In scena in questi giorni al TEATRO BELLI di Roma, ORPHANS di Lyle Kessler, testo ormai
longevo della drammaturgia statunitense, sapientemente adattato per il pubblico
italiano.
Da Filadelfia ci spostiamo in
una Roma periferica degli anni '80, gli anni prima dell’euro e dei telefonini, prima
dei social e delle intelligenze artificiali, nella quale vivono, in un
appartamento fatiscente, due fratelli, due orfani, Filippo e Felice.
Filippo sembra avere un disagio
psichico, si è recluso o autorecluso in casa, per un’allergia presunta all’aria
e al sole, cavalcata da Felice, il maggiore, un teppista “borgataro”, come
direbbero i romani, incline fin troppo alla violenza, che entra e esce dal
carcere. L’equilibrio affettivo e pratico tra i due fratelli sembra immutabile
e ben definito. Felice appare dominante ma anche bisognoso di dominare Filippo,
occupandosi di lui, nutrendolo costantemente del suo cibo preferito, tonno in
scatola e maionese, esattamente quelli della pubblicità vista in tv. Filippo vive
alla finestra dove osserva il mondo, nasconde le sue capacità, che sarebbero
comunque sminuite dal fratello, e vive nell’opaco ricordo della madre defunta di cui conserva gli abiti nello sgabuzzino in cui si rifugia.
Questa dinamica s’infrange la notte
in cui Filippo conduce a casa un uomo di mezza età, ubriaco, tale Aldo, ben
vestito e colto, che farfuglia di arrivare da Napoli e essere anch’egli un
remoto orfano, abituato ad arrangiarsi e nella cui valigetta si trovano titoli e
azioni che valgono molto. Felice lega Aldo ad una sedia, lasciando Filippo a
sorvegliarlo, mentre prova a contattare i nomi ritrovati sull’agenda del
rapito, per chiedere un riscatto. Aldo però, non è un innocuo vecchietto, bensì
un gangster, affascinante e pericoloso, che dopo essersi liberato conquista i
due fratelli, offrendo loro comprensione e pacche sulle spalle, soldi e cura,
tutta l’attenzione che non hanno mai avuta. Presto entrambi i fratelli non
riusciranno più a fare a meno di Aldo e della sua considerazione, per la prima
volta si sentiranno davvero visti e desiderati come mai accaduto prima… ma un
tragico finale è dietro l’angolo.
ORPHANS racconta, alternando
dramma e commedia, rabbia e tenerezza, temi universali, comprensibili ad ogni
latitudine geografica e temporale, temi che oltrepassano tutto, trattando di
legami tossici, interdipendenza, fratellanza e amore. ORPHANS parla del
coraggio necessario a trovare se stessi e del coraggio di cambiare, di trovare
la propria strada, di uscire dal guscio e liberarsi, anche solo ammettendo
quanto bisogno abbiamo di amare e di essere amati.
Toccanti e precise le
interpretazioni degli attori, il carismatico e paterno Aldo (Vincent
Papa), il nervoso e ribelle, incontrollabile Felice (Edoardo Trentini) il tenero, sapiente, vitale
Filippo (Mattia Fiorentini). Asciutta e coinvolgente la regia di Danny
Lemmo che rende ORPHANS uno spettacolo davvero da non perdere.
Applausi fortissimi!
- Elena Costa -
_KIROLANDIA®_
ORPHANS
di Lyle Kessler
con Edoardo Trentini, Vincent Papa e
Mattia Fiorentini
regia Danny Lemmo