Potete inviarci i vostri Comunicati Stampa ad una delle nostre email kiroalndia@gmail.com - info@kirolandia.com. Scriveteci e raccontateci delle vostre iniziative.
Vi ricordiamo che i suggerimenti di Kirolandia sono tripli!!!
Non solo qui nel blog ma anche attraverso le KIROSOCIALNEWS, lanci direttamente dai nostri social: Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin. A beve riprenderà anche la trasmissione radiofonica, "#doyoudream kirolandia on air" su Radio Godot, e con lei anche la diffusione del KIROEVENTO DA SOGNO della settimana!
Seguite sempre gli hashtag #kirosegnalazioni #kirosocialnews #kiroventodasogno e scoprirete i selezionatissimi suggerimenti dei Kiri di Kirolandia!
Dunque per sognare con voi...
produzione Società per Attori e Teatro Civico La Spezia
presentano
COCHI PONZONI e MATTEO TARANTO
LE FERITE DEL VENTO
di Juan Carlos Rubio
Regia di ALESSIO PIZZECH
scene Alessandro Chiti | costumi Carla Ricotti
SALA UMBERTO – Roma
Dal 16 al 19 marzo 2023, da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00
Arriva alla Sala Umberto di Roma Le ferite del vento di Juan Carlos Rubio. In scena Cochi Ponzoni e Matteo Taranto diretti da Alessio Pizzech.
Il giovane Davide alla morte del padre Raffaele si ritrova a dover sistemare le sue cose. Nel perfetto ordine degli oggetti lasciati dal genitore, uno scrigno chiuso ermeticamente attira la sua attenzione. Dopo aver forzato la serratura, per la quale sembra non esistere nessuna chiave, al suo interno scopre una fitta corrispondenza ingiallita dal tempo.
La lettura di quei fogli, ricevuti e gelosamente conservati, lo porta a conoscenza di un segreto che mai avrebbe potuto immaginare: il padre aveva una relazione con Giovanni, il misterioso mittente di quelle lettere appassionate.
Chi è questo sconosciuto che improvvisamente emerge dalle ombre della memoria? Dopo un primo momento di sconcerto Davide decide di affrontarlo.
Nel corso di tre intensi confronti che generano un flusso di parole di una potenza deflagrante si fronteggiano Giovanni, ironico e divertente, capace di strappare un sorriso anche di fronte al dolore della perdita, e Davide, irruento e orgoglioso, che ci rende partecipi della sua legittima smania di sapere. Ne scaturisce un acceso duello teatrale dal quale emergono i tratti di un uomo che Davide stenta sempre più a riconoscere come suo padre.
Carlos Rubio ci introduce nel labirinto del legame profondo, misterioso, senza limiti di spazio e tempo, che si è instaurato da anni tra Giovanni e Raffaele, all'insaputa della famiglia di quest'ultimo.
Giovanni diventa per Davide compagno di lutto, amico, confidente; assume tutte le sembianze che il giovane istintivamente gli riconosce.
La storia presente e passata, man mano che procede, si fa più appassionante, ogni battuta svela nuovi elementi che sorprendono e commuovono, costringendo lo spettatore a indossare ora i panni di Giovanni ora quelli di Davide.
Al centro domina la presenza-assenza di Raffaele, che non corrisponde a nessuna delle immagini di uomo e padre che egli ha dato di sé in vita.
Ma quando finalmente le cose sembrerebbero ritrovare un loro senso, le lettere che hanno tenuto le fila di questa relazione tornano ad essere le vere protagoniste del racconto nel momento in cui Giovanni mostra a Davide le risposte che Raffaele gli inviava…
Prezzo biglietto da 30€ a 25€
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Ass.Culturale Teatro Trastevere
presenta
PIANO ZERO TEATRO
RAZZA CANARA
di Alessandro Canale
produzione PIANO ZERO TEATRO
luci e fonica Cecilia Sensi
Silvia Augusti, Alessandro Capone, Emanuele Cecconi,
Federico Mastroianni, Valerio Palozza
TEATRO TRASTEVERE - Roma
Dal 16 al 19 marzo 2023, venerdì ore 21.00_festivi ore 17.30
Roma, una città da sempre teatro di delitti terribili e mai chiariti, fa da sfondo a cinque incredibili storie efferate, raccontate in prima persona e in modo tragicamente spiritoso dagli stessi assassini che questi delitti hanno commesso. Cinque individui diversi, uniti da un istinto comune: il totale disinteresse per le regole della collettività e la spietata adesione ad una propria etica personale che ritengono più sana, più giusta, più alta. Un istinto comune che li rende una razza a parte: la razza canara.
Per fortuna, quell’ infatuazione empatica non è durata tanto e al mio rinsavimento è nata l’idea di RAZZA CANARA. Una genìa di esseri umani deviati che hanno compiuto delitti davvero inqualificabili ma che cercano di trascinare subdolamente voi spettatori all’interno del proprio modo di pensare, per trasmettergli i propri punti di vista, i propri valori, la propria etica personale. Non so se ci riusciranno, ma se alla fine dello spettacolo quegli assassini non vi procureranno l’orrore, il ribrezzo e il disprezzo che meritano, ma una velata forma di simpatia, sappiate che hanno appena fatto una nuova vittima. Voi. Cit. Alessandro Canale
CONSIGLIATA PRENOTAZIONE
Biglietto €15 (compresa tessera associativa)
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Giovanni Ortoleva
Lancillotto e Ginevra
di Riccardo Favaro e Giovanni Ortoleva
TEATRO BASILICA – Roma
Dal 17 al 19 marzo 2023
It's always night, or we wouldn't need light.
È sempre notte, o non ci servirebbe la luce.
Thelonius Monk
Quando pensiamo ai romanzi cavallereschi la nostra mente viene affollata da corazze, scudi, stendardi. Vediamo pesanti armature venire montate sui cavalli dagli stallieri, imbracciare lance di legno e sfidarsi a duello in nome di una dama distante. Sentiamo il rumore del loro cozzare riempire le foreste di un’Europa mitica, ancora piena di boschi. Quando pensiamo ai cavalieri dimentichiamo, sistematicamente, la loro carne. La carne che vive dentro le armature. La carne che tanti colpi prende, si lacera, ribolle alla vista della propria dama e gronda di sangue dopo un torneo. Questa è uno spettacolo sulla carne. In uno dei miti più noti del ciclo bretone, Ginevra, moglie di Artù, e Lancillotto, il più valente cavaliere del Re, cadono preda di un amore che porterà a scontri intestini e lotte fratricide, fino alla tragica caduta del regno. In seno alla cultura cortese nasce una storia che celebra il tramonto della tavola rotonda, come un cane che si morde la coda: è proprio il tanto decantato amore, spesso al centro delle prove affrontate dai cavalieri di Artù, a decretare la sua fine. Setacciando gli ampi materiali che formano il ciclo arturiano e gli circolano intorno, da Chretien de Troyes a sir Thomas Malory, da Dante Alighieri a Robert Bresson, Giovanni Ortoleva e Riccardo Favaro attraversano il mito e ne compiono una riscrittura essenziale, capace di far intravedere attraverso la vicenda dei due amanti l’affresco di un mondo in rapido cambiamento. Nella loro infinita, incolmabile distanza dal mondo reale, i romanzi cortesi parlano ad ogni epoca facendo riflettere su ciò che in essi si trova e che nella realtà manca. Non possiamo sapere che effetto facessero su chi li ascoltasse nella prima parte dello scorso millennio, ma a colpirci oggi non sono tanto gli animali fantastici o gli incantesimi quanto il mondo ideale dei cavalieri, la loro condivisione di valori per cui morire. Oggi la tavola rotonda, la cui forma indicava che nessuno poteva esserne il vertice, è più inimmaginabile degli ippogrifi. Se è vero, come dice Denis De Rougemont, che l’Occidente si fonda sull’idea di amore descritto nei romanzi cortesi, viene naturale chiedersi come ha fatto a perdere tutto il resto che si trova in quelle pagine. A questo proposito, proprio la storia di Lancillotto e Ginevra è cruciale. Quando la moglie di Re Artù e il suo cavaliere più valoroso avviano la loro relazione clandestina stanno mettendo in moto il processo che porterà alla fine del regno di Artù. Stanno decidendo, o non stanno riuscendo ad evitare, di distruggere la tavola rotonda. Stanno scegliendo l’amore al posto degli ideali. Stanno scegliendo per noi.
Orari:
lunedì ore 19:00
dal martedì al sabato ore 21:00
domenica 16:30
Biglietto intero € 18
Biglietto ridotto € 12 (studenti, under 26, operatori)
Biglietto online € 15
Carnet 4 spettacoli € 40
telefono: +39 392 9768519
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IO SONO NIJINSKY
( liberamente tratto da i diari dei Balletti Russi )
di e Con Daniele Bernardi
a partire dall’opera di Vaslav Nijinsky
TEATRO LO SPAZIO - Roma
Dal 17 al 19 marzo, ore 21.00, domenica ore 18.00
Arriva a Roma, al Teatro Lo Spazio, dal 17 al 19 marzo, IO SONO NIJINSKY, spettacolo di e con Daniele Bernardi, liberamente tratto da i diari dei Balletti Russi di Vaslav Nijinsky.
Saint Moritz, inverno del 1918-1919. Da un anno e mezzo trasferitosi in Svizzera in attesa che la guerra finisca, il ballerino Vaslav Nijinsky comincia a dare segni di squilibrio. Anche se non sono chiare le cause del male, più eventi sembrano concorrere al suo manifestarsi e uno sembra assumere un ruolo particolarmente simbolico: la notizia della morte del fratello, malato di nervi fin dall’infanzia. Così, mentre il paesaggio elvetico si imbianca, Nijinsky prende a comportarsi in modo incomprensibile gettando una piccola comunità nel caos. E nel farlo redige febbrilmente un celebre diario, che sarà pubblicato solo in un secondo momento. Proseguendo la sua ricerca nei territori della follia, Daniele Bernardi dedica uno spettacolo alla dolorosa figura del «Dio della danza» proprio attraverso una personale elaborazione di questo scritto.
Biglietti: 15 euro – ridotto: 12 euro
339 775 9351 / 06 77204149
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SETA
diretto da Nino Sileci
con Valeria D’Angelo e Silvia Ponzo
CENTRO CULTURALE ARTEMIA - Roma
Dal 17 al 19 marzo, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00
Prosegue con grande successo la VII° edizione della Rassegna “IL SIPARIO DELLE DONNE – 2023” del Centro Culturale Artemia. Una rassegna dove si celebra “l’universo femminile” attraverso il teatro e non solo!
Questo venerdì 17 e sabato 18 marzo alle ore 21 e domenica 19 marzo alle ore 18 sarà la volta degli artisti più giovani con lo spettacolo “SETA”, diretto da Nino Sileci, con Valeria D’Angelo e Silvia Ponzo.
Prima e dopo ogni spettacolo, il pubblico potrà ammirare nella “Sala Lydia Biondi” del Centro Culturale Artemia, la mostra pittorica personale della pittrice romana Paola Alviano Glaviano, che è stata selezionata per accompagnare tutta la rassegna (dal 1 al 31 marzo).
Questa manifestazione ha come obiettivo, di celebrare l’universo femminile proprio nel mese della “Festa della Donna” quindi la direzione artistica di Artemia ha voluto rivisitare questa celebrazione internazionale (a volte banalizzata), presentando non solo 4 spettacoli teatrali di generi diversi (che riguardano tematiche femminili o che sono stati realizzati da donne) ma anche una mostra pittorica ed una serata/aperitivo con un concerto live acustico che si alternerà a interventi comici che ci faranno sorridere mentre si racconta l’universo femminile.
Gli spettacoli de “IL SIPARIO DELLE DONNE – 2023” saranno in scena durante un calendario che si snoderà tra tutti i weekend di marzo. La Rassegna vedrà come protagonisti gli spettacoli: “Laltra” di Franca De Angelis, con Anna Cianca e con la regia di Christian Angeli (dal 3 al 5 marzo); a seguire“NumberOne” di Giuseppe Grisafi, con Francesca La Scala e con la regia di Paolo Orlandelli (dal 10 al 12 marzo); a seguire il terzo appuntamento sarà invece “Seta” scritto e diretto da Nino Sileci, con Valeria De Angelis e Silvia Ponzo (dal 17 al 19 marzo); infine “Savoir-Faire”di Sophia Angelozzi e Ilaria Arcangeli, con Sophia Angelozzi, Ilaria Arcangeli, Francesco Buonfiglio e Damiano Lepri (24 e 25 marzo); “Donne sull’orlo di una crisi da pausa – Aperitivo Comico/Musicale” con il duo acustico Borozan-Baldi e Gisella Cesari e Silvia Ponzo (31 marzo).
CENTRO CULTURALE ARTEMIA
Direttrice Artistica: Maria Paola Canepa
Media Partner: Kirolandia
Ingresso mostra: GRATUITO
Tessera annuale 2023 nuovi soci: €3
PRENOTAZIONI: 334 1598407 (anche WhatsApp e/o SMS)
Il pubblico è pregato di arrivare quindici minuti in anticipo per non perdere la priorità.
Info line: +39 334 159 8407
www.centroculturaleartemia.org
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IN ALTO MARE
Di Slawomir Mrozek
TEATRO MARCONI - Roma
Dal 17 al 19 marzo 2023, ore 21.00_dom. ore 17.30
Tre uomini, costretti nello spazio esiguo di una zattera che li accoglie in un mare scuro e immobile, mettono in campo le caratteristiche ideologiche e le capacità dialettiche derivanti dai loro ruoli, in un dibattito costante (quasi da moderno talk show) che diviene disputa, in cui è in gioco la loro stessa vita.
Il "piccolo", il "medio", il "grande", rappresentano tre classi di una società capitalista: il popolo, il potere politico, il potere economico. Gli esiti di questo scontro per assicursarsi la sopravvivenza sono facilmente intuibili. I toni sono quelli della commedia nera, permeati da una comicità macabra e sorprendente.
Il testo, scritto dal drammaturgo polacco Mrozek nel 1961, a distanza di sessant'anni conserva intatta la sua feroce attualità. Dopo il debutto alla regia del giovane e talentuoso Goracci al Marconi Teatro Festival 2022, torna il scena a grande richiesta uno spettacolo accalamato dal pubblico del Marconi che vede in scena giovani e promettenti attori.
Biglietti Intero 16 € Ridotto 13 €
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Parlate a Bassa Voce
di Esmeralda Calabria
AL CINEMA
dal 9 marzo con Satine Film
dopo la Première al 40° Torino Film Festival
Una fotografia sull'Albania di oggi con uno sguardo a quella di ieri.
Parlate a bassa Voce di Esmeralda Calabria, dopo la première al 40° Torino Film Festival arriva al cinema dal 9 marzo con Satine Film.
Esmeralda Calabria sfida i preconcetti per restituire dignità alla memoria e con coraggio squarcia un velo sull’Albania, uno dei Paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. Per la prima volta allontana dal nostro ricordo le immagini indelebili dei barconi, a cui leghiamo nell’immaginario collettivo l’Albania.
A partire da una fotografia sul Paese di oggi, con uno sguardo rivolto a quello di ieri, Parlate a bassa Voce sfida i pregiudizi e ci fa capire come la memoria è qualcosa con cui fare sempre i conti.
Ne emerge un Paese carico di contraddizioni in cui incontriamo musicisti, attori, registi, privilegiati e declassati, anziani dai volti segnati dal tempo che raccontano, tra nostalgia e senso di realtà, le incoerenze di un sistema che aveva il volto del dittatore Enver Hoxha.
A fare da Virgilio, Redi Hasa, musicista, violoncellista di fama internazionale che ci porta nella sua terra d’origine. Nato nel 1977, cresciuto in un Paese in transizione, a vent’anni arriva in Puglia. In questo viaggio, che ci conduce nel più impenetrabile dei Paesi ex comunisti dell’Europa Orientale, Redi Hasa è il simbolo di un popolo che si muove tra eredità del passato e dinamismo del presente.
La musica gli ha permesso di valicare i confini. Il suo sentirsi “sputato” da una terra amata ne ha fatto la sua peculiarità artistica in un altro Paese che lo ha accolto.
Redi Hasa, inizia un viaggio che parte dai ricordi, dalla paura di dimenticare e dal desiderio di fermare il tempo e ci riporta in quel mondo con il peso di una memoria che, a più di 30 anni dalla caduta del regime, convive con l’avvento della democrazia. Ne esce un affresco poliedrico in cui il passato ingombrante accentua le fragilità e le ambiguità della giovane democrazia.
Parlate a bassa Voce per la regia e il montaggio di Esmeralda Calabria è prodotto da Titti Santini e Esmeralda Calabria con il contributo di MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Unione Europea, Regione Puglia, POR Puglia FESR FSE 2014/2020,Fondazione Apulia Film Commission. Musiche originali di Redi Hasa, collaborazione alla regia Mirko Pincelli Produzione esecutiva Akifilm Giorgia
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Up Urban Prospective Factory
è lieta di presentare
Arte è Natura
Solo show di Gregorio Codagnone
a cura di Tommaso Curcio in collaborazione con Marta Di Meglio
Up Urban Prospective Factory - Roma
Opening e Performance dell’artista
Venerdì 17 marzo ore 18.30
Up Urban Prospective Factory è lieta di presentare Arte è Natura, personale dell’artista Gregorio Codagnone a cura di Tommaso Curcio in collaborazione con Marta Di Meglio. L’opening si svolgerà presso lo spazio espositivo di via dei Salumi 53 a Trastevere, venerdì 17 marzo a partire dalle ore 18.30. Durante la serata è prevista la performance live dell’artista alle ore 18.30.
L’artista Gregorio Codagnone porta all’interno della sua personale romana opere ricche di cromatismi intrise di una forza vitale e di un messaggio a difesa della natura. La tutela delle nostre bellezze passa anche attraverso l’arte e il legame indissolubilmente tra i due concetti diviene protagonista nelle opere in mostra.
Le immagini che prendono forma sulle tele ricordano coralli, fiamme o elementi appartenenti al mondo della natura, esempi di bellezza ma al tempo stesso di fragilità, poiché destinati a mutare sotto l’azione dei cambiamenti climatici. In ogni opera il colore si fa portavoce di un sentimento dell’anima e si concretizza in forma astratta attraverso il gesto.
Gregorio Codagnone è autodidatta e combina colori, materiali e tecniche, traendo insegnamento e stimolo da tutto ciò che lo circonda. L’artista lascia che siano le forme e i colori a parlare per lui, forme nate dalla volontà di ricercare energie positive e vitali che si concretizzano attraverso un gesto artistico carico di emotività.
Lo spettatore è invitato così a proiettare sulle opere le sue immaginazioni, favorendo, con esse, la nascita di un dialogo che ha come protagonisti la Natura, l’Arte e la Vita.
Durante il periodo di esposizione sarà realizzato un laboratorio per bambini a cura del dipartimento didattico di Up, nel quale i partecipanti avranno modo di conoscere il lavoro dell’artista e sperimentare la tecnica da lui utilizzata.
Up Urban Prospective Factory
Via dei Salumi 53, Roma
upcontemporarygallery@gmail.com
Officine Beat - Kirolandia - Cultursocialart
Presentano
TRITTICO D’ARTISTA
Selezione personale di opere in mostra
Terza esposizione
con
JEREMY BASTIANIELLO
“EVOLVERE”
A cura di Andrea Alessio Cavarretta #scrittoremetropolitano
Presenta: Stefania Visconti
Organizzazione: Giovanni Palmieri e Sissi Corrado
OFFICINE BEAT - Roma
Apertura esposizione: 18 febbraio 2023, ore 18.30
Opere esposte fino al 24 marzo 2023
Presso il cocktail bar bistrot OFFICINE BEAT di Roma prosegue il sempre più apprezzato format d’arte TRITTICO D’ARTISTA Selezione personale di opere in mostra organizzato da OFFICINE BEAT, KIROLANDIA e CULTURSOCIALART. Sabato 18 febbraio alle ore 18.30, arriva il terzo appuntamento con l’esposizione EVOLVERE di JEREMY BASTIANIELLO, a cura di Andrea Alessio Cavarretta, presentazione di Stefania Visconti, organizzazione di Giovanni Palmieri e Sissi Corrado.
Sarà sempre l’attrice e modella Stefania Visconti con la sua simpatia ed eleganza a condurre la presentazione dell’artista e delle sue opere, che ancora una volta saranno svelate alle ore 19.00 anche nella consueta diretta social. A fianco a lei immancabile l’ideatore e curatore del format Andrea Alessio Cavarretta #scrittoremetropolitano, in veste di valletto, il tutto per coinvolgere JEREMY BASTIANIELLO nel racconto del suo trittico.
Esposizione con ingresso libero negli orari di apertura del locale
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PASOLINI PITTORE
A cura di
Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani
Galleria d’Arte Moderna di Roma
Dal 29 ottobre 2022 al 16 aprile 2023
Pasolini Pittore è un progetto espositivo esclusivo completamente inedito nel suo genere, ideato per i cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini (1922-1975), che intende riportare l’attenzione su un aspetto artistico rilevante, spesso trascurato dalla critica, nel contesto creativo complessivo dello scrittore e regista, a oltre quaranta anni dall’ultima antologica completa su Pasolini pittore, del 1978, tenutasi a Palazzo Braschi.
Radio partner: Dimensione Suono Soft
Partner tecnologico: LIEU.city
Roma, Via Francesco Crispi, 24
Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
www.museiincomune.it
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RAOUL DUFY.
Il pittore della gioia
curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi
PALAZZO CIPOLLA – Roma
Dal 14 ottobre 2022
Dal 14 ottobre 2022, le sale di Palazzo Cipolla ospitano la prima grande esposizione mai realizzata in Italia e dedicata a uno dei maestri dell’arte moderna, RAOUL DUFY (Le Havre, 3 giugno 1877 – Forcalquier, 23 marzo 1953).
La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris e curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.
Catalogo edito da Skira.
Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (La Fata Elettricità, 1937 – 1938, Musée d’Art Moderne de Paris) - uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposto nel Padiglione dell'elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne - per antonomasia - il pittore della gioia e della luce.
Nacque da una famiglia di modeste condizioni economiche ed ebbe un padre attivo come organista che trasferì in particolare a Raoul la sua stessa passione per la musica, che lui coltivò per tutto il resto della vita trasponendola anche nelle sue opere.
In seguito a una crisi finanziaria della famiglia, nel 1891 il giovane Raoul fu costretto a cercare lavoro a Le Havre.
Nell'ambiente artistico straordinariamente stimolante di Parigi si avvicinò a due maestri dell'impressionismo come Monet e Pissarro ma, nel 1905, lo scandalo dei Fauves gli rivelò una pittura moderna e “di tendenza” che lo portò ad avvicinarsi a Matisse.
Il 1903 fu l'anno della sua prima volta al Salon des Indépendants, nel quale espose fino al 1936 e poi fu accettato nel 1906 al Salon d'Automne (fino al 1943).
La sua attività artistica non conobbe interruzioni e, dal 1910, ampliò la sua attività nel campo delle arti decorative affermandosi con successo in una produzione assai vasta, dalla xilografia alla pittura e alla grafica, dalle ceramiche ai tessuti, dalle illustrazioni alle scenografie. Con un’attività artistica che non conobbe interruzioni fino alla sua morte, tutto ciò gli consentì di recuperare la sua tavolozza squillante, cui sovrappose un tocco grafico vibrante e allusivo.
Suddivisa in 13 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.
Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d'atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.
Onde a V rovesciata, nuvole e un mondo di forme: bagnanti, uccelli, cavalli, paesaggi ispirati sia dalla modernità che dal classicismo.
Predilige i paesaggi marittimi e ama particolarmente gli ippodromi che gli daranno grande successo. Sensibile all’aria del proprio tempo, si interessa infatti alla società dell’intrattenimento con le sue corse, le regate, gli spettacoli elitari e popolari al contempo che Dufy riproduce con brio e vivacità.
Un artista alla perenne ricerca di stimoli e sperimentazione, in grado di rendere l’arte impegnata ma allo stesso tempo apparentemente “leggera”, il cui scopo dichiarato era, come scrive la scrittrice americana Gertrude Stein, di arrecare piacere.
La mostra Raoul Dufy. Il pittore della gioia, con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi - come il Musée d’Art Moderne de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, la Bibliothèque Forney e la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet tutte di Parigi insieme al Musée de la Loire, Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza e al Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles - racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico.
Curata dalla Chief curator Sophie Krebs e Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.
Afferma il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «Sono molto lieto di ospitare, presso lo spazio espositivo di Palazzo Cipolla, una mostra su Raoul Dufy, che viene riproposta a Roma dopo quasi quarant’anni di oblio (la prima ed unica esposizione su Dufy nella Capitale, prima di oggi, è stata infatti quella del 1984 a Villa Medici). Spesso non compreso a fondo, a causa dell’apparente semplicità del suo tratto pittorico, che gli ha fatto non di rado attribuire la patente di superficialità e mondanità, Raoul Dufy in realtà ebbe una formazione articolata e complessa: fu inizialmente influenzato dall’Impressionismo, perpetuando con maestria la tradizione di Monet e contando sulla peculiarità di essere un “colorista per temperamento”; successivamente, si accostò al Fauvismo ispirandosi alle figure di Matisse, Braque e Cézanne. La particolarità di Dufy risiede nel dissociare gradualmente, nel corso della sua maturazione artistica, il colore dal disegno, semplificando il più possibile ed anteponendo in tal modo la forma al contenuto. Egli – seguendo la propria teoria che il colore servisse ai pittori per captare la luce – viaggiò a lungo nel Mediterraneo, in particolare in Provenza (dove si stabilì) e nel Sud Italia. Da qui i celebri paesaggi, i bagnanti, i campi di grano, e poi le sale da concerto e soprattutto le regate, le corse dei cavalli e gli ippodromi, a raffigurare la società del tempo libero degli anni Venti e Trenta, che lo renderanno popolare tra il pubblico».
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VAN GOGH
Capolavori dal Kröller-Müller Museum
PALAZZO BONAPARTE – Roma
PROROGATA al 7 maggio 2023
Alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, dall’ 8 ottobre 2022 Palazzo Bonaparte ospita la grande e più attesa mostra dell’anno dedicata al genio di Van Gogh.
Attraverso le sue opere più celebri - tra le quali il suo famosissimo Autoritratto (1887) - sarà raccontata la storia dell’artista più conosciuto al mondo.
Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.
Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.
La mostra di Roma, attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo - che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh - e tante testimonianze biografiche, ne ricostruisce la vicenda umana e artistica, per celebrarne la grandezza universale.
Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.
Dall’appassionato rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una severa quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno; atteggiamenti di goffa dolcezza, espressività dei volti, la fatica intesa come ineluttabile destino.
Tutte queste sono espressione della grandezza e dell’intenso rapporto con la verità del mondo di Van Gogh.
Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.
Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.
È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro danno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sgomentante complessità.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.
Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.
La mostra vede come main sponsor Acea, sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.
Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.
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La Piccionaia
presenta
Spegni la luce!
di Aurora Candelli
con Aurora Candelli e Julio Escamilla
Scenografia e luci Roberto Di Fresco
Consulenza drammaturgica:Marta Dalla Via
Consulenza al movimento:Valentina Dal Mas
CENTRALE PRENESTE TEATRO - Roma
Arriva da Vicenza il prossimo spettacolo della rassegna Infanzie e adolescenze in gioco 2022-23 a Centrale Preneste Teatro (Via Alberto da Giussano, 58): domenica19 marzo alle ore 16.30 La Piccionaia porta in scena “Spegni la luce!” di Aurora Candelli, con Aurora Candelli e Julio Escamilla.
Op e Rio sono amici, sono fratelli. A Rio piace fare i percorsi, a Op piace giocare con le scatole, a Rio non piace stare da solo, a Op non piace il buio. E un giorno la luce si spegne. E ora che fare?Rio vuole giocare ma Op sente come un prurito nel cuore, il mare nelle orecchie, un filo nella gola,il ferro nella pancia e non riesce più a muoversi. Rio allora si ingegna per aiutare Op a non aver paura, ma non sarà affatto semplice! “Di cosa è fatto il buio? Che sapore ha? Cosa c’è dentro? Quali bui conosci? E il buio buio? Dov’è?” Attraverso giochi ed emozioni i due protagonisti cercheranno di dare risposte a queste domande scoprendo cheesistono bui fuori e bui dentro, bui acquosi e bui secchi, bui piccoli e bui grandi, bui all’aglio e bui dilavanda, bui strani e bui che non hanno mai visto. Bui celesti e bui stellari.
Adatto dai 3 ai 6 anni
Il costo del biglietto è per tutti di 6 euro.
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Al via la II edizione del torneo
ZOOMARINE – Pomezia (Roma)
19 Marzo 2023
Fare squadra non solo in campo ma nella vita di tutti i giorni. E' questo lo scopo della seconda edizione del torneo "Fai gol con papà contro il bullismo e la discriminazione" che, dopo il successo dello scorso anno, torna al parco Zoomarine per coinvolgere le famiglie, proprio il 19 marzo in occasione della Festa del Papà, in un momento di condivisione e complicità attraverso il gioco. Una iniziativa dedicata in primis al legame padre e figlio, pronta ad essere estesa a tutti i familiari, che si trasforma in una campagna di sensibilizzazione realizzata in sinergia con l’Associazione Contro il Bullismo Scolastico Odv, fondata da Vincenzo Vetere, attiva in tutta l’Italia per aiutare le vittime di bullismo e cyber bullismo. L'idea del torneo, voluto fortemente dal Direttore Generale Alex Mata, si basa su una serie di principi fondamentali, uguaglianza, lealtà, rispetto, che nello sport si definiscono "fair play" e che nella quotidianità assumono un valore ancora più prezioso. Nella giornata a scendere in campo sarà la Lega Italiana di Calcio Balilla, presieduta da Nicola Colacicco, che permetterà a tutti di sfidarsi in una vera e propria gara con tanto di giudici, podio e doni finali ai vincitori.
segnalare in ambito scolastico eventuali anomalie ed individuare l’insegnante referente per le tematiche sul bullismo,
prestare attenzione alle abitudini quotidiane dei propri figli e osservare possibili cambiamenti;
conoscere gli amici online, salvare eventuali prove e mantenere la calma per evitare che il proprio stato di preoccupazione possa incidere ulteriormente sullo stato d’animo della vittima.
Durante l'evento sportivo previste anche una serie di attività rivolte ai giovani ospiti, grazie agli atleti della Scuola Calcio Olimpus Roma che faranno alcune esibizioni tra pillole di allenamento e tiri in porta. Presenti anche gli atleti della Asd Freestyle Italia. Una giornata speciale nella quale acquistando un biglietto in promozione online o un biglietto intero in cassa, i papà entrano gratis! Se acquistano online, inoltre, per ogni biglietto da €14 pagato c’è un menù pranzo gratuito.
Zoomarine per il sociale prosegue poi il 26 marzo con la celebrazione della Giornata Mondiale per la Sindrome di Down (che ufficialmente ricorre il 21 marzo) che vedrà la presenza al Parco dell’Associazione Italiane Persone Down Anzio Nettuno con la possibilità, per alcuni ragazzi, di entrare nel team del parco per una giornata ed apprendere tante informazioni utili per il loro futuro professionale.
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Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque
a cura di Tiziano Panconi
PALAZZO MAZZETTI - Asti
La Belle Époque, i salotti, le nobildonne e la moda: è il travolgente mondo di Giovanni Boldini, genio della pittura che più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria.
Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.
Dal 26 novembre 2022 al 10 aprile 2023 Giovanni Boldini, uno degli artisti italiani più amati di ogni tempo, viene celebrato con una grande mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.
Dopo i successi delle mostre Chagall. Colore e magia, Monet e gli impressionisti in Normandia, I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, la collaborazione tra Fondazione Asti Musei e Arthemisia continua a richiamare folle di visitatori ad Asti.
Il nuovo progetto, a cura di Tiziano Panconi, è dedicato al genio indiscusso di Boldini.
80 magnifiche opere - tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) - sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso.
L’esposizione presenta una ricca selezione di opere che esprime al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.
Una mostra che pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima.
Farsi ritrarre da Boldini significava svestire i panni dell’aristocratica superbia di cui era munificamente dotata ogni gran dama degna del proprio blasone. Occorreva stare al gioco e accettarne le provocazioni, rispondendo a tono alle premeditate insolenze ma, infine, concedersi, anche solo mentalmente, facendo cadere il muro ideologico dell’alterigia, oltre il quale si celavano profonde fragilità.
Egli coglieva al volo l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva, l’istante in divenire fra un’azione e l’altra, quando la forza motoria di un gesto si esauriva, rigenerandosi prontamente in quello successivo.
Negli anni della maturità e poi della senilità, le lunghe e vorticose pennellate, impresse come energiche sciabolate di colore, rimodellavano in senso dinamico i corpi delle sue “divine” creature e il suo stile, a un tempo classico e moderno, costituiva la miglior risposta alle vocazioni estetiste e progressiste manifestate dagli alti ceti sociali.
La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, con il contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, con il patrocinio della Provincia di Asti e vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Catalogo edito da Skira.
Corso Vittorio Alfieri, 357
www.museidiasti.com
info@fondazioneastimusei.it
prenotazioni@fondazioneastimusei.it
ORARI
Martedì – domenica 10.00/19.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Lunedì chiuso
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TERESA LA LADRA
Di
Dacia Maraini
Regia
Francesco Tavassi
canzoni
originali di Sergio Cammariere e Dacia Maraini
costumi di Maria
Rosaria Donadio
con Musica Da
Ripostiglio
Balilla - chitarra Luca Pirozzi
Eligio - contrabbasso Raffaele Toninelli
Luciano - batteria Emanuele Pellegrini
e
con Orlando - fisarmonica Gianluca Casadei
Nello -violino Alessandro Golini
Teatro e Società S.r.l.
Teatro Parioli - Roma
Sarà in scena al Teatro Parioli dal 22 al 26 marzo, Mariangela
D’Abbraccio in TERESA LA LADRA di Dacia Maraini. La regia è
di Francesco Tavassi; canzoni originali di Sergio Cammariere e
Dacia Maraini.