacolo, che è stato in scena per cinque stagioni tra il 2010 e il 2014, e riscoprirne la straordinaria attualità nell’Italia di oggi, così simile e così diversa nel breve volgere di pochi anni. Sentendo risuonare nuovamente le parole di Amos Kamil, mi rendo conto di quanto sia diventato importante il tema dell’odio che scaturisce dal pregiudizio. Il fenomeno degli “haters” si è sviluppato a dismisura in questi ultimi anni e, senza averlo voluto quando ha fatto il suo primo debutto, Il venditore di sigari mette a tema proprio questo, focalizzando l’attenzione su un uomo che sceglie un bersaglio tanto preciso quanto pretestuoso per dare sfogo a tutta la sua frustrazione e rabbia. Credo che affrontare di nuovo il testo da questo inedito punto di vista possa dargli ancora più valore, ben aldilà della questione ebraica negli anni successivi alla sconfitta nazista, rimane un tema che merita di essere sempre ricordato e analizzato.
L’odio non è una faccenda delle personi ignoranti, come oggi si tende a pensare per stigmatizzare e circoscrivere il fenomeno che imperversa sui social network e copre di fango quasi tutti i personaggi che emergono dall’anonimato, facendoli bersaglio di insulti spesso gratuiti e pesantissimi. Nel testo di Amos Kamil l’odio è prerogativa di un professore di grandissima cultura. Questo forse ci aiuta a capire che a suscitare questo tipo di accanimento sociale sono motivazioni antropologiche e tanta sofferenza. Perciò l’antidoto non sta nel moralismo, ma nella capacità di ascoltare l’altro ed entrare veramente in dialogo superando le barriere del pregiudizio.
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Oti-Officine del teatro italiano per il Giorno della memoria
Oti-Officine del teatro italiano partecipa al giorno della memoria come può fare un teatro: mettendo in scena spettacoli che raccontino quel male, affinché la memoria rimanga vigile. 
L’odio non nasce solo dall'ignoranza. Non erano ignoranti i nazisti, come oggi non sono ignoranti tutti quelli che emergono dall'anonimato per tacciare altri di diversità e poterli insultare, quando non annientare. Per questo, l’antidoto non sta nel moralismo, ma nella capacità di ascoltare l’altro ed entrare veramente in dialogo con lui, superando le barriere del pregiudizio. Capire l'altro attraverso la sua storia, e di qui capire noi stessi: questo ci permette di fare il teatro, questo è il suo compito.

Programma
26 gennaio, ore 21
BRANCACCINO
LA TREGUA, da Primo Levi, lettura scenica di e con Riccardo Bocci. Produzione Daf

27 gennaio, ore 21
SALA UMBERTO
FILASTROCCHE DELLA NERA LUCE. CRONACHE DELLA SHOAH, di Giuseppe Manfridi, con Evelina Meghnagi, Lorenzo Macrì e Giuseppe Manfridi. Produzione Oti

24|27 gennaio
SPAZIO DIAMANTE
Il VENDITORE DI SIGARI, di Amos Kamil, con Gaetano Callegaro e Francesco Paolo Cosenza, regia di Alberto Oliva. Produzione Teatro Litta-Mtm

Durata1 ora e 20 minuti
Costo: PROSA Intero € 18 -  Ridotto (Universitari, Under 30, Over 65, Residenti Municipio V) 15 euro
Info e Prenotazioni:  botteghino@spaziodiamante.it - WhatsApp 345 9409718
Indirizzo: via Prenestina 230/ b - Roma
Sito di riferimento: www.spaziodiamante.it
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La Compagnia dei Masnadieri e La Bilancia Produzioni presentano
"IL DESERTO DEI TARTARI
la fortezza - momento unico per tre attori soli"
da Dino Buzzati
adattamento e riduzione Massimo Roberto Beato
regia Elisa Rocca
con Massimo Roberto Beato, Alberto Melone, Matteo Tanganelli
allestimento scenico Jacopo Bezzi/Marta Bencich
musiche originali Giorgio Stefanori

TEATRO DE' SERVI - Roma
dal 27 al 29 GENNAIO2020,  FUORICLASSE da Lunedì a Mercoledì ore 21.00

Dopo il successo riscosso la scorsa stagione, torna in scena dal 27 al 29 gennaio al Teatro de’ Servi, nell’ambito della “Stagione Fuoriclasse”, dedicata alla drammaturgia contemporanea, Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, interpretato da Massimo Roberto Beato, che ne cura la drammaturgia, per la regia di Elisa Rocca, e con Alberto Melone e Matteo Tanganelli.

Nel testo “La Fortezza - Momento unico per tre attori soli”, Massimo Roberto Beato cura l’adattamento della vicenda del tenente Giovanni Drogo, narrata da Dino Buzzati nel “Deserto dei Tartari”. La drammaturgia di Beato e la regia di Elisa Rocca, collocano l’intero racconto nella stanza della locanda dove Drogo, malato, è appena giunto. Costretto suo malgrado, dal Maggiore Simeoni, a lasciare la Fortezza sotto assedio e inchiodato su una poltrona, mentre osserva fuori dalla finestra la sera e la notte incombente, Drogo rievoca l’intera sua esistenza, arrivando a domandarsi se essa poteva o doveva essere vissuta diversamente.
E’ in quest’ultimo attimo di lucidità che precede la morte che egli combatte la sua “vera battaglia”, anelata e cercata per tutta la vita come coraggioso atto di riscatto dalla mediocrità che lo circonda.

La regia affida alla drammaturgia sonora originale di Giorgio Stefanori e alle animazioni digitali di Marta Bencich (ispirate ai disegni di Buzzati e rielaborate da Jacopo Bezzi) il compito di evocare le diverse ambientazioni e sottolineare i passaggi temporali della vicenda che si snoda per più di trent’anni. In una scena scabra e priva di oggetti diventano così assoluti protagonisti i corpi degli attori, le cui partiture rigorose sono il principale strumento del racconto della perpetua e ciclica attesa che si consuma angosciosamente alla Fortezza.

Primo capitolo della “Trilogia degli sconfitti” – progetto di ricerca triennale de La Compagnia dei Masnadieri per indagare sulla generazione nata a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80 del’900 – Il Deserto dei Tartari offre l’occasione, attraverso il personaggio di Drogo, di riflettere sul destino degli ‘anti-soggetti’: coloro che seppur incapaci di adattarsi a un mondo di cui non comprendono e non condividono le regole, sono tuttavia destinati a viverci. Più o meno consapevoli di essere l’incarnazione di una cultura minoritaria, e inesorabilmente condannati al fallimento se tentano di opporsi all’arbitrarietà e inconsistenza della vita, questi personaggi riescono a realizzare il proprio destino solo nel momento in cui accettano di combattere, fino in fondo, la battaglia degli sconfitti: consci delle circostanze date essi ingaggiano, infatti, una costante lotta interiore, dagli esiti incerti, per tradurre in atti consapevoli gli ideali superiori di cui sono portatori.

Costo:  
Intero 18 €, Ridotto U35 12 €, RIDOTTO ACCADEMIA 10 €
Indirizzo: via del Mortaro (ang. Via del Tritone), 22 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroservi.it
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PROSEGUONO...

LILLO&GREG
In
"GAGMEN"

TEATRO OLIMPICO - Roma
dal 14 al 26 gennaio 2020 , ore 21.00_dom. 18.00

Tornano a grande richiesta al Teatro Olimpico gli spumeggianti Lillo&Greg con lo sfavillante “varietà” Gagmen.
La storica coppia della comicità ripropone i propri intramontabili cavalli di battaglia e novità assolute sotto forma di sketches. Gagmen riporta in auge vecchie glorie del duo che, strizzando l’occhio al noto filone cinematografico dei supereroi fumettistici, punta a far ridere di pancia anche il più serio degli spettatori.
I due comici si rivelano, dunque, supereroi della risata con un’esilarante scaletta che attinge sia dal loro repertorio teatrale che a quello televisivo e radiofonico, portando sul palco sketch come “Che, l’hai visto?” o “Normal Man” (rubriche cult del popolare programma radiofonico 610 condotto dai due).
Tra le novità di quest’anno “Prontuario" gag dove un distinto inglese, con bombetta e ombrello, ha urgenza di procurarsi degli stupefacenti per un personale svago, ma si trova nella periferia capitolina. Come può districarsi? Facendo ricorso ad un prontuario di conversazione "Inglese-Coatto". Ovviamente la scarsa dimestichezza con il vernacolo romano genera incomprensioni decisamente comiche.
E ancora un nuovo esplosivo finale in cui i Giustizieri dell'Universo, questo improbabile manipolo di inetti supereroi, debbono sventare l'attacco dell'Uomo Trota in un crescendo più serrato, sia di ritmi che di nuove battute. 
Una miscela esplosiva che finalmente porta a teatro radio e tv in una sintesi perfetta, arguta, sottile, colta e molto attuale come solo Lillo&Greg sanno fare.

Costi: Biglietti da 46 a 27.50
Indirizzo: Piazza Gentile da Fabriano, 17 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatroolimpico.it
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"IL MOTORE DI ROSELENA"
un’idea di Gea Martire
drammaturgia Antonio Pascale
con Gea Martire
regia Nadia Baldi
costumi Carlo Poggioli
spazio scenico Rossana Giugliano
progetto luci Nadia Baldi
produzione Teatro Segreto srl

TEATRO DELLA COMETA - Roma
dal 15 al 26 gennaio 2020,  orario dal martedì al venerdì ore 21.00_sabato doppia replica ore 17.00 e ore 21.00_domenica ore 17.00.

Sarà in scena al Teatro della Cometa dal 15 al 26 di gennaio, IL MOTORE DI ROSELENA, da un’idea di Gea Martire, drammaturgia di Antonio Pascale e Gea Martire. Protagonista una travolgente Gea Martire, diretta da Nadia Baldi. I costumi sono di Carlo Poggioli.

Storia in forma monologata dell’emancipazione di Roselena, nata e cresciuta dietro al Vesuvio. Il tono è tragicomico, come lei. Roselena è infiammata da una grande passione per le macchine. Una donna! C’è chi si sogna in abito da sposa, chi in tailleur manageriale, lei in tuta da pilota. L’importante nella vita è avere un motore e lei ce l’ha in testa come un chiodo fisso. Fin da piccola. Con molta meraviglia la madre si rende conto che il rumore dei motori delle macchine l’acquieta come nessuna ninna nanna e la mette di buon umore. Crescendo, il suo linguaggio dialettale, spesso sgrammaticato, colorito e poco forbito, diventa adeguato, calzante, perfetto se si ritrova a parlare di motori, carburatori, testate, pistoni, aerodinamicità. Le reazioni di chi la conosce passano dallo stupore alla perplessità allo scherno. Perché le persone intorno a lei sono fossi pieni d’acqua dentro i quali il suo motore si affoga. La bloccano, la mandano in avarìa. Ma Roselena sa aggiustare i motori scassati e truccarli a dovere, e ogni volta mette insieme i pezzi e riparte. Riuscirà ad arrivare alla meta e battere ogni record? O prenderà altre direzioni, condotta da quella macchina che tutti chiamano destino e che procede ignorando i nostri comandi? In ogni caso Roselena avrà vinto perché ha sfidato, combattuto e, di sicuro, non si è annoiata.
 Mettetvi comodi e seguite la Cometa, vi aspettiamo nella nostra casa, nel Salotto Buono di Roma. #seguilacometa #teatrocometa #ilsalottobuonodiroma #nonditechenonveloavevodetto #mettetevicomodi

Durata: 1 ora e 20 minuti
Costo: Biglietti Platea 25 €, prima galleria 20 €, seconda galleria 18 €
Informazioni:  Telefono 06.6784380
Indirizzo: via del Teatro Marcello, 4 - Roma
Siti di riferimento: www.teatrodellacometa.it
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La Compagnia della Farsa
Presenta
"Dialoghi rubati"
di Stefano Terrabuoni
regia di Luca Pennacchioni
con Luca Pennacchioni e Claudia Spedaliere

TEATRO PETROLINI - Roma
da giovedì 17 al 19 gennaio - dal 31 gennaio al 2 febbraio 2020, venerdi e sabato ore 21.00 – domenica 18.00

Trama e Personaggi
“Dialoghi rubati“ è  una commedia a episodi, dieci corti teatrali legati da minimo comune denominatore: la comunicazione o la non comunicazione tra due persone. I personaggi, per ogni episodio, sono sempre due e qui sono indicati come lei e lui, si possono scambiare le parti oppure potrebbero essere due lui o due lei senza alterare la storia; allo stesso modo gli episodi possono essere proposti singolarmente o insieme ad altri sullo stesso tema.
Le storie non hanno tempo né luogo. Né c’è alcun legame tra loro. Spetterà al regista, se lo ritiene opportuno, collocarle e collegarle. 

Tutte le ambientazioni saranno minimali, facilmente modificabili tra un episodio e quello che segue:
1. Cosa abbiamo fatto, Lei telefona a lui dopo una notte d’amore e di passione. Lei è a casa che ripensa, lui è a una conferenza, lontano anche con la mente. Lei è dubbiosa, passionale, a tratti romantica. Lui è più controllato, ma anche perplesso e cerca di eludere.
2. Le consiglio il mogano Qui le due persone parlano tra loro di un preventivo convinti di parlare dello stesso argomento; fin dal primo istante, però, il pubblico sa che uno parla di casse da morto e l’altra di parquet. Alla fine, andranno via entrambi soddisfatti non sapendo che non si sono capiti.
3. Proseguire diritto Il dialogo qui è surreale. Che succederebbe se il navigatore non fosse proprio un apparecchio, ma fosse dotato di una mente pensante, di una vita di un passato? In fondo ci parliamo con i navigatori, ma loro (ancora) non ci rispondono.
4. Mi può indicare un ponte? Un aspirante suicida parla al telefono con l’amore che lo ha lasciato. Dall’altra parte del telefono capiamo che il suo ex partner non lo ascolta. Una ragione di più per suicidarsi. Anche la cameriera sembra non ascoltarlo. O forse no! Forse lei è l’unica che lo ascolta e forse è proprio lei a salvarlo.
5. Ti mando un vocale Ti mando un vocale perché… quante volte lo abbiamo sentito! E non è più un messaggio vocale, ma un ritratto fedele di tutte le cose che passano per la testa, delle fantasie, delle paranoie, delle paure. Un messaggio che si poteva condensare in quattro parole diventa un monologo di 10 minuti.
6. Le pizze parlano! Noi parliamo anche se stiamo zitti. Lo facciamo con il linguaggio del corpo, con la scelta dei vestiti, con il modo di camminare e anche con la pizza. Il modo in cui la mangiamo dice molto su di noi.
7. Principessa Ci può essere un dialogo tra due sconosciuti senza parlarsi? Si, se lei colpisce lui con la sua bellezza e lui con il suo fascino. Non possono parlarsi, ma i loro sguardi, i loro piccoli gesti, i loro occhi, diranno tutto quello che le labbra non possono pronunciare. 8. Solo tre minuti Un uomo sale su un autobus e improvvisamente inizia a piangere. Cerca di nascondere il suo pianto, una signora cerca di aiutarlo. Lui le racconta la storia, motivo del suo pianto, la sconosciuta ascolta, ma…
9. Cosa sta leggendo? Attaccare bottone per farsi notare a volte è facile. Un po’ meno facile è sostenere la discussione che ne consegue, a meno di sparare cavolate per fare colpo. Ma potrebbe essere una strategia che ci torna contro. Noi lo sconsigliamo.
10. Sei in anticipo Lei si presenta a San Pietro con mesi di anticipo. Lui vorrebbe rimandarla giù, ma lei non vuole. Lui le fa presente che l’arrivare in anticipo è un vero e proprio vizio e allora…

Di Stefano Terrabuoni - Regia di Luca Pennacchioni - Con Luca Pennacchioni e Claudia Spedaliere - Scenografia Luca Pennacchioni - Fonica e luci Giulia Vertua

Biglietti: Intero:  11 € - Tessera: 2 €
Info e Prenotazioni: 06 5757488 dalle h. 17 in poi - compagniadellafarsa@gmail.com
Indirizzo: via Rubattino, 5 -  Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatropetrolini.com
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MUSICAL



DEBUTTA

"KINKY BOOTS"
con
MARCO STABILE Charlie Price
STAN BELIEVE Lola/Simon
TESTI HARVEY FIERSTEIN - MUSICHE E LIRICHE CYNDI LAUPER
IL MUSICAL BASATO SUL FILM DI MIRAMAX MOTION PICTURE KINKY BOOTS
SCRITTO DA GEOFF DEAN TIM FIRTH
MUSICA DAL VIVO
CON 6 ANGELS e 17 ATTORI/PERFORMER
Regia di CLAUDIO INSEGNO
Produzione Teatro Nuovo Milano

Teatro Brancaccio -  Roma
dal 23 al 26 gennaio  2020, da mercoledì a sabato ore 20.45, domenica ore 17.00

Teatro Nuovo di Milano è orgoglioso di annunciare la nuova produzione: KINKY BOOTS, il favoloso musical che ha debuttato a Broadway nel 2013 aggiudicandosi sei premi alla 67ª edizione dei Tony Awards, tra cui miglior musical e migliore colonna sonora.
La musica e i testi sono di Cyndi Lauper e libretto è firmato da Harvey Fierstein. Il musical, nel 2015 ha debuttato a Londra ed è pronto a conquistare Roma.
Kinky Boots, vincitore di tutti i maggiori premi Best Musical, tra gli spettacoli più apprezzati di Broadway e del West End di Londra, è una favolosa celebrazione musicale dell’amicizia e della convinzione che può cambiare il mondo quando si cambia idea, quando si riesce a vedere tutto con altri occhi.
Kinky Boots ci trascinerà dagli angusti spazi della fabbrica, alle sfilate glamour di Milano. Charlie Price eredita dal padre la fabbrica di scarpe di famiglia, ormai ridotta al lastrico. È costretto a licenziare alcuni dipendenti e, per risollevare le sorti dell'azienda, capisce che deve assolutamente diversificare la sua produzione. Serve un’idea straordinaria che arriverà proprio assistendo allo spettacolo di Lola, una favolosa drag queen che, per esigenze sceniche, ha bisogno di nuovi stivali, forti e robusti

Costi: Biglietti da 65 € a 29 €
Informazioni: Tel. 06 80687231
Indirizzo:  via Merulana, 244 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrobrancaccio.it
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TEATRO RAGAZZI
  
DATA UNICA

Centrale Preneste Teatro
Ruotalibera Teatro
presenta
"Strega Bistrega"
Di Fabio Traversa
Con Valentina Greco, Fabio Traversa e in video Dawid Job Wasiulewski Rocca
Regia di Tiziana Lucattini e Fabio Traversa

CENTRALE PRENESTE TEATRO-  Roma
26 gennaio 2020, ore 16.30

Domenica 26 Gennaio alle ore 16.30 a Centrale Preneste Teatro per la rassegna Infanzie in gioco 2019/20 va in scena lo spettacolo Strega Bistrega di Ruotalibera Teatro. La regia è di Tiziana Lucattini e Fabio Traversa, il testo di Fabio Traversa, l’interpretazione è affidata a Valentina Greco e Fabio Traversa e, in video, a Dawid Job Wasiulewski Rocca.
La protagonista dello spettacolo è una strega ostinatamente ignorante, una sopravvissuta di una tradizione stregonesca antica e superata. Deve trovare da mangiare e non è facile. C’è una figlia ignorante anche lei, ma curiosa. Esistono altri esseri al mondo? Bambini? E come sono fatti? Forse possono diventare un pasto invitante. Ma se già il bambino in tutte le fiabe è preda inafferrabile, in questa storia lo è ancora di più.

Compagnia Ruotalibera Teatro
Di: Fabio Traversa
Con: Valentina Greco nella parte di Margherita Margheritone, Dawid Job Wasiulewski Rocca in video nella parte di Pierino Pierone e Fabio Traversa nella parte della Strega Bistrega
Scene: Francesco Persico
Costumi: Valentina Bazzucchi
Disegno luci: Martin Beeretz
Regia: Tiziana Lucattini e Fabio Traversa
Riprese e regia video: Fabio Traversa
Postproduzione: Lucia De Amicis
Organizzazione e promozione: Serena Amidani e Paola Meda

Grazie a Nicoletta Stefanini che ci ha fatto scoprire la fiaba “Il bambino nel sacco” dalla racccolta di fiabe popolari di Italo Calvino, a cui questa storia si ispira. Grazie a Monica Wasiulevska ed Erminio Angeloni per la loro collaborativa presenza sul set.

Costo: Biglietto unico 5 € (prenotazione consigliata)
Informazioni: Adatto dai  3 agli 10 anni
Prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it
Indirizzo: Via Alberto da Giussano, 58, Roma
Sito di riferimento: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro
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PROSEGUE...

Stagione Teatro Trastevere dei Piccoli 2019-2020
Teatro Trastevere presenta
"A spasso col Mostro"

TEATRO TRASTEVERE -  Roma
18 e 25 gennaio 2020, doppia replica ore 15.00 e ore 16.30

 “Ha zanne tremende, artigli affilati e denti da mostro di bava affilati”.
Questa è la descrizione che fa del Gruffalò un piccolo topolino, impegnato ad inventare 
un mostro tremendo che lo avrebbe vendicato se qualche belva feroce lo avrebbe mangiato, fino a scoprire che il Gruffalò…esiste veramente.
Uno spettacolo con rime, canzoni e animali parlanti che tra lo scherzo e l’intrattenimento fa riflettere su tutto quello che è diverso da noi.

Costo:  Vedi sito
Informazioni: Adatto dai  3 anni
KIROLANDIA - Media Partner del Teatro
Informazioni: 06.5814004 - info@teatrotrastevere.it
Indirizzo: via Jacopa de Settesoli 3 - Roma
Sito di riferimento teatro: www.teatrotrastevere.it
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MUSICA

CHARITY CAFÉ
LA PROGRAMMAZIONE  dal 21 al 26 gennaio 2020 - Inizio concerti ore 22:00

MARTEDI’ 21 GENNAIO h 21:00
ANDY'S CORNER
Classic Rock, Blues, Soul, Folk...

Andrea Angelini, in arte Andy’s Corner, presenta il suo progetto solista acustico. Propone una sintesi di vari generi e influenze musicali: un viaggio affascinante nella migliore musica anglo-americana in particolare dei ‘60s e’70s, ma non solo...

Andrea Angelini, Voce, Chitarra & Armonica
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MERCOLEDI’ 22 GENNAIO h 22:00
BLUES JAM & FRIENDS
COORDINATA DA BREEZY RODIO

Breezy Rodio: voce & chitarra
Luca Pisanu: basso
Luciano Micheli: batteria

Tutti i BluesMan e le BluesWoman sono invitati a salire sul palco del Charity
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GIOVEDI' 23 GENNAIO 2020
SWEET GEORGIA BROWN
JAZZ VOICE

Passione e amore per il jazz di New Orleans contraddistinguono i Sweet Georgia Brown. La Tradizione Dixieland, nel ventesimo secolo, fu il genere più brillante per tante bands, proprio quelle che diedero luce a interpreti come: Louis Armstrong, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Benny Goodman, Bix Beiderbecke, Cole Porter, tutte voci e maestri a cui questa band è plasmata. Il Dixieland della Louisiana di Sweet Georgia Brown, sarà interpretato dalla sensuale voce di Andrea Bruno, una voce nuova, una voce calda, dall’anima rara e antica. Per chiunque ami il dixie swing di new Orleans, una sobria ed elegante atmosfera!

Line-up
Andrea Bruno: voce
Lorenzo Soriano: tromba
Luca Costantini: chitarra
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VENERDI’ 24 GENNAIO h 22:00
NICOLETTA MANZINI QUARTET
JAZZ NIGHT

Nicoletta, sassofonista modenese, che attualmente risiede a New York, ritorna al Charity dopo molti anni di assenza, con una sezione ritmica tutta romana, per questa serata all’insegna del jazz, con una selezione di brani originali e standards. La sua musica si ispira ai grandi maestri del jazz, da Thelonious Monk a Charlie Parker e John Coltrane, per riproporre ancora una volta I pezzi che sono diventati classici del repertorio jazzistico.

Line-up
Nicoletta Manzini: alto sax
Luciano Fabris: piano
Nicola Borrelli: contrabbasso
Andrea Nunzi: batteria
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SABATO 25 GENNAIO h 22:00
MAFFEI | BRILL | LIBERTI
BLUES NGHT

I musicisti vantano esperienze nel campo del rock, folk, e blues, a livello nazionale, ed internazionale. Claudio Maffei riconosciuto uno come delle voci e degli autori più interessanti di Italia del panorama folk blues, Mick Brill musicista inglese, per anni al fianco di Roberto Ciotti, e Pino Liberti musicista al fianco da anni con artisti internazionali, presentano un repertorio che spazia e dal blues tradizionale, a quello elettrico di Chicago.

Line-up
Claudio Maffei: chitarra & voce
Mick Brill: basso & voce
Pino Liberti: batteria
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DOMENICA 26 GENNAIO h 22:00
POOR BOB & ANDREA DI GIUSEPPE DUO
APERILIVE

Poor Bob, ovvero Alessio Magliocchetti Lombi, armato di collo di bottiglia e chitarra resofonica arrugginita anni '30 propone un repertorio di blues e gospel pre war, rendendo il proprio omaggio ad alcuni Blues Man leggendari quali Robert Johnson, Son House, Blind Willie Johnson, Fred McDowell, Bukka White, Charlie Patton. Accompagnato per l'occasione dal talentuoso armonicista Andrea Di Giuseppe.

Line-up
Alessio Magliocchetti Lombi: voce & hitarrac
Andrea Di Giuseppe: armonica

Costo: Ingresso 8 euro con prima consumazione - Ogni Domenica  concerto e aperitivo con open buffet ore 18:30
Indirizzo: via Panisperna 68, Roma
Sito di riferimento:  www.charitycafe.it
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ARTE

PROSEGUONO...

"I LOVE LEGO"

Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura - Roma
dal 24 dicembre al 9 aprile 2020 - vari orari

Un regalo di Natale per la Città di Roma: Arthemisia, dal 24 dicembre - oltre alla straordinaria mostra attualmente in corso dedicata al mondo dell’Impressionismo che sta richiamando migliaia di visitatori da tutto il mondo - presenta I LOVE LEGO, la mostra per bambini e appassionati di tutte le età.

In un gioco di colori e prospettive, tra spettacolari diorami e creazioni artistiche, arrivano dal 24 dicembre al 19 aprile 2020 a Palazzo Bonaparte - spazio Generali Valore Cultura, scenari minuziosamente riprodotti e ambienti realizzati in decine di metri quadrati con i mattoncini più famosi del mondo.

I LOVE LEGO presenta in scala ridotta dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi: dalla frenesia della città contemporanea alle avventure leggendarie dei pirati; dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma in una riproduzione fedelissima del Foro di Augusto; dalla conquista dello spazio, alla suggestiva riproduzione di un paesaggio artico per arrivare al sorprendente scenario della Liberazione.
Costruzioni e non solo. Attraverso una “caccia al personaggio” - tra edifici e palazzi, tra galeoni e templi - il visitatore è invitato a cercare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno delle installazioni: da Harry Potter a Dart Fener, diversi gli ospiti a sorpresa inseriti nelle divere installazioni che accompagnano nella visita tutti coloro che vogliono divertirsi a scovare tra i mattoncini.
Dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma, i bambini e i più grandi potranno immergersi nei diversi ambienti minuziosamente ricostruiti e progettati da RomaBrick, uno dei LUG (Lego® User Group) più antichi d’Europa.

Mattoncini ma non solo: a dimostrare quanto i moduli più famosi del mondo siano in grado di “creare arte a 360°”, in mostra a Palazzo Bonaparte con 10 tele spirate a grandi capolavori della storia dell’arte reinterpretati e trasformati in “uomini lego” dal giovane artista romano Stefano Bolcato: unendo la sua passione per i LEGO e la sua arte - attraverso una tecnica pittorica ad olio - crea forme di assemblaggio ispirate in particolare modo dal “magnetismo” dei ritratti rinascimentali.

L’esposizione vanta l’eccezionale partnership con “Legolize”, pagina umoristica che crea installazioni comiche utilizzando proprio i LEGO.
Fondata da tre ragazzi - Mattia Marangon, Samuele Rovituso e Pietro Alcaro - la pagina è nata nel 2016 e attualmente conta più di mezzo milione di fan su Instagram e altrettanti su Facebook. Legolize porterà la comicità all’interno della mostra, con speciali installazioni e “invadendo” i diorami in mostra a Palazzo Bonaparte.

I LOVE LEGO è una mostra di Arthemisia, in collaborazione con RomaBrick.

I LOVE LEGO è una esperienza imperdibile per i nostalgici che vorranno tornare bambini e per i più piccoli che potranno trascorrere una giornata divertendosi con quei “prodigiosi” mattoncini che ogni anno fanno giocare milioni di persone.

Costo: Biglietto 12 € - Ridotto 10 €
Indirizzo:  piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni: + 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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"C’era una volta Sergio Leone"

C’era una volta Sergio Leone, la grande mostra all’Ara Pacis per i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa del regista

Roma Capitale celebra il mito di uno dei
maestri assoluti del cinema italiano con una mostra concepita e realizzata da
La Cinémathèque Française e Cineteca di Bologna.

Museo dell’Ara Pacis - Roma
dal 17 dicembre 2019 al 3 maggio 2020 - Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso 1 maggio

C’era una volta Sergio Leone: è il titolo evocativo della grande mostra all’Ara Pacis, in programma fino al 3 maggio 2020, con cui Roma celebra, a 30 anni dalla morte e a 90 dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano.
Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione arriva in Italia dopo il successo dello scorso anno alla Cinémathèque Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell’allestimento romano insieme alla Fondazione Cineteca di Bologna.
La mostra è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, Ministère de la culture (Francia), CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, SIAE e grazie a Rai Teche, Leone Film Group, Unidis Jolly Film, Unione Sanitaria Internazionale, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici. Digital Imaging Partner: Canon. Sponsor tecnici: Italiana Assicurazioni, Hotel Eden Roma, Bonaveri. L’ideazione è di Equa di Camilla Morabito e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

Il percorso espositivo – curato dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini racconta di un universo sconfinato, quello di Sergio Leone, che affonda le radici nella sua stessa tradizione familiare: il padre, regista nell’epoca d’oro del muto italiano, sceglierà lo pseudonimo di Roberto Roberti, e a lui Sergio strizzerà l’occhio firmando a sua volta Per un pugno di dollari con lo pseudonimo anglofono di Bob Robertson.
Nel suo intenso percorso artistico Sergio Leone attraversa il peplum, (filone cinematografico storico-mitologico), riscrive letteralmente il western e trova il suo culmine nel progetto di una vita: C’era una volta in America. A questo sarebbe seguito un altro film di proporzioni grandiose, dedicato alla battaglia di Leningrado, del quale rimangono, purtroppo, solo poche pagine scritte prima della sua scomparsa. Leone, infatti, non amava scrivere. Era, piuttosto, un narratore orale che sviluppava i suoi film raccontandoli agli amici, agli sceneggiatori, ai produttori, all’infinito, quasi come gli antichi cantori che hanno creato l’epica omerica. Ma ciò nonostante, il suo lascito è enorme, un’eredità creativa di cui solo oggi si comincia a comprendere la portata. I suoi film sono, infatti,  la Bibbia su cui gli studenti di cinema di tutto il mondo imparano il linguaggio cinematografico, mentre molti dei registi contemporanei, da Martin Scorsese a Steven Spielberg, da Francis Ford Coppola a Quentin Tarantino, da George Lucas a John Woo, da Clint Eastwood ad Ang Lee continuano a riconoscere il loro debito nei confronti del suo cinema.

Le radici del cinema di Sergio Leone affondano, naturalmente, anche nell’amore per i classici del passato – in mostra i film dei giganti del western, da John Ford a Anthony Mann – e rivelano un gusto per l’architettura e l’arte figurativa che ritroviamo nella costruzione delle scenografie e delle inquadrature, dai campi lunghi dei paesaggi metafisici suggeriti da De Chirico, all’esplicita citazione dell’opera Love di Robert Indiana, straordinario simbolo, in C’era una volta in America, di un inequivocabile salto in un’epoca nuova. Per Leone la fiaba è il cinema. Il desiderio di raccontare i miti (il West, la Rivoluzione, l’America) utilizzando la memoria del cinema e la libertà della fiaba, entra però sempre in conflitto con la sua cultura di italiano che ha conosciuto la guerra e attraversato la stagione neorealista. A partire da Per qualche dollaro in più Leone può permettersi di assecondare la sua fascinazione per il passato e la sua ossessione documentaria per il mito curando ogni minimo dettaglio. Perché una favola cinematografica, per funzionare, deve convincere gli spettatori che quello che vedono stia accadendo realmente.

Grazie ai preziosi materiali d’archivio della famiglia Leone e di Unidis Jolly Film i visitatori entreranno nello studio di Sergio, dove nascevano le idee per il suo cinema, con i suoi cimeli personali e la sua libreria, per poi immergersi nei suoi film attraverso modellini, scenografie, bozzetti, costumi, oggetti di scena, sequenze indimenticabili e una costellazione di magnifiche fotografie, quelle di un maestro del set come Angelo Novi, che ha seguito tutto il lavoro di Sergio Leone a partire da C’era una volta il West.

Seguendo queste tracce, la mostra C’era una volta Sergio Leone sarà quindi suddivisa in diverse sezioni: Cittadino del cinema, Le fonti dell’immaginario, Laboratorio Leone, C’era una volta in America, Leningrado e oltre, dedicata all’ultimo progetto incompiuto, L’eredità Leone. Sarà inoltre pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna il volume La rivoluzione Sergio Leone, a cura di Christopher Frayling e Gian Luca Farinelli.

Promotori                Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Cineteca di Bologna
Mostra a cura di Gian Luca Farinelli in collaborazione con Rosaria Gioia e Antonio Bigini
Organizzazione Fondazione Cineteca di Bologna - Cinémathèque Française di Parigi
Ideazione                Equa Gstrategy
Supporto organizzativo Zètema Progetto Cultura

SPONSOR MOSTRA
Con il contributo di                 Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo
In collaborazione con             Istituto Luce – Cinecittà    SIAE
Sponsor tecnico Italiana Assicurazioni -  Hotel Eden -  Roma Bonaveri
Grazie a Rai Teche
Leone Film Group
Unidis Jolly Film
U.S.I. Unione Sanitaria Internazionale
Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici
Digital Imaging Partner Canon

SPONSOR SISTEMA
MUSEI IN COMUNE
Con il contributo tecnico di  Ferrovie dello Stato Italiane

Costi: Biglietto solo mostra: 11€ intero; 9€ ridotto + prevendita € 1 Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Informazioni: 060608
Indirizzo: Lungotevere in Augusta - Roma
Sito: www.arapacis.it
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Impressionisti Segreti

Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura - Roma
dal 6 ottobre al 8 marzo 2020 - vari orari

Dal 6 ottobre 2019 Roma si arricchisce di una doppia offerta culturale: l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte, spazio Generali Valore Cultura, che ospita la prima mostra sugli “Impressionisti Segreti”, ovvero quei capolavori noti a tutti ma nascosti nelle più grandi collezioni private del mondo.

Palazzo Bonaparte, splendido edificio barocco in Piazza Venezia che prende il nome da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che vi abitò fino al 1836. Da sempre utilizzato come residenza privata, oggi diventa accessibile al pubblico grazie alla partnership tra Generali Italia e Arthemisia.

Impressionisti Segreti, la prima mostra ospitata a Palazzo Bonaparte, è un’opportunità unica per ripercorrere la storia dell’Impressionismo tramite cinquanta capolavori di grandi artisti quali Monet, Renoir, Cézanne, Pissarro, Gauguin e tanti altri, custoditi nelle più importanti collezioni private e generosamente prestati solo per questa straordinaria occasione.
Un affascinante viaggio alla scoperta del movimento artistico più emozionante e coinvolgente della storia dell’arte, tra fermo-immagini di una Parigi di fine Ottocento, seducenti ritratti di donne dell’elite dell’epoca e pennellate di luce vibrante.

La cura della mostra è affidata a due esperte di fama internazionale: Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi - sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti.

La mostra Impressionisti Segreti è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.
Gode del patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, dell’Ambasciata di Francia in Italia e della Regione Lazio. È realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, ed è sostenuta da Generali Italia attraverso Valore Cultura, il programma per rendere l’arte e cultura accessibili a un pubblico sempre più ampio.

Special partner della mostra è Q8 che, dopo il sostegno alle mostre di Pollock ed Escher, prosegue il suo impegno nella promozione dei valori legati alla cultura e all’arte.
La mostra Impressionisti Segreti fa parte del progetto “L’Arte della solidarietà”, realizzato da Susan G. Komen Italia e Arthemisia, insieme per portare bellezza anche nelle vite delle persone meno fortunate.

La mostra vede come hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville, del gruppo Rocco Forte Hotels.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
Catalogo edito da Arthemisia Books.

Costo: vedi sito
Indirizzo:  piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso) - Roma
Informazioni: + 39 06 87 15 111
Sito di riferimento: www.mostrepalazzobonaparte.it
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“Canova. Eterna bellezza"
Dal 9 ottobre il Museo di Roma ospita “Canova. Eterna bellezza”, esposizione dedicata al massimo interprete della scultura neoclassica.
Una mostra-evento incentrata sul legame tra Antonio Canova e la città di Roma, con oltre 170 opere e prestigiosi prestiti da importanti Musei e collezioni italiane e straniere

MUSEO DI ROMA a Palazzo Braschi - Roma
dal 9 ottobre 2019  al 15 marzo 2020  - dal martedì alla domenica ore 10.00-19.00

Dal 9 ottobre 2019 prende il via Canova. Eterna bellezza: una mostra-evento dedicata al legame di Canova con la città di Roma che, fra Settecento e Ottocento, fu la fucina del suo genio e un’inesauribile fonte di ispirazione. Un rapporto, quello tra lo scultore e la città, che emerge in una miriade di aspetti unici e irripetibili.

Incorniciati all’interno di un allestimento dall’eccezionale effetto scenografico, oltre 170 opere di Canova e artisti a lui coevi animano le sale del Museo di Roma in Palazzo Braschi: in uno spettacolare gioco di luci e ombre, tra eleganti movenze e apparizioni di mitiche divinità, l’esposizione capitolina racconterà in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779.

Attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo sarà rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, accoglieva i suoi ospiti nell’atelier di via delle Colonnette.

A definire la trama del racconto, preziosi prestiti provenienti da importanti Musei e collezioni: l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani e Capitolini, la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, il Museo Civico di Bassano del Grappa, il Museo Correr di Venezia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna, l'Accademia Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Toulouse, i Musei di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova, fino al Museo Civico di Asolo, solo per citarne alcuni.

La mostra Canova. Eterna bellezza, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, organizzata con Zètema Progetto Cultura e curata da Giuseppe Pavanello, è ospitata fino al 15 marzo 2020 al Museo di Roma.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.

Costo: vedi sito
Indirizzo: piazza Navona, 2; piazza San Pantaleo, 10 - Roma
Informazioni: 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
Siti di riferimento: www.museodiroma.it; www.museiincomuneroma.it
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BACON, FREUD, LA SCUOLA DI LONDRA

Opere della TATE
cura di Elena Crippa

CHIOSTRO DEL BRAMANTE - Roma
 dal 26 settmebre 2019  al 23 febbraio 2020 , orario dal lun. al ven. 10.00 – 20.00_ sab. e dom. 10.00 – 21.00/La biglietteria mostre chiude una ora prima.

Francis Bacon e Lucian Freud

Due giganti della pittura, Francis Bacon e Lucian Freud per la prima volta insieme in una mostra in Italia. Uno dei più affascinanti, ampi e significativi capitoli dell’arte contemporanea mondiale con la Scuola di LondraUna città straordinaria in un periodo rivoluzionario.
Bacon, Freud, l’arte britannica in oltre sette decenni, lo spirito di una città in mostra al Chiostro del Bramante di Roma dall’autunno 2019 fino a febbraio 2020, a cura di Elena Crippa, Curator of Modern and Contemporary British Art, Tate e organizzata in collaborazione con Tate, Londra.
Insieme a Francis Bacon e Lucian FreudMichael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff e Paula Regoartisti che hanno segnato un’epoca, ispirato generazioni, utilizzato la pittura per raccontare la vita.

No Filter

Grazie a uno straordinario prestito di Tate, la pittura di sei artisti con opere dal 1945 al 2004 rivela, in maniera diretta e sconvolgente, la natura umana fatta di fragilità, energia, opposti, eccessi, evasioni, nessun filtro, verità.
Tanti i temi affrontati: gli anni della guerra e del dopoguerra, storie di immigrazione, tensioni, miserie e insieme, desiderio di cambiamento, ricerca e introspezione, ruolo della donna, dibattito culturale e riscatto sociale. Al centro di tutto questo la realtà: ispirazione, soggetto, strumento, fino a essere ossessione.
Un tema più che mai attuale, in un’epoca, la nostra, di filtri e #nofilter.

La scuola di Londra

In mostra oltre quarantacinque dipinti, disegni e incisioni di artisti raggruppati nella “School of London”. Artisti eterogenei, nati tra l’inizio del Novecento e gli anni Trenta, immigrati in Inghilterra per motivi differenti che hanno trovato in Londra la loro città, il luogo dove studiare, lavorare, vivere.

Francis Bacon (1909-1992) nasce e cresce in Irlanda e arriva in Inghilterra quindicenne, Lucian Freud (1922-2011) scappa dalla Germania per sfuggire il nazismo, lo stesso succede, pochi anni dopo a Frank AuerbachMichael Andrews è norvegese e incontra Freud suo professore alla scuola d’arte; Leon Kossoff è nato a Londra da genitori ebrei russi; Paula Rego lascia il Portogallo per studiare pittura nelle scuole inglesi.
Nell’architettura cinquecentesca progettata da Donato Bramante trovano spazio, con un approccio cronologico e tematico, opere che raccontano individui, luoghi, vita vissutaper mostrare la totalità dell’esperienza di essere umano. Opere in cui la fragilità e la vitalità della condizione umana viene presentata tramite lo sguardo dell’artista: disegni e dipinti che ritraggono esistenze e luoghi scandagliati nella sua crudezza senza filtri.

I progetti speciali

Due progetti speciali di DART Chiostro del Bramante ne ribadiscono la vocazione sperimentale fatta di contaminazioni tra linguaggi, trasversalità e coinvolgimento del pubblico.
Per “BACON, FREUD, LA SCUOLA DI LONDRA” il racconto di mostra è affidato alla voce narrante di Costantino D’Orazio, storico dell’arte e saggista. La speciale audioguida accompagnerà i visitatori in un percorso di approfondimento e in un viaggio nella Londra dell’epoca, raccontando non solo gli artisti e le opere, ma i retroscena di un periodo tanto affascinante.
Chiostro del Bramante, inoltre, ha commissionato a Enrico Maria Artale, uno dei più promettenti giovani registi italiani già riconosciuto in ambito internazionale, un’opera filmica per raccontare l’esposizione.
Per la prima volta in Italia la narrazione di una mostra è affidata a un autore cinematografico con un progetto audio visivo inedito, dal titolo “The Naked Truth”, interpretato da Stefano Cassetti, Adamo Dionisi, Lucrezia Guidone e Sarah Sammartino, dove la pittura viene evocata attraverso la messa in scena di un istante immaginario che precede l’atto del dipingere.
La colonna sonora è realizzata appositamente dai Mokadelic.
Con questa grande mostra il Chiostro del Bramante conferma la propria vocazione internazionale, collaborando, per la seconda volta, con uno dei più prestigiosi Musei del mondo. Un’apertura internazionale che spinge il Chiostro a esplorare sempre nuovi ambiti di ricerca col desiderio di offrire al suo pubblico le ultime novità artistiche al pari dei grandi musei stranieri.


MOSTRA PRODOTTA E ORGANIZZATA DA DART Chiostro del Bramante
ORGANIZZATA IN COLLABORAZIONE CON Tate, Londra
MOSTRA A CURA DI Elena Crippa
Catalogo Skira

Costo: Vedi sito
Informazioni: hastag ufficiale #enjoychiostro - +39 06 68809035  (Lunedì – Venerdì 10.00 / 17.00) - La Caffetteria Bistrot, il Bookshop e il Chiostro hanno ingresso libero indipendentemente dalle mostre
Indirizzo: Via Arco della Pace 5 - Roma
Sito di riferimento: www.chiostrodelbramante.it
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...uno sguardo FUORI PORTA

- MILANO -


ARTE

PROSEGUE...

"I LOVE LEGO"

Museo della Permanente, Milano
dall'11 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, tutti i giorni ore 9.30 – 19.30 (ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura)

Decine di metri quadrati di scenari interamente realizzati con mattoncini LEGO® andranno a comporre città moderne e monumenti antichi: interi mondi in miniatura, dalla città contemporanea ideale alle avventure leggendarie dei pirati, dai paesaggi medievali agli splendori dell’Antica Roma, ricostruiti e minuziosamente progettati da RomaBrick, uno dei LUG (Lego® User Group) più antichi d’Europa.

RomaBrick, costola dell’associazione nazionale di amanti LEGO, pone al centro dell’obiettivo il lavoro di squadra ed è grazie alla collaborazione di tutti i suoi iscritti che riesce a creare ambienti tra i più grandi che si possano vedere nel mondo. Ogni singola parte delle installazioni in mostra sono frutto di una progettazione collettiva e assolutamente originale: ogni edificio, strada, mezzo o piazza viene concepita da un team che vanta la presenza di numerosi architetti e ingegneri.

Con il patrocinio del Comune di Milano, promossa dal Museo della PermanenteI LOVE LEGO è una mostra di Arthemisia, in collaborazione con RomaBrick, uno dei LUG (Lego® User Group) più antichi d’Europa ed è realizzata con oltre 1.000.000 di moduli.
Sponsor della mostra Genertel, la compagnia diretta di Generali Italia nata a Trieste nel 1994, che in occasione del suo 25° anniversario, offrirà tutte le domeniche laboratori didattici per famiglie e i primi quindici laboratori didattici.

Milioni di mattoncini ma non solo. Per questa mostra meneghina, ad arricchire i fantastici diorami, tante novità che la rendono unica nel suo genere a dimostrazione che i moduli più famosi del mondo sono in grado di “creare arte a 360°”.

A fare capolino tra le diverse installazioni, 12 oli ispirati a grandi capolavori della storia dell’arte reinterpretati e trasformati in “uomini lego” dal giovane artista contemporaneo Stefano Bolcato: unendo la sua passione per i LEGO e la sua arte - attraverso una tecnica pittorica ad olio - crea forme di assemblaggio ispirate in particolare modo dal “magnetismo” dei ritratti rinascimentali.

L’esposizione vanta anche un eccezionale partnership con “Legolize”, pagina umoristica che crea installazioni comiche utilizzando proprio i LEGO. Fondata da tre ragazzi - Mattia Marangon, Samuele Rovituso e Pietro Alcaro - la pagina è nata nel 2016 e attualmente conta più di mezzo milione di fan su Instagram e altrettanti su Facebook. Legolize porterà la comicità all’interno della mostra, con speciali installazioni e anche “invadendo” i diorami esistenti.

Ad accogliere i visitatori, all’inizio del percorso di mostra, una proiezione olografica ideata da Display Expert che con Arthemisia ha applicato la tecnica olografica in ambito espositivo: attraverso questa infatti saranno create immagini ad altissima definizione permettendo la visualizzazione di oggetti in 3D fluttuanti nello spazio circostante. La proiezione olografica esce dagli schemi della rappresentazione bidimensionale per coinvolgere l’interlocutore in visualizzazioni realistiche tridimensionali.

Charity Partner Susan G. Komen Italia:
Arthemisia e Komen Italia hanno recentemente dato avvio al progetto “L’Arte della Solidarietà” per far nascere dalla cultura  iniziative benefiche concrete. La raccolta fondi promossa con questa mostra sarà destinata al sostegno dei programmi di oncologia femminile e pediatrica che la Komen Italia sostiene nell’ospedale HopeXchange in Ghana.
In particolare, l’iniziativa benefica consentirà di donare un pulmino e un’ambulanza per il trasporto gratuito dei pazienti che eseguono trattamenti oncologici nell’ospedale e di dare avvio ad un programma di musicoterapia ed arte-terapia nel reparto di oncologia pediatrica.

La mostra I LOVE LEGO è un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati, per le famiglie e per i più piccoli, che potranno passare una giornata da protagonisti in un’atmosfera magica e divertente che ha come protagonista quei mattoncini “prodigiosi” che ogni anno fanno giocare oltre 100 milioni di persone.

Costo:  
Intero € 13 - Ridotto € 11
Prenotazioni; +39 02 89 29 921
Indirizzo: via Filippo Turati, 34 - Milano
Sito: www.ilovelegomilano.it - www.lapermanente.it
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- NAPOLI -

OPERA LIRICA

DEBUTTA

“Tosca è storia di donne e di uomini, ma parla di Dio”
Edoardo De Angelis al Teatro di San Carlo per la sua prima regia lirica 

Giacomo Puccini
"TOSCA"
Direttore | Donato Renzetti
Regia | Edoardo De Angelis
Scene | Mimmo Paladino
Costumi | Massimo Cantini Parrini
Luci | Cesare Accetta


Floria Tosca | Carmen Giannattasio  / Monica Zanettin (23, 25 e 29 gennaio)
Mario Cavaradossi | Fabio Sartori  / Arsen Soghomonyan (23, 25 e 29 gennaio)
Il Barone Scarpia | Enkhbat Amartuvshin / George Gagnidze (23, 25 e 29 gennaio)
Cesare Angelotti | Renzo Ran
Il Sagrestano | Matteo Peirone
Spoletta | Francesco Pittari

Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo
Con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro di San Carlo
Nuova Produzione del Teatro di San Carlo

TEATRO SAN CARLO  - Napoli
dal 22 al 29 gennaio 2020, orari: mercoledì 22 gennaio 2020, ore 20.00, giovedì 23 gennaio 2020, ore 20.00, venerdì 24 gennaio 2020, ore 18.00 , sabato 25 gennaio 2020, ore 19.00, domenica 26 gennaio 2020, ore 17.00, martedì 28 gennaio 2020, ore 20.00 , mercoledì 29 gennaio 2020, ore 18.00

 E’ Tosca di Giacomo Puccini ad aprire il 2020 operistico del Teatro di San Carlo in una nuova produzione molto attesa. A firmare la regia è Edoardo De Angelis, uno tra i registi del cinema italiano più interessanti, che con il capolavoro pucciniano affronta per la prima volta il palcoscenico lirico.

Diretta dalla mano maestra di Donato Renzetti, sul podio dell’Orchestra e del Coro del San Carlo – istruito quest’ultimo da Gea Garatti - Tosca avrà un’altra firma di prestigio, quella di Mimmo Paladino per le scene.  I costumi sono di Massimo Cantini Parrini, le luci, invece, di Cesare Accetta. In scena anche il Coro di Voci Bianche del San Carlo diretto da Stefania Rinaldi.

“Con Tosca, come nei titoli di tradizione – ci spiega il Maestro Renzetti - occorre muoversi nel rispetto totale della musica e la prima cosa da fare è eliminare le incrostazioni di stile accumulatesi in decenni di esecuzioni e restituire Tosca nella sua essenza. In particolare con l’orchestra occorre fare sempre un lavoro nuovo, perché c’è sempre un dettaglio, un colore, un tratto che si rivela all’improvviso. Quella di Tosca oltre che bella è una musica difficilissima; le maggiori insidie non sono nelle arie famose, nei duetti carichi di passione; la parte complicata sta proprio nel mezzo, tra le pieghe dei declamati drammatici, nel perseguire la perfetta adesione tra testo e musica”.

“Questa è una storia di tanti anni fa, - racconta invece nelle sue note il regista Edoardo De Angelis - di un luogo lontano e capitale come Roma. Questa storia accade oggi in una periferia che è il centro della terra. Un luogo che è terreno bagnato e bruciato, letto di fiume, ventre malato e medicamentoso. 
In questo luogo c'è un uomo che per smania di potere distrugge tutto e tutti, compreso se stesso. A lui si contrappone un gigante creativo, la cui opera è così vera che riesce a nascere e vivere. Un uomo che crea, lotta contro un uomo che distrugge. 
Soprattutto, questa è la storia di una donna, Tosca, che ha ottenuto le sue conquiste con fatica ma è disposta a rinunciare a tutto per l'unica cosa che per lei è più importante di tutte. Una donna che genera: può anche morire ma non può perdere.
Questa è una storia che si ripete. All'infinito.  – continua De Angelis -. Un luogo così vero da essere tutti i luoghi. Un tempo così preciso da essere sempre. Siamo fatti in buona parte di acqua, il resto è melodramma. Tosca è storia di donne e di uomini, ma parla di Dio”.

“In Tosca, rispetto a tante altre opere liriche, - spiega Mimmo Paladino - c’è qualcosa in più che affascina, che mi ha colpito: una sorta di inganno continuo, nulla è come sembra. Tutto è altro. Ognuno dei protagonisti non conosce quella parte di verità che lo porterà alla morte. Floria Tosca cade nell’inganno della gelosia, il ventaglio che è altro da quello che le fanno pensare, e lei, che ha vissuto d’arte, con le sue mani “mansuete e pure” uccide Scarpia. E più crudele di tutto si rivela l’inganno finale verso cui vanno felici e ignari i due amanti. Chi sa tutto è Puccini, voglio dire la sua musica che fa da testimone, commenta, grida di dolore. La musica dice tutto: c’è l’alba, c’è la speranza di Tosca, c’è il dolore dell’orchestra – unica a sapere la verità - davanti alla gioia e all’ansia della protagonista. La musica sì, è senza tempo”.
“Un pittore crea, - continua il celebre artista - rilegge il mondo per sensazioni. Lo spazio è quello dello spirito, è quello dell’artista che ascolta la Tosca. E’ assolutamente senza tempo. E’ come riafferrare il valore eterno di Puccini, di Verdi, di Rossini… La loro musica è storica e perentoria, ma sublime nella capacità totale di staccarsi dal contesto del libretto, dalla trama, per diventare senso assoluto”.

Cast di altissimo rango quello impegnato in Tosca, con Carmen Giannattasio che si alterna con Monica Zanettin nei panni di Floria Tosca, Fabio Sartori e Arsen Soghomonyan saranno Mario Cavaradossi, Enkhbat Amartuvshin e George Gagnidze i due Barone Scarpia, Renzo Ran Cesare Angelotti, Matteo Peirone il Sagrestano, Francesco Pittari Spoletta.

Si ringrazia Bulgari che farà indossare un gioiello della Maison alla Signora Carmen Giannattasio.

Costo: vedi sito
Informazioni: vedi sito
Indirizzo: via San Carlo, 98  - Napoli
Sito di Riferimento: www.teatrosancarlo.it
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ARTE

PROSEGUONO...

"ANDY WARHOL"
DA OGGI A NAPOLI è tempo di ANDY WARHOL

Alla Basilica della Pietrasanta in mostra oltre 200 opere di Andy Warhol con un’intera sezione dedicata all’Italia e un focus sulla città di Napoli.

Basilica della Pietrasanta - Lapis Museum - Napoli
dal 26 settembre 2019 al 23 febbraio 2020, tutti i giorni 10.00–20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Un’esposizione interamente dedicata al mito di Andy Warhol giunge alla Basilica di Pietrasanta di Napoli che, dal 26 settembre 2019 al 23 febbraio 2020 con oltre 200 opere scelte, regala al pubblico una visione completa della produzione artistica del genio americano che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte a partire dal secondo dopoguerra.

Immortali icone e ritratti, polaroid e acetati, disegni e il mondo della musica, il brand e l’Italia: nel capoluogo campano arriva - in sette sezioni - quel mondo Pop che ha segnato l’ascesa di Warhol come l’artista che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente, attraverso miti dello Star System e del merchandising come le intramontabili Campbell’s Soup, il ritratto serigrafato di Marilyn derivato da un fotogramma di Gene Korman, le celebri serigrafie di Mao del 1972 e il famosissimo Flowers del 1964.

In oltre 200 opere il percorso artistico e privato di un uomo eclettico che ha segnato l’arte a tutto tondo, trasformando visioni e concetti, fermando nell’immaginario collettivo volti, colori e scene e regalando all’Arte tutta, un aspetto nuovo.

Questa esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Napoli, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, sotto l'egida dell'Arcidiocesi di Napoli e in sintonia con la sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia meridionale, Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, con la Rettoria della Basilica di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta e con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS.

Accanto a opere che raccontano la scena americana del ‘900, nelle sale della Pietrasanta anche lavori che rivelano il rapporto di Warhol con l’Italia e un focus dedicato alla città di Napoli col suo Vesuvius del 1985 e il Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione della mostra tenutasi presso la Galleria Amelio.
Presenti in mostra i suoi immancabili ritratti di grandi personaggi, figure storiche che il suo genio e la sua arte hanno trasformato in leggende contemporanee: i volti di Man Ray, Keith Haring, Edvard Munch, Lenin, Giorgio Armani e un rarissimo ritratto della Monna Lisa realizzato con inchiostro serigrafico su pergamena nel 1978.
E ancora Liz, la serie Ladies and Gentlemen e i suoi Self portrait, per poi passare al legame con il mondo della moda e della comunicazione.
Ad arricchire l’esposizione una sezione di disegni che accoglie alcuni rari esempi degli anni ‘50 derivanti dalla fase pre pop di Andy Warhol come raffigurazioni di anelli, orecchini e gemme provenienti dal suo primo lavoro di illustratore, poco conosciuta dal grande pubblico.
Ampio spazio è dedicato ancora al rapporto tra Warhol e il mondo della musica: insieme ad alcune delle più memorabili cover progettate e realizzate come The Velvet Undreground & Nico, sono esposti i ritratti di Mick Jagger, Miguel Bosè, Billy Squier.
Fondamentali per la comprensione del modus operandi “warholiano” sono le polaroid e gli acetati fotografici utilizzati per la successiva realizzazione dei ritratti: esposte icone del mondo del cinema come Arnold Schwarznegger, Silvester Stallone, Alba Clemente; del mondo musicale quali Grace Jones, Mick Jagger, Ron Wood, Stevie Wonder. Dall’ambito moda non mancheranno Gianni Versace, Valentino, Jean Paul Gaultier e ultimi ma non meno importanti i celebri Self Portrait dalla parrucca color argento.

La mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia con Eugenio Falcioni in collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e Art Motors ed è curata da Matteo Bellenghi.

La mostra ANDY WARHOL vede come sponsor Generali Italia.
L’iniziativa è sostenuta da Generali Valore Cultura, il programma per promuove l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano e avvicinare un pubblico vasto e trasversale - famiglie, giovani, clienti e dipendenti - al mondo dell’arte attraverso l’ingresso agevolato a mostre, spettacoli teatrali, eventi e attività di divulgazione artistico-culturali con lo scopo di creare valore condiviso.

La mostra vede come special partner Ricola.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
Catalogo edito da Arthemisia Books.

Charity partner della mostra è Susan G. Komen Italia: l’esposizione aderisce alla campagna di sensibilizzazione La Prevenzione è il nostro capolavoro e si inserisce nel progetto L’arte della Solidarietà, realizzato da Arthemisia insieme a Komen Italia, organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori del seno e nella tutela della salute femminile.
La raccolta fondi promossa con questa mostra consentirà alla Komen Italia di realizzare, con la sua “Carovana della Prevenzione” almeno 4 giornate di Promozione della Salute Femminile nel quartiere di Ponticelli, nella zona di Castel Capuano ed in altre aree dove la prevenzione arriva con più difficoltà. In ciascuna giornata, organizzata in collaborazione con il Comune di Napoli e la Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli, le tre unità mobili della Komen Italia offriranno esami clinico-strumentali gratuiti per la diagnosi precoce delle principali patologie oncologiche femminili, oltreché eventi educativi e di sensibilizzazione alla prevenzione per la popolazione generale.

Foto di Tommaso Vitielo per Arthemisia

- VISITE PER FAMIGLIE (max 25 pax) -
“Valore Cultura” di Generali Italia offre un’esperienza dedicata ai bambini e alle famiglie:
una speciale visita guidata e un laboratorio creativo per accompagnare bambini e genitori
alla scoperta di Andy Warhol e del mondo colorato della Pop Art.

Venerdì 8 novembre - ore 17.00
Venerdì 15 novembre - ore 17.00
Venerdì 22 novembre - ore 17.00
Sabato 23 novembre - ore 17.00
Venerdì 29 novembre - ore 17.00
Sabato 30 novembre - ore 17.00

Iscrizioni > http://www.arthemisia.it/it/andy-warhol-generali-italia/
In caso di posti disponibili il giorno della visita, sarà possibile aggregarsi al gruppo in loco.

Costo: Vedi sito.
Info e prenotazioni:  081 1865991
Indirizzo: piazzetta Pietrasanta, 17-18, Napoli
Sito di riferimento: www.polopietrasanta.com

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"Napoli Napoli, di lava di porcellana e musica"
Mostra a cura del Museo Real Bosco di Capodimonte e del Teatro di San Carlo

Museo e Real Bosco di Capodimonte -- Napoli
 Dal 21 settembre 2019 al 21 giugno 2020, vari orari

Ha appena aperto al Museo e Real Bosco di Capodimonte, la mostra Napoli Napoli. Di lava, porcellana e musica, a cura di Sylvain Bellenger (21 settembre 2019 – 21 giugno 2020), promossa dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, con il Teatro  di San Carlo di Napoli, in collaborazione con Amici di Capodimonte onlus e la produzione e organizzazione della casa editrice Electa.

Le 19 sale dell’Appartamento Reale, riproposte in una spettacolare e coinvolgente scenografia, ideata dall’artista Hubert le Gall1 come  la regia di un’opera musicale, saranno il palcoscenico d’eccezione  sul quale andranno in scena il Teatro di San Carlo, con la sua sartoria oggi diretta da Giusi Giustino2 e le porcellane di Capodimonte.
Vero filo conduttore della mostra: la musica che si ascolterà grazie all’uso di cuffie dinamiche - non semplici audioguide - che si attivano passando di sala in sala.
L’allestimento racconterà la storia di Napoli capitale del Regno nel corso del Settecento e oltre, dagli anni di Carlo di Borbone a quelli  di Ferdinando II, come una favola, con il susseguirsi di scene della vita quotidiana caratterizzate da estrema raffinatezza estetica e gioia esistenziale ma che hanno come sottofondo il passaggio del potere,  i cambiamenti della storia, delle mode e dei gusti estetici.
Il visitatore potrà immergersi in un mondo incantato e, grazie all’uso delle cuffie dinamiche, potrà ascoltare le musiche (da Giovanni Pergolesi a Domenico Cimarosa, da Giovanni Pacini a Giovanni Paisiello, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli) selezionate da Elsa Evangelista con un commento critico musicale di Alessandro De Simone per i vari temi artistici di ciascuna sala.

La mostra è una sintesi di tutte le arti, e illustra la pluridisciplinarità tipica della nostra contemporaneità: un viaggio multisensoriale all’interno della Reggia borbonica, trasformata per l’occasione in un vero e proprio spettacolo teatrale. Un’esposizione con oltre 1000 oggetti, oltre 300 porcellane delle collezioni delle Reali Fabbriche di Capodimonte e Napoli, di altre manifatture europee e pezzi originali cinesi, più di 150 costumi del Teatro di San Carlo con firme prestigiose (Ungaro, Odette Nicoletti, Giusi Giustino e altri), strumenti musicali del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dipinti, oggetti d’arte e di arredo, minerali e animali tassidermizzati oggi conservati rispettivamente  nel Museo Mineralogico e nel Museo Zoologico di Napoli (oggi confluiti nel Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università Federico II di Napoli).

Costo: Vedi sito.
Info e prenotazioni: 081 7499130
Indirizzo: via Milano 2, Napoli
Sito di riferimento: www.museidicapodimonte.beniculturali.iy

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