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martedì 3 maggio 2022

KIROSEGNALIAMO dal 3 al 9 maggio 2022

 K-news  

Kiri, continuano per questa stagione 2021-2022, le KIROSEGNALAZIONI di KIROLANDIA blog di cooperazione dell'omonima corrente culturale. Ogni settimana, sulla base delle tantissime proposte giunte in redazione, selezioniamo per voi alcuni eventi da seguire a Roma con un veloce sguardo in streaming e fuori porta.
Potete inviarci i vostri Comunicati Stampa ad una delle nostre email kiroalndia@gmail.com - info@kirolandia.com. Scriveteci e raccontateci delle vostre iniziative.
 
Vi ricordiamo che i suggerimenti di Kirolandia sono tripli!!!
Non solo qui nel blog ma anche attraverso le KIROSOCIALNEWS, lanci direttamente dai nostri social: Facebook, Twitter e Linkedin. A beve riprenderà anche la trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" su Radio Godot, e con lei anche la diffusione del KIROEVENTO DA SOGNO della settimana!
Seguite sempre gli hashtag #kirosegnalazioni #kirosocialnews #kiroventodasogno e scoprirete i selezionatissimi suggerimenti dei Kiri di Kirolandia!
 
Dunque per sognare con voi...
 
TEATRO
 
NOVITÁ

TITOLO
Produzione ITC2000
presenta
VIRGINIA RAFFAELE
SAMUSÀ
scritto da Virginia Raffaele, Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato
con Federico Tiezzi
regia FEDERICO TIEZZI
scene di Marco Rossi, costumi di Giovanna Buzzi, luci di Gianni Pollini
Il manifesto è di Mauro Balletti
Aiuto regia di Giovanni Scandella
 Attori di circo Fabio Nicolini, Andrea Sperotta, Bastian Von Marttens (Compagnia Quattrox4)
Si ringrazia per la collaborazione Italo Grassi
 
DOVE e QUANDO
TEATRO BRANCACCIO – Roma
Dal 3 al 15 maggio 2022 mart-sab h 20:45 – dom pomeridiana h 17:00

 
DETTAGLI
Dopo la brusca interruzione dovuta alla pandemia che ha bloccato la partenza del tour proprio al suo inizio nel 2020, Virginia Raffaele torna finalmente nei teatri con Samusà, il suo nuovo sorprendente spettacolo. Al netto del lockdown, sono stati due anni intensi per Virginia, divisa tra televisione e cinema dove si prepara a debuttare come protagonista di un film nel 2022 e ha dato la voce a personaggi dei cartoni animati come Morticia de La Famiglia Addams e i Croods. Ma, appena è stato possibile, l’attrice e performer romana è tornata a dare vita a questo spettacolo che così tanto racchiude della sua arte e della sua vita.
Il racconto di Samusà si nutre dei ricordi di Virginia e di quel mondo fantastico in cui è ambientata la sua infanzia reale, il luna park e da lì si sviluppa in quel modo tutto della Raffaele di divertire ed emozionare, stupire e performare, commuovere e far ridere a crepapelle.
“Sono nata e cresciuta dentro un luna park, facevo i compiti sulla nave pirata, cenavo caricando i fucili, il primo bacio l’ho dato dietro il bruco mela. Poi il parco ha chiuso, le giostre sono scappate e adesso sono ovunque: le attrazioni sono io e siete voi. Tutto quello che siamo diventati stupisce quanto un giro sulle montagne russe e confonde più di una passeggiata tra gli specchi deformanti”.
Ad arricchire l’impianto scenico originale, alcuni degli schizzi dipinti dalla stessa Virginia.
La regia si avvale della firma di Federico Tiezzi.
Samusà è scritto da Virginia Raffaele, Giovanni Todescan, Francesco Freyrie, Daniele Prato, con Federico Tiezzi.
Samusà è prodotto da ITC2000.
Prendete posto altro giro altra corsa”
 
foto © MasiarPasquali 
 
ALTRE INFORMAZIONI
🎫Prezzo bigliettoda 29a 35 €
 
Via Merulana, 244, 00185 Roma 
 
botteghino@teatrobrancaccio.it
 
www.teatrobrancaccio.it
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NOVITÁ
 
TITOLO
Altra Scena
presenta
VANESSA SCALERA | ANNA FERZETTI | DANIELA MARRA
PIER GIORGIO BELLOCCHIO
PIER GIORGIO BELLOCCHIO
in
OVVI DESTINI
drammaturgia e regia FILIPPO GILI
SCENE Alessandra De Angelis – Giulio Villaggio COSTUMI Paola Marchesin
DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio MUSICHE Paolo Vivaldi
FOTO DI SCENA Luana Belli e Agnese Ruggeri
DISEGNO LUCI Giuseppe Filipponio MUSICHE Paolo Vivaldi
FOTO DI SCENA Luana Belli e Agnese Ruggeri
 
DOVE e QUANDO
SALA UMBERTO – Roma
Dal 4 al 15 maggio, da mercoledì  a sabato ore 21.00_domenica h. 17.00


DETTAGLI
Dopo il successo della Trilogia di Mezzanotte nelle precedenti stagioni teatrali, Filippo Gili torna a scavare le relazioni familiari con il suo nuovo lavoro drammaturgico, Ovvi Destini. Uncast di tre straordinarie attrici sarà protagonista del progetto inedito del regista e drammaturgo romano: Vanessa Scalera (recentemente protagonista della fiction di successo Imma Tataranni – Sostituto procuratore), Anna Ferzetti (da poco al cinema con Valerio Mastrandrea e Marco Giallini in Domani è un altro giorno) e Daniela Marra (reduce di recente da Squadra Antimafia e dalla fiction Rai Il Cacciatore). Al loro fianco, la straordinaria partecipazione di Pier Giorgio Bellocchio (figlio del regista Marco Bellocchio e protagonista in diverse pellicole cinematografiche italiane).
 
Tre sorelle. Laura la primogenita, Lucia la seconda, Costanza la più piccola: sui trentacinque, chi più chi meno. Costanza è su una sedia a rotelle per colpa di un incidente provocato un paio d’anni prima da Laura, la maggiore. Ma né Costanza né Lucia conoscono la disgraziata responsabilità di Laura. Loro no: ma la conosce uno strano essere, Carlo, che comincia a ricattare Laura.
Laura è una incallita giocatrice d’azzardo. Violenti gli scontri con Lucia, la sorella di mezzo. Ma su questo si incentra anche il ricatto di Carlo: o dici a tua sorella che due anni fa fosti te, non vista, a fare quel balzo che costò le gambe di tua sorella, o tutti i proventi delle tue vincite li prenderò io. Il senso di colpa per quella disgrazia si fa materiale, sudato, vivo, bollente. Laura resiste. L’altro non spiffera nulla, fin quando, davanti alle due sorelle ‘sane’, non soltanto si dimostrerà tutt’altro che ricattatorio, ma offrirà anche loro un dono: la possibilità di realizzare un desiderio irrealizzabile. Un angelo? Un demone? Metafisico o reale che sia, quell’uomo ha offerto loro una possibilità che, se non grottesca, sembrerebbe sublime. Che desiderio potrebbe esprimere Laura, se non quello, per amore e senso di colpa, di far riavere l’uso delle gambe alla sorella?
Mi fermo qui. Ma voglio solo ricordare che il Poeta e lo Scienziato, nel film Stalker di Tarkovskji, quando arriveranno alla Stanza dei desideri si sottrarranno dall’esprimerne: chi garantisce che il desiderio più profondo sia quello cosciente, quello espresso, quello che deriva dall’amore, dalle cose chiare, piuttosto che uno strano oggetto che alberga nelle lontane caverne di un violento, libidico, antico Io?
 
Rodolfo Di Gianmarco ha scritto dello spettacolo: “Che magnifico mistero c’è sempre nel teatro di Filippo Gili, con l’ombra della morte come nella cultura scandinava, in rapporto coi dissidi dostoevskijani di Simon Weil, di Enzensberger e di Blanchot, e con l’infelicità immaginifica di Landolfi. (...) Formidabile, il quartetto in scena.”

🎫ALTRE INFORMAZIONI
Prezzo biglietto da 30€ a 20€
Via della Mercede, 50 - Roma - prenotazioni@salaumberto.com
Biglietti disponibili su www.salaumberto.com - www.ticketone.it
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NOVITÁ
 
TITOLO
FLORENCE NIGHTINGALE
di e con
Sergio Mancinelli
Regia di Gigi Palla
Costumi di Santuzza Calì
Scene di Mark Kanieff
Musiche originali e arrangiamenti Simone Sello
Foto Francesco Biscione
 
DOVE e QUANDO
OFF/OFF THEATRE - Roma
Dal 6 all’8 maggio 2022,  dal martedì al mabato ore 21.00 – domenica ore 17.00


DETTAGLI
Da venerdì 6 a domenica 8 maggio la sala dell’OFF/OFF Theatre accoglierà l’attore Sergio Mancinelli, con indosso gli abiti femminili di Florence Nightingale, per la regia di Gigi Palla. Florence Nightingale è una figura eccentrica vissuta nellOttocento e nata nellalta aristocrazia ingleseche,sin da bambina,decide di non voler seguire le orme delle altre donne di famiglia e abbandonarsi ai privilegi, ma di mischiarsi col mondo per dedicarsi totalmente alla cura degli altri. Con capacità, spregiudicatezza, e spietatezza, Florence persegue il suo scopo di riformare la sanità pubblica inglese, fino a diventare la fondatrice delle scienze infermieristiche moderne e l’ispirazione per la nascita della Croce Rossa Internazionale.
Nel corso dei cinque quadri che compongono lo spettacolo, le storie dell’attore Mancinelli e del personaggioNightingale, s’intersecano sempre più fino a rivelare verità nascoste sotto le molteplici maschere indossate nel corso del tempo, e non si distingue più chi stia raccontando chi, in una girandola di situazioni che vanno da un provino a teatro ad una seduta di analisi, dal fare i conti con la realtà della guerra al fare i conti col rapporto con la propria immagine pubblica, e infine al pegno che si paga per inseguire la propria vocazione. Il racconto del farsi strada nel mondo con difficoltà, ma inesorabilmente, affidandosi al proprio istinto, anche quando tutto rema contro. Il tutto è condito in salsa anni ‘80, con canzoni di synth-pop britannico che vanno dai Depeche Mode a Thomas Dolby, da Yazoo ai Culture Club, scelte ad hoc fra migliaia, perché identificate come le più giuste per veicolare il colorato vitalismo che accende i due protagonisti alla riscoperta di sé stessi.
 
Lo spettacolo nasce da una duplice esigenza, ridare voce sia al personaggio di Florence Nightingale, ingiustamente ricordata soltanto come fondatrice della prima scuola per infermiere, sia all’autore-interprete della serata, che prende il coraggio di uscire allo scoperto e di misurarsi con materiale originale, profondamente idiosincratico, dopo trent’anni di onorata, ma oscura, carriera al servizio di altri. Florence e Sergio, oggi padroni del proprio destino! Il progetto è parte di una trilogia in divenire che toccherà altre due grandi figure femminili del passato recente, iconichequanto la Nightingale, ma ugualmentetrascurate nonostante l’importanza nello sviluppo del progresso dell’umanità.
 
ALTRE INFORMAZIONI
DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA
 
🎫Costo Biglietti: Intero 25 €; Ridotto Over 65 18 €; Ridotto Under35 15 €
 
Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma
 
Info e Prenotazioni+39 06.89239515 dalle ore 16.00 - offofftheatre.biglietteria@gmail.com
www.off-offtheatre.com
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NOVITÁ
 
TITOLO
TOM
di Rosalinda Conti
Regia Matteo Ziglio
Idea scenica Gianluca Tomasella
Con Giuseppe Ragone, Gioele Rotini, Marco Usai, Giacomo Cremaschi e con Giordana Morandini
Disegno luci
Costumi Marina Tardani
Assistente alla regia Amelia Di Corso
Testo segnalato al Premio Hystrio Scritture di Scena 2019
 
DOVE e QUANDO
TEATRO BASILICA – Roma
Dal 5 all’8 maggio 2022, giovedì- abato ore 21.00 / domenica ore 17.45

 
DETTAGLI
Sarà in scena al TeatroBasilica dal 5 all’8 maggio TOM di Rosalinda Conti, regia Matteo Ziglio. Protagonisti: Giuseppe Ragone, Gioele Rotini, Marco Usai, Giacomo Cremaschi e con Giordana Morandini. Testo segnalato al Premio Hystrio Scritture di Scena.
Da circa due anni, Leo e Tom condividono un rapporto fatto di affettuoso silenzio e cure reciproche. Leo è un giovane uomo piuttosto introverso, Tom un gatto, un tempo randagio e addomesticato con pazienza.L’improvvisa necessità di trovare un nuovo umano per il suo amato gatto, spinge Leo a riprendere i contatti con Gio e Anna, inseparabili amici di adolescenza successivamente persi di vista a causa delle vicissitudini, come di frequente accade.
La pièce si svolge in un’unica giornata nella veranda della casa al mare di Leo, luogo dell’anima e dell’infanzia, una casa che ha visto molti pomeriggi assolati e molte retine con colorati giochi da spiaggia. Ora sembra l’ultima casa rimasta nel mondo”.Leo, Anna e Gio, nel tempo di un solo pomeriggio ritrovato e rubato alle loro nuove vite separate, sembrano abitare una bolla in cui -sebbene tutto sia cambiato, visto che “nella vita capitano delle cose che ci cambiano come se dalla notte passassimo al giorno” -, qualcosa, un minuscolo centro silenziosamente vibrante, che si può giocare a cercare per vincere in cambio un giro su una barca immaginaria, è rimasto com’era.Due elementi fanno da contrappunto all’azione del ritrovarsi e riscoprirsi dei tre amici: i flussi di coscienza di Tom, costantemente in contatto con tutto quello che accade al suo corpo e all’ambiente e che invece di miagolare suona la tromba, e le incursioni di Alex, giovane ragazzo sulla soglia sia dell’età adulta che di un imminente viaggio, indeciso se oltrepassarla -la soglia- oppure no.
 
ALTRE INFORMAZIONI
🎫Biglietti 15 euro
Piazza Porta S. Giovanni, 10 Roma (RM)
Contatti / Prenotazione obbligatoria +39 392 97.68.519 - info@teatrobasilica.com
 
Tutte le attività del Teatro Basilica si terranno nel rispetto della normativa sul distanziamento sociale in materia di prevenzione dal Covid19
 
www.teatrobasilica.com
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NOVITÁ

TITOLO
POPCORN SHOW
autori e registi VALERIA D'ANGELO, ELEONORA DI RAFFAELE e NINO SILECI
Interpreti MARIA SARA AMENTA, LUCA CARRIERI, FRANCESCO ROMANO, PIERANTONIO SAVO VALENTE, NINO SILECI, FRANCESCA VECCHIATO e JACOPO VESCOVI
 
DOVE e QUANDO
CENTRO CULTURALE ARTEMIA – Roma
Dal 6 all’8 maggio  2022,  dal giovedì al sabato ore 21.00_  domenica ore 18.00


DETTAGLI
Dopo 2 anni di attesa, POP CORN SHOW porta a teatro le classiche “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello servendosi dello stile cabarettistico.
 
Ivincitori del PREMIO SPECIALE DEL PUBBLICO di "inCorti da Artemia 2019" arrivano sul palcodel Centro Culturale Artemia per riscuotere il loro meritatissimo premio.
 
Il Centro Culturale Artemia è felice di annunciare che finalmente i vincitori del PREMIO SPECIALE DEL PUBBLICO di "inCorti da Artemia 2019"arrivano,dopo 2 anni di attesa per emergenza sanitaria globale, per riscuotere il loro meritatissimo premio! E lo faranno portando in scena la versione integrale del divertentissimo Corto Teatrale vincitore “POP CORN SHOW”
 
Venerdì 6 esabato 7 maggio alle ore 21 e domenica 8 maggio alle ore 18 gli autori e registi VALERIA D'ANGELO, ELEONORA DI RAFFAELE e NINO SILECI portano in scena questo frizzantissimo spettacolo interpretato da MARIA SARA AMENTA, LUCA CARRIERI, FRANCESCO ROMANO, PIERANTONIO SAVO VALENTE, NINO SILECI, FRANCESCA VECCHIATO e JACOPO VESCOVI. Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia "Opificio 03".
“Pop Corn Show” porta a teatro le classiche “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello servendosi dello stile cabarettistico.
Il gioco umoristico dell’autore siciliano acquisisce così una forza tutta nuova, la brillantezza del testo si scatena nelle battute dirompenti degli attori, vibra attraverso un trucco e una recitazione grotteschi, colmi di lustrini, finti sorrisi e balletti scanzonati.
Per ricostruire le diversità delle ambientazioni, dei personaggi e delle storie narrate, spicca all’interno di ogni messa in scena una forte varietà stilistica ed interpretativa: il tipico stile in commedia, una tragicommedia dai sapori romantici e malinconici al chiaro di luna, situazioni familiari ai limiti dell’assurdo, il dramma di un uomo tradito al quale non rimane altro che farsi giustizia da sé ritornano così attuali e travolgenti. La scelta del contesto cabarettistico, apparentemente frivolo e leggero, coinvolge lo spettatore illudendolo di assistere ad una mera performaceintrattenitiva, ma in realtà è il mezzo più efficace per rivelare l’umana decadenza, la sua ambiguità e la sua perversione. Sul palco assisterete alla classica magia di Pirandello capace di rendere la più impulsiva e sincera risata in un riso più consapevole e amaro.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Ingresso: € 12
Tessera associativa 2022: € 3
 
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (anche via SMS e/o WhatsApp): 3341598407
Si prega di arrivare almeno 15 minuti prima.
Direzione artistica: Maria Paola Canepa
 
Media Partner:
QUARTA PARETE ROMA: NOTE DI TEATRO, MUSICA E ARTE - Testata giornalistica
KIROLANDIA–Corrente di cooperazione culturale
 
😉Convenzione per gli iscritti alla pagina FB di Kirolandia
Biglietto ridotto con prenotazione il giorno prima della rappresentazione
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EVENTI
 
KIROLANDIA

NOVITÁ
 
TITOLO
Avviso ai Soci
Associazione Culturale Teatro Trastevere
Kirolandia
in collaborazione con il
Centro Culturale Artemia
presentano
Andrea Alessio Cavarretta - Raffaella Ceres - Gabriele Ceres - Flavia Mitolo
in
NO, NON SIAMO CAMBIATI
Parola musica arte laboratorio
Progetto nato da uno scritto di Andrea Alessio Cavarretta
Reading con mostra
Direzione artistica: Andrea Alessio Cavarretta - Coordinamento pedagogico: Raffaella Ceres
Testo: Andrea Alessio Cavarretta
Reading: Andrea Alessio Cavarretta e Raffaella Ceres
Musiche live: Gabriele Ceres alla chitarra
Percorso espositivo: opere di Flavia Mitolo
Laboratorio: Raffaella Ceres
Organizzazione: Giovanni Palmieri
Assistente all’organizzazione: Claudia Cianchi
Outfit di scena curato da: Melametto di Melania Moneta
Allestimento: Adriano Morra
Grafica locandina: Maria Paola Canepa
(con disegno di Giovanni Palmieri ed estratto pittorico di Flavia Mitolo)
Media partner: CulturSocialArt di Sissi Corrado
 
DOVE e QUANDO
TEATRO TRASTEVERE – Roma
8 maggio 2022 ore 11.00


DETTAGLI
“…come l’acqua che cade dal cielo come una goccia che viene dopo una goccia e dopo ne viene un’altra…”
 
Kirolandia in collaborazione con il Centro Culturale Artemia presentano il progetto NO, NON SIAMO CAMBIATI parola musica arte laboratorio, nato dall’omonimo testo dello scrittore metropolitano Andrea Alessio Cavarretta, domenica 8 maggio 2022 ore 11.00 al Teatro Trastevere di Roma. Con la direzione artistica di Andrea Alessio Cavarretta, il coordinamento pedagogico di Raffaella Ceres e l’organizzazione di Giovanni Palmieri prende forma un percorso artistico-laboratoriale che si snoda nel reading di NO, NON SIAMO CAMBIATI - incastonata la filastrocca NINO IL GERMOGLINO - di Andrea Alessio Cavarretta, con le voci di Andrea Alessio Cavarretta e Raffaella Ceres accompagnati da Gabriele Ceres alla chitarra attraverso i suoi inediti musicali, immersi nell’esposizione delle opere pittoriche di Flavia Mitolo, a completare la narrazione il momento di laboratorio condiviso. L’abbigliamento di scena è curato da Melania Moneta (Melametto) in particolare la creazione-gonna indossata per la fiaba.
 
Nel tempo si cambia, gli eventi ci cambiano, non del tutto e non per sempre… così no, in fin dei conti non siamo cambiati e non cambieremo mai. E poi? Ci sono e ci saranno sempre la pioggia, le stelle, gli sguardi, i baci, lo sbocciare di un fiore. Un viaggio pensato per tutti e per tutte le età, un racconto per stare insieme, un momento per ritrovarsi e dirsi pronti di nuovo anche a mettersi in gioco.
 
Il progetto sarà successivamente presentato al Centro Culturale Artemia, in replica serale, venerdì 10 giugno 2022.
 
Si ringraziano: Giovanna Onofri per le foto di Raffaella Ceres e Gabriele Ceres; Federica Flavoni per la foto di Andrea Alessio Cavarretta.
 
ALTRE INFORMAZIONI
😍Ingresso gratuito con tessera gratuita. Prenotazione  obbligatoria (gradita sottoscrizione libera).
 
La durata prevista dell’evento è di circa 1 ora e 30 minuti.
 
Contatti 065814004 - info@teatrotrastevere.it
Via Jacopa de' Settesoli 3,  00153 Roma
 
L’accesso all’evento sarà regolato dalla normativa vigente in materia Covid-19.
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ARTE
 
MOSTRE
 
NOVITÁ
 
TITOLO
GIANNI BERENGO GARDIN. L’OCCHIO COME MESTIERE
a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro
oltre 200 fotografie per uno straordinario racconto visivo dell’Italia dal dopoguerra a oggi
 
DOVE e QUANDO
Spazio Extra MAXXI - Roma
Dal 4 maggio al 18 settembre 2022


DETTAGLI
Maestro del bianco e nero, della fotografia di reportage e di indagine sociale, in quasi settant’anni di carriera Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930) ha raccontato con le sue immagini l’Italia dal dopoguerra a oggi, costruendo un patrimonio visivo unico caratterizzato da una grande coerenza nelle scelte linguistiche e da un approccio “artigianale” alla pratica fotografica.
 
La sua personale Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere, al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo dal 4 maggio al 18 settembre 2022, raccoglie oltre 200 fotografie tra immagini celebri, altre poco note o completamente inedite.
Un racconto straordinario dedicato all’Italia, che riprende il titolo del celebre libro del 1970 curato da Cesare Colombo, L’occhio come mestiere, un’antologia di immagini del maestro che testimoniava l’importanza del suo sguardo, del suo metodo e della sua capacità fuori dal comune di narrare il suo tempo.
La mostra, a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro, è prodotta dal MAXXI in collaborazione con Contrasto. Main Partner Enel, socio fondatore del museo e compagno di viaggio in tutte le iniziative importanti.
 
Commenta Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: «Sono particolarmente felice di questa mostra dedicata a Gianni Berengo Gardin. Il maestro ha scelto di mostrare per la prima volta qui al MAXXI alcune fotografie inedite, e lo ringrazio moltissimo anche per questo.
Il suo sguardo ha attraversato l’Italia e l’ha raccontata nelle sue dinamiche sociali, nel mondo del lavoro, della cultura. Le sue immagini “vere” sono meravigliose, con l’uso del bianco e nero, con il gioco delle ombre. Raccontano l’uomo nella sua dimensione sociale, hanno un forte valore insieme poetico e politico e sono straordinariamente contemporanee».
 
La mostra
Il percorso espositivo è introdotto sulle scale dall’intervento dell’artista Martina Vanda: grandi illustrazioni a parete in bianco e nero ispirate da alcune fotografie iconiche di Berengo Gardin.
All’interno, un percorso fluido e non cronologico accompagna il visitatore in un viaggio nel mondo e nel
modo di vedere del maestro, offrendo una riflessione sui caratteri peculiari della sua ricerca. Tra questi: la centralità dell’uomo e della sua collocazione nello spazio sociale; la natura concretamente ma anche poeticamente analogica della sua “vera fotografia” (formula con cui timbra le sue stampe autografe mai manipolate e che rimanda al lavoro del fotografo come “artigiano”); la potenza e la specificità del suo modo di costruire la sequenza narrativa, che non si limita a semplici descrizioni dello spazio ma
costruisce naturalmente storie; l’adesione impegnata a una concezione della fotografia intesa come documento, eppure puntellata da dettagli spiazzanti e ironici. E, su tutto, la coerenza della sua visione.
 
Punto di partenza di questo viaggio visivo è Venezia, città d’elezione per Berengo Gardin che, pur non essendovi nato, si sente veneziano e dice: «i nonni erano veneziani, i bisnonni veneziani, papà venezianissimo». Venezia è il luogo in cui si forma come fotografo, grazie all’incontro con circoli fotografici come La Gondola, ed è il luogo di un continuo ritorno, dalle prime straordinarie immagini degli anni Cinquanta in cui vediamo una città intima e quasi sussurrata, molto poetica, passando per la contestazione alla Biennale del 1968 fino al celebre progetto dedicato alle Grandi Navi del 2013.
Da Venezia alla Milano dell’industria, delle lotte operaie, degli intellettuali (in mostra, tra gli altri, i ritratti di Ettore Sotsass, Gio Ponti, Ugo Mulas, Dario Fo), per attraversare poi quasi tutte le regioni e le città italiane, dalla Sicilia alle risaie del vercellese, osservate nelle loro trasformazioni sociali, culturali e paesaggistiche dal secondo dopoguerra a oggi.
E poi i celebri reportage dai luoghi del lavoro realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli e, soprattutto, Olivetti (con cui collabora per 15 anni), che lo aiutano a crearsi una coscienza sociale e, come dice nell’intervista a Margherita Guccione realizzata proprio per la mostra: «Posso definirmi comunista fuori dalle righe, non tanto perché ho letto i testi importanti del comunismo, ma perché ho lavorato in fabbrica con gli operai, capivo i loro problemi». Quelli sugli ospedali psichiatrici pubblicati nel 1968 nel volume Morire di classe, realizzato insieme a Carla Cerati: immagini di denuncia e rispetto, straordinarie e terribili, che documentavano per la prima volta le condizioni all’interno degli ospedali psichiatrici in diversi istituti in tutta Italia. Curato da Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia, il libro ha contribuito in modo
determinante alla costituzione del movimento d’opinione che ha condotto nel 1978 all’approvazione della legge 180 per la chiusura dei manicomi.
Le immagini in mostra raccontano poi i popoli e la cultura Rom, di cui Berengo Gardin ha fotografato con fiducia e curiosità i momenti intimi e quelli corali della loro vita, come le feste e le cerimonie; i tanti piccoli borghi rurali e le grandi città; i luoghi della vita quotidiana; L’Aquila colpita dal terremoto; i cantieri (tra cui anche quello del MAXXI, fotografato nel 2007); i molti incontri dell’autore con figure chiave della cultura contemporanea (Dino Buzzati, Peggy Guggenheim, Luigi Nono, Mario Soldati, solo per citarne alcuni).
 
Completano il percorso una parete dedicata allo studio di Milano, per Berengo Gardin luogo di riflessione e di elaborazione, che appare come una sorta di camera delle meraviglie in cui emergono anche aspetti privati e meno noti della sua personalità e un’altra dedicata ai libri, destinazione principale e prediletta del suo lavoro, una sorta di gigantesca libreria che ripercorre le oltre 250 pubblicazioni realizzate nel corso della sua lunga carriera, collaborando con autori quali Gabriele Basilico, Luciano D’Alessandro, Ferdinando Scianna, Renzo Piano e anche con Touring Club Italiano e con De Agostini. Fondamentale, inoltre, la collaborazione con il settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio, dove tra il 1954 e il 1965 pubblica oltre 260 fotografie e di cui scrive: «Nella mia vita ho incontrato molti importanti intellettuali italiani che sono diventati amici e hanno influenzato moltissimo la mia fotografia. Il più importante è stato Mario Pannunzio».
 
Attraverso la scansione di un QR code, è inoltre possibile visitare la mostra accompagnati dalla voce di Gianni Berengo Gardin che racconta in prima persona aneddoti e ricordi legati alla sua vita personale e professionale, primo di una serie di podcast che il MAXXI dedica a fotografi, artisti e architetti presenti nella Collezione del Museo.  
 
La mostra è accompagnata dal libro L’occhio come mestiere (244 pagine, 45 euro) pubblicato da Contrasto e arricchito da un testo di Edoardo Albinati, dalla prefazione di Giovanna Melandri, da uno scritto di Alessandra Mauro e da una conversazione tra Margherita Guccione e Berengo Gardin.
 
Media partner è Rai Cultura che, venerdì 13 maggio, propone su Rai 5 una serata straordinaria dedicata al grande maestro. Si comincia alle 21.15 con una puntata speciale di Terza Pagina che racconta il dietro le quinte della mostra attraverso il racconto delle curatrici, del team di lavoro e un’intervista a Gianni Berengo Gardin. A seguire, alle 22.05, Art Night presenta il docufilm Il ragazzo con la Leica, regia di Daniele Cini, prodotto da Claudia Pampinella per Talpa Produzioni in collaborazione con Rai Cultura e con il sostegno del MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Ripercorrendo l’autobiografia scritta con la figlia Susanna in occasione dei suoi 90 anni, il film traccia il ritratto del fotografo e dell’uomo e ripercorre 70 anni di storia italiana, anche attraverso testimonianze di amici tra cui Renzo Piano, Ferdinando Scianna e Roberto Koch.

Lo stesso documentario sarà poi proiettato al MAXXI mercoledì 22 giugno alle 19.00. Durante l'evento verrà presentato il libro L’occhio come mestiere, in una conversazione tra Gianni Berengo Gardin e le curatrici della mostra.

Il lavoro e l’archivio di Gianni Berengo Gardin sono rappresentati in esclusiva da Fondazione Forma per la Fotografia.
La mostra è realizzata in collaborazione con Contrasto, Fondazione Forma per la Fotografia e Archivio Gianni Berengo Gardin.
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NOVITÁ
 
TITOLO
Alchimia dei colori
di Alessandro Cignetti
curata da Tiziana Todi
 
DOVE e QUANDO
Galleria Vittoria – Roma
Dal 4 al 14 maggio 2022


DETTAGLI
La mostra, curata da Tiziana Todi, si focalizza sul delicato rapporto tra colore ed emozione nell’arte e al misterioso processo di creazione che coinvolge l’artista.
Alessandro Cignetti con questa mostra pone lo spettatore ad una visione personale e attuale composta da oltre 20 tele, che nel loro insieme compongono un diario intimo interpretato dall’artista attraverso una pittura stratificata, in cui l’immagine sembra dissolversi, lasciando che sia il colore a trasmettere le sensazioni legate ad un luogo, un’azione o un volto. Alessandro Cignetti da sempre incline alla sperimentazione rende, dunque, il colore l'elemento protagonista della mostra e della sua ricerca, in continua evoluzione, raccontandoci la sua storia e quella di un mondo in continua trasformazione.​
 
Scrive Tiziana Todi della mostra:
​[...]Cignetti ci rivela il suo alfabeto cromatico e attraverso questo, risveglia il mondo interiore assopito, invita l'anima ad abbandonarsi a tinte così vive che ne sentiamo l’essenza.
Opere cariche di una forza vibrante e appassionata delle sue emozioni che ci invitano all'ascolto dell'eco del nostro intimo, fa sì che lo scambio energetico tra l'artista e il fruitore non sia casuale o superficiale, ma bensì frutto di una scelta dovuta agli stati d'animo vissuti, non solo quindi dono per gli occhi, ma condivisione di sensazioni profonde, trasmettendo il suo messaggio legato all' emotività. Con nuance mai aggressive, mai piatte, mai troppo squillanti e volutamente artificiali, realizza una pittura riconciliante con la natura ed il mondo fuori di sé e sembra cercare una dimensione sinestetica dove vista, tatto e olfatto trovano un punto di fusione.
Opere cariche di una forza vibrante e appassionata delle sue emozioni che ci invitano all'ascolto dell'eco del nostro intimo, fa sì che lo scambio energetico tra l'artista e il fruitore non sia casuale o superficiale, ma bensì frutto di una scelta dovuta agli stati d'animo vissuti, non solo quindi dono per gli occhi, ma condivisione di sensazioni profonde, trasmettendo il suo messaggio legato all' emotività. Con nuance mai aggressive, mai piatte, mai troppo squillanti e volutamente artificiali, realizza una pittura riconciliante con la natura ed il mondo fuori di sé e sembra cercare una dimensione sinestetica dove vista, tatto e olfatto trovano un punto di fusione.[...]

 
ALTRE INFORMAZIONI
Per ovviare alle restrizioni causate dall’emergenza sanitaria in corso, la Galleria Vittoria vi
aspetta tutti i giorni dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19, per appuntamento via mail all’indirizzo info@galleriavittoria.com
 
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PROSEGUE
 
TITOLO
Still Appia.
Fotografie di Giulio Ielardi e scenari del cambiamento
 
DOVE e QUANDO
Complesso di Capo di Bove - Parco Archeologico dell'Appia Antica - Roma
Da 9 aprile al 9 ottobre 2022


DETTAGLI
Nella splendida cornice del Parco Archeologico dell'Appia Antica, presso il Complesso di Capo di Bove, dal 9 aprile al 9 ottobre 2022, è ospitata la mostra fotografica “Still Appia. Fotografie di Giulio Ielardi e scenari del cambiamento” che intende andare oltre il reportage fotografico e narrativo, rendendo omaggio alla via Appia vista come itinerario culturale e grande palinsesto storico-sociale di oltre 2000 anni.
A presentare il lavoro di Giulio Ielardi - in mostra e nel catalogo edito da Gangemi - è Francesco Zizola, uno dei nomi più illustri della fotografia contemporanea.
Oltre cinquanta scatti di Giulio Ielardi, fotografo romano, raccontano il suo viaggio fatto a piedi nel 2021, in solitaria lungo la via Appia da Roma a Brindisi: ventinove giorni in tutto, di zaino in spalla tra strade, ruderi e borghi alla ri-scoperta di una delle strade più antiche di Roma.
Oltre che un reportage o meglio una ricerca artistica, le fotografie di Ielardi rappresentano un’occasione per un aggiornamento sugli sviluppi della valorizzazione di questa arteria dell’antichità, prima grande direttrice di unificazione culturale della penisola italiana che Ielardi ha percorso interamente a piedi: per questo la mostra si concluderà il 9 ottobre 2022, nella Giornata del Camminare, la manifestazione promossa da Federtrek per favorire la diffusione della cultura del camminare, presupposto fondamentale di questo progetto.
L’importanza acquisita negli ultimi anni dal recupero dei percorsi a piedi è testimoniata dall’interesse da parte del Ministero della Cultura (MIC) nel dare vita al progetto Appia Regina Viarum.
L’obiettivo del progetto è la realizzazione del cammino dell’Appia Antica da Roma a Brindisi, prevedendo una serie di interventi di sistemazione del tracciato e dei monumenti in tutte e quattro le Regioni - Lazio, Campania, Basilicata e Puglia - attraversate dall’Appia stessa.
A valle di questi interventi che interessano anche il suo territorio, il Parco Archeologico dell'Appia Antica è stato investito per decreto istitutivo del coordinamento della valorizzazione di tutta la Regina Viarum fino a Brindisi. La mostra Still Appia vuole raccontare le azioni e le visioni di questo ambizioso programma.
La mostra è organizzata dal Parco Archeologico dell’Appia Antica e curata da Luigi Oliva e Simone Quilici - Direttore del Parco. L’evento vede il patrocinio dei Consigli Regionali del Lazio, della Campania, della Basilicata e della Puglia, oltre il patrocinio del Parco Regionale dell’Appia Antica, del Parco Regionale dei Castelli Romani, del Comune di Mesagne, di Italia Nostra e della Compagnia dei Cammini. 
Partner Culturale: FIAF - Federazione italiana associazioni fotografiche.
LA MOSTRA
Giulio Ielardi è un fotografo, giornalista free lance e naturalista che si interessa da sempre di ambiente e patrimonio culturale.
Decide - a distanza di sei anni dal pionieristico viaggio sempre lungo la via Appia di Paolo Rumiz del 2015 - di intraprendere il cammino della più antica delle strade pubbliche romane e di fotografare le variabili ambientali e paesaggistiche dell’Italia centro meridionale lungo la via.
Dai numerosi siti archeologici e centri abitati, fino ai territori agricoli che sopravvivono alle zone più urbanizzate, le sue immagini documentano e interpretano con lo sguardo della fotografia autoriale i paesaggi dell’Appia che si contraddistinguono per una componente sempre presente, ovvero il tracciato della strada stessa, seppur spesso inglobato dal territorio che muta col passare del tempo.
I protagonisti dei suoi scatti vanno dallo splendore del basolato del VI miglio ancora dentro la città di Roma, a quello presso la piazza Palatina di Terracina, fino ai tre chilometri di basolato riportati alla luce agli inizi degli anni Duemila nella valle di Sant’Andrea (tra Fondi e Itri), che rappresentano uno dei tratti più spettacolari dell’intera Regina Viarum (foto medie n. 1, 3 e 7).
Non sempre Ielardi fotografa elementi che riportano alla mente la grandiosità di Roma e così, accanto alla foto dei frammenti decorativi collocati in un muro di laterizio presso il Casal Rotondo, (foto grandi n. 1), ecco quella di un cancello in abbandono di una tenuta a Castel Gandolfo (foto grandi n. 2).
Tra gli scorci più sorprendenti: i resti del Capitolium a Terracina davanti alle case del centro (foto grandi n. 5) e i palazzi a sei piani di Santa Maria Capua Vetere dietro le arcate dell’anfiteatro romano, secondo per grandezza solo al Colosseo (foto grandi n. 6).
Tra gli scatti più impattanti quelli realizzati a Benevento dell’area archeologica del Sacramento stretta tra i palazzi (foto grandi n. 9); di una statua romana nel centro storico inglobata nel muro di una casa (foto grandi n. 10); dell’arco di Traiano ricco di rilievi scultorei che ha come sfondo una palazzina della città (foto medie n. 20).
Al centro delle sue fotografie anche l’area archeologica della Trinità a Venosa e quella della Valle del Reale, fino alle campagne di Genzano di Lucania (foto medie n. 23-28); i casali in abbandono eretti dopo la riforma fondiaria degli anni Cinquanta nelle campagne verso Maschito (Potenza, foto grandi n. 12); il tratto di Appia nella Murgia Catena, nelle aride splendide campagne di Altamura (foto medie n. 30) e il “faccia a faccia” tra la diga sulla gravina Gennarini e un ponte d’età forse romana, in vista di Taranto (foto medie n. 32).
Mentre è in dirittura d’arrivo a Brindisi, Ielardi realizza lo splendido scatto alle possenti mura della città messapica di Muro Tenente (foto medie n. 36), nelle campagne tra Mesagne e Latiano e la gigantografia del Centro commerciale all’ingresso di Brindisi che chiude anche il percorso di mostra.
“Le fotografie di Giulio sono fotografie on the road, apparentemente semplici, lontane dallo stile sensazionalistico della fotografia di reportage e di quella di viaggio inteso come consumo di luoghi e di punti di vista” - scrive nel suo testo in catalogo Francesco Zizola fotografo italiano, vincitore del World Press Photo of the Year 1996, laureato in antropologia - “[…] Ogni immagine ci viene offerta come traccia poetica da seguire per rintracciare si le vestigia di ciò che siamo stati attraverso i luoghi che si sono completamente trasformati, ma anche come riflessione per interrogare la nostra identità presente.”
IL VIAGGIO SUI SOCIAL DI GIULIO IELARDI E LA COSTRUZIONE DI UNA COMMUNITY INTORNO AL PROGETTO
Per promuovere il progetto e suscitare curiosità da parte del pubblico, prima della partenza Giulio Ielardi apre il profilo Instagram @apiedilungolappia e la pagina Facebook L’Appia a piedi, da Roma a Brindisi e, col passare del tempo, provoca l’interesse da parte di sempre più follower.
In mostra - e nel catalogo - il Diario di viaggio racconta i 29 giorni di cammino attraverso i post e le fotografie scattate appositamente per i social.
La community che si è creata comprende un vasto pubblico di camminatori, escursionisti, appassionati difensori delle radici storico-archeologiche, paladini del patrimonio culturale, storici dell’arte, archeologi, propugnatori del diritto a una mobilità sostenibile, difensori dell’ambiente e del paesaggio, artisti, appassionati di antichità romane, cittadini della Capitale e abitanti delle comunità lungo il tracciato del cammino.
Grazie ai tanti commenti e alle interazioni volte a richiamare da una parte l’attenzione a luoghi lungo l’Appia da valorizzare, dall’altra a raccontare di quelle associazioni impegnate nella promozione dell’antico tracciato, la community fornisce un ulteriore strumento di conoscenza fondamentale per intervenire nella valorizzazione dell’intero tratto della Regina Viarum.
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PROSEGUE
 
TITOLO
IL VIDEO RENDE FELICI
Videoarte in Italia
La produzione di videoarte e cinema d’artista in Italia, dalla fine degli anni Sessanta, sono al centro di un unico grande progetto espositivo articolato in due spazi, Palazzo delle Esposizioni e Galleria d’Arte Moderna
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI e  GALLERIA D’ARTE MODERNA - Roma
Dal 12 aprile al 4 settembre 2022

 
DETTAGLI
Un’unica grande mostra, due luoghi. “IL VIDEO RENDE FELICI. Videoarte in Italia” è una mostra unitaria che si articola in due spazi, Palazzo delle Esposizioni e Galleria d’Arte Moderna,dal 12 aprile al 4 settembre 2022. Soggetto della mostra è la videoarte e il cinema d’artista in Italia, dalla fine degli anni Sessanta ai primi decenni del nuovo secolo.
 
Il progetto,a cura di Valentina Valentini, è promosso da Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Azienda Speciale Palaexpo. Con il patrocinio di “Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Udine e Università degli Studi di Milano Bicocca. In collaborazione con AAMOD | Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca Nazionale | Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Lo schermo dell’arte | festival di cinema e arte contemporanea, RAI Teche, LaCamera Ottica, Riccione Teatro. Con la collaborazione scientifica diSapienza Università di Roma | Dipartimento di Design Pianificazione, Tecnologie dell’Architettura. Organizzazione di Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Azienda Speciale Palaexpo e Zètema Progetto Cultura. Catalogo a cura di Cosetta Saba e Valentina Valentini, edito da Treccani.
 
In mostra 19 installazioni a cui si aggiungono oltre 300 opere raccolte all’interno di rassegne dedicate, per un totale di oltre 100 artiste e artisti coinvolti. Il percorso espositivo si snoda attraverso la molteplice varietà di formati espositivi: video monocanale, installazioni video, multimediali, interattive,con l’intento di evidenziare le interferenze del video con il cinema, la tv, il teatro, la danza, la fotografia, le arti plastiche. Alle opere esposte si affiancano i numerosi documenti, bozzetti, disegni, locandine, manifesti, fotografie e cataloghi, che ne ripercorrono il processo produttivo e il contesto storico.
Questa dimensione intermediale è analizzata in ciascuno spazio da una diversa prospettiva così da creare un’articolazione autonoma e nello stesso tempo interrelata nelle due sedi espositive.
 
Al Palazzo delle Esposizioni il percorso mira a evidenziare le trasformazioni del formato installativo nel suo dialogo con lo spazio e con i dispositivi tecnologici, in un arco cronologico che va dalla fine degli anni Sessanta al XXI secolo. Le opere qui presenti sono rappresentative, oltre che della ricerca dell’artista, di una sperimentazione delle tecnologie elettroniche e digitali in rapporto alla storia della videoarte in Italia. Il programma include 13 rassegne fra miscellanee e personali di film d’artista e video monocanale. Artisti in mostra: Marinella Pirelli, Michele Sambin, Giovanotti Mondani Meccanici, Mario Convertino, Studio Azzurro, Daniele Puppi, Rosa Barba, Danilo Correale, Elisa Giardina Papa, Quayola, Donato Piccolo.
Alla GAM si espongono sia installazioni sia opere monocanale provenienti dai centri di produzione e disseminazione della videoarte, attivi in Italia sin dagli anni ’60, con una forte vocazione internazionale. Sono poste in luce le relazioni tra la videoarte, l’architettura radicale e il design postmodernista; le ibridazioni fra video e danza e fra video e teatro. Una ampia sezione è dedicata alle sperimentazioni televisive e ai programmi televisivi realizzati da artisti e a una selezione di Festival video. Tra le installazioni opere di Fabio Mauri, Daniel Buren, Bill Viola, Cosimo Terlizzi, Umberto Bignardi, Masbedo, Fabrizio Plessi, Franco Vaccari.
 
L’Italia è stata promotrice di progetti esemplari e pionieristici e rappresenta un punto di riferimento artistico-culturale per la sperimentazione video. Varietà, qualità e respiro internazionale caratterizzano le iniziative legate a questo medium fin dai primi anni Settanta, in un contesto caratterizzato dalle nuove estetiche emerse con l’arte ambientale, la body art, l’arte povera, la musica sperimentale, la controinformazione e le nuove forme di teatro e danza.
Dalla fine degli anni Settanta la videoarte acquisisce forme complesse di ibridazione attraverso l’utilizzo sperimentale del video, in televisione come nel teatro e nella danza fino all’emergere delle prime forme di computer art. Negli anni Novanta il formato installazione (video e multimedia) trova nei musei, nelle gallerie e in istituzioni come la Biennale di Venezia, una grande accoglienza, favorito dal diffondersi delle tecnologie digitali. Infine nel nuovo secolo si accentua l’assimilazione della videoarte nel vasto territorio dell’immagine in movimento trasformato dalle tecnologie digitali.
 
Sono in programma rassegne di film d’artista e video, tavole rotonde e performance dal vivo.
 
ALTRE INFORMAZIONI
Palazzo delle Esposizioni
Roma, via Nazionale, 194
Orari
domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30. Lunedì chiuso L’ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura
Biglietti
Intero € 10 - Ridotto € 8 - Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 4 - gratuito fino a 6 anni
Dal 28 aprile 2022: intero € 12.50 - ridotto € 10 - Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6
Ingresso gratuito il primo mercoledì del mese per gli under 30 dalle 14.00
Ingresso gratuito per i possessori della membership card PdE.
Informazioni e prenotazioni
www.palazzoesposizioni.it
Social Media
Facebook: @PalazzoEsposizioni | Instagram: @PalazzoEsposizioni | Twitter: @Esposizioni
 
GAM - Galleria d’Arte Moderna
Roma, Via Francesco Crispi, 24
Orari
Dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30; ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.
Giorni di chiusura: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
Biglietti
Biglietto unico comprensivo di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna e alla Mostra per l’importo di € 9,00 intero e di € 8,00 ridotto, per i non residenti; biglietto unico comprensivo di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna e alla Mostra per l’importo di € 8,00 intero e di € 7,00 ridotto, per i residenti; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente.
Ingresso gratuito ai possessori della MIC card
Informazioni e prenotazioni
T. +39 060608 tutti i giorni ore 9.00 - 21.00
www.galleriaartemodernaroma.it ; www.museiincomuneroma.it
Social Media
Facebook: @GalleriaArteModerna @MuseiInComuneRoma | Instagram: @museiincomuneroma
Twitter: @museiincomune
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PROSEGUE
 
TITOLO
“London Calling: British Contemporary Art Now”
per la prima volta in Italia, la mostra
“London Calling: British Contemporary Art Now”.
50 anni di arte londinese raccontati attraverso oltre 30 magnifiche opere di 13 artisti di fama internazionale: da David Hockney a Anish Kapoor, da Jake e Dinos Chapman a Damien Hirst fino ad arrivare a Idris Khan.
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO CIPOLLA - Roma
Dal 17 marzo al 17 luglio  2022

 
DETTAGLI
Dal 17 marzo al 17 luglio 2022, le sale di Palazzo Cipolla a Roma ospitano una delle più particolari mostre di arte contemporanea mai realizzate in Italia: “London Calling: British Contemporary Art Now. From David Hockney to Idris Khan”una mostra che attraverso oltre 30 opere riunisce il lavoro di 13 grandi artisti britannici di diverse generazioni, per la cui carriera artistica la città di Londra ha svolto un ruolo molto importante.

La mostra presenta un parterre d’eccezione di artisti nati nell'arco di cinque decenni, tra il 1937 e il 1978: David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan.

Una sequenza di artisti la cui carriera è stata in qualche modo influenzata dalla capitale britannica, o perché vi sono nati, oppure vi si sono recati durante la propria formazione, o magari trasferiti in un secondo momento in modo da essere vicini alle grandi gallerie e musei, quando non semplicemente per andare alla ricerca di nuovi orizzonti creativi. Nomi che hanno contribuito a collocare Londra nell’Olimpo delle avanguardie artistiche, così come lo erano state in precedenza Firenze nel Rinascimento, Parigi con l'Impressionismo o New York nella seconda metà del XX secolo. Artisti che innestano le loro radici su una Londra di inizio anni Sessanta, in piena trasformazione economica e sociale e che si preparava a diventare una delle capitali indiscusse dell'arte contemporanea.

Partendo dal più anziano, David Hockney, fino a giungere al più giovane, Idris Khan, il percorso espositivo propone uno spaccato dell'attuale scena artistica londinese attraverso una serie di opere iconiche selezionate dai curatori Maya Binkin e Javier Molins in collaborazione con gli artisti stessi. Ideata dalle collezioni/studi personali degli artisti, la mostra è supportata da gallerie e collezioni internazionali come Gagosian Gallery, Goodman Gallery, Galerie Lelong, Lisson Gallery, Modern Forms, Victoria Miró Gallery, Galerie Thaddaeus Ropac, Sean Kelly Gallery, New York, Tim Taylor Gallery, London, Tucci Russo Studio per l'Arte Contemporanea.

La varietà degli artisti presenti consente, inoltre, di contemplare tecniche compositive assai diverse tra loro, come pittura, scultura, disegno, ceramica, fotografia, video e molto altro, esprimendo una molteplicità di temi quali la vita quotidiana, il confino, l'esplorazione dell'essere umano, il paesaggio, la politica, la religione, la storia dell'arte, la letteratura, la musica, il genere, la violenza o il rapporto tra la vita e la morte.

La mostra presenta un parterre d’eccezione di artisti nati nell'arco di cinque decenni, tra il 1937 e il 1978: David Hockney, Michael Craig-Martin, Sean Scully, Tony Cragg, Anish Kapoor, Julian Opie, Grayson Perry, Yinka Shonibare, Jake e Dinos Chapman, Damien Hirst, Mat Collishaw, Annie Morris e Idris Khan.
Una sequenza di artisti la cui carriera è stata in qualche modo influenzata dalla capitale britannica, o perché vi sono nati, oppure vi si sono recati durante la propria formazione, o magari trasferiti in un secondo momento in modo da essere vicini alle grandi gallerie e musei, quando non semplicemente per andare alla ricerca di nuovi orizzonti creativi. Nomi che hanno contribuito a collocare Londra nell’Olimpo delle avanguardie artistiche, così come lo erano state in precedenza Firenze nel Rinascimento, Parigi con l'Impressionismo o New York nella seconda metà del XX secolo. Artisti che innestano le loro radici su una Londra di inizio anni Sessanta, in piena trasformazione economica e sociale e che si preparava a diventare una delle capitali indiscusse dell'arte contemporanea.
Partendo dal più anziano, David Hockney, fino a giungere al più giovane, Idris Khan, il percorso espositivo propone uno spaccato dell'attuale scena artistica londinese attraverso una serie di opere iconiche selezionate dai curatori Maya Binkin e Javier Molins in collaborazione con gli artisti stessi. Ideata dalle collezioni/studi personali degli artisti, la mostra è supportata da gallerie e collezioni internazionali come Gagosian Gallery, Goodman Gallery, Galerie Lelong, Lisson Gallery, Modern Forms, Victoria Miró Gallery, Galerie Thaddaeus Ropac, Sean Kelly Gallery, New York, Tim Taylor Gallery, London, Tucci Russo Studio per l'Arte Contemporanea.
La varietà degli artisti presenti consente, inoltre, di contemplare tecniche compositive assai diverse tra loro, come pittura, scultura, disegno, ceramica, fotografia, video e molto altro, esprimendo una molteplicità di temi quali la vita quotidiana, il confino, l'esplorazione dell'essere umano, il paesaggio, la politica, la religione, la storia dell'arte, la letteratura, la musica, il genere, la violenza o il rapporto tra la vita e la morte.
 
ALTRE INFORMAZIONI
La mostra è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, ed è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting Arthemisia.
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PROSEGUE
 
TITOLO
JAGO. The Exhibition 
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO BONAPARTE – Roma
Dal 12 marzo al 3 luglio 2022

 
DETTAGLI
Palazzo Bonaparte a Roma ospita dal 12 marzo al 3 luglio 2022 la prima grande mostra dedicata a JAGO.
Pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987, Jago è scultore potente attento agli esempi della nostra tradizione e universalmente noto come "The Social Artist" per le innate capacità comunicative e il grande successo che riscuote sui social.

Sicuro talento nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione, Jago arriva direttamente al cuore del pubblico che lo ama, anzi lo adora. Paragonabile in tal senso a una rockstar, trasmette l’amore per l’arte ai giovani: le dirette streaming e le documentazioni foto e video – attraverso le quali coinvolge il suo pubblico sul web – raccontano il processo inventivo di ogni opera e il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo.
Nelle sue opere, utilizza anche elementi tragici in un costante gioco di rimandi, con una visione sempre tesa alle tematiche del presente, suscitando provocatoriamente negli spettatori riflessioni sullo status dei nostri tempi.

A Palazzo Bonaparte la genialità di JAGO viene documentata per la prima volta in una mostra che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (come Figlio Velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche quali il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem).

Curata da Maria Teresa Benedetti, la mostra connota gli elementi chiave di un lavoro continuamente in fieri, capace di costante arricchimento.

…La mia scultura è lingua viva. Utilizzare una lingua non significa copiarla. Mi riconosco in un linguaggio e lo adotto: sento l’esigenza di realizzare un collegamento con quello che vedo, senza spirito di emulazione. Sono me stesso.

Prima testimonianza è lo scavo sui grandi sassi raccolti nel greto di un fiume alle pendici delle Alpi Apuane, pazientemente scavati nel desiderio di raccontare una storia personale e umana. Pietà e violenza si intrecciano nello sguardo dell’artista. Sorprendente è la scardinante nudità del Pontefice emerito, mentre l’immagine di una Venere (2018), priva della giovanile venustà, sconcerta e induce a riflettere sul valore simbolico della bellezza. D’altro lato incalza un drammatico oggi con la presenza del Figlio Velato (2019), icona simbolica di tragedie senza tempo, cui si connette l’intensa meditazione sul dolore, racchiusa nella desolata monumentalità della Pietà (2021). Ancor prima, l’artista ha proposto un tema svincolato da ogni rapporto con la storia, nel replicare la sequenza del battito cardiaco in Apparato Circolatorio (2017).

Palazzo Bonaparte si trasformerà inoltre in uno studio d’artista: durante i mesi di mostra Jago lavorerà alla sua prossima imponente scultura all’interno della sede espositiva.
Saranno anche organizzate visite straordinarie alla mostra, guidate dallo stesso Jago.
Pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987, Jago è scultore potente attento agli esempi della nostra tradizione e universalmente noto come "The Social Artist" per le innate capacità comunicative e il grande successo che riscuote sui social.
Sicuro talento nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione, Jago arriva direttamente al cuore del pubblico che lo ama, anzi lo adora. Paragonabile in tal senso a una rockstar, trasmette l’amore per l’arte ai giovani: le dirette streaming e le documentazioni foto e video – attraverso le quali coinvolge il suo pubblico sul web – raccontano il processo inventivo di ogni opera e il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo.
Nelle sue opere, utilizza anche elementi tragici in un costante gioco di rimandi, con una visione sempre tesa alle tematiche del presente, suscitando provocatoriamente negli spettatori riflessioni sullo status dei nostri tempi.
A Palazzo Bonaparte la genialità di JAGO viene documentata per la prima volta in una mostra che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (come Figlio Velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche quali il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem).
Curata da Maria Teresa Benedetti, la mostra connota gli elementi chiave di un lavoro continuamente in fieri, capace di costante arricchimento.
…La mia scultura è lingua viva. Utilizzare una lingua non significa copiarla. Mi riconosco in un linguaggio e lo adotto: sento l’esigenza di realizzare un collegamento con quello che vedo, senza spirito di emulazione. Sono me stesso.
Prima testimonianza è lo scavo sui grandi sassi raccolti nel greto di un fiume alle pendici delle Alpi Apuane, pazientemente scavati nel desiderio di raccontare una storia personale e umana. Pietà e violenza si intrecciano nello sguardo dell’artista. Sorprendente è la scardinante nudità del Pontefice emerito, mentre l’immagine di una Venere (2018), priva della giovanile venustà, sconcerta e induce a riflettere sul valore simbolico della bellezza. D’altro lato incalza un drammatico oggi con la presenza del Figlio Velato (2019), icona simbolica di tragedie senza tempo, cui si connette l’intensa meditazione sul dolore, racchiusa nella desolata monumentalità della Pietà (2021). Ancor prima, l’artista ha proposto un tema svincolato da ogni rapporto con la storia, nel replicare la sequenza del battito cardiaco in Apparato Circolatorio (2017).
Palazzo Bonaparte si trasformerà inoltre in uno studio d’artista: durante i mesi di mostra Jago lavorerà alla sua prossima imponente scultura all’interno della sede espositiva.
Saranno anche organizzate visite straordinarie alla mostra, guidate dallo stesso Jago.
 
ALTRE INFORMAZIONI
L’esposizione JAGO. The Exhibition è prodotta e organizzata da Arthemisia con la collaborazione di Jago Art Studio.
L’evento è consigliato da Sky Arte.
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PROSEGUE
 
TITOLO
BILL VIOLA. Icons of Light 
curata da Kira Perov 
 
DOVE e QUANDO
PALAZZO BONAPARTE – Roma
Dal 5 marzo 2022
 
 
DETTAGLI
BILL VIOLA. Icons of Light è il titolo della prossima mostra di Palazzo Bonaparte che, a partire dal 5 marzo 2022, renderà omaggio al più grande artista della videoarte dagli anni Settanta a oggi. BILL VIOLA arriva nella Capitale e lo fa in un modo speciale.

L’artista che ha unito la dimensione spirituale orientale con quella occidentale, la storia dell’arte con la sperimentazione video, la riflessione sulla cristianità con lo zen, si confronta con la città di Roma in un luogo non convenzionale per il mondo dell’arte contemporanea.
Nei raffinati saloni che furono dimora di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, i visitatori saranno avvolti dalla visione delle opere di Viola, uno dei massimi rappresentanti della videoarte mondiale qui presentato da un’esposizione che attraversa tutta la sua produzione, dagli anni Settanta a oggi, dai lavori che approfondiscono il rapporto tra uomo e natura, a quelli ispirati dall’iconologia classica. Le opere entrano in dialogo con lo spazio iconico di Palazzo Bonaparte immergendo lo spettatore in un percorso che intreccia la meraviglia degli spazi barocchi del luogo con l’intensità delle video istallazioni dell’artista americano.

Bill Viola ha visto nella tecnologia video un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità spaziando con le sue riflessioni dalla cultura buddista a quella cristiana, dal rapporto meditativo con la natura alla dimensione religiosa come nella serie dei suoi video “Passions”.
Emozioni, meditazione, passioni, emergono dai video di Viola portando lo spettatore a un viaggio interiore di estrema intensità che narra quelli che possono essere definiti i viaggi più intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico.

Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, quarant’anni di lavoro vengono dispiegati attraverso un’accurata selezione di 15 lavori, in un percorso che inizia nel 1977-9 con The Reflecting Pool e termina nel 2014 con la serie “Martyrs” (2014) accanto a capolavori ipnotici quali Ascension (2000) e lavori della celeberrima serie dei “Water Portraits” (2013).

Una mostra concepita come un percorso immersivo nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall'atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità, quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.
L’artista che ha unito la dimensione spirituale orientale con quella occidentale, la storia dell’arte con la sperimentazione video, la riflessione sulla cristianità con lo zen, si confronta con la città di Roma in un luogo non convenzionale per il mondo dell’arte contemporanea.
Nei raffinati saloni che furono dimora di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, i visitatori saranno avvolti dalla visione delle opere di Viola, uno dei massimi rappresentanti della videoarte mondiale qui presentato da un’esposizione che attraversa tutta la sua produzione, dagli anni Settanta a oggi, dai lavori che approfondiscono il rapporto tra uomo e natura, a quelli ispirati dall’iconologia classica. Le opere entrano in dialogo con lo spazio iconico di Palazzo Bonaparte immergendo lo spettatore in un percorso che intreccia la meraviglia degli spazi barocchi del luogo con l’intensità delle video istallazioni dell’artista americano.
Bill Viola ha visto nella tecnologia video un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità spaziando con le sue riflessioni dalla cultura buddista a quella cristiana, dal rapporto meditativo con la natura alla dimensione religiosa come nella serie dei suoi video “Passions”.
Emozioni, meditazione, passioni, emergono dai video di Viola portando lo spettatore a un viaggio interiore di estrema intensità che narra quelli che possono essere definiti i viaggi più intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico.
Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, quarant’anni di lavoro vengono dispiegati attraverso un’accurata selezione di 15 lavori, in un percorso che inizia nel 1977-9 con The Reflecting Pool e termina nel 2014 con la serie “Martyrs” (2014) accanto a capolavori ipnotici quali Ascension (2000) e lavori della celeberrima serie dei “Water Portraits” (2013).
Una mostra concepita come un percorso immersivo nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall'atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità, quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.
Un evento unico per concedersi la possibilità di riflettere sulla vita, intraprendere il proprio viaggio interiore e immergersi in un mondo alternativo, del tutto diverso da quello che si è lasciato all'ingresso.  

L’artista che ha unito la dimensione spirituale orientale con quella occidentale, la storia dell’arte con la sperimentazione video, la riflessione sulla cristianità con lo zen, si confronta con la città di Roma in un luogo non convenzionale per il mondo dell’arte contemporanea.
Nei raffinati saloni che furono dimora di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, i visitatori saranno avvolti dalla visione delle opere di Viola, uno dei massimi rappresentanti della videoarte mondiale qui presentato da un’esposizione che attraversa tutta la sua produzione, dagli anni Settanta a oggi, dai lavori che approfondiscono il rapporto tra uomo e natura, a quelli ispirati dall’iconologia classica. Le opere entrano in dialogo con lo spazio iconico di Palazzo Bonaparte immergendo lo spettatore in un percorso che intreccia la meraviglia degli spazi barocchi del luogo con l’intensità delle video istallazioni dell’artista americano.
Bill Viola ha visto nella tecnologia video un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità spaziando con le sue riflessioni dalla cultura buddista a quella cristiana, dal rapporto meditativo con la natura alla dimensione religiosa come nella serie dei suoi video “Passions”.
Emozioni, meditazione, passioni, emergono dai video di Viola portando lo spettatore a un viaggio interiore di estrema intensità che narra quelli che possono essere definiti i viaggi più intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico.
Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, quarant’anni di lavoro vengono dispiegati attraverso un’accurata selezione di 15 lavori, in un percorso che inizia nel 1977-9 con The Reflecting Pool e termina nel 2014 con la serie “Martyrs” (2014) acca
nto a capolavori ipnotici quali Ascension (2000) e lavori della celeberrima serie dei “Water Portraits” (2013).
Una mostra concepita come un percorso immersivo nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall'atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità, quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.
L’artista che ha unito la dimensione spirituale orientale con quella occidentale, la storia dell’arte con la sperimentazione video, la riflessione sulla cristianità con lo zen, si confronta con la città di Roma in un luogo non convenzionale per il mondo dell’arte contemporanea.
Nei raffinati saloni che furono dimora di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone, i visitatori saranno avvolti dalla visione delle opere di Viola, uno dei massimi rappresentanti della videoarte mondiale qui presentato da un’esposizione che attraversa tutta la sua produzione, dagli anni Settanta a oggi, dai lavori che approfondiscono il rapporto tra uomo e natura, a quelli ispirati dall’iconologia classica. Le opere entrano in dialogo con lo spazio iconico di Palazzo Bonaparte immergendo lo spettatore in un percorso che intreccia la meraviglia degli spazi barocchi del luogo con l’intensità delle video istallazioni dell’artista americano.
Bill Viola ha visto nella tecnologia video un luogo di riflessione per la nostra contemporaneità spaziando con le sue riflessioni dalla cultura buddista a quella cristiana, dal rapporto meditativo con la natura alla dimensione religiosa come nella serie dei suoi video “Passions”.
Emozioni, meditazione, passioni, emergono dai video di Viola portando lo spettatore a un viaggio interiore di estrema intensità che narra quelli che possono essere definiti i viaggi più intimi e spirituali dell’artista attraverso il mezzo elettronico.
Con la sapiente cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo del Bill Viola Studio, quarant’anni di lavoro vengono dispiegati attraverso un’accurata selezione di 15 lavori, in un percorso che inizia nel 1977-9 con The Reflecting Pool e termina nel 2014 con la serie “Martyrs” (2014) accanto a capolavori ipnotici quali Ascension (2000) e lavori della celeberrima serie dei “Water Portraits” (2013).
Una mostra concepita come un percorso immersivo nel quale il pubblico potrà accedere a spazi dall'atmosfera ovattata che ricordano luoghi di profonda intimità, quasi dei sacrari della propria memoria, un visionario spazio di culto dove il visitatore è invitato a stabilire una profonda connessione visiva e spirituale con l’opera d’arte.
Un evento unico per concedersi la possibilità di riflettere sulla vita, intraprendere il proprio viaggio interiore e immergersi in un mondo alternativo, del tutto diverso da quello che si è lasciato all'ingresso.  
 
ALTRE INFORMAZIONI
prodotta e organizzata da Arthemisia con la collaborazione del Bill Viola Studio.
La mostra vede come sponsor Generali Valore Cultura ed è consigliata da Sky Arte.
Catalogo edito da Skira e include un saggio a cura di Valentino Catricalà.
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UNO SGUARDO FUORI PORTA
 
MUSICA
 
CONCERTO
 
NOVITÁ
 
TITOLO
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DELL’EUROPA
INSIEME DALL'UCRAINA
IL PRIMO EVENTO MUSICALE LIVE DALL’INVASIONE
 
DOVE e QUANDO
Teatro Nazionale dell'Opera di Leopoli - Ucraina
6 maggio 2022, ore 20.00

 
DETTAGLI
Il Teatro Nazionale dell'Opera di Leopoli aprirà le celebrazioni della "Giornata dell'Europa" il 6 maggio alle ore 20 (19.00 CET) con un concerto della propria orchestra, integrata con musicisti provenienti dai teatri di altre città, ora rifugiati, e con l'eccezionale partecipazione di attori e i mimi del Teatro di Mariupol sfuggiti alla devastazione che lo distrusse, uccidendo centinaia di innocenti.
 
Il mondo intero potrà partecipare a questo straordinario momento culturale, che sarà trasmesso online in live streaming insieme al partner "Kontramarka". Questo è il primo evento in diretta dall'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa.
 
Tutti potranno quindi partecipare all'evento collegandosi al sito del teatro e acquistando un biglietto virtuale con un costo base di soli 6€ interamente donato dal teatro per finalità benefiche.
 
I fondi andranno a beneficio degli ospedali, per aumentare i reparti di terapia intensiva, oggi purtroppo sottodimensionati, a causa della guerra, e per offrire aiuto ai tanti profughi del panorama culturale.
 
Il 100% dei fondi raccolti sarà direttamente e immediatamente versato ai beneficiari.
 
La cultura in Ucraina sta subendo danni incalcolabili dalla brutalità dell'invasore, azioni che non hanno nulla a che vedere con obiettivi militari, ma hanno il preciso scopo di distruggere la storia di secolare appartenenza all'Europa.
 
Per questo il concerto del 6 maggio sarà l'evento che ne aprirà una serie e che sarà condiviso nel mondo con i tanti cittadini che hanno aiutato e sostenuto in questo momento difficile il popolo ucraino.
 
Ma sarà anche mododi godere di una grande opera sinfonica: la Sinfonia №3 del compositore ucraino Borys Lyatoshynskyche fu perseguitato dalle autorità sovietiche e dalla censura e soffrì di calunnia e oppressione. Ha scritto questa sinfoniaall’indomani della Seconda guerra mondiale. Dopo la prima esibizione trionfante, la sinfonia dovette affrontare aspre critiche da parte delle autorità sovietiche e il compositore fu costretto a riscriverla parzialmente. La tragica opera emotiva, che descrive l'esperienza della guerra come una tragedia per l'individuo e per l'umanità, è stata sconveniente per il governo sovietico ed è stata definita "spazzatura da bruciare". Durante la trasmissione online, la Sinfonia n. 3 di Bory sLyatoshynsky verrà eseguita nella prima edizione originale del 1951.
 
Sul podio il direttore musicale del Teatro Ivan Cherednichenko, giovane talento, anche lui vittima della guerra. I suoi genitori di 57 e 62 anni, infatti, sono stati barbaramente e inutilmente uccisi lo scorso 22 marzo, nella strage di Irpin, nei pressi della capitale, che con Bucha e Boradianka ha subito una delle pagine più oscure della storia di Europa.

 ALTRE INFORMAZIONI
Facciamo quindi appello alla solidarietà mondiale che per i singoli cittadini si può concretizzare anche condividendo il link della pagina web www.opera.lviv.ua/en/ sui propri social network. Gruppi di media, aziende, fondazioni, organizzazioni potrebbero inserire la locandina e i relativi link nella propria pagina web, promuovendo l'iniziativa.
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👀GLI EVENTI SEGNALATI POTREBBERO SUBIRE VARIAZIONI👀
 
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Chiunque vuole segnalarci un'iniziativa può farlo inviando il Comunicato Stampa completo d'immagine ad una delle nostre email kirolandia@gmail.com - info@kirolandia.com