autrice: Sara Saurini (AttiroKira)
Come immaginiamo che siano i
giorni che precedono il matrimonio di due persone?
Chiacchiere insieme sul futuro,
programmi e promesse d’amore magari davanti ad una tazza di tè, nulla di
particolare… se non fosse che Fedele e Caterina sono una coppia un po’ atipica,
lui poco più che vent’enne senza prospettive lavorative, lei una settantacinquenne
ricchissima.
Insomma, un luogo comune
perfetto.
Anche se all’inizio del film
breve “E prometto di esserti Fedele sempre” lo spettatore vuole farsi quasi convincere della “bontà”
dell’amore di Fedele, il giovane si rivela da subito per quello che è realmente,
un avido approfittatore che, sposando Caterina, spera di aver svoltato la
propria vita senza prospettive, infatti conta principalmente sul fatto che le
aspettative di vita della sua promessa sposa, fiduciosa e innamorata persa,
siano brevi.
Le speranze di Fedele sembrano
addirittura concretizzarsi oltre ogni sua rosea aspettativa, perché la povera
Caterina, forse per la forte emozione, muore subito dopo averlo sposato
rendendolo un libero e ricco vedovo.
Ma la legge del Karma è
ineluttabile e Fedele non è immune alle sue conseguenze… anche se questo non
gli servirà per imparare a non ripetere gli stessi errori.
Quello di Giuseppe
De Candia è un cortometraggio che si fa piacevolmente guardare. I colpi
di scena della storia non sono così sorprendenti, in realtà lo spettatore viene
pian piano accompagnato verso di essi, viene portato nel mondo di Fedele che,
man mano, si mostra per quello che è veramente, raggiungendo l’apice quando,
davanti al capezzale di Caterina, la ringrazia per essere morta.
Si sorride, mentre si guarda
questa storia, ma è un sorriso un po’ amaro perché Fedele e i suoi amici che
nella vita vogliono fare i parassiti di mestiere, non sono un’invenzione di
Giuseppe De Candia, ma una realtà della nostra società.
Interessante anche il gioco di
parole del nome del protagonista nel quale si potrebbe vedere un richiamo a “The
importance of being Earnest, a trivial comedy for serious people” di Oscar
Wilde, anche perché fra le numerose versioni di traduzioni italiane del titolo
di questa splendida opera c’è anche “L’importanza di chiamarsi Fedele”. Nel
caso di Wilde, però, il tema era quello della forte critica all’età vittoriana
in cui l’apparenza contava più dell’essenza dell’individuo che, per essere sé
stesso, era costretto a portare la maschera che la società aveva scelto per
lui. Il nostro Fedele invece si nasconde solo con Caterina, mentre tutto il
mondo lo vede esattamente per quello che è compresi i suoi genitori.
Insomma, il regista pugliese ci
propone, con leggerezza, un argomento sociale su cui riflettere che riguarda in
particolare la categoria degli anziani, spesso vittime inconsapevoli di abili
affabulatori come Fedele, che si approfittano delle loro fragilità e della loro
solitudine.
Un’indubbia nota di merito in
chiusura va ad Antonia Di Bisceglie, l’attrice che interpreta Caterina, che è
riuscita a far emergere l’ingenuità e la spontaneità di una donna che, ormai in
età avanzata, crede di aver trovato il vero amore e decide di viverlo fino in
fondo a dispetto delle critiche di chi la circonda.
Una ben realizzata opera filmica la cui parte tecnica della regia è
stata coordinata da Pablo Figlia e Claudia Simone mentre le musiche originali
sono di Fabio di Liddo.
Dedicate venti minuti a questo
giovane regista perché fra qualche anno, quando andrete al cinema a vedere una commedia di Giuseppe De Candia, potrete vantarvi di aver visto i suoi cortometraggi quando ancora
non era “troppo” famoso.
- Sara Saurini -
_KIROLANDIA®_
“E prometto di esserti Fedele sempre”
https://www.youtube.com/watch?v=WDNnQJLPeY0&t=12s